Uccide il figlio e si toglie la vita

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Uccide il figlio e si toglie la vita
LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016 • EURO 1,30
ANNO 125 . NUMERO 147 • www.laprovinciadisondrio.it
A CHIURO
Precipita nel dirupo e muore
Un incidente come ce ne sono tanti, molti di più di quanto si pensi, è costato
la vita a un uomo di Castionetto di Chiuro: Valter Della Ferrera. Aveva
sessant’anni. A tradirlo una banalissima scivolata mentre stava facendo
alcuni lavori nella propria vigna, vicino alla provinciale 21
CARUGO A PAGINA 15
L’ORRORE
E LA TRAGEDIA
NEL LUOGO
DELL’AMORE
di CLAUDIO MARCASSOLI*
pisodi di questo
genere, una tragedia
in un’istituzione come
la famiglia nata e nota
per rappresentare un luogo
d’amore e di sicurezza, non
possono non lasciare
sgomento anche in chi se ne
occupa per professione.
Torna alla mente l’altro caso
di cui mi sono occupato,
l’infanticidio di Valfurva
parecchi anni fa, anche se
qui tutto sembra differente.
In mancanza di notizie
precise sulla complessa
dinamica di questo figlicidio
- suicidio e nel rispetto
dovuto a questa famiglia non
possiamo che richiamare gli
elementi che la letteratura
criminologica ci offre.
Il “figlicidio paterno”
viene considerato meno
E
Uccide il figlio e si toglie la vita
Il piccolo Pietro, di Grosio, aveva solamente 6 anni: il papà Protasio Sala lo ha soffocato
La tragedia in una villetta della famiglia a Tovo - «Dramma inaspettato, insieme erano felici»
I testimoni:
«Strano
vederli qui»
È stato un vicino di casa
l’ultimo a vedere in vita Protasio
Sala e il suo piccolo Pietro ieri.
«Sarà stato un quarto all’una quando la Mercedes di Protasio ha imboccato il vialetto che porta a queste villette - ricorda l’uomo -. Per un
attimo ho atteso che lui scendesse
dall’auto per fare le solite due parole, ma avevo fretta e quando ho visto che tardava a scendere dalla
macchina sono salito in casa».
Era raro che Protasio da Grosio si
recasse nella casa di Tovo.
CONTINUA A PAGINA 11
SERVIZIO A PAGINA 3
NON SEMPRE
L’AMERICA
È UN ESEMPIO
POSITIVO
di ANTONIO DOSTUNI
A scuola oggi
sarà il giorno
più difficile
apita spesso di sentir
parlare degli Stati Uniti
come un mirabile
esempio di democrazia a
cui, secondo una visione di
chiara matrice liberista,
l’Europa farebbe bene a
ispirarsi. In realtà, un po’ per
dabbenaggine e un po’ per
ipocrisia, si tende a sottacere la
verità di un paese di cui troppo
facilmente si tende a
dimenticare le profonde
disuguaglianze sociali che ne
fanno un grande paese liberale
ma non, certamente, un
modello di democrazia.
spiegare il proprio gesto.
Quando sul posto è giunta l’auto
medica, ormai per i due non c’era
più nulla da fare.
Sono sconvolte le maestre del piccolo Pietro: lo avevano
lasciato sabato, sorridente, dopo la
mostra di fine anno degli elaborati
e oggi sarà il giorno più difficile perché in classe dovranno spiegare ai
compagni che cosa sia accaduto al
loro amichetto.
«Una notizia terribile - afferma
conlavocerottadallacommozione
una delle maestre -. Avevamo fatto
un bel lavoro con Pietro ed eravamo veramente contenti di come
fosse andato l’anno. Anche con la
famiglia avevamo instaurato un
particolare feeling».
SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3 E 5
SERVIZI A PAGINA 5
C
Tragedia familiare nel
primo pomeriggio di ieri a Tovo
dove un papà ha ucciso il proprio
figlioletto di 6 anni prima di togliersi la vita. Protasio Sala, 43
anni, grosino, manutentore della
casa di riposo Visconti Venosta
di Grosio, ha ucciso il figlio Pietro, che frequentava la prima elementare. L’uomo ha soffocato il
piccolo, che è stato trovato senza
vita su una sedia. Subito dopo si
è tolto a sua volta la vita impiccandosi.
In un biglietto, poche righe per
Grosotto
«Mirco un esempio
per tanti giovani
Veglia su noi»
Montagna
Arrampicata
Largo ai giovani
e allo sport
Grande cordoglio per Mirco
Robustelli Della Cuna morto
nel tragico incidente di sabato
pomeriggio a Bianzone. «Vigila
da lassù su di noi». A PAGINA 8
Nei suoi valori più autentici lo
sport«promuoveimpegno,fatica e costanza». Così è stata inaugurata a Montagna la palestra di
arrampicata.LUCCHINIAPAGINA13
9 771590 588032
60530
CONTINUA A PAGINA 11
Gli inquirenti davanti alla villetta di Tovo Sant’Agata, teatro ieri della tragedia FOTO GIANATTI
Filo di Seta
Mirco Robustelli Della Cuna
Spavento per Renzi a
Venezia. Poi gli han
spiegato la differenza tra
canali e argini sprofondati.
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LA PROVINCIA
LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016
Primo Piano
La tragedia di Tovo
«Un fulmine a ciel sereno
Tutti vicini alla moglie»
È un collega di Protasio alla casa di
riposo di Grosio, l’assessore ai
servizi sociali di Grosio, Pietro
Cimetti: « Una persona sempre
disponibile che si faceva in quattro
se poteva aiutare gli altri- ricorda -.
Protasio non stava chiuso nella sua
officina, ma partecipava alla vita
della casa di riposo. Quando facevano le gite con gli ospiti ad esempio guidava il pullmino. Non era
uno fiscale al suo ruolo, ma aiutava
in caso di bisogno». Oltre allo
stesso datore di lavoro Cimetti e
Sala condividono la passione per il
gioco delle carte : «Giovedì sera
abbiamo giocato in coppia a scopa
d’assi. Venerdì sera abbiamo
chiacchierato in piazza. Era uno
che si interessava alla vita sociale e
amministrativa del paese ed
abbiamo parlato degli imminenti
lavori per la sistemazione della via
Roma». Nel proprio ruolo di asses-
sore Cimetti guarda alla tragedia:
«Il classico fulmine a ciel sereno
che lascia inebetiti. La nostra
vicinanza in questo momento va in
maniera particolare alla moglie
Piera. Il Comune le sarà vicino e
non è solamente un modo di dire».
P.GHI.
Orrore e mistero
Uccide il figlio
e si toglie la vita
La tragedia. Inspiegabile gesto del papà, 43 anni
Il bimbo ne aveva sei. L’uomo ha lasciato un biglietto
TOVO SANT’AGATA
RICCARDO CARUGO
PAOLO GHILOTTI
Tragedia familiare
nel primo pomeriggio di ieri a
Tovo dove un papà ha ucciso il
proprio figlioletto di 6 anni
prima di togliersi la vita. Protasio Sala, 43 anni, grosino,
manutentore della casa di riposo Visconti Venosta di Grosio, ha ucciso il figlio Pietro
che frequentava la prima elementare.
Prima ricostruzione
Alcuni dettagli sono ancora
da accertare, ma è già possibile effettuare una prima parziale ricostruzione di quello
che è successo in quella casa
di Tovo mettendo quantomeno alcuni punti fermi.
Il primo è che l’uomo ha
soffocato il piccolo, che è stato trovato senza vita su una
sedia. Subito dopo si è tolto a
sua volta la vita impiccandosi.
In un biglietto, poche righe
per spiegare il proprio gesto.
Quando sul posto è giunta
l’auto medica, ormai per i due
non c’era più nulla da fare.
Tutto è successo poco dopo le
13. La terribile scoperta è stata fatta dai parenti, preoccupati dal fatto che Protasio,
che era atteso a pranzo dalla
moglie, non avesse ancora
raggiunto la donna e che non
rispondesse al cellulare. Pie-
ra Pini, infermiera all’ospedale Morelli di Sondalo, ha atteso per un po’ di minuti, ma
quando il ritardo si è fatto pesante senza che il marito desse alcun segnale, ha iniziato a
preoccuparsi è ha lanciato
l’allarme ai parenti.
La domenica mattina era
piuttosto frequente vedere
Protasio Sala andare a messa
nella chiesa parrocchiale di
San Giuseppe con Pietro e poi
fare una capatina al bar per
far bere un succo di frutta al
bambino.
Nessuna risposta
Ieri mattina invece aveva lasciato la casa avvisando che si
sarebbe recato a Sondalo col
bimbo per vedere la fiera del
Corpus Domini e poi si sarebbe fermato a fare la spesa nel
supermercato sondalino.
Nulla di strano, visto che la
domenica mattina era lui a
occuparsi del figlio mentre la
donna lavorava.
Ieri però qualcosa non quadrava e si è fatto largo il sospetto che fosse successo
qualcosa. I familiari hanno
prima cercato papà e figlio a
Sondalo,temendo che potesse essere successo loro qualcosa durante il viaggio in auto
e poi sono andati a Tovo, dove
la famiglia Sala possiede una
villetta non ancora abitata,
visto che risiede ancora a
Grosio.
Quando hanno visto la
Mercedes di Sala parcheggiata nel garage, i parenti hanno
capito che Protasio doveva
essere in casa. Inutile però
suonare o chiamare: la porta
era chiusa e nessuno rispondeva.
A quel punto hanno rotto
un vetro al piano terra e sfondato la porta per entrare nell’abitazione. La scena che si
sono trovati davanti è di quelle che vanno al di là dell’immaginabile.
Per il papà e il piccolo non
c’era niente da fare. Sul posto
sono stati immediatamente
chiamati i Carabinieri di Tirano che hanno provveduto a
delimitare l’area e iniziare le
indagini e gli accertamenti
necessari per chiarire tutti gli
aspetti della vicenda, anche
in presenza di un quadro che
non lasciava adito a moltissimi dubbi.
Gli inquirenti nella villetta di
Tovo Sant’Agata in cui si è
consumata la tragedia
familiare FOTO GIANATTI
Gesto inspiegabile
Nel pomeriggio nella villetta
è giunto anche il magistrato
di turno. Sui cadaveri sarà effettuata probabilmente l’autopsia.
Protasio Sala da alcuni anni lavorava alla casa di riposo
di Grosio come manutentore.
Prima aveva gestito il bar di
famiglia, il Bar Gallo in via
Roma. Persona solare, tranquilla. Anche per questo nessuno si spiega il suo gesto.
Per entrare nell’abitazione è stato necessario rompere un vetro di una finestra FOTO GIANATTI
I delitti in provincia: quasi sempre in ambito familiare
Il caso più simile risale
all’agosto del 2007 ed è successo a Valdidentro. Una manna di
23 anni, Deborah Cossi, aveva
preso in braccio il proprio figlio
Daniel di 7 mesi e si era buttata
in un burrone. Lei morta sul
colpo, mentre il corpo del piccolo non è mai stato ritrovato.
I atti di sangue, benché rari,
si susseguono a cadenza regolare, almeno negli ultimi anni. E
quasi sempre in ambito familiare o, quantomeno, di relazioni
di amicizia molto strette.
Basti pensare al caso di Sonia
Di Gregorio, uccisa il 20 gennaio del 2000 a soli 20 anni dal
marito. Era successo a Cino. Lei
n ne voleva sapere di stare con il
marito Francesco Gussoni (allora 28 anni), violento e possessivo. Voleva la separazione. Lui
l’ha attesa a casa e l’ha sgozzata
con un coltello da sub. Ritenuto
totalmente infermo di mente
nel primo processo, fu poi condannato in Appello a Milano a
11 anni di reclusione.
Poco dopo, il 6 giugno 2000,
un altro omicidio. Un caso a
parte però. È quello di suor Maria Laura Mainetti (all’anagrafe
Teresina Elsa Mainetti, nata a
Colico il 20 agosto 1939) assassinata da tre ragazzine di 16 e 17
anni a Chiavenna. Due di loro
furono condannate ad otto anni
e mezzo, la terza a 12 anni e 4
mesi di reclusione. Oggi sono libere e conducono una vita normale.
Altro delitto al di fuori dall’ambito famigliare quello del
20 settembre 2001. Una ragazza di Verceia, Loretta Ceni, 26
anni, fu massacrata a bastonate
e schiacciata con le ruote della
sua auto da Juan Carlos Reyes
Tineo (all’epoca 23 anni) dominicato in crisi di astinenza. Fu
condannato all’ergastolo, unico
dei pochi casi.
L’8 gennaio 2008, a Castello
Dell’Acqua, Pierina Consonni,
50 anni, è stata picchiata a morte dal convivente Luciano Bian-
cotti. L’uomo è poi stato condannato a 14 anni. Alcuni anni
fa si è ucciso in carcere.
Il 16 maggio 2009, ad Ardenno. Donald Sacchetto era scomparso la sera del suo compleanno. Compiva 36 anni. Pochi
giorni dopo era stato trovato a
brandelli nella cava-deposito
della famiglia di Simone Rossi
(28 anni all’epoca), condannato, anche in appello, a 30 anni
Il 21 novembre 2010 la scena
del crimine si è spostata a una
manciata di chilometri oltre
confine: a Zalende, frazione di
Brusio. I coniugi Gianpiero Ferrari e Gabriella Plozza (57 e 58
anni) sono stati assassinati in
modo brutale. Per quell’omicidio sono stati condannati Ruslan Cojocaru e Ezio Gatti di
Castione: ergastolo al primo e
21 anni di carcere al secondo.
Ancora un omicidio il 9 maggio 2012 Jatinder Singh, cavatore indiano di 30 anni che viveva
a Chiesa in Valmalenco è stato
massacrato di botte da due connazionali. Ambik Singh condannato in abbreviato a 4 anni,
5 mesi e 10 giorni di reclusione,
Nehil Gudervinder Singh a 6
anni e 8 mesi di reclusione
Poco dopo, il 24 agosto 2012,
a essere uccisa è stata la maestra sondriese Loredana Vanoi,
massacrata dal convivente Giu-
seppe Merlini, 65 anni all’epoca, con il quale voleva troncare
la relazione. Condannato in primo grado a 30 anni di reclusione, in appello condanna a 15 anni e 8 mesi.
Due anni dopo, il 24 agosto
2014 , Veronica Balsamo, 23 anni, è stata uccisa a Grosotto da
Emanuele Casula (18 anni all’epoca) che poi ha cercato ha
cercato di uccidere anche Gianmario Lucchini,34 anni, da allora in coma vigile. Per quell’omicidio e tentato omicidio Casula
è stato condannato in primo
grado a 20 anni di reclusione.
Il 9 aprile di quest’anno, a Villa di Tirano, un uomo di 70 anni,Enrico Ferrari, ha ucciso a
coltellate, Moira Giacomelli,
che di anni ne aveva 43. L’uomo
è in carcere in attesa di giudizio.
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LA PROVINCIA
LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016
Il biglietto
Nella casa i Carabinieri hanno trovato un biglietto
con poche righe nelle quali l’uomo ha spiegato ai familiari
le ragioni dell’incredibile gesto costato la vita a lui
e al proprio figlio di appena sei anni
Le indagini
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri che hanno
effettuato una serie di rilievi. Anche il magistrato di turno
ha voluto effettuare un sopralluogo per rendersi conto
di persona dell’accaduto
«Strano vederlo qui
Ci veniva raramente»
Le testimonianze. Un vicino di casa ha visto arrivare
Protasio e Pietro intorno all’una alla casa di Tovo
GROSIO
È stato un vicino di
casa l’ultimo a vedere in vita
Protasio Sala e il suo piccolo
Pietro ieri.
«Sarà stato un quarto all’una quando la Mercedes di
Protasio ha imboccato il vialetto che porta a queste villette - ricorda l’uomo -. Per un attimo ho atteso che lui scendesse dall’auto per fare le solite due parole, ma avevo fretta
e quando ho visto che tardava
a scendere dalla macchina sono salito in casa senza più
aspettarlo».
La casa per Pietro
Un’immagine di Pietro quando era piccolo
Il piccolo Pietro in una foto che lo ritrae felice
Protasio Sala
Era raro che Protasio da Grosio si recasse nella casa di Tovo
Sant’Agata.
«Era più frequente vedere
la moglie in compagnia della
mamma e del suo bambino racconta un altro vicino di casa -. Visto che loro abitavano a
Grosio e non avevano intenzione di traslocare qui, Piera
mi aveva detto che questa sarebbe stata la casa del suo Pietro».
Dalla centrale via Stelvio,
quella che attraversa il piccolo
centro abitato, una stradina
sale verso la montagna per
raggiungere queste belle villette.
«Sarà una decina di anni
che sono state realizzare - afferma un altro signore che abita poco più lontano -. Non riesco veramente a capire cosa
possa essere successo. Solamente pochi giorni fa avevo visto il bambino correre felice
nel giardino e anche Protasio
era sicuramente una persona
gioviale che scambiava sempre volentieri due parole con
L’ultimo a vedere il papà con il bambino un vicino di casa FOTO GIANATTI
tutti». Una volta avvisati della
tragedia anche gli amici più
cari di Protasio, quei coscritti
del 1973 con i quali aveva diviso la scuola e le varie tappe
della crescita, hanno raggiunto la casa di Tovo.
Coscritti attoniti
«L’avevamo visto di recente raccontano -. Sempre sorridente non aveva espresso particolari preoccupazioni e
nemmeno si era lamentato di
qualcosa in particolare. Quello che è successo è un dramma
inaspettato, una tragedia. Vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza alla famiglia ed
in particolare alla moglie Piera. Per lei è l’ennesimo dram-
Il caso di Edlira che a Lecco uccise le tre bambine
Era la notte tra l’8 e il 9
marzo del 2014 quando nella palazzina di Chiuso, alla periferia
di Lecco, si era scatenatala furia
omicida di una mamma di origine albanese che a coltellate non
aveva lasciato scampo alle sue
tre figlie, Simona (13 anni), Keisi
(10 anni) e la piccola Sidny (3 anni). La madre, Edlira Copa (all’epoca dei fatti aveva 37 anni),
dopo aver vegliato per ore i corpi
delle figlie, aveva tentato il suicidio ma non c’era riuscita e aveva
ammesso praticamente subito
le sue responsabilità di fronte
agli inquirenti, i carabinieri della compagnia di Lecco coordinati dalla pm Silvia Zannini.
Un evento sconvolgente per
la città, ma la comunità di Lecco
si era stretta intorno soprattutto
al dolore del padre, Baskim Dobrushi, che nelle ore del triplice
omicidio si trovava in Albania
per andare a trovare la madre. I
funerali delle piccole e tutta la
vicenda erano stati vissuti dai
protagonisti con grande compostezza, in un uno spirito autentico di lutto cittadino al punto che
il papà Baskim, a pochi giorni dai
funerali, aveva voluto rilasciare
un’intervista dicendo: «Non sono stato lasciato solo da Lecco:
non so come ringraziare i cittadini, il sindaco e le comunità religiose per quello che hanno fat-
to per me e la mia famiglia».
Baskim Dobrushi, di professione operaio a Olginate, e la
moglie si stavano separando, il
padre si era trasferito dal fratello che abitava in corso Bergamo,
a un centinaio di metri dalla palazzina dove abitavano la moglie
con le tre figlie, una famiglia integrata nella comunità lecchese.
Il padre non si è mai dato una
spiegazione di quanto accaduto,
anche quando la moglie era poi
stata riconosciuta completamente incapace di intendere e di
volere: «Non avevo mai avuto la
sensazione che mia moglie avesse problemi mentali e soprattutto che potesse fare del male alle
Tre le bimbe uccise a Lecco
nostre figlie - aveva dichiarato
Baskim -. Se avessi avuto questo
timore, non le avrei mai lasciate
sole con lei».
Edlira Copa, a distanza di poco più di un anno dal delitto, era
stata assolta per vizio totale di
mente. Non era stata considerata punibile dal collegio di esperti
che l’aveva dichiarata totalmente incapace di intendere e di volere. Non era stata rimessa in libertà: il gup le aveva applicato la
misura di sicurezza di dieci anni
di permanenza in una “rems”, la
definizione attuale degli ospedali psichiatrici. Attualmente
Edlira Copa si trova nella struttura di Castiglione delle Stivie-
ma: già aveva perso il papà prima di venire al mondo ed ora si
trova senza il suo bambino e
senza suo marito».
Le parole lasciano poi spazio alla commozione.
Troppo grande il dolore per
l’amico andato via in una maniera tanto tragica con il suo
bimbo.
P. Ghi.
12
1 Sempre
sorridente
non aveva espresso
particolari
preoccupazioni
re, dove ha anche tentato una seconda volta di togliersi la vita,
senza comunque riuscirci.
In questi anni sono andate a
trovarla alcuni parenti, soprattutto le sorelle ma il marito no,
non se l’è mai sentita, non ce l’ha
fatta a trovare la forza di perdonarla: «Se i medici hanno verificato che Edlira non era in grado
di ragionare quella notte, non
posso che accettarlo e rispettarlo. A lei penseranno i medici dell’ospedale psichiatrico. Non sono andato a trovarla e non andrò
perché con il cuore e con la testa
non ho voluto più pensare a lei
dopo quello che aveva fatto alle
nostre figlie. Ogni giorno che
passa il dolore per me aumenta e
non diminuisce, me lo dovrò
portare dentro per tutta la vita».
Guglielmo De Vita
LA PROVINCIA
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LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016
Primo Piano
La tragedia di Tovo
Poche ore prima la festa in famiglia
La vigilia. Nulla lasciava presagire il dramma che si è consumato a Tovo: sabato Protasio aveva compiuto 43 anni
Accanto a lui avevano voluto esserci tutti i suoi cari ed era stata una giornata di allegria e spensieratezza
GROSIO
PAOLO GHILOTTI
Non c’era nulla, ma veramente nulla che potesse far
presagire un gesto simile da parte di Protasio Sala. La vigilia di
questa domenica infatti era stata di tutt’altro genere, con una
giornata di grande allegria e serenità che lascia ancora più
esterrefatti.
Sul suo volto, nei suoi comportamenti non c’era la minima
avvisaglia che potesse a breve
succedere qualcosa di tanto tragico. Evidentemente quel dramma che aveva dentro di sé e l’ha
portato ad una scelta tanto
drammatica è riuscito a celarlo
fino all’ultimo. Sabato era stata
infatti una giornata di festa per
la famiglia Sala.
I festeggiamenti
Protasio, penultimo di una famiglia di sette fratelli, aveva spento
le 43 candeline ed aveva festeggiato il compleanno in serenità
non solo con moglie e figlioletto,
ma anche col resto della sua numerosa famiglia e con gli anziani
genitori. Una serata allegra,
spensierata come si usa in questi
casi. Ed anche per il piccolo Pietro, stesso nome del nonno materno, scomparso ancora prima
che nascesse, nel 1970 la mamma del piccolo,Piera, il sabato
era stato da incorniciare. Come
tutti gli altri bambini di prima
elementare infatti aveva partecipato alla mostra degli elaborati realizzati durante l’anno scolastico. Anche lui sorridente, orgoglioso li aveva mostrati alla
nonna Paola e alla mamma Piera che come tanti altri genitori
e nonni avevano reso onore al
lavoro svolto dai piccoli artisti.
E al termine della visita alla
mostra c’era stata la festa con le
torte che le mamme avevano
preparato per i bambini. In serata poi Pietro aveva festeggiato
ilsuo papà. Quel papà che era
molto legato al mondo contadino e dell’allevamento e che infatti amava portare Piero alla
mostra zootecnica del paese a
vedere le mucche, oppure nei
prati mentre tagliava il fieno.
Nel tempo libero a disposizione
Protasio amava aiutare i genitori dapprima in stalla ed ora nella
cura dei prati seguendo l’esempio di papà Agostino e mamma
Caterina.
Gli amici sgomenti
Suo padre Agostino classe ’35,
detto “Il Biondo” è un personaggio molto conosciuto in Alta valle perché è stato presidente della cooperativa carni e mercante
di bestiame. Protasio gli era
molto legato. In serata gli piaceva fare la partitella a carte con
gli amici del bar, ora anche loro
sbigottiti di fronte a quello che
è accaduto ieri nella casa di Tovo.
Aveva fatto varie esperienze
professionali Protasio dopo aver
frequentato l’istituto Fossati a
Sondrio. Era idraulico, ma aveva
lavorato anche nell’edilizia in
paese e poi in Svizzera. L’idraulico l’aveva fatto a Livigno prima
di intraprendere l’attività al bar,
lasciata per il posto al pensionato. Era anche un bravo ballerino,
abilità che l’aveva spinto ad entrare per anni a fare parte del
gruppo folk di Grosio. Quella
aria sorridente, quella camminata compassata davano l’impressione di un’estrema serenità interiore. Ma qualcosa in Protasio si deve essere improvvisamente incrinato ed ora quel
bambino e quel papà che la domenica andavano messa insieme sono vittima e protagonista
di una assurda tragedia.
Da lontano ieri i vicini hanno assistito al viavai degli inquirenti sul luogo della tragedia, tutti attoniti e increduli alla notizia FOTO GIANATTI
La maestre in lacrime: «Non può essere»
Non riescono a trattenere le lacrime le maestre di
Pietro Sala. Sandra Trinca
Colonel ed Ezia Robustelli
non possono credere ad una
tragedia familiare simile. Alle
elementari le maestre diventano un po’ mamme e gli alunni diventano un po’ i loro figli.
Il loro Pietro l’avevano lasciato sabato sorridente dopo la
festa in cui erano stati presentati gli elaborati dei bambini.
«Una notizia terribile, tremenda - afferma con la voce
rotta dalla commozione la ma-
estra Ezia -. Avevamo fatto un
bel lavoro con Pietro ed eravamo veramente contenti di come fosse andato l’anno. Anche
con la famiglia avevamo instaurato un particolare feeling. Eravamo tutte felici sabato perché un altro anno scolastico ormai si conclude ed
eravamo soddisfatte per
quanto realizzato con i bambini». Anche la maestra Sandra è
in lacrime: «Non può essere,
vero il mio Pietro. Proprio una
delle scorse sere l’avevo visto
in compagnia del papà, erano
Il piccolo Pietro
entrambi sereni, felici. Non ci
sarebbe potuto aspettare nulla di simile».
Ed oggi per le due maestre
sarà il giorno più difficile perché in classe dovranno spiegare ai compagni di scuola di Pietro cosa è accaduto al loro
amichetto. La notizia della
tragedia si è propagata a macchia d’olio e lo sconcerto e il
dolore sono stati condivisi
dalle altre docenti della primaria dell’istituto comprensivo di Grosio e dai genitori dei
bambini che hanno cercato di
spiegare ai piccoli quello che
in questo momento è difficile
da capire anche per i grandi.
P.Ghi.
Enti Pubblici e Amministratori
è il quotidiano per il dialogo fra
Enti Pubblici e Cittadini
Per ulteriori chiarimenti e informazioni
LA LEGGE
AFFERMA CHE DOVETE COMUNICARE ATTRAVERSO I QUOTIDIANI
Legge 25 febbraio 1987 - n. 67
Art. 5
“Le Amministrazioni Statali e gli Enti Pubblici non territoriali, con esclusione degli enti pubblici economici, sono tenuti
a destinare alla pubblicità su quotidiani e periodici una
quota non inferiore al cinquanta per cento delle spese per
la pubblicità, iscritte nell’apposito capitolo di bilancio”.
Art. 6
“Le Regioni, le Provincie, i Comuni con più di 20.000 abitanti, i loro consorzi e le aziende municipalizzate… (omissis), nonché le Unità sanitarie locali che gestiscono servizi
per più di 40.000 abitanti, devono pubblicare in estratto, su
almeno due giornali quotidiani aventi particolare diffusione
nel territorio di competenza, nonchè su almeno un quotidiano a diffusione nazionale e su un periodico, i rispettivi
bilanci”.
Con D.P.R. del 15/2/1989 n. 90
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14/3/1989
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LA PROVINCIA
LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016
Tirano e Alta Valle
Il dolore per Mirco
«I tuoi sogni spezzati
da un istante fatale»
Grosotto. Grande cordoglio per la morte del ragazzo
nel tragico incidente di sabato pomeriggio a Bianzone
Il cordoglio su Facebook: «Vigila da lassù su di noi»
GROSOTTO
PAOLO GHILOTTI
Diventare vigile del
fuoco volontario era un sogno
per Mirco Robustelli Della
Cuna, il ragazzo di 19 anni di
Grosotto che ha perso la vita sabato pomeriggio in un incidente stradale a Bianzone.
La gioia per il traguardo raggiunto, purtroppo, è durata solo
poche ore.
Sabato mattina c’era stata la
cerimonia ufficiale nella caserma dei vigili del fuoco di Sondrio. Al fianco di Mirco i colleghi che come lui avevano frequentato il corso di 120 ore e
che, dopo aver superato l’esame, erano ufficialmente dei vigili del fuoco volontari. Una cerimonia presieduta dal comandante provinciale dei vigili del
fuoco Giuseppe Biffarella,
giunto poi a Bianzone sul luogo
dell’incidente. E che sabato pomeriggio ha rivolto un messaggio di cordoglio alla famiglia.
Nella cerimonia di fine corso al
fianco di Mirco c’era anche
Marco Celestini, anche lui diventato vigile del fuoco volontario, che lo ricorda con queste
parole: « Ciao Mirco, eri un bravo ragazzo, umile con sani principi. Non ti dimenticherò. Pregherò per te».
Era presente anche papà
Amanzio, capo distaccamento
dei vigili del fuoco di Grosotto,
nel quale milita anche il fratello
di Mirco, Alex. E proprio il papà
è stato uno dei primi soccorritori del figlio nel vano tentativo
di strapparlo alla morte.
Quell’immagine di un padre
chinato sul figlio ormai esanime rappresenta lo strazio della
tragedia.
«Quella strada maledetta»
I vigili del fuoco volontari di
Grosotto hanno ricordato Mirco sulla loro pagina facebook:
«Un soffio lento e silenzioso ha
portato via uno di noi. Corriamo sempre sulla strada quando
c’è da aiutare qualcuno, ma ieri
c’eravamo tutti su quel tratto di
Statale quando abbiamo sentito che era uno dei nostri. Quella
maledetta strada che ti portava
a casa, felice di essere appena
diventato un vigile del fuoco, ti è
stata fatale. A tutti noi rimarrà il
tuo ricordo e la tua divisa nuova
in quella vettura. Sei diventato
vigile del fuoco da poco, ma lo
sarai per sempre nei nostri cuori. Ciao Mirco, riposa in pace».
Sul sito si leggono anche le
condoglianze del distaccamento di Livigno «È difficile trovare
le parole quando succedono
queste disgrazie impreviste.
Una caloroso abbraccio e le più
sentite condoglianze alla famiglia» e quelle del gruppo di Edo-
lo che ha dedicato a Mirco la
preghiera della protettrice Santa Barbara.
La foto per la cerimonia di fine corso dei vigili del fuoco volontari, Mirco è il primo a sinistra in prima fila
Il ricordo del sindaco
Anche il sindaco di Lovero Anna Saligari ha ricordato Mirco,
postando una foto che lo ritrae
accanto al comandante provinciale Biffarella. «Ero intervenuta come presidente della Comunità Montana di Tirano all’inaugurazione del mezzo dei
vigili del fuoco di Grosotto nel
dicembre 2014; con il comandante Biffarella avevamo apprezzato l’entusiasmo di Mirco
che voleva diventare vigile del
fuoco» ricorda la Saligari, che
ha scritto queste parole « Eccoti
li, caro Mirco, seduto accanto al
comandante a cui avevi appena
confidato il tuo sogno di diventare un vigile del fuoco. Tuo padre e tuo fratello sono state per
te un grande esempio e un modello da seguire. Dopo tanto impegno e tanto studio quel sogno
è diventato realtà. Sono certa
che i tuoi genitori siano stati fieri di te. Poi un istante fatale ha
spezzato i tuoi sogni e la tua giovane vita e alla gioia è seguita
una disperazione profonda. Tu
che eri esempio per tanti giovani, tu che avevi deciso di mettere la tua vita a disposizione degli altri, aiutaci ancora. Vigila su
tutti noi da lassù».
I primi interventi di soccorso dopo l’incidente di sabato pomeriggio
Mirco con don Romano e gli amici dell’oratorio
Mirco Robustelli Della Cuna
Coi i voucher solidali
anche i migranti
potranno lavorare
dove un volontario è presente
nella giornata di mercoledì dalle
17 alle 18.30 per fornire le adeguate spiegazioni, oppure contattare il 339.7952324 oppure il
347.1108283. «È un’occasione
per riconoscere a queste persone richiedenti asilo – si legge nel
volantino che pubblicizza l’iniziativa –, autonomia e dignità oltre che utile alla creazione di reti
sociali e la base per raggiungere
un reddito autonomo».
Un’iniziativa in linea di massima accolta favorevolmente
dalla popolazione che i questi
mesi ha accettato la convivenza
con i migranti. Molte infatti le
persone che, a vario titolo, si sono prestate gratuitamente per
insegnare l’italiano, realizzare
dei laboratori per i migranti, accompagnarli nello svolgimento
di piccole attività come la sorveglianza dei bambini sui pulmini
di scuola. Inevitabile anche
qualche malumore: tra chi sottolinea che anche i residenti disoccupati sarebbero disponibili
ad effettuare i medesimi lavori, a
chi plaude all’iniziativa di Aprica ed auspica che anche Bormio
si attivi per una raccolta firme.
Bormio
Tra le possibili mansioni
il taglio della legna
l’aiuto nei campi
e la pulizia delle auto
I ragazzi migranti
ospitati a Bormio all’albergo
“Stella” sono disponibili a svolgere piccoli lavoretti sul territorio. Mentre il comune di Aprica
ha detto stop a nuovi arrivi e,
grazie alla raccolta firme che ha
raggiunto quota 807 non solo ha
bloccato l’avvento futuro di migranti ma ha ottenuto anche lo
spostamento di cinque persone,
a Bormio è stata studiata una
formula di accoglienza per favorire l’integrazione con la popolazione. Si tratta del voucher solidale promosso dalla biblioteca
civica nell’ambito del progetto
“Io … volontario per la cultura”.
Tra le mansioni per le quali gli
immigrati si sono resi disponibili rientrano l’aiuto nella predisposizione del terreno, la sarchiatura dell’orto e fienagione, il
riordino ed il taglio della legna
nonché di magazzini e solai,
l’aiuto per traslochi, la pulizia di
giardini, locali o autovetture
unitamente ad interventi di manovalanza generica.
In base alla richiesta saranno
i volontari, che da quasi un anno
seguono gli immigrati, a scegliere la persona più idonea per tale
tipologia di lavoro. La modalità
di lavoro tramite voucher è già
stata sperimentata proficuamente da alcuni cittadini dell’Alta Valle. Gli interessati potranno rivolgersi alla biblioteca,
D.Gur.
Spettacoli 25
LA PROVINCIA
LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016
Evviva Morborock
Sempre più grande
E contagiosissimo
Quintessence
e Scenari d’arte
“al caffè”
Incontro al bar
Il festival. Numeri record alla Colonia di Morbegno
Qualità delle band ed eventi collaterali ricetta vincente
E sempre più spettatori si offrono come volontari
In anteprima al B.EST
Rock Festival, l’associazione
culturale B.Love presenta un
appuntamento con AMA Loves
Jazz all’insegna di musica e arte,
sabato 4 giugno alla terrazza del
Bar Cafè Traversi di Berbenno,
luogo storico per gli appassionati di questo genere musicale. Ci
sarà un aperitivo a buffet con
l’esposizione artistica di G. dalle
20 e, a seguire, un concerto di
The Quintessence, giovanissimo quintetto col jazz ispirato alla musica di Lennie Tristano e
formato da Andrea Jimmy Catagnoli (sax alto), Arturo Garra
(clarinetto e clarinetto basso),
Yuri Bascaro (chitarra), Vito Zeno (contrabbasso) e Toni Boselli
(batteria). E’ stato proprio Boselli a volere questo progetto, come omaggio alla figura e alla musica di Tristano e di tutti i musicisti che hanno contribuito a
fondare la sua scuola.
G, giovane artista di Berbenno, espone i suoi Scenari Inconsci (al caffè) realizzati appunto
con tracce di bevanda sparse su
tela a comporre visioni personali, facendo scontrare luoghi reali
con luoghi della mente.
Il B.EST (Berbenno Estate) e
l’associazione B.LOVE che lo organizza, non esisterebbero se
prima non ci fosse stato AMA, la
rassegna che per anni ha portato
a Berbenno il più grande jazz italiano ed internazionale, promossa dall’associazione Mongiardino (nata nel 1995 a Berbenno) fino al 2008. I giovani
della B.Love intendono così
omaggiare e riconoscere l’operato di chi, prima di loro, ha
aperto Berbenno alle porte dell’arte e della musica, tracciando
una strada importante che loro
intendono seguire.
MORBEGNO
STEFANO BARBUSCA
Il “Morbo” s’è diffuso
e quest’anno ne ha contagiati
più di tremila. Dopo il miglior
venerdì di sempre, sabato il
Morborock ha fatto il bis di
musica e presenze sabato sera.
Più “Morbo” per tutti
Mentre sul palco si sono fatti
Motta sul palco: un trionfo
1 Serate super
venerdì e sabato:
in tutto sono stati
più di tremila
i presenti
1 Molto apprezzati
i brani di Motta,
uno dei musicisti
emergenti
del rock italiano
valere Motta (i suoi pezzi sono
stati per molti la sorpresa più
bella delle due serate), The
smudjas, Edless e Phill Reynolds sul palco, nel resto della
Colonia fluviale il bello del
“Morbo” s’è declinato in tanti
altri modi.
Stand con prodotti dell’artigianato creativo - soprattutto
locale -, pensieri messi su libri
e segnalibri, esperienze associative e voglia di costruire relazioni e distribuire emozioni
a un pubblico di tutte le età.
Il festival firmato Lokazione Aps in collaborazione
con Arci Demos e patrocinato
da Comune di Morbegno, negli anni è cresciuto esponenzialmente, guadagnandosi di
diritto un posto fisso fra gli appuntamenti più apprezzati e
seguiti della scena locale, come dimostrano le oltre 2000
partecipazioni dell’edizione
2015. Quest’anno c’è stata una
notevole crescita.
Più generazioni
«Stiamo diventando grandi e
puntando verso un’esperienza
che coinvolga più generazioni
- ha sottolineato Domenico
Buzzetti, vicepresidente di
Lokazione -. Nel pomeriggio i
più entusiasti sono stati i bambini che hanno partecipato ai
laboratori artistici, dipingendo case di cartone con i propri
pensieri. Non c’erano indicazioni, ma alcuni hanno disegnato il Morborock. Buon segno, eh. Poi è toccato alle fami-
glie che hanno cenato col sottofondo musicale e naturalmente è arrivata l’ora del
rock». La pioggia ha solo sfiorato la festa e non ha spaventato nessuno, la vicinanza di
un’altra manifestazione musicale praticamente non s’è sentita.
«Si cresce di anno in anno,
sia a livello di qualità delle
band, che è l’ingrediente principale di un festival rock, sia
come apprezzamento del pubblico – aggiunge il presidente
di Lokazione Marco Passerini
-. È uscito il grandissimo affetto che il popolo del “Morbo”
nutre per quest’iniziativa.
Ogni anno ci sono spettatori
che ci chiedono d’entrare a far
parte del gruppo di volontari».
L’idea degli organizzatori –
impegnati da novembre a
maggio - è quella di dedicare
delle maggiori risorse alle
band. «Finora sarebbe stato
troppo rischioso puntare su
artisti di rilievo nazionale, anche se abbiamo coinvolto musicisti bergamaschi, genovesi,
trevigiani, milanesi e fiorentini. Quest’ultimo caso è quello
di Francesco Motta, che negli
ultimi mesi dopo la pubblicazione del primo disco da solista è diventato uno dei volti
emergenti del rock italiano,
tanto che è finito anche nelle
recensioni di riviste e siti specializzati. Venerdì era al MIAMI, la sera dopo al “Morbo”».
Il palco
Gli appuntamenti si snodano
nei luoghi attraversati
dall’Adda: parchi, ville
e l’Ecomuseo Leonardesco
Uno degli spettacoli in programma, “Teatro senza filtro”
Acel Service Giovanni Priore,
sponsor della manifestazione, il
Presidente della Provincia di
Lecco Flavio Polano e i vari rappresentanti dei Gruppi Teatrali
e delle Amministrazioni comunali coinvolti. Il connubio arte e
territorio funziona, e di posti
belli da valorizzare, ce ne sono
moltissimi. Carichi si storia. Già
dallo scorso anno è aperto agli
spettacoli teatrali lo scenario
Appuntamento sabato
al Traversi con un’anteprima
delle proposte di B.Love
per il B.EST Rock Festival
Due giornate di grande musica alla Colonia fluviale di Morbegno
Il “Morbo” del futuro
Il palcoscenico è privilegiato
Sul fiume amato dal Manzoni
La rassegna “I luoghi
dell’Adda” si svolge dalla sua prima edizione nei luoghi attraversati dal fiume celebrato dal
Manzoni nel suo addio ai monti.
Sono il palcoscenico naturale
ideale per ogni storia, quinte da
favola: parchi, ville, i lungo fiume, gli spazi aperti offerti dai diversi Comuni che aderiscono all’iniziativa. Ai Comuni si aggiungono il Parco Adda Nord e
l’Ecomuseo Leonardesco.
Se ne ricavano vantaggi dal
punto di vista turistico ambientale, in termini di promozione
del territorio in generale, come
hanno sottolineato in sede di
presentazione il Presidente di
Berbenno
esclusivo del Convento di Santa
Maria La Vite a Olginate, monumento storico riconosciuto dal
Ministero dei beni culturali, le
cui origini rimandano al XIII secolo. Zona fortificata, poi convento, centro rurale, filatoio,
lazzaretto, poi nuovamente
convento e, infine dal 1800, abitazione privata, il Convento di
Olginate è stato restaurato dalla
famiglia Podestà, attuale pro-
Grande soddisfazione per gli infaticabili organizzatori SANDONINI
Più di tremila le persone che hanno partecipato al festival
prietaria del Convento, tra gli
anni Settanta e Ottanta.
La corte, spazio rurale della
comunità, dove si incrociavano
bambini e animali, dove si raccontavano le storie, non poteva
mancare come palcoscenico naturale. I “Luoghi” andranno nella rustica e panoramica Corte di
Giorgio ad Aizurro (frazione di
Airuno). Così come porteranno
gli spettacoli nel recentemente
restaurato Monastero di San
Calocero a Civate, che dalle sue
origini, insieme alla basilica di S.
Pietro al Monte, costituiva un
unico complesso monastico benedettino, che risale al IX secolo.
E ancora il complesso del Lavello a Coloziocorte. Da diverse
edizioni della rassegna l’attracco dell’Addarella, imbarcazione
che solca il fiume, è diventato un
luogo imprescindibile, insieme
agli ormai classici scenari del
parco di Villa della Concordia a
Robbiate e la campagnola Cascina Maria di Paderno d’Adda. E
ancora la Chiesa romanica di Arlate, Villa Sandroni, Villa Comi e
Casa Corazza. Unica incognita
la pioggia. Nel caso di maltempo
è già pronta l’opzione B.
C. Sca.
Paolo Redaelli
Un cartellone ricco
dedicato anche ai bimbi
Divertimento
Sabato prossimo
a Monte Marenzo dalle 17.30
i “Racconti a briglia sciolta”
di Ortoteatro
Veniamo al cartellone
per i più piccoli. Spettacoli collocati in giorni strategici, sabato e
domenica, a scuole chiuse e famiglie libere di seguire gli spettacoli.
Il primo di questi appuntamenti con “I luoghi dell’Adda” è
sabato 4 giugno alle 17,30 con
“Racconti a briglia sciolta” di
Ortoteatro, con Fabio Scaramucci voce recitante e Fabio
Mazza musica dal vivo. Lo spettacolo, in programma a Casa Corazza a Monte Marenzo (Sala civica in caso di pioggia), racconta
il mondo fiabesco della tradizione popolare: animali che parlano, eroi dalle più diverse sembianze. Storie adatte a tutte le
età. Al termine dello spettacolo
sarà offerta una merenda a cura
dell’Associazione Auser.
Alla Chiesa romanica di Arlate, Calco (al Teatro San Vigilio in
caso di pioggia), sabato 18 giugno alle 21,15 andrà in scena
“Pollicino e l’orco”, la straordinaria storia di due nemici per la
pelle, produzione Residenza
IDra/Associazione Rebelot.
Lo spettacolo, vincitore del
Premio Festival Sant’Elpidio
2015, di e con Roberto Capaldo e
Walter Maconi, tele dipinte di
Biro, consulenza coreografica
Enrica Fazi, è un sequel della celebre fiaba, una commedia brillante e poetica in cui i due personaggi si rincontrano constatando di essere entrambi diventati
più “uomini”, di essere cresciuti.
Al Parco Villa della concordia
a Robbiate, venerdì 24 giugno
alle 21,15 c’è una surreale bambina, la Fanciulla, che conduce gli
spettatori in un suo personale
viaggio all’inferno.
C. Sca.
Lunedì 30 maggio 2016
Redazione: corso Buenos Aires 54, Milano - Tel. 02 27799111 - Fax 02 27799537
· Pubblicità: SpeeD - Milano - Tel. 02 57577605 - Fax 02 57577630
COMO, SOTTO LA LENTE DEI MAGISTRATI LA RISCOSSIONE DI TRIBUTI
È L’ORA
DI CHIARIRE
Mirco
il ragazzo
morto
in un
incidente
Grosotto
I pompieri
in lacrime
per Mirco
BERGAMINI · All’interno
OGGI STEFANO BRUNI
COMPARE DAVANTI AL GIP
PIOPPI · All’interno
Mandello, scontro
sul progetto
dello svincolo
della Super36
a Maggiana
CASSINELLI · All’interno
Busto
Operazione
sicurezza:
vigilantes
nei parchi
FORMENTI · All’interno
CRONACHE
LUNEDÌ 30 MAGGIO 2016
SONDRIO E PROVINCIA
ANCHE IL COMANDANTE PROVINCIALE
DEL CORPO, GIUSEPPE BIFFARELLA
HA ESPRESSO IL SUO CORDOGLIO
Schianto fatale, il comandante «Ora sei vicino a Santa Barbara»
LA TRAGEDIA
Fatalità
Il giovane si è schiantato
contro un auto-articolato
lungo la statale 38
dello Stelvio,
nel territorio
comunale di Bianzone
Il sogno
Sabato per Mirko
e la sua famiglia
avrebbe dovuto essere
un giorno speciale
Anche il papà Amanzio
e il fratello Alex
sono vigili del fuoco
– GROSOTTO –
«UN SOFFIO lieve e silenzioso
ha portato via uno di noi. Corriamo sempre sulla strada quando
c’è da aiutare qualcuno, ma oggi
(sabato scorso, ndr) c’eravamo tutti su quel tratto di statale quando
abbiamo sentito che era uno dei
nostri». Il giorno dopo l’incidente
in cui è rimasto ucciso Mirco Robustelli Della Cuna, il 19enne di
Grosotto che aveva appena prestato giuramento nei Vigili del fuoco, il dolore è palpabile nella parole dei volontari del distaccamento
del paese in cui il giovane viveva.
Quello stesso distaccamento comandato da suo padre Amanzio,
di cui è volontario il fratello Alex
e in cui anche Mirco avrebbe prestato servizio. I ricordi sono carichi di amarezza, per una vita spezzata nel momento in cui aveva raggiunto un obiettivo inseguito con
passione e determinazione: «Quella maledetta strada, che ti portava
a casa felice di essere appena diventato un vigile del fuoco, ti è stata fatale – aggiungono i volontari
–. A tutti noi rimarrà il ricordo di
e la tua divisa nuova lì in quella
vettura. Sei diventato vigile del
fuoco da poco, ma lo sarai per sempre nei nostri cuori». Grande dolo-
••
IL MESSAGGIO
«Mirco rimarrai nei nostri cuori»:
l’addio dei pompieri al giovane morto
di ALESSIA BERGAMINI
V
re e vicinanza alla famiglia Robustelli Della Cuna è stata espressa,
sin dai primi istanti, anche dal comandante provinciale del Corpo,
ingegner Giuseppe Biffarella.
«CIAO Mirco, ti avevo lasciato
stamattina stringendoti la mano
perché da oggi eri anche tu un
pompiere volontario del distaccamento di Grosotto, come tuo padre e tuo fratello, e facevi parte
della grade famiglia dei Corpo nazionale dei Vigili del fuoco – ha
scritto in un messaggio –. Un sogno a lungo accarezzato... Ma sei
stato con noi solo per un giorno,
poi il destino ha spezzato in un at-
timo i tuoi sogni e la tua giovane
vita, gettando tutti noi in un profondo sconforto. Vogliamo ricordarti come nelle foto che abbiamo
fatto insieme al gruppo dei tuoi
colleghi e non nelle immagini
strazianti dell’incidente. Sono
convinto che da quel momento
sei vicino a Santa Barbara, la nostra protettrice, e fai il pompiere
guardandoci da lassù». Il ragazzo
era anche molto amato nel suo
paese, dove frequentava l’oratorio
ed era un punto di riferimento
per i più giovani. Grandissimo il
dolore dei coscritti del 1996 e dei
tanti amici. La data dei funerali
sarà fissata nei prossimi giorni.
CASTIONETTO
DI CHIURO
Precipitato
nel dirupo:
è un 60enne
– CASTIONETTO
DI CHIURO –
È STATO
recuperato
nella tarda serata di sabato
il corpo senza vita di Walter Della Ferrera (nella foto), 60 anni. L’uomo è stato individuato in
una scarpata, poco distante
dalla sua vigna, a Castionetto
di Chiuro, nella quale è caduto per una ventina di metri,
probabilmente dopo aver accusato un malore. L’allarme
per il mancato rientro a casa
del valtellinese, originario di
Chiuro ma residente a Ponte
Valtellina, era scattato attorno alle 21.30. L’auto dell’uomo era ancora nei pressi del
vigneto e quindi le ricerce si
sono concentrate nella zona.
Sul posto sono stati inviati i
Vigili del fuoco e gli uomini
del Soccoso alpino, insieme
al personale del 118. Nonostante l’impegno dei soccorritori la vicenda si è conclusa
nel peggiore dei modi, con il
ritrovamento dell’uomo, ormai privo di vita, in una zona impervia. Una volta ottenuto il nulla osta, sono iniziate le operazioni di recupero
della salma, che si sono protratte fino a notte. Dell’accaduto sono stati informati i carabinieri di Sondrio che hanno effettuato gli accertamenti del caso.
A.B.
in breve
‘Camminata
accessibile’
con tre associazioni
Vettura si ribalta
sulla Statale 38
Ferita una 73enne
Sondrio
Piantedo
·LE ASSOCIAZIONI I
Dolcissimi (associazione
sportiva dilettantistica),
Valtellinaccessibile
(progetto
dell’associazione tecnici
senza barriere onlus che
da tempo si occupa di
abbattimento barriere
architettoniche) e
AltRaValtellina (aps per
la promozione del
turismo responsabile)
propongono la
camminata accessibile a
tutti che si effettuerà a
Sondrio il 2 giugno.
·SOCCORRITORI al
lavoro, attorno alle 12.45
di ieri, lungo la
carreggiata nord della
statale 38, al confine fra
Piantedo e Colico, in
seguito al ribaltamento
di una vettura. Per
prestare assistenza alla
donna di 73 anni
coinvolta nel sinistro
sono intervenuti i Vigili
del fuoco di Bellano. Sul
posto anche Polstrada e
118. Le condizioni della
donna sono
fortunatamente apparse
meno gravi di quanto
temuto inizialmente.
Successo per il Festival dedicato alla bresaola
Sondrio
·TANTI visitatori sabato, ma anche ieri nonostante la
pioggia al «Sondrio Bresaola Festival
2016». Organizzato dal Comune di Sondrio, in
collaborazione con il Consorzio Bresaola di Valtellina,
il Distretto Agroalimentare della Valtellina e l’Unione
Commercio. Apprezzati stand gastronomici e le tante
attività collaterali.
In tanti al concerto benefico di Van De Sfroos
Colorina
·LA PIOGGIA non ha sconfitto la solidarietà. Molti i
fan che ieri pomeriggio, ai laghetti Coccinella di
Colorina, sono accorsi al concerto del cantautore
laghée Davide Van De Sfroos in ricordo del piccolo
Matteo Aili, scomparso a soli 12 anni, nel 2011, per
una grave malattia. Parte del ricavato verrà destinato
alla costruzione di Casa Matteo, per piccoli degenti.