L`organo della chiesa di Sant`Agostino a Fano

Transcript

L`organo della chiesa di Sant`Agostino a Fano
L’Organo della chiesa di Sant’Agostino in Fano
L’organo nella sua cornice
architettonica della
controfacciata
186
La chiesa di Sant’Agostino conserva ancora oggi, nella controfacciata, l’elegantissimo impianto scenografico seicentesco che contorna l’organo. In un equilibrio di proporzioni, luce e prospettive, valorizzato da un’insolita balaustra a colonne lignee della rientrante balconata, trova spazio, tra due luminose
finestre, ciò che resta dello strumento costruito da Sebastiano Vici da Montecarotto nei primi anni del
XIX secolo, purtroppo attualmente in uno spietato stato di degrado. La storia degli organi succedutisi
nella chiesa di Sant’Agostino, analogamente alle altre della nostra città, è antichissima. Pur ipotizzandone la presenza già dagli anni della sua riconsacrazione dei primi del ‘400, la notizia più antica riferita agli
organi risale al 1577, ed è contenuta in una supplica per un “[…] sussidio per acquistare ad uso della loro
chiesa un organo di quattro o cinque registri con voci umane ad onore di Dio e della patria […]”,1 verosimilmente a coronamento della nuova veste architettonica dell’edificio compiuta appunto in quegli anni.
Tale documento, purtroppo, non include informazioni né sugli autori né sulle caratteristiche dell’organo, analogamente ad alcune carte del Seicento che, pur facendo riferimento agli organi della chiesa, non
sono foriere di rilevanti notizie sullo strumento che doveva levarsi nello spazio della cantoria.
La costruzione dell’attuale organo, come detto ottocentesco, si rese necessaria a seguito degli sconvolgimenti politici che, coinvolgendo anche la nostra città alla fine del XVIII secolo, privarono la chiesa
dello strumento allora esistente; in un documento si narra:
“1801 novembre 16: Nasce lite tra i padri Agostiniani e don Domenico Trigi priore della confraternita di
S.Maria del Soccorso del castello di Montemaggiore. Il procuratore del convento Giuseppe Pasqualucci si
presenta davanti al vicario vescovile e dichiara che al tempo del governo repubblicano il sacerdote Domenico
Trigi comprò dai fornitori della Repubblica Francese, “che si fecero compratori” di tutti i beni stabili e mobili
del convento di S. Agostino di Fano, l’organo che esisteva in quella chiesa […]”.2
Non abbiamo dettagli maggiori dello strumento ceduto a Montemaggiore, ma sappiamo essere stato
costruito nel 1751 dalla lettura di un atto notarile che intende risolvere una controversia per la disponibilità di uno stanzino attiguo alla cantoria della chiesa Sant’Agostino; vi si legge: “1751 aprile 2: […] Et
essendo altresì che in oggi abbino detti padri necessità di detta camera per porvi li mantici del nuovo organo,
che già vanno alzando in detta loro chiesa […]”.3
Dai sopralluoghi compiuti allo strumento oggi presente in cantoria, non risulta alcun marchio o firma
dell’autore.4 Già in passato, tuttavia, era stata avanzata da chi scrive l’ipotesi che esso fosse riconducibile
alla celebre bottega marchigiana dei Vici di Montecarotto. Tale affermazione viene oggi finalmente
confermata dal rinvenimento di un documento che riporta: “1803: A questa data risulta che tra i debiti
secchi del convento all’epoca della invasione francese, è quello per il sig. Sebastiano Vici di Monte Carotto
per l’organo che ci fece, che non si è soddisfatto pienamente, che mancavano cento scudi”;5 dallo stesso si
legge inoltre che il costo dell’opera ammontò a 400 scudi. Un successivo documento riferisce di un
contenzioso economico tra l’organaro e la committenza: “1822: il vescovo di Iesi ricorre a quello di Fano
con lettera del 5 gennaio per un suo diocesano: il sig. Sebastiano Vici di Montecarotto bravo fabbricatore di
organi il quale va tutt’ora creditore del convento di Sant’Agostino di sc.100 per l’organo fatto per la chiesa di
detto convento fin dal giugno 1805 […]”.6
Nel contraddittorio riferimento alla data di costruzione, evidenziato dalla lettura dei due documenti,
riteniamo più plausibile quanto attestato nel primo di questi, indicante lo strumento già presente in
chiesa nel 1803.
Le vicende occorse all’organo dalla sua costruzione ad oggi, non sono espressamente documentate.
Risulta evidente un importante intervento, databile nella seconda metà del XIX secolo, che, come
Particolare della cassa:
il prospetto
Particolare della cassa:
il lato sinistro
187
frequentemente si riscontra in quegli anni, adatta lo strumento a più “moderne” esigenze foniche,
con l’alienazione, la sostituzione o l’adattamento di alcuni registri. È evidente ad ogni modo che lo
strumento, in particolare nella parte fonica, ha pesantemente risentito delle vicende occorse alla chiesa
nello scorso secolo. Risulta infatti privo di tutto il materiale fonico, ad eccezione di alcune canne lignee
ancora presenti e pochissimi resti di canne metalliche. Tuttavia, la presenza dell’intero impianto meccanico (tastiera, pedaliera, somieri, crivello e mantici) consentirebbe, facendo affidamento alle moderne
tecniche di restauro ed all’esistenza di un gran numero di strumenti dello stesso Autore, un fedele e
pieno recupero funzionale di questo interessante strumento che, ovviamente, auspichiamo.
Scheda tecnica dello strumento
Organo di Sebastiano Vici da Montecarotto 1803 (?).
Facciata di 25 canne di Principale, a partire da Sol2, disposte a cuspide con ali laterali; davanti, la fila
dei Tromboncini.
Tastiera di 47 tasti (Do1-Re5) con prima ottava “corta”; diatonici ricoperti di bosso, cromatici in noce
lastrato in ebano, frontalini a chiocciola.
Pedaliera scavezza a leggio, di 17 tasti (Do1– Sol#2) più altro tasto (La2) accessorio.
Registri azionati da 18 tiranti a pomello, disposti su due colonne. I cartellini, chiaramente non originali, testimoniano un intervento databile nella seconda metà del XIX secolo. È tuttavia ipotizzabile la
seguente ricostruzione della fonica originale dello strumento:
Principale Bassi (8’)
Principale Soprani
Ottava
Duodecima *
Decimaquinta
Decimanona
Vigesimaseconda
Vigesimasesta
Vigesimanona
Contrabassi (pedale) **
Tromboncini Bassi *
Tromboncini Soprani *
Voce Umana (soprani) ***
Flauto in VIII
Violino (soprani) *
Violoncello (bassi) *
Traversiere (? - soprani) ****
Tromboni (pedale) *
* cartellino mancante
** pomello mancante
*** l’attuale cartellino indica “Unda Maris”
**** l’attuale cartellino indica “Viola”, da intendersi quale registro di 8’ nei soprani.
Due mantici a cuneo collocati in cantoria, sulla sinistra della cassa, azionabili a stanga.
Somiere di basseria collocato sul fondo, crivello in legno.
Accessori:
Tiratutti a manovella. Tenda quaresimale davanti le canne di facciata. Ultimo pedale (La2) per l’azionamento della cassa espressiva (Violino e Violoncello) o per il Tamburo acustico.
Del materiale fonico è presente solo:
le canne lignee sul somiere di basseria;
le canne lignee ai lati del somiere maestro per il registro di Principale e Ottava;
una canna ad ancia, verosimilmente del registro di Tromboni al Pedale.
(GP)
188
In senso orario
La consolle dello strumento
Particolare della tastiera
La tavola dei registri
Particolare dei ventilabri
nella secreta del somiere
maestro
1. SAP-SASF, ASC, Consigli, reg. 96, c.140r. Si ringrazia l’Archivista Giuseppina Boiani Tombari per la puntuale segnalazione dei documenti d’archivio riferiti nel presente articolo.
2. ASP-SASF, NOT., Mattioli Antonio, vol. C, cc. 172r-176r..
3. ASDF, ACV, Conventi, Sant’Agostino, b. 5.
4. L’accesso alla cantoria è impraticabile. È stato possibile recentemente accedervi tramite l’erezione di un’impalcatura metallica che ha
reso possibile un rapido sopralluogo.
5. ASDF, ACV, Conventi, Sant’Agostino, b. 15. L’attività di Francesco Saverio Vici (1713-1802) e di suo figlio Sebastiano (1755-1830)
portò alla produzione di almeno 50 strumenti, documentati nelle Marche e nella provincia di Perugia, in un arco di tempo che va dal
1775 ca. al 1830. Per la nostra città, gli organi costruiti dal Vici risultano dunque essere in tutto quattro: oltre a quello per la chiesa di
Sant’Agostino, venne costruito quello per la chiesa del Suffraggio (1809); quello per la chiesa di Sant’Andrea in Villis (non meglio databile,
attualmente in deposito presso i locali della nuova chiesa di Fenile); quello per la Cattedrale (1823) ceduto ad inizio ‘900 alla chiesa cattedrale di San Benedetto del Tronto e attualmente collocato nella chiesa di Centobuchi di Monteprandone (Ap). Per l’approfondimento
dell’attività dei Vici e in generale della scuola organaria di Montecarotto vedasi: “Organari di Montecarotto dal XVI al XIX secolo, Atti del
Convegno Nazionale di Studi” a cura di P. Peretti, Montecarotto, 15-16 ottobre 2005, Comune di Montecarotto 2008”.
6. ASDF, ACV, Conventi, Sant’Agostino, b. 15.
189