Quando la ricerca diventa... Estrosa
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Quando la ricerca diventa... Estrosa
NF 385 82 Ricerca. Il caso Schulz Italia Ennio Braicovich Quando la ricerca diventa... Estrosa La storia di un produttore laziale di infissi in pvc conferma che anche aziende medio-piccole lavorando sulla base dei sistemi possono riuscire a differenziarsi sul prodotto. Come? Impegnandosi in attività di ricerca e sviluppo. Non è un mistero per nessuno che in Italia si fa poca ricerca. In ogni settore. E non è un mistero per nessuno che anche nell’ampio settore dell’involucro, facciate, serramenti e vetri la ricerca è ridotta ai minimi termini. Un po’ per ‘tradizione’, un po’ per resistenza e un po’ per non conoscenza. Inoltre, quando la si fa, la ricerca in Italia è limitata di solito a aziende, associazioni ed enti di prima statura. Eppure la ricerca non farebbe male a questo nostro mondo vista la crescente complessità di tecnologie, materiali, prodotti e applicazioni che lo distingue. Pensate, sempre in questo stesso settore, ogni anno vengono depositati tra gli 800 e i 900 brevetti europei! Una cifra che da sola testimonia il fervore esistente in ricerca e sviluppo. Ha perciò stupito non poco l’articolo a firma dell’ing. Luca Papili di Enerlab/Studio Botta & Associati, pubblicato a pag. 74 del n. 384, ottobre 2012, che ha riportato degli studi effettuati su una linea di prodotti, finestre e porte finestre in pvc-legno, al fine di garantire nel tempo (termine da sottolineare) prestazioni in opera, durabilità e manutenzione. Denominata Estrosa, la linea è il frutto di un produttore di infissi in pvc, Schulz Italia, con sede a Paliano (Frosinone), che per due anni l’ha testata in proprio e sottoponendola quasi contemporaneamente a test esterni indipendenti, condotti per l’appunto dall’ing. Papili di Enerlab e da altri laboratori. Lo stupore suscitato dall’articolo è dovuto a molteplici ragioni: Estrosa ambientata. - Schulz Italia è di dimensioni medio-piccole (22 dipendenti), come tante; - l’azienda è a conduzione familiare, guidata da Sandro Marinelli assieme alla moglie Maria; - è relativamente giovane (una quindicina d’anni di vita); - utilizza alla base del ciclo produttivo prodotti standard come i sistemi per finestre in pvc dalle caratteristiche acclarate (Gealan). Se è vero che nel settore molti sperimentano nuove soluzioni, è pur vero che di solito i test vengono condotti spesso “in corpore vivo” del cliente finale, quasi sempre a sua insaputa, e quasi mai senza un riferimento esperto esterno. Non è la prima volta che Schulz Italia sale alla ribalta di Nuova Finestra per una > NF 385 - serramento misto PVC/legno a 3 guarnizioni - telaio spessore 87mm - triplice guarnizione - microventilazione di serie - anta standard sagomata lato esterno (semicomplanare) spessore 107 mm - anta maggiorata liscia lato esterno (a gradino) spessore 96 mm - vetro 4-18-4 basso emissivo sulle finestre, incollato sull’anta - vetro di sicurezza analogo (doppio stratificato e/o temperato) sulle portefinestre 83 Essentia, in sintesi - legno proveniente da foreste certificate PEFC - Uf = 1,3 W/m2K - permeabilità all’aria: classe 4 - tenuta all’acqua: classe E750 - resistenza al vento: classe B4 - Uw = 1,2 W/m2K per Ug = 1,1 W/m2K e bordo caldo - essenze: ciliegio, frassino, toulipier nelle tonalità rovere, ciliegio, noce, mogano, wengè, laccati a pro aperto e non Sandro Marinelli, fondatore di Schulz Italia. prémiére. Il lettore di buona memoria potrebbe ricordare agevolmente che poco più di un anno fa (n. 371, luglio/agosto 2011, pag. 94) riferimmo dell’azienda laziale in occasione della presentazione di un’altra nuova linea di prodotti: gli infissi di sicurezza antieffrazione 600 Sekur. Allora riferimmo che l’ufficio tecnico di Schulz Italia formato dai due giovani ingegneri Alessandro Sasso e Paolo Basilischi, aveva sviluppato la prima (ovviamente in Italia) finestra in pvc in classe antieffrazione RC3. Testata come tale presso l’Istedil di Roma. All’epoca riportammo le affermazioni di Sandro Marinelli sul primato con una comprensibile riserva mentale che oggi sciogliamo visto che nessun altro produttore si è fatto avanti per protestare vantando a sé il record. Ci stupimmo anche di fronte al fatto che nessun altro produttore (o sistemista) aveva mai voluto cimentarsi nella ricerca e sviluppo di un prodotto che ci sembrava oltremodo necessario in un paese dove le effrazioni delle finestre sono pratica abbastanza corrente. Ritorno al…passato Del nuovo prodotto finestra pvc-legno Marinelli racconta con passione: “La volontà era tornare in qualche modo al serramento di legno. A tutti i costi. Come si può vedere dalle linee del prodotto, visto dall’interno naturalmente, che ricorda molto di più un serramento di legno che non un serramento misto nelle sue linee generali, dimensioni, profondità, possibilità di variazioni. Ma il ritorno alla tradizione andava necessariamente accoppiato con la tecnologia moderna rappresentata dalla finestra in pvc”. Il nuovo serramento prevede l’utilizzo di profili di sistema cui viene accoppiata la cornice interna di legno per mezzo di dispositivi di connessione che permettono le dilatazioni differenziali dei due materiali. Il vetro isolante è incollato strutturalmente ai profili dell’anta. La ferramenta è ancorata ai profili in pvc. Il sistema di giunzione rende possibile il distacco della cornice di legno senza inficiare le prestazioni dell’infisso. “La finestra – spiega Marinelli - può rimanere in opera senza problemi continuando a svolgere le sue funzioni normali dando il tempo per sostituire tranquillamente il telaio in legno”. Un legno, peraltro, che proviene da foreste certificate PEFC. Estrosa presenta il tradizionale rinforzo interno in acciaio, utile a contenere le dilatazioni lineari dei profili. Dal punto vista estetico Il nuovo sistema misto prevede un’ampia palette di colori e finiture tra il materiale interno ed esterno. All’interno le essenze del legno spaziano da tonalità chiare come il frassino fino a toni più caldi come il ciliegio naturale. L’esterno invece ha le tipiche caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici del pvc declinate nelle varie pellicole di rivestimento, dal bianco all’effetto wengé. Da due anni i primi campioni di Estrosa sono installati sulla facciata sud dello stesso stabilimento dell’azienda a Paliano. “Per essere ancora più severi, abbiamo approntato dei serramenti rivestiti esternamente con pellicole Renolit noce scuro. E le finestre non hanno dato particolari problemi”, rileva con comprensibile compiacimento il numero uno di Schulz Italia. Ben presto presso il laboratorio interno di Maico sono stati eseguiti i pre-test d’aria/ acqua/vento per una prima verifica sul prodotto. I test finali, una volta certi del risultato, si sono svolti presso l’Istedil. “Con risultati assolutamente soddisfacenti visto che abbiamo sottoposto a test una porta finestra a due ante da 2480x1500 mm che ha raggiunto l’ottimo valore di E750 per la tenuta all’acqua”. Contemporaneamente l’azienda ha affidato a Enerlab/ Studio Botta & Associati l’incarico di analizzare il comportamento della giunzione legno-pvc ai differenti cicli di stress termico con verifica delle prestazioni di permeabilità all’aria post stress. Differenziarsi Sviluppando la finestra Estrusa in pvc e legno, in qualche modo per Sandro Marinelli si tratta di un ritorno al passato. Il padre era ebanista in Roma e quindi deve essere molto vivo il ricordo del legno, dei trucioli, degli odori di lacche, colle e vernici come pure il sapore di quell’artigianalità di cui parla spesso. Come quando dice: “Ricordo che di mio padre sentivo dire “Sì, Marinelli lavora bene però è caro…”. Da qui si comprende l’ambiente in cui Marinelli nasce professionalmente e comprendi anche la dedizione per il lavoro maniacalmente ben fatto, l’attenzione al cliente e la ricerca della distinzione. NF 385 84 Ricerca. Il caso Schulz Italia > Soglia in due pezzi? “Ma quando mai!....” La tradizione è tradizione. E l’edilizia è un settore tradizionale. Difficile cambiare le abitudini degli uomini dell’edilizia. Hai pari ad avere un serramento iper-performante dal punto di vista termico che per essere tale deve essere posato per bene tagliando termicamente la soglia, ad esempio. Sandro Marinelli racconta con gusto amaro un recente episodio che l’ha visto perdente nei confronti di un muratore che non ha voluto tagliare la soglia in due pezzi. “A me insegnare come si fa la soglia, io che faccio questo mestiere da 40 anni. Ma quando mai!…”. Alla fine, visto che il muratore aveva la piena fiducia della cliente, anche Marinelli ha dovuto ritirarsi in buon ordine. Devo dire che lo stesso episodio è capitato una decina d’anni fa a chi scrive nonostante avesse spiegato per bene a un muratore bergamasco che cosa si dovesse fare. Per Marinelli la storia non finisce con la vittoria del muratore. Un nuovo impegno per Schulz Italia sul fronte di ricerca e sviluppo nell’ambito dei controtelai termoisolati è in arrivo. Dettaglio del serramento. Come quando riflette:“Sento il bisogno quasi innato di differenziarmi, anche per riuscire andare da un rivenditore e parlare di un qualcosa che non siano soldi e sconti”. Il ‘dramma’ per i produttori di serramenti che si avvalgono dei sistemi commerciali, se così si può dire, è ben noto: profili uguali per tutti, stessi accessori, rivestimenti e macchine. Distinguersi è davvero difficile. Eppure, grazie all’impegno nella ricerca e all’ufficio tecnico interno, Schulz Italia sta emergendo come un nome nuovo e originale nell’ambito del serramento. L’opera di differenziazione compiuta finora permette in qualche modo di uscire dal massacro dei livellamento di prezzi che certi prodotti provenienti spesso dall’Est (ma anche dal mercato interno) stanno imponendo alla produzione interna. Marinelli in qualche modo ci ribalta quella che è la percezione comune del fenomeno: “Qui devo dire che in questo periodo a me fanno più paura certi colleghi italiani che non i produttori polacchi. Credo che questi colleghi stiano facendo harakiri giocando con i prezzi: una volta livellato il prodotto verso il prezzo basso non ne esci più. E’ assolutamente impensabile correre dietro ai polacchi, ai loro prezzi, ai rumeni. Tra l’altro c’è pure qualche collega che lavora per produttori rumeni e polacchi fornendo loro cassonetti, profili.., per non parlare, fatto non conosciuto su cui converrebbe stendere un velo pietoso, di coloro che importano e rivendono prodotti che fanno finta di produrre loro stessi. Seguendo la logica del prezzo, non c’è scampo”. Semmai oggi il vero problema è riuscire a comunicare al rivenditore la ricchezza insita nel prodotto e nel servizio offerti perché conclude Marinelli “il mercato va in qualche modo aggredito mentre il rivenditore è stato spesso seduto ad aspettare. Le cose vanno cambiate. C’è chi l’ha capito e chi no. Chi l’ha capito, ha ottenuto risultati significativi”. Estrosa è diventata realtà commerciale all’inizio dell’autunno. Attualmente sono in vista le prove di isolamento acustico che presumibilmente forniranno gli stessi risultati ottenuti dal produttore del sistema considerato che il sistema in pvc non è affatto intaccato dalla presenza della cornice lignea e che tutte le prescrizioni di sistema sono state rispettate. Quanto alle prestazioni termiche, Schulz dichiara un Uf=1,1 W/m2K per il nodo. Tutte le caratteristiche tecnologiche, prestazioni e estetiche del prodotto fanno esclamare a Marinelli: “Ci riteniamo vincenti su tanti fronti per l’insieme delle caratteristiche di Estrosa. Certo, tanti ora si metteranno a far il misto pvc-legno. Ne sono sicuro. Per questo sto già pensando (e chi lo dubitava?, ndr) a nuovi sviluppi. Ora, c’è da metter conto che potremmo avere qualche piccolo problema ma sono anche convinto che lo supereremo. Il bello è che questa è una squadra che conta due ingegneri, e avere degli ingegneri fa la differenza”. Una bella differenziazione c’è anche qui. La sorpresa maggiore in tutta questa storia è forse il costo delle attività di ricerca. Non svelerò alcuna cifra ma posso assicurare che si tratta di cifre ben sopportabili da un’azienda che produce 15 mila finestre all’anno e fattura attorno agli 7 milioni di euro. Come sempre, l’aspetto monetario è importante, ma non è certamente il fattore determinante. Semmai ci si può legittimamente domandare come mai tante aziende di primo piano che possono vantare fatturati e utili ben maggiori di Schulz Italia non abbiano mai speso almeno altrettanto.