Quando la ricerca diventa... Estrosa

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Quando la ricerca diventa... Estrosa
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Ricerca. Il caso Schulz Italia
Ennio Braicovich
Quando la ricerca diventa... Estrosa
La storia di un produttore laziale di infissi in pvc conferma
che anche aziende medio-piccole lavorando sulla base
dei sistemi possono riuscire a differenziarsi sul prodotto.
Come? Impegnandosi in attività di ricerca e sviluppo.
Non è un mistero per nessuno che in Italia
si fa poca ricerca. In ogni settore. E non è
un mistero per nessuno che anche nell’ampio settore dell’involucro, facciate, serramenti e vetri la ricerca è ridotta ai minimi
termini. Un po’ per ‘tradizione’, un po’ per
resistenza e un po’ per non conoscenza.
Inoltre, quando la si fa, la ricerca in Italia è
limitata di solito a aziende, associazioni ed
enti di prima statura.
Eppure la ricerca non farebbe male a questo nostro mondo vista la crescente complessità di tecnologie, materiali, prodotti
e applicazioni che lo distingue. Pensate,
sempre in questo stesso settore, ogni
anno vengono depositati tra gli 800 e i
900 brevetti europei! Una cifra che da sola
testimonia il fervore esistente in ricerca e
sviluppo.
Ha perciò stupito non poco l’articolo a
firma dell’ing. Luca Papili di Enerlab/Studio
Botta & Associati, pubblicato a pag. 74 del
n. 384, ottobre 2012, che ha riportato degli
studi effettuati su una linea di prodotti,
finestre e porte finestre in pvc-legno, al
fine di garantire nel tempo (termine da sottolineare) prestazioni in opera, durabilità e
manutenzione.
Denominata Estrosa, la linea è il frutto
di un produttore di infissi in pvc, Schulz
Italia, con sede a Paliano (Frosinone), che
per due anni l’ha testata in proprio e sottoponendola quasi contemporaneamente
a test esterni indipendenti, condotti per
l’appunto dall’ing. Papili di Enerlab e da
altri laboratori.
Lo stupore suscitato dall’articolo è dovuto
a molteplici ragioni:
Estrosa ambientata.
- Schulz Italia è di dimensioni medio-piccole (22 dipendenti), come tante;
- l’azienda è a conduzione familiare, guidata da Sandro Marinelli assieme alla moglie
Maria;
- è relativamente giovane (una quindicina
d’anni di vita);
- utilizza alla base del ciclo produttivo prodotti standard come i sistemi per finestre in
pvc dalle caratteristiche acclarate (Gealan).
Se è vero che nel settore molti sperimentano nuove soluzioni, è pur vero che di
solito i test vengono condotti spesso “in
corpore vivo” del cliente finale, quasi sempre a sua insaputa, e quasi mai senza un
riferimento esperto esterno.
Non è la prima volta che Schulz Italia sale alla ribalta di Nuova Finestra per una
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- serramento misto PVC/legno a 3 guarnizioni
- telaio spessore 87mm
- triplice guarnizione
- microventilazione di serie
- anta standard sagomata lato esterno
(semicomplanare) spessore 107 mm
- anta maggiorata liscia lato esterno (a gradino)
spessore 96 mm
- vetro 4-18-4 basso emissivo sulle finestre,
incollato sull’anta
- vetro di sicurezza analogo (doppio stratificato
e/o temperato) sulle portefinestre
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Essentia, in sintesi
- legno proveniente da foreste certificate PEFC
- Uf = 1,3 W/m2K
- permeabilità all’aria: classe 4
- tenuta all’acqua: classe E750
- resistenza al vento: classe B4
- Uw = 1,2 W/m2K per Ug = 1,1 W/m2K e bordo caldo
- essenze: ciliegio, frassino, toulipier nelle
tonalità rovere, ciliegio, noce, mogano,
wengè, laccati a pro aperto e non
Sandro Marinelli, fondatore di Schulz Italia.
prémiére. Il lettore di buona memoria potrebbe ricordare agevolmente che poco più
di un anno fa (n. 371, luglio/agosto 2011,
pag. 94) riferimmo dell’azienda laziale in
occasione della presentazione di un’altra
nuova linea di prodotti: gli infissi di sicurezza antieffrazione 600 Sekur.
Allora riferimmo che l’ufficio tecnico di
Schulz Italia formato dai due giovani ingegneri Alessandro Sasso e Paolo Basilischi,
aveva sviluppato la prima (ovviamente in
Italia) finestra in pvc in classe antieffrazione RC3. Testata come tale presso l’Istedil
di Roma.
All’epoca riportammo le affermazioni di
Sandro Marinelli sul primato con una comprensibile riserva mentale che oggi sciogliamo visto che nessun altro produttore
si è fatto avanti per protestare vantando
a sé il record. Ci stupimmo anche di fronte al fatto che nessun altro produttore (o
sistemista) aveva mai voluto cimentarsi
nella ricerca e sviluppo di un prodotto che
ci sembrava oltremodo necessario in un
paese dove le effrazioni delle finestre sono
pratica abbastanza corrente.
Ritorno al…passato
Del nuovo prodotto finestra pvc-legno Marinelli racconta con passione: “La volontà
era tornare in qualche modo al serramento
di legno.
A tutti i costi. Come si può vedere dalle
linee del prodotto, visto dall’interno naturalmente, che ricorda molto di più un serramento di legno che non un serramento
misto nelle sue linee generali, dimensioni,
profondità, possibilità di variazioni. Ma il
ritorno alla tradizione andava necessariamente accoppiato con la tecnologia moderna rappresentata dalla finestra in pvc”.
Il nuovo serramento prevede l’utilizzo di
profili di sistema cui viene accoppiata la
cornice interna di legno per mezzo di dispositivi di connessione che permettono
le dilatazioni differenziali dei due materiali.
Il vetro isolante è incollato strutturalmente
ai profili dell’anta. La ferramenta è ancorata ai profili in pvc. Il sistema di giunzione
rende possibile il distacco della cornice di
legno senza inficiare le prestazioni dell’infisso. “La finestra – spiega Marinelli - può
rimanere in opera senza problemi continuando a svolgere le sue funzioni normali
dando il tempo per sostituire tranquillamente il telaio in legno”.
Un legno, peraltro, che proviene da foreste
certificate PEFC.
Estrosa presenta il tradizionale rinforzo
interno in acciaio, utile a contenere le dilatazioni lineari dei profili.
Dal punto vista estetico Il nuovo sistema
misto prevede un’ampia palette di colori e
finiture tra il materiale interno ed esterno.
All’interno le essenze del legno spaziano
da tonalità chiare come il frassino fino a
toni più caldi come il ciliegio naturale. L’esterno invece ha le tipiche caratteristiche
di resistenza agli agenti atmosferici del pvc
declinate nelle varie pellicole di rivestimento, dal bianco all’effetto wengé.
Da due anni i primi campioni di Estrosa sono installati sulla facciata sud dello stesso
stabilimento dell’azienda a Paliano. “Per
essere ancora più severi, abbiamo approntato dei serramenti rivestiti esternamente
con pellicole Renolit noce scuro. E le finestre non hanno dato particolari problemi”,
rileva con comprensibile compiacimento il
numero uno di Schulz Italia.
Ben presto presso il laboratorio interno di
Maico sono stati eseguiti i pre-test d’aria/
acqua/vento per una prima verifica sul prodotto. I test finali, una volta certi del risultato, si sono svolti presso l’Istedil.
“Con risultati assolutamente soddisfacenti
visto che abbiamo sottoposto a test una
porta finestra a due ante da 2480x1500
mm che ha raggiunto l’ottimo valore di
E750 per la tenuta all’acqua”. Contemporaneamente l’azienda ha affidato a Enerlab/
Studio Botta & Associati l’incarico di analizzare il comportamento della giunzione
legno-pvc ai differenti cicli di stress termico con verifica delle prestazioni di permeabilità all’aria post stress.
Differenziarsi
Sviluppando la finestra Estrusa in pvc e legno, in qualche modo per Sandro Marinelli
si tratta di un ritorno al passato. Il padre
era ebanista in Roma e quindi deve essere
molto vivo il ricordo del legno, dei trucioli,
degli odori di lacche, colle e vernici come
pure il sapore di quell’artigianalità di cui
parla spesso.
Come quando dice: “Ricordo che di mio
padre sentivo dire “Sì, Marinelli lavora bene però è caro…”.
Da qui si comprende l’ambiente in cui
Marinelli nasce professionalmente e comprendi anche la dedizione per il lavoro maniacalmente ben fatto, l’attenzione al cliente e la ricerca della distinzione.
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Soglia in due pezzi?
“Ma quando mai!....”
La tradizione è tradizione. E l’edilizia è un settore
tradizionale. Difficile cambiare le abitudini degli
uomini dell’edilizia. Hai pari ad avere un serramento
iper-performante dal punto di vista termico che per
essere tale deve essere posato per bene tagliando
termicamente la soglia, ad esempio. Sandro
Marinelli racconta con gusto amaro un recente
episodio che l’ha visto perdente nei confronti di un
muratore che non ha voluto tagliare la soglia in due
pezzi.
“A me insegnare come si fa la soglia, io che faccio
questo mestiere da 40 anni. Ma quando mai!…”.
Alla fine, visto che il muratore aveva la piena fiducia
della cliente, anche Marinelli ha dovuto ritirarsi
in buon ordine. Devo dire che lo stesso episodio è
capitato una decina d’anni fa a chi scrive nonostante
avesse spiegato per bene a un muratore bergamasco
che cosa si dovesse fare.
Per Marinelli la storia non finisce con la vittoria
del muratore. Un nuovo impegno per Schulz Italia
sul fronte di ricerca e sviluppo nell’ambito dei
controtelai termoisolati è in arrivo.
Dettaglio del serramento.
Come quando riflette:“Sento il bisogno
quasi innato di differenziarmi, anche per riuscire andare da un rivenditore e parlare di
un qualcosa che non siano soldi e sconti”.
Il ‘dramma’ per i produttori di serramenti
che si avvalgono dei sistemi commerciali,
se così si può dire, è ben noto: profili uguali per tutti, stessi accessori, rivestimenti e
macchine.
Distinguersi è davvero difficile. Eppure,
grazie all’impegno nella ricerca e all’ufficio
tecnico interno, Schulz Italia sta emergendo come un nome nuovo e originale
nell’ambito del serramento.
L’opera di differenziazione compiuta finora
permette in qualche modo di uscire dal
massacro dei livellamento di prezzi che
certi prodotti provenienti spesso dall’Est
(ma anche dal mercato interno) stanno
imponendo alla produzione interna.
Marinelli in qualche modo ci ribalta quella
che è la percezione comune del fenomeno:
“Qui devo dire che in questo periodo a me
fanno più paura certi colleghi italiani che
non i produttori polacchi.
Credo che questi colleghi stiano facendo
harakiri giocando con i prezzi: una volta
livellato il prodotto verso il prezzo basso
non ne esci più.
E’ assolutamente impensabile correre dietro ai polacchi, ai loro prezzi, ai rumeni. Tra
l’altro c’è pure qualche collega che lavora
per produttori rumeni e polacchi fornendo
loro cassonetti, profili.., per non parlare,
fatto non conosciuto su cui converrebbe
stendere un velo pietoso, di coloro che
importano e rivendono prodotti che fanno
finta di produrre loro stessi. Seguendo la
logica del prezzo, non c’è scampo”.
Semmai oggi il vero problema è riuscire a
comunicare al rivenditore la ricchezza insita nel prodotto e nel servizio offerti perché
conclude Marinelli “il mercato va in qualche modo aggredito mentre il rivenditore
è stato spesso seduto ad aspettare. Le
cose vanno cambiate. C’è chi l’ha capito e
chi no. Chi l’ha capito, ha ottenuto risultati
significativi”.
Estrosa è diventata realtà commerciale
all’inizio dell’autunno.
Attualmente sono in vista le prove di isolamento acustico che presumibilmente
forniranno gli stessi risultati ottenuti dal
produttore del sistema considerato che
il sistema in pvc non è affatto intaccato
dalla presenza della cornice lignea e che
tutte le prescrizioni di sistema sono state
rispettate. Quanto alle prestazioni termiche, Schulz dichiara un Uf=1,1 W/m2K per
il nodo.
Tutte le caratteristiche tecnologiche, prestazioni e estetiche del prodotto fanno
esclamare a Marinelli: “Ci riteniamo vincenti su tanti fronti per l’insieme delle
caratteristiche di Estrosa. Certo, tanti ora
si metteranno a far il misto pvc-legno. Ne
sono sicuro. Per questo sto già pensando
(e chi lo dubitava?, ndr) a nuovi sviluppi.
Ora, c’è da metter conto che potremmo
avere qualche piccolo problema ma sono
anche convinto che lo supereremo.
Il bello è che questa è una squadra che
conta due ingegneri, e avere degli ingegneri fa la differenza”. Una bella differenziazione c’è anche qui.
La sorpresa maggiore in tutta questa storia
è forse il costo delle attività di ricerca.
Non svelerò alcuna cifra ma posso assicurare che si tratta di cifre ben sopportabili
da un’azienda che produce 15 mila finestre
all’anno e fattura attorno agli 7 milioni di
euro.
Come sempre, l’aspetto monetario è importante, ma non è certamente il fattore
determinante.
Semmai ci si può legittimamente domandare come mai tante aziende di primo
piano che possono vantare fatturati e utili
ben maggiori di Schulz Italia non abbiano
mai speso almeno altrettanto.