Agosto 2016 - Viaggiare Liberi

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Agosto 2016 - Viaggiare Liberi
Il Graffio del Viaggiatore
(per scrittori anarchici … completamente liberi)
Anno I - Numero 19 – Agosto 2016
In questo numero di Agosto …
Semplicemente … MUSICA PENSIERI e PAROLE
la mente è scollegata … i pensieri non sono a tre colonne … ma c’è tanta musica …
musica che accompagna i pensieri … li disordina … ma che bello!
Musica Pensieri e parole
di
Roberto D’Uffizi - Ivan Ske - Alessandro Ranucci
In ordine sparso …
1° Incontro Graffiatoriliberi
Dal 7 al 9 ottobre 2016 a Santo Stefano di Sessanio (AQ)
Aggiornamenti nelle ultime pagine
La vita si dice abbia alti e bassi … ci sono momenti di grande gioia … di esaltazione, in altri invece sprofondiamo in
buchi neri dai quali pensiamo di non risalire più … ma poi scopriamo che la vita è proprio cosi …
un evoluzione continua … una splendida sinfonia …
note di un pentagramma che seguono giri melodici in perenne mutazione …
si la vita …
inizia piano … poi ci scuote d’amore e dolore … e alla fine ci sorprende sempre …
nel bene o nel male
come nelle più belle ballate Rock …
se chiudo gli occhi mentre ascolto la musica, mi scorre la vita …
scavo nei ricordi … e ne escono sempre di nuovi … chissà dove si erano nascosti …
avverto odori e sensazioni dimenticati …
chiudo gli occhi, accendo l’auto dei sogni e percorro strade bellissime … infinite …
cavalco le onde della musica e la mente partorisce progetti …
non importa se non si realizzeranno mai … a occhi chiusi siamo invincibili …
la musica ha il potere di far vibrare le corde più profonde dell’anima
con la musica non si è mai soli … anche nel più solitario dei viaggi
la vita
https://www.youtube.com/watch?v=X6ymVaq3Fqk
Alessandro Ranucci
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corrispondenza dal Nicaragua
tra Ivan Ske e Alessandro Ranucci
IVAN: ciao Ale, ho letto l’email e mi fa piacere che hai pensato di fare un graffio di solo musica perche ho il cellulare fuori uso a causa
della tanta pioggia che ho preso da Alamikamba fino a Makantaka e anche perche il cavallo ha guadato il fiume e avevo tutto nelle
tasche laterali e mi è arrivata l’acqua fino alle cosce. Ora il cellulare è da buttare e la macchina fotografica per due giorni non si è
accesa, nel passaporto si sono quasi cancellati tutti i timbri d ingresso e in quello nicaraguense non c’e´piu la data. Ogni volta che mi
ferma la polizia e´un casino. Ma oltre a questo inconveniente, sta andando tutto alla grande. ho già visitato quasi tutta la costa
atlantica. anche se avevo pronti dei pezzi , ma senza internet e un casino, ora sono a El castillo e per fortuna ho del tempo in più.
https://www.youtube.com/watch?v=sZFTPyostbI
Questa bachata mi ricorda il primo bus che ho preso dall’aeroporto di Managua, il mio primo contatto con i nicaraguensi e da qui
è iniziato il viaggio...
https://www.youtube.com/watch?v=quqWQSmd6tY&list=PLNAHJ3iPbrSWtXlgSGLhkFOW0AYcqetWF
Il mitico reggae soul nella sala da ballo a laguna de Perlas con Ramsey, un ragazzo creolo che mi spiegava tutte le parole delle
canzoni... listen, listen, continuava a dirmi. Era nettamente innamorato pazzo del significato di ogni canzone, quando poi ha iniziato a
ballare con tutta la felicita del mondo.
https://www.youtube.com/watch?v=CMMEsBoP6Jw
la continua salsa che si sente in ogni bus, a tutto volume, con delle casse enormi che valgono piu dei sgangherati bus.
https://www.youtube.com/watch?v=JqtSuL3H2xs
stavo sognando questa canzone mentre dormivo a cayo de perlas e mi sono svegliato subito alla prima strofa. Mi sollevo dal letto e di
fronte a me ho le due porte a vetrate e il mare di fronte, sulla mia destra dalla finestra vedo la spiaggia, il mare e un isola deserta in
lontananza, giro la testa a sinistra e dall’altra finestra vedo le palme e il mare turchese. Si non sto sognando... benvenuto a Cayo de
perlas.
Ivan Ske
hecho en Nicaragua
ALE: Bella Ivan ... Che bello che sei in Nicaragua... goditi il viaggio... quello che hai scritto in questa mail vale più di mille pezzi credimi...
sarà un bel graffio ... un graffio liquido ... :) io forse metterò alcuni appunti su Fuerteventura ma con tanta musica...
Que te Vaja bien!
PS: se ancora ti funziona la macchina fotografica quando sei a Granada, se dovessi alloggiare al Cocibolca vedi se dietro il banco della
reception c'è appeso un quadro del Chè ... fattici una foto e mandamela ... me ne sono fatta una uguale anni fa... le mettiamo una
accanto all'altra nel graffio :-)
Ale
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IVAN: Ciao Ale
cosi mi costringi per forza ad andare a Granada... dai scherzo!
Da El Castillo sono stato alle isole Solentiname e poi da San Carlos non c´era la nave per Granada e neppure per Ometepe per il livello
troppo basso del lago, cosi ho deciso di andare a San Juan de sur, ma via terra era impossibile e non potevo noleggiare una lancia
privata per attraversare il lago nella zona sud perche costava troppo, cosi ho preferito entrare in Costarica e da Los chiles sono
andato a Pena Blancas, ma prima mi sono fermato sul pacifico in terra costaricense... altro mondo.
Sono rientrato in Nicaragua e sono stato alla riserva La Flor a vedere la tartarughe deporre le uova... favolose durante la notte ne
sono arrivate due, anche se con la luna piena è`molto difficile perche han paura dei predatori, ma sono stato fortunatissimo.
Ora sono a San Juan e la mia prossima tappa e` Ometepe e poi granada.
hasta luego
Ciao Ivan
MUSICA E PENSIERI
Parijat - Most Beautiful Splendour (2004) ... celestiale
Di
https://www.youtube.com/watch?v=bkQULpXFnSc
Roberto D’Uffizi
Patti Smith - Dancing Barefoot (1979)...
carica come un bel caffè espresso la mattina
https://www.youtube.com/watch?v=gcbuG2w0Kzo
Correre e rincorrere
“Poesia, musica, foreste, oceani, solitudine: sono stati loro a sviluppare un’enorme forza spirituale. Sono arrivato alla conclusione che
prima di una corsa bisogna coltivare lo spirito almeno quanto la condizione fisica”.
(Herb Elliot, campione olimpico e detentore del titolo mondiale sul miglio. Si allenava scalzo e scriveva poesie).
Rifletto su questo mentre seduto su una sedia da giardino osservo l’altra sponda del lago e me lo immagino come un traguardo. Come
tutti i traguardi è un punto d’arrivo ma, come spesso accade, ogni approdo ci mette poco a trasformarsi in un perpetuo nuovo punto di
partenza. Così anche la corsa, o meglio quella interpretata dal running, comincia a seguire le logiche di una perenne ricerca di
soddisfazione del desiderio. In questo non ci sarebbe nulla di male nel momento in cui il desiderio fa fiorire ogni cosa, semmai è il
possesso che rende tutto logoro e sbiadito (Marcel Proust). E quindi il bisogno ineludibile di rinnovare la ricerca dell’appagamento.
Nell’immaginarsi di trovarsi sull’altra sponda, arrivandoci nel minor tempo possibile, ci si dimentica colpevolmente di quella sorta di
viaggio spazio-temporale che si affronta, perché l’unico obiettivo è quello di vedere quella striscia verde “sospesa” tra acqua e cielo,
sempre più grande fino a quando non ci si è dentro, e i momenti passati su quella fiabesca moquette d’acqua finiscono nell'oblio: non
fanno parte del viaggio, sono al contrario attimi da bruciare con lo sguardo rivolto sempre avanti. Quell’acqua che nell’immaginario
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collettivo, e non potrebbe essere altrimenti, viene solitamente interpretata come l’esaltazione sublime della bellezza in terra, sia che la
si osservi “nuda” o vestita del più meraviglioso abito che un tramonto possa regalarle, prende la forma di una puzzolente lingua
d’asfalto nero su cui ansimare e sputarci sopra. L’allenamento, ossia l’insieme delle tappe d’avvicinamento a un obiettivo, diventa il
solito pezzo di marciapiede, il solito parco, la solita strada e la pratica della corsa non può far altro che prendere la via del
consuetudinario schema di addestramento, senza spazio alcuno per la fantasia, la creatività, l’immaginazione e il semplice godere,
almeno talvolta, della vita che ti scorre accanto mentre si procede velocemente mettendo un piede davanti l’altro. La pratica del
running presenta un grande vantaggio: essendo un’esercitazione costante che tocca tutti e tre i gradi d’intensità (bassa, media e alta)
è quella che garantisce a chi la esercita un più alto ritorno in termini di benessere fisico generale. Affinché tale benessere trovi
riscontro anche a livello psichico tuttavia, si rende necessario un adattamento che respinga, anche violentemente se necessario,
l’indomabile persistenza, prerogativa del genere umano, al non trarre soddisfazione alcuna dal piacere in quel che si fa se non si ha un
ritorno in termini d’immagine, di prestigio e di considerazione sociale. Quando non ti abitui a sentir parlare solo di tempi e numeri,
quando non prendi come riferimento atleti, magari militari di qualsiasi nazionalità, pagati coi soldi dei contribuenti solo per allenarsi,
quando vuoi trasmettere le tue emozioni per quello che fai ma eviti d’impigliarti nella ragnatela della comunicazione così scarna e
vacua dei “social”, allora il tuo running diventa un mondo popolato da una sola persona: in questo caso me. Dopo la dolorosa storta alla
caviglia al secondo km della “Track Shack's Celebration of Running”, continuando tuttavia a correre sopra il dolore al limite
dell’autolesionismo, guardavo dall’altra parte della strada il cordone di gente che procedeva festante a passo molto più lento del mio
che pur non sono altro che un mediocre amatore, almeno in Italia: loro godevano del fatto di partecipare, io no, al di là della
sopportazione al dolore della distorsione patita. Nemmeno il “miracoloso” settimo posto di categoria (su 87), poteva in qualche modo
consolarmi (l’anno precedente ero arrivato terzo e finito la gara un minuto e venti secondi prima) e non farmi rammaricare del fatto
d’aver peggiorato la situazione decidendo di continuare. Ero entrato di nuovo nella spirale emotiva del runner infelice: se fai il personal
best o ottieni un premio sei felice e gratificato, altrimenti i pesanti mattoni dell’insoddisfazione si poggiano su quelli fragili su cui stai
costruendoti la casa della tua esistenza, in cui il running non è un semplice passatempo, tanto più che non si sarà mai campioni e non
si è nemmeno giovanissimi ormai, ma è Il tuo ritaglio di felicità, che cerchi anche se non ti manca nulla sul piano degli affetti e che ti
consente, quasi quotidianamente, di conciliare quello che sei col gesto del moto.
Correre è il momento in cui ti avvicini di più a te stesso e al modo in cui vedi (o sogni) il tuo mondo.
“...there was some kind of connection between the capacity to love and the capacity to love “running”. The engineering was certainly
the same: both depended on loosening your grip on your own desires, putting aside what you wanted and appreciating what you've got,
being patient... maybe we shouldn't be surprised that getting better at one could make you better at the other.”
" ... C'era qualche tipo di connessione tra la capacità di amare e la capacità di amare il “running”. L'ingegneria è stata certamente la
stessa: entrambi gli aspetti dipendevano d’allentare la presa sui propri desideri, mettendo da parte quello che volevi apprezzando
invece quello che hai, essere pazienti e tolleranti e ... forse non dovremmo essere sorpresi che migliorare il primo aspetto potrebbe
farti migliorare l'altro ". (Christopher McDougall).
E viceversa, aggiungo.
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la traduzione di quella che considero una delle piu' belle canzoni "esistenziali" mai scritte
Uriah Heep - Love In Silence
This is our world, our future
Questo è il nostro mondo, il nostro futuro
These are our times
Questi sono i nostri tempi
I believe we have to see
Credo che dobbiamo vedere
In silence there's no mystery
Nel silenzio non c'è nessun mistero
The world is so busy talking
Il mondo è così impegnato a parlare
What do they know
Cosa ne sanno
They're missing out on being alive
Si stanno perdendo l'esser vivi
Words are turning into lies
Le parole si stanno trasformando in bugie
We're looking for love to guide us
Siamo alla ricerca di amore che ci guidi
What do we know
Cosa ne sappiamo
The truth is never to be told
La verità non è mai da raccontare
It's waiting there inside your soul
Sta aspettando lì dentro la tua anima
The innocent join
L'innocente unirsi
In fighting so easily
Così facilmente nel combattere
In a world of pain and war
In un mondo di dolore e di guerra
Who knows what they're fighting for
Chissà per cosa stanno combattendo
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What they're fighting for
Per cosa stanno combattendo
Oh, what they're fighting for
Oh, per cosa stanno combattendo
What they're fighting for
Per cosa stanno combattendo
Many rivers running out to sea
Molti fiumi che scappano verso il mare
One heart with a cry for love
Un cuore con una richiesta d'amore
Many dreamers in a moonlit sky
Molti sognatori in un cielo al chiaro di luna
One sigh and they are gone
Un sospiro e se ne sono andati
Love is the only direction
L'amore è l'unica direzione
That leads to truth
Che porta alla verità
Knowing in your heart what's right
Sapendo nel tuo cuore ciò che è giusto
You'll walk upon the sea of light
Camminerai sopra il mare di luce
There's something
C'è qualcosa
In love and silence
Nell'amore e nel silenzio
That you can find
Che puoi trovare
Know yourself and all around
Conosci te stesso e tutto ciò che ti sta intorno
Listen to the only sound
Ascolta l'unico suono
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Brendan James - All I Can See (2008)... altra speciale canzone esistenziale
https://www.youtube.com/watch?v=Le-aXShpySE
Steven Wilson - The Raven That Refused To Sing (2013)... triste e geniale
https://www.youtube.com/watch?v=n8sLcvWG1M4
Rainbow - Rainbow Eyes (1978) vedi sopra e poi non potevo non mettere una ballad di un gruppo rock progressivo
https://www.youtube.com/watch?v=VaRTocPWbhQ
Fuerteventura
… appunti del primo dei tre viaggi fatti a Fuerteventura … un collage di momenti indimenticabili trascorsi in quest’isola delle Canarie …
… che considero ai primi posti, nella mia personale classifica dei posti ideali in cui vivere …
di Alessandro Ranucci
accompagno questi ricordi con alcune canzoni di Neil Young (chi non lo conosce) … e di Terry Reid … un nome
questo invece a molti sconosciuto … un personaggio affascinante … un ottimo chitarrista ma al tempo stesso un
uomo molto schivo … che ebbe il coraggio di rifiutare la proposta di entrare a far parte di gruppi storici come Led
Zeppelin prima e Deep Purple poi … rinunciando ad un futuro di fama e denaro per seguire la sua personale strada
di artista … verrebbe da dire che se avesse saputo il successo ottenuto poi da quei gruppi, magari avrebbe
accettato la loro proposta, ma a molti pare di no … avrebbe comunque rinunciato per rivendicare la propria libertà
di espressione, fuori da schemi musicali e logiche discografiche.
Percorrendo la carretera da Puerto del Rosario in direzione Coralejo, superata Puerto Lajas, si rimane estasiati dalla vista della
Montaña Roja, un vulcano ormai spento di un rosso marziano. È imponente … sembra venirmi incontro. La supero e mi trovo immerso
in infinite dune di sabbia, a sinistra montagne aride e desolate, a destra il mare … splendidamente azzurro … capace di ipnotizzare.
Decido di fermarmi e camminare nella sabbia per tuffarmi nell’oceano mare.
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Sono stanco del viaggio, ma il mare mi dà buon umore. Comincio a camminare … camminare … camminare e mi sento infinitamente
piccolo di fronte ad una natura maestosa. Rimango in contemplazione di tutto ciò che mi circonda. Mi tuffo in acqua e ne esco
rivitalizzato. Mi stendo sulla sabbia fino al tramonto, poi mi sveglio, prendo le mie cose e raggiungo Corralejo.
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Facciamo colazione in sala da pranzo con la mappa dell’isola aperta come una di tovaglia. Tibor ci scarabocchia sopra un po’ di appunti
e cerchia i luoghi da non perdere. Mi diletto a scarabocchiarla anch’io ed insieme usciamo da casa, ognuno per la sua strada. La mia
porta a “El Cotillo”. Più mi allontano da Corralejo e più assaporo la vera essenza di Fuerteventura. Per me Fuerteventura è già:
profonda solitudine
spazi infiniti che si mescolano all’orizzonte
pianure pietrose alternate ed incantevole distese di sabbia
montagne mai ripide ma anzi dolci e sinuose
colore, tanto colore, colore dappertutto
rosso pompeiano, giallo sahara, nero lavico, bianco tempera ed ocra
odori … tanti odori …
sterco di capra, salsedine, polvere
portati dal vento … che non smette mai di soffiare
il miglior compagno di viaggio
Terry Reid - To Be Treated Rite: https://www.youtube.com/watch?v=C959v_3SSKo
sorseggio un caffè nell’unico bar aperto del porticciolo. Da qui si ha una istantanea della costa verso sud, fatta di scogliere a picco sul
mare ed arenili di sabbia tra il bianco e l’oro. In questo quadro, imponente spicca la torre de “El Toston”, eretta insieme ad altre
nell’isola per difendere la costa dai continui attacchi dei pirati berberi, francesi e britannici.
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sono rapito dalla poesia del mare
mi dirigo verso le dune bianchissime verso levante. Vado fino a che il bianco non mi circonda. Bianco che si nasconde quando incontra
propaggini di dura roccia lavica, insieme creando lucenti lagune di acqua cristallina, splendide piscine naturali dove è piacevole
rimanervi intrappolati. Il bianco della rena incontra il nero della lava, che sprofonda nel turchese del mare, e tutti insieme abbracciano
l’azzurro del cielo
Stamattina Tibor mi porta in un ottima pasteleria canaria per un abbondante colazione. Con la solita generosa precisione, mi consiglia
percorsi ed esperienze da fare su questa bellissima isola … ci salutiamo con un abbraccio affettuoso, esortandoci a futuri incontri …
persone generose ed ospitali come Tibor è sempre bello ritrovarle. Salgo sulla mia pegeout e parto in direzione Puerto de la Pena …
verso sud-ovest.
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La Oliva … un tempo capitale dell’isola ed oggi una minuscola cittadina di passaggio … “Iglesia de Nuestra Senora la Candelaria” e “La
casa de los coroneles”, suggestiva chiesa con facciate di un bianco che riverbera la prima e monumento storico più emblematico
dell’intera isola il secondo. Quest’ultima, incorniciata tra deserto e montagne aride, spinge ad una fervida immaginazione anche le
menti più pigre … ed ecco sbucare un soldato con il kepi, che ti viene incontro, seguito da un nuvolo di polvere su un elegantissimo
cavallo bianco. Quando il cavaliere scompare tra la polvere sono già all’interno del fortino, in un patio meravigliosamente ristrutturato
come così anche le sue stanze disposte su due piani. Al secondo piano ci si introduce verso un arioso terrazzo, dal quale si rimane in
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silenzio a guardare le montagne. E’ quasi mezzogiorno e fa un caldo pazzesco, prima di montare in auto mi seggo sopra una panchina
di fronte la “Iglesia de Nuestra Senora la Candelaria” e da spettatore curioso, assisto all’ingresso di una coppia di futuri sposi e dei
loro coloriti ospiti, poi riparto … direzione Betancuria.
Proseguo lungo la statale, curvando paesaggi da cinema, lasciando alla mia destra l’imponente Montana Quemada, dove si erge il
monumento a Miguel de Unamuno, costretto, per i suoi costanti attacchi al re e al dittatore Primo de Rivera, ad un lungo esilio
sull’isola, salvo poi tornare in Europa con l’avvento di Franco. Mi fermo ad esplorare un piccolo museo/percorso all’interno di un
villaggio rurale, completamente ristrutturato, dove tutto, dalle case con gli arredi d’epoca, alle stalle, ai forni per fare il pane, al mulino
a vento, ai vecchi fienili, mi fanno fare tornare ai primi del ‘900 e mi proiettano nella vita dei contadini di un tempo.
Dalla piana di Tefja la strada comicia ad inerpicarsi per le montagne della regione di Betancuria, fino allo splendido Morro Velosa, che
con i suoi 645 metri di altitudine è una delle vette più alte dell’isola, con un “mirador” dal quale si ha una vista sulla piana di Antigua
che da i brividi. E poi che vento incredibile! Un vero spettacolo!.
https://www.youtube.com/watch?v=V8RTGhe4nzU
Terry reid - Seed Of Memory
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discendo dal Mirador e dopo qualche curva, tra alture silenziose, ecco aprirsi di fronte a me l’esotica Betancuria. Come quando apri lo
scrigno di un vecchio carillon e rimani incantato dalla ballerina in tutù che gira su se stessa. Betancuria è una vera perla, nascosta al
centro dell’isola. La si incontra come un oasi in pieno deserto, e ci si abbandona immediatamente al suo silenzio. Di grande impatto la
’Iglesia de Santa Maria”, splendidamente bianca ed antica come la storia che racconta, storia di saccheggi e distruzione ad opera dei
berberi della vicina Africa, ma ancora viva e circondata da splendide palme, profumati oleandri e gerani in fiore. Tutt’intorno, nel
modesto centro urbano, casette dipinte di bianco, dalle quali traboccano coloratissime bouganville. Sarebbe il set ideale di un film di
Zorro. Mangio carne de cabra e queso majoreno nel cortile sempre bianco di un piccolo ristorante, decorato da vasi di fiori penduli,
insieme al sonnolento rumore di scacciapensieri mossi dal vento. Che pace!.
Continuo il mio viaggio in direzione Pajara, fino alla tranquilla Vega de Rio Palmas, nata sul letto di un corso d’acqua ormai asciutto, in
prossimità del quale ancora sopravvivono numerose palme, le cui radici attingono dalle ormai residue tracce di umidità del terreno.
Splendida la “Nuestra Señora de la Peña”, una chiesa del XVII secolo aimè chiusa.
Risalgo ancora le montagne fino al Mirador del Monte Melindraga, qui ritrovo i miei amici scoiattolini conosciuti a El Cotillo … ce ne
sono tantissimi … si lasciano avvicinare e mi salgono persino sulle gambe in cerca di qualcosa da sgranocchiare …. conosco Nicole e la
sua amica, due ragazze di Napoli, con le quali ci scambiamo impressioni sull’isola e poi ci salutiamo promettendoci di vederci in
spiaggia, nel loro hotel a Caleta de fuste. Scendo la dorsale fino alla piana di pajara. Al centro del piccolo villaggio, la “Iglesia de
nuestra senora de regia”, con un altare ed un portale di vero pregio ed influenze di stile coloniale, tipico dell’America latina.
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Il sole è ancora alto quando arrivo a Puerto de la Pena. Scendo verso il pueblo e mi faccio abbracciare da Caleta Negra, una splendida
ansa di sabbia nera, chiusa ai lati da scogliere a picco sul mare. Il posto è di quelli che piacciono a me, nei quali mi verrebbe sempre
voglia di rimanere a lungo. A Puerto de la Pena non c’è nulla, ci si arriva per una unica strada da Pajara, circa 10 km di strada deserta,
prima che ti abbracci l’oceano. È per questo che mi piace. Casette basse, in prevalenza bianche, uno spaccio di quelli che vendono
tutto, un piccolo ristorante sul mare, la playa negra e le barchette adagiate sulla spiaggia, pronte ad affrontare il mare e tornare
cariche di pesce. Cani e gatti randagi completano il quadro.
Trovo un piccolo alloggio economico, lascio le mie cose ed esco subito. Voglio andare a vedere il tramonto sulla scogliera, prima che il
sole cali del tutto. Su Playa negra c’è ancora qualche famiglia di pescatori che si attarda a chiacchierare in riva al mare, bambini che
giocano a pallone con una porta improvvisata, e sulla destra un sentiero sale la scogliera. Vado per quel sentiero risalendo il crinale di
roccia stratificata in parti di color bianco panna, alternate a zone più scure, formatesi da eruzioni oramai lontanissime nel tempo. Mi
fermo spesso e guardo in basso ad osservare lo sbattere del mare sulla scogliera … un vero spettacolo della natura.
Arrivo alla cueva, ad essa si accede dal lato di una stretta insenatura scoscesa sul mare. Al suo interno si cammina sotto una volta di
roccia scura fino ad arrivare di fronte ad una fenditura, dalla quale il mare arriva a sbruffi. Esco dalla cueva e mi siedo su una pietra
aspettando il tramonto. Mi chiedo quante altre cose ci siano al mondo a regalarmi le stesse sensazioni che mi regala la natura in
momenti come questi. Pochissime! Ecco perché aspetto che la palla di fuoco sprofondi completamente negli abissi. Mangio dell’ottimo
pesce nel ristorantino sulla baia, deliziato da un piacevole venticello e totalmente immerso nei flashback della giornata, che non manco
di annotare sul mio diario.
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Mi sveglio presto ed aspettando che il ristorante apra il suo bar, mi siedo sulla sabbia in riva al mare, annusando l’alba atlantica.
Mangio qualcosa in compagnia di un timido gattino bianco e nero, col quale condivido la mia razione di dolce. Oggi sono diretto a Caleta
de Fuste per salutare Nicole e la sua amica. Con loro passo una piacevole mattinata di chiacchiere relax e bagni, in una delle poche
zone dell’isola in cui il mare è calmissimo, perché protetto da un ansa naturale. È già tempo di andare … ci salutiamo con un abbraccio,
scambiandoci un “in bocca al lupo”. Oggi ho voglia di pizza … siedo sotto la fresca ombra del patio di un ristorante, ripiegando in
maniera ripetitiva le bustine di grissini vuote, in piccoli origami, in attesa della pizza. E intanto mi perdo nella neve del televisore di
fronte a me, sintonizzato su un canale con pochissimo segnale, di quelli in cui l’immagine balla fastidiosamente. Sono totalmente
intorpidito dalla ripetitività dei gesti delle mie mani, dal rumore della neve, dal vociare attorno, dal vento caldo che spiffera da ogni
lato. Sono le due del pomeriggio e forse anche sonno e stanchezza si fanno sentire … sarà, ma meno male che a salvarmi dall’oblio dei
sensi, finalmente arriva la pizza. Pago il conto e mi rimetto in auto.
Camminare senza arrivare mai
Un solitario viaggio lungo la statale FV20 mi porta verso la straordinaria Playa de Sotavento. Una meraviglia. Rimango senza parole di
fronte a questa sterminata spiaggia di rena bianca che si perde all’orizzonte. Le tavole da windsurf adagiate sulla sabbia con le vele
rivolte ordinatamente in direzione del vento, danno uno straordinario senso di libertà e voglia di affrontare il mare … cavalcare le onde
… domare il vento. Sono affascinato dalla straordinaria sensazione di camminare senza arrivare mai. Qui si comprende a fondo
l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande … l’immensità dello spazio che la natura è capace di riempire e di quanto ci si possa
sentire piccoli in rapporto a ciò che ci circonda. Di quanto le nostre vite siano irrilevanti di fronte all’ infinito dello spazio e del tempo
che la natura divora e ricrea. La marea dà vita a bellissime lagune, piccoli laghi nell’immenso arenile, mutevoli in grandezza ed
ubicazione durante tutta la giornata. Tutto muta qui. Cammino attraverso questi caldi laghetti di acqua salata e cristallina. Mi adagio
nell’acqua e galleggio. I miei occhi attraversano il cristallo della laguna, il bianco delle dune, si tuffano nel mare e scompaiono
all’orizzonte. Mi addormento disteso sulla sabbia, ammaliato dal rumore del mare e dal monotono sventolare di una busta di nilon,
mantenuta a terra dal peso delle mie poche cose. Intorno a me il nulla. Ho camminato e non sono mai arrivato.
Neil Young – Old Man : https://www.youtube.com/watch?v=SYUgGs9IStY
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Arida pelle di sale, seccata dal sole, lenita dal vento
Prima del tramonto sono già sulla statale FV20 in direzione Morro Jable, sempre più a sud. La pelle è secca di sole ed arida di sale, il
gomito poggiato al finestrino aperto e l’aria fresca della sera si intrufola sotto la camicia di lino chiusa da un unico bottone. Sento i
brividi salire sulla schiena, guido scalzo perché cosi mi piace ... mi sento a mio agio … libero … felice. Al Crepuscolo sono a Morro
Jable. Faccio rapido giro in auto della cittadina e prendo alloggio in un Hostal modesto nel pueblo.
A venti chilometri da Morro jable, percorrendo una strada sterrata, si arriva a Puerto la Cruz, un villaggio con più barche che anime.
Meta di pescatori di professione e viaggiatori, per lo più tedeschi … e c’è un motivo. Durante la seconda guerra mondiale l’isola era
sotto il controllo tedesco. Fuerteventura era un approdo strategico per le navi da guerra del reich, ma ancor di più per i suoi
sottomarini. Proprio nella penisola di Jandia, in particolare a Puerto la Cruz, era stata istituita una base di sommergibili. Qui gli ufficiali
e la truppa tedeschi, uscivano dai loro gusci di metallo per svernare qualche settimana, rilassandosi un po’, intrecciando così anche un
tessuto di relazioni con la popolazione locale. Anche per questo che ai tedeschi rimase nel cuore quest’isola. Nacquero amori, durante
e dopo il conflitto, e molti decisero di tornare, chiudendo definitivamente la porta a ricordi di una guerra infame. Alcuni qui vollero
rifarsi una vita, sposarsi e mettere su famiglia. Di questo luogo cosi aspro, ma ancora tutto da scoprire, i tedeschi si innamorarono, al
punto da voler impiantare qui anche diverse attività commerciali e turistiche. Il faro di Jandia, che si trova all’estremità meridionale
dell’omonima penisola, offre un colpo d’occhio veramente eccezionale. Rimango un po’ sulla scogliera ad osservare l’oceano. Sono
completamente racchiuso nei miei pensieri. Penso ai giorni passati, alla tranquillità che infonde quest’isola, al profumo del mare, al
rumore del vento … che per me è silenzio … profondo silenzio. Riuscire ad essere padroni del proprio tempo è un esperienza unica.
Poter decidere senza condizionamenti che cosa fare o dove andare. Liberarsi dai quotidiani condizionamenti. Seguire, in totale intimità
con se stessi, le proprie inclinazioni. Fare ciò che si vuole e che ci fa stare bene, in totale libertà, sia pur per un periodo limitato della
nostra vita … è un esperienza irrinunciabile. Questo lo si riesce a fare se rimaniamo soli con noi stessi. Viaggiare da soli in fondo,
serve anche a questo. Viaggiando da soli ci riconsegnamo a noi stessi, completamente rigenerati. Lasciò il faro di Jandia per
riprendere lo sterrato, fino a ritornare al bivio per Cofete. Mancano circa otto chilometri per Cofete. Dal bivio la strada sale
abbastanza ripidamente fino ad arrivare in cima ad un valico che suddivide il fronte di costa occidentale da quello orientale della
penisola. Scendo dall’auto e per un attimo provo un po’ di paura. Un vento incredibile quasi mi alza da terra. Credo sia dovuto alla
differenza di forze esistente nei venti tra la parte sopravento e quella sottovento. È per questo l’aria viene risucchiata sulla dorsale
orientale.
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Da qui si vedono i due mari. Uno irrequieto, l’altro più docile, perché protetto dai venti dal “Macizo de Jandia”. Seguo in discesa il
percorso lungo da dorsale occidentale. La roccia è scura, la vegetazione quasi inesistente, eccettuato un breve tratto di pendio, ricco
di cactus e cespugli secchi. E poi la costa infinita che bacia il mare ed onde enormi che arretrano in una risacca luccicante. Per alcuni
tratti la carrareccia è fortemente esposta e pericolosa e quello che mi colpisce del panorama nel suo insieme, è l’armonica
congiunzione dei monti al mare … un matrimonio perfetto. In poco tempo sono a Cofete, minuscolo villaggio di quattro case, abitato da
pastori, e forse il proprietario dell’unico ristorante del posto, dove mi siedo ed ordino da mangiare. Qui non c’è energia elettrica ma un
gruppo elettrogeno a motore, perennemente acceso che penso sia servito anche per cucinare il mio pranzo e rinfrescare la mia
Cerveza Tropical. Chiedo un caffè e scendo in spiaggia. Passo di fronte alla statua di Gustav Winter, con in manoo un lungo bastone ed
ai suoi piedi il suo cane che lo guarda. Playa de Barlovento mi entusiasma allo stesso modo di Playa de Sotavento. Spazi immensi,
estremo senso di liberta, orizzonte irraggiungibile. Qui però si avverte di più l’isolamento dal mondo, la solitudine, il senso di
abbandono ed il fascino del selvaggio. Mi giro verso le montagne e distinguo una vecchia e suggestiva villa abbandonata … sembra un
castello ... è Villa Winter. Un luogo sul quale aleggiano misteri ancora irrisolti e con un fascino che deriva dalla storia che rappresenta.
La villa prende il nome del generale Gustav Winter, che la fece costruire su un territorio dell’Isola, ceduto da Franco ad Hitler, durante
la seconda guerra mondiale. Di lei si sa che per un periodo fu una base segreta tedesca, e che forse serviva da base d'appoggio per i
sottomarini. La cosa certa che per tutti nell’isola, Gustav Winter era “Don Gustavo”, uomo generoso ed apprezzato e che dopo la
guerra divento un allevatore di capre. Dopo una lunga camminata sulla sabbia ed un bagno rigenerante, riparto con la mia auto
lasciandomi dietro un tramonto da cartolina. Rientro nell’Hostal ed il proprietario, un anziano signore dall’aspetto imbronciato ma in
realtà molto tenero, mi intrattiene facendomi delle domande sull’Italia, su Genova e su Cristoforo Colombo. Chissà perché poi mi
chiede proprio di Cristoforo Colombo. Sembra felice di raccontarmi la storia di Cristóbal Colón e devo dire che il simpatico vecchietto,
dimostra di conoscere la storia ed i suoi personaggi molto meglio di me. L’attenzione che dimostro per suoi discorsi e le mie domande,
sembrano inorgoglirlo, ed io pian piano sprofondo nella comoda poltroncina del suo studiolo, incantato dalla sua loquacità, ma sempre
più intorpidito dal sonno e dal caldo. A luego senor… Hasta Mañana! Ceno nel pueblito in riva al mare, con Sopa de Tomate e Pan de Ajo.
Salgo in Camera, accosto la tenda della finestra e sprofondo nel letto.
Neil Young - Down By The River : https://www.youtube.com/watch?v=13FBS1qkn_w
Oggi vado a Puerto del Rosario, dove ad attendermi ci sono Izaskun e suo figlio Ekaitz. I loro nomi sono tipici dei Paesi Baschi. Izaskun
infatti emigrò insieme al fratello e a sua madre circa dieci anni fa, in cerca di lavoro e di una vita più tranquilla. Ekaitz invece è nato
qui, è un canario e ne và molto orgoglioso. Izaskun è una donna molto dolce, con me dimostra da subito uno spirito materno. Si
preoccupa di darmi una sistemazione il più confortevole possibile nella sua casa, al punto che mi cede la cameretta del figlio. Mi parla
molto di lei dell’isola e del suo vivace bambino. Sono veramente felice di passare con loro i prossimi due giorni. L’arrivo n casa loro è
stato singolare. Citofono e mi risponde Ekaitz. La mamma ancora non è tornata dal lavoro, ma subito mi fa salire, con una tranquillità
ed una fiducia imbarazzante. Salgo in casa e lui mi fa da cicerone, mostrandomi casa ed intrattenendomi con giochi di magia. Sono la
sua passione. Suonano alla porta, è Izaskun, che mi accoglie con un affetto ed una familiarità sorprendenti. Mi sento veramente a casa
qui. Persino il gatto, all’inizio schivo, ora mi fa l’efusa e miagola. Decidiamo di andare insieme al mare, per la gioia di Ekaitz, che
imbracciate maschera e pinne si precipita per le scale. Andiamo in direzione nord, sulle dune del parque natural dunas de Corralejo.
Mentre Ekaitz gioca, Izaskun mi racconta un po’ la sua vita e del perché abbia deciso di trasferirsi a Fuerteventura, un isola che
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apparentemente offre poco ma della quale ora è profondamente attaccata. È un assistente sociale e si occupa di alcolismo e della
droga tra i giovani, un problema diffuso anche qui. Cerca di insegnare ai bambini, con appositi programmi didattici, i veri valori della
vita ed i danni provocati dalla droga e dall’alcol. Tornando a casa, mi portano a vedere il panorama sopra un mirador, in direzione Tefir.
Superata Tetir, ci si inerpica per un monte, alla destra della statale FV10. La strada sterrata non è molto agevole e presenta dei tratti
esposti, ma quando si arriva alla fine, si è subito ripagati dalla straordinaria vista. Da qui si può mirare l’immensa vallata che arriva
fino a La Oliva e la piana della casa de los coroneles. C’è inoltre una delle pochissime fonti di acqua dell’isola, che trasuda dal una
parete di roccia e richiama greggi di capre e pastori da tutta la zona. La sera mangiamo pizza a taglio in un ristorante gestito da
argentini poi a nanna nella mia stanzetta in compagnia di Pluto e Topolino.
La mattina Izaskun mi sveglia dolcemente come un figlio. Ci cambiamo ed usciamo. Facciamo colazione al bar sotto casa, dopo di che
Ekaitz va a scuola, accompagnato dalla Nonna, Izaskun va al lavoro ed io mi accingo a bighellonare su e giù per l’isola. Prima tappa,
Puerto de los Molinos, sul versante opposto a Puerto del Rosario. È un minuscolo villaggio di pescatori, simile a Puerto de La Pena, ma
molto meno turistico. Ci si arriva seguendo il minuscolo corso d’acqua che, subito dopo Las Parcelas, segue la strada fino a Puerto de
los Molinos. Questo rigagnolo, nasce da un invaso naturale chiuso da una diga verso Llanos de la Conception. È uno dei pochi posti
dell’Isola con una discreta riserva di acqua, utilizzata per l’agricoltura. Nelle adiacenze del barranco, il terreno è più fertile. Il corso
d’acqua è veramente flebile e, arrivato a Puerto de los Molinos, le acque si fanno ristagnanti. Ma al di la del piccolo ponticello, si arriva
al pueblo e al mare.
Nei giorni seguenti mi concentrai a visitare località e spiagge del versante orientale dell’isola … Costa Calma … la bellissima Las
Playitas … Pozo negro … Tornai sull’isola altre due volte, l’ultima con mia moglie, ed altre volte ci tornerò … perché per me
Fuerteventura è un bel posto per vivere oltre ad essere un luogo a cui sono particolarmente affezionato e mi riporta a bellissimi
momenti di libertà e profonda pace interiore.
Neil Young - Cowgirl In The Sand
https://www.youtube.com/watch?v=zQ0N9LQmjqA
Terry Reid - Without Expression
https://www.youtube.com/watch?v=odM5S3BZS-g
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1° Incontro Graffiatoriliberi
aggiornamenti
per chi volesse staccare la spina ed immergersi in fantastiche atmosfere,
per chi ha voglia di stare insieme e conoscersi nel silenzio di luoghi incantati,
ci possiamo vedere
Dal 7 al 9 ottobre 2016 in Abruzzo
precisamente a …
Santo Stefano di Sessanio/Rocca Calascio
http://www.comunesantostefanodisessanio.aq.it/hh/index.php
http://www.roccacalascio.info
https://www.youtube.com/watch?v=A7LAHONAC-Q
In genere in questi incontri si cerca di dare una presentazione del luogo, delle attività che sia possibile fare ed i
luoghi di interesse da visitare. Prossimamente farò un giretto a Santo Stefano di Sessanio/ Rocca Calascio, per
avere un idea della recettività degli alloggi del posto. La cosa sicura che posso dirvi è che a Santo Stefano di
Sessanio (attaccata a Rocca Calascio) c'è un Camping (http://www.campinggransasso.it/) che ho già contattato e
mi ha assicurato che è aperto fino a fine ottobre, questo qualora vogliate alloggiare in tenda (solo tenda non ha
bungalows). Nello stesso camping c’è un ristorante che penso/spero sia ideale come luogo per il pranzo della
domenica e la cena autogestita del sabato. Per il resto posso dirvi che a breve farò una mailinglist ristretta ai soli
interessati all'incontro, dove riferirò delle info avute sul posto e dove ci dovrà essere un flusso di informazioni tra
tutti i componenti della mailinglist, per condividere impressioni ed intenzioni sugli alloggi, nell'ottica di organizzare
un soggiorno il più possibile concentrato nella stessa struttura o in strutture diverse ma più o meno vicine tra
Santo Stefano di Sessanio e Rocca Calascio. Il sabato sera come vi dicevo, è prevista la cosiddetta "cena
autogestita" in un luogo che sarà ritenuto più adatto, dove ognuno potrà portare qualche specialità alimentare della
sua zona oppure si farà la spesa tutti insieme per condividere la sera a buffet. La domenica invece ci sarà un
pranzo dove ci saluteremo tutti. La cosa fondamentale che è indispensabile sappiate è che la prenotazione ed il
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rapporto con la struttura che ognuno deciderà più idonea al proprio alloggio è del tutto personale, in quanto siamo
solo un gruppo di persone a cui piace condividere interessi comuni e momenti di evasione in contesti rilassanti, ma
non siamo strutturati per garantire servizi da tour operator. Però se il flusso di CONDIVISIONE ED INFORMAZIONE
della mailinglist funziona, ed ognuno si ricorda di condividere le proprie intenzioni/impressioni su dove vorrebbe
alloggiare, sicuramente ci si accorderà magari a gruppetti, per condividere alloggi il piu possibile in comune. In
caso contrario dotatevi di fischietto da pastore ed al mattino chiameremo l’adunata sulla rocca.
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Ho fatto una gita a Santo Stefano di Sessanio ed ho visto la struttura segnalata da Cristina Fenu, (La Casa Sù) e
devo dire che mi è piaciuta … gli appartamenti mi sono sembrati buoni e curati … ho parlato con chi gestisce la
struttura e sul prezzo mi ha detto che varia da 28 euro a 35 euro a persona, a seconda di quanti siamo … se
riuscissimo a riempirla quasi tutta il prezzo potrà essere 28 a persona. In totale di sono 26 posti disponibili.
http://www.lacasasu.com/
Gli appartamenti sono i seguenti:
Appartamento 1 composto da salone, angolo cottura, due stanze matrimoniali, due bagni e letto aggiunto, per un
totale di 5 posti letto.
Appartamento 2 composto da salone, angolo cottura, due stanze matrimoniali, un solo bagno e letto aggiunto, per
un totale di 5 posti letto.
Appartamento 3 composto da salone, angolo cottura, due stanze matrimoniali, un solo bagno e letto aggiunto, per
un totale di 5 posti letto.
Appartamento 4 composto da salone, angolo cottura, camera matrimoniale e letto aggiunto (totale 3 posti).
Appartamento 5 composto da salone, angolo cottura, camera matrimoniale e letto aggiunto (totale 3 posti).
Appartamento 6 composto da salone, angolo cottura, letto matrimoniale in soppalco, e letto aggiunto (totale 3
posti).
Appartamento 7 composto da salone, angolo cottura e letto matrimoniale in soppalco (totale 2 posti).
Per ora in questa struttura abbiamo prenotato 3 appartamenti per 2 notti dal 7 al 9 ottobre, disposti come segue:
Appartamento 1 ( App.to da 4+1 ): Alessandro Ranucci - Dilek - Roberto D’Uffizi - Aime - Ayse – Kerim
Appartamento 4 ( App.to da 3 ): Cristina Fenu - Michele Cervato - Serena Russo
Appartamento 7 ( App.to da 2 ): Ivan Ske - Michele Spiriticchio
Le altre adesioni per adesso sono:
Katy e Lauro, che alloggeranno al B&B Nonno Severino (http://www.nonno-severino.it/).
Le persone appena elencate ad oggi sono le uniche confermate per l’incontro.
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Le altre strutture che ho visitato e che possono essere buone alternative sono:
http://www.lecasedellaposta.it/ un buon posto che può ospitare fino a 19 persone in un unico stabile. Appartamenti
con saloncino e angolo cottura. 30 euro a persona con colazione.
http://www.residenceilpalazzo.it/ ha una buona scelta di appartamenti e buon numero di posti. È adiacente a La
Casa Sù. Piu o meno 35 euro a persona.
L’altra struttura che volevo visitare era quella prenotata da Katy e Lauro, Nonno Severino, ma non ho potuto
vederla a causa del titolare che stava dormendo e la madre non aveva il coraggio di
svegliarlo è http://www.nonno-severino.it/
Che però a dirla tutta non mi ha fatto una buona impressione da fuori… e secondo me anche dentro non è come gli
altri… poi ha un ingresso angusto sulla strada.
Poi ne ho viste un altro paio ma non mi sono piaciute.
Le altre persone attualmente solo interessate all’incontro sono:
Massimiliano Gallina - Cristina G. - Maurizio whit Katya Forgione & son - Fabio C. detto Fabio Viaggiatore
Katya R. - Adalberto B. - Rossana
Se volete unirvi a noi scriveteci al più presto!! … sempre nell’ottica di stare il più possibile in un'unica struttura.
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lo scenario e le località che andremmo a visitare sono fantastiche
in pieno parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
alloggeremo in località Santo Stefano di Sessanio/Rocca Calascio (sono molto vicine)
Da Santo Stefano di Sessanio, attraverso un breve percorso a piedi, si può raggiunge facilmente
Rocca Calascio … ed il panorama da li è mozzafiato
Sempre da Santo Stefano di Sessanio iniziano percorsi di trekking più o meno lunghi che ci avvicinano
al Gran Sasso … imponente … magnifico …
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INFO MOBILITÀ:
Se qualcuno avesse in mente di organizzare già il viaggio, Ivan Ske ha acquistato il biglietto del Treno con partenza
alle ore 23:17 del 06 ottobre da Milano Porta Garibaldi ed arrivo a L’Aquila - con coincidenze da Orte e Terni - alle
11:20 del 07 ottobre … da li poi proseguirà in autobus. Se volete un compagno di viaggio contattatelo!
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INFO PASTI:
Per Il pranzo della domenica ho preso contatti con un ristorante che a mio parere può essere il posto ideale per
mangiare. Il ristorante è all’interno del piccolo Camping alle pendici del paese.
http://www.campinggransasso.it/
Ho pranzato li e la cucina non mi sembra male (giudizio soggettivo logicamente) ed anche i prezzi mi sembrano
buoni. Con la titolare abbiamo buttato giù un menu a 25 euro come segue:
Antipasto della Casa
Classico salumi, formaggi oppure vegetariano per i vegetariani
un primo a scelta tra
 Tagliatelle allo zafferano, ricotta salata e pesto di pomodorini secchi
 Spaghetti alla chitarra con funghi e tartufo
 Spaghetti alla chitarra con sugo di agnello
 Zuppa del Brigante (con legumi, cereali misti e crostini di pane)
 Zuppa di lenticchie di Santo Stefano (con crostini di pane)
In alternativa si possono fare due mezze porzioni di primo
Un secondo a scelta tra
 Misto di carne alla brace
 Arrosticini
 Agnello alla brace
 Salciccia e pancetta
 Scamorza al coccio (per vegetariani)
 Bistecca di angus
Contorno a scelta tra
 Verdure di stagione (melanzane a funghetto – bietole ripassate in padella)
 Piatto ricco di verdure (misto di verdure di stagione)
Dolce e caffè
Il vino sfuso è compreso nel menù, fino ad un certo punto (un quartino ogni due persone piu o meno) chi vuole bere
di più si paga eventualmente l’esubero.
Se volete sbirciare i commenti su internet:
https://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g1061123-d2665780-Reviews-Ristocamping_Gran_Sasso-Santo_Stefano_di_Sessanio_Province_of_L_Aquila_Abruzzo.html
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per la cena autogestita del sabato non ci sono problemi in quanto la possiamo tranquillamente organizzare
all’interno dell’appartamento di qualcuno che abbia piu spazio, in quanto tutti gli appartamenti dei posti in cui
alloggeremo sono dotati di cucina e salone. In alternativa ho parlato con il gestore del Ristorante del campeggio e
sarebbe disponibile a riservarci parte della sala, con un tavolo a buffet organizzato da noi con i nostri prodotti,
fornendoci un primo e da bere eventualmente.
Vieni
anche tu!
ti aspettiamo!
per partecipare scrivici a
[email protected]
https://www.youtube.com/watch?v=-ccV6xsFPmY
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una grande energia
sorridere
mangiare il mondo
correre all’orizzonte
ruggire
emozionarsi
Sono gli ultimi numeri del Graffio … non perdeteli!!
Non perdiamoci di vista… l’appuntamento è per il Graffio di Settembre
e ricordatevi sempre di chiudere gli occhi e di non smettere mai di sognare …
perché il viaggio più bello, si trova nei vostri sogni …
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