I NINJA

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I NINJA
忍び⼑
Shinobi Katana
E’ notte fonda, un’ombra si stacca dal muro, una mano poggiata sull’elsa appena sopra la spalla,
l’altra trattiene l’estremità del fodero nero. Un gesto rapido ed impercettibile, la lama dritta, scivola
lentamente all’esterno. L’acciaio, solo per un istante, riluce nel riflesso pallido di una candela.
Questa è molto probabilmente l’immagine che più comunemente è associata al ninja ed alla sua
arma per eccellenza la spada, ma quanto di tutto questo corrisponde a verità ?
Iniziamo col dire che la spada utilizzata da un Ninja 忍者 o Shinobi 忍び si può
definire nei due modi a seconda della lettura degli stessi ideogrammi, pertanto
avremo il termine Ninja-To 忍 者 刀 o Shinobi Katana 忍 び 刀 che sono
semplicemente sinonimi con letture diverse dello stesso ideogramma indicante una
lama 刀 che in lettura “On” è pronunciato とう Tō ed in lettura “Kun” かたな
Katana. Possiamo ora analizzare le fattezze della tipica spada Ninja nel dettaglio.
Le caratteristiche salienti della nostra lama sono un Sugata 姿 (forma) Hira-Zukuri
平造, Nagasa 長 (lunghezza) tra i 2 Shaku 尺 ed i 2 Shaku 尺 e 5 Sun 寸(dai cm.
60,60 ai cm. 75,75 circa) ed un Sori 反り (curvatura) pari a zero. Le caratteristiche
del Koshirae 拵え (montatura) invece sono sostanzialmente la Saya 鞘 (fodero)
laccato nero con un Sageo 下緒 (cordino) anch’esso nero ed un Kojiri 鐺 (fondello all’estremità del fodero) metallico di forma conica.
La Tsuka つか (elsa) di lunghezza variabile e accoppiata con una caratteristica Tsuba 鍔 (guardia) metallica squadrata. Fermo
restando che al momento non sono state ritrovate spade Ninja classificabili come tali, l’analisi della forma della spada Ninja ci porta
in prima istanza a considerare quelle lame che in Giappone sono definite ChokuTo 直刀 (spade diritte). Tali spade furono realizzate
durante lo Heian Jidai 平安時代 (794-1185) secondo la forma delle spade in uso nel continente asiatico, forma che verrà poi
ripresa, in particolare per fini votivi nel periodo Bakumatsu 幕末 ossia alla fine del periodo Edo 江戸時代 (1603-1868). La
datazione di questa forma caratteristica di lama fa sorgere un primo importante quesito, che necessita di una breve premessa. Il
Ninjutsu 忍術 ha avuto il suo periodo d’oro durante quello che viene definito il Sengoku Jidai 戦国時代 (1478-1605), epoca di forti
scontri tra feudatari per il predominio sul territorio e di grande instabilità politica. Questo periodo inizia nel Muromachi Jidai 室町時
代 (1337-1573), continua nello Azuchi-Momoyama Jidai 安土桃山時代 (1573-1603), per arrivare infine allo Edo Jidai 江戸時代
(1603-1868) : durante l’intero periodo Sengoku le forme delle lame variano sensibilmente, ma la curvatura delle stesse, più o meno
accentuata, diviene uno degli elementi caratteristici delle lame giapponesi.
Autore Andrea Solinas
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E’ quindi plausibile che i Ninja, con la loro necessità di invisibilità, utilizzassero lame diritte in una società dove si utilizzavano lame
curve ? Avrebbero destato un qualche stupore ? Sarebbe risultata la scelta più pragmatica ?
Una delle ipotesi in merito è che la minor curvatura delle lame Ninja - ciò implica ovviamente che una qualche curvatura benché
minima sia comunque presente - sia dovuta al fatto che si trattasse di lame spezzate, recuperate sui campi di battaglia durante il
tumultuoso periodo di guerre, quindi riadattate per essere nuovamente utilizzabili. Non è poi così raro anche oggi poter osservare
lame antiche che hanno subito quest’opera di “risagomatura”, ma a onor del vero, spesso riservata a lame di una certa qualità e
importanza storica. Ciò evidentemente ha comportato un imponente lavoro di restauro nelle mani qualificate di esperti artigiani.
Questa teoria quindi spiegherebbe al contempo la minor curvatura e la lunghezza ridotta della nostra spada Ninja.
E’ quindi plausibile che i Ninja avessero la necessità di recuperare spade spezzate dai campi di battaglia, le affidassero alla cura di
artigiani, per ottenere lame più corte e con minore curvatura ? Quale è il beneficio di una tale prassi ? Era davvero questa la prassi
consueta per il Ninja al fine di dotarsi di una spada ? Certo in questo modo sarebbe possibile dotarsi di una lama di recupero,
ripristinarla magari rozzamente, adattarvi una montatura sobria, magari con una Tsuba appena abbozzata ed avere la nostra spada
Ninja : è questa la soluzione più funzionale ed immediata ?
Un altro punto che non possiamo evitare di considerare è che durante il regime feudale giapponese furono emanati diversi ordini
inerenti il tipo di armi che potevano essere indossate dalle diverse classi sociali. Lo shogunato Tokugawa impartì ordini più precisi
per impedire ai Chōnin 町人, i cittadini, di utilizzare spade lunghe specificando inoltre che la lunghezza massima per il Katana
doveva essere 2 Shaku e 9 Sun., il Wakizashi 1 Shaku e 9 Sun oltre che la proibizione di utilizzare vari elementi per le montature tra
cui le Tsuba quadrate. Nel 1668 un altro ordine proibiva ai Chōnin di indossare senza permesso qualunque spada più lunga di un
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Ko-Wakizashi (un corto Wakizashi), una spada cioè che doveva essere più corta di 1 Shaku e 5 Sun. In seguito saranno concesse
eccezioni permettendo ai Chōnin di indossare dei comuni Wakizashi ad esempio durante i viaggi. Indossare armi e montature in
contrasto con gli editti dei Tokugawa sarebbe stato un chiaro simbolo di ribellione al potere centrale.
Alcuni sostengono poi che la spada Ninja disporrebbe di un Saya più lungo della lama stessa. Lo spazio che si creerebbe quindi tra
il fodero e la punta della lama avrebbe costituito un posto dove nascondere polveri accecanti ed altri oggetti. Sebbene possibile, non
abbiamo attualmente, elementi che indichino questa peculiarità come caratterizzante, né prove da un lato o dall’altro a suffragare
questa tesi. A tal fine sebbene non è parimenti dimostrabile, non è da escludere che le lame fossero utilizzate in concomitanza di
veleni e/o allucinogeni.
Tra le varie teorie sulla spada Ninja è usuale anche il ricorso a fori nel Saya per permettere di respirare sott’acqua come si trattasse
di un boccaglio. Considerando che il fodero della spada è costruito essenzialmente da legno di magnolia, tipicamente trattato con
lacca Urushi 漆 sulla parte esteriore ma internamente privo di trattamenti impermeabilizzanti, immergerlo nell’acqua, significherebbe
essenzialmente doverlo rottamare. L’acqua e l’aria sono inoltre i primi agenti ossidanti per una lama: inguainata in un fodero umido
sarebbe presto divenuta inservibile. Se ciò non bastasse dovremmo considerare che mentre si è immersi a respirare attraverso il
Saya la lama, normalmente ivi contenuta, sarebbe immersa nell’acqua, rendendola parimenti inservibile. Sembra quindi un’ipotesi
sensata mettersi a respirare dalla Saya per un Ninja ?
Ad ogni modo non possiamo accontentarci delle ipotesi, per cui non ci resta che rivolgere la nostra ricerca in direzione di quanto
concretamente possiamo affermare sulla spada Ninja. Finora abbiamo scoperto che non ci sono spade Ninja pervenuteci che
possano essere classificate come tali, sarebbe d’altro canto un controsenso di termini, e che ci sono poche probabilità che i Ninja
utilizzassero lame completamente diritte. Ma allora quale è la forma della spada Ninja ? In parte la risposta già è intuibile ma senza
una conferma rimarrebbe una delle possibili ipotesi, invece ci vengono in aiuto alcuni testi che trattano in modo specifico l’argomento
Ninjutsu.
Nel Bansenshukai 萬川集海 uno dei testi che tratta il Ninjutsu in modo estensivo redatto intorno alla fine del 1600 si fa menzione di
un gruppo di tecniche denominate Sageo Nana Jutsu 下げ緒七術(sette
modi di utilizzare il Sageo della spada). Senza voler
緒七術
entrare nel merito della realizzazione pratica dell’insieme dei metodi, la prima considerazione interessante, ai fini della nostra ricerca,
è che il Sageo, a cui finora non abbiamo prestato forse la dovuta attenzione, riveste evidentemente un ruolo ritenuto importante per il
Ninja cosa comunque comune in varie scuole tradizionali di Bujutsu 武術. In
prima analisi abbiamo individuato un elemento caratterizzante la spada Ninja: il
Sageo. Cosa possiamo ancora scoprire della spada Ninja ce lo rivela un altro
testo specifico sul Ninjutsu, lo Shoninki 正忍記 anch’esso redatto alla fine del
1600. In questo testo viene suggerito che durante le azioni di infiltrazione
all’interno di edifici sarebbe opportuno utilizzare un “lungo Wakizashi”. Questa
affermazione può ricondurci forse all’uso di un Chisagatana 小さ刀, letteralmente
"una corta Katana", ossia una lama più lunga di un Wakizashi ma più corta di un
Katana ? Nello stesso testo inoltre si fa riferimento all’opportunità di utilizzare un
particolare tipo di Tsuba per la propria spada, Nerikawa Tsuba, una Tsuba
realizzata in pelle, il cui fine è quello di prevenire il tintinnio delle parti metalliche a
contatto l’una con l’altra. La lunghezza della spada era un fattore importante in quanto non doveva essere di intralcio durante
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un’infiltrazione e doveva essere al contempo maneggevole anche negli spazi ristretti all’interno degli edifici. A titolo di curiosità
alcune scuole di scherma adottarono un modo di impugnare la spada con entrambe le mani in aderenza accorciando con questo
stratagemma la lunghezza della lama. Un lungo Wakizashi o un corto Katana aveva il pregio di poter essere utilizzato anche con una
mano sola risultando estremamente versatile. Per quanto concerne il Koshirae abbiamo già visto l’importanza del Sageo e di una
Tsuba in pelle, anche se certo non possiamo affermare che quest’ultima sia stato lo standard essendo sostanzialmente una delle
possibili opportunità legate alla necessità di non produrre suoni.
Possiamo quindi verosimilmente accantonare la “spada Ninja” ed ipotizzare che i Ninja utilizzassero delle spade non dissimili da
quelle in uso all’epoca ma con accorgimenti funzionali legati alle proprie necessità ?
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