FinLAndiA: FiRenze È di modA?

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FinLAndiA: FiRenze È di modA?
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TXT #003_2010
Come ci Vedono?
la Finlandia
guarda la toscana
FINLANDIA:
FIRENZE È DI
MODA?
Quando fa il suo
ingresso nel caffé
del centro di Firenze
in cui ci siamo dati
appuntamento,
lo shoe designer
FinlandeseMarocchino ma
Fiorentino d’adozione
Aki Chocklat sfoggia,
con invidiabile
nonchalance, una
delle sue ultime
creazioni: delle
appariscenti scarpe
color rosa neon
dalle rifiniture
bianche. Al suo
passaggio, più di
un avventore del
caffé si volta per
ammirarle, ma lui,
probabilmente
abituato ad attirare
l’attenzione con i
suoi piedi, sembra
non farci caso.
Sono passati del resto più di dieci anni da quando, dopo una
lunga carriera di creatore al servizio dei più grandi nomi
dell’industria della scarpa a livello internazionale, Aki Choklat
lancia il suo marchio eponimo con cui è finalmente libero
di inseguire, senza interferenze, i suoi stravaganti sogni
estetici: scarpe da uomo dai colori sgargianti, arricchite di
fiocchi, trine e pizzi, con cui è solito appagare il desiderio
di eccentricità di raffinati metrosessuali, esteti e nomadi
bohémiens. Quando non disegna, insegna nelle più prestigiose
scuole di moda del mondo, come Preskot & Mackay e il
Polimoda, e scrive libri. Il suo best-seller “Shoe design”
- un must-read per gli amanti della scarpa, pubblicato lo
scorso anno - offre un’avvincente panoramica dei più creativi
designer di scarpe dei nostri anni, dai nomi più affermati,
come Marloes ten Bhomer, Tracey Neuls e Atalanta Weller,
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intervista con:
Aki Chocklat
fino alle stravaganti creazioni in pelle di prepuzio di balena dell’islandese Sruli
Recht. Ordina due coppe di champagne. “Ho voglia di brindare”, spiega il creatore.
“Stamani ho finalmente concluso il mio nuovo libro, un dettagliato manuale per
imparare a disegnare e confezionare la propria scarpa dei sogni”. Alla domanda se
non tema, con questa nuova pubblicazione, di darsi la zappa sul piede, rivelando
i propri segreti a possibili futuri concorrenti, risponde: “Al contrario, credo che
sarò il primo a beneficiarne. Non si può ignorarlo: il mondo si sta muovendo nella
direzione dell’open source. Se una diffusione di questi segreti porterà, come spero,
ad un’esplosione di creatività in questo settore, e se questo contribuirà a risvegliare
il sopito interesse per la scarpa come oggetto dall’alto profilo estetico, le mie
vendite non potranno che risentirne positivamente.” Il trend degli ultimi anni, del
resto, sembra infatti essere questo. I grandi magazzini Sacks, sulla 5th Avenue a
New York, hanno inaugurato di recente un reparto scarpe così vasto da meritarsi un
codice di avviamento postale a parte; vero e proprio inferno per indecisi, a Londra
Selfridges ha aperto poche settimane fa il più grande negozio di scarpe del mondo:
più di 55000 modelli diversi. “L’arte della scarpa artigianale – spiega il designer
Finlandese – un tempo prerogativa tutta Italiana, negli ultimi anni si è diffusa con
ottimi risultati anche in altri paesi Europei. Solo in Finlandia, oltre a me, ci sono ben
tre colleghi che hanno raggiunto fama internazionale. Ma è soprattutto a Londra,
spiega, che oggi vive gran parte degli shoes creatives più influenti al mondo. “Dopo
dieci anni vissuti a Londra, Choklat, da più di un anno, ha fatto di Firenze la sua
città d’elezione. “Dopo tanto girovagare, ho sentito l’esigenza di un ‘ritorno alle
origini’ della scarpa d’autore e di trasferirmi nella città di Salvatore Ferragamo”.
Qui in Toscana, da sempre, design e manifattura della scarpa avvengono a distanza
di poche decine di chilometri”, spiega Chocklat, “un raro privilegio, che consente al
designer di tenere sotto controllo tutte le fasi della filiera produttiva delle proprie
creazioni”. Certo, il passaggio dalla Toscana vista per anni con gli
La missione
di Anita Dolfus
direttrice dell’Istituto francese
di Firenze
L’Istituto francese da più di 100 anni svolge la sua attività a Firenze, ricco di tradizioni, con il suo patrimonio, la sua biblioteca,
gli eventi culturali e i corsi di lingua.
Il centro di lingua, luogo di riferimento per
l’insegnamento del francese in Toscana,
accoglie studenti di tutte le età, sviluppando una rete di diffusione della lingua
e della cultura francese intorno a partner
e responsabili educativi locali - quali le
Alliance françaises, le scuole, gli insegnanti
- e rilasciando annualmente circa tremilacinquecento certificazioni di lingua.
L’Istituto è anche un centro di risorse e
di informazioni sulla Francia e allo stesso
tempo uno spazio culturale aperto a tutti,
a partire dalla biblioteca e dai suoi rendezvous culturali: teatro, musica, incontri e cinema, con il festival «France-Odéon» che
ci fa scoprire ogni autunno l’attualità cinematografica francese.
Quest’anno l’invito della Francia come
paese ospite al Festival della Creatività è
una bella occasione in più per scoprire la
creatività francese in tutti i suoi ambiti: la
presenza francese non sarebbe così vivace senza la rete di amicizia franco-italiana
sviluppata a Firenze ed in Toscana grazie
al dinamismo e alla sinergia esistente con
i numerosi operatori francesi, francofoni e
francofili.
La mia “missione” è quella di sviluppare
l’Istituto francese nel senso della modernità, sostenendo i progetti legati alla creazione contemporanea e favorendo gli scambi
di opere e di artisti tra i nostri due paesi, in
modo da poter rispondere alle sfide attuali
di una società sempre più globale.
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occhi del turista – fatta di indigestioni di opere d’arte,
riposanti paesaggi collinari, e bicchieri di buon Chianti sorbiti
nell’impagabile cornice di piazze rinascimentali – a quella
vissuta da straniero residente, non è stato tutto rose e fiori.
“Mi hanno accolto odissee burocratiche e ingorghi infernali”,
confessa con un sorriso “Ho scoperto tuttavia di amare
l’Italia “vera” ancor più di quella sublimata dagli occhi del
turista. “Amo in particolare i vostri peggiori difetti! Come ad
esempio il “fluido” caos che permea la società Italiana, e
nel quale tuttavia sembrate muoversi con tanta disinvoltura”,
racconta divertito. Nato in un paese come la Finlandia, dove
tutto è organizzato nei minimi dettagli, l’Italia mi ha aperto
gli occhi sull’inaspettata efficienza che può originare da un
approccio “personalizzato” alle norme. Quella di aggirare la
regola è qui da voi una vera e propria arte, un quotidiano
stimolo alla creatività del singolo. In quanto creativo, tutto
ciò mi fa sentire a casa”. L’importanza del cibo come fattore
aggregante nella società Italiana è, racconta, un altro degli
aspetti più sorprendenti per un Finlandese: “Da noi ti siedi
al ristorante, e nel giro di mezz’ora è già tempo di andare.
In Italia invece si rimane a chiacchierare attorno ad una
tavola per ore ed ore: il cibo riveste un centralità per noi
impensabile. Non mi stupisce che il movimento Slow Food
sia nato qui”. Far riscoprire il valore della “lentezza”, non solo
nel mondo del cibo, ma anche nel settore della calzatura, è
del resto la nuova missione di Chocklat, che, dopo molti anni,
è recentemente tornato a lavorare, con un progetto tutto
slow, nel suo paese natale. “Da circa un anno”, racconta con
orgoglio, “aiuto la minuta comunità di Bartala, un paesino
di poche anime nel Nord della Finlandia, a modernizzare il
design delle lahtiset, le tradizionali calzature in feltro per
camminare sulla neve, che lì ancora oggi vengono prodotte,
come da un secolo a questa parte, rigorosamente a mano,
con lana locale e acqua di sorgente, al prezzo di 80 ore
di lavoro per paio. “Non ho dubbi”, prosegue. “Il lusso degli
anni a venire sarà possedere oggetti con un’anima, autentici,
che rispettano il genius loci del luogo dove sono prodotti.
Ho deciso di divenire ambasciatore di questa filosofia
in Finlandia. Sicuramente, la mia esperienza in Toscana
ha giocato un ruolo importante nell’indicarmi la via da
seguire.” Fonte inesauribile di ispirazione e creatività, l’Italia
presenta comunque agli occhi dello stravagante Aki un
lato contraddittorio: essere, sotto certi aspetti, un paese
singolarmente conservatore e tradizionalista, almeno per gli
standard Europei. “Non senza, certo, episodi carichi di ilarità”,
ci tiene a puntualizzare. “Profondamente colpita, immagino,
dall’audacia di una delle mie colorate creazioni”, racconta
divertito, “una signora alla fermata dell’autobus, pochi giorni
fa, si è fatta il segno della croce al mio passaggio. Avrà visto
in me un santo o un peccatore?”
 sito: www.akichoklat.com
 blog: http://www.polimodamag.com/430-430/