di Manuel Venturi e - Fondazione San Benedetto
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di Manuel Venturi e - Fondazione San Benedetto
Cronaca 15 BRESCIAOGGI Venerdì 29 Aprile 2016 LARASSEGNA. «Moby Dick», ilcapolavoro diHermanMelville,presentato da Edoardo Rialti, protagonistadell’ultimo incontrodel MeseLetterariodella fondazione San Benedetto: letteratura metafora di vita Oltreottocentopersonepresenti all’appuntamentoconclusivo Tarantini:«Vogliamo coltivare la bellezza necessaria per vivere» Manuel Venturi Non un romanzo, ma un poema epico moderno. Uno dei grandi archetipi della narrativa contemporanea. Un grande viaggio metafisico, con l’acqua che incarna lo specchio e riflette «l’immagine dell’inafferrabile fantasma della vita» e una caccia che riguarda tutti. È «Moby Dick», il capolavoro di Herman Melville, presentato ieri da Edoardo Rialti nell’ultimo appuntamento del Mese letterario, organizzato dalla Fondazione San Benedetto e giunto alla settima edizione. Rialti ha incantato gli oltre 800 presenti con un viaggio nell’immortale romanzo di Melville, «che riempie la nave di ribelli sociali, ma consapevole che siamo tutti re e regine e che l’umanità vive in ognuno di noi». L’incontro è stato introdotto dal presidente della Fondazione San Benedetto, Graziano Tarantini, che ha segnalato come «spesso parliamo della letteratura come di qualcosa che appartiene al passato, ma non è così: l’Italia è il Paese più bello del mondo ma non dobbiamo darlo per scontato e dobbiamo coltivare la sua bellezza. Per andare avanti, biso- Un’iniziativa nata dal basso «Leggere?Ungesto diresistenzaculturale» gna partire dalle cose belle, questa è l’ispirazione del Mese letterario». RIALTI, COLLABORATORE de «Il foglio» e traduttore di alcuni grandi capolavori della letteratura mondiale, ha parlato del Mese letterario come «un gesto di resistenza culturale: Azar Nafisi, grande scrittrice iraniana, ha scritto “Leggere Lolita a Teheran” e spiega che l’Occidente è riuscito a togliere la voglia di leggere senza le minacce di morte patite in Iran». «All’interno di ogni libro c’è una domanda: “Chi sei, tu?”, in duplice accezione: chi siamo tra i personaggi del romanzo e chi siamo noi sempre», ha affermato Rialti, chiarendo che «queste sono le domande che le opere d’arte continuano a porci, fin dall’antichità». Se l’epica ha dominato la letteratura europea per secoli, nell’800 toccò a Usa e Russia interrogarsi sulle grandi domande universali. «La capacità di raccontare l’uomo nel cosmo ha incontrato molte difficoltà nella modernità: la più grande presa in giro dell’epica fu Don Chisciotte, ma è lui ad essere pazzo o noi siamo diventati scemi a non vedere più l’umanità in ogni singolo essere umano?», si è EdoardoRialtisul palco ha discusso delcapolavorodi Melville davantiauna plateadi 800 persone chiesto Rialti, parlando di Moby Dick come dell’«ultimo grande viaggio sul mare della letteratura: il suo posto sarà preso dallo spazio». ILROMANZO di Melville è ispi- rato alla vita stessa dell’autore, che conobbe la vita in mare ed è farcito di citazioni e di personaggi paradigmatici: ad introdurre è Ismaele, personaggio che ha il nome del figlio abbandonato da Abramo che diventa il padre dei nomadi. «Non è il figlio della promessa, come gli Usa, ma un figlio scartato, comunque oggetto della provvidenza divina», ha notato Rialti. Ma tra i «cavalieri e gli scudieri», come Melville definisce LACITTÀ EL’EVENTO. Non sololamostra,ma anche altreiniziative SantaGiulia, incontri nelsegno diChristo Sono4 gli appuntamenti inprogrammada oggi finoa sabato 4 giugno, nelmuseo diSantaGiulia Jacopo Manessi Il quadro è quasi pronto: tempo un paio di mesi e il Lago d'Iseo si prepara a consacrare anima e corpo al miracolo di Christo. Dettagli, limature, aggiustamenti concreti insomma. Intanto spazio però alla cornice, e guai a considerarla nel suo significante di semplice contorno. Le opportunità in nuce sono numerose e fertili: si irradiano dal centro propulsivo di Santa Giulia e dalla mostra recentemente inaugurata «Christo and Jeanne-Claude Water Projects» a firma Germano Celant, che si prolungherà sino al prossimo 18 settembre. SELASODDISFAZIONE per co- me la rassegna è stata accolta a livello nazionale è espressa dal vice sindaco Laura Castelletti, al presidente di Brescia Musei Luigi Di Corato il compito di inquadrare l'offerta: «Si tratta di opportunità che mirano a restituire un profilo ben definito dell'evento generale, sperimentando diverse strade. Nelle prime tre settimane abbiamo registrato circa 2300 visitatori, ora puntia- DasinistraLuigi DiCorato, LauraCastellettie Massimo Minini mo a migliorare e a prepararci al picco che registreremo in prossimità del ponte». Oltre alle già svelate proiezioni cinematografiche al Nuovo Eden e alle attività didattiche dei Servizi Educativi (tutte le informazioni sul sito www.mostrachristo.bresciamusei.com), ecco quattro incontri, tutti a ingresso gratuito nella Sala Conferenze del Museo di Santa Giulia, previsti con inizio alle 15.30 e relatori doc. Domani toccherà al curatore associato Chiara Spangaro rompere il ghiaccio con un'introduzione generale al tema dei progetti acquatici, dal titolo «Christo and Jeanne-Claude. Water Projects». Quindi spazio a un trittico di professori di Sto- ria dell'arte dell'Università Cattolica: sabato 14 maggio interverrà Francesco Tedeschi («Scrivere con la Terra: mappe e territori dell'arte ambientale»), sabato 28 maggio Elena Di Raddo («Arte ambientale e paesaggio come ecosistema») e sabato 4 giugno Kevin McManus («L'arte ambientale nella sua lettura critica fra America ed Europa»). Si sa: Christo, il grande erede del Paesaggismo, è artista effimero per scelta. «Pone l'opera sotto i nostri occhi e poi ce la toglie poco dopo, nella fase di destrutturazione. Collocandola nel mito e nella memoria» come ricorda Massimo Minini. • © RIPRODUZIONERISERVATA l’equipaggio, il principale è il capitano Achab, «il personaggio tragico, ferito dalla grande balena bianca: in realtà, Achab non sta combattendo con Moby Dick, ma con Dio, con qualcuno che è dietro quegli accadimenti apparentemente casuali», ha sostenuto Rialti. Achab è il figlio del fuoco ma allo stesso tempo lo contesta, è nemico del caos ma anche degli Dei e l’unica cosa che conta nella sua vita è Moby Dick, non la sua esistenza e nemmeno quella della moglie e del figlio. «Achab è l’archetipo di molte figure bibliche, ma soprattutto si sente «mortalmente stanco, curvo e piegato come se fossi Adamo barcollante sotto il cumulo dei secoli da qui al Paradiso» - ha spiegato Rialti -. È l’uomo stanco dopo anni di battaglie, è Adamo cacciato dalla felicità». Il viaggio diventa una missione suicida. Tutti muoiono, tranne Ismaele, salvato dalla Rachele, nave a cui Achab aveva rifiutato collaborazione per cacciare: «Moby Dick è un’immagine da contemplare, simile all’opera che trasmette un livello di intensità dell’esperienza che cresce a cerchi concentrici – ha concluso Rialti -. È un grande poema sull’Io e il limite, sul mare come grembo e minaccia. Una cosa è innegabile: siamo tutti su quella barca». • © RIPRODUZIONERISERVATA Abituatial modo aridoe didascalicocon cui ascuola spessovengonopresentatii grandiautoridellaletteratura puòsembrare strano cheoggi cisia qualcunochesi appassioniper «l'incontro»con lepagine discrittori come Melville,Pasolini,Hemingwayo Calvino.Sì, per «l'incontro», non soloper lalettura, perchépuò accaderecheautoriscomparsi damoltianni,o addirittura da secoli,ridiventino improvvisamenteattuali,come sea parlarci inquesto momentofosseropersone vive,oggi presenti.Succede al MeseLetterario. Quella chesiè chiusaieri seraèstata la settimaedizione dell'iniziativa dellaFondazioneSan Benedetto.Un'edizione dai grandinumeri, con piùdi800 iscrittieunpubblico dituttele età. L'interessecrescente chesi è formatoattornoal Mese Letterariostaproprioinquesta capacitàdirendere vivee attualile paginedegliautori presentatifacendole diventare un«incontrocon una persona vivaereale» chehaqualcosa di importantedadire per la vita di ciascuno.Echeèquelloche spessomanca dipiùinun’epoca incui paradossalmente abbiamopossibilità di connessioneedicollegamento inimmaginabilifino a pochiannifa. Ilsuccesso dell’iniziativaè meritosenz'altro direlatoriincui noncisono né esposizioni accademichené sfoggidi erudizione.Così puòsuccedere cheuninsegnante dilettere, precarioper anninelle scuoledella periferiadiBari, come Valerio Capasapossatenere incollatoil pubblicoper piùdiun'ora parlando diPasolinieCalvino, diPirandello odiPavese.E lostessoèaccaduto ieriseracon Edoardo Rialti. NELMESE LetterariodellaSan Benedettoc'èperò ancheun altro motivodimerito. Èunadelle pocheiniziativenate inquestianni aBresciache nonsono maistate presentateinComune. Incittà c'è infattila consuetudine, quanto menodiscutibile, dipresentare conconferenze stampale più svariateattivitàculturalia palazzo Loggiaquasicheil Comune avesse titoloa intervenire sutemi che esulanodallesuecompetenze. Quiinvece tuttoènato dal basso, inmodolibero,senza investiture istituzionali.Esi èaffermato per lacapacitàdicreare un interesse diffusoattorno aqualcosa che nonsembrapiù moltodimoda comeleggereun libroo riscoprire unautore. «Ungesto diresistenza culturale»,lohadefinito ieri sera Rialti.Esicuramenteuna sfida avvincente. PIERGIORGIO CHIARINI © RIPRODUZIONERISERVATA