Il fratello maggiore_armi magazine aprile
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Il fratello maggiore_armi magazine aprile
084 Il fratello maggiore SMITH & WESSON M&P10 CAL. .308 WINCHESTER 085 Lo Smith&Wesson M&P10 con l’ottica Meopta e l’attacco Warne Smith&Wesson espande la sua famiglia di modelli AR aggiungendo la propria versione dell’AR 10, rivisto prestando particolare attenzione alla qualità, ai tiratori mancini, e al peso, contenendo il prodotto in una fascia di prezzo abbordabile testo e foto di Gianluigi Guiotto AARRMMII LLUUNNGGHHEE 086 L a .223 Remington nelle sue varie declinazioni è una munizioni militare e civile di grande successo. Oltre ai militari (M193 e 5,56x45NATO) viene utilizzata da forze di polizia, tiratori di differenti specialità, cacciatori che la impiegano per selvaggina minuta anche e forse soprattutto nei tiri a lunga distanza. I successivi sviluppi dei caricamenti marziali e di quelli per caccia e tiro hanno ampliato lo spettro di utilizzo della .223 Remington, ma ci sono impieghi nei quali questa peraltro eccellente cartuccia difetta in potenza e qualche volta anche in portata massima. Ecco allora la necessità di un qualche cosa che sia più prestante e tra le possibili opzioni una delle più gettonate è quella del passaggio alla .308 Winchester. Nel catalogo dell’americana Smith&Wesson figurano numerose versioni della carabina della linea Military & Police progettata su piattaforma AR15, ma fino allo scorso anno mancava una versione in .308: la lacuna è stata colmata con l’M&P 10, che può vantare una notevole qualità costruttiva completamente made in Usa (a partire dalla canna che è costruita dalla Thompson Center, azienda del gruppo S&W), e un’attenzione verso i tiratori mancini, visto che tutti i principali comandi sono ambidestri. Ma vediamo l’M&P 10 nel dettaglio. Primo contatto L’M&P-10 non è che il fratello maggiore dell’M&P-15 e funziona come qualsiasi altro AR, solo con gli opportuni aggiustamenti dimensionali e nella presa di gas. La carcassa è“sdoppiata”in scatola di otturazione e scatola di scatto, o per dirla in“americano”: in upper e lower receiver. Questi sono composti da leghe d’alluminio di derivazione aeronautica ad altissima resistenza ottenute con processi di forgiatura e successiva lavorazione all’utensile; l’adozione di leghe leggere è resa possibile dal fatto che le alette dell’otturatore non impegnano sedi nello upper receiver Dettaglio della sicura con due posizioni e del pulsante del forward assist L’impugnatura è molto semplice ma efficace; la cresta per il dito medio della mano forte consente una presa salda Il calcio collassabile porta il marchio Smith&Wesson; è regolabile su sei posizioni Il dust cover si chiude con una semplice pressione e si apre allo sparo per consentire l’espulsione del bossolo esausto SMITH & WESSON M&P10 CAL. .308 WINCHESTER 087 Il gas block è fissato con due viti Allen e porta una piccola slitta Picatinny Dettaglio della leva dell’hold open e del pulsante di sgancio del caricatore. Il grilletto ha una forma arcuata bensì nel prolungamento posteriore della canna (barrel extension). L’upper receiver ha la sommità piatta e porta una slitta Picatinny; anche il gas block porta una piccola slitta, che consente così l’eventuale montaggio di un mirino. L’arma non è infatti corredata di serie né da mirino né da tacca di mira o da diottra. Il gas block è fissato con due viti Allen e incorpora anche la maglietta portacinghia. Proseguendo, il copricanna è tipo M4, in plastica e privo di protezione termica interna: è una soluzione molto semplice che rientra, come l’assenza delle mire metalliche, nell’ottica del contenimento dei costi sulle parti non essenziali per, invece, concentrare gli sforzi economici su quelle basilari, come la canna e il sistema di presa di gas. Del resto, il mercato degli accessori e dei ricambi è talmente ricco che trovare un copricanna più performante è un gioco da ragazzi. Il calcio è di tipo collassabile, ed è regolabile su sei posizioni; sul fianco reca il marchio S&W. L’upper receiver ha poi la classica manetta d’armamento a T, la finestra d’espulsione protetta dalla dust-cover, che si apre grazie alla piccola molla che la aziona. Non manca il pulsante del forward assist, quello per spingere manualmente l’otturatore in chiusura, protetto da una sporgenza. La parte più interessante è però nel lower receiver, le cui dimensioni sono un misto tra quelle dalle armi .223 e quelle della armi .308: infatti, la parte posteriore, impugnatura compresa, ha dimensioni da carabina calibro 223 (ciò apre le porte all’utilizzo di numerosi accessori after-market), mentre la parte anteriore, che comprende anche il bocchettone del caricatore, ha dimensioni da .308; sul davanti, l’M&P 10 porta una solcatura orizzontale, pensata per chi, sparando, non impugna l’astina, ma posiziona la mano nella zona inferiore dello upper receiver andando a poggiare sul bocchettone caricatore. Tra bocchettone e impugnatura troviamo il ponticello paragrilletto che è maggiorato nella sua parte anteriore, ed è abbastanza ampio da consentire un utilizzo con i guanti indossati. Una caratteristica interessante è costituita dai comandi ambidestri: abbiamo quindi una doppia leva dell’hold open, un doppio pulsante di sgancio del caricatore bifilare in acciaio da 10 colpi (nelle foto dell’articolo l’arma era corredata da un caricatore polimerico da 20 colpi OA-Mag 20 tipo Oberland), e doppia leva della sicura (quella di destra è leggermente più corta di quella di sinistra, di lunghezza standard). Dicevamo del caricatore: di serie è da 10 colpi, ma in seguito al decreto numero 121, tale numero dovrà essere ridotto a 5 sugli esemplari di nuova importazione: davvero un peccato. Canna made in Usa Dicevamo della canna che è costruita da Thompson Center in acciaio 4140; possiamo aggiungere che è lunga 18”(457 mm) – un buon compromesso tra precisione e maneggevolezza – ha una rigatura con L’astina è in materiale plastico ed è forato sopra e sotto per agevolare il raffreddamento della canna passo di 1 giro in 10”(250 mm) che in S&W definiscono 5R: invece di avere i 5 principi della rigatura rettangolari, li ha trapezoidali, e ciò si traduce in un’azione meno“aggressiva”sul proitettile. È possibile scegliere La volata della canna nella versione senza freno di bocca e con freno di bocca avvitato (brevetto S&W) ARMI LUNGHE 088 tra due modelli di canna: il primo è quello che vedete fotografato nell’esemplare in prova; è alleggerita (fino a 3 mm in meno di diametro) nel tratto successivo al gas block e precedente il freno di bocca, avvitato e a forma di tulipano. La seconda versione prevede una canna standard con diametro costante di 18,8 mm, che costa esattamente come la prima. Funzionamento classico l sistema a presa di gas è quello classico, esattamente come l’originale di Eugene Stoner. In sintesi, il sistema di sfruttamento dei gas prevede l’utilizzo di un tubetto parallelo alla canna in cui i gas di sparo prelevati dal gas block vengono convogliati fino ad agire sul portaotturatore trasmettendo allo stesso un impulso che ne avvia il moto retrogrado. L’arretramento del portaotturatore provoca (attraverso un sistema camma/pista a camme) la rotazione dell’otturatore che disimpegna le sette alette di chiusura dalle relative sedi (ad otturatore in chiusura l’otturatore è vincolato al prolungamento della canna dalle alette). Una volta sbloccato, l’otturatore viene trascinato all’indietro dal portaotturatore, estraendo e espellendo il bossolo sparato, armando quindi il cane. A questo punto il portaotturatore, toccato il punto morto posteriore, viene richiamato in chiusura dalla molla di recupero: l’otturatore avanzante preleva una nuova cartuccia dal caricatore, la camera e va a disporsi in chiusura. Questo sistema offre il vantaggio di un notevole semplicità costruttiva, e di eliminare le vibrazioni provocate dal moto di un pistone; inoltre, la canna è praticamente libera da vincoli pregiudicanti la precisione di tiro. Lo scatto, di tipo Il primo battle rifle La storia dell’ArmaLite AR10 risale agli inizi degli anni Cinquanta quando la ArmaLite Company, parte della Fairchild Engine and Aircraft Corporation, decise di realizzare un’arma con cui partecipare ai test tenuti dal dipartimento della Difesa statunitense nell’ambito del “Programma SALVO”. L’obiettivo della selezione era rimpiazzare l’ormai antiquato M1 Garand. Il progetto fu affidato al capo progettista ArmaLite, Eugene Stoner, e il prototipo fu costruito nel 1955. Dai test uscì vincitore il T44 adottato in seguito con la denominazione militare M14. L’AR10 fu respinto dalla Commissione perché troppo avveniristico e perché, almeno questa fu la motivazione iniziale, presentato troppo tardi e cioè con il programma di prove già in fase talmente avanzata da non permetterne una corretta valutazione. In realtà, poco tempo dopo, l’Esercito americano bussò alla porta dell’Armalite chiedendo di poter esaminare una versione in scala minore dell’AR10 e soprattutto in grado di sparare una cartuccia di piccolo calibro, quella cartuccia veramente intermedia che ancora l’America non aveva: da lì sarebbe nato l’AR15, alias l’M16. A ogni modo le caratteristiche originarie dell’AR10 erano il fusto in alluminio, la maniglia di trasporto integrata su cui porre la diottra di mira, la canna in acciaio, la calciatura in fibra di vetro, il caricatore a serbatoio amovibile da 20 colpi i calibro 7,62x51 mm Nato, il funzionamento a otturatore rotante (sistema Ljungmann M42 a presa diretta di gas): al contrario del sistema a pistone, l’AR10 recuperava parte dei gas e li mandava sulla faccia dell’otturatore, facendolo arretrare. Questo sistema, usato poi anche sull’M16, aveva il pregio di non necessitare di un pistone e di una molla di recupero per il pistone: l’arma era dunque più leggera e semplice. Dopo il fallimento dei test, la ArmaLite vendette la licenza di utilizzo alla Artillerie Inrichtingen olandese, che produsse tre modelli di AR10: il Sudanese (nato su richiesta del Sudan, non fu mai adottato in grandi numeri), il Transizionale (con piccole modifiche) e il Portoghese, il modello definitivo che fu adottato dai paracadutisti dell’esercito portoghese e utilizzato nella Guerra d’Indipendenza Angolana, da dove passò in quasi tutti i successivi conflitti in Africa. militare, ha un peso dichiarato di 2800 grammi: è in un solo tempo ed è piuttosto pulito e intuitivo nel funzionamento. La prova a fuoco Abbiamo provato l’M&p10 con un cannocchiale Meopta Zd 3-12x50 (1.300 euro Warne R.A.M.P. (Rapid Aquistion MultiSight Platform) da 30 mm (circa 216 euro) che permette di montare l’ottica in posizione avanzata e, grazie alle due scine later- ali a 45°, di montare un’ottica secondaria o mire meccaniche: ottica e attacco sono importati da Bignami, così come le munizioni impiegate nel test che erano RWS Target Elite da 168 grani. Uno degli aspetti che più c’incuriosivano era il rinculoe la reazione allo sparo: con un peso di 3,5 kg, la M&P 10 non batte più di altri fucili di pari calibro, ma potrebbe far pagare una tecnica di tiro poco attenta. Pensiamo a quanti sono abituati a sparare con gli AR Il caricatore bifilare nella versione originale, in acciaio, da 10 colpi: secondo il decreto 121, le carabine di prossima importazione dovranno però avere massimo 5 colpi SMITH & WESSON M&P10 CAL. .308 WINCHESTER Calibro .308 Win (a sinistra) e .223 Rem a confronto 089 089 L’M&P10 smontato nelle sue componenti principali L’amico Matteo Brogi durante il test a fuoco con lo S&W M&P10 Rosata ottenuta a 100 metri con RWS Target Elite da 168 grani, con carabina in appoggio anteriore Smith & Wesson M&P10 cal. .308 Winchester Produttore: Smith&Wesson www.smith-wesson.com Importatore: Bignami, tel. 0471 803.000 www.bignami.it Modello: M&P 10 Tipo: carabina semiautomatica Calibro: .308 Winchester Funzionamento: semiautomatico a presa di gas con otturatore rotante Canna: lunga 18” (457 mm), rigatura 5R con passo di 1 giro in 10”; profilo lightweight con rompifiamma a tulipano Lunghezza totale: 1.039 mm Alimentazione: caricatore bifilare amovibile a presentazione alternata Numero colpi: 10 Scatto: single stage militare (3 kg circa) Sicura: manuale a leva su entrambi i lati del castello Mire: assenti; slitta Picatinny sull’upper receiver Materiali: canna in acciaio 4140, otturatore e porta otturatore in acciaio 9310; fusto in alluminio aeronautico Finiture: canna fosfatata, componenti in lega leggera anodizzate, portaotturatore brunito e internamente cromato Peso: 3.500 grammi ¤ PREZZO INDICATIVO 1.978 euro in 5,56 poggiando il calcio molto in alto sulla spalla (stile bazooka, per intenderci): al secondo colpo certamente cercheranno un appoggio completamente aderente alla spalla. Quanto alla precisione, il nostro Matteo Brogi ha ottenuto la rosata che vedete fotografata a 100 metri con la carabina in appoggio anteriore. E la sensazione è che, con un po’di assuefazione in più con la carabina americana, i risultati avrebbero potuto essere ancora migliori. Buona l’ergonomia: l’impugnatura con la cresta per dito medio consente una presa salda e offre un buon punto di appoggio per palmi di quasi tutte le dimensioni. I comandi su entrambi i lati, infine, consentono di sperimentare utilizzi diversi, come, per esempio, con il pulsante di sgancio del caricatore: abbiamo trovato più comodo azionarlo con il pollice della mano debole (sinistra) invece che con l’indice della mano forte come previsto dalla tradizione. SO ARMI LUNGHE