Il fratello maggiore_armi magazine aprile

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Il fratello maggiore_armi magazine aprile
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Il fratello
maggiore
SMITH & WESSON M&P10 CAL. .308 WINCHESTER
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Lo Smith&Wesson M&P10 con
l’ottica Meopta e l’attacco Warne
Smith&Wesson espande
la sua famiglia di modelli
AR aggiungendo la propria
versione dell’AR 10, rivisto
prestando particolare
attenzione alla qualità, ai
tiratori mancini, e al peso,
contenendo il
prodotto in una
fascia di prezzo
abbordabile
testo e foto di Gianluigi Guiotto
AARRMMII LLUUNNGGHHEE
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L
a .223 Remington nelle sue varie
declinazioni è una munizioni militare e civile di grande successo.
Oltre ai militari (M193 e 5,56x45NATO)
viene utilizzata da forze di polizia, tiratori
di differenti specialità, cacciatori che la
impiegano per selvaggina minuta anche e
forse soprattutto nei tiri a lunga distanza. I
successivi sviluppi dei caricamenti marziali e
di quelli per caccia e tiro hanno ampliato lo
spettro di utilizzo della .223 Remington, ma
ci sono impieghi nei quali questa peraltro
eccellente cartuccia difetta in potenza e qualche volta anche in portata massima. Ecco
allora la necessità di un qualche cosa che sia
più prestante e tra le possibili opzioni una
delle più gettonate è quella del passaggio alla
.308 Winchester. Nel catalogo dell’americana
Smith&Wesson figurano numerose versioni
della carabina della linea Military & Police
progettata su piattaforma AR15, ma fino allo
scorso anno mancava una versione in .308:
la lacuna è stata colmata con l’M&P 10, che
può vantare una notevole qualità costruttiva
completamente made in Usa (a partire dalla
canna che è costruita dalla Thompson Center, azienda del gruppo S&W), e un’attenzione verso i tiratori mancini, visto che tutti
i principali comandi sono ambidestri. Ma
vediamo l’M&P 10 nel dettaglio.
Primo contatto
L’M&P-10 non è che il fratello maggiore
dell’M&P-15 e funziona come qualsiasi altro
AR, solo con gli opportuni aggiustamenti
dimensionali e nella presa di gas. La carcassa
è“sdoppiata”in scatola di otturazione e
scatola di scatto, o per dirla in“americano”:
in upper e lower receiver. Questi sono composti da leghe d’alluminio di derivazione
aeronautica ad altissima resistenza ottenute
con processi di forgiatura e successiva lavorazione all’utensile;
l’adozione di leghe leggere è resa possibile
dal fatto che le alette dell’otturatore non impegnano sedi nello upper receiver
Dettaglio della sicura con due posizioni
e del pulsante del forward assist
L’impugnatura è
molto semplice
ma efficace; la
cresta per il dito
medio della mano
forte consente
una presa salda
Il calcio collassabile porta il marchio
Smith&Wesson; è regolabile su sei posizioni
Il dust cover
si chiude con
una semplice pressione
e si apre allo
sparo per
consentire
l’espulsione
del bossolo
esausto
SMITH & WESSON M&P10 CAL. .308 WINCHESTER
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Il gas block è
fissato con due
viti Allen e porta una piccola
slitta Picatinny
Dettaglio della
leva dell’hold
open e del
pulsante di
sgancio del
caricatore. Il
grilletto ha una
forma arcuata
bensì nel prolungamento posteriore della
canna (barrel extension). L’upper receiver ha
la sommità piatta e porta una slitta Picatinny; anche il gas block porta una piccola slitta,
che consente così l’eventuale montaggio di
un mirino. L’arma non è infatti corredata
di serie né da mirino né da tacca di mira o
da diottra. Il gas block è fissato con due viti
Allen e incorpora anche la maglietta portacinghia. Proseguendo, il copricanna è tipo
M4, in plastica e privo di protezione termica
interna: è una soluzione molto semplice che
rientra, come l’assenza delle mire metalliche,
nell’ottica del contenimento dei costi sulle
parti non essenziali per, invece, concentrare
gli sforzi economici su quelle basilari, come
la canna e il sistema di presa di gas. Del resto,
il mercato degli accessori e dei ricambi è talmente ricco che trovare un copricanna più
performante è un gioco da ragazzi. Il calcio
è di tipo collassabile, ed è regolabile su sei
posizioni; sul fianco reca il marchio S&W.
L’upper receiver ha poi la classica manetta
d’armamento a T, la finestra d’espulsione
protetta dalla dust-cover, che si apre grazie
alla piccola molla che la aziona. Non manca
il pulsante del forward assist, quello per spingere manualmente l’otturatore in chiusura,
protetto da una sporgenza. La parte più
interessante è però nel lower receiver, le cui
dimensioni sono un misto tra quelle dalle
armi .223 e quelle della armi .308: infatti, la
parte posteriore, impugnatura compresa,
ha dimensioni da carabina calibro 223 (ciò
apre le porte all’utilizzo di numerosi accessori after-market), mentre la parte anteriore,
che comprende anche il bocchettone
del caricatore, ha dimensioni
da .308; sul davanti,
l’M&P 10 porta una solcatura orizzontale,
pensata per chi, sparando, non impugna
l’astina, ma posiziona la mano nella zona
inferiore dello upper receiver andando a
poggiare sul bocchettone caricatore. Tra
bocchettone e impugnatura troviamo il
ponticello paragrilletto che è maggiorato
nella sua parte anteriore, ed è abbastanza
ampio da consentire un utilizzo con i guanti
indossati. Una caratteristica interessante è
costituita dai comandi ambidestri: abbiamo
quindi una doppia leva dell’hold open, un
doppio pulsante di sgancio del caricatore bifilare in acciaio da 10 colpi (nelle foto dell’articolo l’arma era corredata da un caricatore
polimerico da 20 colpi OA-Mag 20 tipo
Oberland), e doppia leva della sicura (quella
di destra è leggermente più corta di quella di
sinistra, di lunghezza standard). Dicevamo
del caricatore: di serie è da 10 colpi, ma in
seguito al decreto numero 121, tale numero
dovrà essere ridotto a 5 sugli esemplari di
nuova importazione: davvero un peccato.
Canna made in Usa
Dicevamo della canna che è costruita da
Thompson Center in acciaio 4140; possiamo aggiungere che è lunga 18”(457 mm)
– un buon compromesso tra precisione
e maneggevolezza – ha una rigatura con
L’astina è in materiale
plastico ed è forato sopra e
sotto per agevolare il raffreddamento della canna
passo di 1 giro in 10”(250 mm) che in S&W
definiscono 5R: invece di avere i 5 principi
della rigatura rettangolari, li ha trapezoidali,
e ciò si traduce in un’azione meno“aggressiva”sul proitettile. È possibile scegliere
La volata della canna nella versione
senza freno di bocca e con freno di
bocca avvitato (brevetto S&W)
ARMI LUNGHE
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tra due modelli di canna: il primo è
quello che vedete fotografato nell’esemplare
in prova; è alleggerita (fino a 3 mm in meno
di diametro) nel tratto successivo al gas
block e precedente il freno di bocca, avvitato
e a forma di tulipano. La seconda versione
prevede una canna standard con diametro
costante di 18,8 mm, che costa esattamente
come la prima.
Funzionamento classico
l sistema a presa di gas è quello classico,
esattamente come l’originale di Eugene
Stoner. In sintesi, il sistema di sfruttamento
dei gas prevede l’utilizzo di un tubetto
parallelo alla canna in cui i gas di sparo
prelevati dal gas block vengono convogliati
fino ad agire sul portaotturatore trasmettendo allo stesso un impulso che ne avvia
il moto retrogrado. L’arretramento del
portaotturatore provoca (attraverso un
sistema camma/pista a camme) la rotazione dell’otturatore che disimpegna le sette
alette di chiusura dalle relative sedi (ad
otturatore in chiusura l’otturatore è vincolato al prolungamento della canna dalle
alette). Una volta sbloccato, l’otturatore
viene trascinato all’indietro dal portaotturatore, estraendo e espellendo il bossolo
sparato, armando quindi il cane. A questo
punto il portaotturatore, toccato il punto
morto posteriore, viene richiamato in chiusura dalla molla di recupero: l’otturatore
avanzante preleva una nuova cartuccia
dal caricatore, la camera e va a disporsi in
chiusura. Questo sistema offre il vantaggio
di un notevole semplicità costruttiva, e
di eliminare le vibrazioni provocate dal
moto di un pistone; inoltre, la canna è
praticamente libera da vincoli pregiudicanti la precisione di tiro. Lo scatto, di tipo
Il primo battle rifle
La storia dell’ArmaLite AR10 risale agli inizi degli anni Cinquanta quando la ArmaLite
Company, parte della Fairchild Engine and Aircraft Corporation, decise di realizzare
un’arma con cui partecipare ai test tenuti dal dipartimento della Difesa statunitense
nell’ambito del “Programma SALVO”. L’obiettivo della selezione era rimpiazzare l’ormai antiquato M1 Garand. Il progetto fu affidato al capo progettista ArmaLite, Eugene
Stoner, e il prototipo fu costruito nel 1955. Dai test uscì vincitore il T44 adottato in
seguito con la denominazione militare M14. L’AR10 fu respinto dalla Commissione
perché troppo avveniristico e perché, almeno questa fu la motivazione iniziale, presentato troppo tardi e cioè con il programma di prove già in fase talmente avanzata
da non permetterne una corretta valutazione. In realtà, poco tempo dopo, l’Esercito
americano bussò alla porta dell’Armalite chiedendo di poter esaminare una versione
in scala minore dell’AR10 e soprattutto in grado di sparare una cartuccia di piccolo
calibro, quella cartuccia veramente intermedia che ancora l’America non aveva: da lì
sarebbe nato l’AR15, alias l’M16. A ogni modo le caratteristiche originarie dell’AR10
erano il fusto in alluminio, la maniglia di trasporto integrata su cui porre la diottra
di mira, la canna in acciaio, la calciatura in fibra di vetro, il caricatore a serbatoio amovibile da 20 colpi i calibro 7,62x51 mm Nato, il funzionamento a otturatore rotante
(sistema Ljungmann M42 a presa diretta di gas): al contrario del sistema a pistone,
l’AR10 recuperava parte dei gas e li mandava sulla faccia dell’otturatore, facendolo
arretrare. Questo sistema, usato poi anche sull’M16, aveva il pregio di non necessitare
di un pistone e di una molla di recupero per il pistone: l’arma era dunque più leggera
e semplice. Dopo il fallimento dei test, la ArmaLite vendette la licenza di utilizzo alla
Artillerie Inrichtingen olandese, che produsse tre modelli di AR10: il Sudanese (nato
su richiesta del Sudan, non fu mai adottato in grandi numeri), il Transizionale (con
piccole modifiche) e il Portoghese, il modello definitivo che fu adottato dai paracadutisti dell’esercito portoghese e utilizzato nella Guerra d’Indipendenza Angolana, da
dove passò in quasi tutti i successivi conflitti in Africa.
militare, ha un peso dichiarato di 2800
grammi: è in un solo tempo ed è piuttosto
pulito e intuitivo nel funzionamento.
La prova a fuoco
Abbiamo provato l’M&p10 con un cannocchiale Meopta Zd 3-12x50 (1.300 euro
Warne R.A.M.P. (Rapid Aquistion MultiSight Platform) da 30 mm (circa 216 euro)
che permette di montare l’ottica in posizione avanzata e, grazie alle due scine later-
ali a 45°, di montare un’ottica secondaria o
mire meccaniche: ottica e attacco sono importati da Bignami, così come le munizioni
impiegate nel test che erano RWS Target
Elite da 168 grani. Uno degli aspetti che più
c’incuriosivano era il rinculoe la reazione
allo sparo: con un peso di 3,5 kg, la M&P 10
non batte più di altri fucili
di pari calibro, ma potrebbe far pagare una
tecnica di tiro poco attenta. Pensiamo a
quanti sono abituati a sparare con gli AR
Il caricatore
bifilare nella
versione
originale,
in acciaio,
da 10 colpi:
secondo il
decreto 121,
le carabine
di prossima
importazione dovranno
però avere
massimo 5
colpi
SMITH & WESSON M&P10 CAL. .308 WINCHESTER
Calibro .308 Win
(a sinistra) e .223
Rem a confronto
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L’M&P10 smontato nelle sue
componenti principali
L’amico Matteo Brogi durante il
test a fuoco con lo S&W M&P10
Rosata ottenuta a 100 metri con RWS Target Elite
da 168 grani, con carabina in appoggio anteriore
Smith & Wesson M&P10 cal. .308 Winchester
Produttore: Smith&Wesson
www.smith-wesson.com
Importatore: Bignami, tel. 0471 803.000
www.bignami.it
Modello: M&P 10
Tipo: carabina semiautomatica
Calibro: .308 Winchester
Funzionamento: semiautomatico a presa
di gas con otturatore rotante
Canna: lunga 18” (457 mm), rigatura
5R con passo di 1 giro in 10”; profilo
lightweight con rompifiamma a
tulipano
Lunghezza totale: 1.039 mm
Alimentazione: caricatore bifilare
amovibile a presentazione alternata
Numero colpi: 10
Scatto: single stage militare (3 kg circa)
Sicura: manuale a leva su entrambi i
lati del castello
Mire: assenti; slitta Picatinny sull’upper
receiver
Materiali: canna in acciaio 4140,
otturatore e porta otturatore in acciaio
9310; fusto in alluminio aeronautico
Finiture: canna fosfatata, componenti
in lega leggera anodizzate,
portaotturatore brunito e
internamente cromato
Peso: 3.500 grammi
¤
PREZZO INDICATIVO
1.978 euro
in 5,56 poggiando il calcio molto in alto
sulla spalla (stile bazooka, per intenderci):
al secondo colpo certamente cercheranno
un appoggio completamente aderente alla
spalla. Quanto alla precisione, il nostro Matteo Brogi ha ottenuto la rosata che vedete
fotografata a 100 metri con la carabina in
appoggio anteriore. E la sensazione è che,
con un po’di assuefazione in più con la carabina americana, i risultati avrebbero potuto
essere ancora migliori. Buona l’ergonomia:
l’impugnatura con la cresta per dito medio
consente una presa salda e offre un buon
punto di appoggio
per palmi di quasi tutte le dimensioni. I
comandi su entrambi i lati, infine, consentono di sperimentare utilizzi diversi, come,
per esempio, con il pulsante di sgancio del
caricatore: abbiamo trovato più comodo
azionarlo con il pollice della mano debole
(sinistra) invece che con l’indice della mano
forte come previsto dalla tradizione.
SO
ARMI LUNGHE