No!Man of The Year: Rudi Garcia!
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No!Man of The Year: Rudi Garcia!
No!Man of The Year: Rudi Garcia! di Giovanni Cardone, 30 Dicembre 2015 Allenare nella capitale non è mai facile, lo sà bene gente come Spalletti, Montella e Ranieri, che nonostante un bel gioco e tanti favori del pronostico è stata sempre costretta a tornare a casa a mani vuote. Da ormai 2 anni e mezzo siede sulla panchina capitolina un francese, Rudi, chiamato così dal padre in onore del ciclista Rudi Altig, la freccia della Germania Ovest. Il ragazzo reduce da un campionato vinto magistralmente con il Lille porta nel nostro campionato una ventata di innovazione tecnico tattica, e con il suo squisito aplomb conquista tutti, piazzandosi al suo primo anno in Italia dietro solamente all' inarrestabile Juve Confermarsi l' anno dopo è difficile, farlo poi in una città come Roma quasi impossibile; ed è qui, dopo un inizio del suo secondo anno romanista in sordina, che comincia il suo tragico 2015, tanto tragico da averlo reso per distacco il primo "No Man Of The Year" della nostra giovane storia. Il Garcia 2015 non è più quel Rudi veloce schietto e vincente come l'omonimo tedesco, ma ai nostri occhi ricorda più personaggi come il Mario Mattioli del film "Tifosi" : Romano, romanista, trasteverino, di Roma! Da capo supremo e sopra le righe quindi a primo tifoso, totalmente preso e coinvolto dall'ambiente romano, tanto da non disdegnare inutili sfoghi in sala stampa e altrettanto utili proclami da capo popolo. Tutto questo inevitabilmente si ripercuote sul rettangolo verde; e la Roma viene subito colpita da una pareggite virale che a suon di scialbe prestazioni la vede precipitare a un distacco incolmabile dalla capolista Juventus; sono 8 i pareggi dalla befana a marzo, intervallati dalla sofferta vittoria a Cagliari e dalla scottante eliminazione in coppa Italia davanti al proprio pubblico per mano della Fiorentina, che vede sfumare già il primo obiettivo stagionale. Lo stesso Montella, da ex col dente avvelenato, è ben felice di spedire a casa i giallorossi anche negli ottavi di Europa League condannandoli solamente ad una triste piazza d' onore in campionato dopo aver castigato al 95° con una zuccata di Yanga Mbiwa i cugini nel Derby. Inizia il 2015 calcistico, arrivano a suon di milioni gente del Calibro di Dzeko, Iago Falque e Salah; Garcia suona per l' ennesima volta la carica manco fosse il Ras della Fossa e si parte per il suo 3° anno a Roma... La squadra mostra subito tutto il suo potenziale nella vittoria contro la Juve e nel pareggio all' Olimpico contro i marziani del Barcellona; quando ormai la squadra sembra un treno in corsa inarrestabile, come spesso succede a Roma, si rompe qualcosa; è il freddo bielorusso a far tremare i giallorossi contro i padroni di casa del Bate, con un perentorio uno due mettono subito in ghiaccio la partita regalando a Garcia la prima sconfitta e a noi i primi dubbi su quella che potesse essere la macchina perfetta... La Champions, la storia e Mourinho c insegnano, è qualcosa di più di un viaggio interrail, è questione di mentalità, testa dura e cuori forti, cose che non sembrano appartenere nemmeno di striscio a questa Roma, i cui limiti si palesano tutti nel triste 6 a 1 subito dal trio delle meraviglie in catalogna; comincia per i ragazzi capitolini un tragico vortice che li vede soccombere contro la bella Atalanta e regalare gloria al Toro di Ventura, per poi trovare un'obbligatoria qualificazione in Champions dopo un disastroso pareggio a reti inviolate nella sfida decisiva contro lo stesso Bate che aveva iniziato a far vacillare i giallorossi, grazie alle belle notizie provenienti dal Camp Nou. Il disastroso anno di Rudi non può che finire con i botti, quelli suonati dagli undici metri dai giocatori dello Spezia, che costringono i capitolini ad abbandonare a testa bassa la coppa nazionale. Lui continua a cercare di difendersi dicendo che la sua Roma rimane ancora in corsa su più fronti, ma è oramai davanti agli occhi di tutti la sua totale mancanza di polso e i suoi errori tecnico-tattici, capaci di aver fatto sperperare il patrimonio messogli a disposizione dalla società. Siamo oramai alla frutta, tutti lo danno per spacciato e ben cotto sulla graticola; saranno decisive le prossime partite per delinearne il futuro, sta di fatto che il 2015 in dirittura d'arrivo non ha riservato alcuna gioia a lui e ai romani; se non una Speranza, un lumicino in fondo al tunnel, quell'abbraccio di Florenzi dopo il gol al Genoa, segno che almeno il gruppo è ancora con lui, pronti insieme magari a regalarci un 2016 da ricordare...