l`aria di domani
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l’aria diAbbonamento domani annuo fr. 38.- Agosto-Settembre Numero Numero88 Prezzo in edicola Fr. 5.- MENSILE 28 Agosto 2004 l’aria di domani ISSN 1660-7163 Tutto quello che dovremmo sapere sul degrado dell’ambiente e delle istituzioni SPORCA GUERRA 2-3 SPORCA GUERRA Najaf: in nome di quale Dio si attaccano le moschee? I ponti di Nassiriya 4-5 Storia di un’ambulanza colpita in piena notte RISORSA FUOCO Siamo ormai al bidone 6 RISORSA SERVIZI Il prezzo del petrolio ci strangolerà? La salute è malata! 7 Cliniche private e vizi pubblici RISORSA CULTURA Politica cornuta 8/9 I camosci del Generoso, quelli che-si-fidano RISORSA TERRA L’idea di Bissone 10/11 Come rimarginare la ferita dell’autostrada RISORSA ARIA Ozono: l’ aria è fritta 12 Inquinare la Svizzera costa tre miliardi l’anno RISORSA ARIA Il nucleare è scoppiato 13 Giappone: tre incidenti lo stesso giorno RISORSA POLITICA RISORSA La villa del presidente POLITICA 14/15 Il governante si porta a casa il lavoro8-9 1 l’aria di domani Numero 8 l’aria di domani 28 Agosto 2004 Najaf: in nome di quale Dio? Dopo gli attentati alle chiese cristiane, Moqtad Al-Sadr, il leader sciita assediato dagli USA a Najaf tratta con il Vaticano, ma anche stavolta la coalizione preferisce la strada del massacro. l’aria di domani Cronache dall’assedio di Najaf , la più sporca battaglia della sporchissima guerra preventiva. Ecco come le truppe della coalizione guidata da George Bush hanno stroncato qualsiasi possibilità di mediazione fra Al-Sadr e il Vaticano. Come si fa a portare la democrazia in Iraq ignorando il 65 per cento della sua popolazione, ovvero la maggioranza musulmano-sciita? Ecco perché gli americani avrebbero dovuto consentire al Governo iracheno di mediare con Sadr anziché distruggere a cannonate lo splendido Mausoleo di Ali e la sua gente, in nome di George Bush e dei signori della guerra! Intervistare Moqtad Al-Sadr era l’obiettivo di Enzo Baldoni, il giornalista free-lance italiano scomparso giovedì 19 agosto 2004 sulla strada fra Baghdad e la città santa sciita di Najaf. Maometto sotto assedio Enzo era diretto verso il punto centrale dell’uragano: lo splendido Mausoleo dell’Imam Ali, il luogo dell’assedio. Voleva forare il muro di censura e vergognosa disinformazione che la coalizione ha costruito attorno a questa nuova “guerra del Vietnam”. Qualcuno gli ha impedito di raggiungere Moqtad Al-Sadr, di dar voce al capo sciita attraverso un’intervista. Sadr non deve aver voce. Gli attentati alle chiese Domenica 1. agosto 2004. Sei diverse auto-bomba, quattro a Baghdad e due nella città settentrionale di Mosul fanno strage dei fedeli cristiani che 2 Numero 8 l’aria di domani 28 Agosto 2004 “Noi dobbiamo collaborare, cristiani e musulmani, per il bene dell’Iraq, perché siamo una sola famiglia”. Emmanuel Delly, patriarca caldeo dell’Iraq, Baghdad, 1 agosto 2004 Abu Al-Zarqawi Moqtad Al-Sadr partecipano al rito del vespro. Per la prima volta la sporca guerra coinvolge anche la minoranza cristiana irachena (3%). Le immagini - atroci - giungono in Vaticano suscitando grande preoccupazione anche nel Papa. Chi ha interesse a terrorizzare i cristiani caldei e ortodossi dell’Iraq? Non certo gli sciiti! Moqtad Al-Sadr condanna la strage Inascoltato, quasi completamente ignorato dai media occidentali, Moqtad Al-Sadr interviene per condannare duramente gli attentati contro i cristiani e le loro chiese. Si presenta così una formidabile occasione per uscire dal vortice del massacro. Il Vaticano lo capisce perEnzo Baldoni fettamente e riesce ad aprire una trattativa con gli sciiti di AlSadr. Il massacro di Najaf è evitabile! A non capire niente è il Pentagono: gli ordini ormai sono evidenti, lo sporco gioco mostra la corda: si tratta di impedire a ogni costo che Moqtad Al-Sadr possa partecipare alla ripartizione del potere iracheno. Mentre il leader sciita dichiara al mondo la sua disponibilità al dialogo, un’unità della coalizione prende d’assalto anche la sua abitazione in barba alla tregua. Bush si è creato una spina nel fianco “Si tratta di azioni per fiaccare il nemico”, dice un comunicato del comando americano. In realtà si tratta dell’operazione più stupida e miope di tutta la storia dell’amministrazione Bush. Anzi, probabilmente di un errore fatale. A due mesi dal confronto elettorale con John Kerry, lo sciita Moqtad Al-Sadr è destinato a divenire la spina nel fianco di George W. Bush. Sa che deve resistere fino al giorno delle elezioni americane. Chi ha massacrato i fedeli sciiti? I musulmani sciiti sono pronti a difendere il Mausoleo di Ali fino alla morte: è sacro. Ed è pieno di gente. Sarebbe come bombardare San Pietro o il 3 monastero di Einsiedeln. C’è chi lo ha già fatto, senza pietà, come Bush. Le tremende immagini delle chiese dilaniate dalle esplosioni del primo agosto scorso ricordano maledettamente quelle di un anno fa. Il 29 agosto 2003 un’autobomba viene condotta di fronte al Mausoleo di Ali e fa strage di un centinaio di fedeli sciiti (foto). Muore anche l’ayatollah Mohammed Baqr Al-Hakim. Il Mausoleo di Ali simbolo aureo degli sciiti riceve il primo sfregio. Da chi? Lo stile è quello di Al-Zarquawi L’esplosivo che dilania i fedeli sciiti di Najaf è identico a quello che uccide i 19 ragazzi italiani di Nassiriya (12 nov. 2003). Pure lo stesso che dieci giorni prima (19 agosto) ha messo in ginocchio la sede ONU di Baghdad uccidendo Sergio Vieira de Mello e una ventina dei suoi collaboratori. È stato il boia di AlQaeda Abu Al-Zarqawi. È lui il vero cattivo di questa storia. Lui non è come Al-Sadr. Non tratta coi cristiani: Abu le fa esplodere le chiese e le moschee, e in questo è molto simile al suo nemico dichiarato George Bush. Numero 8 l’aria di domani 28 Agosto 2004 I ponti di Nassiriya di Sidney Rotalinti Micah Garen, il giornalista americano rapito lunedì 16 agosto a Nassiriya, viene liberato una settimana dopo, come predetto dal portavoce del leader sciita Moqtad Al Sadr. La sua è una storia dai retroscena allucinanti. Non era scomparso per caso. Lo avevano espulso dalla base italiana di Nassiriya perché la sua telecamera era stata la scomoda testimone di una sparatoria della “forza di pace” italiana contro un Anche Moqtad Al-Sadr ringrazia, in un certo senso, Micah Garen. Fa dire al suo portavoce di Nassiriya che il giornalista “è stato liberato anche perché ha contibuito a far luce su un episodio avvenuto a Nassiriya pochi giorni fa in cui sono implicati soldati italiani”. Ovvio il riferimento alla tragedia del ponte. Alla notte buia della sparatoria, quella sul 6 agosto. Garen aveva avuto il coraggio di documentare quel che era autofurgone in transito, nella notte fra il 5 e il 6 agosto, sui famigerati ponti della città. 6 morti e 12 feriti. “Era un’autobomba lanciata all’attacco” sostiene il comando italiano. Era un’ambulanza con una donna partoriente, secondo il servizio televisivo realizzato da Garen. Quando lo hanno liberato ha ringraziato gli artefici della sua liberazione, la fidanzata e il leader sciita Moqtad Al Sadr. Micah Garen successo, persino di far giungere a Roma le immagini di quel furgone e soprattutto di smentire completamente la versione del comandante del contingente italiano gen. Dalzini al Tg2 Rai: “...il mezzo contro il quale i miei soldati hanno fatto fuoco era a luci spente, non si è fermato ai primi colpi di avvertimento. A metà del ponte ha fatto scendere del personale che ha incominciato a fare fuoco contro lo schieramento dei miei soldati, ha continuato la corsa contro i miei uomini e quando è saltato in aria è deflagrato completamente. Il film che ho visto non mi da’ l’idea di un mezzo esploso, la cui esplosione è stata vista e udita a Il ponte “Charlie”di Nassiriya teatro della tragedia descritta da Garen. A fianco: un fotogramma del filmato. Autobomba o inerme ambulanza? Nel primo caso il veicolo dovrebbe essere esploso. Nella seconda eventualità le pareti del furgone tendono a implodere, vengono cioè deformate verso l’interno come pare suggerire l’ immagine. 4 Numero 8 oltre quattro chilometri di distanza. Ritengo che si tratti di una mistificazione e in ogni caso farò tutti gli accertamenti del caso per arrivare a stabilire la verità”. Mobbing di guerra: Espulso dalla base Micah Garen, per ragioni di sicurezza, è ospite della base italiana di Nassiriya. Come tanti altri giornalisti. Lavora a una serie di documentari sul traffico di reperti archeologici . Le rivelazioni sull’ambulanza colpita fanno infuriare il comando. Si ritrova sulla strada. Il primo a confermarlo è il direttore del museo di Nassiriya Abdel Amir Al-Hamdani. Privo di qualunque protezione, come prevedibile, Garen viene rapito. La gravissima scorrettezza del comando viene resa invisibile da una vera e propria cortina fumogena. A erigerla sono gli altri giornalisti italiani: “illazioni sugli italiani”, “Accusa infamante”, “Il giornalista rapito esagera”. La Repubblica attraverso i pessimi servizi del suo corrispondente Pietro Del Re parla di un giornalista squattrinato che sfida la sorte da sei mesi a bordo di una vecchia Toyota senza scorta. Linciato e rapito allo stesso tempo Micah Garen viene letteralmente linciato su giornali come la Repubblica. Chi può evita di fare riferimento alla tragedia del ponte, cioé alla vera causa delle disgrazie di Garen. Ma la scorrettezza del comando militare di Nassiriya , se mai possibile, va ancora oltre: ora l’aria di domani viene messo in dubbio tutto, persino il filmato viene giudicato “assolutamente inverosimile”. La scomparsa di Garen rende possibili nuove censure. Quell’incidente, in pratica, non c’è mai stato. Almeno fin quando un dirigente iracheno dell’ospedale locale conferma: nella notte fra il 5 e il 6 agosto un’ambulanza con a bordo quattro civili è stata colpita durante uno scontro fra miliziani e soldati italiani. Chi ha rapito Micah Garen? Apparentemente le cose sembrano andare nel peggior modo possibile. Micah è davvero solo. In pericolo. In che mani è finito? In un primo tempo il vero timore della sua compagna Marie-Helene Carleton e dei suoi collaboratori della Four Corners Media è quello che possa essere finito nelle mani di Al-Qaeda, cioè del tristemente famoso Abu Al-Zarquawi, quello che taglia la testa agli ostaggi. La risposta, inconfutabile, arriva con la liberazione di Micah. Una settimana dopo il sequestro Garen viene liberato in perfetta salute dai miliziani sciiti di Moqtad Al Sadr come promesso dal loro portavoce. Ecco la prova che si può trattare con Al-Sadr, che non ci sono solo i cannoni come pensano i signori della guerra preventiva per risolvere la tremenda impasse irachena. Non c’è più alternativa, oramai non c’è una sola città in tutto l’Iraq dove la 5 28 Agosto 2004 Uno fra i moltissimi reperti archeologici fotografati da Micah Garen e dalla sua compagna, Marie-Helene Carleton in Iraq per la Four Corners Media. coalizione possa dire di controllare veramente la situazione. La tragedia dell’ambulanza è ormai consegnata alla storia, tragica, di questa guerra senza senso. Ed Enzo Baldoni in che mani è finito? Sano e salvo Garen, ora vogliamo sperare che la stessa cosa possa valere anche per il giornalista italiano Enzo Baldoni. Ma i primi segnali non sono altrettanto tranquillizzanti. L’uccisione di Gharib, il suo interprete, è un pessimo indizio. Sembra indicare che Enzo sia stato bloccato non dagli sciiti di AlSadr, ma da fazioni legate al generale di Al-Qaeda per l’Iraq Al-Zarquawi. Per questo faremmo bene a rinunciare, noi giornalisti, al solito cinico ragionamento del tipo “se è finito nei guai è perché se l’è voluta”. Con Enzo dovremmo essere un po’ più solidali che con Micah; se lo vogliamo vivo. Numero 8 l’aria di domani 28 Agosto 2004 Il boomerang petrolio L’oro nero costava 35 dollari al barile (160 litri) la scorsa primavera. Ora ha sfiorato i 50 e c’è chi pronostica 80 dollari al barile entro fine anno. La guerra del bidone e gli attentati agli oleodotti iracheni rischiano di far collassare l’economia globale. Un altro favore che facciamo a Bin Laden e compagni. Ma attenzione: non sono solo gli attentati agli oleodotti a far salire il prezzo. Anche l’effetto serra e la politica estera di Bush, Blair e Berlusconi hanno fatto la loro parte. Da un anno a questa parte, dalla guerra, non passa giorno senza che esploda qualche oleodotto in Iraq. Ma è in queste ultime settimane, a partire dai primi di agosto che la guerra del bidone, la guerra preventiva di George Bush, mostra i suoi effetti catastrofici. E il terrorismo segna punti. Le città irachene sono sempre più pronte a esplodere, a cominciare da Falluja. Come potranno ritrovare la normalità se manca tutto, a cominciare dall’elettricità e dalla benzina? La situazione è incandescente anche perché la sola risorsa economica vagamente funzionante del paese è completamente paralizzata, per giorni, a causa di una serie di attacchi coordinati agli oleodotti che esportano il petrolio verso nord, a partire dalla città di Mosul e contemporaneamente a quelli del sud, che trasportano il greggio verso Mina Al-Bakr. Di solito da qui possono passare circa 700 mila barili al giorno. Ora questa gigantesca macchina che pompa energia fossile verso il resto del mondo funziona quando funziona. I terroristi di AlQaeda e i loro alleati segnano punti. Il 15 agosto salta l’oleodotto principale del nord, due giorni dopo una stazione nei pressi di Baghdad. Nelle zone TURCHIA IRAN Mosul OLEODOTTI linee fuori uso SIRIA fuori uso TRIANGOLO SUNNITA Baqubah Ramadi Baghdad Fallujah Najaf meridionali di Bassora s u c c e d e esattamente la stessa cosa. Al distributore si comincia a pagare più di un franco e quaranta per un litro di benzina . Le compagnie aeree volano sempre più a stento e la ripresa economica affoga in una pozza di olio fossile puzzolente. Ma attenzione, non è solo la guerra a far salire il prezzo del petrolio. Le notizie di borsa ci avvertono che a portare il prezzo fino a sfondare la soglia dei 45 dollari al barile sono state le conseguenze dell’effetto serra . Il temuto uragano Bonnie ha infatti costretto la Shell a evacuare mezzo migliaio di dipendenti dalle piattaforme 6 Nassiriya Bassora KUWAIT fuori uso ARABIA SAUDITA Princess e Crosby, nel Golfo del Messico e a sospendere la produzione. Un lettore (Roland Ulmi, di Minusio) scrive a un quotidiano. Poche righe sull’uragano che ha devastato la Florida governata da Jeb Bush, fratello del presidente americano. Gli uragani sono figli dell’effetto serra che a sua volta è figlio del petrolio: quindi “gli uragani sono dei boomerang”. Numero 8 l’aria di domani Cliniche private e pubblici vizi Nella repubblica dell’invidia si combatte un’altra sporca guerra, quella della pianificazione ospedaliera. Ci si chiede perché la clinica Alabardia debba chiudere, così come il centro di riabilitazione di Sementina. Che ne sarà dei pazienti delle valli e del Bellinzonese? Per certi politici, per certi funzionari l’importante è far quadrare i conti. I propri possibilmente, anche a costo di mettere in scena una serie di colpi bassi che fanno sorgere un dubbio: siamo ancora in un paese democratico o siamo comandati da una schiera di sederi di cuoio? Vige il libero mercato o dobbiamo tesserarci in qualche cosca mafiosa per avere gli stessi diritti di certi “eletti”? Come mai alcuni beneficiano a piene mani delle disgrazie degli altri? Le vittime di questi tagli suggeriscono che la causa di tutte le cause si chiama corruzione. Le premesse le conosciamo. Nel numero scorso abbiamo affrontato le strabilianti stranezze della nuova pianificazione ospedaliera. Patrizia Pesenti deve tagliare. Lo fa a scapito della psichiatria, a danno del settore fondamentale della riabilitazione, a svantaggio delle valli settentrionali del Ticino. I poveri pazienti “dovranno adattarsi” Un paziente depresso di Olivone, per curarsi, dovrà andare al “Neuro” di Mendrisio, oppure alla Clinica Santa Croce di Orselina verso la quale vengono inspiegabilmente travasati gli altri 30 dei 45 posti-letto della Clinica Casa Alabardia di San Nazzaro/ Piazzogna, semplicemente sopressa come il Centro di riabilitazione di Sementina 28 Agosto 2004 secondo cui il “pibe de oro” vorrebbe venire a occupare uno dei 45 letti di Piazzogna per liberarsi dalla schiavitù della cocaina che lo sta mangiando dall’interno. La repubblica dell’invidia Lo psichiatra Orlando Del Don, direttore della Clinica Casa Alabardia assicura che mai e poi mai avrebbe chiesto allo Stato i 230 franchi previsti dalla pianficazione ospedaliera per il “Pibe de oro”. “Ci mancherebbe”. Curare Maradona significa mettere a segno un bel colpo per una clinica esclusa dalla pianificazione. In questo quadro, così delicato, interviene di punto in bianco l’Associazione delle cliniche senza alcun comprivate con un prensibile motivo. comunicato Sempre in che è la assenza di ogni quintessenza comprensibile La Clinica Casa Alabardia di dell’invidia più ragione i 45 letti Piazzogna e il Centro di i n t e r e s s a t a . di Piazzogna riabilitazione di Sementina È la cattolica v e r r e b b e r o sono le principali vittime della Mimi Bonetti smembrati e pianificazione ospedaliera. Lepori a attribuiti ad altri, presiedere l’asal Neuro di Mendrisio (15 letti) e sociazione, è lei a preoccuparsi soprattutto alla Clinica Santa per la “privacy” di Maradona Croce di Orselina (30 letti). (qualcuno potrebbe scoprire che “il pibe” è cocainomane!). Intanto Diego Maradona il medico cantonale Ignazio e i suoi problemi Cassis ci mette la sua particolare Fin qui potrebbe essere la solita forma di entusiasmo e promuove storia di una repubblica delle un duplice ‘blitz contapulci’ banane con l’acqua alla gola. all’Alabardia. Come mai questo Ma la storia è evoluta, fino a meraviglioso (!) coordinamento incrociarsi con la vicenda del fra iniziative di politici e mitico calciatore argentino Diego funzionari? Vuoi vedere che Maradona, quando la stampa qualcuno ha “le capre a mezzo” argentina accredita l’ipotesi con la clinica di Orselina? Vi de ttim it e ag li 7 l’aria di domani Numero 8 28 Agosto 2004 Politica Lugano “Simbiosi” è una parola priva di significato per i nostri politici. Significa vivere in pace tra specie diverse traendone reciproco vantaggio. Significa lasciar vivere i 50 camosci del Monte Generoso. Non sono bastate undicimila firme per convincere il Consiglio di Stato del Canton Ticino a lasciar perdere la solita logica da tagli Ponte-diga Monte Generoso Ma quante firme ci vorranno per convincere il Consiglio di Stato a rivedere la propria decisione? Oggi saranno ben più di undicimila. Ma ci chiediamo a cosa sarà servita la mobilitazione di tanta gente se il Governo ne fa una questione di principio. Mobilitazione popolare Mendrisio Chiasso 8 È letteralmente sconcertante che neanche personaggi del mondo della cultura come Tita Carloni siano riusciti a convincere i governanti che quei cinquanta camosci del Monte Generoso non sono come tutti gli altri, sono divenuti parte del paesaggio, anzi sono diventati nostri amici. Un giorno o l’altro dovremo riuscire a dire ai cinque ammiragli del palazzo delle Orsoline che la loro logica da tagli lineari si fonda su un puro ragionamento statistico. Un puro numero. Quei camosci sono sani e vivono in sintonia con un ambientre natu- Numero 8 l’aria di domani v e r d e intenso), ma anche nelle nuove aree di caccia che la nostra grafica lineari. Il camoscio-che-si-fida non lo evidenzia in rosso. Le vogliono. Forse qualdo leggerete questo parti gialle articolo lo avranno già cancellato dalla faccia sono quelle della terra. O forse ci sarà la grazia. Intanto urbane dove, sorge il dubbio che Marco Borradori e almeno per ora, non si compagni abbiano dello spazio libero nei loro spara ancora. congelatori. Possible che non ci sia posto per cinquanta camosci in rale che si chiama Monte uno spazio così grande? Generoso. Una montagna che è in I politici non lo sanno, ma questi grado di dare loro tutto ciò di cui camosci vivono in simbiosi anche necessitano. con noi. Contrariamente alle Devono morire per far quadrare una statistica? È da poco che il Consiglio di Stato è così ligio alla statistica. Poche settimane fa si parlava di abolirla o quasi (per risparmiare, ricordate?) cornuta L’area di caccia è vastissima Come mostra la cartina che abbiamo elaborato grazie ai materiali forniti dagli Amici dei camosci del Generoso la zona di caccia è enorme. Include praticamente tutta la sponda sinistra del bacino del Ceresio compresa fra la latitudine di Lugano e quella di Chiasso. I poveri ungulati verranno sterminati nella zona della bandita vera e propria (in 9 28 Agosto 2004 statistiche dell’Ufficio caccia e pesca, qualsiasi bimbo-figlio-diturista che abbia avuto la fortuna di vederli può testimoniare in qualsiasi momento e di fronte a qualsiasi tribunale che di camosci non ce ne sono due uguali. Non solo, ma questi camosci lavorano per noi. Sergio Barenco li difende in quanto sensibile uomo di cultura ma anche in quanto direttore della Ferrovia del Generoso. Questi camosci lavorano per noi “Sono diventati delle attrazioni turistiche” lavorano per noi e noi vogliamo gentilmente assassinarli. Quanto all’Ufficio caccia e pesca - sono in molti a dirlo potrebbe essere una voce privilegiata per ottimi risparmi ai preventivi 2005. La sola denominazione fa pensare a congelatori con grandi spazi liberi e antichi privilegi nobiliari. “Nel terzo millenio sottolinea Sergio Barenco - dovremmo avere semmai un pacifico “Ufficio fauna e flora” in grado di assicurare un futuro alle specie animali che oggi finiscono in salmì sulla mensa del baronetto di turno. Quanto ai tagli lineari essi sono f o r t e m e n t e controindicati agli umani, figuriamoci in natura! Numero 8 l’aria di domani 28 Agosto 2004 L’idea di Bissone Bissone è da vent’anni un paese spaccato in due dall’autostrada. Ora ha deciso di spazzar via la rassegnazione e cominciare a “pensare in grande”. Nel giro di poche settimane la gente ha cominciato a pensare che i normali ripari fonici non avrebbero risolto il problema. Avrebbero solo arricchito qualche fortunato appaltatore. Si può fare di meglio: coprire l’autostrada ricuperando anche nuovivecchi territori a vantaggio della collettività. Secondo Ludwig Grosa, fondatore del movimento che promuove questa idea, a conti fatti il coraggio verrebbe premiato. Anche economicamente, perché spendere soldi per tutelare l’ambiente non è un costo, ma un investimento. Nel futuro. “Settanta milioni spesi così sono sprecati, mettono al mondo un’opera brutta e inutile, bisogna fermarli questi ripari fonici” dice uno dei giovani seguaci di questa idea formidabile facendomi vedere i pannelli in vetro che stanno arginando l’autostrada ai piendi del Generoso, un po’ più giù di Bissone. Più tardi, con Ludwig Grosa, siamo proprio sopra il curvone che taglia in due Bissone. La ferita è evidente e sanguina ancora. Una sfida fondamentale Ludwig Grosa, in fin dei conti, una sfida l’ha già vinta: il no ai pannelli di vetro ha convinto moltissima gente di tutte le età che malgrado il clima politico attuale, le ristrettezze finanziarie, i tagli, vale la pena di investire nel ricupero del nostro terrotorio. “Non solo - rilancia - ma vi è anche un concreto ritorno economico. Ma dobbiamo tener ben presente che questo ritorno economico lo possiamo avere solo investendo nel futuro. Se oggi non si investe... niente ritorno. Col progetto dei soli e semplici ripari fonici avremmo un costo secco e definitivo per la comunità... Sessanta milioni... Sessanta milioni privi di qualunque rientro sottoforma di eventuali ricavi, benefici... bisogna pensare con lungimiranza e con spirito positivo, rivolto al futuro. Si tratta di migliorare una situazione che è stata rovinata dall’autostrada, uno squarcio innaturale, fatto dall’uomo per permettere quotidianamente il transito di 70 mila veicoli, una presenza che certamente non fa gli interessi di Bissone . Coprire la A2 creando territorio Vogliamo modificare questa situazione, risolvere davvero i problemi attuali, ma non è tutto! Vogliamo anche ricuperare parte del territorio che verrebbe a crearsi sopra la copertura. Costruirci sopra delle case, per esempio. Quanto costerebbe la copertura del tratto che attraverso il paese e di parte del Ponte diga di Melide così come proposta da voi? 10 Non è solo questione di costi, i progetti vanno giudicati sulla base del rapporto tra i costi e i benefici che vengono offerti alla popolazione. Coprire costerebbe circa 90 milioni di franchi per un risanamento toale, da Maroggia a Melide. 30-40 milioni per Bissone. Costi quel che costi bisogna fare gli interessi della gente, risolvere un problema drammatico. Ma attenzione: nel calcolo bisogna poi inserire anche i benefici economici. Bisogna pensare a cosa significherebbe avere, supponiamo, un centinaio di contribuenti in più sul territorio ricuperato con la copertura. Ecco allora che il miracolo si compie e il conto perdite e profitti, in futuro, promette di ricompensare il coraggio di quelli che vi hanno creduto nel futuro. Artemia Cozzi (foto), per tanti anni funzionaria delle strade nazionali l’ha vista nascere questa “tremenda lacerazione dell’autostrada” ora vorrebbe vederla rimarginata. CONTINUA Numero 8 l’aria di domani 11 28 Agosto 2004 l’aria di domani Numero 8 L’odore dell’ozono Intervista con il pediatra Marco Maurizio II parte L’inquinamento ci costa 3 miliardi di franchi l’anno. Ecco dove potremmo veramente realizzare dei seri risparmi investendo nella prevenzione e nella salute Che cosa può fare il singolo individuo? Purtroppo quelli che lasciano a casa l’automobile sono sempre gli stessi, gli altri continuano ad usarla, senza imparare ad usare il treno, la bicicletta, ad andare a piedi. Gli effetti di ‘giornate speciali’ come quelle della scorsa estate si vedono poi concretamente? Sì, certamente. Lì non si tratta solamente di ozono ma di una netta diminuzione del biossido di azoto e di polveri fini. Significa che se vado da Bellinzona a Lugano rispettando i limiti di velocità posso davvero fare qualcosa di buono, per l’ambiente? Certo, è già molto. Ma bisogna arrivare alla gente. Ci vuole una presa di coscienza da parte degli automobilisti: usare l’automobile soltanto quando è strettamente necessario. L’autostrada ci ruba l’aria Il problema è che siamo in un luogo particolare, che è oltretutto un luogo di passaggio per gli altri, che attraversano l’Europa. Personalmente mi sono battuto per l’iniziativa “Avanti”, che si opponeva al raddoppio del tunnel del San Gottardo. I maledetti camion del tipo euro zero Un altro fatto riguarda il passaggio di camion del tipo “euro zero” su questo asse. Questi autocarri rappresentano il 7% del traffico pesante e sono altamente inquinanti. Siamo rimasti i soli ad accettarli, nel resto dell’Europa sono vietati. Non passano né il Brennero né il Monte Bianco, ma il Gottardo sì. Questo non è normale. Il Consigliere di Stato leghista Borradori risponde: è la Confederazione a decidere. Non è vero: abbiamo questa ordinanza sull’inquinamento atmosferico del 1985 che dà la possibilità ai Cantoni di adottare misure contro l’inquinamento, di poter presentare un pacchetto di misure e poi attuarle. Ma qui non si è mai fatto nulla. L’anno scorso, per la prima volta si è presa questa decisione di limitare la velocità a 80 all’ora, finalmente si è fatto qualcosa di importante. 12 28 Agosto 2004 Questo problema non riguarda solo il Mendrisiotto, ma tutto il Ticino, anche Lugano. Ma per anni ci si è rifiutati persino di discuterne, per paura di danneggiare il turismo… Ora non si può più negare: Mendrisio o Lugano, cambia poco. Vale anche per il Sopraceneri, per le Valli … Certo! Si piange per la mancanza di turisti, ma è da lì che dobbiamo partire: dalla nostra natura, dall’aria pulita. Che cosa rischia un bambino che vive nel traffico i primi 15 anni della sua vita? Le conseguenze purtroppo le vedremo tra venti o trent’anni. Conosciamo gli effetti immediati: arrossamento degli occhi, tossi persistenti, che durano settimane. Per quanto riguarda gli adulti e gli anziani notiamo un aumento di ricoveri durante i giorni di punta dell’inquinamento a causa di problemi polmonari e cardiovascolari. I bambini con l’asma sono triplicati Le allergie, come l’asma, non nascono a causa dell’inquinamento, ma ne vengono favorite. 50 anni fa avevamo circa un 7% dei bambini svizzeri con problemi di asma. Adesso siamo sul 20%, dunque in poco tempo c’è stato un aumento impressionante. Gli inquinanti atmosferici come biossido di azoto e l’ozono provocano irritazione delle mucose, i pollini arrivano più facilmente a causare la reazione o a scatenare la crisi. Quanto costa l’inquinamento? Si calcola che l’inquinamento alla Svizzera costa circa 3 Numero 8 miliardi all’anno. Sono cifre impressionanti. E’ vero che la legge viene per così dire “adattata” allo stato di fatto? Oggi la Svizzera è nella legalità per quanto riguarda l’ozono oppure no? No, assolutamente. Abbiamo superato i tassi fissati per essere nella legalità. Ampiamente fuori dai 180 microgrammi per metro cubo…quando il limite è di 120. Il problema principale è sapere che cosa succederà a lunga scadenza. Si ipotizza un aumento dei tumori, soprattutto polmonari (dato riscontrato negli Stati Uniti dove il problema viene monitorato da 30 anni e più). Per chi vive vicino ad un asse autostradale è un rischio importante. Che cosa significa “vicino all’autostrada”? Hanno calcolato addirittura fino a un raggio di 20 chilometri. Se così fosse, non c’è valle esente da rischi. Abbiamo sollecitato anche il registro dei tumori svizzero. Il Ticino, da solo, non può fare statistica, dovremmo avere la possibilità di raccogliere dati sull’intero asse autostradale, Italia compresa, per avere un quadro completo dei rischi e dei danni alla salute. Ricordo l’ex consigliere Respini che una volta mi disse: “Se un uomo inizia ad interessarsi all’ecologia, poi diventa un ecologista”. Se la gente si avvicina all’ambiente, capire, diventa un percorso naturale, non forzato. Un percorso appassionante. Pensare al futuro, parlare al futuro, con il massimo rispetto per le generazioni nuove. l’aria di domani 28 Agosto 2004 L’atomo scoppiato La giornata 9 agosto passerà alla storia come la data più nera nella storia del nucleare giapponese. Un’impressionante successione di incidenti ha colpito tre diversi impianti nel giro di poche ore. L’incidente più grave si verificato vicino a Kyoto, nella centrale di Mihama, della Kansai Electric. Quattro morti e altri sette operai in fin di vita. “Avevano il volto bianco a causa del tremendo calore sprigionato dalle radiazioni” dice un medico che si è occupato dei primi soccorsi. Altro che sicurezza assoluta! Nel giro di poche ore altri due impianti subiscono incidenti di 13 rilievo, ma senza perdite radioattive. A Shimane una centrale della Tepco si è ritrovata nell’emergenza a causa di un incendio nei magazzini delle scorie. All’altra estremità del paese, a Fukushima, un altro impianto della Tepco registra una perdita di acqua dal generatore. Nei prossimi numeri inizieremo un’inchiesta sul mondo del nucleare. Si è davvero sopìto il desiderio di creare nuove centrali atomiche? Ne parleremo con il coordinatore di “Corrente senza nucleare” e militante antiatomico Egon Schneebeli. Numero 8 l’aria di domani 28 Agosto 2004 Il governante si porta a casa il lavoro Le migliori menti del reame si sono tormentate per cercare di capire cosa abbia voluto dire Silvio Berlusconi con il suo look da discotecaro. In realtà, come sospettavamo, la “bandana” non dice nulla. Serve a nascondere un trapianto di capelli che è la continuazione logica del recente lifting luganese. Il cavaliere aspira all’immortalità. Ma non è solo questione di prestanza fisica. Cosa c’è sotto al fazzoletto? L’ eternità, certo, ma non solo fisica, anche politica. Lo dimostra il luogo stesso dell’incontro con Tony Blair: la mega-villafortezza-baia-pugno-inun-occhio di Sardegna. Un castello, una piramide balneare destinata ad accogliere il Governo italiano. Per sempre. 14 Numero 8 l’aria di domani Come si è permesso di perforare una grotta tra gli scogli per ingrandirla, costruendo un tunnel di approdo come misura di sicurezza per una possibile visita di Bush ? Segreto di Stato. Sicurezza nazionale. Maggio 2004 Villa Certosa in costruzione Segreto dei segreti. Mentre l’Italia è sotto scacco, nella sua villa dai molti cunicoli e passaggi segreti (come si addice Il mausoleo ai veri dittatori) lui riceve la ciurma dei suoi fedeli. Ci sono della presunzione pure sette primi Ministri in Mentre l’Italia trema sotto le prenotazione per visitare lui e il continue minacce di stragi da suo “resort”. parte di presunti terroristi, mentre “i poveri sono sempre più poveri”, il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, l’uomo più ricco d’Italia (nonché trentesimo nella classifica mondiale con un patrimonio stimato in 10 miliardi di dollari) riceve Tony Blair nella villa abusiva di Porto Rotondo in Sardegna. Un “mostro edilizio” da 2500 metri quadrati con 50 ettari di terreno, 1600 cactus, sette piscine, un lago artificiale (alimentato da una fonte pubblica), un anfiteatro finto greco da 400 posti. Cinquecento metri di interdizione alla navigazione e forze di sicurezza in cielo, in terra, in alto mare, dovunque. Come ha potuto, lui, aggirare le leggi sulla protezione del paesaggio, ignorare la tutela dell’ambiente? Meglio una sana calvizie Mentre a Milano si soffoca e si pranza alla mensa dei poveri di ferragosto, mentre Al Qaeda minaccia di bruciare l’Italia, nelle sue stanze lui si fa bello con un trapianto di capelli che nasconderà con un ridicolo fazzoletto in testa. 16 agosto, Porto Rotondo presidiata dalle forze dell’ordine. Arriva Tony Blair con la moglie. La coppia per prepararsi allo 15 28 Agosto 2004 shock ha dovuto passare una settimana di vacanza con quello scoppiato di Keith Richard dei Rolling Stones. Il fazzoletto in testa a Berlusconi, l’ormai famosa “bandana” che ha fatto rotolare il mondo dalle risate cela l’ultimo capriccio del Cavaliere: un trapianto di capelli, forse solo per paura di non reggere il confronto con i riccioli ribelli del leader libico Gheddafi nell’incontro del 25 agosto. Villaggio turistico per pirati Un vero bunker protetto da qualsiasi attentato terroristico con armi convenzionali, biologiche o chimiche. Ora si scopre che si tratta della fortezza che ospiterebbe il Governo in una situazione d’emergenza. La fortezza…come nel Medioevo. Fuori da questo ridotto nazionale, esposti ai gas nervini della vita quotidiana, ci siamo tutti noi, che viviamo il nostro tempo sotto le minacce e le controminacce preventive. Dentro c’è lui, che non si sa bene in quale era stia credendo di vivere, convinto che la sua condizione di imperatore durerà per l’eternità, coperta da mille segreti, al riparo da peste bubbonica e toghe rosse. Lui che le guerre se le va a cercare, con Bush e Blair. In realtà Villa Certosa fa più paura delle minacce terroristiche di Al Qaeda. l’aria di domani Numero 8 28 Agosto 2004 GAB 6500 Bellinzona 1 Caro ex-direttore, ti ho incontrato l’altro giorno sulla soglia del tuo piccolo regno. Era la prima volta che tornavo sul luogo di lavoro dove ho vissuto 18 anni della mia vita. Forse non dovevo venirci. Di certo non avrei dovuto incontrarti. Mentre stavo per salutarti in modo tutto sommato affettuoso, hai subito sparato una delle tue cavolate peggiori. “Hai speso - mi hai detto - i soldi che ti abbiamo dato per un’iniziativa votata al fallimento come è un giornale...”. Mettiamo subito in chiaro una cosa: quelli non sono, caro direttore, “i soldi che mi avete dato” come dici tu. No. Quelli sono semplicemente i soldi puliti, che mi sono guadagnato in una mezza vita di lavoro all’insegna di un’ineccepibile integrità. È il danaro previsto dal contratto collettivo di lavoro (mai sentito nominare?). In più, come sai, c’era anche una sorta di risarcimento per i bastoni fra le ruote, gli intralci, le scelte strategiche sbagliate e i danni che mi hanno causato persone come te e il tuo “luogotenente” Edy Salmina. Non ho altro da dirti, caro direttore, tranne una cosa: l’aria di domani non è un’iniziativa votata al fallimento. Certo, lo so, preferirei avere anche una concessione mineraria in una zona aurifera dell’Alaska. Ma io, come tutti i miei collaboratori, amo profondamente il mio mestiere. Ancor più da quando, con un gesto di coraggio e di ribellione, ho speso quei soldi per fare un giornale come tu non riusciresti Impressum neanche a pensarlo. In ogni caso ricordati che il mio modo di spendere sarà sempre meglio di certi l’aria di domani Direttore responsabile: Sidney Rotalinti tuoi modi di risparmiare. Tutto quello che dovremmo sapere sul degrado dell’ambiente e delle istituzioni l’aria di domani C.P. 2496 6501 Bellinzona Telefono: (+41) 076 309 14 67 www.the-flying-mountain.com [email protected] Abbonamento annuo fr. 38.- (12 numeri) Prezzo in edicola: fr. 5.-. 16