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Marzo 2011
VETRINA/ALBUM
Le novità del mese
Raphael Gualazzi, Subsonica, Roberto Vecchioni, Modà, Mauro Ermanno
Giovanardi, Giusy Ferreri, Roxette, L’Italia nelle canzoni, Tricarico, Simona
Bencini, Sara Bareille, Gregg Allman, Modena City Ramblers, Rod Stewart,
Wanda Jackson, Merolla, Musica Nuda, Smart Cops, Ricky Martin, Ruben,
Marlowe, Simona Barbieri McKenzie
RAPHAEL GUALAZZI
Reality and fantasy
Prod.: R. Gualazzi
Sugar 8033120982262
****
Unico vero personaggio emerso alla ribalta nel girone
“nuova generazione” dell’ultimo festival di Sanremo – da
molti avvicinato a icone come Buscaglione e Conte, ma
dotato di propria e inconfondibile personalità – nonché
premiato sia dalla critica sia dalle giurie della
manifestazione, Gualazzi debutta ufficialmente sul mercato con un album scoppiettante di
idee stilistiche, virtuosismi pianistici e autentico talento: la cifra ruota intorno al jazz
(Caterina Caselli Sugar, artefice della sua scoperta, tenta con lui di ripetere l’operazione già
felicemente riuscita attingendo al genere lirico con Andrea Bocelli e al pop-rock con Elisa: e
le premesse di successo ci sono tutte), dunque proprio dal terreno jazz – dove Gualazzi
vanta già numerose esperienze a livello internazionale, come esibizioni in rassegne di
prestigio e locali di tendenza – si sviluppa il discorso musicale del trentenne artista, per
approdare alla canzone rivoluzionandone I modelli e creando un ponte ideale fra il mondo
dei “puristi” (che difficilmente potranno contestare la sua versione dell’evergreen Caravan
di Ellington, in chiusura della raccolta) e lo scenario della nuova musica italiana. Debutto di
lusso, con grandi premesse e promesse per la sua futura carriera. (Mario De Luigi)
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SUBSONICA
Eden
Prod.: Subsonica
Virgin 50999 0974292 5
***
Bisogna dirlo subito. Gli ingredienti principali di questa
originale band ricca di talenti sembrano essere già stati
messi sul piatto nella discografia precedente. “Eden” è una
sorta di ripasso di ciò che è stato fatto fino ad ora,
insomma: quello che in genere viene definito un album “di
transizione”, anche se la differenza sostanziale, rispetto
soprattutto al precedente “L’eclissi”, è l’alleggerimento delle sonorità che si fanno meno
dense. La qualità rimane buona ma i guizzi sorprendenti sono pochi. Non mancano quindi le
morbide ballate che mettono in evidenza la timbrica unica di Samuel (la title track, Sul
sole, Quando, Istrice, quest’ultima una sorta di secondo tempo de “Il cielo su Torino”) e
brani più veloci con sonorità elettroniche, marchio di fabbrica del gruppo torinese, (vedi il
drum ‘n bass Il diluvio). Ma la canzone che colpisce l’attenzione di chi conosce bene la
band è senz’altro Benzina ogoshi: un frenetico elenco di accuse stereotipate sia riferite ai
Subsonica stessi (“Non siete riusciti a bissare Microchip emozionale”. “Non si capiscono le
parole, quando fai così sei troppo commerciale”), sia tipiche della vita di ognuno suggerite
dai fan stessi (“non sei riuscito a concludere nulla, non sei riuscito a farti rispettare, non sei
riuscito a diventare qualcuno, non sei riuscito a farmi stare bene”, ecc.), il tutto urlato su
un ritmo martellante, ballabilissimo. La funzione si discosta completamente dallo stile
Subsonica e, con l’aiuto dei Righeira, riproduce sonorità anni ’80 con un testo scandito che
gioca sulle “modalità seduttive di Boosta”. Infine segnaliamo la sensuale Serpente e
l’azzecato titolo della “politica” Prodotto interno lurido. Bisogna dirlo ora. Come spesso
accade con gli album dei Subsonica l’ascolto prolungato migliora il giudizio iniziale. (Katia
Del Savio)
ROBERTO VECCHIONI
Chiamami ancora amore
Prod.: Vari
Universal 0602527636061
***1/2
Non era preparato alla sua partecipazione al Festival di
Sanremo e forse neanche alla vittoria, Roberto Vecchioni.
Non aveva un album di inediti da promuovere ma ha
accettato l’invito di Gianni Morandi e Gianmarco Mazzi e a
quindi deciso di uscire con un disco, naturalmente intitolato
“Chiamami ancora amore”, che contiene alcuni inediti,
delle cover e delle collaborazioni con altri artisti. La vincitrice del Festival è un giusto mix
fra “canzone impegnata” e canzone d’amore; se poi aggiungiamo la coinvolgente
interpretazione di Vecchioni il cocktail non poteva che portare a questo meritato
riconoscimento per il professore. Un commuovente testamento d’amore è Mi porterò, e un
soldato moribondo che teme di non riuscire a tornare a casa è il protagonista de La casa
delle farfalle. Il resto del disco procede con sette rifacimenti riarrangiati di brani dello
stesso Vecchioni (comprese Dentro gli occhi con Ornella Vanoni, Love Song (Despedida) con
Federica Fronabaio al pianoforte e Il nostro amore con Dolcenera) e le cover Lontano
lontano di Tenco e Hotel Supramonte di De André. (Katia Del Savio)
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MODA’
Viva i romantici
Prod.: O.Grillo
Ultrasuoni ULT11001
****
Ci hanno riprovato a Sanremo e ce l’hanno fatta. Con questo
nuovo album di 11 brani, prodotto da Ultrasuoni, che
contiene Arriverà, il singolo che si è aggiudicato il secondo
posto alla 61° edizione di Sanremo interpretato in duo con
Emma, i Modà riconfermano di avere fatto proprio il
modello “ballata romantica” che però dimostra di avere
moltissima presa tra il pubblico, sensibile allo vocalità e al “bel canto” italiano. Non
potevano mancare Sono già solo e La notte, i brani che hanno portato la band alla ribalta.
Viva i romantici, che dà il titolo all’album, è la più rappresentativa del disco, dedicata a
chi ha creduto e non creduto in loro. Nelle bonus tracks, oltre a Mani inutili in versione
radio edit, anche Urlo e non mi senti, portata al successo da Alessandra Amoroso. Un bel
disco, che la voce e la personalità di Francesco Silvestre riescono ad impreziosire in modo
fondamentale. (Cristiana Vianello)
MAURO ERMANNO GIOVANARDI
Ho sognato troppo l’altra notte?
Prod.: R. Vernetti e L. Rescigno
Sony Music 88697718372
***1/2
Un album affascinante e strano, complesso nella sua
semplicità, pieno di spunti ma in qualche modo alterno. Il
tutto coerente con quella che da sempre è stata la linea
artistica di Mauro Ermanno Giovanardi e della sua estensione
La Crus, basti pensare alla scelta di presentarsi a Sanremo
con il nome del duo formato con Cesare Malfatti ma poi
pubblicare l’album a nome proprio. Insomma, questo è, prendere o lasciare. Ed è meglio
prendere perché queste 10 canzoni coprono tutti volti dell’artista; dalla maestosa e
sanremese Io confesso alle operazioni di quasi-nostalgia beat che attraversano Bang Bang e
Se perdo anche te di Neil Diamond con il testo di Franco Migliacci per Gianni Morandi. Ma il
Giovanardi che ci piace è altrove: è in parole come “Vieni a scovarmi appena puoi/Vieni coi
cani e gli avvoltoi/mischia i miei lividi coi tuoi fino a che possiamo dire noi” (Lascia che)
con le quali sbriciola il romanticismo in una dimensione contemporanea. E’ ne Il diavolo dai
toni western alla Morricone; è in Desìo nella quale il sentimento poetico si avvolge di un
tono autoriale di assoluta purezza. (Antonio Orlando)
GIUSY FERRERI
Il mio universo
Prod.: Vari
Sony Music 88697853572
***1/2
Sul palco della 61° edizione di Sanremo Giusy Ferreri ritorna
in posizione di primo piano, ruolo che aveva lasciato in
sospeso dopo i primi successi arrivati dalla sua indiscutibile
vittoria a “X-Factor”. Una Giusy Ferreri non solo cantante e
con la consueta bella voce, ma anche capace di sfoderare
una maturità e personalità interpretativa. “Il mio universo”
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è il nuovo album di 13 brani siglati alla produzione da grandi musicisti, tra cui Enrico
Ruggeri, Rudy Marra, Massimiliano Zanotti, Francesco Bianconi, Luca Rustici e Ania, Gennaro
Cosmo Parlato. Anche la Ferreri tra gli autori dei i brani dell’album: da Il mare immenso, il
pezzo sanremese che porta la firma di Rustici, Bungaro e Max Calò, ad uno dei brani più
rock, Rossi papaveri, a Pareti, Tacere, Niente promosse, Linguaggio immaginario. La
ricchezza di collaborazioni rende vario questo nuovo album che rispetta le caratteristiche
musicali e vocali della Ferreri, ma che, ricco musicalmente di nuovi validi spunti, rende
proficua l’attesa di questi anni. (Cristiana Vianello)
ROXETTE
Charm school
Prod.: M.Fredriksson, P.Gessle, C.Öfwerman, C.Lundqvist
Capitol/EMI 50999 07142727
***
Bentornati Roxette, pericolosamente uguali a se stessi e
insieme attuali. Così si ripresenta il duo svedese, a 10 anni
di distanza da “Room service” e dopo la malattia di Marie
Fredriksson, portandosi appresso retaggi degli anni ’80 ma
senza sembrare fuori luogo, perché bisogna riconoscere che
il panorama musicale odierno sta andando ad attingere a
piene mani nell’Eighties style: non stonano affatto certe sonorità, arrangiamenti e tastiere
di Way out e Only when I dream, brani di un energico pop-rock che ricorda quello degli
inizi (e che fece la fortuna dei Roxette), o della stessa She’s got nothing on (but the
radio), il pezzo in rotazione radiofonica. Tra recupero del passato – Dream on, per inciso,
richiama vagamente i R.E.M. di “Automatic for the people” – e melodie nuove non mancano
tocchi di poesia, in cui ritroviamo la vocalità limpida e cristallina di Marie (Speak to me, No
one makes it on her own, In my own way). (Elisa Giovanatti)
AA.VV.
L’Italia nelle canzoni
Ala Bianca ABR 128554024-2 (3 Cd)
****
Attingendo all’enorme catalogo di canti popolari dei Dischi
del Sole – e approfittando della ricorrenza dei 150 anni
dall’Unità d’Italia – il gruppo Ala Bianca ha varato
un’operazione particolarmente impegnativa, ovvero
raccontare la storia del nostro Paese attraverso brani della
tradizione (si parte addirittura dal 1797, per arrivare quasi
ai giorni nostri), registrati sul campo o riproposti in chiave
di ricalco da interpreti sopra ogni sospetto per rigore storico e sensibilità espressiva – basti
citare Caterina Bueno, Michele L. Straniero, Sandra Mantovani, Fausto Amodei, Giovanna
Marini, Ivan Della Mea, Paolo Pietrangeli, oltre a moltissimi altri – in una strordinaria
compilation i cui temi spaziano dal Risorgimento alla grande guerra, dalle lotte proletarie
alla propaganda fascista, dalla Resistenza alle vicende politiche e sociali italiane degli
ultimi decenni. 86 brani in tutto, distribuiti su tre Cd, a dipingere un affresco per voci,
parole e musica della nostra storia reale. (Mario De Luigi)
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TRICARICO
L’imbarazzo
Prod.: Ferdinando Arnò-Massimo Martellotta
Sony Music 88697858412
***1/2
Il folletto Francesco Tricarico ci regala un nuovo album
poetico e ricco di orginalità, anticipato dall’assaggio
sanremese Tre colori (secondo noi ingiustamente escluso nel
corso della penultima serata), brano scritto da Fausto
Mesolella. La canzone, che come noto era stata inizialmente
presentata ma rifiutata allo Zecchino d’Oro, celebra senza
retorica, ma con dolcezza, l’unione fra tre “fazioni” di soldatini: quella bianca, quella
verde e quella rossa. Chitarre grezze in stile R.E.M. sostengono il brano di apertura Una
selva oscura, accompagnata sul finale da un coro di bambini. L’impronta rock caratterizza
tutto l’album, sia nelle canzoni prodotte da Ferdinando Arnò sia da quelle curate da
Massimo Martellotta, e inserti di archi e programmazoni di tastiera donano ulteriore
freschezza e originalità agli arrangiamenti. Bella Da soli io e te, che in modo delicato
descrive una storia d’amore che non riesce a decollare. I testi sono tutti da seguire con
attenzione perché non di impatto immediato. (Katia Del Savio)
SIMONA BENCINI & L.M.G. QUARTET
Spreading Love
Prod.: Simona Bencini & L.M.G. Quartet
Groove Master Edition/Egea GME 010
****
Tra un musical (Jesus Chist Superstar) e altre storie, Simona
Bencini ha trovato anche un po’ di tempo per fare un salto
in sala di registrazione e dare alla luce “Spreading Love”,
progetto discografico che coniuga la tradizione jazz con le
sonorità più moderne della world music. Ad accompagnarla
in questa ‘dilagante’ avventura c’è il L.M.G. Quartet capitanato da Mario Rosini, artista di
straordinaria caratura sia come pianista che come cantante. Dieci tracce in cui l’avvolgente
voce soul della Bencini si manifesta nel pieno delle sue potenzialità e dona nuova anima, ad
esempio, a standard come The Man I Love dei fratelli Gershwin o I’m Just Like So-and-So
di Duke Ellington. Ma a sorprendere sono gli inediti della coppia Bencini-Rosini,
perfettamente inseriti nel fil rouge dell’album a formare un lavoro compatto e unitario.
Dall’iniziale title track a When You Told Me Goodbye; dalla bossa jazz Capoinera fino al
duetto conclusivo di Stay. Tra le altre, una rilettura di Geraldine degli Yellow Jackets con
testo scritto dalla Bencini e dedicato a sua figlia Sofia Jasmine. Un disco prezioso e
raffinato. Per intenditori. (Andrea Direnzo)
SARA BAREILLES
Kaleidoscope heart
Prod.: Neal Avron
Epic/Sony Music 88697823282
***1/2
Non ripete forse – questo “Kaleidoscope heart” – lo stato di
grazia del precedente “Little voice”, primo album di Sara
Bareilles per la Epic, ma si attesta ad ogni modo ben al di
sopra della media. Tra brani pop-rock briosi e frizzanti
(Gonna get over you, King of anything) e ballate che si
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avvicinano per intensità alla passata “Gravity” (Hold my heart, The light e l’ottima
Breathe again), la cantautrice americana sfodera nuovamente introspezione, arguzia e
capacità di scrittura, andando a scandagliare il complesso universo femminile. Non è affatto
un caso l’indovinata immagine del caleidoscopio, oggetto che in un avvicendamento
continuo contiene colori e immagini sempre cangianti, frammenti e figure complete, così
come un cuore può ospitare il più complesso groviglio di sentimenti. Fondamentali, a questo
proposito, le prime due canzoni, in un certo senso programmatiche: la titletrack (fulmineo
ma azzeccato prologo, cantato a cappella) e Uncharted, vero fulcro dell’album, chiariscono
dal principio quale sia il terreno in cui ci stiamo addentrando con l’ascolto. (Elisa
Giovanatti)
GREGG ALLMAN
Low Country Blues
Prod.: T Bone Burnett
Rounder 0011661859524
***1/2
Il nome è una garanzia della qualità di una miscela fatta di
elementi blues, più o meno classici, e visione “rock sudista”
degli stessi. Con la consueta maestrìa produttiva di Burnett
e il supporto di musicisti di vaglia (tra cui Mac “Dr. John”
Rebennack), il musicista georgiano riprende brani di Muddy
Waters, Skip James, B.B. King, Otis Rush, Amos Milburn e
altri, aggiungendo una bella composizione rock-blues scritta insieme a Warren Haynes (Just
Another Rider), e un paio di brani tradizionali. All’interno di detti “confini”, ne risulta un
album solido e variabilmente strutturato, giocato prevalentemente sui tempi lenti e medi.
Tra i momenti migliori segnaliamo Floating Bridge, I Can’t Be Satisfied, le ballad I Believe
I’ll Go Back Home e la terzinata Please Accept My Love. Ma forse è soprattutto Devil Got
My Woman a mettere particolarmente in risalto la flessibilità e la sensibilità interpretative
di Allman. (Gianni Del Savio)
MODENA CITY RAMBLERS
Sul tetto del mondo
Prod: Modena City Ramblers
Mescal/Universal 3000394
** 1/2
Dodicesimo album per i Modena City Ramblers, che celebra
con un pizzico di tristezza la chiusura dell’Esagono, lo studio
di registrazione che ha visto nascere una buona parte dei
lavori della folk band emiliana. Una sottile vena malinconica
legata, forse, proprio a questa separazione forzata percorre
in tutta la sua lunghezza “Sul tetto del mondo”, lasciando l’impressione di un commiato
intenzionalmente frettoloso onde evitare imbarazzanti lacrime. L’album si apre con
AltrItalia e I giorni della crisi, due brani ispirati alle alterne vicende del Paese, e prosegue
come d’abitudine sui binari di un folk-rock che questa volta, più di altre, guarda con
fierezza alla tradizione irlandese e si concentra sulle vicende umane del gruppo. Ciò non
toglie che qua e là facciano capolino piccoli guizzi di creatività come in occasione di La
mosca nel bicchiere, uno sgangherato cabaret, e Povero diavolo, canzone dalle dantesche
atmosfere. A dare un’ulteriore spinta al disco ci pensa il percussionista Tony Esposito
co-protagonista di ¡Que viva Tortuga! Per il resto “Sul tetto del mondo” lascerà ancora una
volta i fan ben saldi sul proprio gruzzolo di certezze. (Matteo Ceschi)
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ROD STEWART
The best of… The great American songbook
Prod.: Vari
J Records/Sony Music 886978300621
***
Raccogliendo il meglio della serie “The great American
songbook”, questo “best of” corona un percorso iniziato
otto anni fa e che ha visto Rod Stewart pubblicare – con
successo – cinque volumi di intramontabili standard
americani. Da Rodgers e Hart a George e Ira Gershwin,
Stewart rilegge con sensibilità brani entrati nella storia
della musica (ma anche del cinema e dell’immaginario comune) da decenni: in You’ll never
know, unico brano inedito, prodotto da Richard Perry, sembra quasi trattenere tutte le
proprie potenzialità vocali a vantaggio della delicatezza ed intimità dell’atmosfera; insieme
a Stevie Wonder interpreta What a wonderful world, in una tracklist senza tempo che
comprende pezzi come The way you look tonight, Time after time, These foolish things,
Someone to watch over me o Bye bye blackbird (queste ultime in due nuovi remix). (Elisa
Giovanatti)
WANDA JACKSON
The Party Ain’t Over
Prod: Jack White III
Nonesuch/Third Man Records 7559-79784-5/TMR031
****
Ormai definitivamente finita la gratificante esperienza con i
White Stripes — come si legge in un lungo comunicato
apparso sul sito dell’etichetta Third Man — il prolifico Jack
White si lancia a capofitto in una nuova avventura sonora: al
suo fianco questa volta, non più Meg, ma l’inossidabile
regina del rockabilly, Wanda Jackson, ruvida versione femminile di Elvis Presley. Grazie al
suo fascino mefistofelico il musicista e produttore di Detroit, così come era già capitato in
passato con la star country Loretta Lynn, riesce a convincere la Mrs. Jackson a tornare dopo
un lungo periodo di silenzio in studio per incidere un infuocato album di cover. “The Party
Ain’t Over”, registrato nel quartiere generale di White a Nashville, parte subito in quarta: la
chitarra di White impone il ritmo a Shakin‘ All Over e alla briosa Rum and Coca-Cola. In un
tripudio di dense atmosfere anni Cinquanta, esaltate da arrangiamenti molto rispettosi delle
mode dell’epoca ma per nulla nostalgici, trovano spazio un paio di cover tutt’altro che
scontate: Thunder on the Mountain di Bob Dylan, coinvolgente come una sparatoria in un
film di Tarantino, e You Know I’m No Good di Amy Winehouse. Chiude l’album Blue Yodel
#6, intimo duetto voce e chitarra, ideale per la colazione di ogni rocker che si rispetti.
(Matteo Ceschi)
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MEROLLA
Fratammè
Prod.: Ghetto Nobile by Jesce Sole
Ghetto Nobile by Jesce Sole/Edel GNE 020643
****
Battito, pulsione, energia, impegno. È Ciccio Merolla. È il
suo modo di essere uomo e artista, che non si risparmia, che
riversa tutto se stesso nella musica. “Fratammè” è il suo
ultimo lavoro, sanguigno e vero, come vera è la sua faccia in
primo piano sulla copertina del disco. Insieme a questa, i
suoi occhi, intensi, velati da una strana espressione, tipica
di chi non si arrende davanti alle brutture del mondo, di Napoli in particolare, la sua città,
crocevia di uomini, razze, culture, lingue e inevitabilmente di fermento creativo. Merolla,
da talentuoso percussionista qual è, ha nelle vene il fuoco del ritmo, che si mischia alle
sonorità arabe (Arabian Groove) e ai versi da rapper (‘O viaggio), territorio privilegiato del
nostro. Protagonisti di alcuni brani sono personaggi tra folclore e realtà, ad esempio in O’
Pitbull e in L’assessore. C’è spazio anche per un brano strumentale, Black Naples, e per
una nuova versione di P’o’ show. La vera chicca, però, è rappresentata da Mostro, una
personale rilettura irriverente e giocosa della famosa “Brava” di Mina. Tra gli ospiti del
disco: James Senese al sax, Brunella Selo alla voce, Il Giardino dei Semplici e Sabrina Guida
ai cori. (Andrea Direnzo)
MUSICA NUDA
Complici
Prod.: Petra Magoni e Ferruccio Spinetti
Blue Note 50999 0260032 1
***
Se un duo contrabbasso voce funziona da anni, in modo mai
scontato, mai banale, una ragione dovrà pur esserci. E
ascoltando “Complici”, il primo album di inediti dei Musica
Nuda, si capiscono i motivi. Per prima cosa la voce, con cui
Petra Magoni gioca come se fosse materia da costruire a cui
dare continuamente nuova forma. Secondo: il contrabbasso,
che Ferruccio Spinetti usa come fosse un’intera orchestra trasfigurandolo in mille altri
strumenti con timbri diversi. L’album, pubblicato da EMI su etichetta Blue Note Records, si
compone di 14 tracce, di cui 11 inedite. Le cover sono Mirza di Nino Ferrer, Mon Amour di
H. Salvador in francese, Felicità di Lucio Dalla; da segnalare anche una particolare versione
dell’Aria 4 Corda di Bach con testo di Al Jarreau in inglese. Gli autori, oltre che Petra e
Ferruccio, sono Pacifico, Max Casacci dei Subsonica, Carlo Marrale e altre firme di
prim’ordine del panorama italiano. Un album essenziale, senza fronzoli, mai sopra le righe,
pieno della fantasia della voce di Petra Magoni e del contrabbasso di Ferruccio Spinetti.
(Cristiana Vianello)
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SMART COPS
Per proteggere e servire
Prod.: Smart Cops
La Tempesta Dischi 042
***
Quattro schegge impazzite (Marco Rapisarda, Nicolò Fortuni,
Edoardo Vaccai e Matteo Vallicelli) compongono il folle
gruppo Smart Cops, che arriva all’esordio discografico
ufficiale (dopo aver pubblicato tre 45 giri stampati negli
Stati Uniti e in Danimarca) già con alle spalle tour in
America, Israele ed Europa. Un punk-garage-rock
velocissimo si concentra soprattutto su una serie di attacchi a stereotipati comportamenti
della polizia con aggressività e ironia. Meglio insabbiare, Il cattivo tenente, La soffiata, La
legge del più debole, questi sono solo un esempio dei titoli di un album provocatorio che
non lascia indifferenti nemmeno i piedi che devono per forza muoversi sotto alla scrivania.
Il cantante Marco Rapisarda viene da un esperienza di fondatore di altri gruppi punk, di
collaborazione con gruppi americani e di direttore dell’etichetta indie Hell, Yes!. (Katia Del
Savio)
RICKY MARTIN
Musica alma sexo
Prod.: Visin & Yandel-Child
Sony Music 88697544722
***
“Musica alma sexo” parte subito con Màs, un inno alla vita
sostenuto da un robusto tappeto dance. Ritmi più dolci e
latini si fanno apprezzare in Lo mejor de mi vida eres tu
(presente anche in inglese, cantata in duetto con Joss
Stone) e nella sensuale Cantame tu vida, accompagnata da
percussioni, chitarra acustica e flauto di pan. Tu y yo è
invece una ballata che parte con sonorità “amniotiche” per aprirsi a una più convenzionale
canzone romantica, con violini in primo piano, che potremmo definire sanremese. Te busco
y te alcanzo ha invece toni più drammatici e incalzanti, mentre No te miento si affida ad
arrangiamenti che vanno dal rock alla dance, e così via. Il nuovo album di Ricky Martin,
uscito a distanza di sei anni dal precedente (in mezzo oltre best of e pettegolezzi sulla sua
via privata), ha un’eterogeneità che giova all’immagine dell’artista portoricano, il quale
può conquistare differenti fasce di pubblico. (Katia Del Savio)
RUBEN
Il rogo della vespa
Prod.: Ruben
V Rec VREC031
***
Con Il rogo della vespa Ruben (alias Pierfrancesco
Coppolella) ci regala un disco (il quarto della sua carriera)
più parlato che cantato, sottolineato da buon rock (o
rock-blues come nella title track) con esplicite citazioni
sonore (vedi la seconda traccia Infezione che attinge a
piene mani a “I’m a man” dello Spencer Davis Group) e
concettuali (la Schiuma della terza traccia – singolo uscito la scorsa estate - ci ricorda tanto
quella dello “Shampoo” di Gaber), ma soprattutto con originale personalità. Ironia e
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riflessioni intime condiscono piacevolmente dodici tracce mai banali che riflettono sui mali
della società. Fra gli ospiti dell’album segnaliamo la cantautrice Veronica Marchi nella bella
Controluce e il violinista Michele Gazich in Dare e avere. (Katia Del Savio)
MARLOWE
Fiumedinisi
Prod.: Paolo Messere
Seahorse Recordings SRCD039
***
Con il loro quarto disco i Marlowe affrontano cupe
tematiche sonore che più dalla Sicilia sembrano provenire
da una buia Scandinavia. Suono compatto, con note di
chitarra che a tratti escono dal seminato, diventando
languide (vedi In fondo alla gole, brano in cui compare
anche la voce di Angela Baraldi) e che a volte assomigliano
agli ultimi Marlene Kuntz. Bella The last day swimming, cantata in inglese, che sembra
proprio raccontare una nuotata notturna al ralenti. Le parole, praticamente sussurrate, non
hanno lo stesso bell’impatto sognante, nebbioso, della parte sonora. Forse la presenza dei
testi nel libretto avrebbe aiutato a capire meglio le intenzioni del quartetto composto da
Salvo Ladduca, Alfonso De Marco, Marco Giambronie e Paolo Indelicato. (Katia Del Savio)
SIMONA BARBIERI McKENZIE
Ridatemi le nuvole
Prod.:M. Zangirolami
Edel/ARS FV/1008
****
Una buona prima prova per una giovane cantautrice che
esordisce con un album dal vivo sapore celtico-folk
commentato da una voce fresca, delicata, ma incisiva.
Undici brani con influenze pop e nordiche che ricordano le
atmosfere di Enja e in qualche caso di Bjork, ravvivate da
un tocco elettronico. Di origini scozzesi, padroneggia 4
lingue e ha vissuto per molto tempo a Oslo, nutrendosi della musica, della cultura, e della
luce di quella terra. Al suo attivo ha già un duetto con Fabri Fibra nel brano “In alto”,
contenuto nell’ultimo album del rapper italiano. “Ridatemi le nuvole” composto in due
lingue, contiene 8 brani in inglese, 2 in italiano e una composizione dal titolo Cosmos. Da
segnalare il bel duetto bilingue con il rapper Danti dei Two Fitgerz nel brano All’ultimo
momento, primo singolo del disco. (Cristiana Vianello)
Copyright Musica e Dischi 2010.
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