Giornata della memoria (pdf - 249,0 KB)
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il giorno della memoria 2014 in cerca, qui, di una lingua poetica L'Olocausto ha spezzato la continuità delle categorie per pensare a Dio, la storia e il male, ma anche il linguaggio per cantare o piangere il mondo. Villaggio di Adba, al confine tra Iugoslavia e Ungheria: 8 novembre 1944. Un gruppo di ebrei, stremato dopo tre anni di lavori forzati e una “lunga marcia della morte”, è costretto a scavare una tomba nel terreno di un bosco. Dopo poche ore vengono finiti con un colpo di proiettile e gettati in quella stessa fossa, una fossa comune. Nel gruppo c'è anche Miklòs Radnòti, poeta e letterato. Circa venti mesi dopo l'esecuzione, il suo corpo è riesumato. Nella tasca interna dell'impermeabile viene trovata un'agenda di indirizzi, che custodisce dieci poesie - le ultime - scritte da Radnòti alla vigilia della propria morte. Tra questi testi, salvati per miracolo, si legge: Radice è ciò che sono, un poeta-radice qui a casa tra i vermi in cerca, qui, di una lingua poetica. Che ne è dunque della poesia dopo Auschwitz? O meglio, che ne è della poesia di Auschwitz, cioè dell'estremo tentativo di comunicare attraverso una lingua poetica tutto l'orrore e l'indignazione che ci viene dalla Shoah? Suggerimenti di lettura a cura della Biblioteca Classense Itzak Katzenelson, Canto del popolo yiddish messo a morte, Milano, Mondadori, 2009. LETTURA POESIA KATZENELSO I CANTO DEL PO 454808 Venite, disseccati, tritati, macinati, venite, disponetevi in cerchio, una ruota gigante intorno a me, un solo girotondo. Nonni, nonne, padri, madri con i bambini in grembo, ossa yiddish venite dalla polvere, dai pezzi di sapone. Apparìtemi, mostratevi a me tutti, venite tutti, voglio vedervi tutti, voglio guardarvi, voglio sul popolo mio messo a morte posare lo sguardo zitto, ammutolito. Allora canterò, sì, ecco l'arpa, io suono. Zbigniew Herbert, Rapporto dalla città assediata, Milano, Adelphi, 1993. LCD 891.851 HERBZ 01 283248 Una ragazza bionda si è chinata su una poesia. Con una matita affilata come un bisturi trasferisce le parole su un foglio bianco e le trasforma in trattini,accenti, cesure. Il lamento del poeta caduto in combattimento ha ora l'aspetto di una salamandra smangiucchiata dalle formiche. Paul Celan, Conseguito silenzio,Torino, Einaudi, 1998. LCD 831.914 CELAP 03 328939 Lontano, a Michailovka, in Ucraina, dove mi hanno ucciso padre e madre: cosa là fioriva, cosa là fiorisce? Quale fiore, madre, là ti fece male con il suo nome? Paul Celan, Poesie, Milano, Mondadori, 1998. LCD 831.914 CELAP 02 323012 Nelly Sachs, Poesie, Torino, Einaudi, 1971. Coll. EI. 16 179 LC 166957 Nelly Sachs, Poesie, Torino, Einaudi, 2006. LETTURA POESIA SACHS N POESIE 424220 Oh, i camini sulle ingegnose dimore della morte, quando il corpo di Israele si disperse in fumo per l'aria e lo accolse, spazzacamino, una stella che divenne nera o era forse un raggio di sole? Paul Celan, Nelly Sachs, Corrispondenza, Genova, Il melangolo, 1996. LCD 831.914 CELAP 06 309427 Primo Levi, Ad ora incerta, Milano, Garzanti, 1984. LCD 851.914 LEVIP 01 220521 Vorrei credere qualcosa oltre, Oltre che morte ti ha disfatta. Vorrei poter dire la forza Con cui desiderammo allora, Noi già sommersi, Di potere ancora una volta insieme Camminare liberi sotto il sole. Czeslaw Milosz, Poesie, Milano, Adelphi, 1983. LCD 891.851 MILOC 01 213413 Czeslaw Milosz, Trattato poetico, Milano, Adelphi, 2011. LETTURA POESIA MILOSZ C TRATTATO POE 473608 Là dove il vento porta il fumo del crematorio e viene il suono dell'Angelus dai campi lo Spirito della Storia si aggira sibilando. … La poesia sente troppo e dunque tace. Ripete ancora richiami lontani, e non sa reggere i contenuti nuovi. Poeti israeliani, a cura di Ariel Rathaus, Torino, Einaudi, 2007. LETTURA POESIE ANTOLOGIE POETI ISRAEL 440525 Dopo Auschwitz non c'è teologia: le cifre sugli avambracci dei prigionieri dello sterminio sono i numeri telefonici di Dio da cui non c'è risposta e ora, a uno a uno, non sono più collegati. Dopo Auschwitz c'è una nuova teologia: gli ebrei morti nella Shoah somigliano adesso al loro Dio che non ha immagine corporea né corpo. Essi non hanno immagine corporea né corpo. Kavanàh. Storie e canti della spiritualità ebraica di Moni Ovadia MAGMEDIA 300 1006 469284 ...come la limpidezza dei nostri fratelli i santi puri che sono caduti per mano degli assassini il loro sangue è stato versato ad Auschwitz Maidanek Treblinka e negli altri campi di sterminio in Europa e sono stati uccisi con morte inaudita e feroce... Paul Celan, La verità della poesia, Torino, Einaudi, 1993. Dewey 809.1 03 283365 A Paul Celan, nel 1960, venne conferito il Premio Büchner. In quella occasione tenne un discorso dal titolo Il meridiano, qui raccolto insieme a tutti gli scritti in prosa. Celan si provò a dire il significato della poesia, e trovò questa immagini: poesia non è nessun luogo concreto sulla carta geografica dell'immaginario e della mente dell'uomo. Essa è, piuttosto, come un meridiano: una linea ad un tempo verissima e inesistente che indica una direzione attraverso molti territori. Su questa linea a ciascuno è dato di tracciare il proprio cammino verso quella verità che appare sempre più lontana da chi è assediato dalla civiltà del rumore e del fatuo. Czeslaw Milosz, La testimonianza della poesia. Sei lezioni sulla vulnerabilità del Novecento, Milano, Adelphi, 2013. LETTURA 891.8 MILOSZ C 482449 Nei primi anni Ottanta, appena insignito del Nobel, Milosz fu chiamato dall'Università di Harvard a presentare, in sei lezioni, le sue idee sulla poesia. E della poesia decise di privilegiare la funzione ai suoi occhi più importante, vale a dire la miracolosa capacità di offrire una testimonianza sull'epoca a cui appartiene. Tre generazioni di scrittori a confronto. Saggi sulla letteratura israeliana, a cura di Yigal Schwartz e Gabriella Steindler Moscati, Napoli, Editoriale scientifica, 2009. LETTURA 892.4 SCHWARTZ Y 460347