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Personalmente ho optato per il mese di marzo; nel 2010 scelta pessima per il meteo: 5 giorni di neve, 3 di sole il resto pioggia e sempre un vento gelido. In compenso poca gente con più facilità a stringere amicizie e scambiare esperienze e pernottamenti assicurati negli albergue municipali che, oltre a essere molto economici (media di 5 euro a notte) sono anche i più belli, spesso ricavati in edifici antichi perfettamente ristrutturati. Attenzione alle calzature: mai nuove ma già collaudate, scarponcini da trekking leggeri ma non troppo sono l’ideale. Il bagaglio è un’altra questione importante; va portato sulle spalle, e il peso condiziona fortemente il proprio cammino. Bisogna rinunciare all’irrinunciabile, ma alla fine, oltre al sacco a pelo (quasi obbligatorio), due magliette, un paio di calzoni, due paia di calzettoni e di mutande, sandali/ciabatte, mantellina pioggia e a seconda della stagione giacca a vento più o meno pesante, oltre quello che si indossa, possono essere sufficienti. Come materiale di consumo oggetti da toilette, cerotti e qualche medicinale secondo necessità. Poi la questione del cibo: teoricamente non si dovrebbe portare nulla, la Spagna è un paese moderno e si trova tutto, però i negozi (orari 10-12 e 17-20 escluso Sabato e Domenica) sono aperti quando si è in cammino e lontano dai paesi. Non si può contare sui piccoli villaggi, spesso semiabbandonati e raramente dotati di negozio; un minimo di scorta va previsto, anche di acqua, perché le numerose fonti e fontane che si incontrano sono etichettate con “acqua non potabile”. Tutti gli albergue sono dotati di cucina, qualche volta senza stoviglie ma, salvo eccezioni, senza viveri; quelli lasciati da chi ci ha preceduto si limitano a una grande quantità di sale e nulla più. Per cucinare bisognerebbe portare tutto, soluzione impraticabile se si viaggia soli. Nei ristoranti si può mangiare con al massimo 10 euro, spesso sono vicini agli albergue, ma non sempre, così è necessario mettere in programma qualche cena saltata. Scelti gli scarponi e preparato lo zaino, cercando di tenerlo al di sotto dei 10 kg, siamo pronti a partire. L’aereo è il mezzo più veloce ed economico (via Parigi Biarritz all’andata, Santiago Madrid al ritorno). E’ anche più pratico del treno che richiederebbe un mosaico di prenotazioni diverse. Da Biarritz un trenino porta a St. Jean, magnifico villaggio medioevale, dove per la prima volta si prende contatto con gli altri pellegrini. Il giorno successivo si valicano i Pirenei, poi colline degradanti fino a Pamplona (consigliabile pernottare poco prima all’albergue di Trinidad de Arre), segue il monumento sull’Alto del Perdon e campagne ondulate con qualche paesino fino a Puente la Reina, dove si incontra chi proviene dal Cammino di Navarra. Da Estella si cammina in un deserto di grano; pochi ma interessanti paesi fino a Burgos il cui albergue potrebbe ospitare un hotel a 4 stelle; da qui inizia la meseta, altopiani con infiniti campi, rarissimi paesi spesso quasi abbandonati, rettilinei mozzafiato talvolta lungo strade asfaltate fino a Leon. Ancora grano e nulla fino ad Astorga; da qui si comincia a salire fino alla Croce di Ferro, punto più alto del Cammino a 1500 metri, poi giù a Ponferrada con il suo castello e risalita a O Cebreiro. Siamo in Galizia, il paesaggio cambia radicalmente, il Cammino serpeggia tra colline cosparse di fattorie e piccoli paesini fino a Santiago. Negli ultimi chilometri i pellegrini si moltiplicano, diventano una folla, che si accoda per visitare la tomba di san Giacomo ed abbracciare la sua statua sopra l’altare maggiore della Cattedrale. Sulla piazza antistante è bello ritrovare quelli che sono stati i propri compagni di cammino, magari persi di vista da giorni o settimane, ci si abbraccia e ci si saluta. Ritirata la Compostela, c’è chi torna a casa e chi prosegue per l’oceano. Ancora tre giorni e si passeggia sulla spiaggia raccogliendo conchiglie; un’ultima camminata fino al faro e in autobus il ritorno a Santiago. I pellegrini che si abbracciano davanti alla cattedrale sono ormai sconosciuti e nasce una profonda commozione quando, per caso, si riesce ancora a ritrovare qualche compagno del proprio cammino. Poi via, verso l’aeroporto e la propria casa; il volo è lungo e noioso: è incredibile pensare che abbiamo fatto almeno metà di questo viaggio a piedi. in alto “up” Inserto Speciale “Santiago de Compostela” Periodico della Sezione del Club Alpino Italiano di Vimercate Via Terraggio Pace n° 7 Tel. e Fax - 039 6854119 e-mail: [email protected] - www.caivimercate.brianzaest.it stampa Tipografia Ronchi Concorezzo 4 testo e foto di Enrico Bestetti Redazione: Paolo Villa (direttore) Federico Citterio (grafica) - Angelo Brambillasca Cesare Ronchi - Federico Tresoldi - Guido Lovati Luigi Cagliani - Maria Chiara Zeni - Sandro Borsa