il genitore digitale - Liceo Classico Dettori
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Il Genitore Digitale IL GENITORE DIGITALE Un network di genitori per prevenire gli acting out degli adolescenti In collaborazione con DIPARTIMENTO GIUSTIZIA MINORILE Ufficio Studi, Ricerche e Attività Internazionali Ministero della Giustizia Centro per la Giustizia Minorile Sardegna Ministero della Giustizia E ION T T Y G PP IN OLEN INA A M M H I A O FL AT V KN E N CH N IO T NA O S O M ER S P I IM LL U RB N E B IO T Y A C GR I N G DE IN T X SE AB G C N I A LK RO A ST ITI P S G PIN P A SL OM R EP A N I NT OA E R IP IOL T V I I S CH INE L O I N OG IO E R D O VI AT C ES AD IA Il Genitore Digitale INDICE IFOS in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime Direzione Responsabili di area pp. 5 pp. 5 pp. 6 1. Brevi Curricula degli Enti coinvolti nel progetto pp.7 1.1 Ufficio Studi, Ricerche e Attività Internazionali Dipartimento Giustizia Minorile 1.2 Centro Giustizia Minorile per la Sardegna pp. 8 1.3 IFOS - sezione Cyberbullismo 1.3.1 Le azioni dell’IFOS a livello locale (Cagliari) 1.3.2 Le azioni dell’IFOS a livello nazionale 1.3.3 Le azioni dell’IFOS a livello europeo pp. 11 pp. 13 pp. 20 pp. 21 pp. 9 pp.24 2. Analisi del problema pp. 24 pp. 26 pp. 27 pp. 29 pp. 31 pp. 32 pp. 33 pp. 35 pp. 35 IFOS 2.1 Premessa 2.2. Navigazione on line a rischio e nichilismo 2.3 Il Cyberbullismo 2.4 I videogiochi violenti 2.5 La violazione del copyright nell’ambito delle ricerche scolastiche 2.6 La visione di materiale pornografico, il contatto con adulti cyberpredatori sessuali, l’autoproduzione di materiale pornografico 2.7 I siti cerca persone e sesso senza impegno 2.8 La frequentazione di comunità online che enfatizzano le condotte etero e auto aggressive 2.9. L’evoluzione dei comportamenti in line a rischio 2 Il Genitore Digitale pp. 39 pp. 42 3. Obiettivi 4. Azioni 4.1 Selezione, formazione e supervisione dei Genitori Digitali 4.2 Le azioni on line dei Genitori Digitali 4.3 Le azioni off line dei Genitori Digitali 4.4 Le azioni promosse dall’IFOS pp. pp. pp. pp. 42 43 44 44 5. La dimensione innovativa 6. La valutazione dei rischi 7. Controllo e Valutazione in itinere ed ex post pp. 46 pp. 48 pp. 50 8. Modalità di adesione al progetto pp.52 pp. 53 8.1 Modulo A: Il Contratto pp. 62 9. La distribuzione dei proventi del progetto 9.1 Il sostegno economico all’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime pp. 62 pp. 63 10. Copyright e norme penali 10.1 Avviso legale pp. 63 IL GENITORE DIGITALE DIPARTIMENTO GIUSTIZIA MINORILE Ufficio Studi, Ricerche e Attività Internazionali Ministero della Giustizia 3 IFOS in collaborazione con Il Genitore Digitale IFOS in collaborazione con OSSERVATORIO NAZIONALE SUL CYBERCRIME DIPARTIMENTO GIUSTIZIA MINORILE Ufficio Studi, Ricerche e Attività Internazionali Ministero della Giustizia 4 Il Genitore Digitale DIREZIONE OSSERVATORIO NAZIONALE CYBERCRIME Isabella Mastropasqua, Direttore Direttore CGM Sardegna e Ufficio Studi, Ricerche e Attività Internazionali, Dipartimento Giustizia Minorile, Ministero della Giustizia Giovanna Allegri, Vice-direttore Funzionario, Assistente Sociale, CGM Sardegna Luca Pisano, Vice-direttore Psicologo psicoterapeuta, Direttore IFOS DIPARTIMENTO GIUSTIZIA MINORILE Ufficio Studi, Ricerche e Attività Internazionali Ministero della Giustizia C.G.M SARDEGNA MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Via Damiano Chiesa, 24 - Roma Tel. 06.68188239 [email protected] www.giustiziaminorile.it/rsi/contatti.asp Via Sassari 3 - 09123 - Cagliari Tel. 070. 654601 . 656868 [email protected] www.cgmsardegna.it/default.aspx CALL CENTER Via Sassari 3 - Cagliari Telefono: + 39 070. 654382 5 Il Genitore Digitale RESPONSABILI DI AREA DEL PROGETTO “Il GENITORE DIGITALE” SEDE OPERATIVA Via Palomba 70 - 09129 - Cagliari Tel./Fax: 070. 883557 [email protected] AREA PSICOLOGICA Luca Pisano psicologo psicoterapeuta Direttore Master in Criminologia IFOS AREA PEDAGOGICA Valeria Cadau, pedagogista e psicologa IFOS AREA SOCIALE Isabella Mastropasqua, Assistente Sociale, Direttore CGM Sardegna, Ministero della Giustizia AREA P2P: parent to parent Augusto Collini, genitore, parent peer educator Stefania Vacca, genitore, parent peer educator AREA LEGALE Massimo Simbula, Avvocato Studio Legale Simbula www.studiolegalesimbula.com 6 Il Genitore Digitale BREVI CURRICULA DEGLI ENTI COINVOLTI 7 Il Genitore Digitale 1.1 Dipartimento Giustizia Minorile, Ufficio Studi, Ricerche e Attività Internazionali, MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Direttore: dott.ssa Isabella Mastropasqua L’Ufficio Studi, Ricerche e Attività Internazionale, Dipartimento Giustizia Minorile, Ministero della Giustizia, diretto dalla Dott.ssa Isabella Mastropasqua, ha realizzato numerosissime attività funzionali a prevenire e contrastare la criminalità minorile. Tra le più rilevanti, segnaliamo per brevità quelle attivate negli ultimi anni: A) STUDI E RICERCHE • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Progetto “Gi.Gi. giovani e giustizia” Progetto di ricerca "Stop the deviant careers of Juvenile Criminals (STOP-CAR) Struttura sociale, selettività del sistema penale e realtà carceraria: un osservatorio sulla popolazione detenuta in Italia Progetto di ricerca “New Vision of Minority Rights” Programma Europeo Youth In Action La variabile di genere all'interno della giustizia minorile La mediazione penale e R.J Policonsumo e nuove droghe I minori e la criminalità organizzata La condizione dei giovani adulti detenuti Il consumo di stupefacenti tra i minori stranieri e risposte dei servizi La devianza di gruppo Gli atteggiamenti dei ragazzi ristretti nei confronti dei valori proposti dal trattamento Gli osservatori locali sulla devianza minorile Indagine sulle buone prassi nella giustizia minorile La total quality negli interventi sulle tossicodipendenza in ambito penale minorile La tutela della salute del minore sottoposto a misura privativa della libertà Le problematiche psicopatologiche nei servizi penali minorili Minori droga e criminalità organizzata Prescrizioni e permanenza in casa - studio sull'applicazione degli articoli 20 2 21 d.p.r. 448/88 OIM - I minori stranieri che delinquono, le misure giudiziarie e gli interventi di riabilitazione B) STUDI, RICERCHE E PROGETTI EUROPEI IN CORSO • • • • • • Progetto di ricerca “Tools In Network (T.I.N.)” - Programma Europeo Leonardo Progetto europeo "Family Roots" - Programma comunitario “Prevention and Fight against Crime European Paths towards a culture of lawfulness for young offenders and young persons at risk of marginalisation Progetto di ricerca sui minori abusanti Progetto Juvcrime “Analisi di causalità del reato minorile a livello micro e macro economico e valutazione dell’impatto sul benessere individuale e sociale delle misure di intervento” Restorative Justice and Crime Prevention 8 Il Genitore Digitale C) ATTIVITA’ INTERNAZIONALI Crime Prevention Network (E.U.C.P.N.) Rete Europea di prevenzione della Criminalità • Cultural mediation • Investigation of deviant behaviour by foreign minors in Italy and within the Juvenile Justice System • Conference on assistance to cross-border victimsin the European Union Stockholm, 4-6 september 2003 • European Crime Prevention Network - Sottogruppo Youth Crime - Vienna, 12 dicembre 2003 • COUNCIL DECISION of 28 May 2001 setting up a European crime prevention network • Rules of procedure for the European Crime Prevention Network • The Haugue Programme • Good pratiche methodology • Tampere European Concil October 1999 • Lussemburgo 2436° Council • Linee Crime Prevention 2004 D) CENTRO EUROPEO DI STUDI - C.Eu.S. - DI NISIDA Il Centro Europeo di Studi di Nisida nasce come Servizio finalizzato alla ricerca, monitoraggio e approfondimento dei fenomeni di devianza giovanile in Europa. Le attività del Centro Studi mirano a costruire un sistema di “conoscenza condivisa” sul funzionamento della giustizia penale minorile in Europa di supporto alla programmazione delle politiche legislative e di prevenzione sociale della criminalità minorile. Il Centro Europeo di Studi di Nisida ha avviato il lavoro di comparazione dei sistemi legislativi, delle politiche sociali e di giustizia di contrasto alla criminalità minorile nei vari Stati. Tra gli obiettivi primari del Centro Studi vi è la realizzazione di un Osservatorio Europeo permanente sul fenomeno della devianza penale minorile. Aperto ai servizi e agli operatori sociali, l’Osservatorio costituirà un laboratorio di studio e di approfondimento sulle legislazioni, sulle esperienze e sulle buone pratiche di intervento realizzate negli stati membri. 1.2 Centro Giustizia Minorile per la Sardegna, MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Direttore: dott.ssa Isabella Mastropasqua Il Centro per la Giustizia Minorile per la Sardegna è un ufficio del Dipartimento per la Giustizia Minorile con competenza sull’intera Regione Sardegna. Inizialmente accorpato al Centro di Roma, trova la sua sede a Cagliari il 3 novembre 1997. Insieme ai suoi Servizi (Ufficio di Servizio Sociale Minorenni Centro di Prima Accoglienza - Istituto Penale Minorenni ), dislocati nei territori di Cagliari, Sassari, Nuoro e Olbia, si occupa di giovani, appartenenti alla fascia d’età 14-25 anni, che vengono denunciati, dall' Autorità Giudiziaria, per un reato penale. I Servizi del Centro Giustizia Minorile accompagnano il giovane durante tutto il suo percorso giudiziario, sino alla sua fuoriuscita dal circuito penale o passaggio di competenza ad altri servizi; nel contempo gli offrono percorsi alternativi di crescita, formazione, etc. Il Centro per la Giustizia Minorile ha anche l’importante compito di promuovere progetti, interventi e azioni utili alla prevenzione e al superamento del disagio giovanile. 9 Il Genitore Digitale IFOS 10 Il Genitore Digitale 1.3 IFOS - Sezione Cyberbullismo L’I.FO.S - SEZIONE FORMAZIONE - nasce giuridicamente nel 2000, ma lo staff di professionisti del sociale che lo compone opera nel settore dal 1997. Le numerose collaborazioni con i massimi esperti in ambito socio-sanitario e con le più importanti Università Italiane delle quali sin dalla sua nascita l’I.FO.S si è avvalso, hanno dato lustro e accresciuto il prestigio delle iniziative effettuate, facendo diventare l’ente in pochi anni una delle più note aziende nel settore della formazione professionale qualificata e dell’intervento nel sociale. Negli anni, molti sono stati i riconoscimenti ottenuti dalle nostre attività di formazione. Oltre al “consenso e l’interesse” conseguito nel 1998 da parte dell’allora Assessorato dell’Igiene, Sanità e dell’Assistenza Sociale della Regione Autonoma Sardegna (Prot. n° 3420/V del 09.04.1998), oggi siamo onorati di avvalerci dei seguenti patrocini: 1) Centri per la Giustizia Minorile di: Sardegna; Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta; Marche, Abruzzo, Molise, Ministero della Giustizia 2) Tribunale per i Minorenni di Cagliari 3) Ufficio Studi, Ricerche e Attività Internazionali, Dipartimento Giustizia Minorile, Ministero della Giustizia 4) Università del Salento, Dipartimento Storia, Società e Studi sull’Uomo 5) FEDERMOT - Federazione Nazionale Magistrati Onorari di Tribunale. L’IFOS ha infine avviato numerosi corsi di formazione rivolti agli operatori dei servizi socio-sanitari, nello specifico: Distretto sanitario di Macomer (2012); Comune di Solarussa (2013 e 2014); Comune di Napoli (2013), Distretto Sanitario di Sorgono, ASL di Nuoro (2014), ASL di Reggio Calabria (2014). Se l’I.FO.S nasce come ente di formazione, prevalentemente in ambito criminologico e psicologico-giuridico, nel 2001, la 11 IFOS Il Genitore Digitale fondazione dell'Associazione "I.FO.S. - Centro studi per la famiglia, l'infanzia, l’adolescenza” segna il passaggio all’area dell'intervento che si concretizza operativamente nell’apertura della SEZIONE CLINICA con sede a Cagliari, Via Palomba 70 e Roma, Via del Castro Pretorio 30. Il Centro svolge attività di consulenza (psicologica e pedagogica) e psicoterapia (individuale, di coppia e familiare). Dal 2008 l’IFOS ha aperto la SEZIONE SPAZIO NEUTRO che collabora con il Tribunale per i Minorenni di Cagliari (dal 2008) e il Comune di Monastir (2013) e Quartu S. Elena (2014) per l’organizzazione di incontri protetti e facilitanti. Nell’ambito delle azioni promosse dal “Centro studi per la famiglia, l'infanzia, l’adolescenza” rientrano le attività della SEZIONE SCUOLA. Da anni, lo staff dell’I.FO.S si occupa, infatti, della strutturazione di interventi nelle scuole di ogni ordine e grado, con progetti mirati - bullismo, cyberbullismo, navigazione on line sicura, prevenzione degli abusi all’infanzia, educazione alla salute, prevenzione delle tossicodipendenze - sia per gli studenti che per gli insegnanti, il personale ATA, i dirigenti scolastici e i genitori. Dal 2006 l’IFOS ha iniziato una proficua collaborazione con l’Ufficio Provinciale Scolastico di Cagliari, Ministero della Pubblica Istruzione (Area di supporto all’autonomia), realizzando diversi seminari, sulla tematica del bullismo e dell’abuso all’infanzia, rivolti a tutti i docenti (scuola dell’infanzia, primaria e secondaria) della provincia di Cagliari e, dal 2008, con l’Ufficio Provinciale Scolastico di Biella. La SEZIONE BULLISMO E CYBERBULLISMO ha inoltre realizzato dal 2008 al 2014: • • • • un sito internet specializzato, in lingua italiana ed inglese: www.cyberbullismo.com e www.cyberbullying.it; un sito in lingua inglese sul fenomeno del bullismo, cyberbullismo e cyberpredatori sessuali: www.wecan.altervista.org; una ricerca nazionale citata nel 9° Rapporto Nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza, EURISPES - Telefono Azzurro; il primo servizio Italiano di prevenzione e contrasto, gestito da operatori non professionisti (Peer to Peer), finanziato dal Comune di Cagliari, Assessorato delle Politiche Scolastiche (www.cyberbullismo.eu); e svolto le seguenti attività di ricerca-azione: • partecipazione dal 2009 al 2013 al Progetto Europeo COST - “Cyberbullying: coping with negative and enhancing positive uses of new technologies, in relationships in educational settings”; 12 Il Genitore Digitale • • partecipazione dal 2010 al 2012 al Progetto Europeo sul cyberbullismo “Grundtivg -“We Can” in collaborazione con Lituania, Grecia e Polonia; partecipazione al progetto di ricerca sull’identità virtuale, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia, Università Salesiana e il Ministero della Giustizia, Dipartimento Giustizia Minorile (ricerca in fase di svolgimento). 1.3.1 Le azioni dell’IFOS a livello locale (Cagliari) Dal 2008 al 2011 l’IFOS, con il finanziamento dell’Assessorato alle Politiche Scolastiche del Comune di Cagliari, ha realizzato numerose azioni psico - socio educative finalizzate a prevenire e contrastare il fenomeno del cyberbullismo. Nello specifico: • 2008-2009: 1) realizzazione, stampa e diffusione, nelle scuole del Comune di Cagliari di oltre 50.000 depliant informativi sulla tematica del bullismo, del cyber bullismo e della navigazione on line a rischio (http://www.ifos-formazione.com/ifos/bullismo-ecyberbullismo/p2p-manuale); 2) formazione dei peer educator, docenti, genitori, studenti; 3) interventi di sensibilizzazione, condotti da peer educator formati (docenti, genitori, studenti), nelle scuole primarie e secondarie di primo grado del Comune di Cagliari; 4) interventi di sensibilizzazione, rivolti a docenti, genitori e studenti, condotti dall’equipe degli operatori professionisti dell’IFOS e dell’Assessorato alle Politiche Scolastiche del Comune di Cagliari; 5) campagna informativa sul bullismo, on line ed off line, attraverso la realizzazione di trasmissioni televisive, interviste rilasciate agli organi di stampa dai responsabili del progetto e dai peer educator, affissione negli autobus del Comune di Cagliari di manifesti e depliant; 6) realizzazione di un sito internet dedicato - www.cyberbullismo.eu -, di un Forum e di un servizio di consulenza on line gestito dai peer educator; 7) apertura su Facebook di un profilo (Prevenzione Cyberbullismo) al quale si sono iscritti oltre 800 “amici” provenienti da tutto il mondo; 8) apertura, presso l’ex Liceo Artistico di Cagliari, di uno Sportello di consulenza off line gestito dai peer educator, nella giornata del mercoledì; 9) indagine esplorativa finalizzata a misurare l’efficacia delle attività progettuali realizzate; 10) presentazione e discussione dei dati elaborati al Convegno Internazionale sull’adolescenza di Vilnius (Agosto 2009). • 2009-2010 1) Attività di sensibilizzazione I peer educators formati (genitori, studenti, insegnanti), con la supervisione degli operatori dell'IFOS, hanno operato in numerose scuole elementari e medie della 13 Il Genitore Digitale città di Cagliari, offrendo percorsi di sensibilizzazione mirata, rivolti ad alunni, famiglie, docenti. 2) Sportello on line Ha continuato a essere attivo, come nello scorso anno, il canale di comunicazione on line (che offre agli utenti la possibilità di inviare mail e partecipare al Forum interattivo), nonostante ancora alta resti la soglia di accessibilità a questa tipologia di servizio, soprattutto per le famiglie, poco abituate al contatto quotidiano con la moderna tecnologia. 3) Linea telefonica dedicata e servizio di consulenza off line E' stata, inoltre, attivata una linea telefonica dedicata alle richieste di aiuto e segnalazioni, alla quale, nelle giornate del lunedì e martedì, hanno risposto gli operatori professionisti del servizio. Contestualmente si è mantenuto aperto, nella giornata del mercoledì, lo sportello di consulenza off line gestito dai peer educators. 4) Partnership con i principali competitor nazionali ed internazionali In collaborazione con Save the Children e Adiconsum, è stato organizzato un Seminario finalizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche connesse all’uso delle nuove tecnologie, tenutosi a Cagliari, in occasione della giornata Europea - Safer Internet Day - sulla sicurezza in rete, il 09 Febbraio 2010. 5) La ricerca sperimentale Per la verifica dell'efficacia e dell'efficienza delle azioni intraprese, è stato progettato un apposito disegno di ricerca. 6) Partecipazione al Gruppo di ricerca internazionale COST - Cyberbullying COST – Cyberbullying è un progetto di ricerca azione coordinato dal Prof. P. k. Smith dell’Università di Londra, specializzato sulle problematiche delle prevaricazioni off line e on line. • 2010-2011 1) Implementazione delle azioni di promozione del servizio Peer to Peer: a) affissione, nelle aree dedicate del comune di Cagliari e comunque nelle vicinanze delle scuole primarie e secondarie di primo grado, di manifesti pubblicitari - informativi che riportano, oltre ad uno slogan contro il fenomeno delle prepotenze, anche i dati necessari per contattare il Servizio Peer to Peer; b) affissione sulle pareti di ogni scuola coinvolta nel progetto di uno striscione pubblicitario ed informativo riguardante il progetto Peer to Peer; c) inserimento di un banner pubblicitario sui siti dell’Unione Sarda, di Tiscali, dell’Ufficio Regionale Scolastico della Sardegna, Ministero della Pubblica Istruzione e di altre aziende che si occupano di fornire servizi dedicati ai giovani; d) creazione di una migliore connessione tra le attività on ed off line; e) diffusione di materiale informativo su supporti digitali (DVD) consegnati ai docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado del Comune di Cagliari; f) rafforzamento delle collaborazioni con i gruppi di ricerca internazionali e con i competitors nazionali come Save the Children e Adiconsum; 14 Il Genitore Digitale g) strutturazione di collaborazioni con Enti pubblici e/o privati regionali che conducono nel territorio sardo similari iniziative; h) organizzazione di un convegno nazionale ed internazionale sulla tematica. 2) Implementazione delle azioni di sensibilizzazione: a) realizzazione di interventi di sensibilizzazione, condotti da peer educator (docenti, genitori, studenti) e dagli operatori professionisti, nelle scuole primarie e secondarie di primo grado del Comune di Cagliari; b) intensificazione degli interventi di formazione rivolti agli studenti; c) formazione e supervisione dei peer educator. 3) Strutturazione di interventi di contrasto al fenomeno delle prepotenze: Istituzione in ogni scuola secondaria di primo grado di Cagliari (13) di un Centro di Educazione alla Legalità, aperto tre ore al mese, che ha il compito di coordinare i peer educator e i docenti coordinatori di classe nella realizzazione di interventi di prevenzione e contrasto al fenomeno delle prevaricazioni. Organizzazione, una volta ogni trenta giorni, di un EVENTO on line su Facebook che stimoli la partecipazione di docenti, genitori e studenti ai seminari off line denominati "Il Martedì della Prevenzione". Gli incontri sono tenuti dai peer educator e dai professionisti dell'equipe del progetto. Organizzazione di una GARA finalizzata a premiare i migliori slogans contro il bullismo, il cyberbullismo e la navigazione on line a rischio. Inserimento, quindi, nelle pagine di Facebook e nel sito internet dei lavori realizzati dagli studenti delle scuole secondarie di primo grado. Il premio è stato consegnato il giorno 20 Novembre 2010, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti del Fanciullo. Diffusione di materiale informativo su supporti digitali (DVD) consegnati ai docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado del Comune di Cagliari - realizzazione e stampa nel mese di Ottobre 2010 di 28 DVD (uno per ogni scuola - scuola primaria e secondaria di primo grado del Comune di Cagliari) contenenti materiale didattico sul bullismo, cyberbullismo e navigazione on line a rischio: articoli, questionari per la rilevazione del fenomeno del bullismo, linee guida di intervento, schede di lavoro per il gruppo classe; - realizzazione e stampa nel mese di Dicembre 2010 di 28 DVD, contenenti video e cartoni animati utili per sensibilizzare gli studenti ed organizzare lavori di gruppo; - realizzazione e stampa nel mese di Febbraio 2011 di 28 DVD, contenenti 4 video - lezioni della durata di 5 minuti sulla tematica del bullismo, del cyberbullismo e della navigazione on line a rischio: aspetti epistemologici. - realizzazione e stampa nel mese di Giugno 2011 di 28 DVD, contenenti 4 video - lezioni della durata di 5 minuti sulla tematica del bullismo e del cyberbullismo e della navigazione on line a rischio: aspetti metodologici. 15 Il Genitore Digitale 4) Il Centro di Educazione alla Legalità. 1) istituzione in ogni scuola secondaria di primo grado di Cagliari (13) di un Centro di Educazione alla Legalità, aperto tre ore al mese, che ha il compito di coordinare i peer educator e i docenti coordinatori di classe nella realizzazione di interventi di prevenzione e contrasto al fenomeno delle prevaricazioni. La dott.ssa Valeria Cadau, responsabile del Centro di Educazione alla Legalità ha infatti: a) informato, attraverso un breve percorso formativo della durata di tre ore, i coordinatori di classe di ogni scuola secondaria di prima grado coinvolta nel progetto, sulla tematica del bullismo, del cyberbullismo e della navigazione on line a rischio; b) proposto, una volta al mese, ai docenti coordinatori strumenti operativi finalizzati a prevenire e contrastare il fenomeno delle prevaricazioni tra studenti. Nello specifico: b1) questionari per la rilevazione del bullismo e delle dinamiche di gruppo tra studenti; b2) procedure per la realizzazione di giochi di ruolo diretti agli studenti; b3) video, film, libri da utilizzare nell’ambito dell’approccio curricolare; b4) consulenza psicopedagogica su alcuni casi portati dai docenti; b5) supervisione del regolamento di istituto; c) fornito ai docenti coordinatori strumenti operativi finalizzati a migliorare la comunicazione scuola - famiglia; d) svolto numerosi incontri con gli studenti per sensibilizzarli sulla tematica del bullismo, del cyberbullismo e della navigazione on line a rischio. 2010-2011 Promozione nella città di Cagliari di una campagna contro il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. I volantini sono stati affissi alle fermate dei bus e dentro gli autobus. Con la partecipazione del CTM, della Provincia di Cagliari e del Comune di Cagliari. 16 Il Genitore Digitale 17 Il Genitore Digitale 18 Il Genitore Digitale I principali risultati conseguiti dal Progetto Peer to Peer nel corso dei primi tre anni di lavoro. 1) La ricerca sperimentale effettuata ha confermato un elevato livello di gradimento per la peer education, soprattutto rispetto alle attività svolte dai peer genitori e studenti 2) I docenti hanno, invece, apprezzato maggiormente le attività di sensibilizzazione sulla tematica del bullismo, del cyberbullismo e della navigazione on line a rischio, condotte dagli operatori professionisti dell’IFOS e dell’Assessorato alle Politiche Scolastiche del Comune di Cagliari 3) Il progetto Peer to Peer ha incontrato l’attenzione e l’interesse della comunità scientifica, nazionale ed internazionale. I Responsabili del Progetto hanno, infatti, discusso le principali azioni e i risultati ottenuti dal Servizio Peer to Peer con i referenti del Ministero della Pubblica Istruzione, dell’Interno e con il gruppo di ricerca COST - Cyberbullying, coordinato dal Prof. Smith dell’Università di Londra 4) La significatività dei risultati raggiunti, ha portato a importanti collaborazioni con i principali competitors nazionali ed internazionali impegnati sulla stessa tematica, come Save the Children ed Adiconsum; 5) Sono stati raggiunti solo nell’ultimo anno: • 111 docenti che sono stati formati e supervisionati mensilmente • 524 studenti della scuola secondaria di primo grado • 110 studenti della scuola elementare • 200 genitori; 6) Numerosi studenti, raggiunti dalle attività di sensibilizzazione, hanno riferito di essere stati molestati on line da persone adulte e hanno chiesto aiuto ai componenti dell’equipe; 7) Numerosi genitori, soddisfatti delle attività di sensibilizzazione, hanno riferito di essere diventati consapevoli, grazie ai seminari, dei rischi che i loro figli possono correre on line; 8) I docenti delle scuole coinvolte dalle attività prevista dal Centro di Educazione alla Legalità, hanno apprezzato gli interventi di sensibilizzazione, formazione e sostegno e richiesto la prosecuzione del progetto. 19 Il Genitore Digitale 1.3.2 Le azioni dell’IFOS a livello Nazionale Dal 2007 al 2014 (2014 - Territorio Nazionale) IFOS con il finanziamento dell’Ufficio Studi, Ricerche e Attività Internazionali, Dipartimento Giustizia Minorile - MINISTERO DELLA GIUSTIZIA e la collaborazione del: Istituto di Psicologia, UNIVERSITA’ PONTIFICIA SALESIANA. Attività di ricerca su: “Identità virtuale: teoria e tecnica della ricerca sociale on line”. (2013 - Reggio Calabria) ASL - Reggio Calabria - Servizio Materno infantile Formazione (a cura di Luca Pisano) degli operatori socio sanitari in tema di metodologie di intervento nei casi di cyberbullismo e navigazione on line a rischio (2013 - Napoli) Realizzazione del progetto WE CARE: A scuola di pace - finanziato dal Comune di Napoli. Progetto di intervento sulla devianza e criminalità minorile. Laboratori di peer education rivolti a studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado del Comune di Napoli - Quartiere Sanità. WE care - School of Peace Education. (2008 Territorio Nazionale) Realizzazione del sito www.cyberbullismo.com, specializzato sul fenomeno del cyberbullismo. internet, (2008 - Territorio nazionale) Realizzazione di una ricerca quantitativa sul fenomeno del cyberbullismo, somministrando oltre 1000 questionari a studenti delle scuole secondarie, di primo (702 studenti) e secondo grado (345 studenti), ubicate in diverse regioni italiane tra le quali Sardegna, Lazio, Sicilia, Marche, Lombardia. La ricerca è stata citata nel 9° Rapporto Nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza 2008, EURISPES, Telefono Azzurro. (2007) Organizzazione e gestione del Corso di Formazione: “Il bullismo nelle scuole: tecniche di consulenza, peer education, mediazione scolastica” presso la sede IFOS di Roma. Direttore Scientifico: dott. Luca Pisano con la partecipazione della Prof.ssa Anna Oliverio Ferraris, Università La Sapienza di Roma e del Prof. Alberto Oliverio, CNR Roma. Con il patrocinio del Tribunale per i Minori di Cagliari e del Centro per la Giustizia Minorile, Sardegna. 20 Il Genitore Digitale 1.3.3 Le azioni dell’IFOS a livello Europeo 2012 Rinnovo partecipazione, approvata dal MIUR, al COST Action IS0801 “Cyberbullying: coping with negative and enhancing positive uses of new technologies, in relationships ineducational settings”. Responsabile (the Chair of the Action): Prof. Peter K SMITH, Goldsmiths, University of London, Head, Unit for School and Family Studies. Dept of Psychology, Goldsmiths College New Cross London SE14 6NW, U.K. Rinnovo del Progetto GRUNDTIVG - WE CAN - nell'ambito del Lifelong Learning Programme - Comunità Europea, Miur, in collaborazione con Instytut Medyeyny Pracy (PL), Aristotle University of Thessaloniki (GR), Mykolo Romerio University, (LT). Tema: grooming e navigazione on line a rischio. 2011 Rinnovo partecipazione, approvata dal MIUR, al COST Action IS0801 “Cyberbullying: coping with negative and enhancing positive uses of new technologies, in relationships ineducational settings”. Responsabile (the Chair of the Action): Prof. Peter K SMITH, Goldsmiths, University of London, Head, Unit for School and Family Studies. Dept of Psychology, Goldsmiths College New Cross London SE14 6NW, U.K. Rinnovo convenzione con il Comune di Cagliari - Assessorato alle Politiche Scolastiche - per la realizzazione di un Servizio di Consulenza PEER to PEER (gestito da studenti, docenti e genitori, peer educator, adeguatamente formati), finalizzato a prevenire e contrastare le prepotenze reali e digitali. Supervisore: Prof. Peter K. Smith, Università di Londra. Organizzazione del SAFER INTERNET DAY in collaborazione con il Comune di Cagliari, Save The Children Adiconsum, 09 Febbraio 2011, Liceo classico Siotto di Cagliari. 21 Il Genitore Digitale Rinnovo del Progetto GRUNDTIVG - WE CAN – nell'ambito del Lifelong Learning Programme - Comunità Europea, Miur, in collaborazione con Instytut Medyeyny Pracy (PL), Aristotle University of Thessaloniki (GR), Mykolo Romerio University, (LT). Tema: grooming e navigazione on line a rischio. 2010 Rinnovo partecipazione, approvata dal MIUR, al COST Action IS0801 “Cyberbullying: coping with negative and enhancing positive uses of new technologies, in relationships ineducational settings”. Responsabile (the Chair of the Action): Prof. Peter K SMITH, Goldsmiths, University of London, Head, Unit for School and Family Studies. Dept of Psychology, Goldsmiths College New Cross London SE14 6NW, U.K. Organizzazione del SAFER INTERNET DAY in collaborazione con il Comune di Cagliari, Save The Children Adiconsum, 09 Febbraio 2010, Il Lazzaretto di Cagliari. Realizzazione del Progetto GRUNDTIVG - WE CAN - nell'ambito del Lifelong Learning Programme - Comunità Europea, Miur, in collaborazione con Instytut Medyeyny Pracy (PL), Aristotle University of Thessaloniki (GR), Mykolo Romerio University, (LT). Tema: grooming e navigazione on line a rischio. 2009 Partecipazione, approvata dal MIUR, al COST Action IS0801 “Cyberbullying: coping with negative and enhancing positive uses of new technologies, in relationships ineducational settings”. Responsabile (the Chair of the Action): Prof. Peter K SMITH, Goldsmiths, University of London, Head, Unit for School and Family Studies. Dept of Psychology, Goldsmiths CollegeNew CrossLondon SE14 6NW, U.K. Presentazione della ricerca sulla tematica “Peer education and Cyberbullying” al XIV European Conference on Developmental Psychology in Vilnius, on August, 2009. Presentazione della ricerca sulla tematica “Peer education and Cyberbullying” al Congresso Internazionale di Criminologia, Stoccolma, Dicembre 2009. 22 Il Genitore Digitale ANALISI DEL PROBLEMA 23 Il Genitore Digitale 2. ANALISI DEL PROBLEMA Navigazione on line a rischio e cyberbullismo: le forme virtuali del nichilismo1 2.1 Premessa Il progressivo cammino dell’occidente verso il nichilismo con la conseguente “dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie" (Ratzinger, 2005), ha segnato il passaggio dell’uomo contemporaneo da un “essere nel mondo” (Heidegger, 1927) a un essere nel nulla, carico di angoscia e disperazione. E infatti con la perdita di valori, di punti di riferimento generali ed universali ai quali attenersi e soprattutto con la graduale scomparsa di una visione teleologica dell’esistenza, sempre più persone vivono una condizione di spaesamento ed incertezza che elice reazioni di chiusura e avversità nei confronti della vita. Ne sono espressioni il tentativo di vivere esclusivamente il presente (Oratio) senza pensare il futuro perché percepito come indiscernibile, il timore della felicità, del divenire e della morte, l’adattarsi quindi ad uno stile di vita “estetico” (Kierkegaard,1843) nel quale molti uomini e donne possono correre il rischio di affidarsi al “godimento dell’attimo, alla novità, all’avventura”, consegnando se stessi alla “volontà del nulla” (Nietzsche,1887). Il bullismo, l’uso disinvolto e generalizzato di droghe leggere e pesanti, lo sballo del fine settimana per quanto riguarda il mondo giovanile, l’esasperata litigiosità familiare, le separazioni coniugali conflittuali, i tradimenti sentimentali, amicali, professionali che caratterizzano l’universo degli adulti, sono allora solo alcuni esempi del nichilismo e della conseguente “distruzione del tempo” (Galimberti, 2008). E infatti sempre più persone sembrano perdere la capacità di riflettere sui propri comportamenti al fine di modificarli in termini prosociali (il futuro), connettendo le azioni manifestate (il presente) con i motivi che le hanno generate (il passato). Inoltre la crisi valoriale che attraversa la nostra società, con la conseguente distruzione di ogni modello di riferimento politico, religioso, sociale, familiare, sollecita giovani e adulti a sostituire la durata temporale che è fatta di passato, presente e futuro, con la precarietà di un eterno presente nel quale agire impulsivamente comportamenti talvolta auto o etero distruttivi. 1 Tratto da “Navigazione on line a rischio e cyberbullismo: le forme virtuali del nichilismo” di Luca Pisano. Pubblicato in “Bullismo e dintorni. Le relazioni disagiate nella scuola”. A cura di Formella Z.; Ricci A., Franco Angeli, 2011. 24 Il Genitore Digitale Sempre più private di un tempo escatologico che favorisce la speranza nel futuro e dunque nel cambiamento, le nuove generazioni (ma anche numerosi adulti) mostrano importanti difficoltà nel gestire le emozioni che vengono spesso mostrate, esibite, imposte all’attenzione della società ma quasi mai sufficientemente pensate e contenute. L’acting out, espressione di questi vissuti emotivi conflittuali non sufficientemente pensati, diventa allora la principale modalità comunicativa dell’uomo contemporaneo che sembra appellarsi al nuovo imperativo categorico del fare immediatamente ciò che si vuole poiché si vive una sola volta (la società “not limit” di cui parla anche una celebre pubblicità). Con il rischio, separata l’azione dalla riflessione, che molti giovani e adulti manifestino comportamenti improntanti alla banalità del male (Arendt, 1963) e abusino del presente per la realizzazione di bisogni e desideri non sufficientemente elaborati, ritenendo narcisisticamente che le loro condotte non debbano confrontarsi con ciò che sono stati (il passato) e ciò che dovranno diventare (il futuro) perché perfette. Eliminato magicamente il passato e il futuro, l’acting out sospende il tempo regalando alle persone l’illusione di vivere un momento presente di eterna felicità (dovuto al processo catartico di evacuazione delle emozioni positive e/o negative) e perfezione al quale gli altri, quasi sempre vissuti come ostili, non possono partecipare. E infatti un altro effetto del nichilismo è l’individualismo che porta uomini e donne a ritenere che poiché non possono essere realmente compresi dagli altri è bene mantenere le distanze. Con la realtà virtuale offerta dalla rete internet le problematiche segnalate trovano un ulteriore spazio per manifestarsi, trattandosi di un contenitore privo di leggi, valori, modelli comportamentali condivisi nel quale ciascuno, ancora di più di quanto avviene nel mondo reale, ha la possibilità di dire e fare quasi tutto ciò che vuole. Infatti mentre il nichilismo off line è parzialmente arginato dalla presenza delle leggi dello stato che pongono un limite all’impulsività del singolo individuo, il nichilismo on line è un fiume in piena, favorito dalla presenza di regole soggettive e facilmente modificabili, denominate netiquette (insieme delle norme comportamentali che devono essere rispettate dagli utenti di una specifica chat, forum o altro servizio on line), di volta in volta stabilite, modificate, aggiustate a proprio piacimento dal singolo internauta. Il mondo on line offre dunque la possibilità di reificare il relativismo etico e determinare uno stato di anomia (Durkheim, 1893) e disorganizzazione normativa che favorisce la manifestazione degli acting out. Ma internet permette anche di controllare il tempo, di modificare il presente, il passato e il futuro nella misura in cui offre la possibilità di reinventare una nuova identità se quella precedente non risulta più utile o non è più facilmente spendibile nelle comunità on line. 25 Il Genitore Digitale Infatti, mentre nella vita reale ogni persona, pur indossando una maschera sociale, deve rispondere dei propri comportamenti alla collettività, alla legge e anche a se stesso, lasciando quindi una traccia storica della propria identità, on line l’internauta può molto più facilmente dissociarsi dalle proprie condotte, cambiando il proprio Avatar (l’alter ego) o nickname (il soprannome utilizzato per non farsi identificare). La resetazione della propria identità consente a giovani e adulti di avere sempre una seconda chance, di rigiocare, dopo un eventuale game over, una nuova vita on line che non necessariamente ha un continuum storico con la vecchia. Processo psicologico, questo appena descritto, che permette di controllare il tempo, di estrarre la mente da una dimensione sincronica e diacronica, facendo venire meno l’extensio animae (Sant’Agostino, 400), la capacità cioè di organizzare l’esperienza secondo la memoria (“il presente del passato”), l’intuito (“il presente del presente”), l’attesa (“il presente del futuro”) e quindi quella continuità temporale che struttura l’identità e genera il senso di responsabilità, vergogna e colpa. La stessa modalità invisibile che l’internauta può scegliere per navigare nei social networks o nelle chat rooms è indicatore non solo di un salutare modo per proteggere il suo tempo dalle richieste degli altri internauti ma anche del bisogno narcisistico ed onnipotente di creare il tempo. Infatti il navigatore on line può inconsapevolmente generare una dimensione sovratemporale, un tempo non condiviso o parzialmente condiviso con gli altri internauti, nella quale sperimentare il paradosso di stare con gli altri (perché li vede tra i contatti on line) senza realmente starci (perché non visibile da tutti o da qualcuno e dunque non contattabile). L’internauta, decidendo quando e con chi interagire, elimina allora la bidirezionalità della comunicazione con il rischio che vengano rafforzate le sue tendenze narcisistiche, i processi autopoietici e ricorsivi (Luhmann, 1984) che ostacolano la comunicazione tra persone, rendendolo ancora più solo ed impotente rispetto al “dubbio della personalità” ed esponendolo alla disperazione (Kierkegaard, 1843). 2.2 Navigazione on line a rischio e nichilismo. Esaminiamo ora le principali forme della navigazione on line a rischio, attraverso cui si manifesta il nichilismo: il cyberbullismo, la partecipazione a videogiochi violenti, la violazione del copyright nell’ambito delle ricerche scolastiche, la visione di materiale pornografico, il contatto con adulti cyberpredatori sessuali, l’autoproduzione di materiale pedopornografico, la frequentazione dei social networks al fine di stringere relazioni sessuali, la frequentazione di comunità on line che enfatizzano le condotte auto ed etero aggressive. (tab. n°1). 26 Il Genitore Digitale Tab. n°1. Le sottocategorie della Navigazione on line a rischio Forme della Navigazione on line a rischio CYBERBULLISMO Pornografia e Materiale Sessuale VIODEOGIOCHI VIOLENTI Adulti Cyberpredatori sessuali Violazione copyright nell’ambito delle ricerche scolastiche Autoproduzione di materiale pornografico minorile • Siti cercapersone e sesso senza impegno COMUNITA’ ONLINE CHE ENFATIZZANO L’ODIO E L’ AUTO AGGRESSIVITA’ 2.3 Il cyberbullismo Per denominare le azioni aggressive e intenzionali, eseguite persistentemente attraverso strumenti elettronici (sms, mms, foto, video clip, e-mail, chat rooms, istant messaging, siti web, chiamate telefoniche), da una persona singola o da un gruppo, con il deliberato obiettivo di far male o danneggiare un coetaneo che non può facilmente difendersi, è stato recentemente proposto il termine “cyberbullismo” (Patchin, Hinduja, 2006, Smith, 2007, Willard, 2007). A differenza di quanto accade nel tradizionale bullismo in cui le vittime, rientrate a casa, trovavano, quasi sempre, un rifugio sicuro, un luogo che le protegge dall’ostilità e dalle angherie dei compagni di scuola, nel cyberbullismo le persecuzioni possono non terminare mai. I cyberbulli, sfruttando la tecnologia, non più vincolati da limiti temporali (la durata della giornata scolastica) e geografici (la presenza fisica degli studenti in un 27 Il Genitore Digitale determinato luogo), possono “infiltrarsi” nelle case delle vittime, perseguitandole, 24 ore su 24, con messaggi, immagini, video offensivi, i cui effetti risultano amplificati rispetto alle tradizionali prepotenze. Va aggiunto che, se nel bullismo off line i bulli sono studenti, compagni di classe o di Istituto con i quali la vittima ha costruito una relazione, i cyberbulli possono essere degli sconosciuti oppure persone note che on line si fingono anonime o che sollecitando l’inclusione di altri “amici” anonimi, rendendo impossibile per la vittima risalire all’identità di coloro con i quali sta interagendo. Inoltre la percezione di invisibilità ed anonimato presunta, perché ricordiamo che ogni computer o telefonino lascia una traccia durante il funzionamento, stimola nei cyberbulli un’alta disinibizione al punto da manifestare comportamenti che nella vita reale probabilmente eviterebbero di mostrare. Ricordiamo, a questo proposito, che nel tradizionale bullismo è invece più facile riscontrare una media disinibizione, sollecitata dalle dinamiche del gruppo classe e dai meccanismi di disimpegno morale (Sutton e Smith, 1999; Bandura, 1986, 1990, Bacchini, 1998). Rispondendo appieno a quella moderna logica narcisistica che detta l’importanza del mostrarsi e del far parlare di sé ad ogni costo, può anche, però, accadere che i cyberbulli decidano di rendersi visibili (pensiamo a quanti pubblicano su un proprio blog, video, immagini, scritte offensive nei confronti di compagni di classe o docenti, magari chiedendo ai navigatori di commentarli e votarli). In entrambi i casi, comunque, di visibilità o invisibilità, l’assenza di feedback tangibili da parte della vittima - “Io non posso vedere te”! (Willard, 2007) - ostacola la comprensione empatica della sofferenza molto più di quanto avviene nel tradizionale bullismo, dove il prepotente, per un freddo tornaconto personale (Mealey, 1995; Fonzi, 1999), dato dal bisogno di dominare nella relazione, non presta attenzione ai vissuti dello studente vessato, ma ha chiara consapevolezza degli effetti delle proprie azioni. Chiarito il rapporto tra cyberbullo e cybervittima, approfondiamo, ora, il ruolo degli spettatori (Salmivalli, 1996), quegli studenti, cioè, che assistono alle vessazioni on line e che - a differenza di quanto accade nel tradizionale bullismo nel quale sono quasi sempre presenti, incoraggiando e fomentando i comportamenti prevaricatori dei più forti - nel cyber bullismo possono essere assenti, presenti, conoscere la vittima o ignorare la sua identità. Se presenti, possono assumere una funzione passiva (se si limitano a rilevare, nelle proprie E-mail, SMS, Chat, atti di cyberbullismo diretti ad altri) o attiva (se scaricano - download - il materiale, lo segnalano ad amici, lo commentano e lo votano), diventando, di fatto, dei gregari del cyberbullo o cyberbulli essi stessi. Il contributo attivo può essere fornito su sollecitazione del cyberbullo stesso - reclutamento volontario oppure, su spinta autonoma, senza, cioè, aver ricevuto specifiche ed espresse richieste - reclutamento involontario - (Pisano, Saturno, 2008). Per quanto riguarda la stabilizzazione del ruolo sociale ricoperto dallo studente, alcune ricerche (Ybarra and Mitchell, 2004) hanno evidenziato che mentre nel bullismo solo il bullo, il gregario e il bullo-vittima (vittima provocatrice) agiscono prepotenze, nel cyberbullismo, chiunque, anche chi è vittima nella vita reale o ha un basso potere 28 Il Genitore Digitale sociale, può diventare un cyberbullo. E’ bene però precisare che Raskauskas e Stoltz, in una ricerca del 2007, hanno verificato che molte cybervittime sono anche vittime di bullismo tradizionale e molti cyberbulli sono anche bulli nella vita reale, mettendo, dunque, in discussione l’iniziale tesi di Ybarra e Mitchell. Infine, importanti differenze tra bullismo e cyberbullismo, sussistono nella possibilità di “reclamizzare” i comportamenti vessatori: mentre le azioni bullistiche vengono generalmente raccontate ad altri studenti della scuola in cui sono avvenuti i fatti o ad amici frequentanti scuole limitrofe, restando, di fatto, abbastanza circoscritte nello spazio, il materiale cyberbullistico può essere diffuso in tutto il mondo e, soprattutto, è indelebile: ciò che viene pubblicato su internet non è, infatti, facilmente cancellabile. Aggiungiamo, poi, che anche quando il materiale offensivo non viene caricato in rete (update), comunque i cyberbulli possono, attraverso i programmi gratuiti “peer to peer”, trasferirlo on line, autorizzando, persone conosciute o sconosciute, ad operare il download dal proprio computer. Possibilità che contribuisce a rendere sempre più difficile, attualmente diremmo impossibile, arginare il fenomeno. 2.4 Videogiochi violenti Non tutti i videogiochi sono ovviamente dannosi per i ragazzi, alcuni ad esempio possono stimolare le abilità percettivo-spaziali e motorie, altri costringono a pensare, pianificare strategie, trovare soluzioni quando improvvisamente si presenta un problema. Non tutte le ricerche sui videogiochi violenti individuano poi un nesso causale tra la violenza virtuale e quella reale anche se alcuni ricercatori hanno riscontrato che l’esposizione a stimoli aggressivi virtuali può aumentare l'aggressività nella vita reale, producendo reazioni, pensieri, emozioni tendenzialmente più violenti. In questa sede soffermeremo la nostra attenzione sui videogiochi che è possibile reperire direttamente in internet e su quelli che si possono usare on line solo dopo avere acquistato una specifica consolle che si collega alla rete. Per quanto riguarda la prima categoria di videogiochi, riportiamo le seguenti tipologie: • Giochi di riflessione e memoria; • Biliardo e flipper; • Casinò: black jack, backgammon, poker alla texana, videopoker, roulette, slot machine; • Giochi da tavolo o a tema sportivo; 29 Il Genitore Digitale • Giochi incentrati soltanto sul calcio; • Giochi nei quali si combatte in cielo o terra; • Giochi d'azione, riflessi e avventura. Si tratta di videogiochi interattivi (giocatore contro giocatore, giocatore contro game software, multi giocatori come ad esempio i MMORPGs) che permettono, previa registrazione, la possibilità di giocare con altre persone in quel momento collegate on line, conosciute o sconosciute. Ricordiamo infatti che numerosi videogiochi permettono l’interazione sincronica via chat o asincronica via forum e che durante o dopo le sessioni di gioco i partecipanti possono comunicare tra di loro. Talvolta si verificano dei veri e propri “flaming”, (battaglie verbali online) durante i quali moltissimi preadolescenti ed adolescenti si “divertono” insultandosi reciprocamente. Vengono generalmente presi di mira, con ingiurie e minacce, soprattutto i principianti (new user) che, con il pretesto di errori inevitabilmente connessi all’inesperienza, diventano oggetto di discussioni aggressive (fenomeno denominato negli Stati Uniti “baiting”). Per quanto riguarda invece i videogiochi ai quali è possibile partecipare solo previo acquisto di una consolle e di un software, ricordiamo a titolo di esempio i più famosi: God of War, Narc, Killer, The Warriors. Crime Life, Gang Wars, Condemned: Criminal Origins, True Crime: New York City, Bad Company, Mass Effect, Bioschock, Mafia, Grand Theft Auto: San Andreas, 50 Cent: Bulletproof, Call of Duty, Battlefield. I generi molto differenti si articolano dallo “sparatutto in prima persona” (abbreviato spesso con l'acronimo FPS, dall'inglese First Person Shooter, termine adottato per indicare quei videogiochi nei quali la visuale simula il punto di vista del personaggio principale), agli “sparatutto in terza persona” (TPS - Third Person Shooter, la visuale di gioco è solitamente poco dietro il personaggio controllato dal giocatore) sino ad arrivare ai giochi di ruolo (RPG, role-playing game, di solito limitati a videogiochi con un prospettiva dall'alto ed in alcuni casi in terza persona). Caratteristiche principali di questi videogiochi sono allora la grafica particolarmente accattivante e realistica, la possibilità del giocatore di identificarsi con un personaggio, vivendo e “vedendo” anche in prima persona esperienze particolarmente violente e le comunicazioni via chat con altri giocatori in quel momento collegati on line che raramente stimolano a pensare criticamente i comportamenti. 30 Il Genitore Digitale Commenti molto diffusi come: “Ragazzi devo lanciare un mafioso dalla finestra al piano terra ma di preciso devo proprio lanciarlo o mi devo appoggiare e poi gettarlo?? help me” oppure “Cosa significa in stili di esecuzione, fargli schizzare il cervello? Con quale arma devo eliminarlo? Qualcuno mi faccia sapere gentilmente”, segnalano l’importante perdita di valori riguardanti la vita, l’etica e la morale. Ovviamente questo non significa che il giovane giocatore diventerà automaticamente nella vita reale un immorale, un teppista o un delinquente, ma soltanto che sceglie di partecipare al degrado nichilista della società senza opporre un’adeguata resistenza, anche perché in molti casi non sufficientemente supportato dalla famiglia di origine. Questa adesione alla violenza può strutturare un atteggiamento difensivo rispetto alla vita e quindi al futuro, consegnando il giocatore all’assolutizzazione di un presente privo di regole e progettualità dove è possibile esprimere con la massima intensità e senza controllo le pulsioni e ottenere addirittura feedback positivi da parte degli altri giocatori. Ecco perché ancora più della partecipazione al videogioco violento è il vuoto delle riflessioni critiche individuali e gruppali che accompagna l’attività ludica a rappresentare il vero rischio per le nuove generazioni. 2.5 Violazione del copyright nell’ambito delle ricerche scolastiche Talvolta internet è utilizzato dagli studenti per curare approfondimenti di tematiche affrontate a scuola o all’università. In queste occasioni può accadere che i lavori che presentano ai propri docenti siano ricchi di “copia e incolla” non virgolettati e dunque di pensieri e riflessioni spacciate come personali ma in realtà appartenenti ad altri autori. Impadronirsi del pensiero altrui e della produzione intellettuale di un’altra persona sono allora ulteriori effetti del nichilismo e della conseguente crisi d’identità dell’uomo contemporaneo. La cultura moderna che enfatizza un narcisismo controllato dai processi di omologazione, invia, infatti, messaggi contraddittori (sii te stesso, esprimi i tuoi bisogni soggettivi divenendo uguale agli altri) che hanno l’effetto, soprattutto nei soggetti più deboli e non supportati da figure genitoriali adeguate, di ostacolare il processo d’individuazione. Abortito culturalmente il “divieni ciò che sei” (Nietzsche, 1884) si sviluppa un’identità collettiva, indifferenziata, priva di originalità che accetta il “copia incolla” come modo di essere nel mondo. E nel momento in cui la personalità non ambisce ad amare il proprio destino (amor fati) non desidera neanche produrre comportamenti, pensieri, riflessioni originali, limitandosi in un movimento narcisistico e vuoto a “taggare” la propria immagine per mostrarla agli altri. 31 Il Genitore Digitale 2.6 La visione di materiale pornografico, il contatto con adulti cyberpredatori sessuali, l’autoproduzione di materiale pornografico. Sempre più frequentemente internet viene utilizzato da ragazzi e adulti per accedere ai siti pornografici. Si stima infatti che circa un quarto di tutte le richieste effettuate ai motori di ricerca riguardi contenuti pornografici, che oltre il 30% di tutti i download sia di natura pornografica e che il fenomeno interessi maggiormente il sesso maschile rispetto a quello femminile. Ma accanto ad una passiva fruizione della pornografia consistente nel guardare fotografie e film erotici, internet offre anche la possibilità di partecipare attivamente. Con la facile costruzione di un avatar, dotato di genitali talvolta accessoriati con piercing, tattoo, di diverse fogge, colori e gradazioni, è possibile intrattenere relazioni sessuali con gli altri avatar presenti nella community on line. In questi casi gli internauti intanto che fanno accoppiare gli avatars hanno la possibilità di comunicare tra di loro (via chat o anche verbalmente se il computer possiede una scheda audio e un microfono) e stringere delle “amicizie” che possono anche proseguire nella vita reale. Oppure possono guardare on line dei cartoni animati a sfondo pornografico, denominati Hentai (parola giapponese che significa anormalità, perversione), che rappresentano scene di sesso estremo e particolarmente cruento nelle quali donne ma talvolta anche adolescenti subiscono molestie sessuali o stupri. Anche in questo caso ragazzi e adulti possono interagire con il cartone animato e partecipare alle violenze sessuali cliccando appositi pulsanti. Non ci deve quindi sorprendere che personalità fragili e immature possano sviluppare una grave dipendenza da cybersesso (Cantelmi et. al 2000, Young, 2000) che rafforza il processo di isolamento dal tessuto sociale e più in generale le problematiche psicologiche preesistenti alle attività on line. I casi più gravi possono addirittura sfociare in gravissime forme di ritiro sociale, denominate nella società giapponese Hikikomori (letteralmente “stare in disparte, isolarsi”), che consistono nel rifiuto di uscire da casa, andare a scuola, svolgere le normali attività quotidiane. In queste situazioni i giovani spesso utilizzano internet come unico strumento per entrare in contatto con il mondo esterno. Altro fenomeno particolarmente preoccupante è il coinvolgimento di preadolescenti e adolescenti in attività sessuali con adulti conosciuti on line. Il fenomeno, denominato anche grooming, sembra colpire maggiormente le ragazze e inizia generalmente in chat rooms riservate ai giovani nelle quali il cyber predatore sessuale cerca di sviluppare una relazione con la vittima. Avvenuto il primo incontro virtuale, l’adescatore on line, che quasi sempre dichiara la sua vera età, gradualmente costruisce un rapporto di fiducia che può culminare, dopo qualche mese, in uno o più incontri sessuali nella vita reale (Finkelhor, 2004). Talvolta vengono anche scattate fotografie o girati video 32 Il Genitore Digitale clip che poi il cyber predatore può caricare on line o utilizzare per ricattare la vittima e chiedere nuove prestazioni sessuali. Ma qualche volta sono le stesse ragazze a scattarsi delle fotografie che le ritraggono nude per poi venderle a coetanei e/o adulti. Oppure come nel caso delle “dancing girls” è possibile reperire in rete migliaia di video di ragazzine seminude che ballano nella loro camera, dentro il vagone di una metropolitana o per strada per rendersi visibili, questa volta gratuitamente, alla collettività on line. La visione di materiale pornografico, il contatto con adulti cyberpredatori sessuali, l’autoproduzione di materiale pedopornografico sono allora fenomeni diversi ma imparentati tra di loro dalla presenza di un denominatore comune: la paura di interagire con gli altri. E infatti lungo il continuum guardare-esibirsi internet offre anche alle persone più timide e insicure la possibilità di comunicare, nascondendosi talvolta dietro una falsa identità (avatar, nickname), ritirandosi dall’interazione quando lo desiderano fare (spegnendo, ad esempio, il computer o mettendosi in posizione invisibile), scoprendo di riuscire a conoscere facilmente numerose persone che non sarebbero in grado di raggiungere nella vita reale. Questo uso disfunzionale del cyberspazio può allora aiutare le personalità che non riescono ad accedere alla bidirezionalità della relazione a trovare un rifugio, un luogo apparentemente sicuro dove l’altro non c’è. Basta pensare che non solo la visione e l’autoproduzione di materiale pornografico si configurano nei termini di un contatto autistico con l’altro che è infatti assente dalla relazione ma anche il rapporto con i cyberpredatori sessuali simula un’interazione che in realtà avviene tra la vittima ed il proprio mondo interno, le istanze edipiche non elaborate. Quando la ragazza preadolescente o adolescente inizia a chattare con uno sconosciuto che, come abbiamo già segnalato, dichiara generalmente la propria identità, quasi sempre ricerca inconsciamente un sostituto edipico, una figura genitoriale che la valorizzi sessualmente e la guardi come donna. Pertanto l’adescatore on line è solamente l’oggetto di un desiderio costretto a essere metaforico e metonimico (Lacan, 1966), cioè obbligato a ricorrere a una molteplicità di oggetti sostitutivi di quello primordiale (le figure genitoriali che non sono state sufficientemente disponibili). 2.7 Siti cercapersone (social network) e sesso senza impegno. I social network sono delle “piazze virtuali” nelle quali chiunque può costruire un profilo personalizzato con foto, video, commenti e conoscere altri navigatori on line frequentanti la stessa community. Oltre a Facebook esistono altri numerosi social network tra cui MySpace, Hi5, Flickr, Skyrock, Friendster, Tagged, LiveJournal, Orkut, Fotolog, Bebo.com, LinkedIn, Badoo.Com, Multiply, Imeem, Ning, Last.fm, Twitter, MyYearbook, Vkontakte, aSmallWorld, Windows Live, Xiaonei, e tra i più recenti: Instagram, Snapchat, Tinder, Down, Meetic, Lovvo. 33 Il Genitore Digitale Talvolta può accadere che soprattutto i più giovani, non educati a un uso consapevole delle nuove tecnologie, costruiscano un profilo nel quale non riescono a bilanciare il bisogno di farsi conoscere (principio di piacere) con il dovere di proteggere la propria e altrui privacy (principio di realtà). E nonostante i richiami del Ministero della Pubblica Istruzione (vedi, ad esempio la Direttiva 104 del 1997) e del Garante per la protezione dei dati personali sempre più ragazzi continuano a caricare in rete video e fotografie che ritraggono oltre che se stessi anche conoscenti, senza avere ricevuto la necessaria autorizzazione oppure diffondono, senza tutelarsi, informazioni riguardanti la propria vita personale, lavorativa e sessuale. In tutti questi casi si assiste a una perdita sconcertante del senso del pudore, dei sentimenti di vergogna e imbarazzo sociale. Come se il social network aprisse uno spazio transazionale tra il mondo reale e quello immaginario, nel quale la persona non riesce a sentire come completamente vere le proprie azioni e i suoi effetti. Una sorta di realtà attenuata o di fantasia reificata nella quale è possibile gridare i propri pensieri, imporre la propria immagine, fare ciò che si vuole senza subire processi di stigmatizzazione provenienti dal mondo esterno e interno (il superio). E poiché ciò che si “posta” (video, immagini, scritte) non è sentito come totalmente reale, è sempre possibile esagerare. Ma i social networks non sono soltanto luoghi nei quali esibirsi ma anche spazi che favoriscono la conoscenza di altre persone e che permettono poi di stringere nella vita reale relazioni sessuali senza impegno. Molti ragazzi e adulti possono allora cercare on line un amico/a con cui condividere il proprio tempo libero ed avere rapporti sessuali privi di ogni forma di coinvolgimento emotivo. Il fenomeno conosciuto con il termine inglese “friend with benefit” o la volgare forma italiana “tromboamico/a” è sempre più diffuso al punto che è possibile reperire in internet numerosi siti dedicati che spiegano come bisogna comportarsi quando si decide di coinvolgersi in relazioni sessuali senza amore. Fenomeno che costituisce un’ulteriore spia luminosa della nostra società nichilista nella quale molti uomini e donne mostrano un’importante paura nei confronti delle relazioni sentimentali e del conseguente coinvolgimento emotivo, proprio perché implicano la necessità di passare dall’assolutizzazione del presente alla progettazione del futuro. E quando le persone si coinvolgono in legami che non legano, possono ovviamente correre il rischio di trasformare la coppia in uno spazio vuoto, una sorta di “non luogo” (Augè, 2009) privo d‘identità, relazionalità e storicità che può sollecitare nuove forme di sofferenza. 34 Il Genitore Digitale 2.8 Frequentazione di comunità on line che enfatizzano le condotte auto ed etero aggressive. Sempre on line è possibile infine navigare nei numerosi siti che enfatizzano le condotte auto ed etero aggressive, come ad esempio i siti pro suicidio, pro anoressia (denominati anche pro ana), pro bulimia (pro mia) e i blog che esaltano la violenza contro le forze dell’ordine o i tifosi delle squadre avversarie. Alcuni giovani trascorrono gran parte del loro tempo contribuendo attivamente al riempimento di questi spazi virtuali, “postando” commenti, riflessioni, fotografie, video e pensando in questo modo di differenziarsi dalla massa facendo qualcosa di originale. 2.9 L’evoluzione dei comportamenti on line a rischio Dal 2008 al 2014 la categoria della navigazione on line a rischio si è notevolmente ampliata fino a integrare gravi condotte auto ed etero lesive, e talvolta criminali, che sembrano interessare soprattutto gli adolescenti. Nello specifico: • • • l’autoproduzione di materiale sensuale, sexy o pedopornografico finalizzato all’esibizione (selfie 2 ) e/o commercializzazione di parti del proprio corpo per trarne profitto economico; l’invio e pubblicazione di immagini e/o messaggi sessualmente espliciti (sexting3); il bisogno di filmare e poi pubblicare su Facebook o Youtube comportamenti a rischio o criminali: a) neknomination4, b) streapnomination5, 2 Il termine selfie, derivato dalla lingua inglese, può essere liberamente tradotto dallo slang come autoritratto fotografico, tipicamente eseguito con un palmare, fotocamera digitale o telefono cellulare (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Selfie). 3 Il termine sexting, crasi delle parole inglesi sex (sesso) e texting (inviare SMS) è un neologismo utilizzato per indicare l'invio di messaggi sessualmente espliciti e/o immagini inerenti al sesso, principalmente tramite telefono cellulare, ma anche tramite altri mezzi informatici (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Sexting). 4 Neknominate, conosciuto anche come neck and nominate, neknomination o neck nomination, è un gioco di bevute online. Nella versione originale il gioco consiste nel filmarsi mentre si beve una pinta di una bevanda alcolica (solitamente birra) tutta d'un fiato e pubblicare il filmato sul web. L'autore del filmato dovrà inoltre nominare altri due amici, che avranno 24 ore di tempo per raccogliere la sfida ed eseguire a loro volta la bevuta. A seguito della sua diffusione virale le regole del gioco si sono modificate e i "nominati" sono chiamati ad effettuare la bevuta in modalità più estreme, ad esempio bevendo mix di superalcolici o compiendo attività rischiose subito dopo la bevuta (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Neknominate). 35 Il Genitore Digitale c) sexual ruleta6, d) knockout game7, pestaggi di compagni di scuola; • la disponibilità manifestata da molti adolescenti a lasciarsi sedurre da uomini e donne adulte on line (grooming8). 5 Streapnomination: vedi nota n°2. In questo caso il gioco consiste nel filmarsi mentre si compie uno streap tease in un locale pubblico come ad esempio un supermercato o un negozio di moda. 6 In Colombia sta prendendo piede tra gli adolescenti una pericolosissima moda che desta preoccupazione tra i genitori dei ragazzi del paese sud-americano. Il nome del ‘gioco’ è Ruleta o Carusel e in pratica si tratta di puro e semplice sesso di gruppo: gli adolescenti si ritrovano tra loro, bevono e ballano. Fin qui, niente di strano. Ad un certo punto però le ragazze formano un cerchio rivolte con la schiena verso l’esterno: l’obiettivo dei ragazzi è quello di effettuare più penetrazioni possibili prima di raggiungere l’apice del piacere. Chi eiacula viene eliminato. Tutto ciò avviene senza l’uso di alcuna protezione, visto che la maggior parte degli adolescenti crede che con una penetrazione veloce non sia possibile contrarre malattie veneree nè mettere incinta una ragazza. Convinzione assolutamente priva di fondamento (fonte: http://www.chedonna.it/che-amante/2013/05/27/ruleta-sexual-in-colombia-ilpericolosissimo-gioco-spopola-tra-gli-adolescenti). 7 Il Knockout Game, importato dagli Stati Uniti, è arrivato anche in Italia: i ragazzini aggrediscono per strada dei semplici passanti. L’obiettivo è stenderli con un pugno: senza ragione, solo per dimostrare agli amici di essere sufficientemente “coraggiosi”. (fonte: http://notizie.virgilio.it/cronaca/allarme-knockoutgame-prendere-pugni-passanti-moda-video.html). The "knockout game" is one of many names given by American news media to assaults in which, purportedly, one or more assailants attempt to knock out an unsuspecting victim, often with a single sucker punch, all for the amusement of the attackers and their accomplices. Other names given to assaults of this type include "knockout", "knockout king", "point 'em out, knock 'em out", "bomb", and "polar-bearing" or "polar-bear hunting" (allegedly called such when the victim is white). Serious injuries and even deaths have been attributed to the "knockout game". Some news sources report that there has been an escalation of such attacks in late 2013, and in some cases the attack has been charged as a hate crime, while some politicians have been seeking new targeted legislation specifically against it (fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Knockout_game). 8 Denominato anche grooming, termine inglese che indica il comportamento di un animale che provvede a mantenere la pulizia e l’igiene di un suo simile, l’adescamento on line è un lento processo interattivo attraverso il quale il cyber predatore sviluppa una relazione intima e duratura con una giovane vittima, “prendendosi cura” del suo mondo psicologico. (Pisano, L. 2011, Come difendere i preadolescenti dai cyber predatori sessuali, in “Il Bambino digitale”, a cura di D. Fedeli, Carocci Editore) Le principali fasi del processo interattivo sono: 1) 2) 3) 4) La fase della formazione dell’amicizia o friendship forming stage; La fase della formazione della relazione o relationship-forming stage; La fase della valutazione del rischio o risk assessment stage; La fase dell’esclusività del rapporto o exclusivity stage. 36 Il Genitore Digitale Tali condotte, spesso caratterizzate dall’impulsività e dall’acting out, segnalano la progressiva perdita negli adolescenti della capacità di manifestare in modo originale e autentico la propria individualità, ispirandosi al rispetto di norme e valori universali. Tab. 2. Navigazione on line a rischio nel 2014 9 Commercializzazione di parti del proprio corpo per trarne pro0itto economico SEXTING con coetanei Esibizione per 0ini narcisistici e/o per tentare di sedurre e corteggiare un coetaneo SELFIE sensuali, sexi o pedopornogra0ici SEXTING "disponibilità" a lasciarsi sedurre da uomini e donne adulti (grooming) con adulti OTHER(ie) Sexual ruleta Streapnomination Sesso e Alcool Neknomination Video e Foto rigurdanti esperienze trasgressive Knockout game Pestaggi di compagni di scuola Violenza 9 Pisano, L., 2014 in “Le nuove forme della navigazione on line a rischio”. Seminario del 22.04.2014. 37 Il Genitore Digitale OBIETTIVI 38 Il Genitore Digitale 3. Obiettivi E’ evidente la difficoltà di attuare programmi di prevenzione (primaria, secondaria e terziaria) diretti sulla popolazione dei soggetti in età evolutiva per i seguenti motivi: 1) il numero elevatissimo di minori che, possedendo un profilo in un social network, necessiterebbero di interventi educativi: 1a) Facebook, in sei anni è diventato il social network più popolare al mondo: sono 350 milioni, di cui circa 18 milioni in Italia, coloro che hanno un profilo attivo. Il 71,1% degli adolescenti italiani ne possieda uno10; 2a) l’83 % degli insegnanti italiani chiede maggiore formazione rispetto all’uso didattico delle nuove tecnologie: il 37% degli insegnanti della primaria, il 37,8% delle “medie” e il 25,2% delle “superiori”. Infatti il 92 % degli insegnanti crede che i ragazzi abbiano bisogno di essere educati all’uso di internet, dei social network, dei sistemi di messaggistica istantanea (whatsapp), e che debbano essere appoggiati da un adulto11; Nota tecnica: Il dato è particolarmente allarmante se si considera che sono ancora più di un terzo gli italiani che non hanno mai usato internet. “Siamo in fondo alla classifica europea, sotto al Portogallo e di poco sopra alla Grecia e alla Bulgaria. Secondo quanto rileva l’Istat, internet è disponibile nel 63,3% delle famiglie del Centro-Nord e solo nel 55,1% delle famiglie residenti nelle regioni del Sud e nel 54,7%delle Isole”. (fonte: nota 11) 2) la frequenza sempre più in aumento delle condotte on line a rischio (Save the Children, 201312): • il 47% degli adolescenti dichiara che è molto diffuso inviare o ricevere messaggi con riferimento al sesso; • il 33% dichiara che è molto diffuso dare il proprio numero di cellulare a qualcuno conosciuto in internet; • il 32% dichiara che è molto diffuso avere rapporti intimi con qualcuno conosciuto in internet; • il 28% dichiara che è molto diffuso inviare foto o video in cui gli adolescenti sono raffigurati seminudi o nudi; 10 Nota 2: Fonte 10° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Telefono Azzurro e Eurispes 11 Ricerca nazionale condotta, su un campione di 1332 docenti, dall’Università di Milano – Bicocca in collaborazione con AICA (Associazione italiana per l’informatica e il calcolo distribuito) e Telefono Azzurro. L’indagine fatta da settembre 2013 a gennaio 2014 ha coinvolto docenti distribuiti in 148 centri urbani in tutt’Italia. 12 http://images.savethechildren.it/f/Pubblicazioni/in/indaginecyberbullismoipsos.pdf 39 Il Genitore Digitale • • il 19% dichiara che è molto diffuso inviare video/immagini/attivare la webcam seminudi, nudi per ricevere regali; il 18% dichiara che è molto diffuso inviare video/immagini in cui gli adolescenti sono raffigurati seminudi, nudi ad adulti conosciuti su internet; 3) l’assenza di risorse economiche necessarie per promuovere azioni educative su larga scala: lo Stato Italiano non è in grado di finanziare progetti educativi sistemici che sensibilizzino i giovani ad usare in modo consapevole e prudente le nuove tecnologie. Il rischio è che le informazioni (testo, video, foto) postate da un adolescente in un social network contribuiscano a promuovere una “rappresentazione virtuale” negativa che potrebbe incidere sulla sua reputazione reale, al punto da compromettere in età adulta la ricerca di un lavoro e/o la formazione di relazioni sentimentali e amicali; 4) l’impossibilità di promuovere azioni repressive su larga scala: le forze di polizia non hanno la possibilità di svolgere indagini investigative su tutte le situazioni a rischio segnalate da minori e adulti e comunque, quando questo avviene, la magistratura non è in grado di fornire in tempi brevi risposte concrete in grado di tutelare la vittima; 5) l’impossibilità di vietare ai minori l’uso dei social network: oltre all’assenza di norme giuridiche che vietano ai minori di anni quattordici di utilizzare i social network e di sistemi di controllo attuati dagli Internet Service Provider per verificare l’età dei propri clienti 13 , non è concretamente possibile impedire a bambini o adolescenti di accedere ai social network, potendo gli stessi ricorrere a nickname14 falsi o alla piattaforma, anche mobile, di un amico per navigare; 6) l’assenza di una normativa che stabilisca con precisione la sorte ed il regime dei dati personali dei minori: negli Stati Uniti è in vigore dal 2000 la Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA)15 che stabilisce con precisione la sorte dei dati personali dei minori stabilendo ad esempio che tutti i siti (e le piattaforme di social network) che raccolgono dati personali da minori di età 13 Teoricamente i minori di anni tredici non possono iscriversi a Facebook. 14 Un nickname o semplicemente nick, nella cultura e nel gergo di Internet, è uno pseudonimo o "nome di battaglia", usato dagli utenti di Internet per identificarsi in un determinato contesto o in una determinata comunità virtuale. Spesso sono soprannomi, ma possono essere sigle, combinazioni di lettere e numeri (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Nickname). 15 Per approfondimenti vedi l’articolo dell’Avv. Massimo Simbula: http://studiolegalesimbula.com/privacye-minori-linee-guida-secondo-il-coppa-act/ 40 Il Genitore Digitale inferiore ai tredici anni debbano presentare una chiara indicazione della politica seguita in materia di privacy in cui siano specificate le modalità di utilizzazione dei dati. Inoltre, i siti devono ottenere il consenso “documentabile” dei genitori prima di raccogliere dati personali di qualsiasi natura16; 7) l’assenza di impostazioni di default che tutelino i profili dei minorenni: tra i siti di social networking esaminati per conto della Commissione europea, solo due (Bebo e MySpace) sono impostati in maniera tale da impedire automaticamente che i profili degli utenti minorenni siano accessibili all’esterno della cerchia dei contatti da loro selezionati, mentre solamente quattro siti garantiscono automaticamente che i minori possano essere contattati solo da amici (Bebo, MySpace, Netlog e SchuelerVZ)17. Ad esempio: la possibilità di “taggare” una persona nelle fotografie, prevista dalla maggior parte dei servizi di socializzazione in rete, rende molto semplice la ricerca di immagini online di un utente, esponendo così i ragazzi ad ulteriori rischi, come l’adescamento tramite internet (il cosiddetto grooming) o il cyber-bullismo; Appare invece perseguibile l’OBIETTIVO GENERALE di costruire una rete di “genitori digitali” adeguatamente formati e supervisionati che si adoperino per: obiettivi specifici: a) monitorare il comportamento on line e off line dei minori: si ricorda, infatti, che le condotte devianti manifestate nella vita reale sono talvolta videoregistrate e pubblicate nei siti web; b) informare, con le necessarie cautele, i genitori degli studenti che hanno manifestato comportamenti a rischio; c) progettare, in collaborazione con l’equipe dell’IFOS, azioni volte a ridurre i rischi di acting out e di condotte on line e off line a rischio. Si ritiene infatti che solamente attraverso la valorizzazione della funzione genitoriale si possa contrastare, in una politica di “riduzione del danno”, le problematiche sociali connesse al diffondersi del nichilismo e dei conseguenti acting out degli adolescenti. 16 Negli Stati Uniti una madre è stata denunciata dal figlio sedicenne con l’accusa di averlo «molestato» con una serie di reati: intrusione informatica nel suo profilo Facebook, modifica della password e, per finire, diffamazione a mezzo Internet. 17 http://ec.europa.eu/italia/attualita/primo_piano/informazione/social_network_protezione_minori_it.htm 41 Il Genitore Digitale 4. Azioni 4.1 Selezione, formazione e supervisione dei “Genitori Digitali” Le azioni per realizzare gli obiettivi, generali e specifici, del progetto sono: 1) selezionare un gruppo di genitori (a cura del Dirigente Scolastico e/o dell’equipe dell’IFOS), - almeno un padre o una madre per ogni scuola secondaria di primo e secondo grado -, sufficientemente competenti18 nell’uso delle nuove tecnologie e disponibili a sostenere le finalità del progetto; 2) formare (a cura dall’equipe dell’IFOS) i “Genitori Selezionati” attraverso un breve percorso informativo e formativo (dieci ore) sui seguenti temi: • • • • • • • • • • L’identità virtuale: definizione e proprietà iDisorder: le dipendenze on line Gli acting out nella vita reale e virtuale: navigazione on line a rischio e cyberbullismo Il Grooming: i cyberpredatori sessuali; La tutela dei minori: aspetti giuridici Le funzioni del “Genitore Digitale” La formazione di una rete di “Genitori Digitali” Il supporto tecnico (psico socio pedagogico e giuridico) offerto ai “Genitori Digitali” Procedure per sensibilizzare e avvisare i genitori dei ragazzi a rischio. Norme in tema di Privacy. N.B. Si precisa che il corso di formazione diretto ad almeno dieci genitori sarà organizzato presso una scuola del paese/città più vicino a quello di residenza dei genitori selezionati. Al fine di contenere i costi il percorso formativo sarà pertanto rivolto a un gruppo di genitori selezionati provenienti da scuole differenti ma ubicate in paesi/città limitrofi. 3) sensibilizzare i genitori selezionati, da ora denominati “Genitori Digitali”, a monitorare i profili on line (aperti19) dei minori; 4) attivare la “Rete di Genitori Digitali”: connettere on line i “Genitori Digitali” di una stesso paese o città e/o di paesi o città differenti attraverso la partecipazione ad un FORUM, supervisionato dall’equipe IFOS, il cui accesso è 18 La competenza minima richiesta è data dalla capacità di navigare on line nei principali social network. Il profilo è aperto quando è impostato (vedi funzione privacy) in maniera tale da permettere che sia accessibile all’esterno della cerchia dei contatti selezionati. 19 42 Il Genitore Digitale riservato ai soli iscritti, in modo da condividere informazioni sulle buone prassi e sui problemi rilevati durante lo svolgimento del monitoraggio on line; 5) ideare e scrivere (a cura dell’equipe dell’IFOS) insieme ai “Genitori Digitali” e ai referenti dei servizi socio-sanitari territoriali (Comune e/o ASL) e dell’USSM coinvolti nel progetto, la procedura per informare, con discrezione, prudenza e correttezza, i genitori dei minori che hanno manifestato condotte on line (e off line) a rischio; 6) sostenere e supervisionare le attività dei “Genitori Digitali” attraverso (a cura dell’equipe dell’IFOS): a) moderazione del FORUM: parent to parent forum network; b) incontri individuali on line, via Skype; c) invio periodico, via email, di note informative sulle problematiche on line e off line emergenti; d) periodici incontri di aggiornamento con l’equipe dell’IFOS gli operatori della Polizia Postale e delle telecomunicazioni; e) moderazione delle email: che i “Genitori Digitali” si invieranno, parentto-parent email network. 4.2 Specifica 1: Le azioni on line dei “Genitori Digitali” I genitori “Genitori Digitali” selezionati dalla scuola dovranno: 1) monitorare i comportamenti on line degli studenti consultando i profili aperti dei social network e/o raccogliendo informazioni sulle loro condotte anche attraverso confidenze ricevute da altri ragazzi frequentanti la scuola e/o residenti nello stesso paese o quartiere della città; 2) scambiare informazioni con gli altri “Genitori Digitali” via Skype, Email e FORUM per ricevere pareri, consigli, suggerimenti. Si precisa che i genitori saranno tenuti a garantire la riservatezza dei dati sensibili raccolti (L. 196/2003 in tema di privacy); 3) partecipare ai corsi di aggiornamento on line organizzati dall’Equipe dell’IFOS; 43 Il Genitore Digitale 4.3 Specifica 2: Le azioni off line dei “Genitori Digitali” I genitori “Genitori Digitali” dovranno: A) rispetto alla gestione dei casi rilevati 1) informare l’equipe dell’IFOS sull’eventuale rilevazione di condotte a rischio; 2) attendere che l’equipe dell’IFOS, in collaborazione con i servizi socio – sanitari (Comune e/o ASL) e l’USSM, contatti il Dirigente Scolastico e i docenti della scuola frequentata dal minore che ha manifestato i comportamenti a rischio; 3) contattare e informare, seguendo la procedura che sarà progettata e condivisa, i genitori dello studente che ha manifestato le condotte a rischio; 4) sollecitare i genitori dello studente a rischio a sintonizzarsi con il mondo emotivo del figlio affinché promuovano azioni educative non repressive. E’ infatti necessario prevedere azioni comunicative basate su consigli e informazioni pedagogiche che favoriscano il mantenimento del dialogo genitore-figlio. B) rispetto alle azioni di prevenzione 5) organizzare e condurre, con la supervisione e il sostegno dell’equipe dell’IFOS e dei servizi socio - sanitari territoriali (Comune e/o ASL) e dell’USSM brevi seminari informativi sulle problematiche off line e on line rivolti a studenti, genitori e docenti; 6) condurre, con la supervisione e il sostegno dell’equipe dell’IFOS e dei servizi socio sanitari territoriali (Comune e/o ASL) e dell’USSM gruppi di auto aiuto rivolti ai genitori; 7) redigere periodicamente un report, osservando le norme in tema di privacy, L. 196 del 2003, da inviare all’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime; 4.4. Specifica 3: Le azioni promosse dall’IFOS L’Equipe dell’IFOS garantisce a ogni scuola e/o Comune e/o ASL che aderisce al progetto, per singola annualità, le seguenti azioni/attività: A) PER I GENITORI DIGITALI 1) selezione e formazione (10 ore) di due genitori digitali (Si precisa che il corso di formazione diretto ad almeno dieci genitori sarà organizzato presso una scuola del paese/città/ASL più vicino a quello di residenza dei genitori selezionati. Al fine di contenere i costi il percorso formativo sarà pertanto rivolto a un gruppo di genitori selezionati provenienti da scuole differenti ma ubicate in paesi/città limitrofi); 44 Il Genitore Digitale 2) chiavi di accesso (ID e password) per i Genitori Digitali alla sezione protetta del sito www.ilgenitoredigitale.com, necessaria per usufruire dei servizi chat e FORUM e per connettersi con i Genitori Digitali di paesi e/o città limitrofe; 3) supervisione e brevi corsi di aggiornamento on line rivolti ai Genitori Digitali, finalizzati ad implementare le conoscenze acquisite; 4) assistenza tecnica (informatica, psicologica, pedagogica, sociale e giuridica) per i Genitori Digitali, nei casi di sospetta rilevazione di condotte a rischio; 5) assistenza tecnica per l’organizzazione di corsi di formazione rivolti a genitori e studenti sulle problematiche on line e off line che saranno organizzati a scuola; B) PER I DOCENTI 1) 5 ore di formazione sulla navigazione on line a rischio e il cyberbullismo (Al fine di contenere i costi, il percorso formativo sarà rivolto a un gruppo di docenti provenienti da scuole differenti ma ubicate in paesi/città limitrofi) 2) 20 ore annuali di consulenza on line (psicologica, pedagogica, giuridica via Email, Skype o telefono) che sarà realizzata attraverso l’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime, contattando il seguente numero telefonico: 070.654382 C) PER I SERVIZI SOCIO SANITARI (COMUNE E/O ASL) DEL LUOGO IN CUI E’ UBICATO LA SCUOLA 1) 5 ore di formazione sulla navigazione on line a rischio e il cyberbullismo (Al fine di contenere i costi il percorso formativo sarà rivolto a un gruppo di operatori sociali provenienti da comuni differenti ma limitrofi); 2) 20 ore annuali di consulenza on line (psicologica, pedagogica, giuridica) che sarà realizzata attraverso l’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime, contattando il seguente numero telefonico: 070.654382 45 Il Genitore Digitale 5. La dimensione innovativa L’innovatività del progetto non consiste nel prevedere la formazione di “Genitori che controllano e educano” perché è una figura che è sempre esistita nel mondo reale e che si è già spontaneamente formata nel cyberspazio. Infatti: 1) nel mondo reale sino agli anni 80-90 (e in qualche realtà ancora oggi) gli adulti controllavano i propri figli e quelli degli altri genitori, vicini di casa, di quartiere o amici, che giocavano per le vie del paese; 2) nel mondo virtuale, attualmente: 2a) il 46% delle madri affermano di conoscere la password del profilo del figlio, a differenza del 36% dei papà; il 51% delle mamme e il 45% dei padri è amico del figlio su Facebook; il 42% delle mamme e il 31% dei padri ha accesso al profilo del figlio su Facebook20 (fonte: Save The Cildhren, 2013); 2b) è molto diffusa anche in Italia l’ ”intelligence familiare”: i padri hacker e le mamme 00721. “C'è chi lo dice a mezza voce, chi si difende a testa alta, chi se ne vergogna un po', ma quasi tutti se interrogati rispondono: "Lo facciamo per il loro bene, il mondo è pericoloso, Internet ancora di più ...". Confessioni di genitori che spiano i figli. Un fenomeno crescente, dilagante, più che una paura un'ossessione collettiva: eserciti di adulti angosciati dalle insidie della realtà vera e virtuale spiano i propri figli con metodi sempre più sofisticati, li pedinano, li seguono, li filmano, violano computer e parole chiave, intercettano sms e cellulari, s'addentrano nei social network per cercarli, trovarli, per comprenderne segreti e linguaggi, scoprire cosa fanno, chi frequentano. Accade ovunque, negli Stati Uniti il 55% dei genitori di adolescenti dichiara senza remore di "pedinare" i propri figli su Facebook, mentre in Italia, racconta lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet, "aumentano di anno in anno i parenti terrorizzati dalla vita "clandestina" dei loro figli, e mi capita sempre più spesso di incontrare genitori che vengono da me con il faldone dell'investigatore privato, assoldato per spiare i loro 20 http://images.savethechildren.it/f/Pubblicazioni/in/indaginecyberbullismoipsos.pdf 21 http://www.repubblica.it/cronaca/2011/10/12/news/mamma_spia-23080765/ (12.10.2011). 46 Il Genitore Digitale ragazzi". In quattro anni infatti è cresciuta del 30% la richiesta di detective incaricati dalle famiglie di controllare figli giovanissimi (e spesso inquieti) in tutte le loro attività quotidiane, in quell'età in cui comincia il mistero e dunque il fascino dell'azzardo. Investigatori che oggi, aggiunge Alessandro Rosina, demografo e grande conoscitore della generazione dei Millennials, "si sono specializzati nel "bucare" i computer degli adolescenti, ma soprattutto nel cancellare dalla Rete tracce che poi potrebbero comprometterli nel futuro". Mentre si diffondono dappertutto manuali che insegnano agli adulti a utilizzare i social network a comprenderne pericoli e possibilità, sulla scia del bestseller americano "Facebook for parents" (La Repubblica); 2c) è molto diffusa inoltre l’ ”intelligence scolastica”: chi insegna è consapevole di essere “importante” nella vita online dei ragazzi: 361 insegnanti hanno segnalato almeno un caso di aggressione avvenuto tra i propri studenti sui social network e quattro professori su dieci hanno dichiarato di essere entrati in contatto con uno studente che manifestava problemi di dipendenza tecnologica22. La dimensione innovativa del progetto consta allora nell’organizzare adeguatamente l’attività dei “genitori digitali”. Non esiste infatti un hub informativo23 che permetta ai genitori che conoscono le password dei figli e accedono al loro profilo on line o che visionino l’attività on line di altri ragazzi (compagni di scuola o di istituto del proprio figlio), di: 1) dare un corretto significato alle informazioni acquisite; 2) valorizzare le informazioni ottenute incrociandole con quelle di altri genitori; 3) monitorare l’attività on line dei figli senza invadere la loro privacy. Il rischio è infatti di vanificare la delicata azione di controllo creando una distanza comunicativa e la frattura del rapporto di fiducia; 4) confrontarsi immediatamente con genitori e/o esperti che possano fornire indicazioni concrete e specifiche su come gestire adeguatamente le informazioni acquisite. 22 Ricerca nazionale condotta, su un campione di 1332 docenti, dall’Università di Milano – Bicocca in collaborazione con AICA (Associazione italiana per l’informatica e il calcolo distribuito) e Telefono Azzurro. L’indagine fatta da settembre 2013 a gennaio 2014 ha coinvolto docenti distribuiti in 148 centri urbani in tutt’Italia. 23 Un hub (letteralmente in inglese fulcro, mozzo, elemento centrale) rappresenta un concentratore, ovvero un dispositivo di rete che funge da nodo di smistamento dati di una rete di comunicazione dati organizzata. 47 Il Genitore Digitale 6. La valutazione dei rischi Per quanto riguarda i rischi connessi con la tutela della privacy e del rapporto educativo genitore-figlio, secondo illustri pareri non sussistono pericoli. Infatti: AREA GIURIDICA 1) Francesco Pizzetti (Garante della Privacy dal 2005 al 2012), in un’intervista rilasciata a “La Repubblica” (vedi nota 17) ha affermato che: -“Più che di spionaggio però parlerei di controllo e controllare i figli non è qualcosa di facoltativo, è un dovere dei genitori. Naturalmente con delle differenze. Faccio un esempio: se un padre e una madre lasciano un bambino di 6 o 7 anni da solo in casa, esposto a pericoli di ogni tipo, vengono meno alla loro responsabilità di genitori e possono avere anche conseguenze penali. Ed è la stessa cosa se lo abbandonano da solo davanti a Internet ed esposto ai rischi della Rete. Qui la sorveglianza non è una scelta, è un obbligo. Diverso è se un genitore si crea un profilo falso su Facebook per parlare con il proprio figlio adolescente: in questo caso direi che si tratta di un comportamento sleale, a meno che l'azione del genitore non sia giustificata da gravi sospetti, ad esempio che il figlio si possa drogare, che abbia gravi patologie, o altro”-; AREA PEDAGOGICA 2) Gustavo Pietropolli Charmet (psichiatra) ha dichiarato che (vedi nota 17): “Perché molto è cambiato dai tempi dei diari segreti, quando bastava far saltare con una forcina il lucchetto chiuso a chiave, per addentrarsi nelle confessioni vere o inventate di un o una adolescente … La differenza è che il diario era un monologo, una lettera aperta, a volte lasciato lì proprio perché qualcuno lo trovasse. I social network invece sono reali, implicano dei contatti, "oltre" ci sono sconosciuti con i quali i ragazzini dialogano, a volte in modo innocente, ma a volte no. I rischi sono grandi, e quindi, lo ammetto, ritengo legittimo da parte dei genitori anche lo spionaggio. Spesso poi non è che le madri e i padri scoprano chissà che cosa quando s'inoltrano tra le chat dei ragazzini. Certo, gli adulti possono anche fare gli 007, se è a fin di bene, i ragazzi però sono poi liberi di blindare le proprie vite e naturalmente i propri computer"-. 48 Il Genitore Digitale Ciononostante il controllo non può essere l’unica strategia educativa per prevenire e contrastare i comportamenti a rischio (reali e virtuali) perché: 1) il controllo può minare il sentimento di fiducia che necessariamente deve essere presente in ogni relazione educativa; 2) il controllo non sollecita i processi di responsabilizzazione e acquisizione di competenze (life skill) nei minori; 3) le condotte a rischio sono (anche) “normali” durante la fase adolescenziale e devono essere sostanzialmente contenute ma non completamente represse: “ognuno, per entrare nel tempo adolescenziale, esegue il proprio rito, spesso volutamente dissacratorio, con risposte dure e spesso crudeli. Se un tempo le società organizzavano strutture dove la tensione e la confusione, proprie della crisi, potevano essere elaborate (gli spartani davano i figli allo stato, gli israeliani hanno creato i kibbutz, culture tribali offrivano riti di passaggio), la nostra cultura, a parte qualche tentativo di raggruppamento, non propone agli adolescenti soluzioni efficaci. Oggi sembra che siano i comportamenti a rischio la via prediletta per il confronto con il mondo” (Vallario,L, 2005); 4) l’adolescente è fisiologicamente attratto dal fascino del rischio e della sfida: il fumo di sigarette, l’uso di spinelli e di altre droghe, l’abuso di alcool, la ricerca dello “sballo” e di sensazioni forti, gli atti di vandalismo o i piccoli furti, la guida pericolosa, la sperimentazione di una sessualità precoce e non protetta, le restrizioni alimentari spesso immotivate, fino ai tentati suicidi. Si tratta di comportamenti che sebbene dannosi dal punto di vista fisico e psichico sembrano offrire all’adolescente una via d’uscita dalle insicurezze e incertezze sperimentate in questa fase del ciclo di vita. 5) gli adolescenti sono “nativi digitali 24 ”, veloci, esperti e competenti nel nascondere le tracce o nel creare accanto al profilo ufficiale controllato dai genitori anche quelli non ufficiali. Pertanto accanto al controllo discreto, non invasivo e a distanza attuato dai “Genitori Digitali” che hanno il compito di monitorare le attività on line dei ragazzi e informare i loro genitori, è necessario prevedere azioni comunicative basate su consigli e informazioni pedagogiche che favoriscano il mantenimento del dialogo genitore-figlio. 24 Nativo digitale (dalla lingua inglese digital native) è una espressione che viene applicata ad una persona che è cresciuta con le tecnologie digitali come i computer, Internet, telefoni cellulari e MP3. L'espressione è stata coniata da Marc Prensky nel suo Digital Natives, Digital Immigrants pubblicato nel 2001. In questo fondamentale articolo, l'espressione viene utilizzata per indicare un nuovo gruppo di studenti che accede al sistema dell'educazione. (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Nativo_digitale) 49 Il Genitore Digitale 7. Controllo e Valutazione ex ante, in itinere ed ex post 7.1 La valutazione del progetto A) La valutazione ex ante si inserisce nella prima fase del ciclo del progetto e ha come finalità quella di valutare preliminarmente, e con forte sforzo di astrazione, il progetto così come identificato. In questo modo è possibile già in fase di identificazione correggere alcuni aspetti del progetto che palesemente potrebbero inficiarne la realizzazione. FASE REALIZZATA: la valutazione ex ante è stata compiuta e indicata nei paragrafi: 1.3.1 e 3. Si sono pertanto progettate le azioni dopo avere attentamente valutato i risultati (positivi e negativi) ottenuti dall’esecuzione di precedenti attività progettuali (realizzate tra il 2008 e il 2012). B) La valutazione in itinere viene realizzata nel corso dell’implementazione del progetto, in genere nel medio periodo. In questo caso la funzione dell’attività di valutazione, che si avvicina per alcuni aspetti all’attività di monitoraggio, è di realizzare una valutazione intermedia del progetto per individuare le eventuali distorsioni o le problematiche che si sono venute a creare, in un momento in cui il progetto non è ancora terminato e sono quindi ipotizzabili delle misure correttive. FASE DA REALIZZARE: 1) saranno somministrati ai “Genitori Digitali”, previo consenso informato, periodici Report da compilare per verificare l’efficacia e l’efficienza delle azioni compiute; 2) saranno inoltre somministrati, previo consenso informato, ai genitori degli studenti informati dai “Genitori Digitali” periodici Report da compilare per verificare l’efficacia e l’efficienza delle azioni progettate. 50 Il Genitore Digitale C) La valutazione finale si colloca, dal punto di vista temporale, nel momento in cui il progetto è appena terminato o terminato da poco tempo. In questo caso l’oggetto della valutazione è l’obiettivo specifico del progetto e, in particolare, il grado di raggiungimento dei risultati attesi, alla luce delle modalità con cui sono state portate a termine le attività previste. FASE DA REALIZZARE: 1) sarà somministrato ai “Genitori Digitali”, previo consenso informato, il Report finale da compilare per verificare l’efficacia e l’efficienza delle azioni compiute; 2) sarà somministrato, previo consenso informato, ai genitori degli studenti informati dai “Genitori Digitali” il Report finale da compilare per verificare l’efficacia e l’efficienza delle azioni progettate. D) La valutazione ex post viene realizzata dopo un certo lasso di tempo dalla fine del progetto che può essere un anno o un tempo più prolungato a seconda della complessità del progetto. Si parla in questo caso di valutazione d’impatto e in un certo senso è questa la valutazione che permette di esprimere un giudizio circa il grado di raggiungimento dell’obiettivo generale. FASE DA REALIZZARE: sarà somministrato, previo consenso informato, ai genitori degli studenti informati dai “Genitori Digitali” il Report ex post, necessario per verificare l’efficacia e l’efficienza delle azioni progettate. E) Indicatori per la valutazione: 1) diminuzione dei comportamenti devianti e criminali, off line e on line, in età evolutiva; 2) costituzione di una rete allargata di genitori; 3) rafforzamento delle funzioni genitoriali. 51 Il Genitore Digitale 8. Modalità di adesione al progetto Le scuole di primo e secondo grado, le amministrazioni locali e le ASL interessate a partecipare al progetto “Il Genitore digitale: una rete di genitori per prevenire gli acting out degli adolescenti” dovranno sottoscrivere il modulo A (richiesta di partecipazione al progetto). Il costo annuale di partecipazione al progetto è fissato in euro 1000,00 per singola scuola. 52 Il Genitore Digitale 8.1 Modulo A MODULO DI ADESIONE AL PROGETTO CONTRATTO TRA L’ASSOCIAZIONE IFOS - CENTRO STUDI PER LA FAMIGLIA, L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA, sede legale e operativa Via Palomba 70, 09129 - Cagliari, P.IVA 02676020924, rappresentato dal dott. Luca Pisano, nato a Cagliari il 16/07/970, (Ente Capofila del progetto) d’ora in poi denominato “Equipe del progetto o Equipe”, in collaborazione con 1) l’Ufficio Studi, Ricerche e Attività Internazionali - Dipartimento Giustizia Minorile, e il Centro per la Giustizia Minorile Sardegna, MINISTERO DELLA GIUSTIZIA; 2) l’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime, fondato nel 2014 dall’IFOS e dagli enti indicati al punto 1; E ☐ Scuola secondaria ……………………………………………………………………………………. rappresentata da ……………………………………………………………………………………. nato il …………………………. a ……………………………………………………………………………………. Via ……………………………………………………………………………………. C.F. …………………………………………………………………………………………………. Tel…………………………………..Fax……………………………………………………… Email…………………………………………………………………………………………… 53 Il Genitore Digitale ☐ Il Comune di ……………………………………………………………………………………. rappresentato da ……………………………………………………………………………………. nato il …………………………. a ……………………………………………………………………………………. Via ……………………………………………………………………………………. C.F. …………………………………………………………………………………………………. Tel…………………………………..Fax……………………………………………………… Email…………………………………………………………………………………………… ☐ Consorzio di Comuni ……………………………………………………………………………………. rappresentato da ……………………………………………………………………………………. nato il …………………………. a ……………………………………………………………………………………. Via ……………………………………………………………………………………. C.F. …………………………………………………………………………………………………. Tel…………………………………..Fax……………………………………………………… Email…………………………………………………………………………………………… 54 Il Genitore Digitale ☐ ASL ……………………………………………………………………………………. rappresentata da ……………………………………………………………………………………. nato il …………………………. a ……………………………………………………………………………………. Via ……………………………………………………………………………………. C.F. …………………………………………………………………………………………………. Tel…………………………………..Fax……………………………………………………… Email…………………………………………………………………………………………… d’ora in poi denominati “soggetto ospitante il progetto”, PREMESSO che l’obiettivo generale della proposta progettuale è di costruire una rete informale di genitori “genitori digitali”, adeguatamente formati e supervisionati, che si adoperino per: obiettivi specifici: a) monitorare il comportamento on line dei minori; b) attuare azioni preventive volte a ridurre i rischi di acting out e di condotte on line e off line a rischio prevedendo cicli di informazione, rivolti a studenti, docenti e genitori, condotti dai “Genitori digitali”. Si ritiene infatti che solamente attraverso la valorizzazione della funzione genitoriale si possano contrastare, in una politica di “riduzione del danno”, le problematiche sociali connesse al diffondersi del nichilismo e dei conseguenti acting out degli adolescenti. 55 Il Genitore Digitale SI CONVIENE QUANTO SEGUE Art.1 L’EQUIPE del progetto si impegna a: 1. sostenere un referente di ogni scuola secondaria e/o un referente dei servizi sociali di ogni Comune e/o un referente dei servizi socio sanitari dell’ASL (soggetto ospitante il progetto) nelle fasi di selezione di un gruppo di genitori, - almeno un padre o una madre per ogni scuola secondaria presente nel territorio, sufficientemente competenti nell’uso delle nuove tecnologie e disponibili a sostenere le finalità del progetto; 2. formare i “genitori selezionati” attraverso un breve percorso informativo e formativo (10 ore) di tipo psico socio educativo e giuridico sui seguenti temi: • • • • • • • • • • L’identità virtuale: definizione e proprietà iDisorder: le dipendenze on line Gli acting out nella vita reale e virtuale: navigazione on line a rischio e cyberbullismo Il Grooming: i cyberpredatori sessuali La tutela dei minori: aspetti giuridici Le funzioni del “Genitore Digitale” La formazione di una rete di “Genitori Digitali” Il supporto tecnico (psico socio pedagogico e giuridico) offerto ai “Genitori Digitali” Procedure per sensibilizzare e avvisare i genitori dei ragazzi a rischio. Norme in tema di privacy N.B. Si precisa che il corso di formazione diretto ad almeno dieci genitori sarà organizzato presso una scuola del paese/città/ASL più vicino a quello di residenza dei genitori selezionati. Al fine di contenere i costi il percorso formativo sarà pertanto rivolto a un gruppo di genitori selezionati provenienti da scuole differenti ma ubicate in paesi/città limitrofi. 3. sensibilizzare i genitori selezionati, da ora denominati “Genitori Digitali”, a monitorare i profili on line (aperti25) dei minori; 25 Il profilo è aperto quando è impostato (vedi funzione privacy) in maniera tale da permettere che sia accessibile all’esterno della cerchia dei contatti selezionati. 56 Il Genitore Digitale 4. attivare la “Rete di Genitori Digitali”: connettere on line i “Genitori Digitali” di una stesso paese o città e/o di paesi o città differenti attraverso la partecipazione ad un FORUM, supervisionato dall’equipe IFOS, il cui accesso è riservato ai soli iscritti, in modo da condividere informazioni sulle buone prassi e sui problemi rilevati durante lo svolgimento del monitoraggio on line; 5. ideare e scrivere (a cura dell’equipe dell’IFOS) insieme ai “Genitori Digitali” e ai referenti dei servizi socio sanitari territoriali (Comune e/o ASL) e dell’USSM coinvolti nel progetto, la procedura per informare, con discrezione, prudenza e correttezza, i genitori dei minori che hanno manifestato condotte on line (e off line) a rischio; 6. sostenere e supervisionare le attività dei “Genitori Digitali” attraverso (a cura dell’equipe dell’IFOS): a) moderazione del FORUM: parent to parent forum network; b) incontri individuali on line, via Skype; c) invio periodico, via email, di note informative sulle problematiche on line e off line emergenti; d) periodici incontri di aggiornamento con l’equipe dell’IFOS gli operatori della Polizia Postale e delle telecomunicazioni; e) moderazione delle email: che i genitori “Genitori Digitali” si invieranno, parent-to-parent email network. Art.2 Le azioni on line dei “Genitori Digitali” I genitori “Genitori Digitali” selezionati dalla scuola dovranno: 1) monitorare i comportamenti on line degli studenti consultando i profili aperti dei social network e/o raccogliendo informazioni sulle loro condotte anche attraverso confidenze ricevute da altri ragazzi frequentanti la scuola e/o residenti nello stesso paese o quartiere della città; 2) scambiare informazioni con gli altri “Genitori Digitali” via Skype, Email e FORUM per ricevere pareri, consigli, suggerimenti. Si precisa che i genitori saranno tenuti a garantire la riservatezza dei dati sensibili raccolti (L. 196/2003 in tema di privacy); 3) partecipare ai corsi di aggiornamento on line organizzati dall’Equipe dell’IFOS; 57 Il Genitore Digitale Art.3 Le azioni off line dei “Genitori Digitali” I genitori “Genitori Digitali” dovranno: A) rispetto alla gestione dei casi rilevati 8) informare l’equipe dell’IFOS sull’eventuale rilevazione di condotte a rischio; 9) attendere che l’equipe dell’IFOS, in collaborazione con i servizi socio sanitari territoriali (Comune e/o ASL) e l’USSM, contatti il Dirigente Scolastico e i docenti della scuola frequentata dal minore che ha manifestato i comportamenti a rischio; 10) contattare e informare, seguendo la procedura che sarà progettata e condivisa, i genitori dello studente che ha manifestato le condotte a rischio; 11) sollecitare i genitori dello studente a rischio a sintonizzarsi con il mondo emotivo del figlio affinché promuovano azioni educative non repressive. E’ infatti necessario prevedere azioni comunicative basate su consigli e informazioni pedagogiche che favoriscano il mantenimento del dialogo genitore-figlio. B) rispetto alle azioni di prevenzione 12) organizzare e condurre, con la supervisione e il sostegno dell’equipe dell’IFOS e dei servizi sociali territoriali (Comune e/o ASL) e dell’USSM brevi seminari informativi sulle problematiche off line e on line rivolti a studenti, genitori e docenti; 13) condurre, con la supervisione e il sostegno dell’equipe dell’IFOS e dei servizi socio sanitari territoriali (Comune e/o ASL) e dell’USSM gruppi di auto aiuto rivolti ai genitori; 14) redigere periodicamente un report, osservando le norme in tema di privacy, L. 196 del 2003, da inviare all’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime; Art.4 Le azioni promosse dall’IFOS L’Equipe dell’IFOS garantisce a ogni scuola che aderisce al progetto, per singola annualità scolastica, le seguenti azioni/attività: A) PER I GENITORI DIGITALI 1) selezionare e poi formare (10 ore) due genitori sufficientemente competenti26 nell’uso delle nuove tecnologie: un padre e una madre; 2) sensibilizzare i genitori selezionati, da ora denominati “Genitori Digitali”, a monitorare i profili on line (aperti27) dei minori frequentanti la scuola; 26 La competenza minima richiesta è data dalla capacità di navigare on line nei principali social network. 58 Il Genitore Digitale 3) fornire le chiavi di accesso (ID e password) alla sezione protetta del sito IFOS, necessarie per usufruire dei servizi chat e FORUM e per connettersi con i Genitori Digitali di paesi e/o città limitrofe; 4) attivare la “Rete di Genitori Digitali”: connettere on line i “Genitori Digitali” di una stesso paese o città e/o di paesi o città differenti attraverso la partecipazione ad un FORUM, supervisionato dall’equipe IFOS, il cui accesso è riservato ai soli iscritti, in modo da condividere informazioni sulle buone prassi e sui problemi rilevati durante lo svolgimento del monitoraggio on line; 5) garantire l’assistenza tecnica (informatica, psicologica, pedagogica, sociale e giuridica) nei casi di sospetta rilevazione di condotte a rischio; 6) ideare e scrivere insieme ai “Genitori Digitali” e ai referenti dei servizi socio sanitari territoriali (Comune e/o ASL) e dell’USSM coinvolti nel progetto, la procedura per informare, con discrezione, prudenza e correttezza, i genitori di altri minori (frequentanti la scuola) che hanno manifestato condotte on line (e off line) a rischio; 7) sostenere le attività dei “Genitori Digitali” attraverso: f) moderazione del FORUM: parent to parent forum network; g) incontri a scuola, on line, via Skype; h) invio periodico, via email, di note informative sulle problematiche on line e off line emergenti; i) periodici incontri di aggiornamento con l’equipe dell’IFOS gli operatori della Polizia Postale e delle telecomunicazioni; j) moderazione delle email: che i genitori “Genitori Digitali” si invieranno, parent-to-parent email network; 8) garantire l’assistenza tecnica per l’organizzazione di cicli di informazione rivolti a genitori e studenti che saranno svolti nella sala riunioni della scuola. I seminari saranno condotti dai Genitori Digitali supportati e supervisionati dall’equipe dell’IFOS; B) PER I DOCENTI 1) 5 ore di formazione su: condotte a rischio, navigazione on line a rischio e cyberbullismo; 2) 20 ore annuali di consulenza on line (psicologica, pedagogica, giuridica via Email, Skype o telefono) che sarà realizzata attraverso l’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime, contattando il seguente numero telefonico: 070.654382; 27 Il profilo è aperto quando è impostato (vedi funzione privacy) in maniera tale da permettere che sia accessibile all’esterno della cerchia dei contatti selezionati. 59 Il Genitore Digitale C) PER GENITORI E STUDENTI 1) cicli di informazione rivolti a genitori e studenti su: condotte a rischio, cyberbullismo e navigazione on line a rischio. I seminari saranno condotti dai Genitori Digitali supportati e supervisionati dall’equipe dell’IFOS; 2) 20 ore annuali di consulenza on line (psicologica, pedagogica, giuridica via Email, Skype o telefono) che sarà realizzata attraverso l’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime, contattando il seguente numero telefonico: 070.654382. D) PER I SERVIZI SOCIO SANITARI (COMUNE E/O ASL) DEL LUOGO IN CUI E’ UBICATO LA SCUOLA 1) 5 ore di formazione sulla navigazione on line a rischio e il cyberbullismo (Al fine di contenere i costi il percorso formativo sarà rivolto a un gruppo di operatori sociali provenienti da comuni differenti ma limitrofi); 2) 20 ore annuali di consulenza on line (psicologica, pedagogica, giuridica) che sarà realizzata attraverso l’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime, contattando il seguente numero telefonico: 070.654382 Art. 5 1. Il soggetto ospitante il progetto s’impegna a: • individuare, in collaborazione con l’Equipe, i genitori disponibili a partecipare al progetto; • individuare un referente disponibile a partecipare al programma di formazione diretto ai genitori selezionati; • individuare un referente disponibile a mantenere il rapporto tra l’Equipe e i genitori “Genitori Digitali”. Art. 6 1. Il soggetto ospitante il progetto s’impegna a: • corrispondere all’IFOS, ente capofila del progetto, per la realizzazione delle azioni indicate agli art. 1- 4, euro 1000,00 per ogni scuola secondaria coinvolta nel progetto. • iI costo si riferisce a una sola annualità scolastica che può essere, previo accordo tra le parti, rinnovata; 2. prevedere la stipula per ogni referente e genitore coinvolto nel progetto di un’assicurazione contro infortuni sul lavoro e per la responsabilità civile presso 60 Il Genitore Digitale compagnie operanti nel settore. In caso d’incidente durante lo svolgimento del progetto, il “soggetto ospitante il progetto” s’impegna a segnalare l’evento, entro i tempi previsti dalla normativa vigente, agli istituti assicurativi (facendo riferimento al numero della polizza sottoscritta dal soggetto ospitante) e all’Equipe; 3. Il soggetto ospitante il progetto autorizza l’Equipe a indicare nei depliant, volantini pubblicitari e siti web la partecipazione al progetto; 4. Il presente accordo ha validità di un anno a decorrere dalla data della stipula e sarà tacitamente rinnovato, salvo disdetta di una delle parti da comunicarsi non oltre i due mesi antecedenti la scadenza. 5. Per quanto non espressamente contenuto nella presente convenzione, le parti fanno riferimento alla legislazione vigente in materia. Letto, approvato e sottoscritto. Per l’IFOS Dott. Luca Pisano Per ……………………….. ……………………………. 61 Il Genitore Digitale 9.1 Il sostegno economico all’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime Si precisa che il 20% dei proventi del progetto “Il Genitore Digitale” saranno utilizzati per sostenere le attività dell’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime. 62 Il Genitore Digitale 10. Copyright e norme penali 10.1 Avviso legale Le informazioni, le immagini, il testo e le fotografie (collettivamente denominati "Materiale") contenuti nel Progetto “Il Genitore digitale: una rete di genitori per prevenire gli acting out degli adolescenti” sono protetti dalle leggi sul copyright. L'accesso e l'uso del Materiale è consentito solo previa sottoscrizione del Modulo di Adesione al progetto (paragrafo 9). È fatto divieto di modificare o utilizzare il Materiale a scopi diversi senza previa autorizzazione scritta di IFOS. Non è consentito riprodurre, ripubblicare, inviare, trasmettere o distribuire il Materiale. Tutte le copie del Materiale devono includere eventuali avvisi di copyright presenti nell'originale. 63 Il Genitore Digitale IFOS Sardegna Via G. Palomba 70, 09129 - Cagliari Tel/Fax: +39 070 883557 Email: [email protected] SITI WEB www.ifos-formazione.com www.cyberbullismo.com www.wecan.altervista.org FACEBOOK Prevenzione Cyberbullismo GRUPPI DI STUDIO Cyberbullismo: https://it.groups.yahoo.com/neo/groups /cyberbullismo/info 64