I percorsi professionali di Giurisprudenza

Transcript

I percorsi professionali di Giurisprudenza
I percorsi professionali di Giurisprudenza
I possibili percorsi professionali specifici previsti per coloro che si laureano in giurisprudenza alla LIUC sono:
Il giurista d’impresa
Il giurista di pubblica amministrazione
L’avvocato
Il notaio
Il magistrato Il Broker di assicurazione
Il Consulente del lavoro
L'esperto in relazioni industriali (o sindacali)
Il credit manager
Il direttore vendite
Il direttore risorse umane
Il Giurista D’impresa
FORMAZIONE
Laurea in giurisprudenza
Il Giurista di impresa è colui che si occupa della redazione di tutta la contrattualistica nazionale ed
internazionale, definendo, sia dal punto di vista legale che dal punto di vista commerciale e tributario, le politiche
della società.
Generalmente è un assistente diretto della direzione generale, con un ruolo specialistico, in qualità di esperto di
diritto del lavoro, di normative internazionali, di diritto bancario e finanziario. Il Giurista viene chiamato a
formulare pareri legali per le cause interne con i dipendenti o per le controversie contrattuali, ma per legge non
può essere presente in giudizio. Questo può accadere solo se egli lavora per una società pubblica, dove ha la
possibilità di avere un ufficio legale.
E’ una figura normalmente presente solo nelle aziende medio-grandi che hanno la possibilità di coprirne le spese
e hanno la necessità di verificare continuamente la conformità delle scelte strategiche con ogni aspetto legale,
soprattutto nella prospettiva di prevenire rischi e sanzioni amministrative e penali.
Da questa figura, infatti, un’impresa si aspetta risposte e soluzioni su questioni legate a:
mercato comune e politiche comunitarie;
processo di liberalizzazione e regolazione dei mercati;
norme di procedura sul diritto della concorrenza a livello nazionale, comunitario e internazionale;
diritto societario, del mercato mobiliare e dei gruppi di imprese (corporate governance) a livello europeo e
internazionale;
tutela giurisdizionale nell’ambito del sistema comunitario;
bilancio d’esercizio consolidato di gruppo
gestione di marchi e brevetti
tutela della privacy dei dipendenti e dei terzi
CONOSCENZE E COMPETENZE
Il Giurista di impresa, nella stesura dei diversi tipi di contratti, deve essere un esperto di diritto a livello
amministrativo, bancario, finanziario e tributario, industriale, del lavoro e sindacale, penale in ambito
commerciale, pubblico e privato sia nazionale che internazionale e comunitario. Egli deve, inoltre, possedere
nozioni di macroeconomia, microeconomia, contabilità e gestione aziendale. Infine, egli deve essere anche un
esperto della contrattualistica on line. È data per scontata la conoscenza della lingua inglese, soprattutto in
ambito giuridico-economico.
Quanto alle attitudini personali, egli dovrà possedere doti di consigliere e capacità di trovare soluzioni e
scappatoie per sottrarre l’azienda alle conseguenze di alcune azioni. Per il livello di responsabilità che riveste
nell’azienda, egli deve possedere una solida deontologia professionale.
[1]
CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI
Le possibilità di crescita professionale per il Giurista d’impresa sono notevoli, ma occorre una preparazione di
livello superiore e la propensione alla formazione specialistica continua. In merito alla carriera, per chi opera
nello staff aziendale come consulente d’impresa, si può profilare il passaggio ai ruoli direttivi dell’area AFC
(Amministrazione, Finanza e Controllo).
Dato il carattere specialistico di questa figura, è possibile la mobilità verso altre aziende, salendo di livello e di
tetto retributivo, in caso di passaggi verso multinazionali o holdings.
Le prospettive occupazionali per questa figura sono positive, in quanto si registra un aumento delle richieste di
questo tipo di laureati, che debbono avere un’ottima preparazione, preferibilmente integrata da un master
specialistico.
[1] Fonte : www.isfol.it
Il Giurista Nella Pubblica Amministrazione
FORMAZIONE
Laurea in giurisprudenza
La figura del giurista della Pubblica Amministrazione si occupa di redigere atti amministrativi, di svolgere compiti
di gestione e di organizzazione negli uffici della Pubblica Amministrazione, di fornire attività di supporto ad
eventuali contenziosi amministrativi.
Il laureato in giurisprudenza può rivestire numerosi ruoli nella Pubblica Amministrazione che spaziano dal
cancelliere nei tribunali, ai funzionari e dipendenti di istituti nazionali previdenziali o assicurativi, dell’ispettorato
del lavoro, di aziende sanitarie locali, della Banca d’Italia, della Consob, di autorità indipendenti, di enti pubblici
territoriali (Regioni, Province, Comuni). Il laureato in giurisprudenza può anche entrare nelle camere di deputati
o del Senato della Repubblica o nelle Forze dell’Ordine o comunque in Enti pubblici in generale.
CONOSCENZE E COMPETENZE
I laureati in questo curriculum devono possedere oltre che una solida cultura di base e professionale, nozioni di
macroeconomia, microeconomia, contabilità pubblica e gestione aziendale.
È data per scontata la conoscenza della lingua inglese, soprattutto in ambito giuridico-economico e la
conoscenza degli strumenti informatici.
Quanto alle attitudini personali, egli dovrà possedere attitudine al lavoro in team, capacità di problem solving. Per
il livello di responsabilità associato al ruolo rivestito dal giurista nella Pubblica Amministrazione, egli deve
possedere una solida deontologia professionale.
CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI[1]
Il giurista nella Pubblica Amministrazione ha la possibilità di accedere in via privilegiata alla carriera di
funzionario, fino a rivestire le più alte cariche direttive, nei vari organi dell'Amministrazione Centrale e degli Enti
Locali.
Le prospettive occupazionali per giuristi preparati ad affrontare le nuove problematiche giuridiche che
caratterizzano l’economia e la società attuale, sono positive in relazione all’avvio di processi di radicale
cambiamento di vasti settori della Pubblica Amministrazione (progetto di e-government, riorganizzazione degli
enti pubblici alla stregua di criteri di economicità, di efficacia e di efficienza).
Un altro settore di notevole interesse per questa figura è rappresentato dalla crescente domanda di figure
professionali qualificate nelle istituzioni europee e internazionali, che vanno assumendo un peso sempre
crescente.
[1]
Fonte : www.isfol.it
L’Avvocato
FORMAZIONE
Laurea in giurisprudenza
L'avvocato è un libero professionista che svolge attività giudiziale (difesa e rappresentanza in giudizio) e
stragiudiziale (consulenze periodiche, stesura di pareri, arbitrati, redazione di contratti particolarmente
complessi).
L'avvocato è specializzato nel tutelare gli interessi legali dei propri clienti attraverso una attività svolta come
libero professionista. Si tratta di una professione riconosciuta dallo Stato, vale a dire che per il suo svolgimento
e necessario il conseguimento di un titolo di studio specifico, il superamento di un esame abilitante e l'iscrizione
in un apposito albo professionale.
L’avvocato può acquisire diverse specializzazioni. Non esiste un numero chiuso di specializzazioni riconducibili
alla professione di avvocato in ambito civile esistendo tante professionalità quante sono, teoricamente, le
numerose tematiche di problemi che si pongono nell'ordinamento attuale; di seguito ne sono indicate alcune:
L'avvocato civilista si occupa di questioni attinenti alla famiglia, alla successione, alle società, ai contratti ed
in genere a tutte le problematiche scaturenti dall'applicazione ed all'interpretazione di norme di diritto
privato.
L'avvocato societario conosce di quelle problematiche che concernono le società in genere e le
controversie dei soci, le fondazioni, le associazioni e di tutte le controversie riguardanti la fase decisionale
di dette persone giuridiche (in assemblea, nel consiglio di amministrazione, nel collegio sindacale, per ciò
che concerne la responsabilità degli amministratori e di altri organi sociali);
L'avvocato matrimonialista, invece, studia le questioni afferenti ai rapporti tra coniugi (regime patrimoniale,
divorzio, separazione, comunione dei beni ecc.);
L'avvocato esperto nelle ampie tematiche della successione ereditaria e della tutela dei minori interdetti e
inabilitati si occupa della intepretazione e dell'impugnazione del testamento, di eredità, della successione
legittima e testamentaria, dell'apertura della successione e di tutti quei problemi concernenti la morte di
una persona ed il trasferimento delle sue sostanze agli eredi legittimi o testamentari. Si occupa altresì dei
problemi legati alla tutela degli interessi di coloro che per particolari condizioni non sono in grado di
provvedervi.
L'avvocato tributarista si occupa di ogni tematica afferente a tributi, alle imposte dirette ed indirette,
all'imposizione fiscale, alla dichiarazione di successione e ad ogni altra questione afferente l'ambito fiscale
o tributario.
L'avvocato penalista, invece studia e si occupa delle pene e dell'applicazione delle stesse alle persone
fisiche. La conoscenza dell'avvocato penalista è equivalente a quella dei suoi colleghi civilisti ma si
differenzia perché concerne, molto spesso, lo studio del fatto criminoso e la sua riconducibilità all'interno
dell'ordinamento italiano.
Esperto in controversie assicurative inerenti alla responsabilità civile. Si occupa prevalentemente di
tematiche relative a sinistri stradali tenendo rapporti con gli istituti di assicurazione.
L’avvocato esperto in diritto del lavoro si occupa prevalentemente di controversie tra datore di lavoro e
dipendenti, di redigere i contratti di lavoro, di tematiche relative al diritto sindacale e alle relazioni
industriali.
L’avvocato d’affari si occupa di tutte le problematiche giuridiche inerenti all’attività d’impresa svolgendo un
ruolo di consulente nelle operazioni di finanza straordinaria nella redazione di contratti tra imprese
nazionali e internazionali nella tutela di diritti di proprietà intellettuale (marchi, brevetti.).
L’avvocato amministrativista si occupa del contenzioso tra privati e Pubblica Amministrazione, di ricorsi in
materia elettorale, di tutte le problematiche giuridiche connesse alla pianificazione del territorio, alle gare di
appalto e fornitura di beni e servizi, nonché delle controversie legate al pubblico impiego.
CONOSCENZE E COMPETENZE
Oltre la laurea in giurisprudenza è necessario un tirocinio biennale post laurea presso lo studio di un avvocato e
il superamento dell'esame abilitante allo svolgimento della professione. E' possibile sostituire uno dei due anni
di tirocinio con la frequenza della Scuola di specializzazione per le professioni legali. Sono inoltre necessarie
capacità di analisi, autonomia decisionale, capacità di organizzazione e pianificazione, facilità nel trattare con le
persone, ottime capacità comunicative (scritte e orali), e affidabilità.
CARRIERA E TENTENZE OCCUPAZIONALI[1]
Le prospettive occupazionali per questa figura sono positive, in quanto si registra un aumento delle richieste di
questo tipo di laureati, che debbono avere un’ottima preparazione e competenze sempre più specifiche.
[1] Fonte: www.isfol.it
Il Notaio
FORMAZIONE
Laurea in giurisprudenza
Il notaio è specializzato nella redazione di documenti (ad esempio testamenti, atti di compravendita, costituzione
e modifiche societarie) a cui il suo intervento assicura autenticità e correttezza formale. L'attività è svolta come
libero professionista in uno studio notarile di proprietà, in cui sono impiegati vari dipendenti e collaboratori. Si
tratta di una professione riconosciuta dallo Stato, vale a dire che per il suo svolgimento è necessario il
superamento di un esame abilitante e l'iscrizione in un apposito albo professionale.
Le sue attivita possono comprendere: incontrare i clienti e ascoltare e analizzare le loro esigenze, consigliandoli
sul tipo di atto legale da stipulare; redigere testamenti e contratti scritti sulla base delle richieste dei clienti;
leggere e far firmare gli atti ai clienti, dopo essersi accertato della loro identità; autenticare le loro firme;
conservare gli atti presso il proprio studio, rilasciandone copie e estratti quando richiesto; coordinare l'attività dei
propri collaboratori.
Si diventa notaio col superamento di un concorso nazionale, di estrema difficoltà. A questo va probabilmente
ricollegata l'attenuazione della continuità familiare nella professione: se ad oggi complessivamente circa un
quinto del totale dei notai sono figli di notai, tra i promossi dei concorsi più recenti la quota è scesa intorno al
dieci per cento[1]. Chi intende accedere alla professione deve effettuare un periodo di pratica presso un notaio in
esercizio; esistono poi numerose scuole, alcune delle quali vengono gestite direttamente dai Consigli notarili e
non sono particolarmente costose.
CONOSCENZE E COMPETENZE
E' indispensabile la laurea in giurisprudenza seguita da un biennio di pratica presso uno studio notarile e il
superamento dell'esame abilitante allo svolgimento della professione. Sono inoltre necessari capacità di analisi,
autonomia decisionale, capacità di organizzazione e pianificazione, facilità nel trattare con le persone, ottime
capacità comunicative (scritte e orali), e affidabilità.
CARRIERA E TENTENZE OCCUPAZIONALI[2]
Quella del notaio è una professione solida e stabile. La professione del notaio non è toccata dalle turbolenze del
marcato del lavoro.
E’ una professione a numero chiuso, per cui non si registrano significative variazioni nel numero di persone che
accedono alla professione.
Occorre far presente che da più parti ci sono state istanze per aumentare notevolmente il numero dei notai (che
ora sono circa 5000) e per attribuire parte delle loro competenze anche ad altre professioni.
[1] Fonte: [2]
http://www.federnotai.it
Fonte: http://www.federnotai.it
Il Magistrato
FORMAZIONE
Laurea in giurisprudenza
Esistono due tipi di magistrati: i magistrati giudicanti e i pubblici ministeri.
Il magistrato giudicante è il titolare della funzione pubblica dell'amministrazione della giustizia, a lui sono
demandati compiti di interpretazione delle leggi e di loro applicazione nella risoluzione di controversie
giurisdizionali tra privati o tra privati e Pubblica Amministrazione.
Il magistrato giudicante è colui che in tribunale, di fronte al pubblico ministero che accusa e all'avvocato che
difende un imputato, ha il compito di deciderne, al di sopra di tutte e due le parti, la colpevolezza o l'innocenza.
Il pubblico ministero è un funzionario pubblico che svolge indagini attraverso le forze dell’ordine, raccogliendo
informazioni e prove contro persone o organizzazioni sono sospettate di aver violato la legge, rappresenta la
pubblica accusa nei processi penali, partecipa ai processi presentando al giudice le prove che ha raccolto, in
contraddittorio con gli avvocati che difendono gli accusati.
Le attività del pubblico ministero possono comprendere: raccogliere e valutare segnalazioni di reato da parte
delle forze dell'ordine e di privati cittadini o in maniera autonoma; avviare e dirigere le indagini servendosi delle
forze dell'ordine (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza); interrogare i testimoni e gli imputati; chiedere al
Giudice per le indagini preliminari l'archiviazione del caso, la proroga delle indagini o lo svolgimento di un
processo;presiede altresì alla fase di esecuzione della pena.
CONOSCENZE E COMPETENZE
Per diventare magistrato occorre vincere il concorso pubblico, di notevole difficoltà, da uditore giudiziario, che si
tiene indicativamente con cadenza annuale o biennale ed a cui sono ammessi cittadini italiani laureati in
giurisprudenza, che non abbiano più di 40 anni.
Il concorso, a cui non si può partecipare più di tre volte, comporta tre prove scritte concernenti diritto civile, diritto
penale, diritto amministrativo, e una prova orale sulle seguenti materie:
a) diritto civile ed elementi fondamentali di diritto romano;
b) procedura civile;
c) diritto penale;
d) procedura penale;
e) diritto amministrativo, costituzionale e tributario;
f) diritto del lavoro e della previdenza sociale;
g) diritto comunitario;
h) diritto internazionale ed elementi di informatica giuridica;
i) lingua straniera, scelta dal candidato tra quelle ufficiali dell'Unione europea.
Sono inoltre necessarie capacità di analisi e di ragionamento, capacita organizzative e gestionali, capacità
comunicative (scritte e orali), equilibrio e serenità di giudizio, autonomia decisionale.
CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI
Il magistrato, terminato il tirocinio svolto come uditore giudiziario, assume le funzioni giudicanti o requirenti
presso i tribunali o le Procure della Repubblica sparse sul territorio nazionale.
Il magistrato può assumere incarichi di crescente prestigio nell’ambito dell’amministrazione della giustizia
giungendo fino alle cariche di procuratore della Repubblica, Procuratore Generale della Repubblica, presidente
del tribunale o di sezione presso i tribunali di primo e secondo grado o presso la Corte di Cassazione.
Il magistrato può anche ambire a ruoli direttivi nell’ambito di diversi ministeri e soprattutto nell’ambito del
Ministero della Giustizia. Può anche far parte di tribunali e istituzioni internazionali.
Il Broker Di Assicurazione
FORMAZIONE[1]
Laurea in giurisprudenza o in economia aziendale
Il termine anglosassone "broker" indica chi compra e vende titoli o merci per conto dei propri clienti. Il Broker di
assicurazioni è un libero professionista, che fa da mediatore - per contratti di copertura di rischi - fra il cliente e
le compagnie assicurative, verso le quali non è vincolato da alcun impegno.
Il Broker deve saper offrire al cliente un servizio "personalizzato" di consulenza e di tutela totale in campo
assicurativo, articolato nei seguenti momenti:
acquisizione dei clienti ed analisi dei loro bisogni;
analisi del mercato;
valutazione dei rischi e individuazione delle compagnie di assicurazioni più idonee;
definizione delle specifiche contrattuali;
gestione dei contratti;
assistenza nella liquidazione dei danni.
Uno degli aspetti in cui più si esprime l’attività del Broker è il reperimento delle migliori coperture assicurative,
gestendo in modo globale le diverse esigenze assicurative del cliente.
CONOSCENZE E COMPETENZE
Le caratteristiche principali richieste dalla professione del Broker di assicurazioni sono l’autonomia, lo spirito di
iniziativa, la capacità di rapportarsi agli altri e la capacità di organizzare il proprio lavoro.
La professione può essere esercitata solo in seguito all’iscrizione all’Albo dei Mediatori di Assicurazioni e di
Riassicurazioni(Broker), presso il Ministero delle Attività Produttive. CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI
L’attività di lavoro del Broker è di tipo autonomo, basata su un mandato fiduciario. Come per l’Agente di
assicurazioni, l’attività di lavoro si svolge in assenza di orari e a diretto contatto con la clientela. Il Broker può
anche lavorare - con un rapporto di tipo dipendente - all’interno di una società di brokeraggio.
La retribuzione è in ogni caso legata al volume di attività svolta.
[1]
Fonte www.isfol.it
Il Consulente Del Lavoro
FORMAZIONE[1]
Laurea in giurisprudenza o in economia aziendale
Il Consulente del lavoro svolge una serie di attività relative alla gestione del personale, in materia di lavoro,
previdenza e assistenza sociale, soprattutto per conto di imprese di dimensioni medio-piccole. Questa figura
professionale può esercitare soltanto se iscritta nell’apposito Albo dei Consulenti del lavoro.
Al Consulente del lavoro spettano i seguenti compiti:
gestione delle pratiche connesse alla creazione, definizione ed evoluzione di un rapporto di lavoro;
gestione delle pratiche connesse alla creazione, definizione ed evoluzione di un rapporto di lavoro;
tenuta delle procedure contabili, economiche, giuridiche, assicurative, previdenziali e sociali che un
rapporto di lavoro comporta;
informazione sugli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori;
studio e gestione dei criteri e delle modalità di retribuzione;
tenuta del libro paga e dei prospetti paga, calcolo dei contributi Inps, Inail e delle altre casse di previdenza,
redazione dei modelli Cud, ecc.;
soluzione delle controversie di lavoro.
Un’altra delle sue funzioni prevede che egli fornisca, in modo chiaro e preciso, tutte le indicazioni in materia
d’igiene e prevenzione negli ambienti di lavoro.
CONOSCENZE E COMPETENZE
Il Consulente del lavoro deve sia essere in grado di interpretare le norme retributive, fiscali, previdenziali e
assistenziali, relative al rapporto di lavoro, che saper applicare gli adempimenti previsti per legge, fornendo
informazioni ai clienti. Egli può essere inoltre chiamato ad occuparsi di selezione del personale, pertanto le sue
competenze devono riguardare anche l’analisi delle esigenze organizzative e la conduzione delle prove di
selezione. Il Consulente del lavoro conosce e si tiene aggiornato sui diversi software dedicati
all’amministrazione del personale. Tra le sue competenze “trasversali” sono molto importanti la comunicazione
interpersonale, la capacità di analisi, l’orientamento al cliente e il problem solving.
CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI
È possibile che da “posizione interna” all’area della gestione delle risorse umane, l’aspirante professionista
possa avviare un’attività libera come Consulente del lavoro.
Si può ritenere che i servizi offerti dal Consulente del lavoro continueranno a rimanere essenziali, in particolare,
per il sistema delle piccole e medie imprese, che caratterizza la struttura produttiva italiana. La richiesta di
questa figura rimarrà pertanto sostanzialmente costante e non si esclude nel breve periodo un leggero
incremento. Malgrado negli ultimi anni la crescita del numero dei Consulenti del lavoro regolarmente iscritti
all’Albo sia dovuta proprio alle donne, questa figura si caratterizza a tutt’oggi per una netta prevalenza maschile
[1]
Fonte www.isfol.it
L’esperto In Relazioni Industriali (O Sindacali)
FORMAZIONE[1]
Laurea in giurisprudenza o in economia aziendale
L’Esperto in relazioni industriali (o sindacali) si interessa di tutte quelle problematiche attinenti al lavoro, quali la
retribuzione, le ferie, la formazione, i diritti di informazione, le pari opportunità, gli orari, ecc., la cui risoluzione
richiede il confronto con altri attori, in particolare le associazioni sindacali, datoriali e dello Stato.
Le sue mansioni possono essere più o meno complesse e differire leggermente, in funzione delle dimensioni
dell’azienda in cui opera e del settore, pubblico o privato, che sia. In generale, egli svolge i seguenti compiti:
partecipa alle riunioni e alle attività di confronto con i sindacati dei lavoratori su questioni che riguardano
tematiche diverse (retribuzione, ferie, ecc.);
si confronta/coordina con le associazioni datoriali (per esempio le Associazione Industriali, ecc.) in merito a
problematiche di comune interesse (formazione, rinnovi contrattuali, ecc.);
fornisce la sua assistenza durante la gestione dei licenziamenti collettivi, nelle procedure di mobilità, della
Cassa Integrazione, ecc.;
è sempre presente ed è parte attiva nel momento delle trattative e della negoziazione e interviene per la
risoluzione delle controversie di lavoro;
assiste altre figure operanti nell’area della gestione delle risorse umane, con riferimento alle tematiche
attinenti alle relazioni sindacali e industriali
CONOSCENZE E COMPETENZE
L’Esperto in relazioni industriali deve saper mantenere i rapporti con le organizzazioni sindacali, gestire trattative
e conflitti e collaborare alle stesse trattative per il rinnovo dei contratti. Egli deve possedere competenze
giuridiche, economiche e politico-istituzionali, soprattutto in materia di legislazione del lavoro e nell’ambito delle
organizzazioni pubbliche e private, nazionali ed internazionali. Naturalmente, per svolgere questo ruolo, si
richiedono anche capacità di gestione delle risorse umane.
È essenziale una buona padronanza della lingua inglese e di almeno un’altra lingua europea, così come
un’adeguata pratica dell’uso degli strumenti informatici. Un buon Esperto è portato alla comunicazione
interpersonale e possiede chiarezza espositiva, sia scritta che orale, oltre a spiccate attitudini di negoziazione,
capacità di ascolto e di lavoro in team. Altre qualità importanti sono la diplomazia, la capacità organizzativa, la
resistenza allo stress e la tenacia.
CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI
L’Esperto in relazioni industriali è assunto generalmente come quadro, poiché, per svolgere adeguatamente
questa professione, è necessario avere un’esperienza maturata anche in altri ruoli dell’Area, sempre nell’ambito
di qualifiche medio-alte.
Le relazioni industriali in questi ultimi anni sono profondamente mutate rispetto agli anni ’70-’80, passando da
modelli tendenzialmente “conflittuali” a modelli più “partecipativi”, che hanno come obiettivo quello di ricercare
un equilibrio tra gruppi portatori di interessi diversi, al fine di raggiungere gli obiettivi aziendali. Nonostante
questo, il numero degli Esperti in relazioni industriali si è ridotto rispetto al passato, anche se questa figura è
ancora richiesta nelle organizzazioni di grandi dimensioni.
[1]
Fonte www.isfol.it
Il Credit Manager
FORMAZIONE Laurea in economia aziendale o in giurisprudenza
Il credit manager (CM) è colui che gestisce il credito commerciale nelle aziende, stabilendo quando e a chi
concederlo[1].
Il credit manager ha la responsabilità di:
incassare i crediti e controllare la solvibilità del cliente;
gestire la cassa e la tesoreria;
curare i rapporti con le banche;
risolvere le temporanee crisi di liquidità delle aziende.
Il Credit manager si occupa inoltre di mantenere i contatti con le società di factoring alle quali l’azienda può
delegare la gestione dei crediti, cedendo le fatture. In Italia il Credit Manager rappresenta una figura
professionale nuova, nata dalla necessità di gestire il recupero degli insoluti, come nodo centrale della vita di
ogni azienda. Se da un lato, infatti, qualsiasi impresa che commercializzi prodotti o servizi è inevitabilmente
esposta finanziariamente nei confronti dei clienti, dall’altro lato si stima che il ricorso all’utilizzo di legali esterni e
il costo delle risorse interne prepost alla gestione dell’insoluto pesino, in media, per oltre il 5% sui costi operativi
delle aziende. CONOSCENZE E COMPETENZE
Al Credit manager è richiesta una consistente cultura economica. In particolare, questa figura deve attrezzarsi
con una solida preparazione teorico/pratica in analisi finanziaria e in tecnica commerciale ed amministrativa.
Deve inoltre saper utilizzare i più moderni strumenti di gestione, come i sistemi software ERP, SAP, ecc.
CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI
Per il credit manager sono, in estrema sintesi, due le possibilità di crescita professionale:
all’interno dell’impresa, egli può arrivare al vertice della direzione amministrativa e finanziaria;
alternativamente può diventare consulente esterno, dopo aver maturato per diversi anni una notevole
esperienza nel settore del recupero crediti.
Il Credit Manager è una professione molto richiesta: attualmente, infatti, in Italia se ne contano solo alcune
centinaia, sebbene il numero sia destinato a salire. Anche le società in rete, che fanno B2B (Business to
Business) sono interessate a questa figura.
[1]
Fonte : www.acmi.it/
Il Direttore Vendite
FORMAZIONE
Laurea in economia aziendale
Si occupa dell'organizzazione e dello sviluppo delle attività di vendita per il conseguimento degli obiettivi di
fatturato e di profitto. Collabora alla definizione di piani e programmi per il raggiungimento degli obiettivi generali
e commerciali dell'azienda e opera nel rispetto delle direttive e delle strategie della Direzione Generale, in
relazione alle politiche e procedure all’interno del proprio settore.
Il direttore vendite contribuisce a verificare costantemente la politica distributiva, gli eventuali cambiamenti del
sistema distributivo e suggerendo piani e azioni di adeguamento; definisce linee guida omogenee, valori e stili di
approccio al mercato che trasmette alla rete di vendita, verificandone poi la corretta applicazione.
Ha la responsabilità della soddisfazione dei clienti a lui assegnati e deve operare perché la forza vendita
raggiunga gli obiettivi assegnati. Ha il compito, quindi, di definire la struttura della rete, di selezionare i venditori
e di curarne la motivazione e la professionalità, apportando un adeguato sostegno, anche attraverso
l'affiancamento in zona, nelle trattative complesse e nei rapporti con i clienti più importanti.
CONOSCENZE E COMPETENZE
Al direttore vendite è richiesta un'approfondita conoscenza del mercato: deve analizzare le informazioni relative
alle tendenze e alle esigenze dei clienti, ma anche valutare i prodotti della concorrenza, interpretando la
situazione economica generale e formulando suggerimenti pertinenti. Ovviamente deve essere particolarmente
approfondita la conoscenza dei prodotti dell’azienda a cui egli appartiene
Inoltre, per poter gestire una rete di vendita, il direttore vendite dovrebbe aver maturato un'esperienza di vendita
sul campo ed è molto importante che questa si trasformi nella capacità di saper guidare i propri collaboratori ai
giusti contatti con i propri clienti.
Quanto alle caratteristiche caratteriali, il direttore vendite deve essere una persona curiosa, aperta alla relazione
perché deve saper ascoltare non solo i segnali forti ma anche i segnali deboli che arrivano sia dal cliente che
dai suoi collaboratori. Dovrebbe essere un integratore e capace di aiutare i singoli a crescere per formare una
squadra di vendita di successo. Deve avere un carattere partecipativo ma nello stesso tempo focalizzato al
raggiungimento dei risultati e della soddisfazione del cliente finale.
CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI
A questa posizione si approda, di norma, oltre i 40 anni, a seguito di una carriera svolta nella direzione
commerciale o nel marketing. La funzione vendite è evidentemente per ogni azienda di fondamentale
importanza. Sono ben poche le realtà aziendali nelle quali non esiste la figura del direttore vendite. Al contrario,
sono molte e in crescita le imprese che devono riservare alla funzione vendite un budget consistente. L’effetto
complessivo lo si può facilmente constatare nella grande richiesta del mercato di figure come questa.
Il Direttore Delle Risorse Umane
FORMAZIONE
Laurea in economia aziendale o in giurisprudenza
Questa figura si occupa di alcune o di tutte le funzioni che riguardano l'acquisizione, la gestione e lo sviluppo di
carriera del personale e dell'outplacement.
Il direttore delle risorse umane svolge i seguenti compiti:
Programma il fabbisogno di personale di cui necessita l'organizzazione, considerando i prevedibili flussi del
personale in ingresso, la mobilità interna e il personale in uscita; definisce la quantità e qualità delle risorse
umane da acquisire;
Elabora i profili del personale da assumere e precisando i requisiti da ricercare;
Definisce i criteri di ricerca e selezione del personale supportando i responsabili delle unità organizzative,
nelle quali sono previste nuove assunzioni;
Si occupa delle problematiche sindacali, negoziando e pervenendo ad accordi con i rappresentanti dei
lavoratori ed elabora e sviluppa, quindi, i piani di inserimento e di accoglienza del personale;
mette a punto e realizza interventi di valutazione delle posizioni, delle prestazioni e del potenziale;
individua le esigenze di formazione e di addestramento, attuali e future, delle risorse acquisite e di quelle
già occupate, nonché progetta e sviluppa i relativi interventi;
definisce le politiche retributive;
definisce e sviluppa le iniziative collegate ai temi della salute e della sicurezza.
CONOSCENZE E COMPETENZE[1]
Il direttore delle risorse umane deve avere una buona conoscenza generale del funzionamento delle
organizzazioni aziendali, nonché delle finalità di una gestione del personale modernamente concepita e delle
problematiche dell'impresa in cui si trova ad operare quali: gli orientamenti strategici, la struttura, i processi, le
metodologie di miglioramento continuo.
Le conoscenze specifiche e le competenze tecnico-professionali comprendono teorie, metodi, tecniche e
strumenti per la gestione operativa dei processi che riguardano la funzione del personale: la selezione, la
formazione, lo sviluppo, le relazioni sindacali, ecc. Occorre inoltre saper elaborare i programmi di intervento
come la definizione delle risorse, dei tempi e dei costi di gestione, la verifica dell'andamento e degli scostamenti,
nonché la messa a punto di eventuali azioni correttive. Importanti sono le competenze nel campo di una
comunicazione efficace, quali l'ascolto attivo, l'empatia, la capacità di negoziare e di lavorare in gruppo, la
capacità di porre e risolvere problemi (problem-setting e solving). Sono inoltre necessarie la conoscenza e la
capacità d'uso delle tecnologie informatiche e telematiche ed un'adeguata padronanza di una lingua straniera.
CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI
Il percorso professionale classico del direttore del personale prevede solitamente la partenza all’interno di un
particolare settore di attività di gestione del personale (per esempio: selezione, formazione, valutazione) per poi
proseguire con l’arrichhimento della propria area di intervento professionale. Il percorso, quindi comincia da una
delle varie funzioni citate, per poi capitalizzare ulteriori esperienze trasversali, e costruire le giuste capacità e
l'esperienza necessaria per arrivare al vertice della professione.
[1]
Fonte: www.isfol.it