dall`Africa! - Missionari Cappuccini Foggia

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dall`Africa! - Missionari Cappuccini Foggia
ANNO XLIII - N. 1 - GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2014
Sped. Abb. Pos. Art. 2 Comma 20/C - Legge 662/96 - Filiale di Foggia
dei cappuccini di Foggia in Ciad I Convento Immacolata I
71121 Foggia I c.c.p. 162719 I Tel. 0881.302293 I fax 0881.663963
e-mail: [email protected] sito web: www.missionaricappuccinifoggia.it
Pasqua
ha i colori
dell’Africa
Buona
Pasqua
.
Fr. Franco Gitto
M
entre in Europa è primavera e la natura si
risveglia per risorgere insieme con il
suo Creatore, qui è
già caldo, con tutte
le difficoltà che comporta. Ma i nostri fratelli africani si mettono volentieri nelle mani di Dio e in quelle dei nostri frati missionari. Si provvede all’acqua dai pozzi, all’elettricità dai generatori, al cibo che la natura qui offre. Ognuno di noi frati, insieme
a questo popolo, possiamo dire con il salmista “non manco di nulla”: nel cuore abbiamo l’Amore di Dio e gli splendidi colori d’Africa con cui Egli dipinge le alture, i deserti, le pianure, i fiori, gli uccelli, le
piante, gli animali. E i bambini, che vanno
a scuola e giocano sempre festosi, come i
bambini delle altre latitudini e di altri colori della pelle. E le donne, che lavorano, accudiscono i figli, governano la casa, come
le nostre donne europee. E gli uomini, che
sudano, fanno funzionare i villaggi, collaborano alle nostre opere, come voi. E tutti
pregano con noi, mangiano con noi, cantano con noi e ringraziano Dio.
Lo aspettano anche in questa Pasqua. Vogliono vedere la sua abbondanza anche
attraverso le uova di Pasqua, dove la sor-
Africa!
dall’
presa per loro è la vita! Aspettano di vedere la Pasqua, la sconfitta della morte e
del male; aspettano di vedere il Cristo risorto anche per loro. E ci prendono come
testimoni, ci credono sulla parola perché
guardano la nostra vita che è come la loro, con loro.
Credono nella Parola di Dio che è un annuncio di speranza, speranza piena anche per loro, non briciole come il Lazzaro
alla corte dei ricchi e dei potenti. Speranza di una vita completamente rinnovata,
non solo per il mutare delle condizioni di
vita, per i bisogni finalmente soddisfatti,
per la dignità di uomini e donne liberi di
sognare. Lo sognano questo, e lo vedono,
grazie alla Provvidenza che si manifesta
con la vostra generosità, con il vostro aiuto, con la vostra presenza, con la preghiera che aiuta la nostra fede. Ma hanno la
speranza di una vita completamente rinnovata perché viene finalmente Lui, il Signore, sofferente, morto nella carne, come
loro, e finalmente risorto a Pasqua: è Lui
che li farà passare dalla schiavitù alla libertà, dalla morte alla vita, dal pianto alle grida di gioia.
Così sperimentiamo la Quaresima e camminiamo verso la conversione del cuore,
con il perdono, la nostra liturgia essenzia-
le, l’amore ai più poveri, ai malati, ai sofferenti, ai piccoli, ai vecchi che sembrano
tutti di cent’anni, ai giovani che guardano
sempre oltre il pur bellissimo orizzonte.
Una Quaresima a servizio della speranza, che scalpita per l’arrivo della Pasqua
di Gesù.
Una Pasqua che stia tutta nel nostro cuore
e nel vostro cuore, condivisa con gli ultimi
e da questi con voi che state nelle vostre
case, ecco il mio augurio per voi!
Condividere vuol dire dividere insieme:
l’ascolto silenzioso delle meraviglie di
Dio, i suoni e i canti della festa all’incontro con il Risorto, il coraggio di annunciare Dio vivo in mezzo a noi, come le donne al sepolcro vuoto, e l’amore attraverso
la carità concreta tra fratelli.
Questa sia la nostra Pasqua, e sia la vostra Pasqua cristiana e il Signore ci ripagherà, come dice il santo Padre Pio nostro
confratello, “in cento doppi”, cento volte
quanto noi saremo capaci di dividere con
i nostri fratelli africani. Come dico sempre: vi aspettiamo in Africa!
Buona Pasqua
.
a voi e alle vostre famiglie!
Ancora una volta la
Quaresima...
N
.
Fr. Cosimo Maria Vicedomini
on è una novità che anche quest’anno
sia arrivata e stia passando la Quaresima, un meraviglioso tempo di preparazione alla Pasqua di risurrezione
del Signore. Però ancora una volta
viene spontaneo chiedersi: cosa fare,
di nuovo, per ravvivare lo spirito e
far fruttificare questo tempo di grazia? Come vivere in maniera nuova
un tempo che si ripete, e che quindi
rischia di essere ripetitivo e sterile?
Cosa fare di concreto, che non si sia
già fatto? Queste ed altre domande
possono affacciarsi alla mente quando, col mercoledì delle ceneri, inizia
questo tempo liturgico dal sapore de-
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cisamente penitenziale e dalla spiritualità più intensa e forte.
Al cristiano le indicazioni per un
corretto vivere le offre il Vangelo del primo giorno quaresimale,
suggerendo le tre principali opere
penitenziali: digiuno, elemosina e
preghiera. È Gesù che le suggerisce ai suoi ascoltatori, indicando le
modalità concrete perché riescano
gradite a Dio e non si confondano
con le umane pratiche atte ad attirare l’attenzione del prossimo più che
instaurare un’intesa profonda con
Dio.
Perché compiere delle opere penitenziali? Bella domanda! Se non
si ha fede non c’è motivazione che
risponda! Ma se si ha fede, anche
povera, allora il Maestro, che vive
nel deserto la sua preparazione alla
missione (vedi il Vangelo della prima domenica) e vince la poliedrica
tentazione cui si sottopone lasciando libera azione al maligno, diventa
un esempio di esercizio spirituale
per affrontare e vincere ogni tipo di
illusione e suggestione.
Ma è questo anche un tempo in cui
alla lotta contro il proprio egoismo
si affianca lo sguardo al prossimo:
è con l’occhio del cuore, purificato
dalla penitenza e dal digiuno e fortificato dalla preghiera, che si può e si
deve guardare a chi si pone accanto
a noi e ci interpella, chiedendo at-
tenzione, accoglienza, ascolto, sostegno e aiuto concreto, sia morale che
materiale.
Una quaresima di fraterna condivisione è quello che possiamo e dobbiamo voler vivere. Un tempo da impegnare maggiormente con Dio e con il
prossimo. Se ci domandiamo ancora
il perché, penso sia il caso di ripensare seriamente alla nostra fede: è sopravvissuta alle tante provocazioni
quotidiane? È ancora viva? Oppure
è sepolta sotto una serie di abitudini
religiose che non hanno più alcun significato, ma che pratichiamo per tenere buona la coscienza e non tradire
gli insegnamenti ricevuti da piccoli?
Una quaresima di fraterna condivisione è quello che la Chiesa ci invita a mettere in pratica e a scegliere
con coraggio, senza timori o ripensamenti. E come fare con una crisi
che ci sconvolge e minaccia giorno
per giorno l’economia familiare?
Prendiamo tra le mani la Bibbia e
rileggiamo il racconto della vedova
interpellata dal Profeta e la sua scelta di condividere la sua povertà con
quello straniero bisognoso (cfr. 1 Re
17, 8-16) oppure l’elogio di Gesù alla
generosità di una vedova povera del
suo tempo (Mc 12, 41-44).
Una quaresima di fraterna condivisione, dunque, non è un esercizio
impossibile e neppure proibitivo in
un tempo di ristrettezze economiche:
basta solo pensare che chi ha bisogno
si accontenta del nostro poco, e, nel riceverlo, lo considera un dono straordinario. Proviamo ad immaginare di
invitare di tanto in tanto un povero,
un mendicante, un bisognoso alla nostra mensa: cosa gli prepareremmo?
Quanto spenderemmo per un piatto
di minestra? Per un pezzo di pane e
un bicchiere di acqua o di vino? Poco!
Raccogliendo quello che non spendiamo per il povero virtuale e aggiungendo ciò che avanza da ogni
digiuno praticato con coraggio e fede,
la nostra elemosina non andrà più ad
intaccare le nostre precarie economie
e aiuterà chi ha bisogno in ogni parte
del mondo. La ricompensa sarà la certezza che resterà un segreto tra noi e
il Padre buono che vede nel segreto…
(Mt 6, 4).
La quaresima, dunque, ci offre la straordinaria opportunità di vivere la
condivisione nella certezza che è cosa
buona per noi, ottima per i fratelli e
oltremodo gradita a Dio.
.
Convento Immacolata - 71121 Foggia
Autorizz. del Tribunale di Foggia
n. 2/71 del 4-5-1971
Direttore Responsabile: Franco Gitto
Redattore: P. Franco Gitto
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e a chi ne fa richiesta.
Stampa: Grafiche Grilli srl - Foggia
Vita Missionaria
Grazie
.
Grazie
.
fratelli
fr. Pietro Paolo Sarracco
E
così finalmente si avvera un sogno tanto atteso: l’Africa! Desiderio coltivato
fin da giovane seminarista nel nostro
convento di Venafro (Is), quando, al rientro dei nostri missionari per un periodo di riposo, si fermavano volentieri per raccontarci la vita della missione nelle terre del Ciad-Centrafrica.
Racconto che si spingeva fino al lontano 1965, quando un gruppetto di frati della nostra provincia religiosa, dopo aver ricevuto la santa benedizione
di San Pio da Pietrelcina, si avventurò
gioiosamente nella terra del Ciad, portando il lieto annuncio e una speranza
a tutta quella popolazione.
Inseguendo questo desiderio, insieme a fr. Giuseppe, suor Gloria e suor
Maria Cristina dell’Istituto Apostole
del Sacro Cuore (anche loro presen-
ti in diverse missioni sparse nell’Africa), nei giorni 8-18 gennaio, abbiamo
accompagnato fr. Franco nell’annuale visita alla missione. Non nascondo
la stanchezza del lungo viaggio: dopo
circa 10 ore di volo (con un breve scalo all’aeroporto di Addis Abeba) abbiamo percorso oltre 700 km di strada per raggiungere la nostra missione
di Gorè. Ed è lungo questa strada che
inizia una lenta, ma progressiva immersione nella realtà africana. Infatti, è qui che nasce e finisce la giornata
di tanti nostri fratelli africani che cercano di vendere il raccolto del proprio
sudore, non sempre riuscendoci; ed è
sempre qui che nasce e finisce la vita
di molte vite, soprattutto a causa della terra rossa che, sollevata dal passaggio dei tanti mezzi, inesorabilmente ri-
empie l’aria di tutti i giorni. Sono queste semplici immagini che mi hanno
fatto riflettere come il popolo africano
resta ancora un popolo prostrato nella propria terra e bisognoso di quell’aiuto necessario per risollevarsi e vivere una vita dignitosa. Bisogno che trova risposta nelle varie missioni da noi
visitate: Gorè, Bam, Baibokoum.
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Qui, i nostri frati missionari, fin dall’inizio della missione, si sono preoccupati di garantire tutto ciò che fosse necessario per una vita dignitosa: dall’assistenza sanitaria, con la costruzione di
sale da parto, ospedaletti per vaccinazioni e cure mediche, dispensari; all’istruzione, attraverso la presenza di
scuole dell’infanzia, della primaria, biblioteche e centri culturali; all’assistenza spirituale, con l’edificazione di chiese e aule catechistiche. Ed è qui che abbiamo trovato una comunità che ci ha
accolto a braccia aperte, con il sorriso
sulla bocca e gli occhi ricolmi di gioia.
Come poter scordare, infatti, gli occhi
e i sorrisi gioiosi dei tanti bambini visi-
tati nelle varie classi della scuola e del
catechismo, i quali, senza neanche un
briciolo di timore o diffidenza, ci salutavano calorosamente con canti e strette di mano. E come dimenticare, nella
domenica detta del “dono di grazia”,
una comunità in festa che, attraverso
il canto, il ballo e il generoso dono del
miglio, non si stancavano di ringraziare il Signore dei tanti benefici ottenuti.
Penso che sia questa la vera ricchezza
del popolo africano: nonostante le miserie materiali che ogni giorno sono
costretti a convivere e a cercare di combattere, non si stancano mai di lodare
il Signore per aver visto un’altra alba
e un altro tramonto. Un insegnamen-
to che già da tempo è stato dimenticato dalle “nostre parti”, dove l’eccessivo benessere e l’ecclissamento di tanti valori hanno reso il cuore dell’uomo
troppo spesso ingrato e indifferente.
Oggi più che mai, in questo tempo di
incertezza economica e non solo, sono
proprio i nostri fratelli africani ad insegnarci che non di solo pane vive l’uomo, «ma di ogni parola che esce dalla
bocca di Dio»!
Grazie fratelli: una semplice parola,
ma carica di quell’amore che ci avete
donato e sapremo custodire e condividere con tutti i nostri fratelli. Au revoir!
.
Farmaco
di carità…
.
fr. Antonello Gravante
T
ra le tante iniziative
editoriali che hanno
l’intento di invogliare i
fedeli a pregare un po’
di più, è venuta fuori di
recente, dopo il buon
successo del “Rosario
in grani”, quello della “Misericordina” pubblicizzato anche dal nostro
Pontefice Francesco.
Si presentano entrambe in confezioni molto simili a quelle dei farmaci
ma contengono una corona del Rosario l’una e una corona della Divina
Misericordia l’altra.
Se è vero che la preghiera è tra le più
alte forme di carità e l’eucarestia è
farmaco di immortalità, è altrettanto
vero che dispensare farmaci di prima necessità ai più bisognosi è un
grande segno d’amore nei confronti
del nostro prossimo!
Nella nostra città di Venafro, qui
in Provincia d’Isernia, il Centro di
Animazione Missionaria, in collaborazione con noi Frati del Convento
di Venafro e il Gruppo di preghiera
di Padre Pio, è riuscito a coinvolgere
le farmacie del posto per realizzare
una raccolta farmaci da destinare in
Ciad - Centrafrica.
Infatti, grazie alla cordiale disponibilità delle due farmacie cittadine
“Del Prete” e “Sardella”, alla ‘leggendaria’ generosità dei cittadini venafrani e all’instancabile operato del
Gruppo di Preghiera di Padre Pio,
siamo riusciti a raccogliere un buon
quantitativo di farmaci che stanno
già aiutando tante povere persone
a curarsi da malattie da noi anche
tante volte sottovalutate, come influenza etc, ma fatali per coloro che
abitano le poverissime terre d’Africa.
La fruttuosa raccolta non si è limitata all’assortimento di farmaci per
curare semplici malattie ma anche
di vaccini e quant’altro di utile per
curare malattie di una certa gravità.
Iniziativa che ha trovato un ottimo
riscontro nel nostro Convento di Venafro è stata l’esposizione di alcune
foto che ritraevano l’instancabile Padre Franco, responsabile del Centro
Missionario, nel distribuire i farmaci
raccolti presso i diversi dispensari
presenti in Ciad Centrafrica.
Come ci insegna il Vangelo e ci ricorda la Quaresima, che da poco abbiamo iniziato, la carità fattiva, unitamente alla penitenza e ad una vita di preghiera intensa, sono i pilastri di una vera vita cristiana. Sulla scia di questi insegnamenti, nutriti dall’Eucarestia, farmaco d’immortalità, abbiamo cercato di offrire nel nostro piccolo un farmaco di
carità, portatore del nostro amore,
quello di Gesù ai nostri fratelli più
‘piccoli’.
.
I nostri progetti di
50
sviluppo del Ciad
€
Per la formazione
di un postulante cappuccino
(mensile)
Per l’adozione a distanza
di un bambino povero
(mensile)
1.Per la formazione di un catechista (mensile)€ 50
2.Per un piccolo seminarista (mensile)
€ 50
3.Per un grande seminarista (mensile)
€ 100
4.Aiuto ad una famiglia povera€ 100
5.Aiuto ad un povero epilettico€ 100
6.Aiuto ad un povero cieco€ 100
7.Aiuto ad un povero lebbroso€ 100
8.Aiuto ad un povero malato di AIDS€ 100
9.Per l’adozione di un missionario (mensile)
€ 100
10. Per l’assistenza ad una puerpera e al suo bambino€ 150
11. Aiuto ad un contadino e alla sua agricoltura€ 200
12. Per scavare un pozzo tradizionale€ 1.500
13. Per scavare un pozzo artesiano per l’acqua da bere€ 10.000
14. Per la costruzione di una cappella€ 20.000
15. Per la costruzione di un dispensario€ 25.000
16. Per la costruzione di una scuola materna€ 25.000
17. Per la costruzione di una scuola elementare€ 50.000
18. Per la costruzione di una chiesa€ 100.000
19. Per la costruzione di una diga€ 300.000
Inoltre puoi aiutare la nostra causa
missionaria in Ciad nel modo seguente:
per un Battesimo di un bambino africano€ 10,00
per Messe Perpetue per un defunto€ 10,00
per Messe Perpetue per un vivente€ 10,00
per Messa singola per un vivente€ 10,00
per una Messa Gregoriana per un defunto€ 450,00
Il nostro Centro Missionario
è una ONLUS. Perciò le offerte
fatte per le nostre opere sociali
nel Ciad sono detraibili
dal proprio reddito. Su richiesta,
anche telefonica, inviamo
l’apposito modulo di c.c.p. ONLUS.
Per informazioni contattare:
Fr. Franco Gitto
Centro Missionario Cappuccini ONLUS
Piazza Immacolata, 6
71121 FOGGIA - IT
Tel. (0039) 0881.302293
Fax (0039) 0881.663963
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E-mail: [email protected]
25
€
1 DISPENSARIO
BAM
2 DISPENSARI
CIAD
GORÈ
2 DISPENSARI
CENTRAFRICA
CENTRAFRICA
BAIBOKOUM
3 DISPENSARI
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Perciò le offerte fatte per le nostre opere sociali
nel Ciad sono detraibili dal proprio reddito.
Su richiesta, anche telefonica, inviamo l’apposito
modulo di c.c.p. ONLUS.
Fr. Franco Gitto - Responsabile Servizio Animazione Missionaria - Centro Missionario
Convento Frati Minori Cappuccini P.za S. Francesco - 86035 LARINO (CB) - Tel. e Fax 0874.822377
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