Tra spese e consumi gestire un`azienda diventa un`impresa
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Tra spese e consumi gestire un`azienda diventa un`impresa
LABIRINTO DI TARIFFE Tra spese e consumi gestire un'azienda diventa un'impresa La bolletta della luce cala, mentre sono in salita rifiuti e acqua. Ma preoccupano le disparità MassimilianoSciullo Che il duello con le bollette sia un' abitudine tutta «famigliare» è una convinzione lontana dallaverità. Luce, gas; acqua, rifiuti: si chiamano così anche alcuni dei peggiori nemici del fare impresa. Ogni mese, anche se non nella buca delle lettere, anche gli imprenditori mettono mano a conti e calcolatrici, con freddezza da giocatori di poker, ma anche con risultati sconfortanti.-Quanto sconfortanti lo ha scoperto Unioncamere Piemonte, che ha deciso di fare i conti in tasca alle pini per quanto riguarda i consumi dell'acqua, lo smaltimento dei rifiuti e i consumi elettrici. Tre ambitiin cui il variare delle tariffe e la vastità ormai quasi labirintica delle proposte rischia di confondere i più. Tra un Comune e l'altro, a parità di volumi, sbalzi anche dell'80°I0 Sottolalente diingrandimento sono finiti 134 Comuni del Piemonte (tutti soprai5000 abitanti), ognuno caratterizzato dapropriregolamenti e datariffe particolari. Da qui, emerge un doppio dato, ugualmente preoccupante da qualunque parte lo si legga: il salasso che le aziende piemontesi sono costrette a pagare ogni mese e le (avolte anche enormi) differenze tra un territorio e un altro, che non fanno che declinare in salsa locale quelle distanze competitive che già dobbiamo scontare con gli altri Paesi e gli altri continenti. Caso da manuale quello legato al settore idrico: nella nostra regione è presente un' etero geneità p articolarmente elevata, tale da consentire che coesistano situazioni distanti anni luce tra loro, non solo in termini di chilometri. Senellasostanzalanostraregioneviaggiaal di sotto del dato nazionale e anche di quello del Nord (una buona notizia, una volta ogni tanto) è altrettanto vero che la media statistica (14.407 euro) finisce per coprire il fatto che - a parità di prelievo - cisono Comuniincuisipossono spendere 11.502 euro per 8000 metri cubi all'anno e altri in cui la spesa è di 20.819 euro. Una differenza di circa l'80%. Altre differenze, ovviamente, derivano dalle singole attività: un parrucchiere utilizzerà meno acqua in un anno rispetto a un ristorante, che a sua volta sarà meno «vorace» di un caseificio, ma per tutti e tre, negli ultimi due anni, la costante è stata quella dell'aumento in bolletta. Tra il 2011 e il 2012 si è, registrato un +7,2% perglialberghi, un +7,4% per i parrucchieri, un +7,3% per i ristoranti e un +7,2% per i caseifici. Con precisione chirurgica. Dovendo scegliere una provincia in cui andare a insediare un'attività, in base alla spesa ,,,,F,,. ° a', , i P,1 perl'acqua, aquesto puntomeglio evitare l'Astigiano nel caso si abbia in testa si aprire un albergo, oppure di svolgere un'attività di parrucchiere o di gesti re unristorante. Molto meglio buttarsi su Torino: qui si spende di meno, siaper quanto riguardairistorantichei caseifici. Discorso simile lo si può sviluppare per il tema dei rifiuti: qui la confusione sotto il cielo è enorme, manon si può certo dire che la situazione sia propizia. Anzi. Ci va il filo d'Arianna per orientarsi tra i Comuni che applicano la Tarsu (45) e quelli che invece hanno scelto la TIA (57 casi). A livello percentuale, tuttavia, pesa in termini di popolazione il Comune di Torino - prima dei recenti caos su Tares e dintorni - che fa pendere l'ago della bilancia verso la diffusione della Tarsu (60%). Per smaltire i rifiuti prodotti, un albergo, con una superficie, di 1.000 metri quadri spende annualmente, in media, 4.257 euro, mentre un parrucchiere che si estenda su una superficie di 70 metri quadri arriva a circa 421 euro. Un ristorante di 180 metri quadri paga 3.989 euro, mentreuncaseificio caratterizzato da 3.000 metri quadri disuperficie deve sborsare ben 16.300 euro. Al di là degli imp or- ti (inevitabilmente legati alla tipologiadi attivitàsvolta) astupire sono le differenze trai Comuni: trai centriconletariffe più al te e quelli conlebollette più contenute si può arrivare addirittura a un risultato superiore di sei volte. Anche qui, gli aumenti non sono mancati: trai12011 eli 2012, la raccolta e smaltimento rifiuti hanno preteso un +2,4% per gli alberghi, un +2,7% per i parrucchieri, un +4,8% per i ristoranti e un +4% per i caseifici). A livello geografico, questa volta è Torino a finire dietro la lavagna (sututtalalinea), mente un albergo o un ristorante ti- ra un sospiro di sollievo se si trova nel Vco. Caseifici e parrucchieri lavorano meglio a Cuneo. Infine l'energia elettrica, da sempre cavallo di battaglia delle associazioni datoriali che lamentano - a ragion veduta una disparità di trattamento e di condizi o ni con la concorrenza straniera. In questo caso, però, i prezzi registrati nel 2013 hanno seguito un andamento in calo, anche se l'inevitabile collegamento con il prezzo del petrolio al. barile rende il tutto piuttosto discontinuo. In ogni caso, i commercianti hanno finitoperpagare i15% in meno rispetto alpassato, mentregli artigiani hanno risparmiato il 4,9%.I centri commerciali hanno ridotto le spese del 3,8%, mentre le imprese manifatturiere segnano un -3,5%. Resta tuttavia la sensazione di smarrimento di fronte a tante differenze, spesso inspiegabili: «Garantire la trasparenza del mercato e la tutela di consumatori e imprese costituisce uno dei principali compiti assegnati alle Camere di commercio dice Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte -. Per questo investiremo risorse per creare un portale che possa aiutare concretamente le imprese del territorio a conoscere i costi di acqua e rifiuti nei vari Comuni del Piemonte. Uno strumento che aiúterà i nostri imprenditori a pianificare eorientare ipropriinvestimenti» .