COMUNE DI SOSPIRO Provincia di Cremona PROGETTO

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COMUNE DI SOSPIRO Provincia di Cremona PROGETTO
COMUNE DI SOSPIRO
Provincia di Cremona
PROGETTO PALESTRA POLIVALENTE
ANNESSA AL PLESSO SCOLASTICO
DI VIA IV NOVEMBRE
PROGETTO ESECUTIVO
10.07.2013
CAPITOLATO TECNICO D'APPALTO
Progettazione
Franco CRISTOFOLETTI architetto, Fausto GHISOLFI architetto
Michele GHISOLFI ingegnere
via Tibaldi, 2 - Cremona 0372.37844
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10 LUGLIO 2013 EMESSO PER APPROVAZIONE
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GENERAL SCALE
DETAIL SCALE
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1 INQUADRAMENTO GENERALE .................................................................................................... 3 2 NOTE GENERALI ............................................................................................................................... 3 2.1 2.2 2.3 2.4 DESCRIZIONE SOMMARIA DELL’EDIFICIO
LIMITI DI FORNITURA ED ESCLUSIONI
ESCLUSIONI E LIMITI DI FORNITURA RELATIVI A TUTTI GLI IMPIANTI
IMPIANTI
2.5 2.6 2.7 COLLAUDI E START-UP DEI CIRCUITI IDRONICI
TIRI IN QUOTA E TRASPORTI
SICUREZZA
3 DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI ................................................................................................... 7 3.1 IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
3.2 IMPIANTI IDRICI
3.3 3.4 IMPIANTI IGIENICO SANITARI
IMPIANTO ANTINCENDIO
3.5 ESTINTORI E CARTELLONISTICA DI SICUREZZA
4 NORME DI COSTRUZIONE.............................................................................................................13 4.1 SPECIFICHE TECNICHE
4.2 SPECIFICHE DI ESECUZIONE
2.4.1 2.4.2 2.4.3 2.4.4 3.1.1 3.1.2 3.2.1 3.2.2 3.2.3 3.4.1 3.4.2 3.4.3 3.4.4 3.5.1 3.5.2 3.5.3 4.1.1 4.1.2 4.1.3 4.1.4 4.1.5 4.1.6 4.1.7 4.1.8 4.1.9 4.1.10 4.1.11 4.1.12 4.1.13 4.1.14 4.1.15 4.1.16 4.1.17 4.2.1 4.2.2 4.2.3 IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
IMPIANTI IDRICI ED IGIENICO SANITARI
IMPIANTI IDRICI ANTINCENDIO A IDRANTI
ESTINTORI E CARTELLONISTICA DI SICUREZZA
CRITERI DI PROGETTAZIONE
IMPIANTI PREVISTI
CRITERI DI PROGETTAZIONE
NORME E LEGGI DI RIFERIMENTO
IMPIANTI PREVISTI
CRITERI DI PROGETTAZIONE
NORME E LEGGI DI RIFERIMENTO
IMPIANTI PREVISTI
CRITERI DI CALCOLO
CRITERI DI PROGETTAZIONE
NORME E LEGGI DI RIFERIMENTO
IMPIANTI PREVISTI
NOTE GENERALI
TUBAZIONI
VALVOLAME ED AFFINI
ISOLAMENTI TERMICI
APPARECCHIATURE VARIE
ELETTROPOMPE
COLLETTORI
ACCESSORI COLLETTORI
PANNELLI RADIANTI A PAVIMENTO
RADIATORI
ACCESSORI RADIATORI
APPARECCHIATURE ANTINCENDIO
APPARECCHI SANITARI, RUBINETTERIE E ACCESSORI
PREDISPOSIZIONI
VERNICIATURE E IDENTIFICAZIONI
POMPA DI CALORE PER PRODUZIONE ACQUA CALDA SANITARIA
SISTEMI DI REGOLAZIONE DEGLI IMPIANTI MECCANICI
DISEGNI COSTRUTTIVI DI CANTIERE E DOCUMENTAZIONE INIZIALE
PRATICHE PRESSO ENTI
CAMPIONATURE
3 3 4 5 5 5 5 5 5 5 6 7 7 8 9 9 9 10 10 10 10 11 11 11 12 12 12 13 13 13 14 19 21 23 24 25 26 26 27 27 27 28 29 30 31 32 33 33 34 34 Italprogetti s.r.l.
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4.2.4 4.2.5 4.2.6 4.2.7 4.2.8 4.2.9 4.2.10 JOB #
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IMPIANTI MECCANICI
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CONSEGNA DEI MATERIALI
DOCUMENTAZIONE FINALE
SICUREZZA IN CANTIERE
VERIFICHE E PROVE PRELIMINARI
START UP, PROVE DI FUNZIONAMENTO E COLLAUDI
RIPRISTINO CAMPARTIMENTAZIONI REI
GARANZIA DEGLI IMPIANTI
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INQUADRAMENTO GENERALE
Il presente elaborato descrive gli impianti da mettere a servizio della sala polivalente annessa al plesso
scolastico di via IV novembre a Sospiro (CR). Di seguito vengono esposti i dati progettuali di riferimento e le
caratteristiche prestazionali delle varie tipologie di impianti. Gli impianti meccanici descritti in tale relazione
comprendono:

Impianto di riscaldamento

impianti idrici

impianti igienico sanitari

impianto antincendio
Il progetto che si va ad illustrare è stato redatto secondo le indicazioni e le richieste della Committenza.
2
2.1
NOTE GENERALI
DESCRIZIONE SOMMARIA DELL’EDIFICIO
Il presente capitolato si riferisce a un edificio costituito da un piano terra e da due locali accessori al primo
piano con funzione di sala polifunzionale.
2.2
LIMITI DI FORNITURA ED ESCLUSIONI
Tutti gli impianti descritti nel presente Capitolato sono da fornire ed installare in opera secondo la regola
dell’arte nel pieno rispetto della legislazione e delle normative vigenti, completi di ogni accessorio necessario
per il loro funzionamento corretto, sicuro nonché derivante da esigenze del fabbricatore delle diverse
apparecchiature nei limiti di seguito indicati. Le misure indicate nel proseguo di tale capitolato sono quelle
rilevabili dagli elaborati grafici esecutivi, tali misure potranno subire durante le lavorazioni delle modifiche
derivanti da necessità costruttive. Tali modifiche sono completamente comprese nella fornitura ed il prezzo a
corpo è invariabile.
Nelle specifiche tecniche e sui disegni sono descritte dettagliatamente le opere da eseguirsi, per ogni tipologia
sono stati riportati gli elenchi materiali con le quantità presunte. Tali elenchi indicativi dovranno essere
accuratamente controllati dall’impresa che, con la presentazione dell’offerta, se ne responsabilizza e li fa
propri, al fine di determinare il valore dell’opera completa a corpo.
Il prezzo richiesto sarà comprensivo di tutto ciò che, pur non essendo specificato, risultasse necessario per
dare l’opera finita e completata a perfetta regola d’arte.
L'Appaltatore dichiara di aver effettuato i necessari sopralluoghi e di essere quindi a perfetta conoscenza della
località e delle condizioni in cui devono essere eseguiti i lavori appaltati e di essere edotto di tutte le
circostanze di fatto e/o di luogo che possono dare origine a difficoltà nel corso dei lavori (distanza delle
discariche, consistenza e natura del terreno od altro), per cui non potrà sollevare eccezione alcuna per
qualsivoglia difficoltà che dovesse insorgere nel corso dei lavori e tantomeno chiedere indennizzi o
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maggiorazione del corrispettivo convenuto. In particolare dichiara di aver tenuto conto di tutti gli oneri derivanti
dalle condizioni ambientali e dallo stato delle opere esistenti.
L'Appaltatore dichiara inoltre di disporre dei mezzi tecnici e finanziari per assolvere gli obblighi che gli
derivano dall'esecuzione del contratto.
L’Appaltatore dichiara di assumersi l’obbligo e l’onere di coordinare i lavori e subordinarne l’esecuzione in
funzione delle soggezioni insorgenti per qualsiasi causa, ivi comprese quelle derivanti dalla contemporanea
esecuzione di opere affidate ad altre Ditte.
2.3
ESCLUSIONI E LIMITI DI FORNITURA RELATIVI A TUTTI GLI IMPIANTI

E’ compresa l’esecuzione presso gli Istituti incaricati di tutte le prove e le analisi dei materiali impiegati o da
impiegarsi nell’esecuzione delle opere ordinate in qualsiasi tempo dalla Direzione Lavori in relazione a quanto
prescritto per l’accettazione dei materiali stessi. Potrà essere ordinato il deposito presso l’ufficio della
Direzione Lavori di campioni dei materiali e delle forniture muniti di suggelli a firma del Direttore Lavori e
dell’Appaltatore e conservati nei modi più atti a garantirne l’autenticità. Sono altresì comprese tutte le
misurazioni di portata, pressione, livello di pressione sonora, rilievi in campo che dovessero essere necessarie
per la verifica dei componenti installati o da installare.

Sono compresi il dimensionamento ed il posizionamento, in accordo con la Direzione Lavori e l’Impresa
Appaltatrice delle opere edili, di tutte le aperture nelle opere murarie, passaggi, scavi, drenaggi, cunicoli,
basamenti occorrenti per gli impianti con la cura di utilizzare il più possibile i passaggi e le predisposizioni
disponibili.

Sono comprese le opere provvisorie di cantiere.

E’ compresa la trasmissione di tutte le informazioni, istruzioni, disegni, schemi e quant’altro necessario per
l’esecuzione dei lavori attinenti ai propri impianti alle altre imprese o ditte installatrici sia per i limiti di fornitura,
sia per il coordinamento degli ingombri.

Sono comprese le protezioni di tutte le apparecchiature che possano essere danneggiate da polvere,
calcinacci, vento, intemperie, gelo o altro e di tutte le tubazioni che possano essere ostruite.

Lo sgombero completo del cantiere dai materiali, mezzi d’opera e impianti dimessi (meccanici ed elettrici) al
termine dei lavori.

E’ da intendersi escluso quant’altro esplicitamente indicato nel proseguo del presente Capitolato, quando non
esplicitamente espresso la fornitura o l’opera è da intendersi compresa ed il prezzo a corpo invariabile.
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IMPIANTI
2.4.1
IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
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Gli impianti di riscaldamento sono previsti completi sino al locale tecnico al piano primo della sala polivalente,
questo compreso. I limiti di batteria sono da considerarsi le valvole di intercettazione dello spillamento
dedicato alla sala polifunzionale ubicate nella centrale termica esistente già a servizio del complesso
scolastico.
2.4.2
IMPIANTI IDRICI ED IGIENICO SANITARI
Gli impianti idrico ed igienico sanitari sono previsti completi sino al locale tecnico al piano primo della sala
polivalente, questo compreso. I limiti di batteria sono da considerarsi la valvole di intercettazione lato
contatore.
2.4.3
IMPIANTI IDRICI ANTINCENDIO A IDRANTI
Gli impianti idrici antincendio a naspi sono previsti completi. L’impianto è collegato alla rete idrica comunale, la
distribuzione avviene all’esterno dell’edificio mediante tubazioni interrate in polietilene per poi proseguire nelle
murature mediante tubazioni in acciaio zincato fino ai naspi stessi.
2.4.4
ESTINTORI E CARTELLONISTICA DI SICUREZZA
La fornitura di estintori e cartellonistica a norma di legge è prevista completa. Sono da considerarsi compresi
nella presente fornitura anche quegli estintori e quella cartellonistica che, in occasione del sopralluogo dei
VV.F., dovessero essere richiesti ad integrazione di quelli già previsti nel progetto.
2.5
COLLAUDI E START-UP DEI CIRCUITI IDRONICI
I collaudi e gli start-up dei circuiti idronici sono previsti completi. Particolare importanza avrà la fase di
commissioning che dovrà comprendere la verifica delle funzionalità della fornitura, la verifica della qualità dei
prodotti, la verifica del raggiungimento degli obiettivi definiti a progetto e le prescrizioni manutentive da
consegnare al manutentore.
2.6
TIRI IN QUOTA E TRASPORTI
Sono completamente compresi in particolare:

E’ compreso il trasporto di tutti i materiali, corredati dagli imballaggi occorrenti, da qualsiasi
provenienza fino al cantiere e al posto di lavoro.

E’ compresa l’assistenza tecnica durante il trasporto e lo scarico all’interno del cantiere comprese
eventuali imbracature o opere necessarie ad evitare danni alle apparecchiature durante tali operazioni.
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SICUREZZA
Ogni onere derivante da provvedimenti atti al rispetto delle norme sulla sicurezza di esecuzione degli impianti
nonché di gestione del cantiere è compreso. E’ inoltre compresa la predisposizione del Piano Operativo della
Sicurezza così come previsto dal Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n.81 e s.m.i. in accordo con il Piano di
sicurezza predisposto dal Coordinatore della sicurezza.
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DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI
3.1
IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
3.1.1
CRITERI DI PROGETTAZIONE
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LOCALITA’: SOSPIRO (CR)
IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Fluido intermedio:
Acqua
Temperatura esterna:
-5°C
Temperatura interna:
+21°C ±1°C
Umidità relativa esterna:
80% U.R.
Umidità relativa interna invernale:
Non controllata
Temperatura fluido di mandata:
+50 °C
Temperatura fluido di ritorno:
+40 °C
Velocità del fluido nelle tubazioni:
<2.0 m/s
Velocità del fluido nei collettori orizzontali:
<0.5 m/s
Velocità del fluido nei collettori verticali:
<0.2 m/s
3.1.1.1
NORME E LEGGI DI RIFERIMENTO
3.1.1.2
PRINCIPALI RIFERIMENTI LEGISLATIVI
Decreto n°37 del 22 Gennaio 2008
REGOLAMENTO RECANTE RIORDINO DELLE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ATTIVITA’ DI INSTALLAZIONE
DEGLI IMPIANTI ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI
Decreto 24 Maggio 1988 n°236
ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA CEE N°80/778 CONCERNENTE LA QUALITA’ DELLE ACQUE DESTINATE AL
CONSUMO UMANO AI SENSI DELLA LEGGE 16 APRILE 1987 N°183
Legge 9 Gennaio 1991 n°10
NORME PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO ENERGETICO NAZIONALE IN MATERIA DI USO RAZIONALE
DELL’ENERGIA E DI SVILUPPO DELLE FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA
D.P.C.M. 1° Marzo 1991
LIMITI MASSIMI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE NEGLI AMBIENTI ABITATIVI E NELL’AMBIENTE ESTERNO
D.M. 12 Aprile 1996
APPROVAZIONE DELLA REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI PER LA PROGETTAZIONE, LA
COSTRUZIONE E L’ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI TERMICI ALIMENTATI DA COMBUSTIBILI GASSOSI
Direttiva 2002/91/CE
DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO 16.12.02 SUL RENDIMENTO ENERGETICO IN
EDILIZIA
D.Lgs. 19 Agosto 2005 n°192
ATTENUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2002/91/CE RELATIVA AL RENDIMENTO ENERGETICO NELL’EDILIZIA
D.Lgs. 29 Dicembre 2006 n°311
DISPOSIZIONI CORRETTIVE ED INTEGRATIVE AL DECRETO LEGISLATIVO 19 AGOSTO 2005 N.192,
RECANTE “ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2002/91/CE RELATIVA AL RENDIMENTO ENERGETICO
D.M. 9 Aprile 2008 n°81
TESTO UNICO SULLA SICUREZZA
D.Lgs 30 Maggio 2008 n°115
ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2006/32/CE RELATIVA ALL’EFFICIENZA DEGLI USI FINALI DELL’ENERGIA E I
SERVIZI ENERGETICI E ABROGAZIONE DELLA DIRETTIVA 93/76/CEE
D.G.R. Regione Lombardia 22 Dicembre
2008 n°VIII/8745
DETERMINAZIONI IN MERITO ALLE DISPOSIZIONI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA IN EDILIZIA E PER LA
D.Lgs. 3 Marzo 2011 n°28
ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2009/28/CE SULLA PROMOZIONE DELL’ USO DELL’ ENERGIA DA FONTI
CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI
RINNOVABILI, RECANTE MODIFICA E SUCCESSIVA ABROGAZIONE DELLE DIRETTIVE 2001/77 CE E
2003/30/CE.
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PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI
UNI 5364:1976
IMPIANTI DI RISCALDAMENTO AD ACQUA CALDA – REGOLA PER LA PRESENTAZIONE DELL’OFFERTA E
PER IL COLLAUDO
UNI 10349:1994
RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO DEGLI EDIFICI – DATI CLIMATICI
UNI 10351:1994
MATERIALI DA COSTRUZIONE – CONDUTTIVITA’ TERMICA E PERMEABILITA’ AL VAPORE
UNI 10355:1994
MURATURE E SOLAI – VALORI DELLA RESISTENZA TERMICA E METODO DI CALCOLO
UNI 9182:2010
IMPIANTI DI ALIMENTAZIONE E DISTRIBUZIONE D’ACQUA FREDDA E CALDA – CRITERI DI
UNI EN ISO 13788:2003
PRESTAZIONE IGROTERMICA DEI COMPONENTI E DEGLI ELEMENTI IN EDILIZIA
UNI EN 13465:2004
VENTILAZIONE DEGLI EDIFICI – METODI DI CALCOLO PER LA DETERMINAZIONE DELLE PORTATE D’ARIA
UNI EN 10412-1:2006
IMPIANTI DI RISCALDAMENTO AD ACQUA CALDA – REQUISITI DI SICUREZZA
UNI EN 13779:2008
VENTILAZIONE DEGLI EDIFICI NON RESIDENZIALI – REQUISITI DI PRESTAZIONE PER I SISTEMI DI
PROGETTAZIONE, COLLAUDO E GESTIONE
NEGLI EDIFICI RESIDENZIALI
VENTILAZIONE E CONDIZIONAMENTO
UNI EN ISO 13790:2008
PRESTAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI – CALCOLO DEL FABBISOGNO DI ENERGIA PER IL
RISCALDAMENTO E IL RAFFRESCAMENTO
UNI TS 11300-1:2008
PRESTAZIONI ENERGETICHE DEGLI EDIFICI – PARTE 1: DETERMINAZIONE DEL FABBISOGNO DI ENERGIA
TERMICA DELL’EDIFICIO PER LA CLIMATIZZAZIONE ESTIVA ED INVERNALE
UNI TS 11300-2:2008
PRESTAZIONI ENERGETICHE DEGLI EDIFICI – PARTE 2: DETERMINAZIONE DEL FABBISOGNO DI ENERGIA
PRIMARIA E DEI RENDIMENTI PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE E PER LA PRODUZIONE DI ACQUA
UNI TS 11300-4:2012
PRESTAZIONI ENERGETICHE DEGLI EDIFICI – PARTE 4: UTILIZZO DI ENERGIE RINNOVABILI E DI ALTRI
METODI DI GENERAZIONE PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE E PER LA PROD. DI ACQUA CALDA
UNI EN 15242:2008
VENTILAZIONE DEGLI EDIFICI – METODI DI CALCOLO PER LA DETERMINAZIONE DELLE PORTATE D’ARIA
UNI EN 806:2008
SPECIFICHE RELATIVE AGLI IMPIANTI ALL’INTERNO DI EDIFICI PER IL CONVOGLIAMENTO DI ACQUE
NEGLI EDIFICI, COMPRESE LE INFILTRAZIONI
DESTINATE AL CONSUMO UMANO
3.1.2
IMPIANTI PREVISTI
3.1.2.1
IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
La produzione dell’acqua calda per il riscaldamento di tutto il plesso scolastico è affidata ad una caldaia
ubicata in apposita centrale termica a lato della cucina. All’interno della centrale termica è presente un
collettore di distribuzione con uno stacco predisposto per la distribuzione dell’acqua di riscaldamento alla sala
polivalente. Al fine di dividere l’impianto esistente dal nuovo ampliamento, è stata prevista l’installazione di
uno scambiatore di calore. Al primo piano della sala polivalente sono previsti due locali accessori, uno dei
quali destinato agli impianti di spillamento dei circuiti distributivi di riscaldamento e di produzione dell’acqua
calda sanitaria. La distribuzione dalla centrale termica alla sala polivalente avviene mediante tubazioni
interrate in polietilene preisolato, per poi proseguire in apposito cavedio fino al locale tecnico mediante
tubazioni in acciaio nero opportunamente isolate. All’interno del locale tecnico sono presenti un collettore di
equilibramento verticale ed un collettore combinato orizzontale di distribuzione. Sono previsti due spillamenti
miscelati, uno per il circuito radiatori ed uno per il circuito dei pannelli radianti a pavimento. E’ inoltre
predisposto un ulteriore stacco per l’eventuale integrazione della produzione dell’acqua calda sanitaria.
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Dal collettore di distribuzione le tubazioni a bassa temperatura in acciaio nero si portano al piano terra
passando per l’apposito cavedio. La distribuzione prosegue poi a pavimento mediante tubazioni in multistrato
PE-Xb opportunamente isolate fino a raggiungere i rispettivi collettori di distribuzione. Le tubazioni ad alta
temperatura si attestano direttamente sul collettore di distribuzione.
Per il riscaldamento degli ambienti sono previsti pannelli radianti a pavimento. Il controllo della temperatura
ambiente è affidato al sistema domotico. La regolazione della temperatura nella sala polivalente avviene per
mezzo di una sonda di temperatura che agisce sulla valvola di zona dei collettori. Nei bagni e negli antibagni
sono previsti pannelli radianti a pavimento integrati con radiatori a colonne in acciaio. La regolazione di questi
ambienti avviene mediante sonde di temperatura che agiscono in parallelo sia sulle teste termostatiche dei
pannelli radianti sia su quelle dei radiatori.
3.2
IMPIANTI IDRICI
3.2.1
CRITERI DI PROGETTAZIONE
3.2.1.1
CONSUMI MASSIMI STIMATI DI ACQUA SANITARIA FREDDA E CALDA
Apparecchio
Portata
acqua fredda
Portata
acqua calda
(l/s)
(l/s)
Lavabo
0.10
0.10
Bidet
0.10
0.10
Vaso con cassetta
0.10
-----
Vasca
0.20
0.20
Doccia
0.15
0.15
3.2.2
NORME E LEGGI DI RIFERIMENTO
3.2.2.1
PRINCIPALI RIFERIMENTI LEGISLATIVI
Decreto n°37 del 22 Gennaio 2009
REGOLAMENTO RECANTE RIORDINO DELLE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ATTIVITA’ DI INSTALLAZIONE
DEGLI IMPIANTI ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI
Decreto 24 Maggio 1988 n°236
ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA CEE N°80/778 CONCERNENTE LA QUALITA’ DELLE ACQUE DESTINATE AL
CONSUMO UMANO AI SENSI DELLA LEGGE 16 APRILE 1987 N°183
Legge 9 Gennaio 1991 n°10
NORME PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO ENERGETICO NAZIONALE IN MATERIA DI USO RAZIONALE
DELL’ENERGIA E DI SVILUPPO DELLE FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA
D.P.C.M. 1° Marzo 1991
LIMITI MASSIMI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE NEGLI AMBIENTI ABITATIVI E NELL’AMBIENTE ESTERNO
Direttiva 2002/91/CE
DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO 16.12.02 SUL RENDIMENTO ENERGETICO IN
EDILIZIA
D.Lgs. 19 Agosto 2005 n°192
ATTENUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2002/91/CE RELATIVA AL RENDIMENTO ENERGETICO NELL’EDILIZIA
D.Lgs. 29 Dicembre 2006 n°311
DISPOSIZIONI CORRETTIVE ED INTEGRATIVE AL DECRETO LEGISLATIVO 19 AGOSTO 2005 N.192,
RECANTE “ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2002/91/CE RELATIVA AL RENDIMENTO ENERGETICO
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TESTO UNICO SULLA SICUREZZA
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IMPIANTI MECCANICI
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PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI
UNI 10351:1994
MATERIALI DA COSTRUZIONE – CONDUTTIVITA’ TERMICA E PERMEABILITA’ AL VAPORE
UNI 10355:1994
MURATURE E SOLAI – VALORI DELLA RESISTENZA TERMICA E METODO DI CALCOLO
UNI 9182:2010
IMPIANTI DI ALIMENTAZIONE E DISTRIBUZIONE D’ACQUA FREDDA E CALDA – CRITERI DI
UNI EN 806:2008
SPECIFICHE RELATIVE AGLI IMPIANTI ALL’INTERNO DI EDIFICI PER IL CONVOGLIAMENTO DI ACQUE
PROGETTAZIONE, COLLAUDO E GESTIONE
DESTINATE AL CONSUMO UMANO
3.2.3
IMPIANTI PREVISTI
L’acqua calda a servizio della sala polivalente è prodotta dalla pompa di calore aria-acqua ubicata al primo
piano in apposito locale tecnico. Tale apparecchiatura utilizza come sorgente termica l’aria ambiente del
locale tecnico in cui viene installata. Per consentire un adeguamento ad esigenze di maggior produzione di
acqua calda sanitaria che si possano presentare in futuro è prevista la predisposizione di un bollitore a doppia
serpentina per il preriscaldo dell’acqua calda sanitaria mediante collettore solare sottovuoto o mediante il
circuito di riscaldamento. Qualora l’apporto solare non sia sufficiente il preriscaldo potrebbe avvenire tramite la
serpentina superiore del bollitore riscaldata dall’acqua calda proveniente dal collettore di distribuzione
orizzontale. La distribuzione dal locale tecnico ai collettori di distribuzione avviene in parte in cavedio
mediante tubazioni in acciaio zincato, in parte a pavimento al piano terra mediante tubazioni in multistrato PEX opportunamente isolate. Per la distribuzione ai vari apparecchi sanitari sono previsti collettori di
distribuzione idrosanitari dotati di intercettazione per ciascun circuito distributivo. Da questi ultimi le tubazioni
raggiungono gli apparecchi utilizzatori sempre a pavimento e a muro.
3.3
IMPIANTI IGIENICO SANITARI
L’impianto igienico sanitario è essenzialmente costituito da tutti gli apparecchi previsti nel progetto
architettonico dotati di tutti gli accessori necessari al loro funzionamento. Tutti gli apparecchi sono in vitreouschina. Le rubinetterie sono del tipo cromate e sui lavabi sono previsti del tipo ad attivazione mediante
fotocellula alimentata elettricamente da rete.
3.4
IMPIANTO ANTINCENDIO
3.4.1
CRITERI DI PROGETTAZIONE
Per il calcolo degli impianti idrici antincendio a naspi si è fatto completo riferimento al DM 18 Marzo 1996
integrato dal DM 06 Giugno 2005.
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3.4.2
NORME E LEGGI DI RIFERIMENTO
3.4.2.1
LEGGI E DECRETI
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REGOLAMENTO RECANTE RIORDINO DELLE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ATTIVITA’ DI
INSTALLAZIONE DEGLI IMPIANTI ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI
Legge 9 Gennaio 1991 n°10
NORME PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO ENERGETICO NAZIONALE IN MATERIA DI USO
RAZIONALE DELL’ENERGIA E DI SVILUPPO DELLE FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA
D.P.C.M. 1° Marzo 1991
LIMITI MASSIMI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE NEGLI AMBIENTI ABITATIVI E
NELL’AMBIENTE ESTERNO
3.4.2.2
D.M. 18 Marzo 1996
NORME DI SICUREZZA PER LA COSTRUZIONE E L’ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI SPORTIVI
D.M. 9 Aprile 2008 n°81
TESTO UNICO SULLA SICUREZZA
NORMATIVE
UNI10779:2007
IMPIANTI DI ESTINZIONE INCENDI – RETI DI IDRANTI - PROGETTAZIONE, INSTALLAZIONE
ED ESERCIZIO
3.4.3
UNI 10351:1994
MATERIALI DA COSTRUZIONE – CONDUTTIVITÀ TERMICA E PERMEABILITÀ AL VAPORE
UNI 10355:1994
MURATURE E SOLAI – VALORI DELLA RESISTENZA TERMICA E METODO DI CALCOLO
UNI 11292:2008
LOCALI DESTINATI AD OSPITARE GRUPPI DI POMPAGGIO PER IMPIANTI ANTINCENDIO
IMPIANTI PREVISTI
La sala polifunzionale è protetta da impianto idrico antincendio a naspi con bocche a parete DN20. Ogni
naspo è corredato da una tubazione semirigida. L’impianto è collegato alla rete idrica comunale, la
distribuzione avviene all’esterno dell’edificio mediante tubazioni interrate in polietilene per poi proseguire
nelle murature mediante tubazioni in acciaio zincato fino ai naspi stessi.
L’impianto sarà dimensionato per garantire in ogni momento, contemporaneamente, oltre all'utenza
normale, i due naspi ubicati in posizione idraulicamente più sfavorevole, assicurando a ciascuno di essi
una portata non inferiore a 35 l/min ed una pressione non inferiore a 1,5 bar, quando sono entrambi in
fase di scarica.
L’alimentazione assicura un’autonomia non inferiore a 30 minuti.
3.4.4
CRITERI DI CALCOLO
p
6.05  Q 1.85  1010
C 1.85  d 4.87
Il calcolo idraulico è stato realizzato utilizzando la formula di Hazen Williams:
dove:
p
Q
C
è la perdita di carico unitaria in Pa/m;
è la portata in l/min;
è la costante dipendente dalla natura del tubo che deve essere assunta uguale a:

100 per i tubi in ghisa;

120 per i tubi di acciaio;
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
140 per i tubi di acciaio inossidabile, in rame e ghisa rivestita;

150 per i tubi in plastica, fibra di vetro e materiali analoghi;
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è il diametro interno della tubazione.
Le perdite di carico localizzate dovute ai raccordi, curve, pezzi a T e raccordi a croce, valvole di
intercettazione e di non ritorno sono state trasformate in “lunghezza di tubazione equivalente” come
specificato nel seguente prospetto.
Tipo di accessorio
(DN)
25
32
40
50
65
80
100
125
150
200
250
300
Lunghezza della tubazione
equivalente (m)
Curva a 45°
0.3
0.3
0.6
0.6
0.9
0.9
1.2
1.5
2.1
2.7
3.3
3.9
Curva a 90°
0.6
0.9
1.2
1.5
1.8
2.1
3.0
3.6
4.2
5.4
6.6
8.1
Curva a 90° a largo raggio
0.6
0.6
0.6
0.9
1.2
1.5
1.8
2.4
2.7
3.9
4.8
5.4
Pezzo a T o raccordo a croce
1.5
1.8
2.4
3.0
3.6
4.5
6.0
7.5
9.0
10.5
15.0
18.0
-
-
-
0.3
0.3
0.3
0.6
0.6
0.9
1.2
1.5
1.8
1.5
2.1
2.7
3.3
4.2
4.8
6.6
8.3
10.4
13.5
16.5
19.5
Saracinesca
Valvola di non ritorno
Il prospetto è valido per coefficiente di Hazen Williams C=120 (accessori di acciaio); per accessori di ghisa (C=100) i valori ivi specificati devono essere
moltiplicati per 0.713; per accessori di acciaio inossidabile, di rame e di ghisa rivestita (C=140) per 1.32; per accessori di plastica e analoghi (C=150) per 1.51.
Il flusso nelle tubazioni non raggiunge mai velocità superiori a 10m/s e nel dimensionamento si è
trascurata la pressione cinetica.
3.5
ESTINTORI E CARTELLONISTICA DI SICUREZZA
3.5.1
CRITERI DI PROGETTAZIONE
Per il posizionamento degli estintori e della cartellonistica di sicurezza si è fatto completo riferimento al DM 18
Marzo 1996 integrato dal DM 06 Giugno 2005.
3.5.2
NORME E LEGGI DI RIFERIMENTO
3.5.2.1
LEGGI E DECRETI
Decreto n°37 del 22 Gennaio 2009
REGOLAMENTO RECANTE RIORDINO DELLE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ATTIVITA’ DI
INSTALLAZIONE DEGLI IMPIANTI ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI
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3.5.3
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IMPIANTI PREVISTI
Il piano terra è protetto, oltre che da un impianto idrico antincendio, anche da estintori portatili a polvere da
6kg di tipo omologato dal Ministero dell'Interno a norma del D.M. 20 Dicembre 1982 con capacità estinguente
55A233BC e da un estintore a CO2 da 5 kg con capacità estinguente 89BC. Inoltre saranno posizionati dei
cartelli segnalatori con distanza di lettura 10m, conformi a quanto previsto dal D.Lgs. 9 Aprile 2008 n°81.
4
NORME DI COSTRUZIONE
Il presente capitolo contiene le informazioni e le prescrizioni tecniche riferite alla qualità delle apparecchiature,
dei materiali, alle norme di esecuzione e installazione, alle norme di misura e alle norme di verifica e garanzia
nonché alla documentazione finale. Tutte le informazioni contenute in questo capitolo completano quanto già
esposto nel capitolo precedente “Descrizione degli impianti” nonché le indicazioni rilevabili dagli elaborati
grafici di progetto e nel computo metrico. In ogni caso, indipendentemente da quanto indicato in tale parte
tecnica, l’Appaltatore deve seguire la migliore regola dell’arte conosciuta, rispettando tutte le normative e le
leggi vigenti utilizzando materiali di qualità riconosciuta e approvata dalla D.L. e operando con alacrità e
regolarità.
4.1
SPECIFICHE TECNICHE
4.1.1
NOTE GENERALI
In tale capitolo vengono esposte le caratteristiche minime che devono possedere le apparecchiature e i
materiali da utilizzare per la realizzazione degli impianti di cui ai capitoli precedenti. Ogni materiale è corredato
da un marchio di ditta produttrice da considerare vincolante solo nel caso in cui in fase di offerta le ditte
concorrenti non specifichino marchi diversi di pari qualità e caratteristiche e comunque da concordare di volta
in volta con la Direzione Lavori. Se non specificato in fase di offerta le marche saranno quelle indicate nella
presente parte tecnica e nel computo metrico.
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4.1.2
TUBAZIONI
4.1.2.1
TUBAZIONI IN ACCIAIO
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4.1.2.1.1 Tubazioni in acciaio nero
Devono essere dei seguenti tipi:

DN10÷DN100
UNI EN 10255 L1, M, H

DN125÷DN600
UNI EN 10224
I tubi possono essere del tipo elettrosaldato longitudinalmente FM oppure trafilati SS. In ogni caso devono
essere sottoposti in fabbrica alla prova idraulica di pressione stabilita nelle specifiche norme UNI. La velocità
dell’acqua all’interno delle tubazioni deve rientrare nei seguenti valori:

premente pompe:
2.5÷3.5 m/s

aspirazione pompe:
1.5÷2.5 m/s

montanti e collegamenti vari:
1.0÷3.0 m/s

collettori di distribuzione:
<0.5 m/s
4.1.2.1.1.1 Disposizioni di posa
Tutte le tubazioni in acciaio nero devono essere verniciate con due mani di antiruggine ed ogni mano deve
essere di colore diverso dall’altra. Prima del riempimento con acqua le tubazioni devono essere soffiate con
aria compressa e lavate. Per quanto riguarda le dilatazioni termiche queste saranno permesse sia dal
tracciato delle tubazioni sia da appropriati dispositivi (compensatori); i punti fissi sono da prevedere ai
raccordi, agli apparecchi ed in tutti i punti dove sia necessario. Sono disposti in modo da resistere agli sforzi
senza permettere scivolamenti alle tubazioni. Tali dispositivi di dilatazione sono montati con o senza pretensione e sono in grado di assorbire spostamenti così come reso evidente negli elaborati grafici allegati. In
ogni caso le dilatazioni devono prodursi senza sforzi che danneggino parti del sistema e senza provocare
deformazioni permanenti.
I supporti che permettono uno slittamento saranno disposti in modo da consentire un assorbimento degli sforzi
laterali per mantenere l’allineamento senza danneggiare le tubazioni o l’isolamento.
Le tubazioni in acciaio nero devono essere posate in uno spazio che permetterà il loro montaggio e la posa
dell’isolamento termico, le tubazioni orizzontali hanno una pendenza che permette lo sfogo dell’aria e lo
scarico dell’acqua per vuotare il circuito. Le frecce e le contropendenze non sono ammesse e le tubazioni
verticali devono essere montate in modo che l’aria tra due punti fissi sia perfettamente verticale.
Tutti i punti alti delle reti di distribuzione devono essere dotati di barilotti di sfogo dell’aria realizzati con tubo
d’acciaio, tutti i punti bassi devono invece essere dotati di dispositivi di scarico e spurgo. Tutte le tubazioni di
spurgo e sfogo devono essere a scarico visibile per poi essere convogliate allo scarico più vicino. Sotto ogni
valvola o accessorio che possa dare origine a gocciolamenti dannosi alle strutture deve essere installata
apposita bacinella con scarico convogliato.
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4.1.2.1.1.2 Giunzioni
Le giunzioni fra tubazioni di acciaio nero devono essere eseguite a mezzo di saldatura ossiacetilenica o ad
arco elettrico con materiale di apporto e con o senza atmosfera controllata. Le superfici da saldare devono
essere accuratamente pulite e equamente distanziate lungo la circonferenza dei tubi prima della saldatura. Le
saldature devono avere una larghezza almeno pari a due volte e mezzo lo spessore dei tubi da saldarsi. Le
saldature devono risultare pulite da ossidi e gocce di metallo
Nel caso di giunzioni fra tubi e apparecchiature (dunque giunzioni smontabili), se non diversamente
specificato, queste devono essere a mezzo di filettatura ISO-G7/1 fino al diametro di DN50 compreso e
mediante flange per diametri superiori.
4.1.2.1.1.3 Raccordi
I raccordi per tubi saldati o non saldati saranno in acciaio e conformi alle UNI-ISO 50-85 e UNI-ISO 4145-84
del tipo per giunzione a mezzo di saldatura.
4.1.2.1.1.4 Staffaggi
Le tubazioni non correnti sottotraccia devono essere sostenute da apposito staffaggio adatto a sopportarne il
peso proprio, del fluido trasportato e dell’isolamento termico, a consentirne il bloccaggio e permetterne la
libera dilatazione. Lo staffaggio può essere eseguito sia mediante struttura continua per il sostegno di più
tubazioni oppure tramite collari o pendinature per tubazioni singole.
Tutti gli staffaggi devono essere del tipo con finitura mediante zincatura a bagno caldo. Nel caso le tubazioni
siano sottoposte a dilatazioni lo staffaggio deve essere pensato in modo da consentirne il libero scorrimento
mediante rulli, slitte in teflon o quant’altro necessario ad evitare deformazioni permanenti nelle tubazioni. Nel
caso di tubazioni isolate non è consentita l’interruzione dell’isolamento in corrispondenza dell’isolamento
termico, inoltre l’isolamento termico non deve essere danneggiato da eventuali movimenti di dilatazione.
Gli interassi massimi fra i supporti devono rispettare quanto indicato nella prospetto che segue.
DIAMETRO NOMINALE DISTANZA ORIZZONTALE
DISTANZA VERTICALE
(mm)
(mm)
(mm)
fino a DN32
2000
2500
fino a DN50
2500
3000
fino a DN100
3500
4500
fino a DN150
4000
5000
oltre DN150
5500
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In presenza di curve il supporto deve essere posizionato a non più di 600mm dal cambiamento di direzione
possibilmente nella tratta più lunga.
Nei supporti deve essere prevista l’installazione di particolari protezioni a base di gomma o feltro per evitare
vibraziani , trasmissioni di rumore e ponti termici.
L’Appaltatore deve sottoporre tutti i disegni costruttivi dettagliati indicanti la tipologia e la posizione degli
staffaggi che intende installare.
4.1.2.1.2 Tubazioni in acciaio zincato a fuoco
I tubi in acciaio zincato devono avere caratteristiche dimensionali e qualitative non minori di quelle prescritte
dalla UNI EN 10255 L1, M, H secondo l’utilizzo. La zincatura deve essere del tipo a bagno caldo sia interna
che esterna.
I tubi possono essere del tipo elettrosaldato longitudinalmente FM oppure trafilati SS. In ogni caso devono
essere sottoposti in fabbrica alla prova idraulica di pressione stabilita nelle specifiche norme UNI. La velocità
dell’acqua all’interno delle tubazioni deve rientrare nei seguenti valori: 1÷3 m/s.
4.1.2.1.2.1 Disposizioni di posa
Le tubazioni in acciaio zincato non devono in alcun caso essere piegate o curvate.
Prima del riempimento finale dell’impianto le tubazioni devono essere flussate scollegando temporaneamente
tutte le apparecchiature. Il flussaggio è effettuato facendo scorrere acqua nei singoli rami di rete aprendo in
successione i vari organi di intercettazione. Il flussaggio deve essere interrotto solo quando l’acqua in uscita
non si presenta limpida ed esente da particelle solide.
4.1.2.1.2.2 Giunzioni
Le giunzioni fra le tubazioni in acciaio zincato devono essere eseguite a mezzo di filettature gas ISO-G 7/1
con tenuta realizzata con canapa e pasta, oppure con teflon oppure con nastro multifilo a seconda degli
utilizzi.
4.1.2.1.2.3 Raccordi
I raccordi per i tubi di acciaio zincati saranno di ghisa malleabile a cuore bianco UNI 5192- 86 filettati secondo
UNI-ISO 7/1.
4.1.2.1.2.4 Staffaggi
Le tubazioni non correnti sottotraccia devono essere sostenute da apposito staffaggio adatto a sopportarne il
peso proprio, del fluido trasportato e dell’isolamento termico, a consentirne il bloccaggio e permetterne la
libera dilatazione. Lo staffaggio può essere eseguito sia mediante struttura continua per il sostegno di più
tubazioni oppure tramite collari o pendinature per tubazioni singole.
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Tutti gli staffaggi devono essere del tipo con finitura mediante zincatura a bagno caldo. Nel caso le tubazioni
siano sottoposte a dilatazioni lo staffaggio deve essere pensato in modo da consentirne il libero scorrimento
mediante rulli, slitte in teflon o quant’altro necessario ad evitare deformazioni permanenti nelle tubazioni. Nel
caso di tubazioni isolate non è consentita l’interruzione dell’isolamento in corrispondenza dell’isolamento
termico, inoltre l’isolamento termico non deve essere danneggiato da eventuali movimenti di dilatazione.
Gli interassi massimi fra i supporti devono rispettare quanto indicato nella prospetto che segue.
DIAMETRO NOMINALE
DISTANZA ORIZZONTALE DISTANZA VERTICALE
(mm)
(mm)
(mm)
fino a DN32
2000
2500
fino a DN50
2500
3000
fino a DN100
3500
4500
fino a DN150
4000
5000
In presenza di curve il supporto deve essere posizionato a non più di 600mm dal cambiamento di direzione
possibilmente nella tratta più lunga.
Nei supporti deve essere prevista l’installazione di particolari protezioni a base di gomma o feltro per evitare
vibrazioni , trasmissioni di rumore e ponti termici.
L’Appaltatore deve sottoporre tutti i disegni costruttivi dettagliati indicanti la tipologia e la posizione degli
staffaggi che intende installare.
4.1.2.2 TUBAZIONI IN PEAD
Sono del tipo ad alta densità e aventi caratteristiche qualitative e dimensionali in base alle seguenti normative:

UNI EN12201:2004

UNI EN12201+UNI10953/EN ISO15494
per condotte di acqua di consumo in pressione
per condotte di acqua antincendio in pressione
Le tubazioni in PEAD per il convogliamento di acqua potabile devono rispondere alle prescrizioni igienico
sanitarie della Circolare Ministeriale n°102/3990 del 2 Dicembre 1978 del Ministero della Sanità.
4.1.2.2.1 Disposizioni di posa
Le tubazioni in PEAD qualunque fluido convoglino devono essere utilizzate esclusivamente per tratti interrati.
Le tubazioni devono essere posate su un letto di sabbia lavata di spessore minimo 100mm e ricoperte per altri
100mm di sabbia dello stesso tipo. A circa 300mm sopra la tubazione devono essere sistemati nastri di
segnalazione. L’interramento della tubazione misurato fra la generatrice superiore del tubo ed il livello del
terreno deve essere almeno pari a 600mm.
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4.1.2.2.2 Giunzioni
Per ogni tipologia di tubazione e per ogni diametro le giunzioni devono essere effettuate per elettrofusione di
testa o a mezzo di manicotti elettrici.
4.1.2.3 TUBAZIONI IN POLIETILENE MULTISTRATO
Per la realizzazione dei circuiti interni per riscaldamento in vista e/o sottotraccia devono essere utilizzati tubi in
PE-xb reticolato multistrato mentre per i circuiti dell’acqua sanitaria devono essere utilizzati tubi in PE-xa
reticolato multistrato ad alta pressione. In entrambi i casi utilizzare raccordi in ottone con giunzioni da pressare
a freddo radialmente.
4.1.2.3.1 Staffaggi
Le tubazioni non correnti sottotraccia devono essere sostenute da apposito staffaggio adatto a sopportarne il
peso proprio, del fluido trasportato e dell’isolamento termico, a consentirne il bloccaggio e permetterne la
libera dilatazione. Lo staffaggio può essere eseguito sia mediante struttura continua per il sostegno di più
tubazioni oppure tramite collari o pendinature per tubazioni singole.
Tutti gli staffaggi devono essere del tipo con finitura mediante zincatura a bagno caldo. Nel caso le tubazioni
siano sottoposte a dilatazioni lo staffaggio deve essere pensato in modo da consentirne il libero scorrimento
mediante rulli, slitte in teflon o quant’altro necessario ad evitare deformazioni permanenti nelle tubazioni. Nel
caso di tubazioni isolate non è consentita l’interruzione dell’isolamento in corrispondenza dell’isolamento
termico, inoltre l’isolamento termico non deve essere danneggiato da eventuali movimenti di dilatazione.
I supporti devono essere in numero sufficiente e conforme alle normative vigenti e devono essere disposti in
modo da non permettere la diffusione di rumori e vibrazioni alla struttura di ancoraggio. Nei supporti è prevista
una protezione a base di gomma e feltro fra il tubo e il supporto.
4.1.2.4
TUBAZIONI IN POLIETILENE RETICOLATO PREISOLATE
Per la realizzazione dei circuiti di riscaldamento esterni all’edificio esterne all’edificio devono essere utilizzate
tubazione preisolate flessibili con tubo di servizio in polietilene reticolato, rivestito con barriera organica
(EVOH) contro la diffuzione dell' ossigeno, isolamento realizzato con strato flessibile di poliuretano espanso
schiumato. Campi di applicazione: temperatura massima 95°C, pressione massima: 6 bar. Mandata e ritorno
in un'unica tubazione.
4.1.2.4.1 Disposizioni di posa
Le tubazioni in polietilene reticolato preisolate qualunque fluido convoglino devono essere utilizzate
esclusivamente per tratti interrati.
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Le tubazioni devono essere posate su un letto di sabbia lavata di spessore minimo 100mm e ricoperte per altri
100mm di sabbia dello stesso tipo. A circa 300mm sopra la tubazione devono essere sistemati nastri di
segnalazione. L’interramento della tubazione misurato fra la generatrice superiore del tubo ed il livello del
terreno deve essere almeno pari a 600mm.
4.1.3
VALVOLAME ED AFFINI
4.1.3.1
DISPOSIZIONI GENERALI
Tutte le valvole, saracinesche, rubinetti e componenti vari devono essere adatti alle pressioni e temperature di
esercizio nonché alla natura del fluido convogliato.
Qualora il diametro nominale del valvolame sia espresso in millimetri, gli attacchi si intendono flangiati; con
diametro nominale espresso in pollici, gli attacchi si intendono filettati.
Tutto il materiale flangiato si intende completo di controflange, bulloni e guarnizioni.
4.1.3.2
VALVOLE A SFERA IN OTTONE FILETTATE
Sono del tipo a passaggio totale costituite da corpo in ottone OT58 sbiancato, sfera in ottone OT58 cromato,
leva in alluminio verniciato, ghiera e dadi in ottone, guarnizioni in teflon puro e attacchi filettati ISO-G 7/1. Nel
caso di impiego per reti gas, sull’asta va prevista la tenuta con anelli O-Ring in VITON.
4.1.3.3
VALVOLE A SFERA IN OTTONE FILETTATE CON RITEGNO INCORPORATA
Sono costituite da corpo e sfera in ottone UNI EN 12165 CW617N, tenuta sul ritegno in gomma nitrilica, molla
di ritegno in acciaio inossidabile e leva in alluminio verniciato, attacchi filettati ISO-G 7/1.
4.1.3.4
VALVOLE A SARACINESCA
Sono del tipo esenti da manutenzione con corpo e coperchio in ghisa sferoidale, asta in acciaio inox, cuneo
gommato in EPDM, verniciatura interna ed esterna con resine epossidiche, attacchi flangiati PN16.
4.1.3.5
VALVOLE DI RITEGNO
Sono del tipo con corpo in ottone, piattello e molla in acciaio inox.
4.1.3.6
SERVOCOMANDI PER VALVOLE CON CORSA DA 20MM
Sono dei servomotori elettroidraulici modulanti con manopola per il comando manuale per valvole con corsa
da 20 mm alimentato a 230/1/50, segnale di comando 3 punti, tempo di corsa 120s, grado di protezione IP54,
forza nominale 1000 N, temperatura del fluido -25÷+140°C, temperatura ambiente -15÷+50°C, ritorno a molla
8s.
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SERVOCOMANDI PER VALVOLE CON CORSA DA 5.5MM
Sono dei servomotori elettroidraulici modulanti con manopola per il comando manuale per valvole con corsa
da 5,5 mm alimentato a 230/1/50, segnale di comando 3 punti, tempo di corsa 150s, grado di protezione IP54,
forza nominale 400 N, temperatura del fluido 1÷+130°C, temperatura ambiente -5÷+50°C, ritorno a molla 8s.
4.1.3.8
VALVOLE MISCELATRICI CON ATTACCHI FILETTATI CORSA 20 MM
Sono del tipo a tre vie con corpo in ghisa grigia GG20 a sede e otturatore con corsa da 20mm con attacchi
flangiati DN25 PN10 avente un kvs=10.0 m³/h, trafilamento della via aperta 0÷0.02% del kvs, trafilamento del
by-pass 0.5÷2.0% del kvs, temperatura del fluido -25÷+120°C, caratteristica sulla via diretta equipercentuale e
sul by-pass lineare, pressione massima di esercizio 1000 kPa, stelo e otturatore in acciaio CrNi.
4.1.3.9
VALVOLE MISCELATRICI CON ATTACCHI FILETTATI CORSA 5.5 MM
Sono del tipo a tre vie con corpo in bronzo a sede e otturatore con corsa da 5,5 mm con attacchi filettati
avente un kvs=1.0 m³/h, trafilamento della via aperta 0÷0.02% del kvs, trafilamento del by-pass 0÷0,02% del
kvs, temperatura del fluido -1÷+120°C, caratteristica sulla via diretta equipercentuale e sul by-pass lineare,
pressione massima di esercizio 1600 kPa, stelo e otturatore in acciaio CrNi.
4.1.3.10
VALVOLE MISCELATRICI CON ATTACCHI FILETTATI CORSA 5.5 MM
Sono del tipo a rubinetto con portagomma e tappo. Pressione massima di esercizio: 10 bar, temperatura
massima di esercizio: 110 °C.
4.1.3.11
VALVOLE DI SICUREZZA
Sono valvole di sicurezza con corpo e coperchio in ottone P-Cu Zn40Pb2, manopole in nylon con fibre di
vetro, membrana e guarnizione in etilene propilene. Ogni valvola è corredata di curva orientabile, imbuto e
relativa tubazione di scarico.
4.1.3.12
VALVOLE A DUE VIE
Sono del tipo motorizzate, pressione massima d'esercizio: 10 bar, campo di temperatura: -5÷110°C, completa
di motore con comando a 3 contatti, con microinterruttore ausiliario, alimentazione: 230 V (ac), assorbimento:
8 VA, portata contatti micro ausiliario: 0,8 A (230 V), campo temperatura ambiente: 0÷55°C, grado di
protezione: IP 44 (asta di comando in verticale), IP 40 (asta di comando in orizzontale): Tempo di manovra: 10
s (rotazione 90°), lunghezza cavo di alimentazione: 100 cm.
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MISCELATORE PER ACQUA CALDA SANITARIA
Sono del tipo elettronico per acqua calda sanitaria con dispositivo antilegionella, composto da: valvola a tre
vie a sfera, servomotore elettrico reversibile completo di regolatore elettronico e sonda di temperatura con
sensore NTC 10 kΩ incorporata nella valvola. Alimentazione: 230/1/50, grado di protezione: IP55, banda
proporzionale: ±5...±20°C, campo di taratura: 30÷70 °C.
4.1.4
ISOLAMENTI TERMICI
4.1.4.1
TUBAZIONI E IMPIANTI AFFINI
4.1.4.1.1 Disposizioni generali
Devono essere coibentate tutte le tubazioni percorse da acqua calda, fredda e refrigerata, le valvole e i corpi
pompa convoglianti acqua fredda, i serbatoi, i collettori.
Salvo diversa prescrizione da concordarsi in accordo con la Direzione Lavori, tutti i materiali utilizzati per
l’isolamento termico sono del tipo di classe 1 di reazione al fuoco e devono essere in accordo con le
normative vigenti in particolare alla legge 9 Gennaio 1991 ed al relativo D.P.R. 26 Agosto 1993 n°412 ed in
accordo con le prescrizioni eventualmente previste dai VV.F.
L’Appaltatore deve fornire alla Direzione Lavori i certificati di prove di laboratorio attestanti la rispondenza alle
condizioni suddette.
L’isolamento delle tubazioni, dei serbatoi, dei collettori deve essere eseguito dopo il buon esito delle prove di
tenuta, dopo la verniciatura prescritta e su autorizzazione della Direzione Lavori.
4.1.4.1.2 Proprietà degli isolamenti
4.1.4.1.2.1

Temperatura d’impiego:
-40÷+105°C

Conduttività termica:
0.040 W/(m*K)

Reazione al fuoco:
classe 1 prove secondo UNI8457, UNI9174

Resistente alla diffusione del vapore:
>3000 (DIN52615)

Odore:
neutro

Colore:
nero

Temperatura d’impiego:
-100÷+105°C

Conduttività termica:
0.034 W/(m*K)

Reazione al fuoco:
classe 1 prove secondo UNI8457, UNI9174

Resistente alla diffusione del vapore:
>5000 (DIN52615)

Odore:
neutro

Colore:
nero
4.1.4.1.2.2
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4.1.4.1.3 Spessori di isolamento delle tubazioni convoglianti fluidi caldi
Gli spessori minimi dell'isolamento, per le tubazioni convoglianti fluidi caldi, devono essere quelli previsti nel
D.P.R. 26 Agosto 1993 n°412.
Qualora, negli altri elaborati di progetto, siano previsti spessori superiori rispetto a quelli minimi di legge,
dovranno essere adottati gli spessori maggiorati.
In ogni caso gli spessori sono relativi al solo materiale isolante.
4.1.4.1.4 Spessori di isolamento delle tubazioni convoglianti fluidi freddi
Salvo diversa prescrizione riportata negli elaborati di progetto o da concordarsi in accordo con la Direzione
Lavori gli spessori convoglianti acqua fredda sono quelli riportati di seguito:
INSTALLAZIONE
SPESSORE
(mm)
ACQUA FREDDA SANITARIA
ANTINCENDIO
ESTERNA
32
INTERNA
9
ESTERNA
19
INTERNA
19
Gli spessori su indicati sono relativi al solo strato isolante esclusa la protezione superficiale dello stesso.
4.1.4.1.5 Disposizioni di posa
Il materiale isolante deve essere messo in opera, dove possibile, per infilaggio sui tubi, nel caso in cui questo
non sia possibile la posa in opera deve essere effettuata tagliando longitudinalmente le guaina, applicandole
sulle tubazioni e saldando infine i bordi. Per assicurare la continuità della coibentazione, nonché della barriera
al vapore intrinseca nell’isolamento, in corrispondenza delle giunzioni deve essere utilizzato apposito collante
da acquistarsi dallo stesso fornitore dell’isolante stesso. Le modalità di esecuzione devono rispettare le
indicazioni fornite dal fabbricante.
Salvo diversa prescrizione riportata negli elaborati di progetto o da concordarsi in accordo con la Direzione
Lavori le valvole e le elettropompe delle reti di acqua refrigerata devono essere isolate con spessore
dell’isolamento pari a quello dei tubi che sono ad esse collegate. Il rivestimento isolante in ogni caso deve
essere effettuato curandone nel contempo l’aspetto estetico oltre la buona norma di installazione. In
corrispondenza degli staffaggi l’isolamento termico non deve subire interruzioni di alcun tipo. Le porzioni di
staffaggio a contatto delle tubazioni devono essere dotate di opportuni materiali (guaine polietileniche,
sughero, poliuretano) isolanti atti ad evitare eventuali ponti termici o condensazioni superficiali.
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4.1.4.1.6 Finiture superficiali
Le tubazioni correnti a vista all’esterno e nel “locale scambiatore” devono essere rivestite con finitura
superficiale in PVC, così come le apparecchiature risultanti isolate nelle stesse condizioni. La lamina in PVC
deve essere sagomata in maniera adeguata alle superfici da proteggere. Per le apparecchiature soggette ad
ispezione come valvole, elettropompe, filtri ecc. si deve ricorrere per la protezione superficiale dell’isolamento
termico a scatole facilmente smontabili.
4.1.5
APPARECCHIATURE VARIE
4.1.5.1
VASI DI ESPANSIONE CHIUSI PRECARICATI
Devono essere del tipo in lamiera di acciaio saldata e verniciata con membrana in gomma fissa o
intercambiabile con spessore e tecnologia costruttiva adeguati alla pressione massima finale dell’impianto. La
membrana deve essere a perfetta tenuta di gas e resistere alle temperature di esercizio con garanzia di
funzionamento nell’intervallo -10°C÷+100°C. La precarica deve essere effettuata con azoto. I vasi di
espansione devono essere preferibilmente installati a monte delle pompe di circolazione. Per capacità inferiori
a 25 litri devono essere corredati da certificato di collaudo di officina, per capacità superiori devono essere
conformi al D.L. 25 Febbraio 2000 n°93 e riportare chiaramente impresso il marchio CE.
Nel caso di vasi di espansione utilizzati per acqua calda sanitaria la membrana in gomma deve essere del tipo
atossico per alimenti.
4.1.5.2
TERMOMETRI
Sono del tipo a quadrante circolare con scatola cromata del diametro minimo di 80mm a dilatazione di metallo
con guaina in acciaio inox con scala graduata con precisione di 1°C scala 0÷80°C e 0÷120°C, attacco radiale.
4.1.5.3
MANOMETRI
Sono del tipo a quadrante circolare con scatola cromata del diametro minimo di 80mm a tubo di Bourdon con
scala graduata 0÷6 bar, attacco radiale. Tutti i manometri devono essere del tipo con riempimento della cassa
in glicerina al 99%.
4.1.5.4
SONDE DI TEMPERATURA PER TUBAZIONI
Devono essere del tipo ad immersione con elemento sensibile LS-Ni1000 con campo di impiego -30÷+130°C,
asta lunga 100mm, attacco filettato G1/2”.
4.1.5.5
SONDE ESTERNA
Devono essere del tipo passive con elemento sensibile LG-Ni 1000, campo di misura -50÷70°C, k di tempo 14
min, grado di protezione: IP54.
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DISAREATORI AUTOMATICI
Devono essere del tipo a galleggiante da 1/2" con corpo e coperchio in ottone, galleggiante e leverismi in
materiale sinetico montato su ago in acciaio inossidabile, otturatore in VITON e O-Ring di tenuta in EPDM.
Ogni valvola deve essere corredata di rubinetto di intercettazione automatico con filetto di tenuta in PTFE.
4.1.5.7
DISCONNETTORI
Devono essere del tipo a zone di pressione ridotta controllabile, tipo BA, corpo in bronzo, PN10, attacchi
maschio a bocchettone, temperatura massima di esercizio: 65°C, pressione differenziale di intervento: 14 kPa.
4.1.5.8
BULLONERIE
La classe di resistenza delle viti dovrà essere 8.8 secondo UNI 3740, mentre i dadi 6S, le rosette dovranno
essere quelle indicate nelle UNI 6592. Tutti questi elementi dovranno essere del tipo zincati per quelli non
soggetti agli agenti atmosferici e in acciaio inox per quelli installati in ambiente esterno.
4.1.6
ELETTROPOMPE
4.1.6.1
TIPO A ROTORE BAGNATO
Specifiche caratteristiche:

Corpo
Ghisa grigia EN-JL1020

Albero
Acciaio inox

Girante
Acciaio inox

Cuscinetto esterno
Ceramica – Al2O3

Cuscinetto interno
Ceramica – Al2O3

Anello di fermo
Acciaio inox

Anello di tenuta
Acciaio inox

Canotto separatore
Acciaio inox

Cuscinetto reggispinta
Carbonio MY 108

O-Ring
Gomma EPDM

Morsettiera
Materiale composito PA66

Cassa statore
Alluminio AlSi10Cu2

Avvolgimenti statore
Rame

Scudo isolante
Materiale composito PETP

Pressione nominale
PN10

Campi di temperatura
Indicati nel computo metrico

Classe di isolamento
H

Classe di protezione
IP44

Velocità
Variabile

Tenuta
Meccanica
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TIPO A MOTORE VENTILATO
Specifiche caratteristiche:

Corpo
Ghisa grigia GG25

Albero
Acciaio inox

Girante
Acciaio inox o ghisa GG25

O-Ring
Gomma EPDM

Morsettiera
Materiale composito PA66

Cassa statore
Alluminio AlSi10Cu2

Avvolgimenti statore
Rame

Scudo isolante
Materiale composito PETP

Giunto
Ghisa sferoidale GGG40 o met. sinterizzato

Pressione nominale
PN16

Campi di temperatura
Indicati nel computo metrico

Classe di isolamento
F

Classe di protezione
IP55

Velocità
Variabile

Tenuta
Meccanica

Esecuzione
Indicata nel computo metrico
4.1.7
COLLETTORI
4.1.7.1
COLLETTORE ORIZZONTALE DI DISTRIBUZIONE
Sono del tipo combinati con realizzazione in acciaio grezzo P235TR1 UNI EN10216-1 trafilato senza
saldatura SS con giunzioni saldate con fiamma ossiacetilenica e materiale d'apporto o con arco elettrico e
materiale d'apporto nella sezioni DN100 compresi attacchi flangiati e/o filettati, fondelli di chiusura e staffe di
sostegno. Realizzazione a disegno.
4.1.7.2
COLLETTORE VERTICALE DI EQUILIBRAMENTO
Sono del tipo in acciaio grezzo P235TR1 UNI EN 10216-1 trafilato senza saldatura SS con giunzioni saldate
con fiamma ossi-acetilenica e materiale d'apporto o con arco elettrico e materiale d'apporto nella sezione
DN100 realizzati a disegno come da elaborati grafici allegati, compresi attacchi flangiati e/o filettati, fondelli di
chiusura e staffa di sostegno.
4.1.7.3
COLLETTORE PER PANNELLI RADIANTI A PAVIMENTO
Sono del tipo premontato, con pressione massima d’esercizio: 10 bar, campo di temperatura: 5÷80°C,
interasse derivazioni: 50 mm.
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Composti da: collettore di mandata con flussometri e valvole di regolazione portata incorporate; collettore di
ritorno con valvole di intercettazione incorporate, predisposte per comando elettrotermico; gruppi di testa
completi di valvole a sfera multiposizione, valvola automatica di sfogo aria, portagomma di carico/scarico; kit
di by-pass differenziale completo di tubazione di collegamento; valvole di intercettazione a sfera; zanche per
staffaggio in cassetta o a muro.
4.1.7.4
COLLETTORE PER RADIATORI
Sono del tipo premontato composti da 1 collettore di ritorno completo di valvole di intercettazione predisposte
per comando elettrotermico; composti da 1 collettore di mandata completo di detentori di preregolazione
portata; 2 zanche; 2 riduzioni 1 1/4” M x 1” F; 2 gruppi di testa composti da raccordi a doppio attacco radiale e
tappi.
4.1.8
ACCESSORI COLLETTORI
4.1.8.1
ATTUATORE ELETTROTERMICO
Sono del tipo con manopola di apertura manuale ed indicazione della posizione, normalmente chiuso, con
microinterruttore ausiliario, alimentazione: 230 V, portata contattti micro ausiliario: 0.8 A, potenza assorbita a
regime: 3 W, corrente di spunto: ≤ 1A, campo di temperatura ambiente: 0÷50°C, grado di protezione: IP 40,
cavo alimentazione: 80 cm.
4.1.8.2
BIATTACCO
Sono del tipo in rame per il collegamento di due circuiti della stessa lunghezza nella stessa stanza, sede
Eurocono, completi di adattatori PEX 9.9x1.1 mm.
4.1.8.3
CASSETTA PER COLLETTORI
Sono del tipo in lamiera verniciato, installazione a muro o a pavimento, chiusura con blocchetto ad aggancio
rapido, profondità regolabile da 110 a 140mm.
4.1.9
PANNELLI RADIANTI A PAVIMENTO
Sono del tipo per funzionamento ad acqua calda a bassa temperatura e realizzato con circuiti senza giunzioni
sotto pavimento, composto dai seguenti componenti: doppio pannello isolante in polistirene espanso estruso
da 60mm di spessore cad. con le seguenti caratteristiche: densità 35 kg/m³, conducibilità: 0.040 W/mK, foglio
di polietilene con funzione anticondensa, pannello preformato in polistirolo compresso, spessore 12 mm, con
fori di adeguata dimensione per l’annegamento del massetto autolivellante; la superficie inferiore è
autoadesiva; tubazione diametro 9,9x1,1 mm Pex-a polietilene reticolato secondo il metodo Engel,
rispondente alle norme UNI 16892/93 dotato di barriera antidiffusione dell’ossigeno come da normativa DIN
4726, suddiviso in circuiti di adeguata lunghezza; bordo perimetrale in polietilene espanso a cellule chiuse con
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aletta in polietilene. Sono escluse la formazione del massetto e del pavimento. Non sono ammessi tubi in
polietilene reticolati con procedimento diverso dal brevetto Engel.
Nel caso in cui il massetto fosse realizzato in modo tradizionale con sabbia e cemento l’Appaltatore dovrà
comprendere nella propria fornitura apposito prodotto addittivante fluidificante.
4.1.10
RADIATORI
Sono del tipo in acciaio a colonnine verticali verniciato con polveri epossidiche di colore bianco RAL9010
completo di tappi e riduzioni verniciate di colore bianco RAL9010, guarnizioni siliconiche di tenuta di colore
bianco, deviatore di flusso, mensole di sostegno in acciaio verniciate di colore bianco RAL9010 e rosette di
colore bianco. Fornito in batteria preassemblata compresi i nipples di montaggio.
4.1.11
ACCESSORI RADIATORI
4.1.11.1
VALVOLA TERMOSTATIZZABILE
Sono del tipo con corpo in ottone stampato cromato, otturatore con doppia tenuta sull'asta di comando con ORing in EPDM, volantino per comando manuale in ABS di colore bianco RAL9010, asta di comando in acciaio
inox ad angolo attacco multistrato da 1/2" completa di raccordo adattatore del tipo monoblocco cromato con
tenuta mediante O-Ring.
4.1.11.2
DETENTORE DI REGOLAZIONE
Sono del tipo diritto o ad angolo attacco ferro o rame con struttura in ottone P-OT58 UNI5705-65 stampato a
caldo, guarnizioni O.R. ed otturatore in elastomero etilene-propilene ‘Joinfranite’ EP851 e tappo di copertura
in ABS antiurto tipo.
4.1.11.3
VALVOLA DI SFIATO
Sono del tipo con corpo in ottone nichelato, volantino atermico bianco in POM, temperatura massima di
esercizio 90°C, pressione massima di esercizio 10 bar, attacco filettato M, tenuta morbida in EPDM, filetto con
tenuta in EPDM.
4.1.12
APPARECCHIATURE ANTINCENDIO
4.1.12.1
NASPI A PARETE CON ATTACCO DN25
Devono essere da incasso manualmente orientabile, completo di manichetta semirigida bianca DN25 EN694;
lancia a leva multieffetto; valvola intercettazione a sfera da 1”; bobina pivotante; cassa metallica in acciaio
verniciato in poliestere rosso RAL3000, lastra FIRE GLASS.
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SEGNALETICA DI SICUREZZA ANTINCENDIO
Deve essere conforme al Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n°81 concernente le prescrizioni minime per la
segnaletica di sicurezza.
4.1.12.3
ESTINTORI
Devono essere a polvere con capacità estinguente 55°233BC da 6 kg completi di supporto.
4.1.13
APPARECCHI SANITARI, RUBINETTERIE E ACCESSORI
4.1.13.1
DISPOSIZIONI COMUNI
Tutti gli apparecchi sanitari devono essere in vitreous-china di colore bianco esclusivamente di prima scelta,
privi di difetti di cottura, cavillature, asimmetrie od altro.
4.1.13.2
LAVABI
Devono essere lavabi in vitreous-china di colore bianco a smaltatura totale completi di colonna, miscelatore
elettronico con comando ad infrarossi cromato, piletta di scarico automatica cromata con tappo saltarello,
sifone di scarico ad S cromato da 1.1/4", canotto da 1.1/4" e rosone cromati, curvette di connessione cromate,
tasselli di fissaggio ad espansione e siliconatura finale con silicone antimuffa.
4.1.13.3
VASI
Devono essere vasi del tipo a cacciata con scarico a parete in vitreous-china di colore bianco completi di
cassetta di scarico ad incasso da 9 litri con tubo di risciacquamento in PE, coppelle in polistirolo espanso,
rubinetto di arresto, rete porta intonaco e dispositivo di risciacquamento a due quantità (6/9 litri) con placca di
copertura con doppio tasto di comando, sedile con coperchio del tipo in termoindurente di colore bianco con
cerniere cromate e stuccatura finale di colore bianco.
4.1.13.4
DOCCE
Devono essere docce del tipo complete di piatto in extra clay di colore bianco da 80x80cm, piletta sifoide di
scarico in PE con parte esterna cromata, miscelatore manuale monocomando con parte esterna cromata
completo di corpo incasso, soffione fisso in ottone cromato, antivandalo, anticalcare, anti-impiccagione con
griglia orientabile su due posizioni 17° o 25°, installazione dietro parete per pareti da 20 a 30 cm
4.1.13.5
LAVABO DIVERSAMENTE ABILI
Devono essere in vitreous-china di colore bianco per handicap con appoggiagomiti completi di tasselli di
fissaggio ad espansione, miscelatore cromato elettronico a batteria a 6V, comando ad infrarossi, leva di
miscelazione, limitatore di portata a 6 l/min, flessibili con filtro e valvola di non ritorno, piletta di scarico
cromata senza tappo saltarello con tappo in gomma, sifone flessibile. Compresa siliconatura finale con
silicone trasparente antimuffa.
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WC DIVERSAMENTE ABILI
Devono essere del tipo combinato per handicap in esecuzione monoblocco per installazione a pavimento in
vitreous-china di colore bianco con catino allungato e apertura frontale completi di comando pneumatico da
incasso, mix termostatico con gancio, doccetta e flessibile e sedile.
4.1.13.7
CORRIMANO
Devono essere in acciaio inox laccato AISI 304 Øe30mm. Compresi tasselli di fissaggio ad espansione.
4.1.13.8
BARRA DI SOSTEGNO
Devono essere del tipo ribaltabile costruita in acciaio inox laccato AISI 304 Øe30mm e porta carta igienica .
Compresi tasselli di fissaggio ad espansione.
4.1.13.9
SPECCHIO BASCULANTE
Devono essere del tipo con superficie riflettente antinfortunistica formato 60x60cm.
4.1.14
PREDISPOSIZIONI
4.1.14.1
BOLLITORE
Deve essere del tipo a doppia serpentina per la produzione di acqua calda sanitaria in abbinamento a
impianto solare. Costruzione in acciaio resistente alla corrosione con smaltatura e anodo di magnesio
protettivo. Deve essere dotato di flangia anteriore DN110 e di attacco da 1.1/2” per un’ eventuale resistenza
elettrica. Completo di isolamento termico avvolgente in schiuma rigida, rivestimento esterno in lamiera di
acciaio argento. Caratteristiche:
4.1.14.2
-
Temperatura di mandata lato riscaldamento: 160 °C
-
Temperatura di riscaldamento lato circuito solare: 160°C
-
Pressione massima di esercizio lato riscaldamento: 10 bar
-
Pressione massima di esercizio lato circuito solare: 10 bar
-
Pressione massima di esercizio lato solare: 10 bar
-
Capacità: 300 l
COLLETTORE SOLARE
Deve essere del tipo a tubi sottovuoto con superfici di assorbimento insensibili alla sporcizia, con rivestimento
in Sol- Titan, integrate nei tubi sottovuoto, condensatori completamente avvolti, tubi ruotabili, collegamento a
secco, isolamento termico del rivestimento esterno del collettore, raccordo integrato per la costruzione
modulare di batterie di collettori fino a 6 m2, colore marrone. Dati tecnici
Superficie lorda: 2,88 m²
Superficie di assorbimento: 2,00 m²
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Contenuto di liquido: 1,13 l
Grado di rendimento ottico: 76,6 %
Coeff. disp. term.k1(W/mqK): 1,42
Coeff. disp. term.k2(W/m²K²): 0,005
Pressione max. d'esercizio: 6 bar
Temp. max. di inattività: 270 °C
4.1.14.3
GRUPPO POMPA SOLARE
Deve essere del tipo compatta con elettropompa per circuiti solari completa di n°2 termometri, n°2 rubinetti a
sfera con valvole di ritegno, manometro, valvola di sicurezza (6 bar), e isolamento termico.
4.1.14.4
REGOLATORE PER IMPIANTI SOLARI
Deve essere del tipo a temperatura differenziale fino a quattro utenze. Per impianti con produzione bivalente
di acqua calda sanitaria. Con indicatore digitale della temperatura, bilanciamento dellapotenza, e sistema
diagnosi. Per montaggio a parete. Sensore temperatura bollitore e sensore temperatura collettore compresi
nella fornitura.
4.1.15
VERNICIATURE E IDENTIFICAZIONI
Tutti i supporti, i profilati e le tubazioni in acciaio nero devono essere protetti, dopo spazzolatura, con due
mani di vernice.
Nel caso di installazione in aree protette agli agenti atmosferici la vernice deve essere del tipo antiruggine a
base di minio di olio fenolico. Le due mani di vernice devono essere di colore diverso.
Nel caso di installazione in aree esposte agli agenti atmosferici e dove non sia previsto qualsiasi tipo di
protezione superficiale, la prima mano di vernice deve essere di tipo antiruggine su base di minio di olio
fenolico; la seconda mano deve essere di tipo epossibituminoso.
Le canalizzazioni e le tubazioni in acciaio zincato nei tratti in vista e dove non ne sia previsto l'isolamento
devono essere protette con verniciatura a smalto previo idoneo trattamento aggrappante.
Le tubazioni in acciaio nero nei tratti in vista e dove non sia previsto l'isolamento, oltre alla protezione di cui ai
punti precedenti devono essere finite con verniciatura a smalto.
Qualora le verniciature e le protezioni di cui sopra siano state intaccate prima della consegna degli impianti
dovranno essere ritoccate o rifatte.
Ogni tubazione isolata o non deve riportare colori e/o etichette atti ad identificarne immediatamente il fluido
trasportato e il senso del flusso.
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TUBAZIONI CONVOGLIANTI ACQUA
Le tubazioni convoglianti acqua devono avere come colore base il verde foglia RAL6002, sono poi da
prevedere fasce di identificazione a seconda delle caratteristiche fisico-chimiche secondo il seguente
prospetto.
4.1.15.2
FLUIDO TRASPORTATO
N°FASCE/COLORE
RAL
RISCALDAMENTO
1/MARRONE
8007
ANTINCENDIO
3/ROSSO
3000
CALDA E FREDDA SANITARI
1/BLU
5015
TUBAZIONI IMPIANTI ANTINCENDIO
Le tubazioni convoglianti liquidi per antincendio devono avere come colore base il rosso RAL3000. Le
tubazioni convoglianti gas CO2 e Halon per antincendio devono avere come colore base il grigio chiaro
RAL7035.
4.1.15.3
TARGHETTE INDICATRICI
Tutte le apparecchiature, i circuiti e i relativi componenti singoli devono essere identificati con opportune
targhette in alluminio con scritte incise mediante pantografo nelle dimensioni di 80x35mm. Il fissaggio deve
avvenire mediante viti in acciaio inox su piastrina in acciaio di uguali dimensioni.
Non sono ammesse targhette adesive di qualsiasi genere.
4.1.16
POMPA DI CALORE PER PRODUZIONE ACQUA CALDA SANITARIA
Deve essere del tipo ad aria per produzione di sola acqua calda sanitaria con bollitore integrato con
smaltatura speciale di capacità 285 litri completo di anodo al magnesio. Versione per funzionamento ad aria
ricircolata. Resistenza elettrica incorporata con potenza da 1,5 kW. Portata aria fino a 250 m³/h. L'unità deve
garantire il riscaldamento dell'acqua sanitaria fino a 55°C con funzionamento in pompa di calore e fino a 65°C
tramite resistenza elettrica. Il termostato di sicurezza a riarmo manuale deve intervenire quando la
temperatura supera i 90°C . Flangia d'ispezione con guaina per la sonda bollitore inferiore. Il condensatore del
circuito pompa di calore deve essere posto ad immersione all'interno del bollitore. Il bollitore deve essere in
seguito isolato con schiuma poliuretanica. Deve essere dotato di attacco per eventuale pompa di ricircolo.
Limiti operativi aria ingresso evaporatore: da +2°C fino a 35°C. volume minimo del locale d'installazione > 20
m3.
Alimentazione : 1/N/PE 230 V/50 Hz
Potenza termica in pompa di calore 1,52 kW (A15°C/W45°C).
COP di 3,54 (A15°C/W45°C)
Grado di protezione : IP 32
Assorbimento elettrico (A15/W45): 0.43kW
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Assorbimento elettrico max. 0.63 kW
Assorbimento resistenza elettrica: 1,5 kW
Protezione a monte: 10 A
Refrigerante R134A, Carica 1 kg
Max. pressione condensazione: 19 bar
4.1.17
SISTEMI DI REGOLAZIONE DEGLI IMPIANTI MECCANICI
4.1.17.1
IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Nella centrale termica esistente a servizio delle scuole, vengono installate due nuove pompe di spillamento
dedicata per la nuova sala polivalente funzionanti in parallelo con un unico comando (P1 P2). La gestione di
queste pompe è demandata al regolatore REG1, l’alimentazione invece deve essere derivata dal quadro
esistente nella centrale termica. Il regolatore REG1 oltre a queste pompe gestisce tutto il sistema di
riscaldamento da installare nel locale tecnico al piano primo della sala polivalente. Il REG1 deve essere
installato nel quadro elettrico dedicato per questo locale, ma è comandabile a distanza mediante terminale
remoto da installare nel quadro già previsto al piano terra per evitare di dover andare nel locale tecnico per
regolare gli impianti.
Il REG1 gestisce anche i due circuiti miscelati del riscaldamento (pannelli radianti e radiatori) sia le pompe che
le valvole miscelatrici. La temperatura di mandata di entrambi i circuiti viene regolata in funzione della
temperatura esterna secondo due curve di regolazione. Le sonde sui ritorni servono a compensare la
temperatura di mandata in funzione del differenziale esistente tra mandata e ritorno (messa a regime). Oltre
agli impianti di riscaldamento il regolatore comanda anche la pompa di ricircolo dell’acqua calda sanitaria.
Il regolatore REG1 ha una serie di ingressi liberi per ricevere comandi dal sistema domotico (accensioni e
spegnimenti delle varie zone e della pompa di ricircolo dell’ acqua calda sanitaria che però devono sempre
passare dal regolatore REG1). I programmi di accensione e spegnimento sono definiti dal sistema domotico,
mentre la logica di definizione dei parametri di funzionamento è demandato alla regolazione dedicata. Il
sistema domotico deve essere dotato di webserver per la gestione a distanza dell’impianto. Deve quindi
essere disponibile una linea ADSL con IP fisso. Il controllo della temperatura ambiente è invece affidato
esclusivamente al sistema domotico. All’interno della sala polivalente è presente una sonda di temperatura
che comanda contemporaneamente le valvole di zona ON-OFF dei due collettori presenti. All’interno dell’atrio
e dei bagni sono presenti sonde di temperatura che comandano le teste elettrotermiche dei circuiti di
competenza presenti sul collettore di distribuzione. Anche i radiatori sono dotati di valvola elettrotermica sul
collettore e vanno comandati in parallelo al pannello radiante di competenza. Quando tutte le zone di un
determinato spillamento sono chiuse, si deve spegnere la relativa pompa di circolazione. Essendo tutte le
pompe a controllo elettronico di velocità l’alimentazione deve avvenire mediante interruttore magnetotermico
differenziale esclusivamente ELCB tipo B.
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4.2
SPECIFICHE DI ESECUZIONE
4.2.1
DISEGNI COSTRUTTIVI DI CANTIERE E DOCUMENTAZIONE INIZIALE
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La documentazione tecnica del progetto esecutivo illustra le caratteristiche degli impianti, le modalità
esecutive e i dati dimensionali e prestazionali dei vari componenti e delle varie attrezzature, non contiene
disegni di cantiere, costruttivi e di montaggio.
Tale documentazione deve essere prodotta dalla ditta Appaltante almeno 20 gg. prima dell’inizio dei lavori ed
essere sottoposta alla Direzione Lavori per approvazione. Si precisa che non potranno essere iniziati i lavori
sino a quando non saranno prodotti i disegni costruttivi di cui sopra. I disegni costruttivi dovranno riguardare
tutti gli impianti da realizzare e non saranno accettati come costruttivi i disegni del progetto esecutivo
semplicemente modificati nel cartiglio. I disegni costruttivi dovranno tenere in considerazione tutte le necessità
del cantiere non definibili nel progetto esecutivo.
L’Appaltatore con l’accettazione del presente Capitolato dichiara di essere in grado di elaborare i disegni di
cantiere in tutte le sue parti, senza bisogno di ulteriori indicazione e in conformità a quanto stabilito nel
progetto.
In ogni caso l’ubicazione delle apparecchiature, il passaggio di tubazioni e canalizzazioni e ogni altra scelta di
cantiere deve essere effettuata con l’approvazione della Direzione Lavori.
I disegni di cantiere devono illustrare perfettamente quanto si va a realizzare e devono essere integrati da
dettagli, cataloghi, specifiche tecniche e ogni altra documentazione atta a consentire alla Direzione Lavori
l’approvazione degli stessi.
L’approvazione da parte della Direzione Lavori dei disegni tecnici di costruzione e della documentazione delle
apparecchiature e dei materiali non esonera l’Appaltatore dalle proprie responsabilità riguardo possibili errori o
il non rispetto di normative e leggi vigenti. L’Appaltatore risulta esonerato da tali responsabilità solo e quando
ne dà comunicazione scritta alla Direzione Lavori.
Oltre ai disegni costruttivi di cantiere l’Appaltatore deve fornire tutti i disegni quotati per la realizzazione di
opere murarie relative ai propri impianti quali basamenti, cunicoli, scavi, forometrie, carichi statici e/o dinamici
nonché dati elettrici di funzionamento, modalità di montaggio e ancoraggio che siano necessari alle altre
imprese del cantiere.
L’Appaltatore deve riportare i disegni costruttivi e di dettaglio senza che sia a lui riconosciuta altro compenso
oltre a quello concordato in fase di appalto.
L’Appaltatore deve inoltre consegnare alla Direzione Lavori, prima dell’inizio dei lavori, una tabella definitiva
dei tempi previsti per la realizzazione dei lavori con l’indicazione delle fasi di costruzione degli impianti
(cronogramma di realizzazione) nonché il piano operativo della sicurezza ed il nominativo del proprio Direttore
di cantiere e del Responsabile di Cantiere che dovrà presenziare a tutte le fasi di realizzazione.
Si ribadisce che la ditta Appaltatrice rimane in qualsiasi caso responsabile sotto tutti gli aspetti civili e penali
per eventuali incidenti e contestazioni nel caso che il progetto e l’impianto non siano eseguiti a regola d’arte e
secondo le leggi e le normative vigenti.
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PRATICHE PRESSO ENTI
Sono a carico dell’Appaltatore:

4.2.3
La fornitura della documentazione su specificata alla Direzione Lavori nel numero di n°3 copie.
CAMPIONATURE
La Direzione Lavori può chiedere la campionatura della totalità dei materiali previsti per l’esecuzione degli
impianti. In generale devono essere rispettate le indicazioni di marchio date nelle specifiche tecniche e nel
computo metrico, in caso di alternativa, la ditta Appaltatrice deve farne comunicazione scritta ed avere
approvazione da parte della Direzione Lavori che ha il diritto insindacabile di giudicare l’esatta corrispondenza
alle caratteristiche progettuali e tecniche di specifica.
In ogni caso tutti i materiali costituenti gli impianti devono essere:

fabbricati da ditte di riconosciuta reputazione per prodotti di qualità superiore, di notevole durata con
minima manutenzione.

produzione e consegna sollecita.
Qualora la Direzione Lavori rifiuti dei materiali, ancorché messi in opera, perché essa, a suo insindacabile e
motivato giudizio, li ritenga di qualità, lavorazione o funzionamento, non adatti alla perfetta riuscita
dell’impianto e, quindi, non accettabili, la Ditta esecutrice, a sua cura e spese, deve sostituirli con altri che
soddisfino le condizioni suddette.
4.2.4
CONSEGNA DEI MATERIALI
I materiali necessari all’esecuzione degli impianti devono essere consegnati in cantiere negli imballi originali
con l’indicazione del marchio e del prodotto e secondo i tempi e le modalità concordate con la Direzione
Lavori.
4.2.5
DOCUMENTAZIONE FINALE
Al termine dei lavori di costruzione, durante la consegna provvisoria degli impianti e comunque prima del
rilascio del certificato di ultimazione dei lavori l’Appaltatore deve consegnare alla Direzione Lavori la
documentazione che segue.
4.2.5.1
INDICE GENERALE
L’indice della documentazione deve essere strutturato in modo da consentire un facile accesso alle
informazioni contenute nella documentazione stessa. Le informazioni devono essere in modo logico ed
organico. Inoltre deve essere realizzato in modo da consentire un agevole aggiornamento.
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Quantità:
4.2.5.2

n°5 copie su carta.

n°1 copia su supporto ottico formato PDF.
DISEGNI ‘AS BUILT’
Devono essere redatti i disegni definitivi finali degli impianti così come sono stati realmente eseguiti completi
di piante, sezioni, P&ID, tutti corredati di tutte le sigle di identificazione delle apparecchiature con le quote
necessarie a poter individuare in qualsiasi momento le reti degli impianti stessi.
Quantità:
4.2.5.3

n°5 copie su carta.

n°1 copia su supporto ottico formato Autodesk AUTOCAD R.2012®.
MANUALI DI USO E MANUTENZIONE
Devono essere forniti:

Copie dei bollettini, cataloghi e istruzioni dei fabbricanti di ogni componente ed apparecchiatura
constituente gli impianti. Ciascun bollettino deve essere preceduto da una scheda indicante il tipo di
apparecchiatura e la sigla di riferimento, il riferimento alla relativa specifica di capitolato, eventuali
approvazioni, elenco delle caratteristiche tecniche di funzionamento.

Programma delle operazioni di manutenzione per ogni apparecchiatura.

Elenco delle parti di ricambio essenziali.

Elenco dei materiali di consumo occorrenti.

Elenco degli indirizzi dei vari centri assistenza di zona di tutte le varie apparecchiature.
Quantità:

4.2.5.4
n°5 copie su carta di cui una originale.
SCHEMISTICA
In ogni centrale e sottocentrale devono essere forniti ed installati appositi pannelli con gli schemi delle
apparecchiature e degli impianti.
4.2.6
SICUREZZA IN CANTIERE
Tutti coloro che a qualsiasi titolo o livello operano nel cantiere, sono tenuti ad osservare scrupolosamente le
leggi vigenti in materia antinfortunistica.
L'Appaltatore, che è direttamente responsabile della sicurezza in cantiere, deve prevedere tutte le misure di
sicurezza, disporre ed esigere che i singoli lavoratori osservino le norme di sicurezza, usino i mezzi di
protezione messi a loro disposizione nonché le opere provvisionali ai fini della sicurezza realizzate per
l'esecuzione del lavoro.
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ARCH. GHISOLFI
122/2012
IMPIANTI MECCANICI
CAPITOLATO TECNICO D’APPALTO
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38
10/07/2013
L'Appaltatore ha inoltre l'obbligo dell'osservanza di tutte le leggi vigenti in Italia e di quelle che venissero
emanate in materia di sicurezza del lavoro, antinfortunistica, nonché delle particolari Norme di Sicurezza qui
contenute ed altre eventuali che venissero emanate dalla Direzione Lavori nel corso dei lavori.
L'Appaltatore deve far conoscere ai lavoratori i rischi specifici cui sono esposti e portare a loro conoscenza le
norme essenziali di prevenzione mediante affissione negli ambienti di lavoro di estratti delle norme di Igiene e
Sicurezza nei luoghi di lavoro.
Le norme alle quali l'Appaltatore deve attenersi sono contenute nella documentazione, redatta sulla base del
Decreto legislativo 9 aprile 2008 n.81 e s.m.i., che verrà consegnata in sede di Contratto.
4.2.7
VERIFICHE E PROVE PRELIMINARI
Su richiesta insindacabile della Direzione Lavori o della Committente, possono essere richiesti particolari
collaudi sia di macchinari che di materiali da effettuarsi presso le officine del Costruttore o del Fornitore.
Le verifiche e le prove devono essere certificate sempre da appositi verbali, redatti e firmati dal responsabile
tecnico o da professionista esperto.
L’Appaltatore non può rifiutarsi di effettuare le prove, né rivendicare particolari compensi aggiuntivi. In ogni
caso la Direzione Lavori ha il diritto di ripetere, a sua discrezione, le prove senza eccezioni da parte
dell’Appaltatore.
La Direzione Lavori ha il diritto di esigere il rifacimento o la correzione dei lavori non eseguiti a regola d’arte o
non conformi alle prescrizioni, e ciò a spese della ditta Appaltatrice. Se ciò non viene eseguito entro il termine
pattuito, la Committente vi provvederà direttamente, addebitando le spese alla ditta Appaltatrice.
4.2.8
START UP, PROVE DI FUNZIONAMENTO E COLLAUDI
4.2.8.1
DISPOSIZIONI GENERALI
Prima dei collaudi finali la ditta Appaltatrice deve provvedere a tutte le operazione di taratura, messa a punto
degli impianti e prove di funzionamento.
Una volta terminate tali prove la Direzione Lavori in contraddittorio con la Direzione Lavori procede
all’esecuzione delle verifiche e delle prove finali atte ad accertare la corrispondenza delle opere eseguite a
tutte le condizioni di progetto e di contratto.
Solo in caso di completa corrispondenza la Direzione Lavori provvede a rialsciare il certificato di ultimazione
lavori.
Il collaudo definitivo degli impianti avverrà dopo la data di ultimazione dei lavori, in particolare:

per l’impianto di riscaldamento entro la prima stagione invernale seguente in un periodo da fissarsi fra
il 15 Dicembre ed il 31 Gennaio.

per l’impianto di raffrescamento entro la prima stagione estiva seguente in un periodo da fissarsi fra il
1° Luglio ed il 15 Agosto.
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per gli impianti idrico sanitari, antincendio e di scarico entro quattro mesi dalla data di ultimazione dei
lavori.
A conferma delle prove di pre-collaudo effettuate l’Appaltatore dovrà consegnare alla Direzione Lavori ed al
Collaudatore verbali firmati relativi a tutte le operazioni eseguite. Per quanto riguarda le prove a pressione dei
vari circuiti idraulici queste dovranno essere eseguite con manometri registratori i cui dischi con l’andamento
delle pressioni dovranno essere consegnati al collaudo. In linea generale le prove devono essere eseguite a
1.5volte la pressione nominale di utilizzo per un tempo non inferiore alle 8 ore. Gli impianti di adduzione del
gas metano devono invece essere collaudati secondo quanto previsto nelle UNI-CIG7129:2008.
4.2.8.2
IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE
Riguardano:

temperature

portata d’aria (di immissione, estrazione, aria esterna)

livelli sonori

regolazioni automatiche

funzionamento e caratteristiche elettropompe

diametri delle tubazioni e relativi staffaggi

prova delle apparecchiature ausiliarie

prova idrostatica di tutte le tubazioni ad una pressione di 1.5 volte maggiore di quella prevista di
funzionamento ed in ogni caso mai inferiore a 500 kPa per una durata di 24 ore.
Per la verifica ed il collaudo degli impianti i riscaldamento si deve fare riferimento alle UNI 5364 “Impianti di
riscaldamento ad acqua calda. Regola per la presentazione dell’offerta ed il collaudo”.
4.2.9
RIPRISTINO CAMPARTIMENTAZIONI REI
Tutte le interruzioni delle compartimentazioni antincendio REI devono essere ripristinate mediante prodotti
certificati e omologati.
4.2.10
GARANZIA DEGLI IMPIANTI
La ditta Appaltatrice ha l’obbligo di garantire tutti gli impianti, sia per il montaggio, che per il regolare
funzionamento, per la durata di anni 2 (due) dalla data del verbale di ultimazione lavori.
Qualora i collaudi non siano stati ancora ultimati, la garanzia dovrà essere mantenuta fino alla data dell’ultimo
collaudo positivo.
Pertanto, fino al termine di tale periodo, la ditta Appaltatrice dovrà riparare tempestivamente, a sue spese, tutti
i guasti e le imperfezioni che si verificassero per difetto di montaggio o di funzionamento, escluse soltanto le
riparazioni dei danni causati da imperizia o negligenza del personale che ne faccia uso, o da normale usura.
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Qualora, dopo la scadenza del periodo i garanzia e fino a 10 anni dall’ultimazione dei lavori, si manifestassero
guasti o anomalie di funzionamento dovuti a vizi occulti dell’opera l’Appaltatore deve provvedere a riparare gli
stessi in maniera tempestiva e a proprie cure e spese.
Con la firma del contratto l’Appaltatore riconosce a proprio carico anche le spese derivanti da danni diretti ed
indiretti dovuti a guasti o anomalie funzionali fino alla fine del periodo di garanzia di 1 anno e di 10 anni per i
vizi occulti.
Per quanto non esplicitamente indicato in tale Capitolato si deve fare riferimento alle disposizioni del Codice
Civile.