Leggende Aicurziesi - Episodio 2
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Leggende Aicurziesi - Episodio 2
leggende Aicurziesi leggende Aicurziesi CURZIUS ”IL PACIFICATORE” Le dita battevano ritmicamente con n e r vo s i s m o s u l l a robusta palizzata del castrum, lo sguardo volava sui boschi di quella 1 splendida valletta, dove i raggi radenti del sole increspavano di oro e carminio le cime degli alberi e poi su, su sino ad incrociare la linea 2 seghettata del mons Sectuma per poi scendere rapidamente 3 verso il mons Taegia, il primo avamposto per individuare il pericolo. Il cammino di ronda del lato nord era molto ben difeso con le due torri più alte di 4 tutto il castrum e munite di macchine da guerra per contrastare a distanza le folate 5 improvvise dei Celti Orobii. Quello era il luogo dell’anima, dove Curzius, il comandante, si ritirava in solitudine al tramonto per meditare…mentre le truppe della coorte erano affaccendate a preparare il castrum per la notte sotto la vigile attenzione dei centurioni e dei tribuni. Impressione pittorica del castrum Curzium nel 99 a.C. e in sospensione la planimetria del centro di Aicurzio corrispondente. Curzius il pacificatore Agli inizi del 1° secolo avanti Cristo il castrum Curzium era il più importante avamposto fortificato eretto oltre la linea naturale della "Valle" per difendere Vicus Mercati, prevenendo le incursioni degli Orobii, nuovamente inorgogliti dopo le effimere vittorie ottenute dai Cimbri nel 105 a.C. …. rivoltosi che sfuggivano al controllo e si in Numidia; ad Aquae Sextiae (quando 7 accanivano contro quell’avamposto, senza sconfissero i Teutoni ) dove comandava un avanzare però, in ulteriori scorrerie, nei piccoli manipolo, e ai Campi Raudi (nella grandiosa 8 villaggi romanizzati oltre il limes costituito "Perché mai è toccato a me il comando di vittoria contro i Cimbri) dove divenne già dalle " valle" . questo luogo sperduto" meditava Curzius nei momenti di sconforto " da oltre un secolo noi 9 comandante di coorte. romani siamo affrancati in questo territorio, Mario gli aveva dato il giusto riconoscimento, Da qualche settimana la presenza dei celti Orobii si era fatta molto insistente, in un paio non vi è necessità di contrastare una torma di non solo per le doti di disciplina che sapeva di circostanze si lanciarono fin sotto l’agger 10 celti bellicosi ma ingenui, limitandosi al imporre e le capacità di scaltrezza militare scavalcando il vallo esterno; l’ultima settimana contrasto passivo"; ma subito la ragione e il dimostrate nelle strategie di combattimento, ma erano 4000 e riuscirono a bruciare la porta pragmatismo romano riprendevano il giusto anche per la caparbia volontà nell’indagare sui 11 Pretoria con una azione molto ben peso: gli ordini non arrivavano dal comando di costumi e sulle pratiche religiose dei nemici; congegnata tenendo in ostaggio tutta la milizia 6 legione di Mediolanum ma direttamente da questa dote diventava estremamente sotto un incessante tiro di frecce e pietre "da Roma! Era Mario in persona che lo aveva importante nella pacificazione dei territori e per oscurare il cielo"; solo l’intervento della voluto in quel luogo. favorire l’assimilazione nel mondo Romano. 12 cavalleria, lanciata verso la porta sud a guadare 13 Quanto sconforto però non poter applicare il rivo ragius e prendendo di sorpresa alle Il senatore Mario, il più grande e valoroso questa dote proprio in quel luogo. generale del suo tempo con il quale Curzius spalle i celti, mise fine all’episodio più condivise tante battaglie. La bassa regione orobica era più che mai pericoloso e drammatico. Ma quella sera stava 14 pacificata ma, per ironia degli Dei era soggetta succedendo qualcosa di più inquietante, i Curzius affiancò Mario (ed era appena capo al dilagare di gruppi sempre più numerosi di fuochi nei boschi stavano diventando centinaia centuria) nella poderosa vittoria su Giugurta e la foresta sembrava ardere e risuonava di strani suoni, mai si erano comportati in quel modo gli Orobii. magica per le popolazioni celte, lo spirito della all’insù a osservare la scena. “E’ un brutto presagio" prosegue Curzius natura si rinnovava in misura ancora maggiore "devono essere a migliaia nella foresta e le in quel luogo speciale e in quell’anno perché “Sono ancora più numerosi i fuochi nella acconciature sembrano presagire cattivi all’alba sarebbe avvenuto il sacro rinnovamento foresta questa sera", irrompe cavernosa la auspici, non resisteranno più di tre giorni i miei 26 delle forze vitali e contemporaneamente il voce dell’etrusco. Curzius si scuote come 700 uomini"; "è proprio per questo motivo passaggio nello zodiaco dei pesci, foriero di una 27 ridestato da una situazione atemporale e che ti ho raggiunto" chiarisce Arrunte "ti nuova era, e se i celti orobii non potevano stizzito, per esssere stato incautamente volevo informare dell’ultima divinazione che rinnovare lo spirito della madre terra…. si sorpreso risponde: "salutatio a te Arrunte! Voi ho presieduto con i tribuni, il fegato di capra sarebbero immolati per la loro causa. aruspici siete come i corvi, arrivate sempre 15 ha dato il responso…"; E Curzius con voce Lo sguardo di Curzius fissò a lungo la grande tenda bianca posta al centro del castrum,ora non invitati". possente: "ebbene aruspice, parla!". sapeva cosa doveva fare, Arrunte lo "I corvi sono forieri di copiose benedizioni Arrunte assunse un tono ieratico: "la osservava con un fare sornione, sembrava Curzius, non dimenticare la visione di Romolo situazione è molto incerta, gli eventi possono prevenirne le mosse. "Seguitemi!" ordinò nella fondazione di Roma, è storia patria!" precipitare o completamente cambiare ma il Curzius e si precipitò giù dalla scaletta con risponde ironico Arrunte. destino è tutto nelle tue mani. Il tuo, il mio, il Valerius e Arrunte, diede ordine ai destino di tutta la coorte e di quelle migliaia di capi centuria di preparare una "Etrusco conosco bene la storia: ti ricordo che il nome della mia famiglia ha origini che si celti là fuori dipende solo da te! Di più non drappello di uomini e 20 c av a l i e r i p e r u n u s o perdono negli albori della civiltà essendo tra posso dirti". gli institutori dei Comitia Curiata, le più Uno scalpitio di zoccoli sul ponte che cerimoniale, fece ripulire il antiche assemblee del popolo Romano! Da lì 17 superava la palude distolse l’attenzione, la 28 cardo e il decumano da tutto deriva il mio nome!". porta Decumana era già stata aperta e un ciò che lo ingombrava e 18 gruppo di cavalieri romani si stava bardare il castrum con le Arrunte dal viso segaligno lo squadrò torvo insegne per le feste precipitando all’interno del castrum: rispondendo "Romano! non dimenticare: i repubblicane. Terminati i 16 miei avi sono stati Lucumoni, tra i più rispettati "Salute comandante Curzius sono Valerius preparativi diede l’ordine della confederatio Etrusca e gli Arrunte Marziale, il prefetto di Mediolanum mi ha dato di far squillare le trombe discendono tutti dal sacro Re Porsenna!” ordine di raggiungerti, ho dislocato una coorte e aprire la porta 19 a Vicus Mercati e una squadra di cavalleria a Per qualche istante incrociarono gli sguardi e pretoria. Il corteo fu poi si misero a ridere celandosi il viso con una Hibernia Regia , pronti a muovere su tua annunciato ai celti da mano. Era una situazione alquanto 20richiesta""quali altri notizie mi porti" Chiese lunghi squilli e megafoni di imbarazzante, stavano capitando nel bel Curzius .. “I Celti sono circa 7000, molti ne metallo, la risposta di assenso mezzo di una battaglia e loro, i più alti 21 stanno arrivando da Amizagum, da Tritium e 22 fu di tre lunghi suoni di corno. I rappresentanti dell’accampamento, si migliaia dagli oppìda di Comum, Licinium e tamburi e le litanie druidiche si 23 24-25 accapigliavano verbosamente vantando i natali Leikos". fermarono; dapprima più illustri. Più divertiti di loro era un gruppo di A questo punto intervenne Arrunte che disvelò uscirono i littori seguiti dai centurioni e soldati che se ne stavano col naso alcuni segreti druidici: quella era una notte tribuni con i Arrunte l’aruspice etrusco Con la seconda leggenda Aicurziese compiamo un salto di circa 7 millenni. Dal neolitico ci spostiamo nell’epoca romana e ci divertiamo a sperimentare in TEMPO reale una grande vicenda avvenuta nello SPAZIO che noi abitiamo; proietteremo poi la MEMORIA dell’episodio nel FUTURO 2003 per ricercare i dettagli nel tessuto urbano e comparare l’attualità con la storia: buona lettura. LEGENDA DIDASCALIE 1 la valle di Aicurzio verso Castelnegrino. 2 il monte Resegone. 3 Montevecchia da mons Taegia che in latino significa monte fiaccola: per segnalazioni luminose. 4 la prima torre all’incrocio tra via Beneficio e via Parrocchia, l’altra sulla curva di via Beneficio in discesa verso la valle. 5 definizione romana: abitanti dell’area pedemontana lombarda, vi risiedevano gìà dal XI° sec. a.C.; successivamente si fusero con i celti che arrivarono dal nord Europa e dalla Gallia nel IV° sec. a.C. 6 Milano. 7 Aix en Provence (Francia); nel 102 a.C. 8 Vicino a Vercelli; nel 101a.C. 9 divisione di una legione romana ai tempi di Mario, composta da 3 manipoli: Hastati, Principes e Triari più eventuale cavalleria. (10 coorti formavano una legione). 10 I grossi pali acuminati esterni a difesa dell’accampamento posti tra il vallo e la palizzata. 11 ubicata in corrispondenza di via Parrocchia, tra l’oratorio femminile e piazza G. Colombo. 12 si tratta dell’uscita verso piazzetta L. Brambilla. 13 dalla latino: che entra a raggio nella palude, d al dialetto contemporaneo: "la rogia" il cui corso si riconosce nel tracciato di: via Bersan, via C. Ferrari, piazzetta Brambilla, via Croce. 14 il luogo della battaglia è circoscritto in Piazza Colombo, via Bersan, vicolo stretto. 15 Sacerdoti e divinatori etruschi, predicevano gli esiti di un evento con l’ausilio di interiora animali, in particolare leggevano il futuro dai fegati ovini. Erano molto considerati dal popolo romano ed erano i personaggi più assimilabili al mondo dei druidi. 16 Magistrati Etruschi, il lucumone era il capo di una delle 12 città della confederazione Etrusca. 17 superava la valle all’altezza di via Roma, partendo dalla scalinata sino al bivio con via Milano. 18 L’ingresso nel castrum dalla scalinata. 19 Vimercate. 20 Bernareggio. 21 Mezzago. 22 Trezzo 23 Importante villaggio celtico di forma circolare e fortificato; nel I° sec. a.C. Influenzava gli eventi su un’area circostante composta da diversi villaggi. 24 Como. 25 Erba e Lecco. 26 equinozio di primavera, festa di rinnovamento spirituale per tutti i popoli antichi. 27 periodo di circa 2.100/2.200 anni; per tutti i popoli antichi era considerato un grande periodo astrale che influenzava il succedersi delle civiltà, in astronomia vengono identificati come orientamenti periodici dell’asse terrestre nelle fasi di precessione. 28 le due vie principali del castrum, collegavano le 4 porte e originavano le strade importanti per i percorsi del’epoca. leggende Aicurziesi leggende Aicurziesi soldati sui fianchi e per ultimi a cavallo: …. A un cenno cortese del druido i due si Curzius, Valerius e Arrunte, seguiti dalla 33 allontanarono di pochi passi dal gruppetto, abbastanza per chiudersi in una sfera privata di cavalleria con le insegne militari. Dalla parte conversazione ma comunque sempre udita dei celti si era già preparato un gruppo, tra il dagli altri. Nel volgere di due clessidre il 29 limitare del bosco e la radura, composto dai druido raccontò come quel luogo costituiva capi Oppìda e dai druidi dei villaggi, uno fra 30 tutti primeggiava per lunghezza della barba, un santuario naturale per le popolazioni Celte Orobiche; i loro antenati più antichi dei capelli e per caducità del corpo, era lo stimatissimo Boiorix, conosciuto dai prefetti 34 arrivarono in quei luoghi intere manciate di 31 di Brixia e Massalia e, si vociferava, anche dal stelle di tempo fa, trovarono quello spazio privo di alberi: una radura solcata da due senatore Mario. I romani si fermarono e tratturi incrociati e nel centro emanava una fecero ala ai loro capi che smontando da cavallo raggiunsero il gruppo dei celti; a loro 35 forza vibrante. Quel luogo non è mai stato abitato da uomini per rispetto alla madre volta il capo dei guerrieri celti-orobii e due terra; solo, vi era al centro una piccola celletta, 36 druidi andarono loro incontro bardati con i individuata dai druidi rabdomanti, giacchè era costumi e i monili più belli che si potesse situata molto al di sotto del manto erboso. Da immaginare, erano Boiorix, Camandus e allora abitarono la radura solo gli eletti che Cymrus. C’era la giusta tensione nell’aria, i sovrintendevano alle cerimonie dei culti portamenti e le insegne conferivano solennità silvestri, solari e lunari e risiedevano in alla scena illuminata nella notte fonda da 37 capanne poste al limitare del bosco. centinaia di torce, i protagonisti si conoscevano per fama, non occorreva altro In quella notte il corso della terra che parlare in modo diretto. avrebbe impresso un cambiamento di "Venerabile Boiorix" esordisce Curzius luogo all’omphalon. 38 "questa è la notte delle decisioni e delle Era dunque l’estremo saluto del popolo responsabilità, cosa vuole dunque il tuo Orobico per ringraziare lo spirito della popolo, ti metto in guardia! Non voglio far natura e percepire con le divinazioni, 32 scorrere inutilmente sangue insubrico" dove avrebbero individuato l’omphalon e Boiorix: "Non tu, ma nessuno mai fermerà della nuova era. questa interminabile foresta umana del Curzius comprese tutto! Fissando Arrunte popolo Orobicum! Se in questa notte non con sguardo trucido, chiese al centurione potremo divinare e venerare il sacro luogo, vi anziano perché mai i suoi predecessori annienteremo immolandoci, l’arcaica profezia avessero costruito il castrum proprio in quel delle sacre rune ci richiama a questo evento luogo. La risposta, di ordine romanamente da generazioni". pratico fu eloquente: lo volle Manlio Sextio, il "Tu non sai ciò che dici, Roma manderebbe caparbio prefetto di Mediolanum, si trattava di legioni a sradicare tutti i vostri oppìda e villaggi un punto strategico al di là del limes e senza la cancellando la vostra storia"!, ripetè Curzius fatica di disboscare, se non il necessario con tono imperioso ma in cuor suo poco legname per costruire il castrum. convinto. Due clessidre di tempo dopo, una lenta E Boiorix, allungandosi nell’esile corpo: "Noi processione di tribuni, littori, capi celti e tutti sappiamo che questo potrebbe avvenire druidi stavano entrando nel castrum per la e siamo pronti al sacrificio estremo per la porta pretoria, i sei astanti principali erano nostra madre terra, e voi"? preceduti da un gruppo di fanciulle celte , le più belle dei villaggi. Le fanciulle avevano una corona di vischio e spargevano pietruzze luccicanti davanti a Boiorix intonando Cymrus il capo dei guerrieri orobii cantilene. La via pretoria era cosparsa di insegne e stendardi, alternate da fiaccole, la coorte era tutta schierata con atteggiamento marziale, mentre all’esterno il popolo 39 orobico si stringeva in semicerchi fitti sui lati nord, est e sud del castrum, con migliaia di torce accese. Giunti al centro del castrum, Arrunte diede due colpi di mano e dall’interno due giovani aruspici etruschi sollevarono un lato dell’enorme tenda bianca, i sei astanti entrarono, dopo aver ricevuto dalle fanciulle bende bianche profumate. Lo sguardo di Curzius si tuffò negli occhi della fanciulla dedicata a lui e ne fu folgorato, pure lei rimase estasiata da quell’uomo virile e dallo sguardo penetrante. Boiorix il venerabile druido Dentro la tenda si presentavano una serie di urne cinerarie, sepolture dei druidi eletti, ma al centro esatto si notava una piccola costruzione in pietra, i sei si infilarono giù per la scaletta e videro nella celletta sotterranea un grande masso circolare con un incavo a forma umana e dentro vi era adagiato uno scheletro con alcune bardature di pelle animale; sul teschio c’era una specie di bandana con degli strani geroglifici e a un palmo sopra il capo, era adagiato un sasso estremamente levigato, ovoidale e traslucido da sembrare bagnato (strano, in quel luogo cosi secco e carico di energia), poteva essere 40 un perfetto grande uovo di marmo. Boiorix, Camandus e Cymrus iniziarono le loro litanie druidiche, Arrunte mise una mano sul plesso solare e l’altra a mo’ di pugno sulla propria fronte emanando suoni gutturali; Curzius e Valerius rimasero rispettosi e sorpresi, era la prima volta che entrava in quella celletta, il divieto, per i militari, arrivava dai Pontefici romani. Dopo aver bevuto un infuso di erbe, Boiorix prese il "ciottolo" se lo pose sulla fronte, la sua testa vibrò per alcuni “lunghi” istanti, poi lo passò a Camandus e a Cymrus che ripeterono la stessa operazione. Fu quindi la volta di Arrunte che vibrò in tutto il corpo e ne uscì stordito.Toccò poi a Curzius: quei pochi istanti per lui divennero infiniti, vide quel luogo diventare luminoso e in pieno giorno osservò la costruzione di un tempio circondato da un edificio a forma di corte, con un lato aperto verso sud-ovest e i popoli di tutta l’Insubria che venivano in pellegrinaggio, e poi ebbe la visione della grandezza dei futuri confini di Roma: dalla terra Hispanica alle Gallie, dalla Britannia alla Germania, dalla Mauritania all’Egitto, dall’Assiria all’Ellesponto e su fino allaTracia e poi di nuovo rivide quella terra degli orobii, quel popolo… quella fanciulla: Teodorice…un flash! Si guardò intorno stranito e passò il "ciotolo" a Valerius. Al termine Boiorix pronunciò un’orazione e infine rivolgendosi ai romani disse "qui siamo al centro dell’omphalon, un’ombelico della madre terra e qui vi riposa AHCZURR! Il sacro guerriero dei boschi, per noi druidi rappresenta l’espressione umanizzata del mondo vegetale! Nulla sappiamo di lui se non per reminiscenza. Egli visse in questi luoghi molto, molto prima che Roma fosse un villaggio, il suo nome ci è noto perché interpretiamo i glifi posti sul suo copricapo, alla maniera in cui leggiamo le rune che originano il suono: AHCZURR! La forza che emana da questo luogo e da questa pietra-omphalon l’avete sperimentata, ora ciascuno di voi prosegua la sua vita secondo la propria coscienza cognitiva!" Fuori stava albeggiando, iniziava una nuova era, i canti degli orobii si levavano gravi e la processione si faceva lunga per la sperimentazione individuale dello stato di coscienza nella piccola celletta. Giano bifronte: presiede al passato e al futuro delle cose Curzius nel comando della corte ascoltava i tribuni, (capendo finalmente il motivo della loro presenza) che gli riferivano di molti particolari prima che Lui arrivasse a comandare il castrum, da soli 3 mesi, e scopriva che il grande generale Mario passò da quel posto incontaminato un decennio prima e percepì Lui stesso la forza che il luogo emanava e il grande attaccamento delle popolazioni locali. Quando Mario seppe che il rude prefetto di Mediolanum, fece costruire il castrum per difendere Vicus -Mercati proprio lì, prevaricando la dignità dei vinti, presagì la gravità e le conseguenze; volle quindi Curzius a risolvere la questione ma con l’ordine di non accedere alla celletta, ( era proibito a tutta la coorte tranne agli aruspici …)"Arrunte!" esclamò Curzius "quel dannato aruspice sapeva tutto, corvo maled…" “certo" gli fece eco Arrunte appena entrato "Mario stesso ti ha voluto a risolvere questa situazione! Il mio compito era di affiancarti e riferire; era l’ultima prova per saggiare definitivamente le tue doti di pacificatore e conduttore e tu l’hai superata superbamente! Sono gli uomini forgiati dalle tue esperienze e con le tue doti che faranno grande Roma! Presto sarai al fianco di Mario in senato! Ora riposerai a Vicus Mercati e domani sarai scortato a Mediolanum per il tuo nuovo prestigioso incarico; Valerius Marziale prenderà il tuo posto in questo castrum". Usciti dalla tenda del comando tutta la coorte scattò in piedi e battendo le spade sugli scudi i soldati facevano eco invocando: "Curzius! Castrum-Curzium! Castrum-Curzium!…" era il ringraziamento per averli salvati da morte certa e nello stesso tempo rinnovavano la volontà di averlo di nuovo tra loro (gli tributavano il massimo onore dedicando il suo nome al luogo) ancora una volta gli occhi della bella Teoderice. A metà ponte un flash, e la decisione: Curzius si arresta e saluta gli astanti romanamente: "QUO’ VADIS?" chiedono Arrunte e Valerius, Curzius fiero risponde "AD-CURZIUM CURTIAM" . "Roma ha bisogno di te!" intimarono i due, "OOH Roma..." rispose "Roma diventerà immensa…. ma il mio destino è qui: IN NOVUM TEMPLUM A E D I F I C AT I O I N L O C U S CURZIUM!” Capirono tutti cosa implicava quel pronunciamento. Curzius: iniziato alla segreta scuola dei Dioscuri e studioso dei popoli, doveva dare il senso alla vita per cui era vissuto, doveva edificare un tempio idealizzando la sua filosofia di pacificatore, (dopo aver esperito le umane passioni e compassioni) in un luogo da rifondare come santuario delle genti Insubriche, dove, accanto alla pietra omphalon, sarebbe stato venerato anche Ianuus equifrontis, il Dio 41 simbolo della saggezza e dell’equità della Roma repubblicana e lui sarebbe divenuto il protettore-sacerdote-druido di quel santuario. Curzius, il lungimirante anticipatore della della pax romana. Testi e disegni di Gianmarino Colnago Aicurzio 20 11 2003 Avviandosi a cavallo fuori dalla porta decumana tutti i celti orobii rendevano omaggio al comandante romano per la saggezza dimostrata. Lo sguardo incrociò LEGENDA DIDASCALIE 29 la corte dei Burela 30 dal latino "druidae": sacerdoti-maghi celti, assimilati ai "brahamani" indiani perché formavano una casta, erano depositari della sapienza, educavano i giovani, giudicavano le controversie. 31 Brescia e Marsiglia 32Insubria: regione romana corrispondente all’attuale Lombardia, abitata dai celti Insubrici (le prime tracce nel XIII° sec. a.C.) dai quali derivano gli Orobii 33 nei pressi del bar-cooperativa, esattamente sul retro 34 tra l’XI° e il X° secolo a.C. ( per quanto riguarda le popolazioni orobiche) 35 rileggere la parte finale della leggenda precedente: “Ahc-Zurr il precursore" (giugno 2003) 36 Un luogo imprecisato dove sorge la chiesa parrocchiale 37 nei pressi dell’edificio scolastico 38 parola celtica, significa ombelico: per gli antichi uno dei punti dove si manifesta l’energia canalizzata della terra; per la scienza attuale sono luoghi dove l’energia geomagnetica ha maggior intensità, conosciuta anche come rete di Hartmann o energia geosincronica 39 il semicerchio occupava la seguente porzione di territorio: corte dei Fitavul, oratorio femminile oratorio maschile, corte dei Burela, via Croce con corti annesse. 40 Il logo del parco dei Curzii 41 Si tratta di Giano bifronte, l’unico Dio originario del mondo romano che non ha complementari nel mondo greco. Egli guarda il passato e il futuro delle cose sensibili e l’invisibile della materia e dello spirito (Curzius lo poneva al primo posto tra gli dei per questo suo aspetto duale e lo identificava, al pari dei Diòscuri, come l’espressione latina della pietra-Omphalon celto-orobica, ciò ne avrebbe consentito la sua naturale prosecuzione liturgica nel mondo insubrico)