“Ten. C.C. M. Pittoni” di Pagani
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“Ten. C.C. M. Pittoni” di Pagani
GIUGNO 2013 NUMERO SPECIALE CLASSI II A e III H AA ccuurraa ddeelll’’ II..PP..SS..SS..EE..O O..AA TTeenn.. CC..CC.. SCOPRIRE E CAPIRE IL MONDO SARNO SARNO fSARNO SPECIALE ““M M.. PP II TT TT O O NN II”” PPAAG GAANNII ((SSAA)) IL FIUME SARNO IDENTITA’- RISORSA - ISPIRAZIONE GIUGNO 2013 NUMERO SPECIALE Lettera del Direttore Nella stesura di questa edizione di “Focus Scuola”, molti erano i temi proposti che “solleticavano” il nostro interesse: il territorio, l’ecologia, le risorse idriche, le strategie di sviluppo. Il Sarno li comprende un po’ tutto poiché esso rappresenta la storia dell’Agro Nocerino-sarnese: è un elemento identificativo del territorio, ma è anche l’esempio vivente di come l’inquinamento possa distruggere una risorsa fondamentale dell’ambiente e possa trasformare una ricchezza in una fonte di sviluppo socio-economico non utilizzata, da cui potrebbe invece ripartire l’economia dell’Agro. La nostra non vuole essere una semplice indagine conoscitiva del Sarno, a tutti ahimè noto come il fiume più inquinato d’Europa, ma un OMAGGIO ad esso quale fonte d’ispirazione per interviste, foto, scoperte, ricette, filastrocche, a quel coacervo di degrado e potenzialità, di devastazione e bellezza, di profano e sacro che esso rappresenta. Non abbiamo puntato, quindi, solo alla conoscenza del Sarno e del territorio in cui questo si snoda, ma lo abbiamo preso come simbolo per rapportarci con uno sguardo nuovo a quel “dio” Sarno che in passato tanto ha dato al territorio, per dimostrare oggi quanto ancora possa dare e come si debba tendere ad esso per la rivalutazione di un’area meravigliosa e ricca, di cui è antico “penate” e risorsa da sempre inesauribile. BUONA LETTURA Il DIRETTORE CLASSI II A e III H Lettera della Redazione Ci presentiamo: siamo i ragazzi della II A dell’I.P.S.S.E.O.A “Ten.C.C. Marco Pittoni” di Pagani (SA), e abbiamo deciso, col nostro Direttore (la Prof. di Chimica n.d.r.), di intraprendere questo viaggio di studio lungo il fiume Sarno, traendo spunto da esso per ripercorrere un po’ la storia del nostro territorio, rivivere la grandezza di uno splendente passato e volgere lo sguardo oltre il presente, per il recupero di un bene prezioso. Le risorse idriche, la loro salvaguardia, la tutela e rivalutazione di un patrimonio da cui dipende il nostro futuro sia come esseri viventi che come cittadini, sono state le motivazioni che ci hanno fatto scegliere questo cammino nell’Agro nocerinosarnese lungo il sinuoso, ma non più argenteo, fiume Sarno. Poiché il nostro Istituto ha da sempre favorito la collaborazione educativa tra noi studenti, oltre che l’interdisciplinarità didattica, abbiamo chiesto ai nostri amici e compagni di altre classi di partecipare al progetto, in nome di quello spirito di interscambio d’idee e saperi che sono alla base di un cammino di crescita. Il loro contributo è stato quanto mai originale e prezioso. Con loro abbiamo creato e ideato filastrocche, canzoni, fiabe, interviste, ispirate al Sarno che rappresentano il punto di forza e di originalità del lavoro. Desideriamo quindi ringraziare ufficialmente i compagni della III H, II D, II V e II Z , nonché i rispettivi docenti, per il loro valido contributo . SPERIAMO CHE VI PIACCIA! LA REDAZIONE 2 GIUGNO 2013 NUMERO SPECIALE CLASSI II A e III H Il Sarno: una potenzialità….impotente Perché . Perché il fiume Sarno?Noi studenti dell’Istituto I.P.S.S.E.O.A. Ten. C.C. MARCO PITTONI di PAGANI (SA) siamo da tempo impegnati in uno studio sulle problematiche e le risorse del nostro territorio, l’agro nocerinosarnese. La presenza di una ricchezza come il fiume Sarno dovrebbe rappresentare un punto di forza per lo sviluppo agricolo, idrico e turistico di quest’area, e dovremmo fare il possibile per conservare in buono stato o addirittura potenziare questo dono che la natura ci ha fatto ma, ahimè, non è così: il degrado, il tasso d’inquinamento incontrollato, l’inadeguatezza degli interventi atti al recupero di questo bene comune ci hanno portato ad occuparci del problema sia per studiarne l’evoluzione e l’effettivo stato attuale sia per sensibilizzare l’opinione pubblica verso una situazione che non può e non deve essere sottovalutata, verso una “potenzialità” che di fatto è “impotente” rispetto a tutto il benessere che potrebbe dare ma che per colpa nostra non dà e che, nonostante ciò, riserva ancora sorprese inaspettate che vanno assolutamente tutelate e salvaguardate. La storia ci insegna: da sempre i fiumi hanno rappresentato il fulcro, il punto di partenza e di snodo per la nascita di situazioni stanziali fiorenti e la diffusione e crescita di grandi civiltà. Ovunque ci sia un fiume c’è commercio, agricoltura, energia, servizi, tutti fattori che contraddistinguono l’evoluzione dell’economia e della socializzazione, ma soprattutto c’è la crescita culturale di un popolo. Come dimenticare cosa è stato il Nilo per gli Egiziani? Fonte di contatti col mondo, di commerci fiorenti, di energia idrica, di fertilità per la terra, “il fiume” è stato addirittura adorato quale divinità dagli antichi popoli che ben sapevano la ricchezza che veniva loro concessa. Infiniti sono gli esempi che la storia ci dà di civiltà legate alla presenza di grandi corsi d’acqua al punto che l’immagine di alcune grandi città non si può dissociare dal fiume che le attraversa: Roma e il Tevere, Parigi e la Senna, Londra e il Tamigi, Vienna e il Danubio, sono un tutt’uno nell’immaginario collettivo, dove il fiume si snoda come il torrente circolatorio di un corpo fiorente, linfa vitale per l’economia del paese. E il Sarno? Cosa ha rappresentato per il nostro territorio? Come abbiamo fatto a ridurlo così? E quali sorprese ancora ci riserva nonostante tutto? Amato Santolo e Raffaele Venditti Figura 1 Cascate alla sorgente del fiume Sarno 3 GIUGNO 2013 NUMERO SPECIALE CLASSI II A e III H SOMMARIO IL DOSSIER Sarno: come ti distruggo un “Dio”……………………………………p. 5 Il Sarno: divinità e leggende Il Sarno: l’ inquinamento Il Sarno: per conoscerlo meglio Il Sarno: l’inchiesta della redazione European Focus: The case of Sarno River: effects of geomorphology on the environmental impacts. Sarno: come ti resuscito un “Dio”……………………………………p. 24 L’INTERVISTA……………………..p. 29 Le “Ipsar – Iene” alla riscossa FOTO REPORT…………………….p. 34 Il Rio Santa Marina: un paradiso non ancora perduto ARTE E CUCINA…………………..p. 37 Dedicato a……filastrocche, racconti e ricette ispirate al e dal Sarno. 4 GIUGNO 2013 NUMERO SPECIALE CLASSI II A e III H ILDOssieR Indagine su un fiume al di sopra di ogni …progetto SARNO: COME TI DISTRUGGO UN “DIO” CONSIDErATO UN TEMPO UNA DIVINITA’, IL FIUME SARNO è STATO TRASFORMATO IN UNO SVERSATOIO A CIELO APERTO: SCOPRIAMO COME E’ STATO POSSIBILE DISTRUGGERE UN DIO Avere a che fare con un Dio non è facile, soprattutto se si chiama SARNO:una volta vigoroso e dirompente, brulicante di vita,forte e maestoso, ora è ridotto a un vecchio malato e stanco, che si trascina portando con sé il suo carico mefitico di detriti e scarichi mortali. Eppure possiamo testimoniarlo:il Sarno, in epoca antica, al pari di altri fiumi più famosi, svolse un ruolo di promotore della civiltà umana e, per questo, fu adorato come un dio. Lo dimostrano le testimonianze che di esso sono state tramandate e che noi stessi abbiamo visto e fotografato: un'immagine quasi univoca e facilmente riconoscibile di un vecchio con la barba, seminudo, disteso su un fianco e circondato da piante fluviali (in genere canne e papiri), nell'atto di reggere Figura 2 Scarico fognario nel fiume Sarno (fonte Internet) un vaso da cui sgorga acqua. La più notevole delle rappresentazioni note del dio Sarno è certamente quella di Fonte Helvius a S.Egidio del Monte Albino: la fontana in marmo, di epoca romana, rappresenta il Dio Sarno sia come un giovane, simbolo della sorgente, sia come un 5 vecchio, simbolo della foce, ed è tuttora alimentata dalle acque dell’antico acquedotto romano GIUGNO 2013 NUMERO SPECIALE CLASSI II A e III H IL SARNO: DIVINITA’ E LEGGENDE: Figura 3 Fontana di Publio Helvius- S. Egidio del Monte Albino (fonte Internet) 6 GIUGNO 2013 NUMERO SPECIALE CLASSI II A e III H Figura 4 Affresco romano Dio Sarno- Pompei Casa dei triclini (Fonte Internet) Ancora, al Museo del Sarno di Nocera Inferiore, è possibile ammirare i resti del volto espressivo del giovane Dio. Altra testimonianza del Sarno come Dio è a Pompei,dove la personificazione della divinità fluviale è raffigurata in un bellissimo affresco della casa dei triclini. Gianluca 7 Ferraioli GIUGNO 2013 NUMERO SPECIALE CLASSI II A e III H Figura 5 Volto del Dio Sarno-Museo del Sarno-Nocera Inferiore (Fonte Internet) Intorno ad esso è stata tramandata anche una leggenda: quella del giovane Epidio Nuncionio, che dopo essere caduto nelle acque del fiume, ne uscì dotato di corna d’ariete, attributo della divinità fluviale presso gli antichi. Il fiume era venerato perché era ritenuto fonte di grande ricchezza, sia per l’agricoltura, in quanto permetteva l’irrigazione dei campi, sia per il commercio. La valle del Sarno, posta tra i monti Picentini, il Vesuvio, i monti Lattari ed il mare, prima del 79 d. C. era infatti un territorio fertile, dinamico e 8 vivace soprattutto nel settore del commercio, proprio per la presenza del fiume. Era anche un luogo piacevole, che gli abitanti della valle amavano per i loro ozi. Amarotta ricorda che molti scrittori dell’età romana si sono espressi sul Sarno in modo entusiasta: GIUGNO 2013 NUMERO SPECIALE CLASSI II A e III H Est autem hoc (Pompei) commune navale Nolae, Nuceriae et Acerrarum, Sarno amne merces simul excipiente et emittente. Super haec loca situs est Vesuviusmons. (Strabone,Geogr.V,247). Pompeios, celebrem Campaniae urbem, in quam ab altera parte surrentium stabianumque litus, ab altera herculanense conveniunt, mare que ex aperto reductum amoeno sinu cingunt (Seneca, NaturalesQuaestiones, VI, 1, 1). Nec Pompeiani placeant magis otia Sarni (Stazio, Silvae). Figura 6 Scorcio del fiume Sarno (Fonte Internet) Strabone sottolinea il contributo del fiume al settore commerciale; Seneca descrive il fiume Sarno nella cornice del "seno ameno" che convergeva su Pompei da Stabia ed Ercolano; Stazio pone l’accento sugli ozi degli abitanti della valle lungo le rive del fiume. Tutti, insomma, descrivono le bellezze della valle e del fiume prima dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Non mancano quesiti irrisolti sul fiume e la sua valle dopo l’eruzione del Vesuvio, che rendono ancora più interessante e tuttora attuale la sua storia. Il primo quesito irrisolto è il perché, dopo la catastrofe causata dall’eruzione, la valle fu abbandonata e passarono molti secoli prima del ripopolamento. Sulla base di alcune fonti storiche si fanno risalire infatti alla seconda metà del VI e al principio del VII secolo città come Scafati, Ottaviano, Palma Campania, Sarno, S.Valentino Torio, S.Marzano. Quali furono le ragioni del ritardo di ripopolamento? Il prosciugamento delle sorgenti, disposte lungo i lati settentrionale ed orientale della valle, la deviazione del fiume, la sua ostruzione, la temporanea scomparsa delle acque nel sottosuolo"? Secondo Amarotta "nulla di tutto ciò risulta dalle due notissime lettere di Un po’ di suspence… 9 GIUGNO 2013 NUMERO SPECIALE CLASSI II A e III H Plinio il Giovane.” Poi spiega un'ipotesi fatta da una scuola americana rispetto agli effetti dell’eruzione sulla valle, che con un modello matematico ha ricostruito gli eventi dell’epoca e le cui conclusioni sono le seguenti: pomici si accumularono per oltre cinque ore, per unospessore complessivo di 15 cm all'altezza del Sarno, a causa della dispersione della nube eruttiva.” L'ipotesi fatta dalla scuola americana viene contraddetta a tutt’oggi da quella degli archeologi,tra cui Giuseppe Imbò, che a Pompei ha misurato uno spessore di deposito sensibilmente più alto e di differente composizione(sabbia, ceneri vulcaniche, terreno vegetale)che contrastano l’ipotesi americana: quali furono i veri effetti dell’eruzione del Vesuvio sulla valle? MISTERO! “La fase pliniana dell'eruzione del 79 d.C. cominciò alle ore 13.00 del 21 agosto. L'eruzione durò 12 ore, durante le quali si innalzò una colonna eruttiva di circa 33 km di altezza. Venti potenti spinsero la nube verso Sud-Est e si accumularono su Pompei 10-12 cm di pomici bianche. In un'ultimafase le Questione dell'idronomo Draco Altro quesito interessante riguarda più da vicino il fiume, e più precisamente la sua eventuale identificazione col fiume Draco. Draco e Sarno sono lo stesso fiume? Procopio di Cesarea ci fornisce una testimonianza diretta parlando della battaglia finale tra Goti e Bizantini: "Alle falde del Vesuvio sgorgano corsi d'acqua potabile. E ne scaturisce un fiume detto Dracone.(...) I due eserciti rivali si accamparono da una parte e dall'altra di questo fiume. Il corso del Dracone è un filo, ma il fiume non è accessibile né a cavalli né a fanti perché scorre in una strettoia e si scava un letto molto profondo, rendendo le rive come sospese e incombenti da entrambi i lati”. l’hanno accettata. A tale proposito, tre documenti della Badia di Cava, redatti intorno al Mille ,in cui il corso del Draco, è seguito dalle sorgenti alla foce, sembrano chiarire in modo definitivo la sinonimia Draco/Sarno .Nel primo documento del 1041, leggiamo di una proprietà terriera nel luogo del Sarno, “da questa parte del fiume Dragonteio.” Nel secondo, del 1099, è citato un monastero di S. Pietro(oggi frazione omonima a destra del Sarno a nord di Scafati), situato oltre il fiume "Traguntiu".Il terzo documento del 994 riguarda un contratto di lavoro in territorio stabiano fino al mare e fino al fiume che è detto "Dracontio". Un diploma di donazione alla chiesa di S. Maria de Domno del 990 riporta l'idronomo originario, cioè Sarno. Si è discusso a lungo sull'idronomo Draco tra gli storici: alcuni hanno rifiutato l'identificazione col Sarno, altri 10 GIUGNO 2013 NUMERO SPECIALE CLASSI II A e III H Figura 7 Il Sarno e l'Agro Nocerino-Sarnese in origine (Fonte Internet) 11 Figura 8 Antica stampa dell'area stabiana (Fonte Internet) circolazione sotterranea e/o semisotterranea che timidamente riemerge insieme al risveglio della valle dopo lo stato di desolazione della stessa descritto da Plinio in seguito all’eruzione del Vesuvio. Ma perché Procopio di Cesarea fa riferimento a un "filo d'acqua" che corre tra due rive "sospese e incombenti da entrambe i lati"? La risposta è che forse si tratta di un corso d'acqua in fase di riemersione, dopo secoli di __________________________________________________________________________________________________________ Nella sua descrizione, però, Plinio ha parlato del mare, dei pesci rimasti sull'arena e non ha parlato del fiume. Come mai ?Forse perché non era importante? I resti archeologici del borgo marinaro di Pompei ci dimostrano che il Sarno era importantissimo e non poteva essere ignorato da Plinio. Infatti il fiume era considerato una divinità e vi è in "un magazzino (...), dipinta su un muro, l'immagine del Sarno come penate". Allora, se Plinio non ne parla e Procopio parla di "filo d'acqua", probabilmente vuol dire che il Sarno era scomparso dalla geografia della Campania!? _________________________________________________ Mistero!Fatto sta che il Dio che ha dell’uomo,alla sua cupidigia, alla sua arroganza e superficialità,e non ha più nulla di divino vegliato sulla valle ,l’ha nutrita con le sue acque, che è sopravvissuto all’eruzione del Vesuvio, che ha caratterizzato lo sviluppo e l’economia dell’Agro nocerino-sarnese,ora è ridotto ad un torbido e nauseabondo accumulo di detriti e inquinanti grazie all’incuria Salvatore Padovano 12 IL SARNO: L’ INQUINAMENTO Il fiume più inquinato d’Europa inSh ar e Figura 9 Il Sarno inquinato di oggi Il fiume Sarno, in Campania, detiene il non pregevole titolo di fiume più inquinato d’Europa. Michele Grimaldi, del movimento “La primavera non bussa”, per dimostrare il grado d’inquinamento ed il degrado del corso d’acqua ha deciso di armarsi di mascherina e tutone bianco per una gita in barca a remi su un tratto del fiume fino ad arrivare al centro della città di Scafati, in provincia di Salerno. riversano nel corso d’acqua i propri scarti di lavorazione per evitare di pagare le tasse sulla depurazione degli scarichi, nonché dell’incuria generalizzata dei cittadini, che riversano i propri rifiuti sulle sponde del fiume. Ma ad aggravare ulteriormente la situazione vi è lo stato di inadeguatezza dei sistemi fognari del comprensorio salernitano, che spesso portano a scaricare i rifiuti organici direttamente dalle case al fiume che attraversa la città Lo stato di attuale degrado del fiume è il risultato di anni di scarichi illeciti delle industrie della zona, che nottetempo 13 Emergenza Fiume Sarno L’alto allarme sociale connesso all’ inquinamento del fiume Sarno deriva dal fatto che il fiume, lungo 24 chilometri, insieme ai torrenti connessi Solofrana e Cavaiola, attraversa tre province campane e trentanove comuni. L’emergenza ambientale del fiume Sarno coinvolge una popolazione che oscilla tra i settecentocinquantamila e il milione di abitanti. Nel territorio interessato si trovano i poli industriali agroalimentare e conciario che sono industrie traino per l’economia del territorio ma anche la fonte più elevata di inquinamento ambientale dell’intera zona. Golfo di Napoli, è una storia che, a più di trenta anni di distanza, nonostante le continue attenzioni riservate ad essa dalle istituzioni, non è ancora giunta a una conclusione. Con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 aprile 1995 è stato dichiarato lo stato di emergenza in ordine alla situazione socio economica e ambientale che si è determinata nel bacino idrografico del fiume Sarno. Inizialmente, è stato nominato Commissario Delegato il Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, poi, con l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3270 del 12 marzo 2003, la nomina di Commissario Delegato è passata a Roberto Jucci. La combinazione tra l’alta densità di popolazione e la presenza di attività economiche altamente inquinanti ha creato una situazione ambientale di estrema precarietà, che costituisce un ostacolo per lo sviluppo dell’area. Il gravissimo stato di degrado ambientale infatti, oltre a rendere necessari massicci interventi di riqualificazione, soffoca le ricchezze naturali e storicoarcheologiche di questa area, rendendone impossibile lo sviluppo socio-economico. Il disinquinamento del fiume Sarno, iniziato nel 1973 con il Progetto speciale di risanamento dell’intero __ I compiti affidati al nuovo Commissario prevedono il completamento della costruzione del nuovo sistema depurativo del Sarno, la progettazione e realizzazione delle reti fognarie dell’intero bacino, il progetto e i relativi lavori di dragaggio e bonifica dei sedimenti del fiume stesso, dei principali affluenti e canali, nonché l’attuazione di specifici interventi sulle aziende e sulle industrie presenti nel territorio per ridurne l’impatto negativo sull’ambiente. 14 Fiume Sarno Inquinato: tumori in aumento Uno studio sulle acque del Sarno dell'Istituto superiore di Sanità del 2002-2003 riporta una contaminazione da batteri fecali circa 2 milioni di volte superiore al limite per gli scarichi dei depuratori e la presenza diffusa di salmonella e persino del colera. Studi epidemiologici approfonditi sulle conseguenze sanitarie dell'inquinamento del Sarno sulla popolazione locale non ne sono mai stati fatti, ma i dati della Commissione d'inchiesta parlano chiaramente di aumento di patologie respiratorie, tumori dell’apparato respiratorio e urinario e persino della diffusione fra i giovani del morbo di Parkinson. Figura 11 Intervento di bonifica sul fiume Sarno Figura 10 Carcassa di gatto nel fiume Sarno 15 tumori maggiore rispetto a quelli che si trovano al sud" dice D'Arco. A creare allarme è anche la tipologia del carcinoma. Il numero dei malati al fegato e alle vie urinarie supera addirittura la media nazionale. "Mentre al nord assistiamo a una progressiva e costante diminuzione di queste patologie - dice D'Arco - in alcune zone della Campania il trend è praticamente opposto e la tendenza è destinata ad aumentare". Secondo le previsioni dell'oncologo, nei prossimi 5-6 anni cresceranno i casi di tumori alla prostata, alla vescica e al fegato. I motivi sono da individuare nell'inquinamento delle falde acquifere. "Da tempo le strutture competenti hanno lanciato l'allarme alle istituzioni. - denuncia D'Arco -. E' chiaro a tutti che qui viviamo in un ambiente più sfavorevole a causa dell'inquinamento delle acque". Il registro tumori di Salerno indica che gli ammalati sono in costante crescita. Sotto accusa è il fiume Sarno, ricettacolo di rifiuti industriali e fogna a cielo aperto. A fine marzo sono iniziati i lavori di dragaggio di alcuni affluenti come il canale Bottaro ma il colore marrone e i miasmi insopportabili indicano chiaramente che c'è ancora molto da fare. Figura 12 Sarno, inquinamento e allarme tumori (Fonte Internet) Maggior Rischio Tumori Lungo Il Sarno C hi abita lungo il corso del fiume Sarno ha maggiori possibilità di ammalarsi di tumore alle vie urinarie". Il dato emerge dal registro tumori di Salerno, e ce ne parla Alfonso D'Arco, primario di Oncologia all'Asl Sa1 che da anni si occupa di prevenzione. Gli ultimi studi effettuati indicano un aumento delle incidenze tumorali man mano che ci si avvicina al fiume più inquinato d'Europa. "I comuni che vanno verso il Napoletano, come Sarno, Scafati,Pompei, hanno un incremento dei Ricerca di Maria Luisa Blasio e Santa Annunziata De Gennaro 16 IL SARNO: PER CONOSCERLO MEGLIO Il Bacino Idrografico del Fiume Sarno di questi due torrenti dopo la loro confluenza nel territorio di Nocera Inferiore. Per questo motivo la sua denominazione è anche quella di "Alveo Nocerino". Il reticolo idrografico del Sarno è arricchito da un gran numero di altri Il primo, fra gli autori antichi a riferire l'informazione circa la navigabilità del Sarno, fu il geografo Strabone: Νώληςδέ καί Νουκερίας καί 'Αχερρών, περίΚρέμωνα, όμωνύμου κατοικίας έπίνειόνέστιν παράτώΣάρνω δεχομένωτάφορτία ποταμώ καί ή τής Πομπαία, affluenti secondari, per uno sviluppo lineare complessivo di circa 1.630 km. “L’intero reticolo idrografico è stato oggetto nel tempo di interventi non sempre καί έκπέμποντι.(Nola, Nocera e Acerra si servivano di Pompei come porto e il fiume Sarno era utilizzato per il da numerose sorgenti che emergono sui bassi versanti occidentali dei monti Picentini a una quota di circa 30m sul livello del mare, alle spalle della città di condivisibili, quali il rivestimento degli alvei e la trasformazione di tratti di alveo in strade, la rettifica di anse, le derivazioni e una serie di sbarramenti utilitari. Dalle indagini svolte dalla competente Sarno (SA), ai piedi della dorsale locale Monte Sant'Angelo - Pizzo d'Alvano, di cui il monte Saro è un'appendice. Le più importanti sorgenti sono quelle che alimentano il Rio Foce, il Rio PalazzoMercato e il Rio Santa Marina (spesso erroneamente indicato nelle fonti con l'idronimo "Rio San Marino"). Questi corsi d'acqua concorrono a formare Autorità di Bacino, risulta che 180 km circa di alvei sono stati trasformati in vie di comunicazione , mentre rimane allo stato naturale circa il 70% dello sviluppo lineare dell’intero reticolo La grande disponibilità della risorsa “acqua” ha da sempre favorito i suoi numerosi usi : idropotabile, agricolo e industriale. Le sorgenti più importanti di S. Maria la il fiume Sarno propriamente detto che, dopo un percorso complessivo di circa 24 km, sfocia nel Golfo di Napoli tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, di fronte allo scoglio di Rovigliano caratterizzato dai resti del Castello d'ERCOLE, già citato da Strabone.Lungo il suo decorso, il Sarno riceve da sinistra, in territorio di San Marzano, l'Alveo Comune Solofrana-Cavaiola che vi recapita le acque Foce, di Santa Marina di Lavorate e di Mercato e Palazzo sono state captate per alimentare l’Acquedotto Campano realizzato dalla Cassa per il Mezzogiorno; le acque eccedenti vengono reimmesse nel Sarno dallo stesso Acquedotto. Alla fine degli anni ’60, il Consorzio di Bonifica, per compensare in parte le carenze irrigue provocate dalle captazioni alle sorgenti, perforò 58 pozzi strategicamente traffico fluviale). Il fiume Sarno trae origine 17 ascendere a qualcosa come 10.000 e più il numero di pozzi di vario tipo esistenti oggi nella piana sarnese.” distribuiti nella piana sarnese (ma anche in parte in quella solofrana). A questi vanno aggiunti altri pozzi per uso industriale o agricolo. Un calcolo ragionato, in assenza di un censimento aggiornato, peraltro difficilissimo da eseguire per l’elevato abusivismo, fa ( estratto del Doc.to Conclusivo Commissione Parlamentare d 'inchiesta sulle Cause dell'inquinamento del Fiume Sarno -approvato seduta del 12/04/ 2006). Cosa rimane del Fiume Sarno? Quante sorgenti compongono il corso? Il Bacino del Sarno è suddiviso in tre province: Napoli per il 29 % circa; Salerno per il 54 % circa; Avellino per il restante 17 % circa. Alla provincia di Avellino appartiene la fascia montana ad est, nella quale ricade il polo conciario di Solofra; alla provincia di Salerno appartengono la fascia montana che delimita a sud il bacino e la parte centrale dell'Agro Sarnese Nocerino, nel quale ricade il polo agroalimentare; alla Provincia di Napoli appartengono la fascia costiera e la zona vesuviana. I 39 più importanti Comuni che compongono il bacino idrografico del fiume Sarno sono così distribuiti: · 18 I Comuni della Provincia di Salerno: Angri, Bracigliano, Calvanico, Castel San Giorgio, Cava de' Tirreni, Corbara, Fisciano, Mercato S. Severino, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Rocca Piemonte, San Marzano sul Sarno, Sant'Egidio Montalbino, San Valentino Torio, Sarno, Scafati, Siano; ne “Sono ancora attive, ed assicurano il deflusso minimo vitale del Fiume,soltanto le sorgenti di Mercato e Palazzo che sgorgano a 100 m di distanza l’una dall’altra nel pieno centro urbano di Sarno.” · 17 I Comuni della Provincia di Napoli: Boscoreale, Boscotrecase, Casola di Napoli, Castellammare di Stabia, Gragnano, Lettere, Ottaviano, Pimonte, Poggiomarino, Pompei, San Giuseppe Vesuviano, Santa Maria La Carità, S. Antonio Abate, Striano, Terzigno, Torre Annunziata, Trecase; Figura 13 Bacino idrografico del Sarno (Fonte Internet) · 4 I Comuni della Provincia di Avellino: Forino, Montoro Inferiore, Montoro Superiore, Solofra; 18 IL PARCO REGIONALE La L.R. n. 24 del 29 dicembre 2005, pubblicata sul BURC n.69 del 30/12/2005, ha istituito l’"Ente Parco Regionale del Bacino Idrografico del Fiume Sarno" e ne ha definito il territorio. Inaspettati scorci naturali di straordinaria bellezza caratterizzano la Foce del fiume dell'antico popolo dei Sarrasti; lungo le sue sponde si scoprono tesori come le testimonianze preistoriche dei Comuni di Poggiomarino e San Valentino Torio, i terreni dei pomodori d.o.p. di San Marzano sul Sarno e, ancora, prima dello sbocco a mare, le ricchezze dell'antica Pompei e le benefiche acque delle terme di Castellammare di Stabia. Ricerca di Valerio Cirota e Alfonso De Rosa Figura 15 Ponte sul fiume Sarno (Fonte Internet) Figura 14 Canali di irrigazione alla sorgente del Sarno (Fonte Internet) 19 ricadute economiche fu quella delle “fusare”, una sorta di laghetti artificiali destinati alla coltivazione della canapa. Onde evitare fenomeni di esondazione dovuti alla scarsa pendenza del fiume, già da allora veniva eseguita una pulizia del fondo del corso d’acqua a cura della città di Sarno, che consisteva nel far scendere nelle acque fluviali una mandria di bufale che con gli zoccoli agitavano il limo sabbioso del fondale e ne facilitavano il trasporto verso valle da parte della corrente. IL SARNO: L’INCHIESTA DELLA REDAZIONE A cura della classe II A “Lo studio di una comunità deve essere globale rispetto alle complessità dei suoi aspetti” Questa lezione di Bloch ci ha spinti ad intraprendere il nostro studio sulla valle del Sarno, consapevoli che l’apprendimento e l’approfondimento delle storie locali siano parte integrante del processo di formazione di noi giovani sia per la relazione tra uomo e territorio che per la costruzione del senso d’identità sociale. Nell’area di nostra competenza, l’Agro nocerino-sarnese, la contaminazione del fiume Sarno non solo riveste un problema di grande rilievo, una realtà che bisogna conoscere e affrontare, ma rappresenta uno stimolo per noi giovani ad individuare e promuovere strategie innovative atte alla protezione e valorizzazione degli spazi sensibili, delle biodiversità, dei paesaggi, delle risorse idriche e culturali del nostro territorio. Dopo varie vicende che portarono a mutamenti non sempre positivi del corso del fiume, il Sarno venne rivalutato dai Borboni che, nella persona di Ferdinando II, decisero di rendere navigabile il corso d’acqua con una bonifica dei terreni e un cambiamento del corso del fiume che costituì la premessa per una ripresa economica del territorio senza precedenti. Il nobile e rispettabile passato del Sarno è sottolineato anche da importanti testimonianze letterarie napoletane dell’Umanesimo e del Rinascimento, a partire dal Pontano e dal Sannazzaro, nonché del Seicento. Con raffinata eleganza nel ‘400 il Pontano parla dei “campi felici per il dolce suolo tra le insenature di Stabia e i recessi del Sarno” ( De amore coniugali), mentre il Sannazzaro canta delle “ correnti del Sarno e i campi opulenti” La valle del Sarno si snoda tra le province di Avellino e Salerno, in un territorio caratterizzato da oltre 40.000 ettari di distesa forestale e da numerosi torrenti che rendono quest’area il più ricco serbatoio di acqua potabile dell’Italia meridionale.La sua storia ha origini molto antiche: lo storico Marco Onorato Serio ( Ad Aeneide, VII 738) ci ha tramandato l’informazione secondo cui i primi abitanti della valle furono una popolazione proveniente dal Peloponneso, e che furono loro a chiamare Sarno il fiume e sé stessi Sarrasti. Il primo fra gli autori antichi a riferire l’informazione circa la navigabilità del fiume fu il geografo Strabone; Oschi, Etruschi, Greci e Romani trasformarono la valle in un immenso giardino, descritto e celebrato dagli antichi e, al pari di altri fiumi, il Sarno fu adorato come una divinità per il suo ruolo di promotore della civiltà umana. Nel ‘500 Luigi Tansillo cantava il Sarno come uno dei luoghi ideali e cari, presso cui poteva felicemente vivere e comporre i suoi versi mentre nel ‘600 compare ne “ Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile come luogo abitato da fate. Ancora Giannattasio ne descrive la caratteristica vegetazione nel seguente modo: “ Appaiono i campi che col vago corso il Sarno bagna e le rive ombreggiate colle verdi canne”. Oltre alla pesca, all’irrigazione e al trasporto delle merci, sin dal Medio Evo si ha notizia dell’esistenza, lungo il fiume, di numerosi mulini; tuttavia l’attività che più di altre caratterizzò il fiume per le sue 20 conseguenza, sono facilmente intuibili i rischi e gli effetti che tali contaminazioni possono avere sulla salute delle popolazioni locali. Per quanto riguarda le attività industriali nel bacino del Sarno, particolare interesse rivestono il settore conciario, che si concentra nel cosiddetto polo solofrano, in provincia di Avellino, comprendente 128 concerie, e quello conserviero, di trasformazione del pomodoro, con 98 imprese. L’inquinamento di origine urbana, al pari di quello industriale, rende ancora più drammatica la situazione per lo sversamento di scarichi non depurati nelle acque del Sarno, a causa dell’inadeguatezza e, in alcuni casi,dell’assenza di reti fognarie e di sistemi di depurazione nei diversi Comuni del bacino. Cosa è rimasto di tutto ciò? C’era una volta il Sarno……. Infine, non bisogna trascurare la quantità d’acqua prelevata dall’Acquedotto Campano nell’area delle sorgenti per l’erogazione nelle zone in cui vi è necessità, aggravando così l’inquinamento del fiume, poiché, riducendo il flusso idrico dalla sorgente, la percentuale di acqua inquinata non può che prevalere su quella pura, diminuendo drasticamente le possibilità di depurazione naturale. Per avere un quadro più completo della situazione ambientale del Sarno è possibile suddividere il fiume in tre zone, sulla base delle concentrazioni dei principali parametri fisico-chimici e biologici ottenute nei rilevamenti. Figura 16 Detriti nei canali del Sarno (Fonte Internet) …E ORA NON C’E’ PIU’ Ma è mai possibile che per questo fiume dal così grande passato non possa esserci un futuro? Per meglio intuire o introdurre qualsiasi discorso ottimistico sul futuro del fiume Sarno è utile comprendere almeno le principali cause del suo inquinamento. Il degrado del Sarno è sicuramente l’esempio più evidente della scarsa applicazione, nel nostro Paese e nella nostra Regione in particolare, delle norme riguardanti la tutela ambientale e, in specie, di tutte quelle norme riguardanti la difesa delle acque dall’inquinamento. L’uso indiscriminato in agricoltura di pesticidi ad azione antiparassitaria e dei fertilizzanti chimici per migliorare la resa produttiva dei raccolti, rappresenta in genere nella piana del Sarno una cospicua fonte di inquinamento non solo delle acque superficiali del fiume ma soprattutto di quelle di falda. I dati riportati in letteratura hanno evidenziato, infatti, che la quantità di pesticidi e fertilizzanti utilizzata nelle attività agricole nella piana del Sarno è più alta della media nazionale. Figura 17 Grafico di monitoraggio tasso di inquinamento (Fonte Internet) Ciò fa ritenere che l’intero bacino acquifero del Sarno sia ad alto rischio di contaminazione e, di 21 Se osserviamo il fiume alla sorgente, sembra ancora di rivivere le descrizioni degli antichi:dalle pendici della montagna le acque sorgive scorrono chiare per circa 200m, e in esse si possono Prelievi distinguere trote ed anguille, mentre a pelo d’acqua è possibile osservare le papere sguazzare da una Prov. Comune sponda all’altra; sotto il pelo d’acqua la vegetazione è rigogliosa, mentre sul fondoLocalità la ghiaia si presenta molto sottile e di un bel colore giallino. Il miracolo del fiume pulito dura, però, SA Striano A montepoche conf. Canale decine di metri. Nei successivi comprensori di Striano, S. Valentino Torio, Poggiomarino e S. Marino Marzano, paese simbolo del pomodoro, si producono le gravi alterazioni dell’ecosistema fluviale, Scafati evidenti nel carattere melmoso e nell’odore nauseabondo cheSA caratterizzano le acque. S. Pietro A valle di S. Marzano, confluiscono nel Sarno le acque dell’Alveo Comune che nasce dall’abbraccio SA Scafati A monte del paese dei torrenti Solofrana e Cavaiola, le cui acque hanno caratteristiche più simili a quelle degli scarichi NA Pompei A vallecome conf. Mariconda urbani che di corsi d’acqua. Lungo il letto del fiume, in particolare in questa contrada, un tappeto sull’acqua melmosa, cresce una pianta particolare chiamata "Lemma" e ribattezzata dai NA Castellammare di Ponte Via fonte dell'orto contadini "lenticchia d’acqua" che ha una forte azione fitodepurante e rigeneratrice, quasi che la Stabia natura cerchi di difendersi dalle violenze dell’uomo A partire dalla stazione ferroviaria di Scafati, le NA costituiscono Torre Annunzianta Foce fiume acque del fiume diventano marrone e putride e le sue sponde l’habitat naturale di enormi ratti. Lungo i tratti melmosi, si osservano rifiuti e veleni di ogni genere scaricati abusivamente. Accanto al Palazzo Comunale e alla Villa di Scafati, si ergono le chiuse del Sarno, monumento nazionale, che macinano l’acqua. Quest’ultima, nonostante la grossa spinta, non riesce mai a schiarirsi. Ma il danno ambientale risulta ancora più evidente con gli Figura apporti del canale Marna e di Fosso San 18 Grafico dati (Fonte Internet) Tommaso, che raccolgono le acque nere di oltre 200000 abitanti ed i probabili scarichi industriali di decine di fabbriche insediatesi lungo gli argini. Il Sarno prosegue per poi arrivare, dopo circa 2 km, alla foce nella frazione di Rovigliano del Comune di Torre Annunziata. Il Golfo di Napoli, in queste condizioni, riceve un carico inquinante difficilmente smaltibile. Il Sarno è stato - forse unico tra tutti i fiumi della Campania - oggetto di numerose indagini e campagne di monitoraggio, anche se a carattere sporadico, sollecitate dalla perenne situazione di degrado in cui versa ed anche dal possibile pericolo di rischi sanitari per la numerosa popolazione. La rete di monitoraggio ARPAC ha previsto ben sette stazioni per il monitoraggio della qualità delle sue acque, sia per i parametri chimico-fisici che per la componente biotica. Per ottenere un campionamento significativo ci si è spostati lungo uno dei rami da cui prende origine il Sarno: l’Acqua della Foce, presso Striano. In questo tratto il corso d’acqua in esame assume la morfologia tipica dei canali, con alveo stretto e profondo, corrente lenta, notevole presenza di vegetazione acquatica. Lo Stato ambientale del fiume nel suo complesso è ovviamente pessimo,e nulla ha a che vedere col Sarno cantato dagli antichi poeti, che ormai non esiste più! 22 Val. LIM S. 40 65 55 55 40 40 C L EUROPEAN FOCUS The case of Sarno River: effects of geomorphology on the environmental impacts. Analysis of the morphological, geological and environmental characteristics of the Sarno River basin has shown the present degraded condition of the area. Over the past thirty years, the supply of untreated effluent of domestic, agricultural and industrial origin has ensured the presence of high concentrations of pollutants, including heavy metals. The geological context of the catchment area has played a major part in determining the current ecological conditions and public health problems: while human activity has modified the landscape, the natural order has indirectly contributed to increasing the environmental impact. The health situation is precarious as the basin's inhabitants feed on agricultural and animal products, and use polluted water directly or indirectly. The hazard of contracting degenerative illnesses of the digestive or respiratory apparatus, bacterial infections or some neoplasia has gradually increased, especially in the last five years. Moreover, polluted basin waters flowing into the Bay of Naples increase sea water contamination, thereby damaging tourism, public health and degrading the local littoral quality. The overview presented shows how the environmental state of the Sarno River basin gives considerable cause for concern. The basin's complex geomorphologic setting has a direct bearing on local environmental and health conditions. The analysis of the available data demonstrates how the physical aspects of the area are closely linked to the diffusion and concentration of the pollutants, and how the latter ones have a large influence on the hygienic-sanitary conditions of the local population. Specific interventions need to be undertaken to monitor and improve the chemical, physical and microbiological conditions of water and sediments, especially in light of the geomorphological vulnerability of the river basin. According to the Enviromental British Survey 23 Strategie per la rinascita SARNO:COME TI RESUSCITO UN “DIO” Può il Sarno rappresentare la Fenice del 2000 e rinascere dalle sue ceneri? Facciamo dei progetti Il primo passo per reimpossessarsi di un patrimonio idrico di primaria importanza come tuttavia, alcune difficoltà tecniche, a cominciare dalla rimozione dei fanghi depositati sul fondo ed intorno al corso d’acqua che richiedono, oltre a massicce risorse finanziarie, anche l’individuazione di un sito ove smaltire le enormi quantità di detriti che verranno fuori dal processo di bonifica. Per quanto riguarda la depurazione vera e propria del fiume bisogna ricordare che, in un bacino suddiviso in vari distretti ognuno dei quali composto da una rete e da un terminale di depurazione, i benefici cominceranno a vedersi solo quando saranno realizzati tutti i progetti fognari e quando saranno funzionanti a regime tutti i depuratori di tutti i comparti: è per questo motivo che si rendono necessari anche interventi alternativi, che consentano, in tempi brevi, di utilizzare le poche risorse che ancora sono disponibili permettendo il riequilibrio dell’ecosistema. Si potrebbero utilizzare, ad es., impianti di tipo biologico; tali apparecchiature utilizzano batteri saprofiti per la trasformazione della materia organica, disciolta nell’acqua dei reflui, in composti inorganici (essenzialmente fanghi ad alto contenuto di sali di azoto e di fosforo). Figura 19 Foce del fiume Sarno presso Castellamare Mare di Stabia con vista dello scoglio di Rovignano. il fiume Sarno, è procedere alla sua bonifica e disinquinamento. Le strategie da applicare sono a più livelli; innanzitutto,per far fronte alle problematiche sinora descritte, l’11 aprile 2003 è stato siglato un Accordo di Programma tra la Provincia di Salerno e la “Patto dell’Agro S.p.A.” che istituisce un Osservatorio di monitoraggio sul fiume Sarno. Si tratta di una struttura tecnica, con sede presso il Comune di S. Marzano sul Sarno, che ha il compito di monitorare, con continuità, lo stato ambientale. La presenza di un Osservatorio sul processo di disinquinamento è già un grosso passo in avanti in termini di coordinamento e direzione. Permangono, L’azione di recupero del fiume Sarno permetterebbe la creazione di un vero e proprio Parco del Fiume, che consentirebbe sia la risalita di specie tipiche, come il muggine, la trota e, soprattutto, 24 l’anguilla, potrebbero permettere uno sviluppo positivo dell’economia e, di riflesso, dell’occupazione. IL FIUME SARNO FONTE DI OCCUPAZIONE Si possono ipotizzare diversi profili professionali che intervengono sia nell’ opera di recupero del fiume Sarno e delle ricchezze ambientali del territorio, che alla rivalutazione di prodotti e manufatti caratteristici della zona. Figure professionali altamente specializzate nella gestione e valorizzazione del territorio potrebbero essere: esperti nella gestione ambientale, in interventi di ripristino e risanamento, nel recupero e valorizzazione del bene ambientale e paesaggistico, specialisti nel settore agrario, promoter turistici e dei beni culturali, tutte figure volte a razionalizzare e monitorare il fiume, a consentire un corretto smaltimento dei rifiuti e la valorizzazione del territorio. Figura 20 Anguille nei fondali marini (Fonte Internet) ormai scomparse, sia il ripristino della navigabilità, che potrebbe essere impiegato per costituire importanti ed interessanti itinerari attraverso tutte le attrazioni storicopaesaggistiche del territorio quali le recenti scoperte a Langola di Poggiomarino. E’ stato infatti portato alla luce un abitato protostorico della Valle del Sarno definito anche la ''Venezia del Sud'', costituito da un insieme di isolotti creati dall’azione dell’uomo che anticamente ha modificato l’ambiente palustre attraverso imponenti interventi di canalizzazione, dando vita ad isolotti delimitati da piccoli emissari del fiume Sarno, sui quali la popolazione indigena dei Sarrastri, citati anche nell'Eneide, costruì delle capanne lunghe e strette. Accanto a queste figure altamente specializzate, si possono affiancare una serie di attività e mestieri, antichi e moderni, tipici del territorio, creare aree attrezzate e sfruttare le infrastrutture presenti lungo il fiume Sarno. La progettazione di un Parco del Fiume rappresenta non solo una garanzia per il controllo del territorio, ma implica anche l’organizzazione di un sistema di mezzi e di uomini che si occupi della manutenzione delle sponde,con una ricaduta positiva anche sul problema dell’occupazione e la possibilità di nuovi posti di lavoro in una Valle che presenta un preoccupante tasso di disoccupazione. Possiamo ipotizzare una pista ciclabile, un percorso di jogging e quello escursionistico, un’area per la pesca sportiva, La cura dei corsi d’acqua e delle zone immediatamente vicine determinerebbe una riduzione drastica dei danni causati dalle piene e, quindi, una diminuzione considerevole della distruzione delle colture circostanti il fiume, considerate linfa vitale dell’economia locale. La bonifica del fiume Sarno e del territorio circostante, il recupero e la valorizzazione di beni culturali, archeologici e naturali presenti in maniera massiccia lungo tutta la Valle, Figura 21 Attività sportive con Lontri (Fonte Internet) 25 aree pic-nic, un mercato con vendita diretta di prodotti artigianali tipici e percorsi enogastronomici. E’ possibile istituire una struttura di accoglienza turistica attrezzata con uno shopping center, un centro informazioni e documentazione su flora e fauna locale, che può anche rappresentare il punto di partenza e di arrivo delle escursioni e delle passeggiate. Il recupero del fiume potrà considerarsi totale quando sarà almeno in parte navigabile, ad esempio con i tipici “lontri” agroalimentare,considerato uno dei punti di forza del nostro territorio, di ritrovare e promuovere gli antichi sapori delle produzioni tipiche di questi luoghi, come il finocchio sarnese, la scarolella ed il cavolfiore di Angri, la cicoria spadona di S. Valentino,l’arancio e il carciofo arrostito di Pagani, il peperone gigante ed il prezzemolo di Nocera Inferiore ,e di alcuni prodotti che hanno ricevuto il marchio DOP quali il pomodoro S. Marzano e il cipollotto nocerino. La creazione del Parco e dei suoi percorsi può avere un ritorno occupazionale ancora più evidente se si pensa che non coinvolge solo esperti, artigiani o addetti alla ristorazione , ma anche personale di manodopera per la pulizia delle varie aree e la manutenzione ordinaria del verde,favorendo così l’impiego di così dette “fasce deboli”, persone cioè a rischio di emarginazione lavorativa E cosa dire della “secca del bikini” o banco di Santa Croce, antistante lo scoglio di Rovigliano, Figura 22 Antico Lontro alla foce del Sarno o anche con battelli per il trasporto turistico di escursionisti e scolaresche; tutte le attività elencate prevederebbero, inoltre, la presenza di servizi e professionalità specifiche, il che incrementerebbe l’occupazione, soprattutto giovanile. Sempre nel parco possono essere costruite delle aree naturali didattiche, e si potrebbe ipotizzare un Museo delle arti e dei mestieri, dedicato all’ antica cultura e civiltà contadina. Figura 24 Scenario sullo scoglio di Rovignano (Fonte Internet) alla foce del Sarno? Il Banco si trova a circa 700 metri di distanza dalla costa, proprio di fronte alla foce di quel “Sarno” che sversa in mare il suo carico di detriti, rifiuti e metalli pesanti; eppure il sito, dichiarato "Zona a Tutela Biologica" con un decreto del Ministero del Figura 23 Ricetta a base di carciofi, piatto tipico dell'Agro nocerino-sarnese Di particolare interesse è l’idea della creazione di percorsi enogastronomici; essa nasce dall’esigenza di valorizzare il settore 26 1993, è una delle immersioni più belle del Mediterraneo,vero Paradiso dei sub, oasi di bellezza tra gli scarichi del fiume più inquinato d’Europa. Numerosi sono gli itinerari che ci possono far conoscere ed apprezzare le bellezze di questo posto, con le secche più estese e tante altre più piccole, ma non per questo meno belle.In tale zona, i biologi marini del CNR, hanno evidenziato la presenza di una ricca flora e fauna marina che non ha risentito per nulla dello stato di inquinamento in cui versa il fiume Sarno e le acque che questi getta nel mare. nella maniera più evidente: predatori e vittime si lanciano in una danza affascinante, nuvole di sarde si muovono all’unisono per sfuggire alla cattura creando in questo modo delle scene spettacolari tra miriadi di alghe fluttuanti e spugne multicolori.I punti di immersione sul Banco di Santa Croce sono numerosi, ma il più suggestivo è la Secca principale, il cui cappello è situato a circa 10 metri di profondità. Già a questa profondità si trovano i primi rami di Paramuricea clavata (gorgonia rossa) e rami di Eunicella, mentre la parete della secca che dai 18 metri sale fino al cappello sul lato occidentale è tappezzata di ParazoanthusAxinellae (margherite di mare). Il vero spettacolo si presenta attraversando lo spacco che taglia in due la secca: una grotta che tocca la profondità massima di 37 metri, le cui pareti sono tappezzate di colori e in cui, osservando bene dentro gli spacchi, si trovano gamberi, galatee, cipree e tanti altri abitanti del mare che preferiscono le zone buie. Nelle giornate di buona visibilità, le due "finestre", poste nella parte alta dello spacco e contornate di gorgonie, lasciano filtrare la luce del sole,e dalla fantasmagoria di colori che ne deriva emergono tanti piccoli personaggi. Senza dubbio questo è il punto più colorato e abitato Figura 25 Pratica subacquea presso la secca del Bikini (Fonte Internet) Infatti hanno ritrovato nei pressi dello Scoglio di Rovigliano molte specie animali e vegetali che si credevano estinte in quel tratto marino. L’incontaminazione della flora e fauna marina e la corrispondente presenza di un sito di notevole interesse archeologico come lo Scoglio di Rovigliano, rendono la zona della foce del Sarno un tratto marino incredibilmente utile per lo sviluppo di attività di immersione , che unisce valenze culturali e ricreative. In questo piccolo paradiso naturale si può osservare tutto quello che offre il nostro mare, e già dai primi metri si resta rapiti dai colori e dalla vita che lo anima. La temperatura non scende mai sotto i 13° anche nei periodi più freddi, ma è da maggio a novembre che il Banco offre la sua immagine migliore, poiché è in questo periodo che il ciclo della vita si esprime Figura 26 Flora subacquea presso la secca del Bikini (Fonte Internet) del sito: enormi ventagli di gorgonie circondano i subacquei; le pareti offrono tutto quello che il nostro Mare ci sa dare e non sono difficili gli “incontri ravvicinati” con i grossi esemplari nei periodi di caccia; nelle tane si 27 trovano facilmente gronghi di notevoli dimensioni, murene, musdee, gattucci, saraghi e non mancano le grosse cernie. Si resta incantati nell’ osservare i magnifici rami di GerardiaSavaglia (il falso corallo nero) e, risalendo fino a raggiungere il cappello della secca, si assiste allo spettacolo della natura che è la lotta per la sopravvivenza: enormi banchi di sarde che si muovono all'unisono per sfuggire ai grossi predatori quali palamiti e dentici! Valorizzare quest’area tanto meravigliosa quanto insospettata permetterebbe anche di promuovere attività capaci di avvicinare soprattutto i giovani alla scoperta dell’ambiente che li circonda. Infatti si potrebbero attivare dei corsi di immersione, organizzati da istruttori professionisti, che abbiano lo scopo di valorizzare le acque del bacino del Sarno ma anche la capacità di creare degli importanti momenti di socializzazione tra ragazzi. Tutti gli interventi ipotizzati mirano ad un utilizzo razionale ed ecocompatibile delle enormi potenzialità della risorsa fiume, incentrato su un processo graduale di riappropriazione del territorio e soprattutto potrebbe ospitare sagre e fiere dedicate, che possano rilanciare il territorio e richiamare, con opportune campagne di marketing e comunicazione, un pubblico regionale e oltre; si profila in tal modo un ventaglio di opportunità lavorative anche per giovani promoter di beni culturali, ambientali e paesaggistici. Dalle tante attività ludiche, imprenditoriali e culturali prende slancio una rinascita socio economica ad ampio raggio nel rispetto della Natura e del patrimonio che quotidianamente ci regala. Figura 28 Flora e fauna subacquea presso la secca del Bikini (Fonte Internet) Fabio Schiavone,Gerardo Costiero e Luigi Iervolino Figura 27 Flora e fauna subacquea presso la secca del Bikini (Fonte Internet) della risorsa fluviale da parte dei cittadini, i quali attraverso tali attività potranno godere di enormi benefici dal punto di vista economico, ambientale e anche dal punto di vista prettamente sociale In quest’ottica di promozione del territorio , soprattutto nella bella stagione l’area del Parco 28 L’INtervIsta LE “IPSAR-IENE” ALLA RISCOSSA Le ragazze della IIa e IId scendono in campo a scafati per intervistare i passanti. All’IPSSEOA “Marco Pittoni” di Pagani(SA), gli alunni della IIA, con l’aiuto dei loro insegnanti e la collaborazione dei compagni di altre classi, sono impegnati in un progetto riguardante il fiume Sarno . Cosa ne pensano gli abitanti dell’Agro delle condizioni attuali del fiume? Che ricordo ne hanno le vecchie generazioni? ANDIAMO AD INDAGARE! Siamo in località Scafati(SA), cittadina attraversata dal Sarno,che più di tutte risente dei disagi provocati dall’inquinamento del fiume. Inizia l’intervista! Sig,ra Alfonsina -Sig.ra Alfonsina, cosa ne pensate del fiume Sarno oggi e nel passato?-E’ una vicenda vecchia quanto il mondo, nel senso che se ne parla sempre ma non si risolve mai niente!-Vorreste il Sarno di una volta? E cosa si poteva fare tempo fa nel fiume? Si poteva anche pescare?- Certo!Innanzitutto c’era l’ammariello,che era un pesce di acqua dolce, unico e molto usato nella cucina. Il fiume era una fonte di economia per tutte le persone che abitavano lungo il fiume e se ne servivano per irrigare oltre che per pescare. Adesso invece il fiume non solo è nocivo, ma straripa spesso distruggendo il raccolto. Un’altra tipicità importante erano le anguille del Sarno, famose dappertuttoSig, Mario -Io sono di Pompei, ma vengo a Scafati tutti i giorni, attraverso il fiume che è tutto sporco e non si può guardareSig. Gaetano_ - Cosa ne pensa del fiume Sarno di ieri e di oggi?Una volta nel Sarno si poteva anche pescare, si prendevano le anguille, adesso…è una fogna !-Le autorità stanno facendo qualcosa per questo fiume? 29 -No, pensano ad altro..sono schietto, scusate, ma è la realtà, non stanno facendo nulla di concreto.- E’ vero che ,da piccoli, vi facevate i bagni nella acque del fiume?- Si, è vero; anche se non sono originario di qui(Scafati, n.d.r,) venivo spesso da ragazzo perché Figura 29 Intervista degli studenti ad un cittadino di Scafati si potevano fare i bagni- Sig. Gerardo, vorreste il Sarno di una volta?- Si, perché una volta era pulito, pulito al massimo. – - Le autorità stanno provvedendo alle vostre attuali esigenze? Cosa stanno facendo per migliorare il fiume?30 -Per il momento non abbiamo visto niente ancora- Ma hanno spiegato quali provvedimenti vorrebbero prendere?-Si, hanno accennato che vogliono pulirlo…-In che modo?- Togliendo l’immondizia che c’è dentro ….non lo so-Che disagi provoca il fiume?– -Si allaga Scafati, l’aria è pesante e maleodorante, è una “fogna a cielo aperto”. Io abitavo proprio sul fiume una volta, ed era tutta un’altra cosa.-Cosa potavate fare nel passato?- Ci facevamo i bagni e poi pescavamo e andavamo a vendere il pescato, noi ragazzini di 7 – 8 anni. – - Il colore del fiume era totalmente diverso? - Diverso proprio, era limpido e pulito. Sig. Alfonso - Possiamo fare qualche domanda riguardante il fiume Sarno? E’ uno schifo! Non si vede? - Voi in passato cosa facevate nel fiume? - Quando ero piccolo c’era un fiume così bello che si pescavano le anguille, adesso è diventato proprio un…..come dire….inquinato. - E le autorità fanno qualcosa? - certo, si prendono i soldi e poi… guardate voi stessi! - Io vorrei tanto che in questo fiume si potesse tornare a pescare come in passato. Non è finita qui! 31 Intervistiamo le Autorità! Figura 30 Intervista presso il Consiglio Comunale di Scafati - Quali sono le problematiche del fiume Sarno? 32 Purtroppo le problematiche del fiume Sarno sono tante. E’ il fiume più inquinato d’Europa e si trova in questo stato ormai da diversi anni. Questo perché in questa parte del territorio c’è stata una crescita abnorme senza la creazione di infrastrutture adeguate; nel territorio manca la rete fognaria, ad esempio, le fabbriche non riescono a scaricare dove dovrebbero i rifiuti perché mancavano i depuratori, mancava la rete fognaria, mancavano i collettori; addirittura anche le civili abitazioni scaricavano e scaricano direttamente nel fiume Sarno. Oggi la situazione sta un po’ cambiando perché si stanno realizzando le infrastrutture che servono, soprattutto rispetto alla rete fognaria. Purtroppo la soluzione del problema non è risolvibile dai singoli Comuni è commissariale ( attualmente dott. Cioffi ndr). I singoli Comuni possono al momento reperire i fondi che mancano per la realizzazione di una rete fognaria, accelerare i lavori di drenaggio, rallentati dalla presenza di tracce di amianto nel Bottaro, affluente del Sarno, che richiede uno smaltimento particolare. Realizzata la rete fognaria, dragati il Bottaro ed il fiume Sarno, completati i collettori, possiamo dire che il fiume è pulito.Le dichiarazioni delle autorità lasciano intendere che la soluzione al problema è difficile e complessa, richiedendo la collaborazione e la sinergia di diverse istituzioni; d’altra parte, altri fiumi europei sono stati oggetto di interventi di bonifica tali da recuperare il danno ambientale e rivalutare aree degradate. L’esempio di queste realtà ci invita a ben sperare. MA FACCIAMO UN PO’ DI CONTI… Troppe spese per pulire il fiume Sarno Già spesi 120mila euro per la gestione dello sgrigliatore in prossimità del fiume Sarno. L’impianto per tenere pulito il corso d’acqua in media costa al Comune più di 30mila euro all’anno così come stabilito da alcuni accordi intercorsi tra le amministrazioni di Angri e Scafati nel 2009, durante la presenza commissariale. piano di gestione da parte dell’azienda speciale cittadina Angri Eco Servizi. Attraverso un protocollo di intesa vennero anche ripartiti i costi del funzionamento dell’apparecchiatura “nella misura del 30% per l’Acse e per il 70% per Angri Eco Servizi”, secondo quanto è scritto nell’atto. In sostanza l’Acse fattura direttamente al Comune le proprie spettanze in cambio della gestione dell’impianto. In particolare per il 2012 l’esborso per le finanze cittadine è stato pari a circa 37mila euro: un importo maggiore rispetto agli anni passati. In quattro anni dal 2009 al 2012 il funzionamento dell’infrastruttura è costata almeno 120mila euro, denaro stanziato in bilancio e con il quale sono state pagate le competenze previste a favore dell’azienda scafatese che in assenza dei versamenti dovuti non può garantire il funzionamento dell’impianto. La questione ambientale tende sempre più a rivestire un ruolo La gestione dell’impianto è a cura dell’Acse, un’azienda municipale scafatese che a tal fine riceve i pagamenti da Palazzo di Città. Tecnicamente l’impianto è denominato intercettatore di macroinquinanti ed è stato realizzato su di un canale nel territorio angrese, nelle immediate adiacenze del ponte di via Galileo Ferraris nel comune di Scafati. L’obiettivo è il superamento dell’emergenza ambientale legata al corso d’acqua più inquinato d’Europa. La gestione e la manutenzione dell’impianto è a cura della spa scafatese, sebbene ci sia stata una condivisione del 33 principale nel dibattito politico degli enti locali. In questo caso si tratta del denaro occorrente per ridurre la presenza di sostanze inquinanti nel Sarno, ma a quale prezzo! Enza Avino. Anna Annarumma e Margherita D’Aniello FOTO-REPORT Il Rio Santa Marina:un Paradiso non ancora perduto Questo piccolo ramo del Sarno custodisce ancora una natura incontaminata Con le nostre Prof di Chimica e Italiano siamo andati alla scoperta del Rio Santa Marina, un’oasi incredibilmente ancora vergine nell’inferno di rifiuti del fiume Sarno. Qui abbiamo trovato ad accoglierci i membri dell’Associazione “La Rana e il Rio”, da tempo custodi di questo piccolo angolo di Paradiso, che ci hanno portato in canoa lungo il fiume per farci godere delle sue bellezze e delle specie protette ancora presenti. Rane italiche, gamberetti di fiume, gallinelle di mare, folaghe, ci hanno accompagnato tra i canneti, mostrandoci che la Natura può sconfiggere l’uomo e sopravvivere alla sua opera di devastazione, e riportandoci al Sarno di una volta , quando era un meraviglioso fiume e le sue acque erano ricche di pesci, le donne ci lavavano i panni e le persone si facevano il bagno. Abbiamo fatto anche dei prelievi d'acqua, che saranno analizzati e confrontati con i campioni prelevati nelle aree del fiume a forte inquinamento, per indagarne la composizione e sottolinearne le differenze attraverso l’analisi comparativa. Figura 31 Cartina della penisola sorrentina (Fonte "Rana&Rio") 34 Figura 33 Folaga Figura 32 La Prof.ssa I. Beahr dopo una gita in canoa sul Rio Santa Marina Figura 36 Scenario fluviale del Rio Santa Marina Figura 34 La Prof.ssa M.E. Di Lieto in canoa sul Rio Santa Marina Figura 35 Oasi naturalistica sul Rio Santa Marina 35 Figura 37 Gallinella d'acqua Figura 39 Gamberetto di fiume (fonte Rana&Rio) Figura 38 Navigazione con il Lontro (fonte Rana&Rio) Figura 41 Spinarello (fonte Rana&Rio) Figura 40 Biscia (fonte Rana&Rio) Figura 42 Rana italica (fonte Rana&Rio) 36 ARTE E CUCINA DEDICATO A….Filastrocche, racconti, ricette inedite ispirate al e dal Sarno . Il Sarno, fonte d’ispirazione: per noi dell’Agro nocerino-sarnese, il fiume rappresenta una “musa” a cui rapportarci, identità avvilita ma ancora vitale di un territorio che amiamo, la cui appartenenza ci inorgoglisce e ci stimola alla denuncia, al recupero, alla rivalutazione di quei beni che fanno di questa terra qualcosa di unico ed inimitabile. LE FILASTROCCHE – in collaborazione con i compagni della II Z L’origine del paese è collegata alla costruzione del canale “Conte di Sarno”; i lavori iniziarono nel 1592 e lo scopo dell’opera era quello di rifornire di acqua i mulini e le terre di proprietà della famiglia Tuttavilla. I lavori furono commissionati dal conte di Sarno , Muzio Tuttavilla. 37 Figura 43 Lavandaie lungo il Sarno (Fonte Internet) 38 Il Racconto - in collaborazione con i compagni della II V I veri Killer Bimbo mio stasera ti racconto una storia bella ma triste; spero che un giorno,quando la racconterai ai tuoi figli,possa cambiarle il finale in modo che questo racconto diventi non solo bello ma anche lieto. C'era una volta un bellissimo serpente argentato che ogni mattina, scendendo dalle pendici del monte Saro, attraversava lussureggianti giardini e verdi pascoli. Durante questo percorso che lo conduceva fino al Golfo Napoletano, proprio di fronte ad un fantastico scoglio del Golfo di Stabia, salutava pettirossi ed oche,mucche e cavalli,conigli e lepri. Tutti traevano forza e vita non solo da lui ma anche da altri suoi amici serpenti che,grandi e piccoli che fossero,brillavano sotto il sole come se fossero il miracolo di unirsi e trasformarsi in un serpente sempre più grande e ricco di vita. Al suo passaggio lo salutavano e benedicevano,tutti gli volevano bene:agricoltori, pescatori, allevatori e persino industriali traevano da lui benefici. Portava con sé amiche trote,anguille e rane,dissetava terre riarse dal sole,dava sollievo e refrigerio a chi lavorava,uomo o donna che fosse,ed,infine,con la sua immensa forza,riusciva a far muovere i pesanti ingranaggi dei mulini a lui vicini. Insomma era amato e soprattutto rispettato da tutti e lui con tutti era buono e ricco di doni. Ma l'incanto si ruppe. Un brutto giorno il bel serpente si accorse che le sue scaglie non riflettevano più la luce del sole;i suoi amici serpenti,deviati o prosciugati,lo abbandonavano forzatamente,sostituiti da asfalto e cemento. La gente,al suo passaggio,non accorreva per trarne benefici e forza ma si ritraeva schifata e inorridita per la puzza che emanava e per lo spettacolo di morte e desolazione. Eppure non si era accorto che,negli anni, tanti piccoli mostri, blandendolo con l'inganno, erano riusciti a sfruttare la sua forza e,per portare lontano da loro liquami e score,alla fine lo avevano avvelenato. Oggi il serpente buono è definito killer,ma i veri killer sono in realtà dei mostri a capo di quelli più piccoli. Il loro aspetto è deplorevole,hanno due piedi su cui si allungano due gambe a cui è retto un busto e da cui liberamente si estendono due braccia che terminano con cinque dita di varia lunghezza;sulla sommità del busto c'è una testa tonda con due orecchie,un naso,una bocca e due occhi spalancati che, con quotidiana indifferenza,assistono alla sua lenta agonia. DRAGONE VECCHIO E MALATO Oh fiume Sarno,un tempo lodato, da tutti noi venivi rispettato, ora sei solo ricordato come un dragone vecchio e malato. Per le tue acque splendidi e chiare popoli e genti si son fatti ammazzare. Lungo il tuo corso a tutti davi vita ora non sei che una brutta ferita. Fogne,schiume e vischiosi bitumi gettano in te canali e fiumi e nel tuo letto così rovinato trovo sacchetti che vi hanno gettato Ora sei detto il fiume più infetto di questo popolo sporco ed inetto. 39 Le Ricette in collaborazione con i compagni della III H ‘’TIMBALLO DEL LONTRO’’ Ingredienti( per 6 persone) -Impasto di patate: 500 gr di patate 150 gr di parmigiano reggiano 1 uovo Sale e pepe q.b -Per il ripieno: 1 kg di friarielli 4 salsicce Burro q.b 1 provola di circa 200 gr D.O.P affumicata Pan grattato q.b Pomodorini pachino Figura 44 I compagni della III H nel laboratorio di cucina Procedimento In una casseruola lessare , sbucciare, schiacciare le patate. Aggiungere sale, uova, parmigiano grattugiato e mescolare tutto. Aromatizzare con il pepe. In una padella con aglio e olio stufare i friarielli precedentemente puliti. In un’altra padella rosolare le salsicce sbriciolate. In uno stampo imburrato e panato con il pan grattato, fare uno strato di patate, un altro di friarielli e un altro di salsiccia e provola tagliata a fette. Ricoprire con un ultimo strato di patate e panare con il pan grattato. Aggiungere una noce di burro e infornare per 40 minuti a 180°. Servire con guarnizione di pomodorini pachino. 40 ’’BISCOTTI DEL SARNO’’ Ingredienti 5 uova 300 gr di zucchero 1 kg di farina 500 gr di burro morbido Vanillina Granella di nocciole di Giffoni Cioccolato (gocce) Pizzico di sale Corn- flakes Figura 45 Preparazione dei biscotti del Sarno Procedimento Su un tavolo da lavoro disporre a fontana farina, vanillina e zucchero e inserire le uova e il burro. Amalgamare il tutto e aggiungere la granella di nocciola, gocce di cioccolato e un pizzico di sale. Si otterrà un composto compatto. Staccare dal composto piccole polpette di impasto e creare delle palline. Avvolgere le palline nei fiocchi di mais. Disporle su una teglia rivestita di carta forno e infornarla a 250° per 5-10 minuti. Lasciar raffreddare i biscotti e spolverarli con zucchero a velo(facoltativo) 41 ‘’MILLEFOGLIE DEI “SARRASTI” Ingredienti (per 4) : 1 cipollotto 250 gr mozzarella DOP di bufala campana 500 gr baccalà 250 gr cacio-ricotta 2 pomodori rossi DOP di S.Marzano 1 dl olio extravergine 1 dl olio di semi di girasole 50 gr capperi 120 gr olive nere di Gaeta basilico a foglie Figura 46 Piatto finito della "Millefoglie dei Sarrasti" Procedimento In una casseruola stufare il baccalà da entrambi i lati con olio d’oliva e basilico. A parte tagliare a fette i pomodorini e tritare i capperi e le olive. In una teglia da forno assemblare a strati il baccalà, i pomodorini , il trito, la mozzarella tagliata precedentemente a dadini, altro strato di pomodoro. Cuocere la millefoglie al forno per circa minuti a 200°. Friggere a parte il cipollotto tagliato a rondelle finissime in olio bollente e aggiungerle sulla millefoglie per decorare il piatto. Guarnire con scaglie di cacio-ricotta. 42 ‘’DRINK DEL DIO SARNO’’ Ingredienti 1 carota 1 cipollotto nocerino 2 pomodori Mezzo finocchio 1 ramo o gambo di sedano 2 cl di sciroppo di glucosio Figura 47 Esempio di Drink del dio Sarno Procedimento Inserire tutti gli ingredienti nel mixer o centrifuga e frullare per alcuni secondi. Servire in un bicchiere tumbler alto con un gambo di sedano, ghiaccio e straw. Figura 48 Foto di gruppo della classe III H con il Prof. F. Mancieri e la Prof.ssa M. E. Di Lieto 43 VALORI NUTRIZIONALI Timballo del Lontro Biscotti del Sarno Questa portata rappresenta un ottimo secondo piatto con una quota glucidica bassa che potrebbe essere integrata da un primo piatto. Essendo un secondo, chiaramente presenta un elevato contenuto proteico, mentre la quota lipidica è data principalmente dalla salsiccia, burro, parmigiano e provola. La particolarità di questi biscotti è data sicuramente dalla fragranza particolare dovuta alla presenza di Corn Flakers. Molto basso è il contenuto di glucidi, tenendo conto che si tratta di un dolce, mentre la quantità di colesterolo è un po’ elevata per la presenza di uova e burro fra gli ingredienti. Considerando la natura degli ingredienti, possiamo rilevare che la presenza di colesterolo risulta accettabile e al di sotto della norma se nella giornata non prevediamo un altro pasto a componente lipidica di origine animale. Chiaramente le calorie, pari a 141 kcal a biscotto, risultano alte, ma uno strappo alla regola è concesso, considerando che tre biscotti rappresentano una quantità sufficiente a deliziare il palato. Le calorie, pur risultando, un po’ elevate non sono eccessive. Notevole è la presenza di Sali minerali quali Calcio, Fosforo, Ferro, Potassio, Selenio e Zinco ed è rilevante la quota di Vitamina A, B1, B2, E, K. Millefoglie dei Sarrasti Questa pietanza rappresenta un’ottima seconda portata di un pasto comprensivo di un primo piatto. Nettare del Dio Sarno La quota glucidica è quasi assente ma potrebbe essere integrata dal primo. Elevata la quota proteica, mentre la quota lipidica è data principalmente dalla mozzarella e cacio-ricotta. Questo Drink rappresenta un’ottima bevanda dissetante. La quota glucidica è molto contenuta, mentre è elevata la presenza di fibra alimentare. I lipidi sono trascurabili e le proteine sono esclusivamente di natura vegetale, quindi a basso valore biologico. Considerando la natura degli ingredienti possiamo rilevare che la presenza di colesterolo risulta anche al di sotto dei limiti accettabili. L’energia totale è di 103 kcal, ma è da evidenziare l’elevata presenza delle Vitamine A, C, E che assicurano le note proprietà antiossidanti. 44 Notevile è la presenza di Sali minerali quali Calcio, Fosforo e Ferro ed è presente anche una quota rilevante di Vitamina A, B1, B2. REDAZIONE CLASSE II A CLASSE III H DIRETTORE DIRETTORE Prof.ssa ISABELLA BEHAR Prof.ssa MARIA ERMELINDA DI LIETO REDATTORI REDATTORI AMATO SANTOLO BLASIO MARIA LUISA CARABET ROXANA ANDREA CIROTA VALERIO COSTIERO GERARDO D’AURIA ANDREA DE GENNARO SANTA ANNUNZIATA DE ROSA ALFONSO FERRAIOLI GIANLUCA IERVOLINO LUIGI MAISANO CLAUDIO MATRONE PIO NOCERA ANTONIO PADOVANO SALVATORE RUGGIERO LUIGI SCHIAVONE FABIO VENDITTI RAFFAELE ACANFORA VINCENZO AIELLO ADRIANO ATRIPALDI ANNALUISA CASCETTA ALFONSO CESARANO MICHELE CIACO ANNUNZIATA D’AMBROSIO SABATO ALFIO DE RISO FLAVIA FATTORUSO ELENA FORTUNATO RAFFAELLA GIORDANO TANIA GUARINO GRAZIA MARANO VINCENZO PAOLETTI PIETRO PETAGNA ANTONIO PICCIRILLO LAURA ROSE RISPOLI VINCENZO RODOMONTE GIUSEPPE ROMANO GIANLUCA SACCO GIANLUCA TORTORIELLO ALESSIA VASTOLA NICOLETTA VICIDOMINI ROMUALDO PIO COLLABORAZIONI PROF. SSA LORELLA D’ARIENZO: lettere II Z PROF. SSA CLOTILDE SALZANO: lettere II V PROF.SSA M. VIRGINIA DE ANGELIS: inglese COLLABORAZIONI PROF. GIOVANNI RUMMA: scienze degli alimenti PROF. FRANCO MANCIERI: pasticceria Si ringraziano per la partecipazione i compagni ed i docenti del Biennio Sez. V, Z, D e i componenti dei Consigli di Classe II A e III H. 45