Sistemi di trattamento delle emissioni di polveri e Composti Organici
Transcript
Sistemi di trattamento delle emissioni di polveri e Composti Organici
Seminario sulle emissioni in atmosfera nella provincia di Pordenone 16 Ottobre 2012 Sistemi di trattamento delle emissioni di polveri e Composti Organici Volatili. Aspetti tecnici ed impiantistici Eleonora Aneggi Dipartimento di Chimica, Fisica e Ambiente Università di Udine Click to edit Master title style IMPATTO AMBIENTALE SETTORE LEGNO Gli aspetti ambientali maggiormente significativi per il comparto della lavorazione del legno sono: rifiuti rumore emissione in atmosfera di sostanze impattanti a livello ambientale e pericolose per la salute dei lavoratori: polveri di legno composti organici volatili 2 LE POLVERI DI LEGNO Click to edit Master title style LE POLVERI La polvere è una sospensione di fini particelle solide nei gas. Le polveri, secondo la loro composizione chimica, dimensione e forma, e in particolare secondo la loro concentrazione e la durata dell’esposizione, hanno effetti diversi sull’uomo. Per valutare se la polvere inalata con l’aria o depositata sulla pelle rappresenta un pericolo per la salute occorre tenere in considerazione i seguenti fattori: Qual è il livello di concentrazione della polvere? Qual è la dimensione e la forma delle particelle? Qual è la composizione della polvere? 4 Click to edit Master title style EFFETTI DELLA POLVERE EFFETTI POSSIBILI RISCHI DI MALATTIE • Polveri fibrogene • Malattie polmonari collegate alle polveri • Polveri tossiche • Intossicazione • Polveri irritanti • Irritazione e infiammazione della pelle e delle mucose, danno cellulare, bronchiti • Polveri allergeniche • Allergie, asma • Polveri cancerogene • Cancro 5 Click to edit Master title style DIMENSIONI DELLE POLVERI Frazione inalabile - la frazione in massa delle particelle aerodisperse totali che viene inalata attraverso naso e bocca. Ci si riferisce a particelle con diametro aerodinamico compreso nel range 0 - 100 µm. Frazione toracica - coincide con la frazione in massa delle particelle inalate che penetra oltre la laringe, è anche detta tracheo-bronchiale e non raggiunge la zona alveolare; la frazione toracica si riferisce a particelle con diametro aerodinamico tra i 10 ed i 30 µm; con valore mediano fissato a 11,64 µm. Frazione respirabile - la frazione in massa delle particelle inalate che penetra nelle vie respiratorie non ciliate (zona alveolare), costituita da particelle con diametro aerodinamico inferiore a 5 µm con valore di mediana fissato a 4,25 µm. La frazione toracica e quella respirabile sono contenute nella frazione inalabile. 6 Click to edit Master title style ESPOSIZIONE A POLVERI DI LEGNO Le polveri di legno si generano durante le lavorazioni meccaniche del legno (taglio, asportazione trucioli, piallatura, levigatura, ecc.). La composizione della complessa mistura di polveri che si genera in tali processi dipende da: diverse tipologie di legnami utilizzati; utensile usato. A seconda del trattamento subito dal legno prima della lavorazione, la polvere può contenere: additivi, conservanti, collanti. Le polveri, permanendo nell’ambiente di lavoro, inquinano l’aria dei locali e rappresentano un rischio professionale per i lavoratori che le respirano. 7 Click to edit Master title style QUANTITA’ E DIMENSIONE PARTICELLE La quantità e la dimensione delle particelle variano considerevolmente a seconda di: tipo di lavorazione, differenze nei processi di trattamento del legno (metodo di taglio, velocità degli strumenti rotanti, larghezza e affilatura delle lame, sabbiatura), tipo di legno (verde o stagionato, pannelli, estratti), ventilazione, sistemi aspiranti. 8 Click to edit Master title style EFFETTI SULLA SALUTE Disturbi della pelle legati ad irritazione o a sensibilizzazione delle parti esposte, soprattutto delle mani Effetti irritativi a livello dell’apparato respiratorio (naso, faringe, laringe e bronchi) Asma bronchiale Bronchite cronica ostruttiva o enfisematosa Alveoliti allergiche estrinseche (da contaminazione di muffe del legname) ODTS (sindrome Tossica da Polveri Organiche) Carcinoma del naso e della cavità nasale 9 Click to edit Master title style LEGNI TENERI E DURI I legni teneri appartengono al gruppo delle conifere. I legni duri appartengono al gruppo delle latifoglie. Solamente le polveri derivanti da legni ″duri ″ sono considerate cancerogene Legni duri • • • • • • • • • • • • • • • Acero Ontano Betulla Carpino Castagno Faggio Frassino Noce Platano Pioppo Ciliegio Quercia Salice Tiglio Olmo Legni duri tropicali • • • • • Palissandro Ebano Mogano Balsa Tek Legni teneri • • • • • • • • Abete Cedro Cipresso Larice Abete rosso Pino Sequoia Tuia 10 Click to edit Master title style LE POLVERI DI LEGNO DURO Già dall’anno 1987 la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato alcune lavorazioni di legno come cancerogene per l’uomo o possibili cancerogene. Il D.lgs. 81/2008 fissa un valore limite per le esposizioni a polveri di legno duro di 5 mg/m3 (frazione inalabile) misurato o calcolato per un periodo di riferimento di 8 ore. I legni duri sono considerati più pericolosi per la salute rispetto ai legni dolci perché, durante la lavorazione, generano particelle più fini di polvere, aventi un diametro inferiore ai 30 µm e spesso inferiore ai 10 µm. Particelle di tali dimensioni possono penetrare nell’albero respiratorio e depositarsi nella zona alveolare. Le polveri prodotte da legni teneri sono costituite da particelle più grossolane che hanno maggiore difficoltà a penetrare in profondità. 11 Click to edit Master title style COME INTERVENIRE La principale misura di prevenzione nel caso di attività lavorative in cui vengono impiegate sostanze cancerogene è la loro sostituzione con altre sostanze che non lo siano o l’adozione di cicli chiusi. Nel caso della lavorazione del legno, non essendo possibile l’adozione di queste misure, la produzione di polveri dovrà essere mantenuta al livello più basso possibile (limite di legge di 5mg/m3). 12 Click to edit Master title style DOVE SI TROVANO LE POLVERI Le polveri non si trovano solo nelle lavorazioni, ma anche e soprattutto nelle operazioni non direttamente produttive: Pulizie dei locali e delle macchine Pulizia dei depuratori e la sostituzione dei filtri Svuotamento dei contenitori o dei depositi della polvere Spolvero dei pezzi in lavorazione Spolvero degli indumenti da lavoro 13 Click to edit Master title style MISURE DI PREVENZIONE Limitazione del numero degli esposti (separazione delle lavorazioni). Aspirazione alla fonte senza ricircolo (tutte le macchine e le attrezzature che possono produrre polvere e trucioli di legno, comprese quelle per lavorazioni manuali, devono essere collegate all’impianto di aspirazione localizzata). Il sistema di aspirazione localizzata deve avere una adeguata capacità di captazione Regolare e sistematica pulizia dei locali, delle attrezzature e degli impianti. Le lavorazioni che producono più polveri dovrebbero essere poste: lontane dalle vie di transito; in aree facilmente raggiungibili dalle attrezzature di pulizia, lontano da correnti d’aria. 14 Click to edit Master title style SEPARAZIONE DELLE LAVORAZIONI Separare in locali diversi le operazioni che emettono polveri di legno da quelle che non ne emettono, allo scopo di limitare il numero delle persone esposte AUMENTO QUANTITA’ DI POLVERE PRODOTTA Verniciatura Assemblaggio Magazzinaggio Montaggio Taglio Piallatura Fresatura Foratura Tornitura Sgrossatura Levigatura Carteggiatura 15 Click to edit Master title style IMPIANTI DI ASPIRAZIONE E’ importante catturare le polveri al momento dell’emissione per mezzo di impianti di aspirazione localizzata L’impianto di aspirazione è costituito dai seguenti elementi: dispositivi di captazione (cappe) condotte di trasporto delle particelle (tubazioni) ventilatore sistema di depurazione dell’aria (separatore) espulsione dell’aria dispositivi di introduzione dell’aria di compensazione Nelle fasi di progettazione, di realizzazione e di gestione è necessario tenere presenti i requisiti di efficienza/efficacia di ciascun elemento. 16 Click to edit Master title style ESEMPIO DI IMPIANTO 17 Click to edit Master title style DISPOSITIVI DI CAPTAZIONE L’aspirazione per captazione localizzata consiste nel catturare le polveri vicino alla sorgente di emissione, prima che esse possano diffondersi nell’aria ed essere respirate. I macchinari devono essere provvisti di idonei dispositivi di captazione, collocati in prossimità dei punti di emissione delle polveri e dei trucioli e collegati all’impianto generale di aspirazione. Toupie con dispositivi di aspirazione localizzata 18 Click to edit Master title style CARATTERISTICHE I dispositivi di captazione dovranno rispondere ai seguenti requisiti: avvolgere al massimo la zona di produzione delle particelle avvicinare il più possibile la sezione aspirante della cappa alla sorgente inquinante. Dovranno inoltre rispondere ai seguenti criteri: sfruttare la traiettoria di proiezione delle particelle generate dagli utensili; evitare che la zona respiratoria del lavoratore si trovi sulla traiettoria dell’aria inquinata. indurre una velocità dell’aria sufficiente in tutti i punti della zona d’emissione SVANTAGGI realizzazione complessa ingombro e rigidità nel lay-out manutenzione periodica degli impianti di abbattimento 19 Click to edit Master title style ESEMPI DI DISPOSITIVI DI CAPTAZIONE Tavolo aspirante Cabina con aspirazione Levigatrice a nastro 20 Click to edit Master title style BANCHI ASPIRATI Per alcune lavorazioni si sono osservate nette riduzioni delle concentrazioni attraverso l’uso di banchi aspirati, che presentano buone caratteristiche di praticità e semplicità, sia di installazione che di gestione. L’utilizzo del banco aspirato può portare a concentrazioni di polvere di legno inferiori fino a 10 volte. L’efficacia del banco aspirato è tuttavia da valutare con attenzione in considerazione della tipologia dei manufatti, che possono più o meno ostacolare i flussi di aria e conseguentemente l’efficienza dell’abbattimento. 21 Click to edit Master title style RETE DI TRASPORTO La velocità dell’aria nelle condotte deve evitare il deposito delle particelle nella rete di trasporto (velocità consigliate: 20 m/s per materiale essiccato e 28 m/s per il materiale umido). I gomiti e i raccordi devono essere opportunamente dimensionati. Evitare l’utilizzo di tubature corrugate per possibili depositi e perdite di carico Le tubazioni devono essere in materiale elettroconduttore e collegate a terra per evitare l’accumulo di cariche elettrostatiche Ventilatori collocati a valle del depuratore in modo da funzionare con aria depurata 22 Click to edit Master title style SEPARATORI Separatori per forza centrifuga (cicloni) Separatori filtranti (filtri a manica o a cartucce filtranti) Separatori combinati I separatori devono essere facilmente accessibili e ispezionabili per consentire pulizia e manutenzione Gli impianti di filtrazione devono essere collocati all’esterno (per prevenire incendi e mantenere la salubrità dell’aria). 23 Click to edit Master title style CICLONI I cicloni sono separati che agiscono per forza centrifuga. La corrente è depurata dal materiale più grossolano, ma rimane contaminata dal particolato di dimensioni minori che non riesce a sfuggire alla forza di trascinamento dell’aria. 24 Click to edit Master title style FILTRAZIONE TESSILE E’ un processo di abbattimento del particolato solido che si realizza facendo passare il flusso d’aria contaminato attraverso dei filtri costituiti da fibre tessili di varia natura. Filtri a manica o a cartuccia 25 Click to edit Master title style FILTRI A MANICA I filtri a manica sono caratterizzati da alta efficienza azione di depurazione indipendente dalla composizione chimica del particolato. Limitazioni al loro impiego: formazione di incrostazioni che vanno ad ostruire il passaggio dell’aria e quindi la filtrazione. Dispositivi di abbattimento (metodi utilizzati per rimuovere il deposito di polveri sugli elementi filtranti): i filtri con pulizia a scuotimento i filtri con pulizia ad inversione di flusso i filtri con pulizia a getto d’aria compressa. 26 Click to edit Master title style FUNZIONAMENTO l’aria contaminata viene convogliata nella parte inferiore dell’impianto il particolato di maggiori dimensioni viene rimosso tramite un deflettore che fa depositare per inerzia il materiale più grossolano nella tramoggia l’aria risale passando attraverso una piastra forata dalla quale si dipartono verticalmente delle sacche tubolari filtranti e fuoriesce lateralmente attraverso le pareti del filtro l’aria viene fatta fuoriuscire dall’impianto tramite un apposito condotto il particolato viene raccolto sulla superficie interna delle maniche dove si deposita. 27 Click to edit Master title style EFFICIENZA Efficienza molto alta (è variabile nel tempo a causa della stessa natura del filtro). Alto rendimento perché nell’abbattimento entrano in gioco vari fattori: azione di setaccio data dalla presenza delle fibre, effetto di sbarramento, interazione di natura elettrostatica, effetto di inerzia dovuto alla deviazione ed al rallentamento del flusso d’aria. La deposizione delle polveri sul materiale filtrante favorisce l’ulteriore cattura di altro particolato aerodisperso perché aumenta l’azione del vaglio (più il filtro è sporco, più aumenta l’efficienza di abbattimento). Pulizia periodica per limitare le cadute di pressione 28 Click to edit Master title style FILTRI A CARTUCCIA Al posto dei filtri a maniche, nel caso in cui non vi sia la necessaria disponibilità di spazio, possono essere installati i filtri a cartucce. Il dispositivo filtrante è costituito da un cilindro di tessuto pieghettato che a parità di volume occupato permette di realizzare una superficie filtrante 10 volte maggiore di un normale filtro a maniche. Analogamente alle maniche anche le cartucce possono essere pulite mediante aria compressa. 29 Click to edit Master title style VENTILATORI Dispositivo che crea la depressione necessaria all’interno dell’impianto consentendo il movimento dell’aria all’interno delle tubazioni. E’ opportuno che i ventilatori siano posti a valle del depuratore in modo da funzionare con aria depurata. Vanno posti all’esterno per evitare rumore e vibrazioni 30 Click to edit Master title style ESPULSIONE E RICIRCOLO Il ricircolo non è più consentito in quanto si tratta di inquinanti cancerogeni. E’ necessario provvedere all’espulsione attraverso camini che escludano la possibilità che l’emissione possa rientrare nell’ambiente di lavoro (altezza del camino circa 30% in più dell’altezza dell’edificio). 31 Click to edit Master title style ARIA DI COMPENSAZIONE E’ necessario compensare le estrazioni d’aria con l’introduzione di un’equivalente quantità d’aria di compensazione per: assicurare l’efficacia dell’aspirazione localizzata eliminare le correnti d’aria perturbatrici dovute alle aperture esistenti l’aria di compensazione deve essere presa in una zona dove non c’è rischio di interferenza con espulsioni di aria inquinata 32 Click to edit Master title style STOCCAGGIO E SMALTIMENTO Lo stoccaggio va realizzato in silos, cassoni o sacchi posti esternamente all’ambiente di lavoro. 33 Click to edit Master title style PROGETTAZIONE IMPIANTO ASPIRAZIONE Per calcolare le portate necessarie ad un corretto funzionamento dell’impianto è necessario considerare: numero e geometria dei punti da aspirare, velocità di trasporto necessaria, velocità di captazione (parametro fondamentale per evitare che le particelle possano disperdersi nell’ambiente). Prevedere la presenza di serrande di parzializzazione (serrande pneumatiche o manuali) per interrompere l’aspirazione sulle macchine non in funzione. 34 Click to edit Master title style GESTIONE IMPIANTO ASPIRAZIONE Monitorare costantemente l’efficienza dell’impianto mediante opportuni misuratori di pressione statica. Verifica periodica della pulizia dei condotti e delle tubazioni flessibili (per evitare depositi di particolato nelle condotte di aspirazione) Verifica dell’integrità dei condotti flessibili usualmente utilizzati per le macchine in movimento in quanto soggetti a taglio per usura. 35 Click to edit Master title style ALTRE MISURE DI PREVENZIONE Asportare in modo sistematico la polvere sfuggita ai sistemi d’aspirazione in modo tale che non venga risollevata. Evitare il ricorso a sistemi ad aria compressa per la pulizia dei pezzi. Utilizzare sistemi di pulizia per aspirazione degli indumenti e delle calzature. Lavare gli indumenti da lavoro in azienda o presso lavanderie industriali 36 Click to edit Master title style DPI I DPI specifici per la protezione del rischio di inalazione delle polveri sono: copricapo tuta, possibilmente in cotone a trama fitta apparecchi di protezione delle vie respiratorie 37 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI (COV) Click to edit Master title style EMISSIONI DI COMPOSTI ORGANICI VOLATILI L’attenzione verso le emissioni di composti organici volatili è notevolmente cresciuta negli anni. Ne sono derivati precisi vincoli costruttivi e gestionali volti al contenimento delle emissioni. limitare la produzione di COV captazione abbattimento 39 EFFETTI DEI COV Click to edit Master title style EFFETTO DEI COV Effetti acuti Irritazione occhi/naso/gola Mal di testa Nausea Vertigini Asma Effetti cronici Danni ai reni Danni al fegato Danni al sistema nervoso Cancro SULL’UOMO SULL’AMBIENTE Distruzione ozono atmosferico Formazione ozono troposferico Smog fotochimico Effetto serra 40 Click to edit Master title style DEFINIZIONE COV Con la denominazione di Composti Organici Volatili (COV) si indica una classe molta ampia di sostanze organiche caratterizzate da un’alta tensione di vapore. Viene definito COV qualsiasi composto organico che abbia a 293,15K una tensione di vapore di 0,01 kPa o superiore, oppure che abbia una volatilità corrispondente in condizioni particolari d’uso. I rischi per la salute dell'uomo, causati dal contatto con queste sostanze, spaziano dal sorgere di irritazioni, fino alla formazione del cancro. Benzene, diclorometano, etilbenzene, formaldeide, n-esano, stirene, tetracloroetilene, toluene, tricloroetilene. 41 Click to edit Master title style COV NEL SETTORE LEGNO Le principali operazioni che producono emissioni di COV sono: Verniciatura (leganti, pigmenti, additivi, solventi e diluenti). Incollaggio (formaldeide e altri COV) Metodi di intervento: A MONTE • Cambiare le formulazioni di solventi e adesivi • Cambiare sistema di applicazione vernici A VALLE • Sistemi di abbattimento 42 Click to edit Master title style ESEMPIO EMISSIONE Collante con contenuto di solventi volatili pari a 5%. Consumo collante: 400g/m2 di superficie trattata. Rilascio: 20 g di COV ogni m2 trattato Vernice a solvente. 1Kg di vernice rilascia in atmosfera circa 600-700 g di solvente (parte volatile) Vernice all’acqua 1Kg di vernice rilascia in atmosfera circa 60-70 g 43 End of the pipe Click to edit Master title style LE TECNOLOGIE DI ABBATTIMENTO Metodi fisici adsorbimento Metodi chimici combustione assorbimento Metodi biologici biofiltrazione 44 Click to edit Master title style ADSORBIMENTO Processo nel quale un composto gassoso viene trattenuto sulla superficie di un solido (adsorbente) Si fa fluire l’aria da trattare attraverso un materiale poroso Interazione tra il materiale adsorbente e l’inquinante: adsorbimento chimico e quello fisico. il materiale, detto adsorbente, è in grado di trattenere gli inquinanti sulla sua superficie il flusso viene ripulito dai contaminanti volatili 45 Click to edit Master title style CARATTERISTICHE I processi di adsorbimento su carboni attivi, zeoliti sintetiche, gel di silice e allumina attivata sono caratterizzati da elevato rendimento (> 95%). Il refluo gassoso attraversa uno strato di granuli di sostanze porose ad alta area superficiale che trattengono i composti. Fenomeno di superficie Trattamento di sostanze ad alto peso molecolare (>40) e con punto di ebollizione minore di 150 °C. 46 Click to edit Master title style FUNZIONAMENTO t1: letto nuovo t3: letto saturo Il carbone attivo si satura a monte della zona di adsorbimento (AZ) mentre a valle è quasi completamente libero da adsorbati. AZ piccolo implica un’elevata capacità di adsorbimento. 47 Click to edit Master title style RIGENERAZIONE Limitata capacità di adsorbimento: è necessario smaltire o rigenerare i materiali adsorbenti. La rigenerazione consiste nel desorbimento degli inquinanti che può avvenire in modi diversi: facendo passare attraverso il letto di adsorbente un gas inerte caldo, scaldando il letto, utilizzando un flusso di vapor d’acqua che vada a sostituire le sostanze adsorbite, sfruttando una diminuzione della pressione dell’aria Metodo utilizzato per basse portate e basse concentrazioni (altrimenti richiederebbe una quantità notevole di adsorbente o recupero/rigenerazione frequenti). 48 Click to edit Master title style VARIABILI DI PROCESSO Capacità di adsorbimento: ammontare di materiale che può essere adsorbito dall’adsorbente (in genere nelle applicazioni operative per ogni 100 Kg di carbone attivo possono essere adsorbiti da 10 a 30 Kg di contaminante). Capacità di adsorbimento influenzata da: INQUINANTE • tipo e concentrazione di inquinante • peso molecolare degli inquinanti ADSORBENTE • area totale di materiale adsorbente impiegato • dimensione e forma dei pori • eventuale attività chimica CONDIZIONI DI PROCESSO • • • • • temperatura pressione umidità presenza di particolato tempo di contatto 49 Click to edit Master title style COMBUSTIONE Il processo di combustione è un processo di abbattimento distruttivo, che consiste nell’ossidazione delle sostanze organiche aerodisperse. L’effluente inquinato viene riscaldato e inviato alla camera di combustione. Prodotti della combustione: CO2 e H2O se i composti inquinanti sono costituiti solamente da C e H (se contengono Cl, F, S si possono formare vapori di HCl, HF, SO2 e vari altri inquinanti) NOx particolato inorganico rappresentato per lo più dalle ceneri del combustibile eventualmente utilizzato per alimentare la fiamma. Dopo ossidazione l’effluente può essere scaricato tal quale in atmosfera oppure necessitare di un ulteriore trattamento di abbattimento. 50 Click to edit Master title style CARATTERISTICHE La combustione, termica o catalitica, è un metodo estremamente efficace per l’abbattimento di composti organici volatili (VOC). Combustione termica (750-1000 °C) Combustione catalitica (200-400 °C) Grandi volumi gassosi a bassa concentrazione di COV Complessità di gestione ed elevati costi di investimento (nonostante apparati recuperativi e rigenerativi). 51 Click to edit Master title style TIPOLOGIE DI IMPIANTI TERMICI RECUPERATIVI IMPIANTI RIGENERATIVI CATALITICI 52 Click to edit Master title style COMBUSTORI TERMICI DI TIPO RECUPERATIVO Utilizzano uno scambiatore di calore ad aria con cui recuperano parte del calore prodotto durante la combustione (consumo di combustibile supplementare). Efficienza di recupero energetico: 30-80% 53 Click to edit Master title style COMBUSTORI TERMICI DI TIPO RIGENERATIVO utilizzano come scambiatori di calore dei letti di ceramica. i letti sono disposti in due zone, una all’entrata del flusso prima della camera di combustione; una all’uscita. Il letto in uscita recupera il calore del flusso già trattato, mentre l’altro lo rilascia al flusso in entrata. Ad intervalli regolari si invertire la direzione del flusso da trattare facendolo passare attraverso il letto che si è precedentemente riscaldato. Efficienza di recupero: 85-97% (consumo di combustibile supplementare molto basso). 54 Click to edit Master title style COMBUSTORI CATALITICI il flusso d’aria contaminato viene fatto passare attraverso un letto di materiale refrattario su cui è depositato il catalizzatore scambiatori termici per il recupero del calore impiegato per l’ossidazione dei contaminanti non adatto in presenza di composti solforati o alogenati: riducono l’attività del catalizzatore riducendo il numero di siti attivi disponibili per la catalisi dei composti organici (fenomeno di mascheramento). 55 Click to edit Master title style ROTOCONCENTRATORI Portate elevate e basse concentrazioni adosrbimento inquinanti su zeoliti miscela condotta in un sistema di abbattimento a combustione rigenerazione mediante il flussaggio di aria calda o di un gas inerte. 56 Click to edit Master title style ABSORBIMENTO Metodo per rimuovere selettivamente da una miscela gassosa uno dei componenti sfruttando la sua maggiore solubilità in un particolare solvente (in genere acqua). È una tecnologia molto usata per la rimozione di gas contaminanti (VOC) dall’aria. Diffusione del gas dalla fase gassosa a quella liquida Trasferimento del gas attraverso l’interfaccia gas-liquido Diffusione del gas all’interno del liquido 57 Click to edit Master title style SISTEMI DI ABBATTIMENTO A UMIDO (SCRUBBER) I contaminanti vengono assorbiti nella sostanza liquida. Fisico: i contaminanti si disciolgono nel mezzo liquido che funge da solvente; Chimico: gli inquinanti reagiscono chimicamente con il liquido o con opportuni reagenti presenti all’interno di esso (reazioni reversibili o irreversibili a seconda delle sostanze in gioco). R. reversibile: il liquido può essere recuperato dopo rigenerazione; R. irreversibile: il liquido deve essere smaltito e rimpiazzato. E’ utilizzato per inquinanti gassosi presenti ad alte percentuali in volume, o gas diluiti molto solubili. 58 Click to edit Master title style VARIABILI DA OTTIMIZZARE Contatto tra fase liquida e flusso d’aria inquinata Turbolenza (miscelazione tra gas e liquido) Tempo di contatto 59 Click to edit Master title style TIPOLOGIE DI SCRUBBER A UMIDO Torri a nebulizzazione Torri a piatti Torri a corpo di riempimento Sistema venturi 60 Click to edit Master title style TORRI A NEBULIZZAZIONE utilizzati per depurare le emissioni dai gas altamente solubili (per gas poco solubili è necessario aggiungere reattivi chimici). Dispositivi verticali e di grandi dimensioni (torri o colonne spray, dato che il liquido di lavaggio viene diffuso sotto forma di spray). Flusso d’aria da trattare fluisce all’interno della torre dalla parte inferiore, poi risale verso l’alto incontra in controcorrente lo spray emesso dagli ugelli. corrente coincidente: entrambi i flussi scendono verso il basso; corrente incrociata: il flusso d’aria fluisce orizzontalmente ed il liquido dall’alto verso il basso. 61 Click to edit Master title style TORRI A PIATTI liquido di lavaggio immesso dall’alto scende a cascata da un piatto all’altro La velocità del flusso d’aria fa sì che il liquido di lavaggio non scenda attraverso le aperture dei piatti (si comportano come dei veri e propri gorgogliatori) il flusso d’aria da depurare entra dalla parte inferiore del dispositivo piatti più elaborati: strutture per prolungare il tempo di contatto fluisce verso l’alto attraverso dei fori o delle valvole presenti sui piatti 62 Click edit Master title style TORRI A to CORPI DI RIEMPIMENTO contengono all’interno una gran quantità di oggetti di piccole dimensioni e di forma di solito elaborata 63 Click to edit Master title style CARATTERISTICHE I corpi di riempimento hanno un elevato rapporto superficie/volume e presentano allo stesso tempo delle aperture che consentono il passaggio del flusso d’aria trattato. il liquido scendendo si distribuisce su di un sottile velo che va a bagnare la vasta superficie del materiale utilizzato. si forma un’estesa area di contatto fra l’aria ed il liquido di lavaggio e l’abbattimento dei contaminanti risulta estremamente facilitato. il sistema si presta molto bene all’absorbimento di vapori e gas (soprattutto inorganici) e all’abbattimento del particolato fine purchè a bassa concentrazione. flusso controcorrente flusso incrociato flusso coincidente 64 Click to edit MasterVENTURI title style SISTEMI Utilizzati per inquinanti con elevata solubilità nel liquido di lavaggio. flusso d’aria accelerato con aumento velocità e turbolenza il liquido di lavaggio si nebulizza, aumento superficie di contatto, facilitando l’abbattimento degli inquinanti la sezione si allarga ed il flusso rallenta e perde la turbolenza, facilitando così la coesione delle goccioline e la loro precipitazione 65 Click to edit Master title style UTILIZZO REATTIVI CHIMICI La resa di abbattimento può essere aumentata con l’utilizzo di reattivi chimici: Soluzioni ossidanti (H2O2, O3) • ossidazione di prodotti solforati Soluzioni acide (H2SO4, HCl) • rimozione di composti azotati Soluzioni basiche (NaOH, Na2CO3) • rimozione di acidi organici e composti solforati Soluzioni basiche ossidanti (NaOCl, KMnO4) • rimozione di composti solforati ed aldeidi 66 Click to edit Master title style DRY SCRUBBER Camera di reazione riempita con pellets porose impregnate con uno o più reagenti chimici il flusso d’aria da depurare passa attraverso il mezzo poroso Allumina attivata, carboni attivati, zeoliti impregnati con KMnO4, KOH, H3PO4 Processo irreversibile: chemiadsorbimento I contaminanti gassosi sono adsorbiti e reagiscono chimicamente con i reattivi impregnati e formano prodotti di reazione solidi Usati generalmente per composti a basso peso molecolare: H2S, NH3, SO2. 67 Click to edit Master title style CARBONI ATTIVATI IMPREGNATI Possibilità di riporre l’adsorbente a strati Non si rigenera- utilizzo 6-12 mesi 68 Click to editBIOFILTRAZIONE Master title style Processo che sfrutta l’ossidazione biologica: l’aria contaminata viene fatta passare attraverso un mezzo nel quale sono presenti dei microrganismi in grado di decomporre gli inquinanti utilizzandoli come fonte di nutrimento. applicazioni economicamente più convenienti dei sistemi a combustione sia nella costruzione che nella manutenzione necessaria una buona progettazione per ottenere un utilizzo ottimale. gestione complessa per le molte variabili implicate 69 Click to edit Master title style UTILIZZO Concentrazioni trattate: BASSE (5-500 ppm). Efficienza abbattimento composti organici volatili: > 95% I letti di filtrazione sono generalmente alti 0,5-1,5m per evitare che il percorso del gas attraverso il biofiltro sia troppo breve, ma anche che aumenti troppo la caduta di pressione. La degradazione generalmente si compie nei primi 25 cm. Un tipico tempo di residenza è 0.3-12min (volume/portata). Tempi maggiori sono richiesti per composti particolarmente refrattari alla biodegradazione. Variabili da ottimizzare: temperatura, umidità, pH, nutrimento Gli impianti di abbattimento a biofiltrazione prevedono: un sistema per il trattamento del percolato, uno che garantisce il lavaggio del corpo filtrante uno che permette la somministrazione del nutrimento ai microrganismi nei periodi non operativi. 70 Click to edit Master title style TEMPERATURA • funghi, lieviti, muffe e soprattutto batteri (i più usati sono i batteri mesofilici) Microrgani è necessario condizionare le smi emissioni da trattare; se sono ad alta T si utilizza il raffreddamento evaporativo • biofiltro attivo, T tra i 20 e • tempo di trattamento più breve o forzato. Se si è in ambienti i 40°C freddi flusso scaldato con vapore. sopra i 40°C • diminuzione efficienza di abbattimento per morte dei microrganismi. • Si riduce la velocità metabolica delle reazioni Sotto i 20 • volumi filtranti maggiori °C 71 Click to edit MasterUMIDITA’ title style l’umidità viene rimossa velocemente, il numero dei batteri presenti crolla e l’efficienza di rimozione degli inquinanti diminuisce ECCESSO UMIDITÀ ARIA SECCA Efficienza abbattimento legata al numero di microrganismi presenti (dipende dal grado di umidità del mezzo filtrante). formazione condizione di anaerobiosi. La mancanza di O2 innesca una serie di reazioni di fermentazione e imputridimento che liberano nell’aria composti volatili puzzolenti. Il biofiltro diventa fonte di inquinamento. Progettazione ideale: flusso d’aria in entrata quasi a saturazione. L’umidità relativa può variare al mutare delle condizioni ambientali, per cui deve essere rilevata in stagioni diverse, a diverse ore del giorno e in occasione di 72 cambiamenti nei processi produttivi Click to edit Master title style NUTRIMENTO i biofiltri utilizzano degli organismi viventi quindi bisogna provvedere periodicamente al loro nutrimento. biofiltro utilizzato in modo pressochè continuativo, cercando cioè di evitare che i microrganismi muoiano per mancanza dell’apporto degli inquinanti. è necessario fornire un adeguato nutrimento che garantisca gli elementi fondamentali nel giusto rapporto quantitativo 73 Click to edit Master title style CONFRONTO TECNOLOGIE Trattamento Adsorbimento Combustione Assorbimento Biofiltrazione Portate Concentraz. Efficienza Basse Basse > 95% Alte Ampio range 95-99% Alte Medie 90% Ampio range Basse Fino a 99% Bassi Elevati Medi Bassi Bassa Poca Alta Elevata Media Elevata Bassa Bassa Consumo acqua 0 0 Elevato Elevato Rifiuti generati Carboni saturi Composti gassosi Fanghi e reagenti esausti Sostituzione letto / percolato Costi installazione Energia Manutenz. 74 Click to edit Master title style FONTI IMMAGINI Less dust brochure da http://www.clr-news.org Opuscolo informativo per RLS Regione Veneto http://www.nonsoloaria.com http://www.aerofiltri.it http://www.energie-environnement.ch http://www.studioica.it/carboni_attivi.htm http://www.edie.net Cooper C. D., Alley F.C. “Air Pollution Control: A Design Approach”. 3rd Ed. Propsect Heights (IL): Waveland Press Inc, 2002. http://students.chem.tue.nl http://www.labiotest.com Questo documento non potrà essere copiato, riprodotto o altrimenti pubblicato in tutto o in parte senza consenso dell’autore 75