Ballo a tre passi - Studio PUNTOeVIRGOLA
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Ballo a tre passi - Studio PUNTOeVIRGOLA
18. Settimana Internazionale della Critica presenta un film di Salvatore Mereu con Yael Abecassis Caroline Ducey Gianluca prodotto da Arcopinto e Andrea USCITA: SETTEMBRE 2003 Ufficio Stampa Studio PUNTOeVIRGOLA Occhipinti Cast Tecnico regia S ALVATORE MEREU soggetto e sceneggiatura S ALVATORE MEREU fotografia montaggio scenografia RENATO BERTA T OMMASO BORGSTROM PAOLO BRAVI NICOLAS FRANIK PAOLA FREDDI GIADA CALABRIA costumi S ILVIA NEBIOLO S TEFANIA GRILLI VALENTINA SCALIA suono EMANUELE CECERE musica fonico di mix organizzatore generale produzione esecutiva produzione distribuzione ufficio stampa GIAMPAOLO MELE CORRIGA eseguita dal CORO DI NUORO MARCO SAITTA PATRIZIA DI LENARDO PABLO realizzata da GIANCARLO CIANCA GIANLUCA ARCOPINTO e ANDREA OCCHIPINTI per EYESCREEN EYESCREEN / LUCKY RED Studio PUNTOeVIRGOLA Olivia Alighiero e Flavia Schiavi TEL. +39.06.39388909 CELL.+335.6303795; +335.6793144 [email protected] Italia 2003 colore Durata: 106’ Con il contributo della Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività culturali 2 Cast Artistico primavera Andrea Macangiu Peppeddu Istene Marieddu Padre Marieddu Daniele Casula Mauro Frongia Angelo Botti Sebastiano Lai Tonino Fulgheri Francesco Vedele estate Michele Solveig Massimo Peppuccia Peppeddu Pera Michele Carboni Caroline Ducey Massimo Sarchielli Roberta Perra Francesco Barracca Domenico Arba autunno Francesca Ziu Predu Giuseppe Simona Maddalena Luca Agustin Giovanna Yael Abecassis Pietro Arba Simone Frongia Lisa Chessa Pietrina Menneas Carmine Recano Agostino Sale Emiliana Gimelli inverno Giorgio Palla Travestito Giampaolo Loddo Rossella Bergo Alexandra Brancaccio 3 Sinossi Il piccolo Andrea è alle prese con un topo, che casualmente si è piazzato davanti al nascondiglio del suo costume da bagno. Grazie all’aiuto provvidenziale di un secchio Andrea può raggiungere gli amici e correre a vedere finalmente il mare per la prima volta. Lungo la strada che li porta alla spiaggia i bambini incontrano Michele che col suo gregge comincia a transumare verso la montagna alla ricerca di nuovi pascoli. Per tutta l’estate Michele ripara in una piccola baracca di fortuna, cercando di strappare al caldo l’ultimo verde che la montagna gli ha conservato. Ogni sera munge il suo gregge e la mattina seguente prepara il formaggio secondo un rito millenario che non ammette evasioni. Soltanto qualche volta scende a valle per portare a Massimo un po’ del suo formaggio. L’amico toscano gestisce un bar e un piccolo campo di volo nei pressi di una spiaggia. Qui Michele vede per la prima volta Solveig. La prima apparizione, direttamente dal cielo a bordo del suo aliante, pare come in un incantesimo. Grazie a Solveig Michele riesce ad essere uomo per la prima volta. E’ arrivato l’autunno e a casa di Ziu Predu, che con Michele divide l’ovile in montagna, fervono i preparativi per il matrimonio di Simona, sua nipote. Per l’occasione è tornata anche Francesca, sua figlia, monaca presso un convento del Carmelo. Ziu Predu la attende trepidante nella piazza del paese e l’incontro, dopo tanti anni, è molto emozionante per entrambi. Negli scantinati del palazzo in cui abita la famiglia sono iniziati già i festeggiamenti per le nozze. Francesca vi prende parte con una certa emozione. Non ha più visto così tanta gente da quando è entrata in convento e nell’entusiasmo generale si lascia trascinare a cantare in compagnia. Alla sera, di nuovo sola nella sua camera, Francesca pare turbata. Il 4 giorno dopo il banchetto viene rovinato da un improvviso temporale. Quando la festa ricomincia e tutti hanno preso a ballare il ballo a tre passi per Francesca è già ora di andare. Sull’autobus che la riporta nuovamente in convento guarda un ultima volta gli sposi certa di non poter tornare più indietro. Anche Giorgio ha potuto partecipare alla festa. Una foto di quella giornata, che lo ritrae insieme a Francesca e a Ziu Predu, è arrivata improvvisamente e gli tiene compagnia tutto il giorno in attesa dell’ incontro con Palla. Quello è il giorno del suo vitalizio e quello è il giorno per Palla. Per prepararsi all’incontro ha scelto il suo vestito migliore e imbandito al meglio la tavola del suo piccolo appartamento. Ma quel giorno curiosamente il loro incontro finisce in un prato… 5 Note di regia Vi può essere argomento migliore per descrive la natura e le ambizioni di un film più dell’urgenza di farlo? Confidando proprio in quest’istinto che ci si augura scaturisca sempre da una tensione autentica mi sono progressivamente convinto che per Ballo a tre passi non dovesse esserci altra preoccupazione e altra ambizione se non quella di provare a restituire sullo schermo un pezzo di vita vera così come l’avevo vista o vissuta. Ho provato a cumulare questo insieme di emozioni e di suggestioni in una struttura narrativa di tipo “corale”, che non ha evidenti rapporti di causa ed effetto, se non nella contiguità fisica tra alcuni protagonisti, seguendo attraverso il corso di quattro stagioni, che volutamente coincidono con l’età anagrafica dei personaggi, le “giornate particolari” di Andrea, Peppeddu, Istene, Macangiu, Michele, Francesca e Giorgio, i cui destini oltre che intersecarsi paiono accomunati da una medesima fatale e ineluttabile condizione di isolamento. Lo sfondo è quello della Sardegna dei miei giorni. Un luogo privato, qualche volta semplicemente vagheggiato, che nasce sempre dall’esperienza personale, quasi sempre riconoscibile seppur rivissuto attraverso la necessaria mediazione di un racconto. Ho infatti conosciuto nelle montagne del Supramonte personaggi “esemplari” come quello di Michele, che nella sua emblematica condizione di ancestrale isolamento, rappresenta probabilmente oggi l’ultimo romantico baluardo di una civiltà, quella della pastorizia nomade e transumante, votata irrimediabilmente all’estinzione. Così come a Desulo, un paese della regione montana del Gennargentu, ho potuto incontrare i bambini che corrono a conoscere il mare, conducendo per conto dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico una piccola inchiesta sui bambini delle zone interne. Vivendo a contatto 6 con loro, sono diventato involontariamente depositario dei loro sentimenti e delle loro aspettative e devo dire che buona parte delle forze per affrontare questo film mi sono venute ricordando i loro occhi. C’è un cinema che ha dato nobilmente voce a questa umanità, e che oggi porta il nome di Kiarostami, dei fratelli Dardenne e di Amelio, e che si rifà ad una tradizione tutta italiana iniziata da Rossellini e De Sica. Un cinema che insegue la vita, che attinge verità direttamente dai luoghi che originano il racconto, che rinuncia programmaticamente ad ogni inutile involucro, che fa dell’immediatezza la cifra della sua rappresentazione. A questo cinema, da neofita, ho voluto richiamarmi, rinunciando ad ogni opulenza, ad ogni ricostruzione, ad ogni inutile surrogato scenografico (se non per la scena finale del film) e, soprattutto, al compromettente peso di una voluminosa macchina cinematografica che avrebbe finito per schiacciare quelle scintille di vita che ho disperatamente cercato di provocare appellandomi a degli interpreti che, nella stragrande maggioranza dei casi, oltre ad avere le qualità fisiche e morali dei personaggi che interpretano, provengono da un tessuto analogo a quello raccontato. 7 Salvatore Mereu Salvatore Mereu è nato a Dorgali in provincia di Nuoro nel 1965. Ha studiato cinema all’ Università di Bologna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e successivamente presso la Scuola Nazionale di Cinema dove nel 1997 ha conseguito il diploma in regia. Come allievo della scuola ha realizzato due cortometraggi: Prima della Fucilazione (Sacher festival, Locarno, Torino) e Miguel (Clermont Ferrand, Annecy, Bologna Visioni Italiane premio Axelotil) Ballo a tre passi è il suo primo lungometraggio. Da alcuni anni alterna quest’ attività con quella di insegnante di educazione all’ immagine. 8 Yael Abecassis Attrice israeliana nata nel 1967 famosa per aver interpretato i film di Amos Gitai. Tra i film interpretati: Pour Sacha di Alexandre Arcady (1991); Sipurei Tel-Aviv di Ayelet Menahemi e Nirit Yaron (1992); Zarim Balayla di Serge Ankri (1993); Ha-Yerusha di Amnon Rubinstein (1993); L’Enfant d'Israel di Franck Apprederis (1997); Kadosh di Amos Gitai (1999); Shabatot VeHagim di Rani Blair (serie Tv - 1999); Maria, figlia del suo figlio di Fabrizio Costa (Film Tv – 2000); Bella ciao di Stéphane Giusti (2001); Alila (2003) di Amos Gitai. Caroline Ducey Nata a parigi nel 1977 esordisce sul grande schermo nel 1994 con Trop de bonheur di Cédric Kahn. In seguito ha interpretato: Noël! Noël!, de Claire Mercier (1995); Famille Je Vous Hais, de Bruno Bontzolakis (1997); L'amour Prisonnier, di Yves Thomas (telefilm - 1998); L'inventaire, di Caroline Huppert (telefilm - 1998); Innocent, di Costa Natsis (1999); Romance, di Catherine Breillat (1999) ; Petit Ben, di Ismaël Ferroukhi (1999 – telefilm); La Chambre Obscure, di MarieChristine Questerbert (2000); Entre Deux Rails, di Claire Jeanteur (mediometraggio .- 2000); Porte-Bohneur, di JeanLuc Perreard (cortometraggio – 2000) ; Le Trèfle À Quatre Feuilles, di Tiéri Barié (2000 – mediometraggio); Carrément Á L'ouest, di Jacques Doillon (2001); La Cage di Alain Raoust (2002); Prendimi l’anima di Roberto Faenza (2003); Schimkent Hotel di Charles de Meaux (2003). 9