Report Budva 2010 Fiera dell`alimentazione
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Report Budva 2010 Fiera dell`alimentazione
02/04/2010 Copertina evento e pagina “barletta food” 1 Report della Fiera Agroalimentare di Budva. 17-20 Marzo 2010. Questa esperienza ci ha confermato ciò che avevamo individuato nella nostra precedente visita: il Montenegro e ciò che esso rappresenta (area dei Balcani, in particolare della Serbia) soprattutto per il settore turistico, è un’ottima opportunità per le aziende agroalimentari della nostra città. Le stime parlano di un notevole apprezzamento per i prodotti italiani e di una continua ricerca di aziende da rappresentare nel territorio. Altra considerazione da fare è relativa all’enorme presenza di turisti da aprile ad ottobre, nella zona costiera del Montenegro (Budva in testa) che è caratterizzata da un turismo medio alto con buona disponibilità economica, attratto notevolmente dai prodotti e dalla cucina italiana. Si leggono molti menù in italiano con piatti italiani ma che sono ben lontani dalla nostra cucina. Barletta food, potrebbe diventare un brand che raccoglie permanentemente le aziende che in questa fase hanno aderito e che si potrebbe far promotore della conoscenza dei prodotti e della nostra cucina. La formula del consorzio per individuare un distretto alimentare territoriale, potrebbe essere perseguita. Un professionista, in grado di realizzare un progetto di fattibilità in tal senso, potrebbe essere attivato. Naturalmente possono essere individuate anche altre forme associative. I quattro giorni della Fiera di Budva (17-20.03 – 2010) che ha visto lo stand di “Barletta Food” al centro dell’attenzione di buyers e operatori del Montenegro, sono stati preceduti da una intensa attività organizzativa e promozionale. La selezione, il contatto e la valutazione delle aziende aventi i requisiti idonei a un’operazione commerciale e di marketing di questa portata, ha richiesto da parte della Amministrazione Comunale di Barletta e della Mediad, organizzatrice dell’evento un grande impegno in termini di analisi del mercato, presenza sul posto e di contatti con le istituzioni locali. Desideriamo fare presente che insieme siamo riusciti a portare in una sola volta e del tutto senza costi per i partecipanti, più aziende di quante normalmente ne partono collettivamente da un qualsiasi distretto produttivo per manifestazioni similari. 2 Il brand “Barletta food" che ha raccolto in un unico marchio le 15 aziende che hanno partecipato alla manifestazione ha suscitato un vivo interesse che è stato accompagnato da una continua presenza nello stand di operatori al dettaglio, come di compratori di aziende della piccola e media distribuzione che rappresentano il target di riferimento di tutti i produttori partecipanti. Il livello di qualità raggiunto dai nostri produttori sia in termini di prodotto che di immagine, aggiunto al sempre forte appeal del “Made in Italy” e alla efficace comunicazione dello stand hanno fatto si che lo stand fosse un punto di riferimento continuo per tutti i visitatori. La presenza nello stand dell’Ambasciatore Dott. Barbanti, del Ministro dell’Agricoltura Montenegrino e della responsabile I.C.E. per il Montenegro, ha testimoniato l’importanza che le massime Istituzioni dei due paesi attribuiscono a questa operazione. Infatti le dichiarazioni che hanno rilasciato alla stampa e alla televisioni locali hanno ribadito la volontà di rinsaldare e rendere più efficace la collaborazione tra Barletta e il Montenegro anche nell’area turistico culinario. Il bilancio di questa prima iniziativa di Barletta Food nell’area Balcanica è sicuramente positivo. L’area dei Balcani, è sicuramente un mercato che in prospettiva diventerà sempre più importante per l’importazione dei nostri prodotti i quali sono stati accolti con grandissimo interesse. Organizzare eventi con l’appoggio convinto delle massime Istituzioni montenegrine, ci permetterà di entrare in quel mercato da una porta principale. La formula avviata con il Montenegro, potrà essere ripetuta per altri mercati che si andranno ad individuare in maniera collegiale (tra le aziende aderenti e l’Amministrazione Comunale). Analisi dei prodotti Questa sintetica analisi vuole indicare quali possono essere gli obiettivi che le aziende aderenti a BARLETTA FOOD possono perseguire. A nostro avviso, più che vendere in maniera isolata, dobbiamo ricercare una struttura montenegrina che avvii un punto vendita-espositivo-distributivo dei prodotti. I prodotti che hanno fatto registrare un lusinghiero interesse sono stati: i confetti, i taralli, i coni per gelato, caffè. Gli altri prodotti (pasta fresca, vino, olio, sottolio o sottaceti) vengono considerati prodotti di segmento altissimo (vino e olio) o non conosciuti (pasta fresca, sottaceti-sottolio). 3 La pasta Italiana secca (Barilla come top seller, ed altri brands di seconda fascia) è già presente solo nella grande distribuzione. Grande distribuzione significa due catene (ELA e PANTO) per un numero imprecisato di P.V. che pensiamo essere intorno ad un massimo di 80/100 in tutto il paese. Il mark up rispetto ai nostri standard è pari al 2.5: 0,70 cent. = 1.90 € La pasta fresca è del tutto sconosciuta. Il suo utilizzo è legato allo sviluppo della formazione culinarea per dimostrazioni pratiche (un progetto di cui parleremo successivamente). La pasta secca trova riscontro sopratutto nei ristoranti che adoperano prodotti Italiani o nel consumo delle famiglie già abituate anche visivamente ai nostri prodotti. Ricordiamo che in Montenegro arriva regolarmente da anni la prima e la seconda rete Rai che funge da modello di riferimento e da apripista per prodotti o tendenze. Ci conforta sapere che nel mondo, la pasta secca, in termini generali è l’unica voce delle esportazioni alimentari che ha raggiunto nel 2009 un incremento del 10% su base annua. Introdurre la pasta in Montenegro significa quindi organizzare un’incontro conoscitivo con la grande distribuzione attraverso l’ICE o l’Ambasciata o l’Associazione degli Industriali Montenegrina. A sostegno della azione di penetrazione commerciale, vanno studiate iniziative culinarie promozionali in Montenegro che esporremo in altre sedi. Il caffè è tradizionalmente Italiano in ogni sua declinazione. Ne abbiamo registrato un consumo a tutti i livelli. Bar, ristoranti, supermercati. ROSITO può fare bene. I competitor presenti sono: caffè Bruno, Kimbo, Cavaliere, Saicaf, Illy. Coni per gelati: quelli presenti sul mercato Slavo sono cari e non di qualità. Se “La Disfida” supera queste due barriere (prezzo e qualità) si può aprire una distribuzione che apre un grosso mercato che va dal Montenegro alla Russia. Gli ordini sono estremamente interessanti. I pagamenti regolari con lettera di credito. Confetti, bon bon ed effervescenti: Sono stati accolti bene in quanto visti come dolci. Non conoscono i “ tenerelli”, sono un prodotto di nicchia, come del resto lo sono da noi e tra l’altro molto legati a particolari periodi dell’anno. Non sappiamo se facendo una politica di prezzo possano essere introdotti dove e come. Alla fiera erano presenti i confetti di Giovanni Mucci. Olio e vino incontrano una barriera all’ingresso rappresentata da una produzione locale che seppure improponibile in termini di confronto qualitativo con il nostro olio, è sempre molto radicato nelle abitudini alimentari del paese. I nostri prezzi sono troppo alti se rapportati al loro stile 4 alimentare. Olio extra vergine e vino sono percepiti come prodotti di nicchia estrema. La loro presenza è giustificata solo in locali dove si promuove una cucina italiana. Si è riscontrato un buon successo di pubblico nello stand (in quanto gratis e aperti alla degustazione di tutti), dei prodotti caseari freschi, come i latticini, mozzarelle, formaggi semistagionati, che non appartengono alla loro cultura culinaria. Anche in questo caso, la loro “esportazione” è legata ad una forte promozione della cucina e della gastronomia italiana. Taralli: questo è un prodotto che a nostro avviso, può far registrare un ottimo inserimento. Il notevole numero di pub, locali pubblici sul mare e l’abitudine di consumare birra (ottima quella locale) e vino, può sicuramente provocare grande interesse nei confronti di questo nostro “unico” prodotto. Una buona campagna di comunicazione con relativa degustazione, può servire alla “causa”. Sottolio: il prodotto (in termini di varietà) in quanto tale è poco o addirittura sconosciuto. Esiste una filiera conserviera Montenegrina (funghi sott’olio) che cerca di affermarsi all’estero. Il prodotto è spontaneo e abbondante. Le aziende che conservano un po’ meno. Sarebbe interessante proporre l’azione opposta: portare in Italia il prodotto montenegrino. Prezzi e costi sono certamente inferiori. Conclusioni Se vogliamo continuare, ed è auspicabile, questa azione di penetrazione nel mercato Montenegrino/Balcani, dobbiamo fin da ora definire alcune iniziative e calendarizzarle. Questo ci consentirebbe di organizzarle al meglio e di ottenere il massimo della visibilità. 5