2647 — ATTI »IVERgl - Camera dei deputati

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2647 — ATTI »IVERgl - Camera dei deputati
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T ORN AT A
D E LL'l l
GIU GN O
1851
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CAVALIERE PESTELLI.
SOMMARIO. Atti diversi —Seguito della discussione sulla riforma della tariffa doganale, e sulla soppressione del porto
franco di Nizza —Repliche del deputato Deforesta e del relatore Farina Paolo —Proposizione del deputato Savina e
relativo svolgimento —Osservazioni ed emendamento del ministro delle finanze —Reiezione della proposta dei deputati
del Nicese —Proposizione sospensiva del relatore Farina Paolo su quella del deputato Bavina —Osservazioni dei deputati Iosti e Lanza —Questioni sull'ordine delladiscussione —Reiezione dellaproposta sospensiva —Proposizioni dei deputati Mellana eIosti —Mozione del deputato Jacquier, e risposta del ministro delle finanze —Reiezione della proposta
Mellana —Incidente sull'ordine della votazione delleproposizioni esulla divisione— Approvazione dellaproposta Ravina
emendata dal ministro delle-finanze—Presentazione di unprogetto di legge del ministro degli affari esteriper un trattato
di commercio colla Svizzera.
La seduta è aperta alle ore due pomeridiane.
BRICCONE, segretario, dà lettura del processo verbale
delle due tornate di ieri.
VIRENTI, segretario, espone il seguente sunto delle petizioni ultimamente presentate alla Camera:
5954. 548 fabbricanti e distributori di liquori in Piemonte,
narrati i gravami e le vessazioni a cui soggiacciono per effetto della gabella accensata, chiedono che , a seconda dell'eguaglianza voluta dallo Statuto, essi vengano assimilati
ai distillatori di quelle provincie che vanno esenti da simile balzello, e che almeno si ponga senza dilazione termine all'appalto di quest'imposta, e vi si sostituisca un diritto di patente.
3955, La civica amministrazione dì Ventimiglia propone stabilirsi per legge che gl'incanti nell'interesse dei
comuni siano tutti indistintamente operati dai rispettivi
Consigli.
PRE8IDE1TE. La Camera non essendo ancora in numero,
si procede all'appello nominale.
(Questo viene interrotto al sopr aggiunger e di deputati
che compongono il numero richiesto per deliberare.)
La Camera essendo ora in numero, sottopongo alla sua approvazione il processo verbale delle due tornate di ieri,
( La Camera approva. )
ATTI »IVERgl,
RICOTTI. Nella petizione 5955, il Consiglio comunale di
Ventimiglia propone che si stabilisca per legge che gl'incanti
nell'interesse dei comuni siano tutti indistintamente operati
dai rispettivi Consigli, anziché nel capoluogo dell'intendenza
generale.
Siccome questa petizione riflette un provvedimento che
deve far oggetto della legge sulla riforma dell'amministrazione provinciale e municipale, io pregherei la Camera perchè volesse mandarla alia Commissione incaricata di riferire
su quella legge medesima.
PRESIDENTE. Secondo i precedenti della Camera, la
petizione cui accennava il deputato Ricotti sarà comuni-
cata alla Commissione incaricata dell'esame del progetto di
legge per la riforma dell'amministrazione provinciale e comunale.
Il signor C. Alberti fa omaggio alla Camera di 150 esemplari d'una sua memoria intitolata: Di alcune difficoltà sul
progetto di cessione della strada ferrata, e dei mezzi con cui
supplirvi.
Il signor Corsi Carlo fa omaggio di parecchi esemplari della
2 parte della sua opera : Dell'esercito piemontese e della sua
organizzazione.
a
SEOUITO ILFIHA DISCUSSIONE DKK PROGETTO AI
M« 6 K PER LÀ RIFORMA. 9»ELILIA TARIFFA DO€»ANAIIE E SUI« PORTO FRANCO DI NIZZA.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno porta il seguito della
discussione del progetto di riforma della tariffa doganale.
Continua il dibattimento relativo al porto franco di Nizza.
Avrebbe ora la parola il deputato Leotardi.
EJEOTARDX. Je renonce à la parole. (Bene!)
PRESIDENTE. Allora la parola è al signor Deforesta, che
l'ha chiesta ieri sera per un fatto personale.
DEFORESTA. Signori, riconoscente dell'attenzione cui la
Camera mi favoriva nella seduta di sabbato, nè volendo abusarne, io era nell'intenzione di non prendere più la parofa io
questa discussione. Il discorso però tenuto ieri sera dall'onorevole deputato Lanza mi ha obbligato a recedere da tale mia
determinazione, non potendo dispensarmi di entrare in alcune spiegazioni sopra fatti personali, e rispondere a parecchi argomenti, i quali addotti da sì autorevole oratore
com'egli è, e presentati con tanta maestria, potrebbero aver
fatto qualche senso alla Camera.
L'onorevole deputato Lanza esordiva dicendo aver egli
udito il mio discorso con sommo dolore, ed essersi afflitto
dacché io avessi menzionati i diritti che la contea di Nizza
crede competerle in ordine alle franchigie che fanno l'oggetto delle attuali vostre meditazioni, e per appoggiarli avessi
invocato le carte del medio evo*.
A me pare però, o signori, che il Parlamento non doveva
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CAMERA D E I D E P U T A T I
t a n t o affliggersi p e r c h è un cittadino, un c o m u n e o una p r o vincia q u a l u n q u e , c r e d e n d o a v e r e dei d i r i t t i , n e faccia g i u dice la C a m e r a , senza discussione, e senza insistervi sopra
ostinatamente.
P e r altra p a r t e , p a r m i anche che invece di r a t t r i s t a r s i , il
signor d e p u t a t o Lanza al s e n t i r e che si m e n z i o n a s s e r o ! diritti
d e r i v a n t i da patti d e d i t i z i , egli avesse anzi motivo di cong r a t u l a r s i n e l l ' u d i r e i r a p p r e s e n t a n t i della c o n t e a di Nizza
d i c h i a r a r e di non v o l e r insistere pei m e d e s i m i , i n v o c a r e solt a n t o la vostra e q u i t à e g i u s t i z i a , ed esporvi u n i c a m e n t e le
loro condizioni e c o n o m i c h e .
Affermava il d e p u t a t o Lanza, di e s s e r e staio del pari cont r i s t a t o n e l l ' u d i r e che io avessi d i c h i a r a t o , che se q u a l c h e
altra provincia dello Stato c r e d e s s e di a v e r e d i r i t t i , la cui
giustizia dovesse e s s e r e dal Governo e dalla Camera r i c o nosciuta, io sarei stato il p r i m o a s o r g e r e p e r appoggiarla.
P a r e a m e che anche siffatta dichiarazione a v r e b b e dovuto
esser oggetto per lui di c o n g r a t u l a z i o n e . Del r i m a n e n t e io
vado persuaso c h e , q u a n d o si t r a t t a s s e di a p p o g g i a r e un dir i t t o , o di propugisare una cosa che a p p a r i s s e g i u s t a , benché
v i v a m e n t e il b r a m a s s i , io non sarei il p r i m o ad a l z a r m i , ma
sarei anzi il secondo, poiché il d e p u t a t o Lanza mi a v r e b b e
preceduto.
Spiaceva a n c h e al m e d e s i m o che io avessi osservato che il
p o r t o franco di Nizza non a r r e c a pregiudizio alle a l t r e Pr ovincie della zona o l e i f e r a , in q u a n t o che p e r esso noi
n o n possiamo f a r c o n c o r r e n z a p e r gli olii nei mercati del
Piemonte.
Mi giova f a r e n o t a r e che con q u e s t o riflesso non ho fatto
a l t r o che r i s p o n d e r e ad un o b b i e t t o che era s t a t o mosso
da altro d e p u t a t o , il q u a l e per c h i e d e r e l'abolizione del p o r t o
f r a n c o di Nizza, si fondava sul pregiudizio che le Provincie
finitime potevano r i s e n t i r n e .
Io volli s o l a m e n t e far p e r s u a s a la C a m e r a , che non p r e giudizio, ma vantaggio recava a q u e l l e provincie il p o r t o
f r a n c o di Nizza.
L'onorevole Lanza diceva infine a v e r e inteso non solo con
d i s p i a c e r e , ma ben a n c h e con i s t u p o r e , che io avessi eccitato
dei sospetti c o n t r o le p e r s o n e che credeva p o t e s s e r o e s s e r e
nell'intenzione di votare c o n t r o il p o r t o franco di Nizza. Faccio
le mie scuse all'onorevole signor p r e o p i n a n t e , ma mi p e r m e t t a di dirgli che tali al c e r t o non f u r o n o le mie p a r o l e ; io
non poteva d i r e ciò che non ho mai p e n s a t o , n é p e n s e r ò mai.
Io ho voluto solo r a p p r e s e n t a r e alla Camera l'origine
delle petizioni che e r a n o state invocate da u n o degli o n o revoli p r e o p i n a n t i ; a q u e s t o mi sono accinto con r i n c r e s c i m e n t o , ma e r a d i r i t t o , e più che d i r i t t o e r a necessità il
farlo.
Passando poi a r a g i o n a r e sulla q u e s t i o n e , osservava l ' o n o r e v o l e d e p u t a t o L a n z a non essere c o n v e n i e n t e p a r a g o n a r e l'imp o r t a r e delie imposte che sono p a g a t e da una provincia colla
popolazione della m e d e s i m a . Io sono in ciò p i e n a m e n t e con
lui c o n c o r d e , e nella seduta di s a b b a t o già aveva f a t t o p r e s e n t e q u e s t ' o s s e r v a z i o n e , ed aveva perciò p a r a g o n a t o l ' i m p o r t o delle imposte che nello stato a t t u a l e della legislazione
pesano a carico della provincia di Nizza, coi p r o d o t t i delia
m e d e s i m a che n o t e r ò passando non costituire il r e d d i t o se
non d e d o t t e le spese di c o l t u r a .
Seguitando tuttavia l ' a r g o m e n t a z i o n e su q u e s t o stesso conf r o n t o delle i m p o s t e colla popolazione, i'onorevole d e p u t a t o
Lanza osservava che la provincia di Nizza, p e n d e n t e l ' e s e r cizio del 1847, non aveva pagato a l t r e i m p o s t e che p e r la
§omoia di 1 , 6 4 5 , 0 0 0 lire.
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SESSIONE DEL
1851
Io credo che l ' o n o r e v o l e d e p u t a t o Piccon nella s e d u t a di
ieri sera abbia già abbastanza spiegalo alia Camera che se è
v e r o che in r e a l t à il pubblico tesoro non ha p e r c e p i t o dalla
provincia di Nizza nell'esercizio del 1847 che la somma di
1 , 6 4 3 , 0 0 0 l i r e , è p e r ò i n c o n t e s t a b i l e , se si f a n n o le d e b i t e
r e t t i f i c a z i o n i , che io non r i p e t e r ò , a t t e s o c h é , t o r n o a d i r e ,
credo siano state b a s t a n t e m e n t e s p i e g a t e dal mio amico d e p u t a t o Piccon, si vede c h i a r o che l ' i m p o r t o totale delle i m poste che in quello stesso esercizio s a r e b b e r o s t a t e a carico
della provincia di Nizza, ove non fossero occorse s t r a o r d i n a r i e circostanze non s a r e b b e stato m i n o r e della s o m m a
di 1 , 9 7 7 , 0 0 0 lire.
Osservava q u i n d i l'onorevole signor d e p u t a t o Lanza che
n e l l ' i m p o r t o di q u e s t e imposte figurano per u n a s o m m a r a g g u a r d e v o l e i tabacchi, il lotto e le d o g a n e .
Q u a n t o ai tabacchi, egli diceva, la somma p a r e s p r o p o r zionata alla popolazione della provincia di Nizza, ed e s s e r e
perciò da c r e d e r e che una p a r t e di q u e s t i siano e s t r a t t i p e r
portarla nelle provincie finitime, dal che deduceva la conseguenza che non t u t t e le s o m m e ricavatesi pei tabacchi le
quali ascendono a lire 4 0 0 , 0 0 0 s a r e b b e r o uscite, direi c o s i ,
dalla scarsella dei Nicesi.
Io p e r ò p r e g o l'onorevole d e p u t a t o Lanza ad o s s e r v a r e che
dallo spoglio stesso della p r o v i n c i a di Oneglia risulta che
questa p r o v i n c i a , la quale ha la m e t à circa di popolazione di
quella di Nizza, ha a p p u n t o un i n t r o i t o dei tabacchi della
m e t à di quello che ha a v u t o la provincia di Nizza. Questo
solo d a t o lo p e r s u a d e r à che r e a l m e n t e i tabacchi, il cui im~
porto figura nello spoglio c o m e pagato dalla provincia di
Nizza, siano stati r e a l m e n t e c o n s u m a t i dalla m e d e s i m a . D ' a l t r o n d e tutti sanno che dei tabacchi n o n si può f a r e g r a n
commercio.
Q u a n t o al lotto, egli diceva che la s o m m a p a r e a n c h e spro*
porzionata alla popolazione, p a r a g o n a n d o l a c o l l ' i m p o r t o del
lotto nelle a l t r e p r o v i n c i e .
D u e spiegazioni p e r s u a d e r a n n o l ' o n o r e v o l e signor p r e o p i n a n t e che in q u e s t o non vi è nulla di s t r a o r d i n a r i o .
In p r i m o luogo il ricavo del lotto è s e m p r e m a g g i o r e
dove vi è un maggior c o n c e n t r i c o di popolazione» t'na p r o vincia sia p u r n u m e r o s a , se in essa non vi è un c o n s i d e r e v o l e c e n t r o di p o p o l a z i o n e , il lotto non r e n d e g r a n
c h e , p e r c h è nei piccoli c o m u n i , nei luoghi l o n t a n i dalle
città q u e s t o vizio del lotto, v e r a m e n t e l a m e n t e v o l e , è s e m p r e
minore.
Un altro motivo che v i e n e a p r o v a r e m a g g i o r m e n t e q u a n t o
noi p u r t r o p p o a f f e r m i a m o si è a p p u n t o la maggior n o s t r a
miseria.
È fatto c o s t a n t e , r i c o n o s c i u t o da t u t t i , e in tutti i paesi,
che là si giuoca m a g g i o r m e n t e dove vi è maggior m i s e r i a .
Le p e r s o n e agiate, salve a l c u n e eccezioni, non t e n t a n o la
f o r t u n a del lotto.
Q u a n t o alle d o g a n e , io tengo p e r f e r m o che la totalità
della somma che si è nella provincia di Nizza ricavata p e r
esse, è stata s o p p o r t a t a t u t t a dalla m e d e s i m a . Voi sapete che
finora, s t a n t e il p o r t o f r a n c o , noi non abbiamo la dogana c h e
sovra i cereali. Questi non si t r a s p o r t a n o a l t r o v e ; q u i n d i la
dogana che a b b i a m o pagata è r e a l m e n t e stata in totalità a carico della provincia di Nizza. Se n o n c h é l'onorevole d e p u t a t o
Lanza accennava una circostanza da cui p o t r e b b e r i s u l t a r e
m e n o esatto q u a n t o io a f f e r m o , accennava alla f a r i n a , di cui
un o n o r e v o l e p r e o p i n a n t e aveva detto che si faceva molta
e s p o r t a z i o n e dalla città di Nizza.
I o , o s i g n o r i , non n e g h e r ò che negli a n n i scorsi, forse d u e
o t r e anni fà, q u a l c h e piccola q u a n t i t à di f a r i n a sia I t a l a
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TORNATA
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DELL'11
esportata dalla città di Nizza, e portata da uno o due m e r canti nella città di San Remo; ma posso assicurare la Camera
che quelle quantità di farina, alìe quali si alludeva, erano
minime, ed io sono certo che quel commercio ha cessato i n tieramente al giorno d'oggi.
Soggiungeva l'onorevole deputato Lanza, che quel dazio
sui cereali, anche supposto che non si esportino cereali dalla
provincia di Nizza in provincie finitime, non deve considerarsi come sopportato da una sola, e che indirettamente i n fluisca anche a carico delle altre provincie. In prova di ciò
invocava un principio di economia politica, che credo sia
giusto, cioè che la dogana sopra una merce ne faccia crescere il prezzo, non solo nei luogo dell'introduzione, ma
ben anche negli altri mercati, la qual cosa faccia sì che gli
altri consumatori sopporteranno anch'essi una parte di
questo dritto. Ma io osservo che questo principio non si verifica che tra le diverse località che sono in relazioni di
commercio fra l o r o , n è può pertanto applicarsi alla provincia di Nizza, la q u a l e , massime in quanto ai cereali,
non ha alcuna relazione di commercio colle altre provincie
dello Stato.
Io concedo, per esempio, che un'imposta o dazio q u a lunque che fosse posto in una delle provincie del Piemonte, e che facesse incarire certe derrate, verrebbe i n direttamente ad influire sopra gli altri mercati del Piemonte, perchè v'è relazione di commercio fra di l o r o ;
ma rispetto ciò, non sarebbe vero quanto alla provincia di
Nizza.
Diffatti, o signori, esaminate le mercuriali, e voi non
vedrete per certo che il prezzo a cui sono vendute le derrate in Piemonte influisca sul prezzo dei mercati delle provincie marittime, e viceversa ; e ciò è appunto perchè non v'è
relazione di commercio tra le stesse.
lì signor deputato Lanza diceva che la linea di dogana nell'interno fa sì che vi sia un mercato di meno accessibile
alle altre provincie ; quindi con danno delle medesime.
Anche in ciò io sarei con lui d'accordo, ove tolta la linea
di dogana potessero esservi relazioni dirette tra Nizza ed
il Piemonte; ma si è già detto nelle passate s e d u t e , ed io
ho l'onore di ripeterlo, che non è la linea di dogana che
impedisce tali relazioni, ma sono le alte montagne. Togliete
quest'ostacolo, dateci vie di comunicazioni, ed allora starà
l'argomento.
In secondo luogo, si diceva che questo porto franco reca
anche pregiudizio in ciò che noi abbiamo olii finissimi, e
che mescolandoli con quelli di Napoli, oltre che facciamo
una cosa immorale , obblighiamo le provincie finitime a
venderci i loro olii, perchè noi soli possiamo fare questo
miscuglio ed esercitiamo un monopolio a loro pregiudizio.
Io devo affrettarmi a dichiarare che il miscuglio che si
fa non è operato su tutti gli olii, come parasi siasi fatto credere agli onorevoli preopinanti, ma solo su di una parte, su
quelli cioè che si traggono in fine del raccolto, cioè dalla
metà d'aprile al principio di giugno, perchè in tale epoca
le olive essendo mature, l'olio riesce molto bianco, e
come tale in molti luoghi non piace, e perciò onde dargli
il colore che si ricerca da taluni consumatori, vi si m e scola una quantità di olio più colorito, come è quello
appunto di Napoli, il q u a l e , come s a p e t e , viene r a c colto interamente nel mese di dicembre. Del resto questo
miscuglio non altera per nulla la m e r c e , è conosciuto
dai consumatori ; quindi non vi è nè i m m o r a l i t à , nè
frode.
Quanto poi al pregiudizio alle altre provincie, io rispondo,
SESSIONE DEL 1851 — CAMERA, DEI DEPUTATI — Discussioni
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GIUGNO
1851
in primo luogo, che anche tolto il porto franco, noi non saremmo impossibilitati a fare questo miscuglio, potremmo
farlo nel porto franco di deposito, se fosse stabilito, come
propone la Commissione, e potremmo farlo anche a Marsiglia,
dove vi ha porto franco.
Aggiungerò inoltre che le altre provincie possono comperare anche esse l'olio di Napoli che va al porto franco
di Marsiglia senza pagamento di diritto, e mescolarlo coi
loro olii.
Si diceva che il porto franco di Nizza estendendosi sopra
una superficie di tremila chilometri quadrati, riesca impossibile di guardare quella linea, e che si faccia perciò un
grave contrabbando a pregiudizio dello Stato e delle altre
Provincie. Ma questa supposizione è molto e molto lontana
dal vero.
La Camera sa che le merci soggette alla dogana non
possono circolare nel contado di Nizza se non mediante una
bolla di circolazione, e che non si permettono depositi di
merci nei comuni siti in vicinanza dei limiti del contado m e desimo, permettendosi solo ai mercanti di tenere quella piccola quantità di ogni merce che presumibilmente è necessaria per il consumo della località, ed ove riconosca che si
eccede questa quantità, la merce è confiscata come in contrabbando.
Ora, io domando, o signori, se a f r o n t e di questa misura
sia più possibile il contrabbando ! Questa possibilità vi sarà
tanto meno ora a fronte del ribasso che si fa nell'attuale
tariffa.
Si asseriva infine che il porto franco arreca un altro danno
alle provincie finitime, cioè l'essere i mercanti e venditori
di merci sottoposti alla sorveglianza, alle visite ed alle vessazioni dei preposti delle dogane. Ma io credo affatto gratuite,
e ad ogni modo esagerate queste supposizioni. In conseguenza
io confuto i danni che si lamentano dalle altre provincie.
Per combattere quanto si asseriva da me e da altri oratori
circa l'impossibilità di guardare la linea doganale che si vorrebbe portare all'estremo limite sul contado, l'onorevole signor Lanza diceva: e la Francia non custodisce essa forse
questa linea?
Rispondo in primo luogo, che la Francia custodisce la linea
che è limitrofa alla contea di Nizza con delle spese, e con
una forza proporzionata ad una nazione di 36 milioni di
abitanti, ed al prodotto che ricava dalle dogane per sì fatto
numero di consumatori; ma noi potremmo fare uguali
spese? Lo Stato ci avrebbe il suo tornaconto in p r o p o r zione del più tenue prodotto delle nostre dogane? Io non lo
credo.
Aggiungerò di più, che se Ponorevole preopinante amasse
sapere se la Francia può veramente custodire quella linea,
non avrebbe che a portarsi nei paesi vicini a detta linea, e
chiedere tessuti di manifatture inglesi. Ciò facendo egli vedrebbe che la Francia, malgrado le spese che può fare e i p r e posti che può impiegare, non si trova neppure essa in caso
da guardare completamente quella linea. Si soggiunse ancora :
ma noi non la guardiamo forse questa linea per i generi gabellarif
Signori, non sono già i soli preposti che guardano questa
linea. Quanto ai generi gabellar!, sono i prezzi dei generi
medesimi.
Il tabacco, di cui si potrebbe fare il contrabbando, è più
caro in Francia che non presso di noi; eppure se alcuno desidera di avere tabacco di Francia non so se, coaie è custodita
la linea, sia impedito di averne.
Il più acconcio p o i , e finora solo mezzo per custo^
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CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL' 1851
dire la linea di dogana sul sale, l'aveva trovalo il Governo, ed era di mantenerci le franchigie che avevamo,
era di lasciare il prezzo de! sale nella contea di Nizza più
basso di quanto si vendeva io Francia. Ora che da noi si
vende più caro -che in Francia, forse non tutto \1 sale che
si consuma in vicinanza della frontiera è delle nostre gabelle.
Del resto in quanto ai generi gabellar! il contrabbando
non è così facile, perchè la penalità è maggiore. Si farà
il contrabbando d'una merce, quando il contrabbandiere
sarà sicuro che non coyre altro rischio che quello di perdere la xperce stessa; ma quando il contrabbandiere è
certo che non solo incorre il pericolo della perdita della
merce, ma anche una pena corporale, oh! allora il corrispettivo s'innalza siffattamente, che non è più possibile
di fare il contrabbando. Ecco perchè la linea è da noi
custodita per le materie gabellarle, e non lo sarebbe per
le altre.
Si disse poi che si potrebbero fare delle zone, come vi
sono nelle altre frontiere. Sarà; io non voglio ora esaminare se questo temperamento potrebbe essere efficace. Ma
mi permetta l'onorevole preopinante che gli faccia osservare , che per fare quelle zone bisognerebbe avere già fin
d'ora studiata siffatta questione giacché tal cosa non può
farsi in un momento ; e ciò in conseguenza prova sempre
più che per lo meno intempestiva ed inopportuna è l'instantanea, la pronta soppressione del porto franco di
Nizza. Se si vede che vi è qualche cosa a fare onde rendere quella misura praticabile, se quello che è da farsi
non è ancora esaminato, nè si sa come e quando potrà
farsi, pare a me che sia conveniente di differire questa
misura.
E posto che questa osservazione me ne porge l'occasione,
io vi pregherei, o signori, di ritenere, che nella tariffa stessa
che stiamo votando vi è all'articola 26 una disposizione per
cui si mantengono le introduzioni rispettive senza pagamento
di dazio dei raccolti delle terre limitrofe, a tenore dei trattati vigenti. Io credo che questi trattati riflettano e la Savoia, ed i limiti dello Stato verso la Lombardia; ma io domando se per tutte le altre parti dello Stato vi è tale traviamento : vorrete voi perfino che Nizza ne vada priva? E una
cosa di cui io ho personale cognizione, che parecchi francesi
possedono sul Nizsese, alla distanza prescritta dai regolamenti francesi, per poter introdurre i raccolti senza pagamento di dogana in Francia. So anche che vi sono dei nostri
connazionali che possedono terre sul confine della Francia,
che vi raccolgono anche una quantità discreta di vino e di
olio; ora io domando se, senzachè il Governo abbia avuto
tempo di fare un trattato almeno anche a questo riguardo
onde pareggiare la condizione della contea di Nizza a quella
delle altre provincie limitrofe, vorrete porci nel caso di vedere \ francesi che verrebbero a prendere i raccolti del nostro suolo, e portarli in Francia senza pagamento di dogana,
mentre noi non avremmo eguale vantaggio, ed i prodotti dei
beni che possediamo nei litniti francesi, non potremmo introdurli nello Staio senza pagamento di dazio? Vorrete
dunque astringere i proprietari nazionali a vendere i loro
raccolti a vilissimo prezzo, ed a soffrire un danno evidente ?
Quindi io credo che appunto perchè non siamo ancora in
misura di prendere una determinazione sopra tutti questi
oggetti che si riconoscono indispensabili, resta sempre più
evidente che la misura della soppressione del porto franco
sarebbe nello siato di cose inopportuna. Si è detto che
se noi fossimo francesi incontreremmo maggiori pregiudizi,
non avremmo il porto franco, avremmo una rigorosa dogana,
a levante del contado, pagheremmo forti contribuzioni, invece di 16 lire per testa ne pagheremmo 46...
liAarzA. 56.
DsroBESTi. Io faccio osservare, quanto al porto franeo,
che realmente, se fossimo francesi, non l'avremmo; ma domandiamo appunto che ci sia mantenuto. Se ci è tolto, allora, se fossimo francesi, non avremmo a lamentarne la
perdita.
In quanto alla dogana, invece di averla a ponente, l'avremmo a levante, dove sarebbe il nostro limite. Ma quando
avessimo la dogana a levante, noi soffriremmo pregiudizio,
poiché, ritenga l' onorevole preopinante, che noi siamo in
condizione di provvederci quasi d'ogni cosa in Francia.
Ci si dice che quando noi fossimo francesi, avremmo a pagare contribuzioni maggiori, cioè in ragione di lire 36 ognuno,
invece di lire 16, a cui possono ragguagliarsi quelle che paghiamo attualmente.
Ma notate, o signori, che noi non pagheremmo lire 300
mila pel diritto sul grano, perchè il grano lo prenderemmo
in Francia,,e se lo prendessimo all'estero, avremmo bensì un
diritto di dogana, ma questo diritto essendo fissato sopra
una ssala mobile, cessa da per sè quando il prezzo giunge ad
essere discreto, minore forse di quello cui lo paghiamo attualmente. Inoltre non saremmo gravati dal diritto che si propone di mettere sul vino, diritto che ascenderebbe a lire 400
mila, secondo il progetto del Ministero, ed a lire 800 mila a
tenore di quello della Commissione, che ci sottoporrebbe aiintegralità del dazio, !e quali unite alle lire 300 mila pel di-»
ritto sul grano danno un totale di lire 1,100,000. A questa
somma conviene aggiungere la dogana che ora paghiamo sull'olio, in ragione di lire 2 e centesimi 50 circa ogni rubbo, e
che sulla quantità media di 500 nibbi all'anno, dà un totale
di 1,250,000. Noi avremmo dunque un risparmio di lire
1,550,000 per questi tre articoli, senza calcolarne tanti e
tanti altri.
io sono entrato in queste spiegazioni per rispondere alle
obbiezioni che mi erano state fatte; del resto io spero nella
giustizia del Governo e del Parlamento, nè porto ad altro il
mio pensiero.
Si è detto che la linea di dogana che ci separa legalmente
dal Piemonte, è quella che ci disunisce; ma, o signori,
io ripeto ancora che non è la linea di dogana che ci separa, ma sono le alte montagne e la mancanza di vie di comunicazioni.
Osservava pHre l'onorevole signor Mellana, che conservando il porto franco alla provincia di Nizza, altre provincie
ai di là dei monti muoverebbero la stessa domanda, ed alla
fine la linea della dogana verrebbe a restringersi al di qua
delle Alpi ; io comprendo la forza di quest'argomento; voi volete toglierci uno stato di cose che dura da cinque secoli, volete toglierci ciò che è il risultato delle nostre economiche e
topografiche condizioni, per timore che altri ve lo domandino
egualmente. Ma io credo che questo non sia degno nè della
Camera, nè del Parlamento, e, lo ripeto, io non crederei mar
che possa rifiutarsi ad una provincia una cosa giusta pel
timore che altre provincie possano anche dimandarlo: io
credo che nessuna delle provincie dello Stato si trovi nella
posizione particolare in cui è il contado di Nizza ; ma fosse
pure il contrario, non sarebbe questo un motivo per negarci
quella giustizia che noi chiediamo.
Si è detto che non è il modo di praticare la libertà di
commercio facendo una linea di dogane all'interno, e che
— 2651 —
TORNATA DELL'I! GIUGNO 1851
prima di attuare la libertà di commercio all'estero bisogna colui che non ha guari stava l'ultimo Combattendo peF i'itidipraticarla all'interno tra una provincia e l'altra ; ma si di- pendenza italiana, e dava sì bella prova di caldo amore pamentica sempre che sino a tanto che ci siano date le vie di trio, di valore e di disinterèsse.
municazione tioi non possiamo avere alcun commercio colle
Permettetemi infine che vi dica una verità che ibi sta sul
altre provincie, nè queste con noi.
cuore e che ti prego di meditare.
Voi siete i soli che avete il vessillo italiàtìo Bielle inani,
L'onorevole Lanza ammetteva* che non vi è esempio in alcun paese che le imposte doganali siansi messe tutte in una voi siete chiamati ad alti e forse non reitìoti destini che dovolta* che ciò non sarebbe cosa nè giusta, nè politica, ilè vete accarezzare, e dovete apprestarvi non tanto riell'intèpraticabile nell'interesse delle finanze ; ma egli diceva : vi resse vostro, quanto in quello di tutta l'Italia. Ebbetiè' sè' 6i
sono alcuni casi in cui conviene far presto ; io so che a tutte spingete nel precipizio, l'eco dei lamenti, dei gémiti chÉ» parle regole vi sono eccezioni, ed S quella che riconosce vera tiranno dalla foce del Varo, arriverà sino alla fo'cé ilei Pò, e
l'onorevole preopinante, può essere che siasi fatta ec- quando verrà il giorno voi forse riconoscerete che siete incezione in tempo di rivoluzione ; ma in tempi di calma corsi in un errore, che un popolo grande, un popoli chianon deve volersi andare presto, bensì farsi le cose con giu- mato a sì alti destini non deve mercanteggiare alcune centinaia di lire ad una provincia (Mortuario di disdppròvdzioné)
stizia.
Quando poi io diceva che il Governo attuale, togliendo che si univa spontanea a lui in ben altré e ben diverse spealla provincia di Nizza il porto franco prima di averla posta ranze.
in condizione uguale a quella delle altre provincie, safakina. JPAOÌ<S, relatore. L'essersi p'ér tante sédute
rebbe meno giusto di quanto lo fosse il Governo assoluto prolungate; questa discussione mi impone il precisò dovere
verso la provincia di Oneglia allorché soppresse il suo porto di essere brevissimo, e l'adempirò.
franco, lo dissi con ragione , poiché in quanto alla provincia
Fra le questioni elevatesi, alcune sono di massima generale,
di Oneglia si lasciò il prodotto della dogana sino a tanto che altre sono relative al modtì di mandare ad effetto le modifiessa avesse fatto costrurre con quel prodotto la strada di cazioni che altol stato attuale dellè cose si vogliono adfotiàre
comunicazione col Piemonte. E mi spiace che in quèlla relatrvaàrèn'te a Nizza. Io mi propongo, per maggiore chiamia osservazione l'onorevole signor Laiiza abbia veduta una rezza, «ti dividere le poche cose che ho a diré, sceverando la
lode del Governo assoluto.
questione generale dalle questioni dirò così d'applicazione.
Io prego l'onorevole preopinante di ricordarsi le mio La questione generale è questa. Debbonsi conservare a Nizza
espressioni, ed egli vedrà, che lungi di avere lodato il tutti i vantaggi di cui attualmente gode, o debbonsi tutù toGoverno assoluto, ho argomentato da ciò che aveva fatto gliere alia?medésima ? Questa questione abbraccia e le proun Governo meno buono, meno lodévole per certo, a ciò posizioni dèi'signori deputati nizzardi, è qùefla del signor Mèiche deve fare il Governo migliòre cioè if GóverAo costitu- lana, e quella dirò anche del deputato Di Revèl il quale non
zionale.
solo Manterrebbe a Nizza gli' ùltimi privilegi, ma li aumenDel resto io ho lodato l'atto, perchè l'ho trovato giusto,» è terébbe anche d'alquaùfo, Benché ròìiorèvóle Deforésta abbia
dichiaro che io un atto giusto lo loderò sempre, sfa fatto (fa détto di nbtì' parlare dei patti dedi'tizi , égli però vi fece
un Governo assoluto, o dà un Governo repubblicano, la giu- allusióne.
stizia la rispetto e la venero dovunque sia che rincontri.
Pér rispondere brevémenté a quest'allusione,, io delibò
( Movimento )
di^é ch'e qui tutte le provinciè dello Stato hanno patti deInfine poi si è detto che il pregiudizio che arrecherebbe dftizii', e che la ntóggióf parte di esse li'annó stipulazióni che
la soppressione del porto franco alia provincia di Nizza, non si riferiscono ai tributi-, in fó^za delle quali è impedito al Gosarrebbe che un pregiudizio di 500,000 lire, giusta quanto ha vèrno d'impbfré alle médesimé nuovi tributi seùza il conasserito il signor ministro stesso nella siia relazione.
senso loro. Tali sono i fratti deditizi antichi, tali sono i nuòvi
Io non so al giusto quale sia l'importo dei diritti che del¡0'Statò'. Il signor Deforest'a per darò maggior fòrza alla
avremmo a pagare, ma se n'on è molto',' io domando perché dedizione di Nizza' osservava che era stata consentita dal re
ci si vorrà togliere quel tenue co'mpenso alla' nostra eccezio- di Napóll. Signóri, quella di Genova è molto più decente, e
nale situazione. Si dice che il motivo per cui i Nizzardi ten- ftf consentita dal consesso- di t'dlte le potenze europee nel
gono cotanto a conservare il poMo franco,"si è perchè il die- 18f5. Se quella ragióne vale pei Nizzard'i, deve a più forte
desimo favorisce il contrabbandò nèli'é pfovincié finitime, ed ragtótìé Valeré pei Genovesi , ed in questo caso lo Stato cesil miscuglio dell'olio.
serebbe di metterò nuove irtìpostè al Génovesato se non fosIo credo d'avere già" abbastanza chiarito che non v'è me- sero éoniBéntite dai CoOsigli provinciali, i quali, lo accerto io,
stieri dei porto franco per fare questo tanto decantato mi- nórt direbbero mai di sì. (ilarità)
scuglio dell'olio, e che non su'ssisté pei*nulla il contrabbando;
Si è da alcuni altri addotta Ìa ragione del libero scambio :
é non mi farò di nuoVo a* confutare queste asserzióni.
èssi dissero che il porto franco di Nizza è l'éspréssione pura
Io credo, o signori, di non dovervi trattenére maggior- é netta della teoria' deruberò Scambio. Ciò premésso soggiunmente, poiché mi sembra siasi ésaurita abbastanza in ógni gono : Voi tèndete istradarvi verso di esso; e ciònonostante voparte questa questióne.
lete sopprimere quel porto franco; fate piuttosto porto franco
Ricordate soltanto,, o signori, che noi siamo la vostra sen- tutto lo Stato, come diceva l'onorevole deputato Chenal ieri
tinella avanzata ; che noi siamo un fossato allà vòstra fortezza, sera, che voleva che si concedesse a Nizza il porto franco, e'
e che in quel fossato sul volgere del secolo scórso il Valore poi si levasse anche il dazio dai colie di Tenda, Eccellente
dei montanari nizzardi, unito a quello del prode esercito pie- mezzo, o signori ; ma io domatiderò, con che cosa allora sf
montese, vi trattenevano per alcuni anni i nemici. Ricorda- pagheranno le spese dello Stato ? Perchè senza i dazi questo
tevi, signori,"che, separati da voi i Nicesi, l'aita fama in Cui non si può conseguire assolutaménte. Anzi dirò, che quanto
or sono due secoli salì in tutta Europa la vostra artiglieria, più le «azioni sono inoltrate nella via del libero scambio,
e èlio »pppe sì ben conservare sino oggigiorno, non sarebbe tanto più i loro dazi sono produttori ; e ve ne facciano prova
più tutta gloriar nazionale,, e che non sarebbe più Ufi n'icesc l'Inghilterra che ricava duè quinti del reddito generale dei
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CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1 8 5 1
suo budget da'suoi dazi ; l'America, che ne ricava la metà ;
Io Zollverein che se ne vantaggia nella stessa proporzione, e
finalmente la Svezia che ne ritrae i tre quinti.
Si è detto di più : ma che è questa eguaglianza che si vuol
stabilire in tutto lo Stato ? L'eguaglianza è relativa ; voi stessi
10 avete già detto più volte. Non avete fatto l'eccezione per
le isole del lago Maggiore ? Dunque perchè non potrete fare
una eccezione anche per Nizza? Signori, prima di tutto dirò,
che messe tutte insieme quelle isole non contano un migliaio
di abitanti, e che per guardarle sarebbero abbisognati da 150
a 200 doganieri, dimodoché la popolazione dei doganieri
avrebbe superato quasi la popolazione locale. (Si ride)
Allora non è più nell'interesse particolare delle persone
abitanti quegli scogli che si adotta il principio dell'esenzione,
ma egli è nell'interesse generale dello Stato ; mentre dovendo,
secondo la teoria del libero scambio, considerarsi il dazio non
come un mezzo di proteggere le industrie, ma come un
reddito per lo Stato, na sarebbe venuta la conseguenza, che
11 reddito sarebbe stato minore della spesa, e quindi un
danno e non più un vantaggio per lo Stato medesimo. E qui
io voglio osservare a coloro che credono che la teoria del lib e r o scambio sia tale da escludere ogni dazio, che essi s'ingannano a gran partito. Non è possibile allo stato attuale
delle cose europee che si possa rinunciare ad un reddito così
importante quale è quello delle dogane. La teoria del libero
scambio è questa, che i dazi non devono essere diretti a proteggere le manifatture nazionali, ma a procurare allo Stato
un reddito cospicuo per sopperire a'suoi bisogni. Questo è il
principio direttivo della teoria del libero scambio, e non
quello che vi si è voluto sostituire dell'abolizione d'ogni diritto di dogana.
Si sono anche citati gli esempi di vari paesi della Francia, e
persino quello di Venezia. Quanto alla Francia, all'epoca della
sua prima Assemblea costituente, le eccezioni che furono fatte
erano temporarie, dettate da quello stesso principio che ho
avuto l'onore di accennare testé, e non si estendevano che ad
nna parte di alcune città, da quella da Baiona, e del paese di
Labour, il quale estendendosi come una striscia sopra il territorio spagnuolo, richiedeva questa eccezione per il motivo
già allegato, pel motivo che riusciva più dispendioso il m a n tenerle sotto il regime daziario, che non l'esentarle.
Queste eccezioni però furono tolte ; persino Marsiglia la
quale essendosi mostrata sommamente realista aveva ottenuto nel 1814 il porto fraaco, dovette perderlo nel 1818, perchè gl'inconvenienti che provenivano dal conservarlo erano
tali e tanti, che il Governo dovette risolversi a sopprimerlo;
e questo avvenne quando era già in vigore il sistema rappresentativo, e quando tutti potevano far valere le loro ragioni.
Si è perfino citata Venezia. Ma, signori, notate che Venezia non è nella condizione di Nizza. Venezia non può far contrabbando nell'interno perchè è circondata dal mare, le
sponde del quale si difendono assai facilmente. Inoltre vi
prego di considerare che Venezia era ridotta a tale da dover
a t t e r r a r e i suoi palazzi, perchè i proprietari non potevano
più assolutamente tenerli in piedi s e le facciate dei palazzi
di Canal grande si trasportavano in Inghilterra per essese
poste lungo il Tamigi; a tale che vi volle una legge che proibiva ai proprietari di atterrarli, onde non fosse la città riempita di rovine. Questo dimostra in che condizione affatto diversa fosse Venezia da Nizza, dove invece gli appartamenti
delle case si affittano a prezzi enormi.
Un'altra ragione che ci si viene poi adducendo è questa :
Nizza, ci dicono, abbisogna assolutamente del porto franco,
perchè Nizza è priva di strade. Qui intendiamoci bene, o
gnori. Se s'intende dire che Nizza non ha strade provinciali
e divisionali, io lo a m m e t t e r ò ; ma non vedo che ciò possa
costituire una ragione ai Nizzardi per pretendere che lo Stato
s'induca a far quello che avrebbero dovuto fare essi stessi.
Se poi si dice che Nizza non ha strade fatte dallo Stato,
10 rispondo che in ciò vi è errore, poiché Nizza ha 180 chilometri di strada regia, mentre moltissime provincie dello
Stato non ne hanno neppure un chilometro. Infatti, signori,
le provincie di San Remo, di Savona, di Albenga, di Acqui,
di Biella, di Mortara, di Mondovì, di Casale, insomma forse i
due terzi delle provincie dello Stato, non hanno un chilometro di strada che sia mantenuta a spese dello Stato, o sia
stata a spese dello Stato costruita. Ora vedano i Nizzardi se
sotto questo aspetto essi possono lagnarsi di essere in peggior condizione degli altri !
Si è d e t t o : Nizza paga il dazio sul grano. Ma, signori, qui
vi è un equivoco. Se mai si vuol dire che a Nizza si consuma
11 grano importato dall'estero piuttosto che quello del P i e monte, ciò può darsi benissimo, ma non si può dire che Nizza
paghi il dazio del grano essa sola ; il dazio del grano è un diritto che tende ad equilibrarsi su tutto lo Stato, e se ne v o lete una prova, esaminate la mercuriale di Nizza, come ben
osserva il deputato Lanza, e confrontatela colle mercuriali
delle altre provincie dello Stato. Di più vi sono molti paesi
della Liguria che io ho specialmente citato l'altro giorno, le
di cui mercuriali sono molto superiori a quella di Nizza, pel
motivo che quei paesi non hanno né facili approdi per avere
il grano dall'estero, nè strade per riceverlo dall'interno, cosicché troviamo che nell'ultimo mercato di Nizza il grano si
è venduto a lire 16 US l'ettolitro, mentre ad Albenga si
vendette lire 22 80, così niente meno che 6 lire di più. Lo
stesso si dica di Porto Maurizio dove il grano vale lire 20 70
l'ettolitro, cioè h lire di più di quello che si paga a Nizza ;
dunque questa provincia, quantunque siasi detto che si trova
in assai peggiori condizioni delle altre, è assai più avvantaggiata di Albenga e Porto Maurizio.
Il signor deputato Deforesta diceva ancora : noi non pagheremmo questo dazio sul grano se fossimo uniti alla F r a n cia. Ma davvero, anche sotto questo riguardo egli si è ingangalo. La Francia importa più grano che il Piemonte, ed i
suoi dazi sono più alti e protettori dei nostri, conseguentemente ivi si dovrebbe pagare molto di più di quello che i
Nizzardi lo paghino attualmente. Infatti, confrontando le nostre
mercuriali con quelle della Francia, troviamo che paghiamo
meno il grano, essendo la nostra mercuriale di molto inferiore a quella di Francia. Per conseguenza se Nizza fosse
unita alla Francia, pagherebbe di più il grano che trovandosi
unita col Piemonte.
Circa la questione poi del vino (e qui non sono nemmeno
d'accordo col signor ministro), si è creduto che la tassa sul
vino dovesse essere una tassa particolare; ma io non potrei
mai finire di ripetere quanto ho detto altra volta, che cioè
il dazio sul vino deve esistere per tutto lo Stato come dazio
di consumo. Il signor ministro dice che questo non è un dazio di consumazione; ma egli ricorderà che in seno alla Commissione interrogato se credeva che si potesse ancora m e t tere il dazio di foglietta su questo vino importato, rispose,
che veramente l'aggiungere questo secondo dazio sul vino»
sarebbe stato un imporlo troppo in proporzione del suo valore; questo fu inteso da parecchi membri della Commissione
qui presenti; dunque volendo egli sostituire il dazio d'introduzione a quello di consumo, questo dazio che s'impone ai
Nizzardi non può fare, come si dice, due figure in commedia,
cioè di dazio di consumo, e di dazio d'importazione.
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265B
TORNATA D E L L ' 1 1
Nizza, si è detto, non ha le risorse del Genovesato. Ma, signori, nel Genovesato vi sono è vero uomini attivi che espatriano, che vanno a guadagnare denaro all'estero, e poi ritornano a casa loro a godere il frutto della loro industria ; sapete voi perchè i Genovesi emigrano? Emigrano non per la
ricchezza, ma per la miseria; e se Nizza è abbastanza fortunata che i suoi cittadini non debbano emigrare, questa non
è una ragione per cui debba aver nuovi favori, ma è una r a gione di più per sottoporla al diritto comune. Del resto volete voi la prova di questo fatto? Scorrete, signori, il littorale, e mentre vedrete Nizza fiorire, crescere in fabbricati
tutti gli anni, troverete tutto il littorale della Liguria, e specialmente le riviere, atterrare da un terzo delle loro case.
Se questa sia una prova che Nizza fiorisce, mentre la Liguria decade, ognun lo giudichi. Soggiungeva l'onorevole
Deforesta che infine vi sono delle provincie liguri che soffrono lo stesso danno per il grano, e per gli olii come la
provincia di Nizza ; se fate a questa dei vantaggi, fateli anche
a loro ; ed ecco che io ritorno al primo obbietto cioè con che
cosa faremo questi vantaggi quando dobbiamo impicciolire
invece di ingrossare il nostro attivo bilancio?
E qui m'occorre di far osservare all'onorevole Deforesta,
come nei suoi calcoli delle rendite delle provincie di Nizza
egli andasse stranamente errato.
<
Il deputato Piccon ha detto che i sei milioni di rendita
della provincia di Nizza comprendono t u t t o ; si mettano d'accordo il deputato Piccon ed il deputato Deforesta, poiché il
signor Deforesta che ha asserito che aveva estratto questi
dati da documenti autentici del Consolato francese, ha fatto
vedere che queste rendite non erano che i redditi territoriali. Infatti, ecco la descrizione che fa nel suo discorso.
« Il principale dei nostri prodotti è l'olio, e rileviamo dai
documenti autentici che questo prodotto non può calcolarsi
che in ragione di 500,000 rubbi all'anno, fatta una media di
tutti gli anni, cioè di un milione di rubbi nell'anno di prospera raccolta, ciò che dovrebbe accadere ogni due anni,
perchè tutti sanno che l'olio è un raccolto biennale, ma che
alle volte non riesce favorevole che ogni tre od ogni quattro
anni. »
« Ora calcolando 800,000 rubbi al prezzo medio, fors'anche esagerato di lire sette al rubbo, darà la somma di lire
5,500,000; agrumi 400,000; seta 295,000; vini 2 0 0 , 0 0 0 ;
profumerie 180,000 ; legname da costruzione 2 9 0 , 0 0 0 ; bestiami, lane, cacio 450,000 ; grano, legumi, frutta e fieno
5 0 0 , 0 0 0 ; totale 5,815,000. »
Come ognun vede, qui non vi sono compresi che i redditi
del territorio; ora, o signori, sapete voi in che proporzione
stanno generalmente i redditi del territorio col complesso
degli altri ? In una proporzione assai tenue, come vado a dimostrarlo.
» » f o r e s t a , Domando la parola per fare una rettificazione.
Foci. No ! no!
F 4 r i i i j l p a o l o , relatore, lo non credo veramente che
si possa paragonare la prosperità commerciale ed industriale
di Nizza con quella dell'Inghilterra ; ma non ostante, ritenute
le medesime proporzioni, calcolando che la prosperità di
Nizza, rapporto all'Inghilterra, per commercio ed industria
sia minore del doppio, non ostente permettetemi che vi riferisca un calcolo desunto dal signor Willson, per il quale l'onorevole ministro di agricoltura e commercio mostra di avere
grande stima, e che è il redattore dell'Economista inglese.
Lo squarcio è tradotto in francese, ed è del tenore seguente;
GIUGNO
1851
« Revenu total de la nation britannique 11,450,000,000
francs.
Nous avons suffisamment demontre que les charges publiques de l'Angleterre peuvent ètre estimées a 1,250,000,000
de francs.
« Le revenu annuel de la propriélé territoriale de la Grande-Bretagne n'atteint pas un miliard. Il en résulte que quand
mème le Gouvernement aurait en propriété tout le sol du pays,
le revenu ne saffirait pas pour couvrir les dépenses publiques. »
Dunque, i signori Nizzardi credono esagerato, enorme il
pagamento di un terzo del reddito territoriale, e questo reddito territoriale nella massima parte degli Stati d'Europa è
appena bastante, non per il terzo, ma per la totalità sua è
appena bastante, dico, per pagare i pesi dello Stato.
Se noi applicassimo l'esempio dell'Inghilterra al nostro
paese, noi vedremmo a un dipresso gli stessi risultali. Infatti, io credo di potere con franchezza affermare, che, fatta
la media dell'imposta nostra territoriale attuale, essa arrivi
al 10 percento del reddito netto: questa è la base che venne
adottata anche dal Governo quando presentò l'imposta per le
case, che si deve naturalmente perequare a quella della proprietà territoriale.
Ora noi non arriviamo ad avere nel nostro p.*ese dall'imposta territoriale 14 milioni di reddito: moltiplicateli per
dieci, ed avrete 140 milioni di reddito, ma sgraziatamente,
i bisogni del nostro budget si avvicinano a 130 milioni annui
dunque vedete che si tratta di ben altro che di un terzo che
i Nizzardi si lagnano di pagare; bisogna dare allo Stato una
somma che pareggi tutto il reddito del territorio nostro.
Soggiungerò poi, che dai calcoli estratti da dati autentici
presentati dal ministro pel bilancio attivo del 1881, risulterebbe che secondo i calcoli piuttosto ampi del bilancio p r e ventivo, la provincia di Nizza verrebbe annualmente a pagare un milione e 710 mila lire.
Ora, un milione e 710 mila lire (il qual calcolo supera
quello presentato dal Ministero e dal deputato Lanza), senza
parlare della Sardegna ove si debbono riformare i tributi,
per la popolazione di Nizza sta nella proporzione con tutta
la popolazione della terraferma di 61 milioni per tutte le
provincie di terraferma.
Ora a tutti è noto che, invece di 61 milioni, il reddito
della terraferma è calcolato anche in quest'anno in 80 milioni circa. Dunque, facendo anche il calcolo in questa guisa,
la provincia di Nizza paga un quarto meno circa delle altre
provincie dello Stato.
Se non che soggiungono alcuni : a che tanto declamare sul
porto franco di Nizza? La conservazione di questo porto
franco è indispensabile perchè la frontiera verso la Francia
non si può assolutamente custodire.
Io debbo fare osservare a quelli che sostengono questa
tesi, quanto ottimamente già osservava l'onorevole d e p u tato Valerio : se la Francia la custodisce, perchè non la
potrà custodire il Piemonte? Ma, dice il signor Deforesta, ponete mente che la Francia è una nazione che conta 36 milioni di abitanti. Al che io rispondo che se ciò valesse, tutti
i piccoli paesi non dovrebbero più fare dai doganieri g u a r dare la loro frontiera, perchè tutte le frontiere dei piccoli
paesi naturalmente hanno una sfera di azione circoscritta al
loro terrotorio. Se questa ragione adunque valesse, dovrebbero i piccoli Stati abbandonare l'idea delle dogane, poiché
esse non potrebbero produrre gli stessi effetti che producono
nelle grandi nazioni.
Altronde, domando io, ma questa linea di dogana si cu-
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CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1851
siodisce nella Savoia, si custodisce nella provincia di Cuneo,
e perchè mai nella provincia di Nizza non si potrà custodire ?
Signori, questo non mi pare nè probabile, nè ammessibile,
e se si vuole che si creda ali esistenza di tutte queste difficoltà insormontabili, si diano delle prove. Si osservi inoltre
che la questione qui non è assòluta, ma è una questione di
confronto.
Forse che la linea tra il Nizzardo e la Francia è più difficile a custodirsi di quella ira Nizza ed il Piemonte? No, o
signori, perchè lo stesso signor ministro pochi giorni fa
avendo data lettura alla Camera di una dichiarazione degli
attuali doganieri, e noti bene l'onorevole deputato Deforésta, degli attuali doganieri, he risulta che, assolutamente impossibile il guarentire, lo Stato dal contrabbando del porto
franco di Nizza.
Ora, quale sarebbe la conseguenza di ciò? Quantunque io
non creda, perchè non fa dimostrato, che la frontiera della
Francia non si possa guardare, ne verrebbe che in ogni più
deteriore ipotesi vi sarebbe parità fra quella di Francia e la
frontiera attuale del portò franco di Nizza. Ora, la condizione
della Francia è ben diversa da quella di Nizza; essa si presta
infinitamente meno aì contrabbando che non si presti Nizza.
La Francia ha dazi protettori molto più elevati dei nostri, e
da ciò ne seghe che tutti i generi in Francia riescono molto
più cari che fra noi. Qual convenienza dunque vi può essere
pei Francesi nel contrabbandare le loro mercanzie, quando
le similari presso di noi sono più a buon mercato che presso
di loro ?
Ognuno vede che non vi ha probabilità alcuna che ciò succeda. Mi si dirà chela Francia potrebbe stabilire dei depositi sui confini, ed io rispondo di no, perchè siccome ha dazi
più alti dei nostri, invece che il contrabbando si facesse pel
nosìro territorio, le merci non farebbero che sortire momentaneamente dai loro depositi e poi tornerebbero tosto in
contrabbando in Francia ove i dazi essendo più alti, vi è
maggiore eccitamento che fra noi a simile fraudolenta operazione.
Mav'ha di più: un porto franco cos'è? È il deposito di tutte
ìe merci del globo. Ora noi dalla Francia nou possiamo temer altro se non se l'introduzione dei generi indigeni di
Francia i quali sono generalmente più cari dei nostri, e conseguentemente poco alimento dalla frontiera di Francia può
avere il contrabbando; ma dal porto franco di Nizza, siccome
vi si depositano tutte le merci del globo, così noi non potremo mai evitare totalmente il contrabbando, come l'hanno
detto chiaramente i doganieri interpellati in proposito.
Io credo d'avere sufficientemente dimostrato che nello
statò d'eguaglianza prescritta dallo Statuto, e dal confronto
delle altre provincie delio Stato ne emerge la necessità di
portare innovazione al sistema attuale, che regola il complessò delie circostanze economiche del contado di Nizza. Ma
quésta variazione vorrà forse farsi tutta ad un tratto ? Non
si dovrà avere alcun riguardo ai diritti acquistati, alle speculazioni in corso allo sviluppo del commercio attuale, ed a
tante esigenze che si legano ad esso?
Questo, o signori* assolutaménte io non lo credo. Ho fatto
fino ad ora la parte di c@ntraddittore dei Nizzardi, ora l'obbligo mio mi porta a fare quella di difensore, perchè sarebbe
assolutamente incomportabile che tutto ad un tratto essi
passassero da un regime di libertà assoluta a quello di tanti
vincoli, quale è quello che ci governa.
La sapienza del Governo si mostra nelle questioni pratiche,
specialmente riguardo alle leggi di ordine transitorio; per;
s
chè in esse sta appunto la difficoltà somma di conciliare il
passato senza troppo ledere il presente, con quello che si
vuol fare per l'avvenire; conseguentemente io credo che le
misure transitorie che escludono l'assoluto rigetto di ogni favorevole misura pel porto franco di Nizza si debbano escludere non meno di quelle che vorrebbero tutti mantenere, od
anche aumentare i privilegi di quella provincia; se non che
venendo a questa seconda parte, e dovendosi in questa discutere, quali saranno ì mezzi più convenienti per effettuare
questa transizione tra il passato e l'avvenire, io credo di riserbarmi ad una seconda parte del mio discorso. Intanto io
prego il signor presidente affinchè, secondo i precedenti
della Camera, voglia ora fare decidere le due questioni più
generali, cioè se si devono mantenere tutti i privilegi attuali
al contado di Nizza, o se si devono rigettare, ed assimilare
assolutamente Nizza alle altre provincie dello Stato. Questa
io credo che sia la prima e la più generale questione che si
debbe decidere ; quanto alle altre, mi riserbo di parlare fra
poco.
pr esi dent e. Il deputato Ravina ha presentato una sesta proposta formulata in questi termini :
« Art. i.I! porto franco, ed ogni privilegio doganale della
città e contado di Nizza cesserà al cominciare dell'anno 185&.
« Art. 2. Fino a tale epoca i dazi di dogana saranno regolati
secondo le basi del progetto del Ministero espresse nella presente tariffa.
« Art. 3. Il Ministero dei lavori pubblici proporrà al Parlamento nell'annuale bilancio le spese occorrenti per quei lavori pubblici in favore della provincia di Nizza che giudicherà
essere opportuni. »
Questa proposta si riferisce al progetto ministeriale, essa
stabilisce l'abolizione del porto franco pell'anno 18Sft fissando
però un compenso pei lavori pubblici a eseguirsi.
Il deputato Ravina ha la parola per svolgere la sua proposta.
n u i Ki Signori, molti degli onorevoli preopinanti promisero in principio dei loro discorsi di essere brevi, e furono lunghi (Si ride); ie prometto brevità, e attenderò alla
mia promessa. Ben interpetrava i sentimenti della Camera
l'onorevole signor Piccon, quando diceva, che la Camera
non si sarebbe indotta a decidere la presente questione secondo i rumori dei caffè e dei trivii, secondo ciò che si diceva
nelle private confabulazioni ; io sono pienamente d'accordo
con lui, io porto ferma opinione che la Camera deciderà la
questione secondo l'impulso della sua coscienza, secondo
i generali principii di giustizia, secondo le disposizioni dello
Statuto.
Signori : i privilegi sono sempre siati la proprietà particolare dei Governi dispotici. Questa è cosa antica. E ben vedevano questa verità i figli di Bruto e coloro i quali congiuravano in favore di Tarquinio. « Oh, queste leggi dicevano
essi, sono esoneragli ! Le leggi sono sorde, ma il Governo di
un solo può e suole avere riguardo alla qualità delle persone,
ma le leggi applicate a tutti, a un modo e senza distinzione
sono un'ingiustizia. » Signori : quelle famose leggi delle 12
tavole, che Cicerone diceva dover essere anteposte a tutte le
biblioteche de' sapienti, e che da Tacito sono chiamate finis
cequijurìs, portano in fronte come principale disposizione
la seguente : privilegia ne irrogantur. Questa sentenza tanto
bella il poeta la espone con questo verso :
Tros, Rutillve fiat, hallo discrimine liab'eto.
s
5
Che se si fosse costantemente osservata questa regola di
Goyerno, si sarebbero risparmiate molte rivoluzioni ; non si
-
2855
-
TORNATA DELL'11 GIUGNO 1851
sarebbero vedale caste privilegiate nuotare nelle delizie, e i
popoli appressi da tutte le gravezze dello Stato ; non si sarebbe veduto un genere di giustizia per gii uni, ed un altro
per gli altri ; giudici particolari per una classe, ed altri giudici per l'altra; in una parola, tribunali di eccezione.
10 credo veramente che questa regola di non concedere mai
privilegi, ma di porre tutti i cittadini ad uno stesso livello,
ad una stregua, sia la vera base di ogni ben ordinato edificio
politico.
Signori, nel trattare la presente questione viene in considerazione la statistica. Prima di tutto bisogna vedere se queste provineie siano in condizioni tali che, applicando loro la
regola generale, vengano ad essere trattate non secondo i
principii dell'eguaglianza, senza la quale non v'è giustizia,
ma piuttosto con parzialità svantaggiosa. Io scorgo tanta diversità nelle statistiche del contado di Nizza, che non so a
quale si debba prestar fede ; il ministro delle finanze presentò
una statistica, il signor Piccon ne presentò un'altra, il deputato Deforesta un'altra, un'altra finalmente fu presentata
dal relatore della Commissione. Bisogna dire che la statistica
sia la cosa più elastica che esista nella natura delle cose.
(Ilarità)
Uno dei principali economisti d'Èuropa osservava con ragione che le statistiche sono geralmente fallaci, eziandio
quando sono fatte dai Governi ; l'autore che io cito è G.B,Say,
ed io credo che di tutte le statistiche, la più fallace sia quella
fatta all'ombra del cao)panile. Sì, o signori, l'ombra del campanile è un'ombra infesta che offusca le facoltà intellettuali
per modo che i calcoli non sogliono correre con esattezza
aritmetica. Io sono ben lontano dal supporre che i rappresentanti della provincia di Nizza abbiano presentato di mala
fede una statistica inesatta ; lungi da me tale pensiero, ma è
ingenito nella natura dell'uomo il vedere le cose sue diversamente dalle cose altrui ; è noto assai il proverbio che a ciascuno pare più bella la messe del vicino. Ciò è nella natura
stessa delle cose.
Passo ora a quello che dissero i preopinanti, circa la porzione che pagano al fisco corrispondente a quella delle loro
entrate.
11 Signor Deforesta pone il terzo, che sarebbe già molto ;
il signor ministro dalle cifre del signor Deforesta dedusse la
quarta parte, ma il signor Piccon andò assai più innanzi
dicendo che i Nicesi pagano più della metà delle loro entrate,
ed intanto noi siamo sempre nello stato dubbio ; a chi presteremo fede? lo per me sono persuaso che i Nicesi non pagano niente di più degli altri, anzi che pagano meno, e lo desumo da certe circostanze che sull'animo mio sono molto potenti. Io sono passato nella città di Nizza, ed ho veduto che
quella città vive nell'agiatezza ; bei palazzi, case nuove, gente
ben vestita ; dove è molta miseria ciò non succede.
Il signor ministro delle finanze ci ha detto che la popolazione di Nizza in 10 anni si è più che triplicata, poiché in
quest'ultimo mezzo secolo salì da 14 mila abitanti fino a 40
mila. Ma il signor Deforesta notò che quest'incremento non
è dovuto solamente al porto franco ; imperocché fin sotto
l'imperio napoleonico era già cresciuta dai 14 mila ai 19
mila.
Che vuol dir questo ? Vuol dire che anche quando i Nicesi
pagavano Sedogane cresceva la popolazione (Ilarità e segni
di approvazione) ; questo argomento conchiude contro di lai.
Ma, o signori, il regolare le contribuzioni dalla popolazione, il prendere per base la popolazione per vedere se una
provincia paga più o meno del dovere, è un metodo fallace,
perchè può in un luogo esservi poca popolazione e pagare
molto, e viceversa ; ciò dipende dalla ricchezza del territorio,
dipende dall'industria e da altre circostanze; una popolazione di SOmila abitanti che viva sul territorio, per eseindi Carmagnola, dove le giornate di terreno si vendono a 4,
a 5 mila lire l'una, dovrà servire di base nel fissare la quota
di contribuzione ?
No, sicuramente: questo calcolo tornerebbe bene nei Governi d'Oriente, dove unica imposta, è la capitazione; certo
in quei paesi, quanto maggiore è la popolazione, tanto maggiore è il tributo, ma non fra noi dove i cittadini devono pagare in proporzione dei loro averi.
Nel mio emendamento ho cercato di conciliare i diversi interessi ; ho voluto salvare il principio, che è quello della
eguaglianza fra i cittadini, ma non ho voluto con un procedere troppo violento disgustare soverchiamente gli abitanti
di Nizza, cui assicuro, che se potessi convertire i macigni
loro in oro, volentieri il farei, secondo la richiesta del signor
Piccon, che disse: cambiate i nostri macigni ; ma se io non
ho questa potenza taumaturgica, porto tuttavia in cuore, sentimenti di vera benevolenza verso di loro.
È poi tanta la forza, non dico dell'egoismo, no, questa è
una brutta parola e non la voglio proferire, ma dirò dell'interesse particolare che, come dice il Vangelo, che la fede fa
camminare i monti, così gli ha fatti camminare l'interesse
particolare, poiché ha fatto sorgere sulla frontiera tre ordini
di montagne ; e ciò è già stato dimostrato dal deputato iions,
il quale è lontano da ogni sospetto di parzialità a loro sfavore,
perchè è originario di quelle provineie, e di più ha una esatta
cognizione dei luoghi ; egli ci disse apertamente che i Nicesi
sono per molto tratto divisi dal Piemonte da una sola catena
di monti.
Di più non ha forse quel contado faeile comunicazione colle
Provincie liguri e da quelle col Piemonte? Poiché non convien credere che tutto il Piemonte sia contenutonella città di
Cuneo. Giunti che siano i Nicesi ad Oneglia, avranno per venire in Piemonte la via di Calizzano e di Garessio ; giunti a
Savona hanno la strada delle Carcare, che a destra conduce
ad Acqui ed Alessandria, e a sinistra mena per Ceva e Moridovi, ovvero per Dogliani nel cuor del Piemonte una strada
che dà a Ceva ; quando saranno a Genova avranno tutta la
facilità di comunicazione che hanno i Genovesi, e per ire a
Genova hanno aperto la via del mare; il mare io un tempo
era considerato come un ostacolo alle comunicazioni, ora è
considerato come il primo elemento di comunicazione, come
la via più speditiva, più facile, meno costosa, e ciò lo vediamo in Inghilterra, la quale tutto che sia coperta da una
rete fitta di strade ferrate, tuttavia le merci dalle città più
popolose non vengono mai a Londra per strada ferrata, ma
vengono per la via del mare, ovvero dei canali; sapete
quanto costano le merci da Genova a Nizza? Costano lire 8
per tonnellata, vale a dire un quarto di centesimo per ogni
chilogramma. Egli è pertanto evidente che quando le merci
saranno a Genova avranno la facilità di essere trasportate
in Piemonte ; epperò è un grande errore il credere che la
sola via che abbiano aperta i Nicesi sia quella del colle di
Tenda ; e tanto è vero che hanno facilità di procacciarsi le
derrate necessarie alla vita, che, come osservò il deputato
Botta, risulta essere i cereali a più basso prezzo a Nizza che
non in Piemonte, secondo che si scorge dalle mercuriali ;
questa è una delle verità che il deputato Botta ha detto nella
tornata d'ieri; sì, molle verità egli disse con logica irrepugnabile, quantunque in istile forse non troppo melliflua, in
stile da procuratore. (Risa)
Col suo argomento cornuto (Ilarità), di cui se si monca
— 2656 —
CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL
una parte, bisogna incorrere nell'altra, per mezzo d'ineluttabile dilemma egli provò, che se ingiusta cosa era il conservare la franchigia all'Ossola e alla valle di Sesia, ingiusto sarebbe il mantenerla a Nizza ; che se la giustizia sta per la
franchigia di quest'ultima, debba parimente militare per
quelle prime contrade. La forza di quest'argomento è invincibile. Or bene, i legislatori non debbono avere due pesi e
due misure. (Bravo ! al centro)
Io confesso, che quando venni alla Camera il giorno che
si trattava dei privilegi della valle di Sesia e dell'Ossola, io
venni portando un'opinione sfavorevole a quella franchigia,
perchè credeva che fossero un vero privilegio non fondato
sopra diritti acquistati : ma quando udii la discussione, cominciai a titubare e a rimanere coll'animo sospeso, e perciò
mi astenni dal votare: e quindi mi sono chiarito che le loro
franchigie risultavano da'patti espressi stipulati nell'atto di
dedizione, e che quelle franchigie erano più fondate assai
che quelle della città e contado di Nizza, primieramente p e r chè erano espressamente stipulate ; secondo perchè avevano
pagato un prezzo per o t t e n e r l e ; in terzo luogo, perchè sono
persuaso che la condizione degli abitanti dell'Ossola e della
Valsesia è più infelice che quella dei Nicesi ; e qui confesso
non poter abbracciare l'opinione dell'onorevole Valerio, il
quale affermò doversi avere per nulli tutti i patti di dedizione.
Se parlasi di un despota che vendesse una provincia, allora
certamente io sarei d'accordo con esso lui ; ma quando questi patti sono liberamente stipulati tra popolo e popolo, non
so vedere perchè non debbano riputarsi per validi.
I Romani osservavano puntualmente e con religiosa fede
simili convenzioni ; onde è ch'io non mi meraviglio che, siccome il principale studio degli avvocati consiste nel meditare
e discutere la natura dei contratti, e i diritti che da questi
risultano, non mi maraviglio, dissi, se il signor Valerio, il
quale niega doversi osservare la fede delle convenzioni, o almeno delle stipulazioni deditizie, senta maggior simpatia,
abbia una predilezione più grande pei muli e pei mulattieri
che per gli avvocati. (Viva
ilarità)
Val e r i o Lor enzo. (A mezza voce ridendo) Ecco ora
spiegata la mia simpatia per l'onorevole signor Ravina.
(Ilarità)
r at i nj l . Molto si è parlato del contrabbando.
Io non voglio asserire che gli abitanti di Nizza siano addetti al contrabbando ; che però questo si pratichi noi negarono eglino stessi.
Io sono persuaso che quella doppia linea che si debbe c u stodire favorisce il contrabbando. Ora noi dobbiamo custodire quattro lati del quadrato ; se la linea si trasferisce alla
frontiera, od in una zona più opportuna, non rimarranno che
due lati a guardare.
II signor Deforesta metteva innanzi un argomento che è
bensì specioso, ma, a parer mio, ha ben lieve forza.
Se voi togliete il porto franco a Nizza, diss'egli, il principe
di Monaco farà un contrabbando, e tale che renderà pressoché nullo il guadagno che si potrà ritrarre dalle dogane.
Ma il principe di Monaco, il quale si stabilì in quello scoglio, corseggiando e pirateggiando (e tutti quelli che conoscono la storia della famiglia Grimaldi potranno dire se ciò
sia vero), il principe di Monaco, se non indotto dalla voce
della coscienza e della giustizia, certo da quella del suo proprio interesse, si ricorderà che esso è vassallo e ligio del re
di Sardegna, di Cipro e Gerusalemme (Risa), cosicché se
mancherà alle leggi del vassallaggio, gli si potrà dare, assai
facilmente, non voglio dire la spinta in mare ma certamente
lo sfratto.
1851
Egli sta in quello scoglio più pauroso e più tremante di
Caco, quando fu assalito da Ercole nella sua caverna. (Ilarità
prolungata)
Io non mi farò a ripetere quello che già hanno detto altri
onorevoli preopinanti, osserverò solamente che se si deve
aver riguardo a tutti questi diritti particolari, a tutti quanti
i privilegi delle provincie, non verremo mai a capo di costituire un buon Governo. Diceva il signor conte di Cavour che
la città di Chieri godeva essa pure molti privilegi ; io soggiungo: non solo questa, ma molte altre del Piemonte godevano privilegi; molte di esse si reggevano a privilegi ed a
popolo, e vennero sotto lo scettro dei duchi di Savoia, con
patti di franchigia. Ma se noi, ripeto, vogliamo risuscitati
tutti questi privilegi, fin dove andremo ?
La provincia di Mondovì aveva privilegi, la Lomellina
aveva privilegi, privilegi la Valsesia, privilegi la Savoia,
privilegi il Monferrato, e i così detti paesi imperiali; ma
tutte le nazioni più civili le quali si trovavano in sì fatte condizioni, hanno per mezzo di leggi generali ed uniformi abolite queste anomalie, parificando i diritti degl'individui e
delle provincie. Se si volessero risuscitare i privilegi, si r i cadrebbe nell'anarchia feudale.
L'Inghilterra ritornerebbe sotto l'eptarchia, ritornerebbe
la Francia sotto le sue cento e cento consuetudini ; niuno è
che nofl sappia che uno dei maggiori benefizi che ebbe la
Francia dalla rivoluzione del 1789 fu l'uniformità della legislazione ; tornerebbe la Spagna ad essere divisa in molti
reami e provincie, Catalogna, Aragona, Navarra, le due Ca~
stiglie, il regno di Leone, ecc.
E se mai averrà (e avverrà per certo a malgrado degli
sgherri e dei carnefici, dei t i r a n n i e dei preti di Roma), se
egli avverrà, dico che l'Italia giunga a conseguire quell'unità,
che sola potrà farla rispettare e farle ottenere quel seggio
che debbe avere fra le primarie nazioni d'Europa, vorremo
noi che essa abbia tanti Codici e tante leggi separate e dìverse, quante sono le sue provincie? Mai no.
L'essersi poi fatto un po' di tumulto in Nizza,, ed in seguito
di questo l'essersi chiesta la conservazione del porto franco,
non è una ragione perchè si debba da noi consentire ; questa
cosa sarebbe di pessimo esempio. Se dopo un tumulto, dopo
una minaccia, noi venissimo ad acconsentire a domande ingiuste, un tal procedere si ascriverebbe a debolezza piuttosto
che a sentimento di generosità e di giustizia.
Si disse da alcuni che potrebbe avvenire che i Nicesi inclinassero a divenire Francesi, cosa da evitarsi in un tempo
gravido di tanti pericoli ; io credo che se avvengono tempi
tali che il contado di Nizza abbia ad essere di nuovo invaso
dai Francesi, questa legge più, questa legge meno, la cosa
avverrà egualmente per disposizione fatale; se rinascerà nei
Francesi l'ambizione delle conquiste, non si contenteranno di
tanto piccolo bocconcino ( I l a r i t à ) come è Nizza ; io spero
però che la Francia farà senno, e vorrà considerare che coll'aver voluto nelle passate rivoluzioni stendere una mano
sull'Italia, l'altra sul Belgio, si tirò addosso la guerra inglese,
cagione di tante calamità.
Ma una grande autorità fu citata dall'onorevole signor Piccon, quella cioè della Costituente di Francia; io confesso
essere un'autorità rispettabile la Costituente del 1789. Disse
l'onorevole Piccon che dessa diede privilegi a Dunkerque,
ma io lo prego a por mente che Dunkerque si trovava in condizioni affatto straordinarie, e che i favori fatti alla città di
Dunkerque dovevano ridondare a beneficio di tutta la Francia,
Tutti sanno che in seguito alla lotta di Luigi XIV coll'Inghilt e r r a s i e r a per trattato stipulata la distruzione di quel porto,
TORNATA
DELL'11
Ma nel tempo della rivoluzione avendo veduto la Costituente che era vicina la guerra coll'Inghilterra, era cosa ben
naturale che si cercasse di far risorgere una città di tanta importanza per la sua situazione topografica; ma v'è poi un'altra
osservazione di molto maggior peso. Signori, la Costituente
era Costituente ; essa poteva far leggi come voleva, il che
non possiamo fare noi che non siamo costituenti, ma qui mandati coll'obbligo di mantenere lo Statuto, il quale non possiamo alterare, nè mutare. (Bravol) Ora lo Statuto dice che
non ci saranno privilegi, che tutti sono eguali davanti alla
legge, onde io conchiudo col dire: che noi dobbiamo procedere intrepidi nelle vie costituzionali, nella via della dignità,
della fermezza e della giustizia, e così facendo non avremo
nulla a temere, che la via di salate pei popoli è appunto
quella della giustizia, della fermezza e della dignità. ( Bravo !
Bene ! )
BOTTA. Domando la parola per un fatto personale (Rumori) ; non dirò che due parole.
Foci. No! no! (Rumori
prolungati)
CAVOUR} ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Io consento in molte delle cose dette con
tanto brio, con tanto spirito dall'onorevole preopinante, e
non sono lontano dalPaceostarmi alla proposizione ch'egli ha
testé fatta.
L'onorevole deputato Ravina propone che si stabilisca fin
d'ora in modo assoluto e definitivo che i privilegi del contado
di Nizza abbiano da sparire.
Questo principio che il Ministero ha dichiarato in modo
implicito, non avrebbe alcuna difficoltà a dichiararlo nel
modo il più esplicito. Infatti nella relazione si parla di disposizioni transitorie, e sta scritto nell'articolo 38 « sino a contraria disposizione, » ciò che indica il pensiero di introdurre
contrarie disposizioni ; finalmente nella discussione ho manifestato chiaramente, apertamente, che il Ministero non si
era indotto a proporre il mantenimento dei privilegi della
contea di Nizza, se non perchè non si era potuto portare la
riforma daziaria a quel punto, che rendesse il nostro sistema
di dazio applicabile per ora alla contea di Nizza.
Io dichiaro di nuovo che se avessi creduto che fosse possibile di estendere la riforma che abbiamo fatta anche ai prodotti del suolo, cioè al grano ed al vino, io non avrei esitato
un momento a proporre fin d'ora l'assoluta soppressione dei
privilegi pel contado di Nizza. Il mantenimento di essi, finché
questa riforma sia compiuta mi pare opera di giustizia ; perchè, lo ripeto, abbiamo conservato un sistema daziario, dirò
meglio, doganale, il quale non è adattato alla contea di Nizza,
e quando questa riforma si potrà fare, in allora noi saremmo
fondati in giustizia, in ragione, in equità a togliere ogni privilegio a quella contea.
lufatti, o signori, se tutte le provincie dello Stato, se il
Piemonte, se la Savoia fossero in una condizione identica a
quella della provincia nicese, che, cioè, non producessero cereali che per due o tre mesi dell'anno, e fossero obbligati di
trarre dall'estero la metà del vino consumato dalle loro popolazioni, avreste voi votata la tariffa daziaria quale vi è stata
proposta? Avreste mantenuto un dazio di lire 2 SO per ettolitro sul grano, un dazio di 10 lire all'importazione del vino?
No, o signori, io non lo credo; non credo che se la maggioranza delle provincie dello Stato non producesse le derrate
alimentari in maggior abbondanza di quanto richieggono i
loro bisogni, io non dubito che il Parlamento non avrebbe
mantenuto i diritti protettori sui prodotti del suolo.
Io sono convinto che il momento non era opportuno per
fare questa riforma, e penso di non andare errato dicendo che
SESSIONE DEL 1851 — CAMERA DEI DEPUTATI — Discussimi
333
GIUGNO
1851
l'opinione del paese era ad essa contraria, e che quando il
Ministero l'avesse proposta, sarebbe stata respinta daila gran
maggioranza della Camera.
Ma il momento di portare a compimento qnesta riforma
giungerà pure. Le opinioni liberali in fatto di commercio faranno ancora dei grandi progressi perchè, o signori, se è
vero che le dottrine del libero'scambio sono state proclamate
in questa Camera, che quelle teorie hanno ricevuto una sanzione quasi unanime, abbiamo pur veduto altresì che nell'applicazione vi rimanevano ancora molti rimasugli dello spirito
protezionista. Questi andranno via via diminuendo, non v'ha
dubbio ; l'esperienza ci dimostra sempre più la verità di questo principio, e la sua applicazione incontrerà sempre minore difficoltà.
10 dico dunque che il termine da stabilirsi per la soppressione totale e completa dei privilegi del contado di Nizza è
quell'epoca nella quale si potrà fare una nuova riforma daziaria, ed estenderla ai prodotti del suolo.
11 Belgio che è un paese agricolo quanto il nostro, ha avuto
il coraggio di ridurre il dazio sul grano al terzo di quello che
esiste da noi.
Se la Camera crede che l'epoca in cui s'abbia ad eseguire
questa riforma possa assegnarsi al 1853...
Una voce. Al 1854.
CAVOUR, ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio... onde poter avere la soppressione del porto
franco di Nizza al 1854, bisognerebbe che la riforma daziaria si facesse nel 1853. Se la Camera crede che essa si
possa fare a quell'epoca, io non avrei difficoltà di farla, ma
in verità io ne dubito assai...
A S P R O N I . No ! n o !
CAVOUR, minislro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Io ho fede intera nel trionfo definitivo
delle idee di libertà commerciale, ma non ho un'eguale fiducia che queste idee possano ricevere questa nuova sanzione
fra due anni.
Io vorrei quindi che si ammettesse la proposta del deputato Ravina, per la quale risultasse stabilito in modo che i
privilegi di qualunque natura goduti dalla contea di Nizza
siano soppressi, ma che abbiano intanto a durare finché venga
in discussione una nuova riforma daziaria. (Rumori)
Io sono fermamente convinto, che se noi manteniamo gli
attuali dazi sul transito e vogliamo estenderli alla contea di
Nizza, facciamo con questo una solenne ingiustizia. Io sono
altamente convinto che ove in questa Sessione si sopprima il
porto franco di Nizza, nella Sessione ventura, io, sia come
ministro, sia come deputato, mi vedrò in obbligo di proporre una riduzione sopra questi due articoli.
SÌ AI® SE A. Domando la parola.
CAVOUR, ministro delle -finanze, di marina, e dìagricoU
tura e commercio. Signori ! È dover nostro di osservare la
giustizia di fatto e non di parole ; se noi vogliamo applicare
allo Stato intero un sistema doganale, bisogna che questo si
adatti a tutte le provincie dello Stato; ebbene io dico che
quando una popolazione si trova in condizioni eccezionali, in
grazia delle quali essa produce in una menoma proporzione
le derrate alimentari, l'applicare a questa popolazione, a
questa provincia un sistema daziario che fu fatto in vista
delle provincie dove queste derrate soprabbondano, è un'ingiustizia di fatto, quantunque possa includere un non so che
di giusto in diritto. Ma, mi si dirà, le provincie liguri sono
in pari circostanze delle nicesi ; ma io ripeto che le provincie
della Liguria hanno molto più facili comunicazioni col Piemonte che abbonda di grano ; mentre dalla provincia di Ales«
- 2658 —
CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1851
sandria il grano andando a Genova di trasporto costa appena
il quarto del prezao che costerebbe il farlo trasportare da
Cuneo o da Mondovì a Nizza (Il deputato Farina dice alcune
parole non intese) (ed il signor Farina mi risponderà se
vuole), e dalla medesima provincia d'Alessandria, dalla finitima Ovada, da Acqui, da Mondovì costa il terzo, o il quarto
per trasportare un ettolitro di vino sulla riviera ligure di
quel che costi il trasportarlo a Nizza dalle Langhe che è la
provincia vinifera più vicina. Queste sono circostanze di fatto
che io prego la Camera di ben considerare, ed a por mente
che ove applicasse i dazi attuali alla contea di Nizza, e vi
portasse il dazio sul vino a 10 lire, la maggior parte degli
abitanti sarebbe costretta a privarsi di questi generi di prima
necessità, oppure si imporrebbe pel vino un dazio di 700,000
lire
Nel modo in cui la mia proposta è stata accolta non mi
pare che abbia incontrata l'approvazione della Camera. Se si
vuol stabilire in modo positivo, che nel 1855 si dovrà nuovamente prendere in esame la questione daziaria io son
pronto ad accostarmi a quella dell'onorevole deputato Ravina,
perchè so di avere il coraggio di farlo, se l'onorevole ¡lavina
vuole modificare la sua proposta, e dire, che il porto franco
di Nizza sarà mantenuto sino al gennaio 1854, e che nel 1855,
il Ministero dovrà proporre alla Camera quelle riforme daziarie che sono la conseguenza di questa misura, io appoggio
pienamente la sua proposta.
mjlitima.. Io acconsento di bnon grado a questa modificazione.
ci fovR, ministro delle finanze, di marina, e d^agricoltura e commercio. Io prego la Camera di non istare sotto l'impressione di un'ultima ossservazione del signor Ravina, dal
senso della quale ognuno potrebbe indursi a credere che si
ceda ad una minaccia o ad un tumulto ; in ciò io unisco la
mia voce alla sua; no, non sarà mai il Governo quello che
verrà a consigliare alla Camera un atto di debolezza; ma
prego !a Camera a riflettere a due cose -, la prima è che quel
tumulto non è stato promosso dall'opinione pubblica, dall'immensa maggioranza dei Nizzardi ; in secondo luogo, come in
modo sarcastico ricordava or son pochi dì l'onorevole deputato Farina, che quel tumulto era appunto suscitato da! progetto ministeriale, che noi non abbiamo abbandonalo; noi
non abbiamo ceduto a fronte di quel tumulto, ma abbiamo
mantenuta ferma la nostra proposizione.
Non è la prima volta, o signori, che abbiamo avuto occasione di convincerci che le grida di piazza non rappresentano
¡a vera opinione pubblica, quindi noi non abbiamo mai riconosciuto nel tumulto di piazza nizzese l'opinione dell'immensa
maggioranza di quella popolazione; noi ci eravamo decisi di
presentare un progetto che credevamo fondato nella vera
giustizia, un progetto che ci pareva conciliare quanto vi era
di ragionevole nelle domande di Nizza cogl' interessi dello
Stato.
Dacché questo progetto suscitò una vivissima opposizione,
poiché i fautori di questo progetto furono pubblicamente insultati da una parte della popolazione, non è un motivo per
noi per non sostenerlo con egual calore.
Io mi riassumo associandomi alla proposta del deputato
Ravina, quando venga stabilito che nel 1855 si dovrà dal
Parlamento prendere ad esame il sistema attuale daziario.
presi dent e. Ora osservo alla Camera che vi sono ancora alcuni oratori che hanno chiesto la parola.
Foci. La chiusura! la chiusura!
prussioente. Fu chiesta la parola dal deputato Deforesta,, al quale noa posso a meno di osservare com'egli abbia
e
già parlato due volte; fu chiesta pure dal signor Lanza e poi
dal signor Farina; ma siccome mi pare che la Camera voglia
chiudere la discussione, ¡a consulterò a questo riguardo se
voglia chiusa la discussione.
iMKisà imo lo, relatore. Domando la parola.
presi dent e. La Camera vuol passare ai voti.
f ar i na paol o, relatore. Come relatore io osserverò
che ho diritto di parlare per l'ultimo; questo diritto è stato
richiamato da tutti i relatori di progetti di legge, e se ne
prevalsero.
Foci. Parli ! parli !
f ar i na pi oi o, relatore. Non mi sono ancora valso intieramente della facoltà di parlare che mi fu concessa; e secondo le riserve da me fatte di discorrere sulla quistione
particolare, domando al signor presidente di volermi conservare questo diritto.
MKSIDKSIE. Parli.
FARINA paol o, relatore. Prima di tutto io insisto nei
proporre che la Camera decida la questione generale, se si
debba mantenere o no il porto franco alla provincia di Nizza;
questo essendo il modo di semplificare di molto la discussione.
PKESioESfE. Farò presente alla Camera il tenore di
tulle le proposizioni che vi soao, poscia indicherò l'ordine
della votazione che io proporrei.
Vi è anzitutto la proposizione del signor ministro, la quale
ora si trova ncessariamente variata stante l'adesione che esso
fece alla proposta del deputato Ravina.
La proposizione poi dei deputati Galli, Santa Rosa, Deforesta, Piccon e Leotardi, porta che gli articoli 37 e 39 del
progetto della Commissione, e gli articoli 38, 39, 40 sino al
54 del progetto del Ministero, saranno surrogati dall'articolo
seguente, da collocarsi in fine delia legge:
« Per ora nulla è innovato alle leggi che in materia di dogana reggono il contado di Nizza. »
Questa proposta essendo sottosciita da cinque deputati, è
necessariamente appoggiata.
La proposizione Lanza è così concepita:
« 1° A datare dal 1° gennaio 1853 il porto franco della provincia di Nizza e i diritti differenziali a favore della strada
del colle di Tenda saranno aboliti.
« 2° Un porto franco di deposito sulle basi e con tutti i
vantaggi annessi a quello della città di Genova sarà stabilito
in Nizza per il 1° gennaio 1855.
« 3° Il Ministero presenterà nell'attuale o nella prossima
Sessione un progetto di legge sulla sistemazione e costruzione di strade provinciali per agevolare le comunicazioni
tra la provincia di Nizza e le provincia limitrofe.
« Nello stesso progetto di legge si determinerà la quota di
sussidio da porsi a carico delio Stato per la pronta costruzione di dette strade provinciali.»
Domando se questa proposta è appoggiata !
(È appoggiata.)
La proposta segnata dai deputati Valerio Lorenzo e Michelini è cosi concepita:
« 1° Dal 1° luglio 1853 il porto franco della provincia di
Nizza è ristretto alla sola città.
« 2° Le merci provenienti dai porto francodi Nizza e dirette
al Piemonte pel colle di Tenda continueranno a godere della
diminuzione dei diritti di cui godono presentemente. »
Domando se è appoggiata.
(È appoggiata.)
Ora viene la proposta dei deputato Ravina in questi termini:
— 2659 —
TOKNATA DELL'11 GIUGNO 1851
e 1" Il porlo franco ed ogni privilegio doganale delia eillà
e contado di Nizza cesserà al cominciare dell'anno
« 2° Fino a tale epoca i dazi di dogana saranno regolati
secondo le basi del progetto del Ministero espresse nella presente tariffa.
« 3° II Ministero dei lavori pubblici proporrà al Parlamento nell'annuale bilancio le spese occorrenti per quei lavori pubblici iu favore della provincia di Nizza che giudicherà
opportuni. »
Domando se è appoggiata.
(È appoggiata.)
Rimane pure la proposta della Commissione chn sta scritta
nel modo seguente:
« Art. 38. Adatare da ... sarà abolito l'attuale porto franco
di Nizza e sua provincia, le quali verranno perciò assoggettate alle leggi doganali generali dello Stato.
« Art. 39. Contemporaneamente all'abolizione portata nell'articolo precedente, sarà stabilita nella detta città una località destinata ad uso di porto franco, alla quale saranno applicabili le leggi ed i regolamenti in vigore pel porto franco
di Genova.
« Art. ¿iO. Le merci provenienti dal porto franco di Nizza
riformato nei modo indicato nell'articolo precedente, e dirette a! Piemonte per la via del colle di Tenda godranno
della riduzione sui dazi d'importazione indicata nella tabella
e nelle disposizioni seguenti. »
Siccome la Camera aveva dato a divedere essere sua intenzione che si dovesse votare prima la massima, lasciando
intatta la questione relativa alle modificazioni di questa massima, parmi che la proposizionela quale debbe avere la priorità nel l a votazione sia quella dei deputati nizzardi, i quali
propongono la continuazione delle stalli quo.
Votate questa, se è accettata farà luogo ad altre discussioni, se invece viene respinta allora si porrà in votazione
quella fra le proposte che avrà sulle altre la preferenza, ed io
credo dovrebbe avere questa preferenza la proposizione diametralmente opposta a quella dei deputati di Nizza, quella
cioè che restringe gli attuali privilegi nel più stretto confine,
e quindi man mano si potrebbe venire a porre in votazione
quelle che resterebbero dopo. Ritenga però sempre la Camera
la dichiarazione che la votazione cade sul principio principale
relativo alla limitazione dei privilegi che attualmente gode il
contado di Nizza, salvo poi a decidere nella discussione del
modo con cui questi privilegi debbano venire aboliti.
Pongo ai voti questo metodo di votazione.
(La Camera approva.)
Pongo prima ai voti la proposta dei deputati nizzardi, che
tende a mantenere lo slalu quo dei privilegi della città e
contado di Nizza, a dichiarare cioè che nulla sarebbe innovato alle leggi che in materia di dogane reggono il contado
di Nizza.
(Non è approvata.)
f i r ma paoiìO, relatore. Prima che si proceda alla votazione dell'improvvisa proposta fatta dal signor ministro, io
credo, all'improvviso pure, di dover fare vedere i pericoli che
forse s'incorrono nell'adottare una proposta di tanta importanza senza alcun preventivo esame.
L'onorevole signor ministro accennando al poco buon esito
che aveva avuto ii suo progetto presso i Nizzardi, disse che
io vi aveva fatta allusione in modo sarcastico. Il modo del
quale mi servii era la conseguenza del confronto che egli
aveva fatto: se quindi sarcasmo vi era in ciò, era da attribuirlo al signor ministro medesimo che voleva paragonare
due cose che non si potevano paragonare, perchè il progetto
della Commissione non aveva avuto sicuramente a Nizza l'incontro che aveva avuto il ministeriale progetto, ed io ho creduto di troncamente accennare questo perchè era cosa spia«
cevole per tutti.
Premesse queste osservazioni, io faccio osservare che in
cose di questa gravità non si può procedere a sbalzi coaie
vorrebbe fare l'onorevole signor ministro; si tratta, o signori,
di contrarre l'impegno col paese che fra tre anni si rivedrà
la tariffa doganale. Ora, o signori, una revisione della tariffa
doganale vuole essere ben maturata, perchè tutti i negozianti che fanno speculazioni alla lontana debbono sapóre,
avendo seguito le speculazioni, quali saranno gli èffetti possibili delle medesime. Ne volete una prova? Dappoiché si
parlò di riforma doganale, tutte le operazioni commerciali
sono state sospese, perchè, tutti incerti del dazio che ài Sarebbe imposto sopra ciascuna merce che si introduceva, Volevano prima sapere se vi avrebbero perso o guadagnato, se
loro conveniva o no questa introduzione; quindi hanno arrestate tutte le loro operazioni per attendere l'esito di questa
tariffa; ma fate loro sentire che fra due o tre anni vi sarà una
nuova riforma di tariffa ed io vi dico che tutte le Spéctìlazioni
degli stabilimenti di fabbrica, di far venire merci da paesi
stranieri che richieggono 18 mesi di viaggio tra andata e fitorno, saranno da questa disposizione incagliate.
Ma questo non basta. Si vuole entrare in una via di transizione; per entrarvi vi sono vari sistemi; il signor ministro
che cosa improvvisamente propone? Prima aveva formulata
una proposizione di legge transitoria, adesso improvvisamente accettandone un'altra che non è ancora stata discussa,
dice: io accetto immediatamente questa proposta quantunque
gli effetti non ne siano ancora stati nè discussi, nè calcolati
sufficientemente.
E notate bene che la misura che ora il ministro propóne
non è la proposta del deputato Ravina , e una proposta bella
e nuova che viene a formulare esso stesso, perchè ha messe
delle condizioni alla proposta Ravina, che quella non Conteneva. La proposta Ravina era in termini generali, era una
proposta per cui si doveva applicare un progetto già esaminato; invece la proposizione del signor ministro viètìè improvvisamente a cambiare tutto il sistema economico che
egli ha propugnato finora ed a sostituirvène un altro.
Veramente egli può addurre che il suo progetto non era
niente giustificato più di quello che lo sia la propòsizione
attuale, perchè nè qnesta, nè quella ha corredato di nessuni
documento; ma non vedo che questo sia un motivo sufficiente per fare all'improvviso adottare alla Camera una pròposizione non stata nè esaminata dagli uffizi, òè dalla Com»
missione,
Il signor ministro trova un'assoluta Ingiustizia nel lasciare
sussistere il dazio sul grano. la questo io convengo con lui;
ma questo dazio è più ingiusto per tutti gli altri che per i
Nizzardi; perchè se si prendono tutte le mercuriali della Liguria, dalla prima fino all'ultima, si vedrà che non Ve n'ha
una che non rechi un prezzo maggiore, e taltifia persino di
un quarto di quello delle mercuriali di Nizza.
Dunque, a che valgono tutte le belle ragioni delle comunicazioni maggiori, delle facilitazioni più grandi? I fatti sono
le cifre, caro signor ministro (Ilarità). Finché il signor ministro non venga a mettere le sue asserzioni d'accordo colle
cifre, i fatti stanno contro di lui (Bravo !); quanto al grano é
quanto al resto, il paese finirà a non credere più nè alle sue
cifre nè alle sue parole.
In quanto al vino poi, il signor ministro non ci ha somministrati documenti per mostrarci che esso sia più cafo a
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CAMBRA DEI DEPUTATI —SESSIONE DEL 1851
Nizza che altrove. Quando ci avrà fatta questa dimostrazione,
allora vedremo se veramente esista questo motivo che lo ha
determinato a cambiare d'improvviso sistema, ma fino a che
non lo avrà fatto, io credo che la discussione non sia matura
e che non si possa progredire oltre.
Per conseguenza la questione essendo abbastanza grave
e meritando di essere studiata sotto i molteplici rapporti che
ha, non con gli interessi di una sola provincia, ma con quelli
di tutto lo Stato, credo che si debba, come proposizione affatto nuova ed improvvisa, mandare alla Commissione perchè
ne dia il suo avviso.
PRESIDISI!TE. Il deputato Farina propone una questione
sospensiva ; domando se è appoggiata.
(È appoggiata.)
M
OSTI. Domando la parola contro la questione sospensiva.
liAsrasA. Aveva anch'io chiesto la parola.
PKESiDMTE. La questione sospensiva deve avere la precedenza, ed ove questa venga respinta, si dovrà mettere ai
roti la proposizione della Commissione, essendo quella che
porta una variazione maggiore allo statu quo.
VÌIXERIOLORENZO. Chiedo la parola sull'ordine della
discussione.
PRESIDENTE. La parola spetta al signor deputato Iosti,
perchè intende parlare contro laquestione sospensiva, la
quale deve avere la precedenza.
IOSTI. Sorgo a parlare contro la proposta di sospensione
del deputato Farina Paolo, perchè non credo che dopo sei
giorni di discussione sullo stesso argomento si possa dubitare
che i deputati siano in forse circa il loro voto. Noi tutti abbiamo ormai un'idea esatta di questa questione. Tutti quelli
che non riguardano la questione di Nizza che sotto il rapporto dell'eguaglianza, sotto il punto di vista d'un privilegio
a favore dei Nizzardi, potrete discutere anche Ì00 anni che
non perverreste a cambiare la loro opinione. In quanto a me,
l'ho già ripetuto, riguardo il privilegio di Nizza sotto ben altro aspetto, nel quale la questione finanziaria, o di giustizia
hanno la minore importanza, e vi prevengo che potete addurre tutti gli argomenti che vorrete, ma nonarriverete mai
a cambiare la mia opinione.
Ciò posto è inutile a differire più oltre la votazione di una
questione che è ormai stramatura; quando vi dicea ieri
l'altro, che anzi che forzare il Ministero asopprimere il porto
franco di Nizza, avrei preferto forzarlo a proporre nuove
riduzioni alia nostra tariffa, onde ridurla al punto di toglierla
senza inconvenienti a Nizza, ma che iotemeva non mi rispondesse il ministro, seguitemi, io vi precedo, voi ridevate.
Ora, o signori, ne avete la prova, che in fatto di libertà
commerciale egli è disposto a far quanto richiede il principio
del libero scambio adottato dal Parlamento; se il signor ministro avesse detto al 1851 saranno tolti o confermati i privilegi di Nizza, come proponeva il mio amico Ravina, avrei
detto anch'io che egli precipitava e che voleva trascinare la
Camera in un giudizio azzardato, ma il signor ministro ha
detto, che nel 1854 saranno tolti i privilegi, ove gli si conceda un'altra revisione di tariffa, e ciò vuol dire, che allora
come adesso li difenderà se non gli si concederanno riduzioni
sino al punto che la tariffa sia adattabile al contado di Nizza;
in questo egli non sorprende laCamera, non inganna se
stesso; egli dice: datemi una riduzione di tariffa sufficiente
perchè io la possa introdurre nel contado di Nizza senza ingiustizia, senza sovvertire tutti gli interessi economici che
ivi si sono sviluppati sotto un sistema contrario al nostro, ed
io la applico, perchè allora l'eccezione di Nizza sarebbe un
yero privilegio, ma finché voi ne imponete una tariffa pro-
tettrice io non la proporrò mai ad un paese sì lungamente
vissuto sotto un sistema di assoluta libertà.
Signori, finché voi volete confondere inuna questione di
tariffa la questione di privilegio, l'idea di eguaglianza, l'idea
di giustizia, voi non avrete un criterio esatto.
Diceva il signor Lanza ieri, che quando si tratta di votare
leggi di finanza non si deve avere riguardo ai privilegi di
nessun paese; ma io domando al signor Lanza, se nella revisione della tariffa è mai questione d'imposta. Nessuna; non
si parlò di Nizza quando si votò l'imposta del sale, non si
parlò di Nizza quando si votò l'imposta sulla carta bollata, e
delle case.
Adesso si tratta di una riduzione di tariffa, e se Nizza debba
continuare in questo stato d'esenzione, o debba assoggettarsi
come tutto il resto dello Stato, è una questione tutt'affatto
estranea alla revisione presente di tariffa.
La questione di tariffa, signori, si discute da noi in vista
di due soli concetti, di avvicinarsi per quanto possiamo al
nuovo principio di libertà commerciale e sconvolgere meno
si possa gli interessi che un sistema protettore ha creato anticipatamente; questo concetto, o signori, è estraneo alla provincia di Nizza ; quando Nizza vi fosse entrata inquesto esarne, bisognava pur dire, e nell'interesse del contado di
Nizza, cioè di un paese che non avendo dazio alcuno, e nessuno interesse da questo procreato, consiglia i prezzi di tariffa i più possibilmente minimi.
Ora, o signori, se voi comprendete Nizza nel vostro esame,
voi non potreste avere riguardo agli interessi delle vostre
industrie ; dunque Nizza non deve entrare inquesta revisione.
Se voi aveste preso inconsiderazione Nizza, vi sarebbe
sorto un altro principio, bisognava abbassare la vostra tariffa
affinchè fosse attuabile ad un paese che aveva anche esso degli
interessi sorti sotto la libertà commerciale e che meritavano
di essere rispettati quanto i vostri, e più-dei vostri, inquantochè gli interessi sorti sotto la libertà non possono offendere
nessuno ; i vostri interessi sono sorti sotto un sistema protettore, ed offendono quanto meno la giustizia dei maggiori
interessati, del maggior numero cioè dei consumatori.
Esaminateli sotto qualunque punto di vista vogliate, sono
o non sono un privilegio i vostri interessi industriali molto
più di quello di Nizza?
Lo Statuto dice «Tutti pagheranno secondo i loro averi, »
ma non dice nella stessa forma. Se è vero che i Nizzardi non
paghino le imposte in proporzione dei loro averi, questa è
un'altra questione, il ministro proponga quei mezzi che crederà per metterli a livello della quota che loro compete a
beneficio del pubblico erario, ma è una cosa ben distinta. (Interruzioni e voci, Basta ! basta ! )
Entro di nuovo nella discussione.
Voci. No! no! Ai voti !
IOSTI. Ma per provare il mio assunto, bisogna per forza
che entri a giustificare il concetto del Ministero. (No ! no! Si!
Parliì partii)
Dunque taglio corto, e venendo alla proposta sospensiva
dirò che ad ogni modo, tutte le questioni che potrebbero venire in campo, tutte le obbiezioni che potrebbe fare il signor
Farina, e tutti gli altri oratori che propugnavano la soppressione immediata del porto franco di Nizza, senza essere pregiudicate dalla proposta Ravina, verranno al 1853, e noi
avremo tempo a studiarle eni&suno potrà essere sorpreso.
Quello che ora ci preme è di finire, di ultimare la nostra
revisione della tariffa, e di prendere una determinazione
qualunque.
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TORNATA DELL'11 GIUGNO 1851
In quanto a me, la mia determinazione l'ho presa, è la proposta del signor ministro, la quale credo che non differisca
molto dalla proposta dell'onorevole deputato Lanza. (Movimento)
MicHGLm. Domando la parola. (Rumori generali —
Ai voti ! ai voti !)
P R E S I D E N T E . Allora pongo ai voti la proposta sospensiva.
Ho domandato la parola sulla proposta sospensiva.
Io sono dell'avviso dell'onorevole deputato Farina, che se
si volesse prefiggere in quest' occasione, che nel i 883 si farà
una revisione generale della nostra tariffa, questo annunzio
tornerebbe a tale pregiudizio per tutte le operazioni commerciali, che supererebbe di gran lunga il danno che il paese risente dallo stabilimento del portofrancodi Nizza. Io domando,
come i commercianti potranno arrischiarsi in grandi operazioni di commercio, quando si conosca che al fine di quest'anno verrà messa in vigore la nuova tariffa, e che col 1853
ne verrà applicata un'altra nuova senza che nessuno sappia
ancora in quai limiti questa tariffa verrà stabilita. Ognuno ci
pensi. (Conversazioni particolari) Se la Camera non vuol
sentire... {Parli ! parli !)
Io credo che questo emendamento proposto dal signor ministro delle finanze non possa sortiraltro effetto tranne quello
di rimandare l'abolizione del porto franco di Nizza ad un'altra
epoca.
L'onorevole ministro nutre speranza che la Camera, quando
si vedrà presentare un progetto di una nuova riduzione della
tariffa, il quale potrà mettere a repentaglio le operazioni
commerciali, e sospendere molte speculazioni, la Camera,
dico, lo rimanderà ad un'altra epoca, e così il porto franco
di Nizza verrà d'anno in anno indefinitamente prorogato.
Io non posso supporre che il signor ministro delle finanze
possa avere altro intendimento fuorché quello che ho poc'anzi
accennato, imperocché esso è troppo previdente per non comprendere che una revisione generale della tariffa nel 1883
tornerebbe sommamente dannosa.
Ora io stimo che sarebbe migliore partito che il ministro
risolutamente dichiarasse se vuol accettare o respingere
la proposta Ravina, anziché proporre quest' emendamento,
il quale potrebbe trarre in errore qualche membro della
Camera.
Esso ha osservato che è impossibile di abolire il porto
franco di Nizza, se dapprima non si procede ad una riduzione
del dazio dei cereali. Questa preventiva riduzione, aparer suo,
è impossibile, perchè quella provincia non producendo una
sufficiente quantità di cereali, è astretta a ritrarli dall'estero;
ma Dio buono 1 e dobbiamo noi dal labbro d'un egregio economista qual è il ministro delle finanze sentire propugnare
una cosiffatta teoria?
Innanzi tutto è d'uopo por mente che i Nicesi, non pagano
il frumento ad un prezzo più alto di quel che lo paghino
i Torinesi, gli Alessandrini, i Tortonesi, i Biellesi ed i Valdostani.
Le mercuriali dei vari mercati indicano chiaramente che i
prezzi medii del frumento sono quasi sempre minori lungo la
riviera ed a Nizza di quel che lo siamo nel centro e nelle
estremità dello Stato.
Ma si dice che il frumento ed il vino non è prodotto dalla
provincia di Nizza, ma viene estratto dall'estero.
Io faccio notare che se questa provincia nonj>roduce vino
e frumento, produce olio ed aranci e molti altri frutti, in
guisa che col prezzo che da questi generi ritrae può ab-
bondantemente fare acquisto del grano e del vino di cui abbisogni.
Dunque ognun vede che non ci è perdita alcuna da fare,
mentre non ci è in questa provincia che scambio di prodotti,
e quindi torna inopportuna l'osservazione, già più volte riprodotta nella presente discussione, che i Nicesi debbano pagare una lassa sul frumento e una tassa sul vino che noi non
paghiamo, perchè giova ripetere che la tassa imposta sull'introduzione del frumento, come quella sull' introduzione del
vino si equilibra sopra tutti i mercati dello Stato, e produce una media più o meno eguale, di modo che tutti i consumatori dello Stato pagano una piccola porzione di questa
tassa.
I produttori dei cereali e del vino dello Stato godono del
vantaggio del diritto protettore che si impone all'entrata di
questi generi di consumazione, come godono di un altro vantaggio i produttori di olio e di aranci, stantechè hanno essi
pure un diritto proiettore sopra questi loro prodotti.
Da ciò ognuno scorge di leggieri che l'equilibrio viene stabilito fra le varie provincie mediante i favori ed i vantaggi
che si fanno ai vari generi di produzione.
Per queste considerazioni mi pare che non sia necessario di aggiungere alla proposta Ravina questa clausula,
che nel 1883 si debba fare una revisione generale della
tariffa.
Per me dichiaro francamente che a questa condizione rifiuto l'abolizione del porto franco di Nizza, perchè se mi si affacciano alla mente i danni che arreca allo Stato il porto
franco di Nizza, mi stanno ben anche presenti gli inconvenienti che deriverebbero allo Stato da una revisione generale
della tariffa.
Da quanto dico, non si desuma che io reputi che i produttori e quelli che rappresentano in questa Camera le Provincie produttrici dei cereali e dei vini si lascino spaventare
da quest'abolizione dei diritti protettori sopra i cereali e sopra
i vini. Io ho all'incontro piena fiducia che i rappresentanti di
quelle provincie abbiano idee di libero scambio tanto ampie
quanto lo possano essere quelle dell'onorevole signor ministro, e che quando questa riduzione sia accompagnata da riduzioni analoghe sopra tutti gli altri generi che non provengano da queste provincie produttrici di cereali e di vino,
come pure sopra le mercanzie che si estraggono dall'estero,
e quando si vogliano mettere lutti i produttori nella condizione di poter produrre adegual buon mercato, inquesto caso
sia pur tranquillo il signor ministro chei rappresentanti delle
provincie produttrici di cereali e di vino non si rifiuteranno
anche all'abolizione completa dei diritti sopra queste derrate,
perchè hanno presente alla mente che ciò produrrebbe un
gran risultato, il risultato cioè di diminuire il prezzo dei generi assolutamente necessari a tutte le popolazioni, e innanzi
a questo grande beneficio esse non retrocederebbero certamente. Ma un tal fatto non bisogna precipitarlo, bisogna ciò
fare dopo un dato tempo quando l'esperienza ci avrà mostrato quali sono i risultali che noi otterremo dalla riforma
attuale della tariffa.
Signori, noi non conosciamo ancora in verun modo quale
sarà per essere l'esito particolarmente finanziero che avrà
questa nuova tariffa che stiamo discutendo, e potrebbe darsi
che la perdita eh' essa ci procurerà immediatamente fosse
grave per modo che non convenisse andare così presto incontro ad una maggiore. È bensì vero che alla lunga saremo abbondantemente rimunerati stante la maggiore consumazione, stante il maggiore sviluppo che prenderebbero
tutte le ipdustrie del paese ; ma frattanto che questi effetti
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CAMBRA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL1851
non si riferisce che alla revisione della tariffa; quanto al resto è unaproposizione già discussa ; ma la revisione fra due
anni è una proposta nuova, che non venne ancora sottoposta
alla Camera, di cui nonfurono esaminate le conseguenze ; e
quando nel seno della Commissione quasi accidentalmente un
membro della medesima aveva parlato di revisione della tariffa, tutta laCommissione fu d'opinione che questo non si
potesse fare che dopo un certo lasso di tempo, perchè senza
di ciò nessun industriale aveva sufficiente affidamento per
fare lesue operazioni.
Per meglio spiegarmi addurrò un esempio; nessun fabbricante di panni adesso avrà coraggio di far venire quantità di
lana per fabbricare molti panni nonsapendo se da qui a due
anni i panni pei quali favenire la lana siano venduti, e che
il dazio che ora si paga del 10 o 12 per cento, possa essere
ridotto al 5 od al 6.
Conseguentemente ci vuole un certo spazio di tempo, se no
tuffo il sistema economico dello Sfato da una revisione di tariffa è scosso. Sealtrimenti fosse, lerevisioni si potrebbero
fare tutti gli anni. Tutti gli autori che trattano questa materia
trovano la necessità di prescrivere dei periodi di una eerta
lunghezza per dare un affidamento a quelli che intraprendono delle operazioni, perchè abbiano uno spazio sufficiente.
Se si toglie quest'affidamento, tutte le industrie del paese
sono nella massima costernazione. Ioquindi scongiuro la Camera di apprezzare al giusto valore una proposta di questa
fatta, e volerne rimandare l'adozione dopo un più accurato
esame, perchè qui sarebbe veramente improvvisata.
Quanto alla proposizione fatta dal signor ministro, che non
concerne la revisione della tariffa, sono t» o 6 giorni che la
discutiamo, essa benpoco si scosta dalla proposizione della
Commissione, e mi pare che sia piùche matura : quello che
non credo matura è la revisione della tariffa.
CAVOCR, ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura ecommercio. Ioprego la Camera di accettare la proposizione complessiva, o di rimandarla tutta alla Commissione.
Come potremo noi votare separatamente la proposta Ravina, quando essa sarà votata (almeno da me e da quelli che
voteranno con me) colla condizione di quell'aggiunta? Non si
può dunque separare.
Voci. Sì! sì S Ha ragione.
CAVOUR, ministro delle finanze, di marina e d'agricoltura
e commercio. Se la Camera crede di dover rimandare la proposta alla Commissione, la rimandi, ma non separi due questioni che sono, almeno agli occhi di una gran parte dei deputati, indivisibili.
In quanto poi alla soppressione del porto franco di Nizza, io
ho dichiarato che due articoli principali mi muovevano ad
oppormivi, e questi sono il dazio sui cereali e sui vini. Io
credo che nel 1853 sarà il caso di occuparsi specialmente di
questi due dazi, e se in questa circostanza nei potremo meglio coordinare questa tariffa, questa riforma, invece di
portare la costernazione nel paese, sarà all'incontro benedetta da tutti coloro che amano la prosperità del nostro
Stato.
PRESIDENTE. Debbo spiegare alla Camera, che secondo
me la proposta del signor Farina...
Valerio LORENZO. Iohochiesto la parola.
PRESIDENTE. L'avrà poi dopo.
VAIJERIO LORENZO. Domando la parola.
Io credo veramente, che secondo le dichiarazioni fatte dal
PRESIDENTE. Prima ha la parola il deputato Farina.
signor Farina, la questione sospensiva fudiretta unicamente
f a r i na PAOiiO, relatore. Da tutto quello che ioho intorno alla clausola che aggiunse il signor ministro alla prodetto, credo siaabbastanza dimostrato che la mia sospensione posta del signor Ravina nell'atto stesso ch'ei dichiarava di
staranno svolgendosi, i nostri affari finanzieri dello Stato potrebbero essere incagliati. Pensateci, o signori, riflettete se
sia conveniente che noi con undeficit così ragguardevole qual
è quello che abbiamo attualmente, eda cui non abbiamo ancora trovato mezzo di rimediare, possiamo fissare fin d'ora
che da qui ad un anno faremo una nuova revisione della tariffa. Certo ognuno vede che acche da questo Iato è inopportuno il volere sind'ora fissare questa nuova revisione generale.
Pe»* non prendere un'altra volta a parlare, farò ancora
un'osservazione.
Il deputato Ravina ha presentato un progetto il quale non
si scosta guari da quello che ioproposi. Anche egli stabilisce
un'epoca nella quale i diritti differenziali debbono essere aboliti, edetermina a questo scopo il primo gennaio 185ft, mentre nel mio progetto è stabilito il primo gennaio 1853. Mi
pare che in questo possiamo andare d'accordo facilmente,
giacché non è la proroga di un anno che possa porre un disaccordo di opinione.
Io son benlieto anzi di accondiscendere a questa protrazione di tempo. Insecondo luogo stabilisce che pei bisogni
della provincia-di Nizza, particolarmente per la formazione
delle strade, il Governo darà a quella provincia un sussidio.
Questa massima conun'altra formola l'ho stabilita io pure;
l'unica differenza essenziale che esiste tra il mio progetto e
quello del deputato Ravina, nonancora emendato dal signor
ministro, consisterebbe in ciò, che in quest'intervallo, cioè
tra la tariffa attuale ed il 1853, verrebbe applicato il sistema
del Governo, menìre ioinvece lascierei lostatiiquo. Sicuramente che questa modificazione del signor Ravina non è
molto favorevole agli interessi particolari dei Nicesi ; ma se
essi l'accettano, per menon hodifficoltà di aderirvi, perchè
al postutto non si fa altro che dimezzare il dolore, cominciando ad avviarli verso la completa abolizione del porto
franco, e cominciando ad applicare unaparte di questa abolizione. Dunque anche in ciò aderirei alla proposta del signor
deputato Ravina; solo mi rifiuto di aderire all'emendamento
dell'onorevole ministro delle finanze per le considerazioni
che hoesposte alla Camera.
PRESIDENTE. Osservo al signor deputato Lanza che oltre alle differenze da lui notate sul termine del suo discorso,
ve ne è pure un'altra ; poiché egli stabilisce che fino al primo
gennaio 1855 dovrà essere stabilito unporto franco di deposito a Nizza, la qual clausola non è nella proposta del signor
Ravina.
LANZA. Aveva anche presente questa differenza ; ma non
l'ho accennata persuaso che non vi è ragione per cui non si
possa aderire, tanto per parte del signor ministro, come del
signor Ravina a questa proposizione, laquale nel mentre che
è vantaggiosa a! porto di Nizza non stabilisce alcun privilegio.
PRESIDENTE. Ora però porrei ai voti la proposta sospensiva del signor Farina in questo senso, chesi sospenda
unicamente la discussione intorno alla clausola che avrebbe
aggiunto il signor ministro alla proposta Ravina, colla quale
si stabilisce che nell'anno 1853 sarà ripresa la discussione
sulla tariffa doganale.
CAVOUR, ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Io credo che il signor Farina intenda che
la proposta intiera siarimandata alla Commissione,
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TORNATA DELL'I 1 GIUGNO 1851
accettarla. Quindi io credo che debba intendersi necessariamente ristretta a questo punto ; tanto più che se la Camera
rigetta la questione sospensiva , questo vuol dire che verrà
in votazione la proposta Ravina coll'aggiunta di questa clausola, e la Camera se ne occuperà al momento in cui crederà
di venire sopra questa proposta; e se invece è ammessa la
proposizione sospensiva, quantunque si limiti alla clausola
aggiunta dal signor ministro, produce sempre una sospensione di tutta la questione.
VALERIO LORENZO, Domando la parola contro la questione sospensiva.
La questione in generale sembrami sufficientemente matura, e che quindi sia opportuno il passare ai voti.
Mi giova intanto il dire che ove venisse adottata la proposta Ravina anche così emendata come lo fu dal signor ministro, l'annunzio d'una riforma della tariffa daziaria da eseguirsi nel 1883 non produrrà ne! commercio veruno di quei
cattivi effetti che vennero accennati ; che io sono anzi d'opinione che avendo noi votato precipitosamente e senza studi e
statistiche preliminari la presente tariffa daziaria, sia di
tutta necessità che nel 1853, od anche prima, si venga ad una
revisione della medesima, perchè io sono persuasissimo (ed
ho una pratica di 29 anni di negoziante dinanzi a me), che
nella tariffa che abbiamo già votata, noi abbiamo commesso
degli errori ai quali bisognerà necessariamente porre rimedio: che anzi io penso che gli errori da noi commessi saranno
tanto più sopportabili acoloro che ne soffronole conseguenze
la quanto che avranno la certezza che ad essi sarà posto
pronto riparo.
Se la tariffa che abbiamo qui votata non avrà prodotto nessun danno, le sue modificazioni si ridurranno a pochi articoli, e si tratterà soltanto di modificare quegli articoli che
riguardano le sostanze alimentari ; se la tariffa avrà invece
daloluogo ad inconvenienti, allora bisognerà necessariamente
riformarla più ampiamente, e con ciò avremo fatto un grande
beneficio al paese.
Tanto è vero che io sono convinto di questa verità che alcuni giorni sono, e prima che venisse in discussione la questione di Nizza, aveva preparato e comunicato ad alcuni
amici politici un articolo da collocarsi in fine della legge che
stiamo discutendo, nel quale il Ministero veniva invitato ad
una pronta revisione della tariffa, dovendo la presente tenersi soltanto per provvisoria.
lo penso quindi che la revisione della tariffa 1853 fatta cogli opportuni documenti statistici, ed in piena cognizione di
causa, discussa colla calma necessaria, non solo non arrecherà danno al commercio, ma che anzi, come ho già detto,
sarà una garanzia che gli si darà ; che se in questa tariffa che
andammo precipitosamente discutendo vi sono delie cose dannose, avrà pure il commercio un'epoca certa in cui vedervi
apporre un rimedio.
Io quindi appoggio quella proposta, e ritiro per parte mia
la proposta che ho enunciata e svolta, collegandomi alla proposta dell'onorevole mio amico deputato Ravina emendata
dal signor ministro.
PRESIDENTE. Pongo ai voti la proposta sospensiva.
Quelli che approvano iì rinvio alla Commissione della
proposta fatta ultimamente dal signor ministro, vogliano
alzarai.
(Dopo prova e controprova, la proposta non è adottata.)
Ora crederei di dare ìa precedenza alla proposizione delia
Commissione, e ne dirò i motivi.
Questa proposta stabilisce già sin d'ora, sebbene non ne
fissi l'epoca, iì principio della cessazione dei porto franco ; ma
siccome non porta alcuna disposizione che sia transitoria, ma
reca l'immediata cessazione del porto franco, e l'immediata
decisione di conservare i diritti differenziali, questa proposizione è la più lontana da quella che è stata testé votata, perchè porta maggiori modificazioni allo statu quo.
FARINA, PAOLO, relatore. Potrebbe prima mettersi ai
voti la proposta del signor ministro.
v&LEna© LORENZO. Io credo che qualunque sia la proposta messa prima ai voti, ognuno di noi abbia di già.un concetto formato, e che quindi questo non importi. Si metta o
l'una o l'altra proposta ai voti, purché si voti.
FARINA PAOLO, relatore.
Io ho fatto ìa proposta che si
mettesse prima ai voti la proposta ministeriale, poiché i motivi
che hanno^eterminata la Commissione a mantenere i diritti
differenziali non sono ancora stati svolti. (Rumori) La Camera
può esclamare quanto vuole, ma la prego di osservare che
non vi è ancora un oratore che abbia parlato in proposito.
ministro delle finanze, di marina, e d*agricoltura e commercio. Aderisco alla proposta del signor Farina.
Si metta pure in votazione la proposta del signor Ravina da
me emendata.
MICHELI;». Domando la parola per l'ordine delia votazione.
Chiederò ai presidente perchè non ha parlato della mia
proposta, la quale mi pare debba avere la precedenza. (Rumori prolungati)
PKESIISENT®. Dirò le ragioni per cui non ho dato la
precedenza alla sua proposizione ; egli è perchè elle ammette
bensì una modificazione allo stalli quo, ma questa modificazione non è così grave ed importante come quella della Commissione.
D'altronde, siccome il relatore della Commissione insiste
egli stesso perchè sia data la precedenza alla proposta del
Ministero, ecco il motivo per cui ho data a questa la precedenza.
PICCO». Domando la "parola. (Rumori)
Desidererei udire lettura della proposta del deputato
Lanza.
PKKSWESTE. La proposta del deputato Lanza differisce
la questione al 1855.
LANZA. Ho detto che aderiva alla proposta del 1854.
FRESiDENfE. Dunque è la stessa cosa.
LANZA. Mi permetta : se si persiste a mantenere nella
proposta Ravina l'emendamento del Ministero, io riprendo la
mia proposizione, e solamente invece di stabilire l'epoca del
primo gennaio del 1855 per l'abolizione del porto franco, stabilisco il gennaio 185ft. (Si parla vivamente)
PRÌSIBESTE. Dunque si allontana meno dallo statu quo
degli altri.
SBELLANA. Domando ìa parola per fare una proposizione.
La Camera, col respingere la domanda dei deputati di Nizza
ha dichiarato che non può riconoscere uno statu quo contra~
rio all'eguaglianza: se non è in suo potere di riconoscere
fatti contrari allo Statuto, non è, nè può essere egualmente
in suo potere di menomare quel principio con porre delle
condizioni o dei compensi alla cessazione del porto franco di
Nizza. Ora tutte le proposte sulle quali stiamo per votare,,
qual più qua! meno, peccano in questo senso : la Camera.non
può approvarle senza menomare il principio, e senza porre
un precedente che sarà semenzaio di dissidi e nel paese e
nella Camera. Quindi iu propongo un solo articolo così concepito:
« Coi primo gennaio 1855 cesseranno tutte le disposizioni eccezionali ora esistenti in favore delia contea di Nizza» »
— 2664 —
CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1 8 5 1
L'unica transazione fattibile si è questa : di concedere cioè
uno spazio di tempo per effettuare una tale mutazione di cose
in quella contea. Sebbene a stretto rigore il principio si dovesse subito effettuare, p u r e niuno essendo tenuto all'impossibile, e richiedendosi un qualche tempo per organizzare le
nuove linee doganali e per ¡stabilire un locale di depositi,
franco dei diritti, è perciò che propongo la dilazione fino al
gennaio del 1853 ; ma voglio che la decisione del principio
sia franca e scevra da condizioni che non può ricevere.
Notisi anche che in un anno e mezzo potrà il Governo, potrà la Camera fare in prò di quella contea quello che sarà r i chiesto dalle peculiari di lei circostanze : ma ciò si farà spontaneamente, e non in modo di transazione, il che oltre
ad essere incostituzionale, ed indecoroso, può essere un
precedente che v e r r e b b e , ad ogni piè sospinto, invocato da
altri.
Si noti p u r e che in questo spazio di tempo avranno i negozianti e tutti gli altri interessati un tempo sufficiente per
provvedervi.
Invito quiMdi la Camera ad adottare q u e s t a , che io r e puto l'unica proposta che per noi si possa con dignità votere.
SOSTI. Faccio un'altra proposta. (Ài voti ! ai voti !)
PRESIDIENTE. Leggo la proposta Mellana:
« Col primo gennaio 1883 cesseranno tutte le disposi»
zioni eccezionali ora esistenti in favore della contea di
Nizza. »
Domando se questa proposta è appoggiata
(E appoggiata.)
XOSTI. Domando la parola.
Foci. Ai voti ! ai voti !
I O S T I . Considerando che lo stato di Nizza è perfettamente
normale giusta i principii emessi dal Parlamento, io propongo
che la Camera ed il Ministero pensino a togliere lo stato eccezionale in cui si trovano le a l t r e Provincie del Piemonte
entro il 1853, cosicché siano aboliti tutti i dazi, non solo a
Nizza, ma in tutto il resto del P i e m o n t e .
P R E S I D E N T E . La sua proposta non può qui trovare luogo.
Ora si parla del porto franco.
I O S T I . La proposta del deputato Mellana tende a far sì
che cessi lo stato in cui si trova Nizza.
A parer mio ciò implica un giudizio sullo stato eccezionale
del contado di Nizza.
Ora io credo che Nizza non sia in uno stato eccezionale, ma
lo siano invece le altre provincie del Piemonte che si trovano
in uno stato il quale è in u r t o con i principii proclamati in
questa Camera di libertà commerciale.
Siccome si vuol negare al Ministero il tempo necessario per
procedere a questa progressiva r i f o r m a , e per votare una t a riffa normale, la quale si possa anche adattare al contado di
Nizza, io insisto perchè si sopprimano ad un tratto tutti i
privilegi esistenti a favore di t u t t e le industrie, che impediscono nel resto dello Stato l'applicazione della libertà, e si
proclami sin d'ora libertà di commercio per tutti.
(Interruzioni)
Voci. Ai voti ! ai voti !
JACUJIHÌH J e demande la parole pour faire une interpellation à M. le ministre. ( R u m o r i )
CITOI:H, ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Je vous prierais de la réserver à une aut r e occasion.
JACQUIER. Je demande pardon, mon interpellation est
relative à la proposition qui a été faite par M. le ministre. Je
n'ai pas parlé pendant dix j o u r s , et j'ai beaucoup écouté.
(Ilarità)
CAVOUR, ministro delle finanze, di marina,
e d'agricoltura e commercio, e voci diverse. Parlez ! parlez!
JACQUIER. Suivant l'amendement de M. le ministre, r e lativement à la proposition de l'honorable M. Ravina, la
Chambre doit procéder, en 1853, à une nouvelle révision du
tarif douanier. Ce mot de révision peut d o n n e r à plusieurs
députés, et j e suis de ce n o m b r e , u n e inquiétude sur l ' a v e nir. Il y a de l'instabilité dans les charges de ce monde. Si
nous conservons dans la loi le principe de la révision, il reste
le doute si à cette époque, l'on fera un pas en a r r i è r e vers
le système de la protection. (Rumori
prolungati)
Messieurs, cette inquiétude je l'ai et j e la manifeste. Si la
Chambre croit p r e n d r e actuellement l'engagement de réviser
le tarif q u e nous venons de voter en fixant un t e r m e , elle le
fait sans doute dans le but de faire un pas dans la voie du
libre échange. Mais avons-nous bien la certitude q u e , dans la
révision que nous nous imposons, nous marcherons alors vers
ce but? C'est là u n e crainte que nous pouvons avoir quelques
raisons d ' é p r o u v e r .
CAVOUR, ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio.
J e r é p r o n d r a i à l'honorable député Jacq u i e r , q u e l'intention du Ministère, à cet égard, est celle
de faire un nouveau pas dans la voie du libre échange, s u r tout pour ce qui a trait aux denrées alimentaires, parce q u e
c'est sous le r a p p o r t des denrées alimentaires que la province
de Nice se trouve dans un état exceptionnel. Mais j e crois
q u ' a p r è s cette déclaration, il ne serait pas convenable pour
la Chambre de tracer la voie à cet égard. D'ailleurs, une telle
détermination n'aurait aucun effet, aucune valeur, car nous
n'avons pas le droit de dire à un a u t r e P a r l e m e n t : vous ne
ferez pas des changements dans le système protectionniste.
Nous ne pensons pas engager l ' a v e n i r ; nous pensons bien déclarer quelle est notre intention m a i n t e n a n t . . .
JACQUIER. (Interrompendo)
Alors vous permettez le
port-franc.
CAVOUR, ministro
delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Je vous demande pardon. Je n'ai pas
dit q u ' u n e r é f o r m e sera opérée. On discutera de nouveau la
question du p o r t - f r a n c . Il est évident que si le Parlement de
1853 ne veut pas abolir le port franc, il en aura le droit tout
autant q u e celui de 1851. Nous n'empêchons pas le P a r l e ment de 1853 de p r e n d r e une détermination relativement au
port f r a n c : seulement nous disons q u e nous croyons convenable qu'avant d'abolir le port-franc, nous avons encore à r é former quelques parties du tarif qui n'ont pas encore été r é formées.
Voci. Ai voti ! ai voti !
P R E S I D E N T E . Vi sono primieramente due proposizioni,
quella del signor Mellana e quella del signor Iosti, la q u a l e
io non credo dovere p r e s e n t a r e , attesoché non riguarda la
tariffa doganale, nè troverebbe in questa discussione luogo
opportuno.
Viene poi quella del deputato Franchi. (Oh Î oh ! — Rumori)
Egli riprende la proposta Ravina tale e quale fu dal medesimo proposta, eccettuate le aggiunte fattevi dal signor ministro delle finanze.
Domando se è appoggiata la proposta Ravina pura e semplice, ripigliata dal deputato Franchi.
(È appoggiata.)
Credo debba darsi la preferenza alla proposta Mellana,
perchè al primo gennaio fa eessare tutte le disposizioni v i genti relative al contado di Nizza. La proposta Mellana è così
concepita:
« Col primo gennaio 1853 cesseranno t u t t e ìe disposi-
— 2665 —
TORNATA DELL'11 GIUGNO 1851
zioni eccezionali che esistono in favore dei contado di
Nizza. »
La pongo ai voti. Chi l'approva, voglia alzarsi.
(Dopo prova e controprova, la Camera non adotta.)
Ora porrò ai voti la proposta del deputato Ravina e m e n data dal ministro.
Foci. Prima la proposta Franchi.
CA V OU R, ministro delle finanze, di marina, e il' agricoltura e commercio. Mi pare che la mia proposta debba avere
la precedenza, poiché voteranno p e r essa quanti stanno per
la proposta Franchi, più quelli che non voterebbero per q u e sta, potrebbero pure votare per la medesima. ( 5 Ì ! si!) Questo è il sistema che si segue sempre.
P RES IDEN T E. La Camera sa che, n e l caso che non
venga ammessa la proposta del signor Ravina emendata dal
signor ministro, potrà sempre votare per quella dei deputato
Franchi.
B i i F r à . Mi pare che sarebbe semplificata la questione se
invece di fare proposte diverse della proposta primitiva del
deputato Ravina, si ammettesse la divisione della proposta
complessa del signor Ravina e del signor ministro.
P RECIDES T E. Darò la ragione per cui credo che non si
debba fare la divisione. Egli è perchè qui si tratta di votazione sopra un sistema. Ora la massima non ammette necessariamente per sè divisione ; o è tale e quale come venne
proposta, o non è ; quindi per la stessa ragione per cui il deputato Franchi presenta come massima la proposta Ravina
pura e semplice, l'onorevole signor ministro propone come
massima quella del signor Ravina modificata dalla sua a g giunta che si riferisce all'essenza stessa della proposta»
Voci, Sì ! sì ! Ai voti !
P RES IDEN T E. Rileggo la proposta Ravina, coll'aggiunta
del signor ministro:
« Art. i . II porto franco ed ogni privilegio doganale
della città e contado di Nizza , cesserà al cominciare dell'anno 1854.
« Nell'anno precedente sarà ripresa dal Parlamento in
eonsiderazione la riforma della presente tariffa doganale.
a Art, 2. Sino a tale epoca i dazi di dogana saranno regolati secondo le basi de! progetto del Ministero, espresse nella
presente tariffa d'abolizione dei diritti differenziali.
« Art. 3. Il ministro dei lavori pubblici proporrà al Parlamento nell'annuale bilancio le spese occorrenti per quei lavori pubblici in favore della provincia di Nizza, che giudicherà essere opportuni, »
SiNEO. Domando la parola sul modo di proporre la questione. (Rumori — No ! no ! Ai voti)
Non si può obbligare nessuno a votare una proposizione
complessa. Non potete obbligarci a votare l'abolizione dei diritti differenziali sotto pena di rigettare il rimanente delia
proposta Ravina. Questa è moralmente impossibile; sarebbe
una violenza fatta ai deputati. Ognuno ha diritto di votare
secondo la sua coscienza. Io non posso attualmente votare
l'abolizione immediata dei diritti differenziali. Nel resto io
fo plauso alla proposta del deputato Ravina.
Ilo dunque diritto di chiedere la divisione; il regolamento
mi dà qaesto diritto, e me lo dà la ragione. Io non posso votare l'abolizione instantanea dei diritti differenziali perchè
questo provvedimonto improvviso pregiudicherebbe grandeojente non solo il contado di Nizza, ma anche parecchie Provincie piemontesi. Ci sono alcune provincie di qua deile Alpi
le quali da lungo tempo non hanno ricevuto nessun favore e
sono soggette a pesi eccezionali, ed alle quali l'abolizione su»
bitanea di questi diritti differenziali recherebbe un gratuito
SÉH&n »EX 1864—CAMERA DEI
DEPUTATI —
Dkmmzm
334
danno. Io dunque insisto affinchè si voti per divisione. Quando
verrà la questione sull'abolizione immediata dei diritti differenziali, allora credo che bisogna almeno sentire la Commissione, la quale avrà non ne dubito, delle buone ragioni da
dire a questo riguardo.
CIV OCK, ministro
delle finanze, di marina, e d^agricoltura e commercio. Qui non si tratta che di votare una mas»
sima ; se essa sarà accettata bisognerà poi discutere gli a r ticoli che ne sono come l'applicazione. Io credo quindi che
si possa benissimo votare ora la massima; domani poi si
verranno a discutere gli articoli. Allora gli onorevoli d e p u tati che credono di dovere discutere la questione dei diritti
differenziali, potranno farlo. Dacché giova che sia bene inteso
che coll'adgzione della proposta Ravina non si pregiudica la
questione dei diritti differenziali. (Bravo l)
Voci. Ai voti! ai voti !
V A RIMI P AOLO, relatore.
Io non so come si possa vo->
tare che si accetta il progetto del Ministero senza stabilire
che sono aboliti i diritti differenziali. Se si accetta il progetto
del Ministero, naturalmente la questione resta pregiudicata...
(Rumori
continui)
P RES IDEN T E. Io non posso essere del sentimento del signor ministro. Ho già detto che vi sono parecchi sistemi. Ora
il sistema del Ministero consiste specialmente nel mantenimento del porto franco e nell'abolizione dei diritti differenziali. Quindi non si può venire a dare un voto sul suo sistema
con riserva di combatterlo.
Perciò io credo che quelli che vogliono che si faccia la di«
visione debbono presentare un'altra proposta.
CAVOU R, ministro delle finanze, di marina, e d^agricoU
tura e commercio. Mi duole di dover entrare io discussione
col signor presidente; ma mi pare che qui la questione principale sia quella dell'abolizione del porto franco. Il Ministero
ha fatta la dichiarazione di unirsi alla proposta Ravina, ma
però con tre condizioni : quella di stabilire un dazio sui vini,
quella di sopprimere i dazi differenziali, finalmente quella
di prendere nuovamente ad esame la tariffa doganale. Se si
vuole riservare la questione dei diritti differenziali, io non
vedo perchè ciò non si possa ammettere, poiché vi sono ancora a discutere tutti gli articoli di applicazione che certo
non si votano così implicitamente. Penso quindi che si possa
benissimo votare questa proposta, riservando la questione dei
diritti differenziali.
P RES IDEN T E. Io ripeto che tuttavolta che vi sono pa«>
recchi progetti a fronte e che includono sistemi diversi si
deve votare sopra uno di questi complessivamente. Diversamente si correrà rischio di cadere in una grande confusione.
RAVIN A. Io credo chi: quando per un sistema si pone una
riserva non ci debba essere difficoltà a votarlo» Quando è
espresso: i diritti saranno regolati secondo il progetto dei Ministero annesso alla presente tariffa, salva la questione dei
diritti differenziali (non dico salvi i diritti differenziali p e r chè non li voglio, ma solo salva la questione dei diritti differenziali), non credo vi possa essere difficoltà alcuna per voltare sulla massima inclusa nella mia proposta emendata dal
signor ministro.
CA DORN A . À me pare che in una questione in cui si
tratta di stabilire il modo di votare non ci può essere altro
interesse fuor quello che ciascuno abbia libero il suo voto e
possa darlo alla minima delle proposte f a t t e , senza doverlo
dare alle parti cui non vuole accedere. Quando una proposi»
zioue è complessa, e composta di parecchi membri, necessariamente viene la divisione. Io credo che non si possa votare
la presente proposta senza divisione, senza, cioè s votare se«
— 2666
CAMERA DEI DEPUTATI —
paratamente su tutte le parti che la compongono. Essa porta
l'abolizione del porto franco, la conservazione o no dei diritti
differenziali, la condizione della revisione della tariffa. Questi
sono altrettanti membri separati d'una stessa proposta. Se si
separano nella votazione, ognuno potrà accettare o rigettare
quelle parti che più gli piaccia.
Ma vi è qui una difficoltà che merita di essere considerata.
Il signor ministro accetta il principio generale dell'abolizione
del porto franco, purché si adotti la condizione della revisione
della tariffa fra due anni. Senza questa non voterebbe la prima
parte. Quindi egli dice : prima di votare l'abolizione del porto
franco amo sapere se si ammetterà la revisione della tariffa. Siffatta difficoltà però facilmente si può risolvere col regolamento. Questo stabilisce che gli emendamenti si devono
votare prima delle proposte principali, e ciò appunto è diretto a far sì che prima di votare le proposizioni principali
si sappia se vengono ammesse quelle modificazioni che sono
proposte. Quindi proporrei che si faccia la divisione per articoli di tutta la propesta Ravina, secondo i vari soggetti che
essa contiene. Si cominci a votare l'emendamento del signor
ministro relativo alla revisione, con riserva di passare alla
votazione delle altre parti. Così ne avverrà che, se la maggioranza della Camera intende di adottare la proposizione Ravina coll'emendamento del signor ministro, voterà in favore
di esso; in caso diverso lo rigetterà, e quindi sarà stabilito
che quelli che intendono di votare in favore della proposta
del signor ministro sono stati realmente in minorità, poiché
era libero di votare, e poiché la questione principale, che è
quella dei porto franco, non è ancor votala.
P B i s i D K S f ® . Consulto la Camera sulla proposta del signor Cadorna che è di votare i paragrafi della proposizione...
f i r m a PAOLO, relatore. Chiedo la parola per proporre
un sotto-emendamento. Siccome il signor ministro ha dichiarato che la revisione che si farebbe nel 1855 della tariffa non
si estenderebbe che ai cereali...
c a t o v b , ministro delle finanze^ di marina, e d'agricoltura e commercio.
Ho detto che si dovrebbe continuare il
rimanente della tariffa e che si penserebbe specialmente, ma
non esclusivamente ai cereali.
m i i A p j l o i ì ® , relatore. Allora ritiro il mio sottoemendamento, e voto contro il Ministero.
p b e s i d e i i ì t e . Interrogo se la Camera assenta all'ordine
di votazione proposto dal deputato Cadorna.
(La Camera assente.)
Pongo dunque ai voti la clausola apposta dal signor ministro delle finanze alla proposta del deputato Ravina, perchè
Bell'anno 1853 sia dal Parlamento ripresa in considerazione
la riforma della presente tariffa doganale.
(Alla prima votazione per alzata e seduta, la deliberazione
riesce dubbia.)
, > <
La prova essendo dubbia, si procede ad una nuova votazione sulla proposta del ministro delle finanze che ho enunciato or ora.
(La Camera approva.)
¥iene ora la proposta del deputato Ravina.
È così concepita:
« Il porto franco ed ogni privilegio doganale della città e
contado di Nizza cesserà al cominciare dell'anno 1854. »
La metto ai voti.
(La Camera approva.)
C a v o u r , ministro delle finanze, di marina, e d*agricoltura e commercio. La massima essendo ora adottata, siccome
l'applicazione del piano del Ministero è formolata in due o
—
SESSIONE DEL
1851
tre articoli, mi sembrerebbe più conveniente che questa discussione venisse rimandata alla seduta di domani.
Ognuno avrà riconosciuto che la proposta del deputato Ravina, quale è concepita, non si può innestare nella legge.
REiiiAKA. Mi pare almeno strana la proposta del signor
ministro, che cioè dopo i due voti testé emessi sia domani
libera la Camera nella votazione dei diritti differenziali e dei
dazi sul grano e sul vino. La proposta Ravina era complessa;
ora su quel complesso di proposte la Camera ha già adottato
e l'esistenza del porto franco fino al 1854, e che anche in allora non debba cessare se prima non si sia fatto precedere
una nuova revisione della tariffa doganale, ma molti possono
aver ciò votato, stantechè in quella proposta si diceva pure
che intanto rimarrebbe in vigore il progetto ministeriale, cioè
la cessazione dei diritti differenziali e la tariffa sui grani e
sul vino.
c a t o v r , ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Io desidero che la Camera voti il dazio sul
vino, e lo chiedo colla massima istanza.
mei*i«ahìa. Ciò dovrebbe essere implicitamente già votato,
ma se si dovrà ancora votare, io a! certo non voterò un'imposta sul povero in favore dei ricchi.
c a t o v r , ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. E me ne duole. (Ilarità)
MEiifcANA. Se la Camera vuole meglio comprendere l'inconseguenza della proposta del signor Cavour, rifletta che ha
già respinta la propesta di mantenere lo statu quo; ora, se
può ed è, come vorrebbe il ministro, in tempo di votare sui
diritti differenziali e sul dazio sul vino, ne avverrà che, se è
ancora libera di votare, può votare per la continuazione dei
diritti differenziali e respingere l'imposta sul vino, il che
vorrebbe dire il perfetto statu quo già stato respinto, e corrisponderebbe a dire ed a disdire: ci pensi la Camera.
C a v o u r , ministro delle finanze, di marina, e d'agricoltura e commercio. Se la Camera si crede abbastanza illuminata sugli articoli d'applicazione della massima votata or
ora, giacché io lo sono certamente, essendo una mia proposta,
io li voto fin d'ora.
p r e s i d e n t e . Onde porre la Camera in condizione di
giudicare se convenga occuparsi ancora delle altre parti della
proposta Ravina, o meglio rimandare la discussione a domani
sugli articoli del Ministero annessi alla tariffa, leggo l'articolo che segue della stessa proposta Ravina:
« Fino a tale epoca i dazi di dogana saranno regolati secondo le basi del progetto del Ministero, espresse nella presente tariffa. »
V a l e r i o I ì O s s e s z o . È impossibile votare ora quest'articolo. Prima di votarlo bisogna necessariamente discutere le
basi del progetto del Ministero.
Foci. A domani ! a domani !
(Molti deputati sorgono per uscire.)
PRESENTAZIONE » ' U S TRATTATO » 1 COMMERCIO
COIiIiA SVIZZERA.
»'AZE6E1YO, presidente del Consiglio dei ministri,
ministro degli affari esteri. Domando la parola per una comunicazione. (Udite ! udite !)
Ho l'onore di presentare alla Camera un trattato di commercio conchiuso dal Governo del Re il giorno 8 di questo
mese colla Confederazione Svizzera»
*
Benché la Camera abbia ancora molto a fare, tuttavia spero
TORNATA DELL'11 GIUGNO
che essa vorrà occuparsi al più presto del progetto di legge
per l'approvazione del medesimo, perchè credo che esso ton
darà luogo a lunghe discussioni. (Bravol Bene!)
p r e s i d e n t e . La Camera dà atto al signor presidente
del Consiglio di questa comunicazione. Questo trattato sarà
stampato e distribuito. (Vedi voi. Documenti, pag. 944.)
La seduta è chiusa alle ore 5 3/4.
1851
Ordine del giorno per la tornata di domani :
i° Seguito della discussione del progetto di riforma della
tariffa doganale ;
2° Discussione del progetto di legge per una tassa sul commercio, sulle arti e sulle professioni liberali.
T O R N A T A D E L 1 2 GIUGNO
1851
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CAVALIERE PINELLI.
SOMMARIO. Interpellanza del deputato Mellana al ministro delle finanze relativa all'ordinanza del 5 giugno 1851, sull'emissione di obbligazioni dello Stato — Risposte del ministro delle finanze, e schiarimenti del deputato Di Bevél — Obbiezioni
di legalità del deputato Sineo — Proposizione d'ordine del giorno del deputato Di Bevél — Osservazioni dei deputati Michelini, Sineo, Asproni e del ministro dell'interno — Ordini del giorno motivati dei deputati Sineo e Cavallini — Dichiarazioni del ministro delle finanze — Seguito della discussione del progetto di legge sulla riforma della tariffa doganale e
sul porto- franco di Nizza — Proposizione del deputato Cadorna sull'ordine della votazione riflettente le proposizioni Bavina e del ministro delle finanze, approvate nella tornata di ieri — Questioni sull'espressione del voto condizionale o no
delle due proposizioni — Opinioni del ministro delle finanze e dei deputati Iosti, Michelini, Asproni, Pescatore, Lions,
Valerio Lorenzo, Deforesta, Danza, Bavina e Buffa — Proposizione del deputato Bicci Vincenzo — Beiezione della proposizione pregiudiciale del deputato Deforesta — Osservazioni dei ministri dell'interno e delle finanze, e dei deputati
Bavina, Valerio Lorenzo, Danza, Farina Paolo, relatore, e Iosti — Approvazione della proposizione Bicci Vincenzo sulla
trasposizione della proposta del ministro delle finanze adottata nella seduta di ieri.
La seduta è aperta alle ore 2 pomeridiane.
b r i g n o n e , segretario, dà lettura del processo verbale
della tornata precedente.
PRESIDENTE. La Camera essendo in numero, pongo ai
voti l'approvazioue del processo verbale.
(La Camera approva.)
INTERPELI.A1VKA A Si MINISTRO DELLE FINANZE
SULL'EMISSIONE DI OBBLIGAZIONI DELLO STATO.
m e l l a n a . Io prego la Camera a concedermi d'intervertire l'ordine del giorno per fare una interpellanza all'onorevole ministro delle finanze; l'oggetto cui mira la mia
interpellanza, non può soffrire indugio ; sotto questo riguardo, prego la Camera a volermi permettere pochi istanti.
Foci. Sì! sì!
p r e s i d e n t e . Il deputato Mellana ha la parola per una
interpellanza.
m e l l a n a . Pochi giorni or sono l'onorevole Ravina, contrapponendo alcune sue osservazioni ad una mia proposta diceva: doversi lasciare al Governo ampia libertà nel fare i
regolamenti ed i reali decreti, perchè se in essi mai si violasse la legge, essendo aperto il Parlamento, è sempre lecito
a noi di fare interpellanze al Ministero e richiamarlo alla
servanza della legge, ove <¡uegta fosse stata violata,
Viene ora il caso di un decreto reale emanato e pubblicato nel foglio officiale di ieri, nel quale, a mio avviso, vi è
una flagrante violazione della legge; è contro tale violazione
che si rivolgono le mie interpellanze»
Esiste ancora la legge del settembre 1848, la quale dà un
corso obbligatorio ai biglietti della Banca Nazionale, in alIora Banca di Genova, e che impone a tutti i cittadini, qualunque fossero, o potessero essere i loro contratti in contrario, di dovere ricevere i biglietti di quella Banca come moneta
metallica.
Ora, nel decreto emsnato ieri in ordine all' alienazione
di 18 mila obbligazioni dello Stato concessa colla legge del
9 luglio 1850, votata dal Parlamento or son pochi giorni,
si vede il terzo alinea dell' articolo 9 concepito in questi
termini:
« Gli altri versamenti da eseguirsi direttamente nelle casse
della Banca Nazionale dovranno essere fatti almeno per la
metà in effettivo con scudi di lire cinque, alle epoche e nelle
proporzioni che si trovano ivi notate.
Niuno ignora che dal 1848 in qua emanarono varie sentenze dei magistrati, le quali interpretando quella legge del
7 settembre 1848, riconobbero e sancirono nell'interesse
dei ricorrenti che tutti i patti, sia anteriori che posteriori a
questa legge collo scopo di deluderla, fossero nulli. Ora,
come potrà il Governo contro il disposto di una legge così
chiara, contro il qua^ì unanime eonseps© dfsi «sagiistrati.