Newsflash 09_02_2011

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Newsflash 09_02_2011
Newsflash Europee 29/11/2016
-Bilancio 2017: l’Italia si astiene. Sul bilancio Ue per il 2017, che ha ottenuto il via libera nella giornata del 28
novembre, l’Italia ha confermato l'astensione su cui ha concordato anche la Grecia, la posizione negativa sul
pacchetto finanziario globale, che include il riesame del 2017 e del bilancio pluriennale fino al 2020. E c'è stata
un'astensione anche del Regno Unito, in virtù di una riserva parlamentare. Il sottosegretario agli Affari Europei
Sandro Gozi a margine dell’incontro ha fatto sapere che l’Italia si è astenuta perché sebbene su una parte del
bilancio 2017 ci siano stati gli aumenti richiesti c'è ancora molto da fare per il riesame del bilancio pluriennale.
Gozi ha voluto anche sottolineare che sul bilancio 2017 ci sono stati gli aumenti richiesti, anche grazie al lavoro di
squadra col Parlamento europeo. C’è stato un aumento del 12% della rubrica legata alla crescita e alla lotta
contro la disoccupazione. In particolare sono aumentati i programmi su l’Italia insisteva particolarmente: quelli
per le Pmi, quelli per la ricerca come Horizon 2020 e quelli per i giovani disoccupati, come la Garanzia giovani. C’è
stato inoltre un aumento dell'11% per spese in materia di sicurezza, e questo significa che, l'Europa metterà più
soldi per fare i rimpatri, per la ridistribuzione dei rifugiati, una migliore gestione delle frontiere esterne.
-Digitale: stop al geoblocking. Lunedi 28 novembre, è stata trovata l'intesa a maggioranza qualificata al Consiglio
Ue competitività sullo stop del geoblocking, sulla base della proposta presentata dalla Commissione europea.
Questa, però, lascia fuori musica, video, film, e-book e app. Via libera quindi dei 28 Paesi UE alla libertà di fare
acquisti online su siti e portali diversi da quelli del proprio Paese, dai pacchetti vacanze e auto in affitto sino ad
abbigliamento e servizi cloud. Stop anche alle restrizioni sui pagamenti, spesso bloccati a causa di carte di credito
di uno stato membro diverso. Con le nuove regole chi commercia su internet non potrà più discriminare tra i
consumatori sulla base della loro residenza su prezzi, offerte, termini e condizioni d'acquisto quando le merci
sono consegnate nel Paese dell'acquirente o dove d'accordo con l'acquirente, per servizi elettronici come cloud e
web-hosting ma non quelli protetti da copyright, e servizi ricevuti dal consumatore nel Paese dove opera il
commerciante, come hotel, eventi sportivi, biglietti per spettacoli o parchi d'attrazioni. L'accordo Ue dovrà ora
essere negoziato con il Parlamento Europeo dove la relatrice sarà la polacca Roza Thun del PPE che si è detta
perplessa su alcuni punti come la responsabilità del commerciante in materia di sicurezza dei prodotti, l'IVA e le
regole ambientali. L’onorevole Thun ha inoltre aggiunto che sta esaminando la possibilità di chiedere una
reintroduzione dei prodotti protetti dal diritto d'autore. Al seguente link è disponibile la proposta di regolamento.
-Draghi: situazione italiana sostenibile ma vulnerabile. Lunedi 28 novembre, il Presidente della Bce, Mario
Draghi, è intervenuto al Parlamento europeo per l'ultimo dialogo monetario dell'anno. Draghi ha anche Parlato
innanzi alla commissione Probemi economici e monetari sulle prospettive della Bce sugli sviluppi economici e
monetari e delle conseguenze dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea per la stabilità finanziaria
dell'eurozona.
Sulla Brexit, sarà necessario avviare i negoziati il prima possibile. Draghi ha anche sottolineato che sul mercato
unico non si può tornare indietro e l'omogeneità delle regole va preservata anche per quanto riguarda il quadro
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normativo e la vigilanza sul settore bancario e finanziario. Per quanto riguarda invece la situazione italiana, Draghi
ha evidenziato come il debito dell'Italia sia sostenibile ma vulnerabile. Nonostante l'Italia sia uno dei Paesi con il
più alto avanzo primario resta comunque vulnerabile agli shock.
- CETA: appello della società civile per il respingimento. In una lettera pubblicata lunedì 28 novembre, più di 450
gruppi di interesse pubblico europei e canadesi hanno sollecitato i legislatori canadesi ed europei a non ratificare
l'accordo di libero scambio UE-Canada (CETA), firmato dopo molte incertezze e con grande difficoltà il 30 ottobre
2016. Nella lettera si nota con stupore come, nonostante le polemiche, il governo canadese e le istituzioni dell'UE
abbiano cercando di accelerare la ratifica del CETA, mettendo in evidenza una serie di problemi sostanziali. Le
garanzie fornite dalle istituzioni non consentono ai cittadini, alle comunità o sindacati di presentare un ricorso
quando una società viola norme in materia di ambiente, di lavoro, di salute, di sicurezza, o di altre norme,
mettendo in evidenza anche che le disposizioni in materia di sviluppo sostenibile non possono essere applicate in
modo efficace attraverso le sanzioni. I firmatari evidenziano anche l'impatto negativo che il CETA avrebbe in
materia di diritti di proprietà intellettuale (DPI), in materia di agricoltura e in termini di perdite di posti di lavoro.
Maggiori informazioni sul CETA sono disponibili alla pagina ufficiale di DG Trade, accessibile al LINK.
A cura dell’Ufficio CNA Bruxelles.
Per ulteriori approfondimenti contattare: [email protected]
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