Piccoli grandi tesori
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Piccoli grandi tesori
SAPER COMPRARE Piccoli grandi tesori in porcellana Proposte interessanti per chi è alla ricerca di un elemento d’arredo di classe, per chi vuole iniziare l’avventura di una collezione o per chi desidera fare un investimento di qualità. Guida a un mercato che offre molte opportunità. Dalle opere delle manifatture italiane a quelle della produzione internazionale di Maria Luisa Magagnoli Fino a 5.000 euro. Teiera a forma di ideogramma (parte di una coppia), Cina, Famiglia Verde, fine del XIX secolo. Prezzo: 774 euro (Il Ponte). Fino a 10.000 euro. Di Lucie Rie il vaso con vernice in manganese, del 1976, alto 19,1 cm: venduto a 8.400 euro (Phillips, New York, 14 novembre 2009). I l collezionismo della porcellana, spesso lontano da risultati eclatan- ti, segna però numerose vendite di tutto rispetto, a testimonianza della sua vitalità. È il caso della teiera prodotta dalla manifattura veneziana settecentesca di Giovanni Vezzi, venduta a 102.500 euro (San Marco casa d’aste, 13 dicembre 2009). Di eccezionale livello qualitativo, a pasta dura e traslucida, è anche molto rara – la manifattura infatti, ha lavorato pochissimi anni, ha aperto nel 1720 e chiuso improvvisamente nel 1727 – ed è forse unica nella produzione Vezzi in quanto presenta una commistione con la scultura: ha il manico che raffigura un cinesino e un mascherone alla base del beccuccio. Qualità, rarità e ottimo stato di conservazione, come sempre in casi del genere, hanno favorito il risultato importante. «L’asta è stata anche molto combattuta, spiega l’amministratore delegato Marco Semenzato, e non solo nel caso della preziosa teiera. Si è fatto notare perfino qualche collezionista giovane, e questo rappresenta una piacevole novità. Negli anni 80 e 90 del Novecento c’erano grandi collezionisti che sembravano destinati a non essere rimpiazzati dalle nuove generazioni». Anche nel mercato della porcellana il manufatto eccezionale, come in qualsiasi altro campo dell’antico, spunta cifre altissime. Lo conferma l’an- Fino a 20.000 euro. “Trionfo di Anfitrite”, manifattura di Meissen, modello di J.J. Kändler, 1935 circa. Venduta a 18mila euro (Dorotheum, 13 aprile 2006). tiquario Enrico Caviglia, specializzato in questo settore: «I pezzi di alto livello non conoscono crisi, anzi spesso segnano dei record. A soffrire, invece, è il mercato dei piccoli oggetti e anche quello medio». Alcuni esempi. Una figuretta di Arlecchino di Meissen, del 1738-40, scolpita dal famoso modellatore Johann Joachim Kändler (1706-1775) alta 16,5 cm, stimata 40-60 mila sterline è arrivata a 356.500 sterline, pari a 498mila euro, mentre due raffinate bottiglie da sakè, ancora di Meissen, del periodo 1730-34, valutate tra le 40 e le 60mila sterline, sono arrivate a 90.500 sterline, pari a 126mila euro (entrambe le vendite da Christie’s, Londra 11 dicembre 2007). Mentre un’importante pendola da tavolo di Sèvres, del 1820, disegnata da Jean Charles-François Leloy (1774-1846), stimata fra 100 e 150mila dollari è arrivata a 409mila dollari, pari a 262mila euro (Christie’s, New York, 20 maggio 2008). Oltre i 20.000 euro. Candeliere, parte di una coppia, della Worcester Barr dipinto da William Billingsley, 1804-13. Prezzo: 41.400 euro (Brian Haughton). Fino a 5.000 euro Fino a 10.000 euro 1 2 3 4 3 1 2 4 6 5 5 1. Manifattura di Vienna, coppia di alzatine biansate con vasca ovale smerlata, decori a foglie d’alloro e stemmi, 1815 circa. 2.480 euro (Il Ponte). 2. Surtout de table bianco e oro secondo lo stile Capodimonte: 660 euro (Christie’s, New York, 1-2 settembre 2009). 3. Vaso su base 102 ● Antiquariato quadrangolare, del periodo Restaurazione: 3.500-4.500 euro (San Marco). 4. Di Gio Ponti per Richard Ginori di Sesto Fiorentino, due di quattro piatti in porcellana raffiguranti le stagioni, del 1925 circa: 2.400- 2.600 euro (Porro). 5. Vaso di Sèvres di forma sferica, del 1933, alto 19 cm ricoperto con vernice traslucida: 3mila euro (Christie’s, Londra, 30 settembre 2009). 6. Di Meissen il piatto policromo del diametro di 22,5 cm, con decoro di città, dipinto nel 1740 da Franz Ferdinand Mayer: 2.800 euro (Galleria Caviglia). 6 Piccoli prezzi. Con una cifra fino a 5mila euro si possono acquistare oggetti in porcellana non importanti ma comunque di una certa qualità. «Di recente» spiega l’antiquario Enrico Caviglia, «un manico di bastone di Capodimonte è stato venduto a 4.400 euro circa, mentre una coppia di vasetti di Doccia, del 1750, è arrivata a circa 5.200 euro». Un levriero di Gio Ponti, del 1930, alto 23,5 cm, è stato stimato dalla casa d’aste Porro 3mila-3.500 euro, mentre una coppa portafiori dello stesso autore è stata valutata sui 1.800-2mila euro. «Con una somma di mille-milleduecento euro», precisa Marco Semenzato «si può acquistare una bella tazzina da collezione con piatto del Settecento, di Doccia o di Cozzi, magari decorata con cineserie». Gli elementi che fanno la differenza. La manifattura, la rarità, la qualità e lo stato di conservazione sono gli elementi che più incidono sul prezzo. «A proposito della manifattura» spiega Enrico Caviglia, «occorre precisare che, se non è particolarmente collezionata e prestigiosa, anche se il pezzo è di ottimo livello non raggiungerà quotazioni altissime». Con una somma compresa tra i 5 e i 10mila euro si possono fare buoni acquisti. Per esempio, una rara tazza da brodo con coperchio, della manifattura Cozzi, del 1775, è stata venduta all’asta a 7.800 euro. «Entro i 10mila euro», aggiunge Marco Semenzato «sono quotati i gruppi policromi del ’700, di Doccia o di Bassano. Un Capodimonte, invece, costa di più: oscilla fra i 10 e i 20mila euro». 1. Salsiera e coppa con cineserie e figure in policromia, 1820, Denuelle, Parigi: 10mila euro (Nagel, 28 febbraio 2008). 2. Bottiglia porta profumo a forma di vaso con fiori e farfalla, della manifattura St. James, 1755: 8mila euro (Michele Beiny). 3. Vaso di forma yen yen (corpo a balaustro e lungo collo a tromba), decorato con rami di magnolia, Cina, dinastia Qing, XIX secolo, altezza cm 43: 8-10mila euro (Galleria Canelli). 4. Di Gio Ponti il “Bolo di Minerva”, Richard Ginori, Doccia, 1924: 8.296 euro (Porro, Milano, 29 maggio 2008). 5. Ha il marchio della Manifattura Derby il cestino dipinto da un artista noto come “Moth Painter”, diametro di 17 cm, del 1760: 8.700 euro (Brian Haughton). 6. Orologio in bronzo dorato con fiori e figura di Meissen, seconda metà del ’700: 6mila euro (Nagel, Stoccarda, 24-25 giugno 2009). Antiquariato ● 103 Fino a 20.000 euro 1 Oltre 20.000 euro 2 2 1 3 3 3 4 5 1. Mensola con la testa di Crono, Meissen, 1764-74: 23mila euro (Enrico Caviglia). 2. Teiera esagonale del ’700, di Vezzi: 102.500 euro (San Marco, 13 dicembre 2009). 3. Pendolo in porcellana dorata a forma di vaso, con rose in biscuit, Fratelli Darte, Parigi, 1825 circa, altezza 28 cm: 30mila euro circa (Salvai). 4. Vaso di Sèvres (uno di una suite di tre), colore “Bleu de Four”, 1876, alto 68,5 cm: 85mila euro (M&N Uzal). 5. Due tazzine con scene di battaglia, fabbrica Carlo III di Borbone, Buen Retiro, Madrid, 1770: 20-30 mila euro (Subert). 6. Prometeo prigioniero manifattura Carlo Ginori, 1765 circa: 28.400 euro (Dorotheum, Vienna, 16 ottobre 2008). 4 6 5 1. Manifattura Saint-Cloud è il marchio della coppa (alta 12 cm) con coperchio e piatto (diametro di 17 cm), a decorazione kakiemon, del periodo 1740-50: 17.900 euro (Adrian Sassoon). 2. Due conchiglie formano la coppa di manifattura inglese, del periodo 1732-55: 14mila euro 104 ● Antiquariato (Michele Beiny). 3. Grande coppa a decoro Famiglia Rosa, profilata con motivo in oro a punta di lancia, Cina, dinastia Qing, epoca Yongzheng (1723-1735), inizio Qianlong (1736-1795), diametro 38,5 cm: 10-15mila euro (Galleria Canelli). 4. Rinfrescatoio bianco a decoro di fragoline sostenuto da tre piedini, Capodimonte, del periodo di Ferdinando IV: 18mila euro (Campobasso). 5. Piatto del servizio donato da Luigi XVI alla Duchessa di Manchester, manifattura di Sèvres, diametro 24 cm: 15mila euro (Brian Haughton). Autenticità & integrità. «Il fai da te al momento di un acquisto è pericoloso» spiega Enrico Caviglia. «Meglio rivolgersi a un mercante serio e di reputazione, che fa pagare il giusto, e rinunciare alla tentazione dell’affare a tutti i costi». Nella porcellana si trovano pezzi in stile che possono confondere e che spesso vengono presentati come originali: tra i più diffusi le repliche del Capodimonte. Un problema altrettanto importante è riconoscere i restauri, oggi ormai invisibili perché realizzati con resine che non ingialliscono. «Può essere utile la lampada di Wood che evidenzia il restauro» spiega Marco Semenzato «anche se sempre più spesso si impiegano vernici refrattarie ai raggi Uva. Gli esperti hanno un metodo particolare: “assaggiano” le porcellane con la punta della lingua. Restaurate sono più calde, se integre più fredde». Grandi manifatture. «Le più amate, in Italia, sono le veneziane Vezzi e Cozzi, Nove di Bassano e Doccia del primo periodo. Capodimonte che è stata a lungo trainante, attualmente conosce un momento di stasi», spiega Marco Semenzato. In campo internazionale occupano un ruolo di primo piano le manifatture di Meissen e Sèvres e sono particolarmente apprezzate le opere dello svizzero Francesco Antonio Bustelli (1720-1727), modellatore di eleganti personaggi ispirati alla Commedia dell’Arte e di cineserie secondo il gusto Rococò. Nel Novecento, nel periodo Art Nouveau e Déco, sono state usate con maggior frequenza la ceramica e la maiolica. Le porcellane del secolo scorso che segnano grandi prezzi sono quelle firmate da Gio Ponti. GLI INDIRIZZI Michele Beiny 15 Duke street, St. James’s, Londra. Tel. 0044-20-73896550. Roberto Campobasso 3 rue de Miromesnil, Parigi. Tel. 0033-1-40170114. 53 east 82nd street, New York. Tel. 001-212-794-9357. via Carlo Poerio 17, Napoli. Tel. 081-7640770. Galleria Canelli via Santo Spirito 14, Milano, Tel. 02- 76002124. Galleria Caviglia via Rodari, Maroggia (Lugano). Tel. 0041-91-6499710. Brian Haugton Gallery M&N Uzal Giorgio Salvai Villa l’Oasis, 14, rue de Lille, Cannes. Tel. 0033-4-93462950. Adrian Sassoon 14 Rutland Gate, Londra. Tel. 0044-20-75819888. Galleria Subert Via Santo Spirito 14, Milano. Tel. 02-799594. Antiquariato ● 105