Analisi della composizione del fosforo particellato
Transcript
Analisi della composizione del fosforo particellato
Biologia Ambientale, 24 (1): 77-86, 2010. Atti XVIII congresso S.It.E., Parma 1-3 settembre 2008, sessione speciale “Aggiornamento delle conoscenze sul bacino idrografico Padano”, a cura di P. Viaroli, F. Puma e I. Ferrari. Analisi della composizione del fosforo particellato veicolato dal fiume Po in diverse condizioni idrologiche Gianmarco Giordani1*, Giuseppina Roma1, Roberta Azzoni1, Enrica Pierobon1, Francesco Tornatore2, Pierluigi Viaroli1 1 Dipartimento di Scienze Ambientali, Università degli Studi di Parma, Viale G.P. Usberti 33/A - 43100 Parma 2 Servizio Tutela Acque, Autorità di Bacino del Fiume Po, Via Garibaldi 75 - 43100 Parma * Referente per la corrispondenza: [email protected] Riassunto Il carico del fosforo veicolato dal Po è stato studiato in relazione agli eventi di piena per analizzare le diverse forme del fosforo associate ai solidi in sospensione e stimare i possibili effetti sui sistemi lagunari e marini costieri che ricevono le acque del fiume. Le indagini sono state condotte da maggio 2007 a giugno 2008 nella stazione di chiusura bacino di Pontelagoscuro (FE). Lo studio ha avuto due obiettivi principali: (i) sviluppare ed applicare una metodologia di estrazione sequenziale per l’analisi del fosforo particellato e (ii) valutare la reattività delle diverse specie del fosforo presenti nella frazione particellata in condizioni di salinità, pH e potenziale redox tipiche di ecosistemi lagunari. I risultati relativi all’analisi del fosforo inorganico hanno evidenziato l’importanza della frazione solida come veicolo di trasporto del fosforo poiché esiste una stretta relazione positiva tra la concentrazione di solidi sospesi e quella di fosforo particellato che costituisce il 50-80 % del fosforo totale. I risultati relativi alla speciazione del fosforo inorganico hanno evidenziato che durante gli eventi di piena la frazione più refrattaria legata al calcio tende ad aumentare rispetto alla frazione labile (P scambiabile e legato al Fe) mentre durante i periodi di magra accade il contrario. Tramite test di reattività è stato possibile osservare che condizioni di elevata salinità stimolano un rilascio di P reattivo disciolto (SRP) dal materiale particellato. Condizioni anossiche hanno influito solo sulla velocità di rilascio mentre una diminuzione del pH ha provocato un rilascio rapido e intenso. Il materiale particellato in sospensione risulta quindi essere un importante veicolo di trasporto del P lungo l’asta fluviale e un potenziale carico interno per gli ambienti lagunari e marini costieri influenzato delle locali condizioni ambientali. PAROLE CHIAVE: fosforo particellato / estrazione sequenziale / eutrofizzazione / estuario / fiume Po Analysis of the particulate phosphorus loading carried by the Po River under different hydrological regimes The phosphorus loads of the Po River has been investigated under different hydrological conditions to analyse the different phosphorus species which are associated to suspended solids and to estimate the possible effects on the adjacent lagoon and marine coastal ecosystems. The surveys were conducted from May 2007 to June 2008 at the Pontelagoscuro (FE) gauging station. The study had two main objectives: (i) to develop and implement an appropriate methodology for the sequential extraction of particulate phosphorus and (ii) to evaluate the reactivity of the different particulate phosphorus species. For this purpose, a series of tests were performed under salinity, pH and redox potential conditions which are typical of transitional and coastal marine ecosystems. The inorganic phosphorus was for the most part associated to the suspended solid fraction. A significant positive correlation was found between the suspended solids and particulate phosphorus concentrations. Overall, the total phosphorus was composed by 50-80% of particulate phosphorus. The inorganic phosphorus speciation indicated that during the flood events, the most refractory fraction (Ca-bound) increased and was greater than the labile fraction (exchangeable and Fe-bound P), while the opposite occurred during minimum flow periods. Through the reactivity tests, we assessed that high-salinity conditions stimulated a release of dissolved reactive P (SRP) from the particulate material. Anoxic conditions have affect only on the SRP release rates, whilst rapid and intense releases of SRP were induced by low pH. The suspended particulate solids play an important role in delivering P to transitional and marine coastal ecosystems, where they account for a potential internal P load which is affected by local environmental conditions. KEY WORDS: particulate phosphorus / sequential extraction / eutrophication / estuary / Po river 78 GIORDANI et al. - Composizione del carico del fosforo particellato INTRODUZIONE I cambiamenti climatici e le attività antropiche stanno profondamente alterando i sistemi acquatici continentali, principalmente attraverso frequenti variazioni del regime idrologico, alterazioni del trasporto solido ed inquinamento chimico-biologico (MEYBECK, 2002; 2004). Questi processi si verificano a scala planetaria ma hanno importanti componenti locali (per maggiori dettagli si vedano i lavori di GALASSI et al., NALDI et al. e TIBALDI et al. in questo volume). In questo contesto, l’aumento delle pressioni antropiche e il deterioramento dello stato ecologico del sistema provocano un aumento degli impatti nei tratti fluviali planiziali, nelle acque di transizione e nelle aree marine costiere, dove si accrescono le problematiche legate ai fenomeni di eutrofizzazione (CLOERN, 2001; DODDS, 2006; DODDS e COLE, 2007). Questi eventi si manifestano con particolare intensità nell’area deltizia del Po e nella vicina costa emiliano-romagnola a causa degli intensi apporti fluviali e delle condizioni geomorfologiche e idrologiche locali, quali bassa profondità e scarso idrodinamismo (VOLLENWEIDER et al., 1992; VIAROLI et al., 2006). Ai carichi di nutrienti veicolati dal Po contribuiscono le numerose attività antropiche presenti nel bacino idrografico, dove sono concentrati il 35% della produzione agricola e il 55% della produzione zootecnica nazionale. I fattori di disturbo sul sistema fluviale non sono legati solo ai carichi inquinanti generati, ma anche ai prelievi idrici che raggiungono valori di circa 2 x 1010 m3 yr-1 di cui l’80% per uso agricolo, il 12% per uso civile e il resto per uso industriale (AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME PO, 2006). L’attività antropica ha fortemente modificato il ciclo biogeochimico del fosforo, aumentandone la disponibilità e la mobilità negli ecosistemi acquatici (MALMQVIST e RUNDLE, 2002; WALSH et al., 2005; WITHERS e JARVIE, 2008). Studi condotti negli ultimi anni, hanno evidenziato come processi ecologici e biogeochimici possono trasformare le forme del fosforo lungo l’asta fluviale, influenzandone la reattività e quindi l’impatto del carico trasportato (HOUSE e DENISON, 2002; BOWES et al., 2003). Recenti stime indicano che il carico di fosforo totale nell’Adriatico settentrionale varia tra 5000 e 10000 t yr-1 (PROVINI e BINELLI, 2006; NALDI et al. in questo volume), ma non esistono analisi sulla sua composizione e reattività. Negli ambienti acquatici le trasformazioni biogeochimiche del fosforo sono in larga parte controllate dalle interazioni tra frazione disciolta e particellata. Il P particellato (PP) può essere legato a Ca, Al, Fe, Mn o C organico e può essere adsorbito da particelle di argilla, ossidi idrati e carbonati. Queste specie chimi- che hanno differente reattività e la loro disponibilità è regolata dai processi di sedimentazione, risospensione e/o variazioni di salinità, pH e stato di ossidazione (RUTTENBERG, 1992; GOLTERMAN, 1995; GOMEZ et al., 1999; JORDAN et al., 2008). JENSEN et al. (2006) hanno riportato che circa l’87% del carico di fosforo trasportato dai fiumi giunge agli oceani come PP e che una parte rilevante e variabile di questo fosforo è legato a ossidi e idrossidi di ferro. Il Fe è in grado di adsorbire significative quantità di ione fosfato a seconda della sua struttura cristallina e dello stato di ossidazione. La forma di ferro più reattiva nei confronti del fosfato è il ferro ferrico labile amorfo costituito principalmente da FeOOH; le forme cristalline sono generalmente poco reattive (CANFIELD, 1989; GOLTERMAN, 1995). Anche il ferro ferroso è in grado di trattenere una certa aliquota di fosfato, soprattutto in acqua dolce e quando non è legato ai solfuri (RODEN e EDMONDS, 1997). Negli ambienti salmastri e marini dove la solfato riduzione rappresenta la principale via degradativa della sostanza organica, l’instaurarsi di condizioni fortemente riducenti dovute alla produzione di solfuri ed il conseguente consumo di ferro ferrico possono favorire il rilascio di fosforo nell’acqua interstiziale e nella colonna d’acqua (GOLTERMAN, 1995; GIORDANI et al., 1996). Il fosforo inorganico legato al calcio costituisce un pool piuttosto stabile parzialmente influenzato dal pH. Questo controlla la solubilità del carbonato di calcio, la cui dissoluzione consente il rilascio del fosfato adsorbito (GOMEZ et al., 1999). Il fosforo legato al calcio può essere distinto in due frazioni: quella più reattiva definita autigenica che comprende minerali come fluoroapatite, apatite biogenica e fosforo adsorbito su CaCO3 che si sono formati direttamente nel sedimento e la frazione detritica più stabile di origine ignea o metamorfica (RUTTENBERG, 1992; MCGLATHERY et al., 1994). In questo studio è stata analizzata la composizione del carico del fosforo particellato veicolato dal fiume Po in relazione a diverse condizioni idrologiche (magra e piena), sviluppando una metodologia di campionamento ed estrazione sequenziale analoga alla metodologia SEDEX (Sequential Extraction) utilizzata per l’analisi del fosforo presente nei sedimenti (ANDERSON e DELANEY, 2000). Inoltre è stata valutata la reattività delle varie specie del fosforo presenti nella frazione particellata attraverso test di rilascio dell’ortofosfato in diverse condizioni sperimentali, riproducendo alcune condizioni di salinità, pH e potenziale redox che sono tipiche degli ecosistemi lagunari di transizione e marino costieri. Lavori originali GIORDANI et al. - Composizione del carico del fosforo particellato MATERIALI E METODI Campionamento I campionamenti di acqua dal Po sono stati effettuati nella stazione di chiusura del bacino a Pontelagoscuro (44.89° N; 11.60° E), da maggio 2007 a giugno 2008. I prelievi di acqua grezza dal Po sono stati svolti in date critiche: in condizioni di magra (m), piena crescente (pcr), colmo di piena (p) e piena calante (pca), selezionate in base ai dati di portata del Po riportati in tempo reale nella pagina web del servizio Idro-Meteo-Clima di ARPA Emilia-Romagna (http:// www.arpa.emr.it). Sono stati considerati di piena gli eventi in cui la portata superava i 1000-1500 m3 s-1. I campionamenti sono stati eseguiti nelle seguenti date: 31/5/07 (pcr), 4/6/07 (p), 5/6/07 (p), 12/6/07 (pca), 30/7/07 (m), 31/8/07(m), 19/9/07 (m), 28/9/07 (m), 15/11/07 (m), 26/11/07 (p), 29/11/07 (pca), 14/1/08 (pcr), 15/1/08 (p), 17/1/08 (pca), 19/4/08 (pcr), 20/4/ 08 (pcr), 22/4/08 (pcr), 25/4/08 (p), 20/5/08 (pcr), 30/5/08 (pca), 03/6/08 (p), 06/6/08 (pca), 09/6/08 (pca), 12/6/08 (pca). I campioni sono stati raccolti lungo la linea di adduzione dell’acqua del Po all’impianto di potabilizzazione di Pontelagoscuro gestito da HERA SpA. In occasione di ogni campionamento, sono state raccolte 3 bottiglie da un litro di acqua grezza per l’analisi dei pool del fosforo ed un bidone da 100 litri per l’analisi della reattività del particellato. Tutti i campioni sono stati manipolati e conservati in contenitori PET sino all’analisi. Le 3 bottiglie sono state immediatamente congelate mentre il bidone è stato lasciato a riposo per 3 giorni per favorire la sedimentazione del materiale particellato sospeso. Successivamente, il surnatante è stato rimosso ed il sedimento è stato trasferito in una tanica da 15 litri, trasportato in laboratorio dove è stato ridotto ad 1 litro con la stessa tecnica e quindi congelato per le successive prove di reattività. In laboratorio, i tre campioni da un litro sono stati 79 scongelati e due aliquote da 500 ml per ogni bottiglia sono state filtrate su filtri GF/F pre-pesati. I filtri sono stati quindi messi in stufa a 70°C per 24h e pesati per la determinazione quantitativa dei solidi sospesi (TSS); gli stessi filtri sono stati successivamente congelati e conservati per l’analisi del P totale particellato (PP) e la speciazione del fosforo inorganico. Sui campioni filtrati sono state eseguite le analisi del fosforo reattivo solubile (SRP) con la metodica descritta da VALDERRAMA (1977). Speciazione del fosforo particellato e procedimento analitico I pool del fosforo inorganico sono stati determinati mediante estrazioni sequenziali su una serie dei filtri ottenuti come descritto nel paragrafo precedente. Questa analisi è stata messa a punto adattando la metodica SEDEX (Sedimentary Extraction) utilizzata per l’analisi del fosforo particellato nei sedimenti e descritta in tabella I (RUTTENBERG, 1992; ANDERSON e DELANEY, 2000). Le modifiche hanno riguardato soprattutto la minor quantità di campione di partenza che ha influito sulle diluizioni adottate nelle soluzioni estraenti e la presenza del filtro che è stato sminuzzato e mantenuto come materiale inerte durante le estrazioni e i lavaggi. Il fosforo inorganico scambiabile (scamb~PO4) è stato ottenuto dopo due estrazioni di due ore ciascuna con 20 ml di MgCl2 1M a pH 8. Il fosforo legato al Fe (PO4~Fe) è stato ottenuto mediante estrazione in successione con 10 ml di CDB (formato da sodio citrato 0,22M, sodio ditionito 0,033M, sodio bicarbonato 1M) per 6 ore, 20 ml di MgCl2 1M e 20 ml di acqua distillata. Il fosforo legato al calcio autigenico (PO4~Ca aut.) è stato estratto con 20 ml di tampone acetato 1M (pH 4) per 2 ore e con lavaggi con MgCl2 1M e acqua distillata. Infine il fosforo legato al calcio detritico (PO4~Ca detr.) è stato estratto con 20 ml di HCl 1N per 16 ore. Dopo ogni estrazione, la sospensione è stata centrifugata per 5 minuti a 5000 rpm e il fosforo Tab. I. Procedura utilizzata per l’estrazione sequenziale del PO4 dal materiale particellato: meccanismi e reazioni (adattato da ANDERSON e DELANEY, 2000). Step Soluzione estraente Pool estratto Azione 1 MgCl2 1M (pH=8) PO4 scambiabile (scamb-PO4) Formazione del complesso MgPO4 2 CDB (pH=7) PO4 legato al Fe (PO4~Fe) Riduzione del Fe3+ da parte del ditionito e chelazione da parte del citrato 3 Tampone acetato (pH=4) PO4 legato al Ca autigenico (PO4~Ca aut.) Dissoluzione acida e chelazione del Ca2+da parte dell’acetato 4 HCl 1N (pH=1) PO4 legato al Ca detritico (PO4~Ca detr.) Dissoluzione acida di tutti i carbonatie delle apatiti Lavori originali 80 GIORDANI et al. - Composizione del carico del fosforo particellato determinato come SRP sul surnatante secondo il metodo di VALDERRAMA (1977). Per correggere eventuali interferenze delle soluzioni estraenti e dei filtri sono state costruite rette di taratura utilizzando soluzioni standard di ortofosfato (10-500 μg P L-1) per ciascuna soluzione estraente. Inoltre, bianchi contenenti solo il filtro sono stati analizzati come i campioni e gli standard. Sulla seconda serie di filtri è stata eseguita la determinazione del fosforo totale particellato (PP) seguendo il metodo di VALDERRAMA (1981). Test di rilascio La reattività dei pool del P è stata valutata sulla frazione solida concentrata attraverso test di rilascio di SRP in diverse condizioni di salinità, pH e ossigenazione. In questi test, le diverse condizioni sperimentali hanno permesso di simulare le condizioni che si instaurano quando il materiale particellato trasportato dal fiume viene a contatto con acqua salata e si deposita nei sedimenti anossici del delta. Gli esperimenti sono stati realizzati con il particellato raccolto in due eventi di piena che presentavano differenze molto nette nella composizione dei pool di fosforo inorganico. Il materiale particellato è stato poi risospeso in acqua con diverse condizioni di salinità e ossigenazione secondo lo schema riportato in tabella II. Le condizioni anossiche sono state mantenute attraverso un flusso di N2. Valori di pH attorno a 9 sono stati mantenuti per tutti gli esperimenti ma alla fine dell’incubazione sono stati aggiunti 10 ml di tampone acetato 1M per abbassare il Tab. II. Condizioni sperimentali considerate nei test di rilascio. Salinità (PSU) Ossigeno disciolto (% SAT) A 0 100 B 30 0 100 pH a 4 e stimare il rilascio potenziale di SRP dovuto a questa variazione. Per ogni condizione sperimentale sono state preparate 5 beute da 1L. In ogni beuta sono stati introdotti 500 ml di acqua preparata secondo le condizioni sperimentali precedentemente indicate e aliquote fisse iniziali di particellato tali da ottenere concentrazioni simili a quelle osservate in situ. Queste sospensioni sono state mantenute in costante agitazione e incubate alla temperatura di 25°C per 24 ore. Sottocampioni da 10 ml sono stati prelevati ad intervalli regolari e, dopo la misura del pH, sono stati filtrati con filtri GF/F ed analizzati per la concentrazione di SRP. RISULTATI Variazioni della portata e dei solidi sospesi Durante il periodo d’indagine sono stati misurati valori di portata variabili tra 350 e 5000 m3 s-1 con picchi a giugno e a novembre (Fig. 1). Concentrazioni di solidi sospesi totali (TSS) superiori a 500 mg L-1 sono state osservate solo nelle piene del 26/11/07, 14/ 1/08 e del 3/6/08. Il picco massimo è stato osservato il 26/11/07 con valori di TSS superiori a 1400 mg L-1. Fig. 1. Evoluzione della portata (m3 s-1) e della concentrazione dei solidi sospesi (TSS, mg L-1) nelle varie date di campionamento condotte nella fasi di piena crescente (pcr), piena (p), piena calante (pca) e magra (m). Lavori originali GIORDANI et al. - Composizione del carico del fosforo particellato Altre piene con portate anche superiori presentavano invece concentrazioni di solidi sospesi decisamente più modeste quali quelle del 4-5/6/07 e del 25/4/08. Le diverse concentrazioni dei TSS rilevate nelle date di piena potrebbero essere legate all’origine delle piene ovvero al diverso comportamento degli affluenti della sinistra idrografica rispetto a quelli del versante emiliano e del Piemonte sud-occidentale. Le piene generate nella destra idrografica, provengono dagli affluenti di tipo appenninico e presentano generalmente un carico di solidi sospesi maggiore mentre le piene generate nella sinistra idrografica sono alimentate dai laghi alpini che determinano l’aumento della portata, ma presentano un carico minore di solidi sospesi creando una sorta di “effetto tampone” per i solidi. Fig. 2. Relazione tra fosforo inorganico particellato (PIP) e Solidi Sospesi Totali (TSS). Nei simboli neri, il PIP è espresso come μg L-1 di acqua di fiume (scala a sinistra) mentre nei simboli bianchi, il PIP è espresso come μg mg-1 di materiale particellato (scala a destra). La regressione indicata è tra il PIP in μg L-1 e il TSS in mg L-1 Composizione del fosforo particellato Le concentrazioni del fosforo inorganico particellato (PIP), calcolate come la somma di tutti i pool ottenuti mediante estrazione sequenziale, sono significativamente correlate con quelle dei TSS indicando una stretta relazione tra i due parametri (Fig. 2). In figura 3 sono riportati i valori di concentrazione del fosforo inorganico particellato e la sua composizione nelle varie date di campionamento. I valori massimi (200-450 μg P L-1) sono stati misurati in occasione delle piene del 26/11/07, 14-15/1/08 e il 3/6/08 in coincidenza con i picchi di TSS (Fig. 1). Nelle piene di maggio-giugno 2007 e aprile 2008, caratterizzate invece da bassi valori di TSS, sono stati misurati valori simili a quelli dei periodi di magra (< 150 μg P L-1). In termini assoluti, analizzando la composizione del particellato (Fig. 4) si può notare che durante le piene che veicolano la maggior parte di materiale sospeso, questo sia in realtà più povero di fosforo inorganico (0,3 e 0,5 μg P mg-1) rispetto a quello veicolato in magra o durante le piene con quantità ridotte di materiale particellato (0,6 a 1,2 μg P mg-1). Questo andamento è osservabile anche in figura 2 dove il contenuto di P inorganico del materiale particellato è riportato in funzione della concentrazione di TSS (simboli bianchi). Nella tabella III è riportato un esempio della diversa composizione del materiale particellato sospeso nella colonna d’acqua in tre diverse condizioni di portata: piena con bassa concentrazione di TSS (5/6/07), magra spinta (19/9/07) e piena con elevate concentrazioni di TSS (26/11/07). Durante la piena del 5/6/07, la concentrazione dei solidi sospesi è inferiore a 100 mg L-1 e i pool di P più reattivi (scamb-PO4 e PO4~Fe) rappresentano oltre il 60% del P inorganico. Nella stessa data, la frazione più refrattaria del P, il PO4~Ca Fig. 3. Concentrazione totale e composizione del P particellato inorganico. Lavori originali 81 82 GIORDANI et al. - Composizione del carico del fosforo particellato detritico, costituisce solo il 4% del PIP. Nella magra del 19/9/07, malgrado la portata sia nettamente inferiore, sia la concentrazione che la composizione del particellato sono simili a quelle della piena giugno del 5/6/ 07. Invece nella piena del 26/11/07, le concentrazioni di TSS e PP aumentano di un ordine di grandezza e il PIP è presente principalmente come P refrattario con il PO4~Ca, sia nella forma autigenica che nella forma detritica, che rappresenta più del 70% del PIP. Nelle date considerate la frazione organica sembra essere conservativa, oscillando tra il 50 e il 60% del PP. L’incidenza delle piene sulla speciazione del fosforo Fig. 4. Variazioni della composizione del P inorganico nel materiale particellato. Tab. III. Confronto delle concentrazioni del materiale particellato e delle diverse frazioni del fosforo che lo costituiscono in condizioni di piena con basse concentrazioni di solidi sospesi (5/6/07), magra (19/9/07) e piena con elevate concentrazioni di solidi sospesi (26/11/07). I valori tra parentesi rappresentano le percentuali sul PIP. Concentrazione assoluta Composizione percentuale unità 5/6/07 19/9/07 26/11/07 5/6/07 19/9/07 26/11/07 Portata m3 s-1 1924 725 3419 - - - Solidi sospesi totali (TSS) mg L-1 96 ±9 102±12 1340±253 - - - Fosforo particellato totale (PP) μg P L-1 170 164 1140 100 100 100 Fosforo organico particellato (POP) μg P L-1 84 89 687 49 53 60 Fosforo scambiabile (Scamb-PO4) μg P L-1 42±5 34±2 66±4 24 (48) 21 (45) 6 (15) Fosforo legato al ferro (PO4~Fe) μg P L-1 12±7 16±5 60±4 7 (14) 10 (21) 5 (13) Fosforo legato al calcio autigenico (PO4~Ca aut.) μg P L-1 29 ±5 22±2 247±77 17 (34) 13 (28) 22 (55) Fosforo legato al calcio detritico (PO4~Ca detr.) μg P L-1 3±0 4±2 80±11 2 (4) 3 (6) 7 (18) Lavori originali GIORDANI et al. - Composizione del carico del fosforo particellato risulta evidente dal confronto tra condizioni di magra (m), piena crescente (pcr), colmo di piena (p) e piena calante (p) (Fig. 5). Durante gli eventi di piena, la percentuale di P legato al Ca autigenico e detritico (50% del PIP) è nettamente superiore a quella misurata durante i periodi di magra (38%). Nei periodi di piena, inoltre, il pool del P legato al Ca detritico che è in assoluto il più refrattario, raggiunge valori superiori al 13%, mentre nei periodi di magra rappresenta solo il 7%. Al contrario, nelle fasi di magra prevalgono le frazioni scambiabile e legata al Fe che sono maggiormente reattive. Questa differenza diventa più rilevante se si considerano le piene autunnali e invernali, durante le quali sono veicolate quantità più elevate di materiale particellato e con una frazione detritica che raggiunge il 20% del PIP. Test di reattività del fosforo particellato Sul materiale raccolto il 5/6/07 e il 26/11/07 sono state eseguite le analisi per la determinazione dei pool inorganici del P come indicato in precedenza (Fig. 6). In entrambe le date, la percentuale del P scambiabile è risultata inferiore a quella rilevata sui filtri della stessa data a favore della frazione detritica (Tab. III). Probabilmente nella fase di raccolta del campione (sedimentazione e rimozione del surnatante) si è persa una parte del particellato più fine, che è in genere più ricco delle frazioni più reattive. Il materiale particellato raccolto a novembre risulta comunque più povero delle frazioni più reattive in quanto scamb-PO4 e PO4~Fe rappresentano solo il 12% del PIP rispetto al 42% di giugno, in accordo con quanto misurato sui campioni intatti e riportato nelle figure 3 e 4. In tutti gli esperimenti è stato osservato un rapido rilascio di SRP dal materiale particellato durante le prime 4 ore di incubazione (Figg. 7 e 8). Successivamente, le concentrazioni di SRP si sono mantenute più 83 Fig. 5. Composizione media percentuale del P inorganico particellato in condizioni di magra (m), piena crescente (pcr), piena (p) e piena calante (pca). Numero campionamenti: m=5; pcr=5; p=6; pca=7. Misure effettuate in triplo. o meno costanti fino alla fine dell’esperimento. Concentrazioni finali di 8-10 μg P L-1 sono state misurate nell’esperimento condotto con il materiale particellato di giugno 2007, mentre concentrazioni di 20-50 μg P L-1 sono state determinate nell’esperimento condotto con il particellato di novembre 2007. In quest’ultima data di campionamento, le concentrazioni in situ di PIP e TSS erano decisamente superiori rispetto a quelle osservate a giugno (Figg. 1 e 3). Durante l’esperimento effettuato con il particellato del 5 giugno non sono state osservate differenze significative tra le concentrazioni finali dei test condotti con diverse salinità (Fig. 7). Le condizioni anossiche hanno provocato un lento rilascio graduale del fosforo nelle prime 4 ore, raggiungendo però concentrazioni finali simili a quelle riscontrate nelle condizioni ossiche. Nell’esperimento effettuato con il particellato della piena di novembre (Fig. 8), si è osservato un maggior rilascio alla salinità più elevata (30 psu), sia in condizioni ossiche (52,2 ± 11,4 μg L-1) che anossiche (37,8 ± 2,2 μg L-1) rispetto alla condizione con sola acqua Fig. 6. Composizione percentuale sul P inorganico particellato totale nei campioni di particellato concentrato 1:100 utilizzato per i test di rilascio. Lavori originali 84 GIORDANI et al. - Composizione del carico del fosforo particellato Fig. 7. Risultati dei test di rilascio del fosforo reattivo solubile (SRP) condotto con il particellato raccolto il 05/6/07. La composizione di questo particellato è riportata in Figura 6. Sono state considerate tre diverse condizioni sperimentali: 30psu (con acqua salata artificiale senza fosforo a 30 psu), 0psu (con acqua distillata) e 30psu anox (ripetendo la prova 30 psu ma in condizioni anossiche per flusso di azoto). Fig. 8. Risultati dei test di rilascio del fosforo reattivo solubile (SRP) condotto con il particellato raccolto il 26/11/07. La composizione di questo particellato è riportata in Figura 6. Sono state considerate tre diverse condizioni sperimentali: 30psu (con acqua salata artificiale senza fosforo a 30 psu), 0psu (con acqua distillata) e 30psu anox (ripetendo la prova 30 psu ma in condizioni anossiche per flusso di azoto). distillata (20,9 ± 8,6 μg L-1). Anche in questo caso, le condizioni anossiche hanno rallentato il rilascio di SRP nelle prime ore d’incubazione e le concentrazioni si sono stabilizzate dopo circa 8 ore d’incubazione. L’aggiunta di tampone acetato alla fine delle incubazioni ha permesso di valutare l’effetto dell’abbassamento del pH sul rilascio del fosforo reattivo solubile (Tab. IV). Un aumento repentino di SRP è stato osservato in tutte le condizioni con incrementi superiori al 50%. Il maggior incremento è stato osservato con il campione di novembre con salinità di 0 psu, in cui si passa da 20,9 ± 8,6 a 64,7 ± 2,2 μg L-1. (2006). La correlazione è risultata significativa tra il fosforo particellato inorganico e i solidi sospesi totali (Fig. 2, si veda anche NALDI et al. in questo volume), parametri generalmente influenzati dalle diverse caratteristiche delle piene e dall’uso/copertura dei suoli del bacino al quale il fiume appartiene e dai fenomeni di erosione che sono massimi in occasione di piogge intense e prolungate soprattutto su suoli scoperti e in pendenza (PACINI e GACHTER, 1999). Inoltre la presenza di grossi bacini lacustri come quelli presenti sugli affluenti alpini del Po potrebbe tamponare il carico di materiale particellato attraverso processi di sedimentazione e favorire piene caratterizzate da basse concentrazioni di solidi sospesi, come alcune di quelle osservate durante questo periodo di studio. Un’ulteriore conferma dell’importanza della frazione solida come veicolo di fosforo proviene da analisi preliminari effettuate sui dati di fosforo totale durante gli eventi di piena tra il 2003 e il 2007 (NALDI et al. in questo volume): le concentrazioni di fosforo totale DISCUSSIONE Il monitoraggio annuale effettuato in questo studio ha evidenziato la stretta correlazione tra il trasporto del fosforo e della frazione solida entrambi legati agli eventi di piena e/o alle forti variazioni di portata, a conferma di quanto già evidenziato da PACINI e GACHTER (1999), JENSEN et al. (2006), ELLISON e BRETT Tab. IV. Rilascio di SRP indotto da un repentino abbassamento del pH da 9 a 4 ottenuto per aggiunto di 10 ml di tampone acetato alla fine dell’incubazione. I valori tra parentesi rappresentano la deviazione standard di 5 repliche. Rilascio indotto (μg P L-1) % rilascio sul PIP % rilascio sul PO4~Ca aut. 5/6/07 0 psu 30 psu 7,8 (1,2) 13,8 (4,7) 9,0 16,0 26,8 47,5 26/11/07 0 psu 30 psu 46,1 (7,7) 40,2 (16,9) 10,2 8,9 18,9 16,5 Lavori originali GIORDANI et al. - Composizione del carico del fosforo particellato sono significativamente correlate con i solidi sospesi e il PP costituisce in media il 66±14 % del carico totale. I fiumi, oltre a veicolare elevate percentuali di P particellato verso gli estuari e le zone costiere, rappresentano essi stessi ecosistemi nei quali avvengono processi biogeochimici che influenzano le concentrazioni e la bio-disponibilità del fosforo (JENSEN et al., 2006). Nel materiale particellato raccolto durante questo studio, la disponibilità dei vari pool del P inorganico risulta essere influenzata dal regime idrologico. In particolare, la maggiore disponibilità di materiale particellato durante le piene è associata alla presenza di composti del fosforo legati al calcio considerati maggiormente refrattari. Durante le fasi di magra, i pool più reattivi (scamb-PO4 e PO4~Fe) sono presenti in percentuali maggiori rispetto al PO4~Ca. La maggiore disponibilità di materiale particellato durante le piene potrebbe essere legata all’aumento dell’azione erosiva dovuta alle precipitazioni su terreni e rocce ricche di fosfati che arricchisce il materiale particellato fluviale soprattutto di PO4~Ca. Le forme del P particellato trasportate dai fiumi e rilasciate negli estuari e zone costiere, possono subire una serie di modifiche dovute alle variazioni di salinità, pH e di potenziale redox che si instaurano negli ambienti di transizione influenzando gli scambi del fosforo inorganico tra acqua e materiale particellato (CHAMBERS et al., 1995; JENSEN et al., 2006). I test preliminari di rilascio realizzati a due diverse salinità hanno evidenziato un rilascio di SRP dal materiale particellato soprattutto nelle prime ore di incubazione ma senza differenze significative al variare della salinità a basse concentrazioni di PIP. Dagli esperimenti condotti si deduce che ad un certo carico di fosforo totale non corrisponde un’effettiva disponibilità di fosforo reattivo solubile, in condizioni sia ossiche che anossiche. Tale comportamento è dovuto al fatto che una parte significativa del fosforo che viene trasportato dalle piene è legata al calcio in una forma non solubile. La frazione del fosforo che viene rilasciata nella forma reattiva solubile deriva dai pool del fosforo scambiabile e legato al ferro. La cessione è massima nelle prime ore di incubazione e cresce all’aumentare della concentrazione sia di PIP che TSS. I risultati degli esperimenti di rilascio condotti a diverse salinità con il materiale particellato raccolto a novembre 2007 hanno evidenziato differenze significative di rilascio del SRP nelle due diverse condizioni di salinità. Il maggior rilascio osservato ad elevate salinità potrebbe essere dovuto alla maggiore disponibilità di scamb-PO4 misurato in questa data, anche se corrisponde ad una percentuale inferiore sul totale a Lavori originali 85 causa dell’elevata concentrazione di materiale sospeso e di PIP (Tab. III). Infatti in giugno, la concentrazione di scamb-PO4 era di 9,0±0,1 μg L-1 (22% del PIP) mentre a novembre la concentrazione era di 37,0±2,6 μg L-1 (8% del PIP). La disponibilità in acqua salata di elevate concentrazioni di anioni (es. solfati) può aver provocato il deadsorbimento del PO4 per meccanismi di competizione sui siti attivi del materiale particellato (CHAMBERS et al., 1995; DEBORDE et al., 2007). Il maggior rilascio di SRP osservato in novembre a 30 psu è di 31 μg L-1 che corrisponde all’84% del scambPO4. Un ulteriore contributo al rilascio di SRP in acqua salata potrebbe provenire dal pool del PO4~Fe, anche questo presente in concentrazioni elevate nel particellato di novembre (18,6±7,5 μg L-1), in quanto al crescere della salinità diminuisce la capacità degli ossidi-idrossidi di ferro di legare il fosforo disciolto (JENSEN et al., 2006). Non sono state riscontrate differenze significative del rilascio del SRP tra le condizioni ossiche e anossiche. Probabilmente, la durata dell’esperimento non è stata sufficiente a indurre la riduzione del Fe(III) presente nel materiale particellato. La frazione legata al calcio è stabile e solo a pH decisamente acidi si ha la parziale dissoluzione del P legato al Ca autigenico che si presenta in concentrazioni elevate soprattutto nella piena autunnale (244 μg L-1). I rilasci di SRP causati da un abbassamento di pH da 9 a 4 sono stati del 15-25% del PO4~Ca aut. per le due date di campionamento tranne che nella serie 30 psu di giugno quando è stato osservato un rilascio del 45% (Tab. IV). In quest’ultimo caso però la deviazione standard sperimentale delle concentrazioni finali è piuttosto elevata (CV=18%). In definitiva, quindi, sia la salinità che il pH sembrano essere in grado di influire sul rilascio del SRP dalla frazione particellata verso la colonna d’acqua. Il rilascio sembra essere a sua volta proporzionale alla quantità del materiale solido in sospensione e sembra dipendere dalla composizione del fosforo inorganico particellato. Questi aspetti del ciclo del fosforo dovranno però essere analizzati con ulteriori e più approfonditi studi sulla reattività del materiale sedimentato, sia nel breve che nel lungo periodo, in relazione anche alla possibile limitazione da fosforo e all’eutrofizzazione delle acque di transizione e marine costiere. Ringraziamenti Questo lavoro è stato svolto nell’ambito del Progetto di ricerca “Studio per l’approfondimento delle variazioni dei carichi di azoto e fosforo transitati nella stazione di Pontelagoscuro, per l’analisi di processi rilevanti ai fini della comprensione della composizione e della trasformazione dei carichi” finanziato dall’Autorità del Bacino del fiume Po (marzo 2007 - settembre 2008). 86 GIORDANI et al. - Composizione del carico del fosforo particellato BIBLIOGRAFIA ANDERSON L.D., DELANEY M.L., 2000. Sequential extraction and analysis of phosphorus in marine sediments: Streamlining of the SEDEX procedure. Limnology and Oceanography, 45: 209-515. AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME PO, 2006. Caratteristiche del bacino del fiume Po e primo esame dell’impatto ambientale delle attività umane sulle risorse idriche. Parma. 643 pp. BOWES M.J., HOUSE W.A., HODGKINSON R.A., 2003. Phosphorus dynamics along a river continuum. The Science of the Total Environment, 313: 199-212. CANFIELD D.E., 1989. Reactive iron in sediments. Geochimica et Cosmochimica Acta, 53: 619-632. CHAMBERS, R.M., J.W. FOURQUERAN, J.T. HOLLIBAUGH, S. M. VINK, 1995. Importance of Terrestrially-Derived, Particulate Phosphorus to Phosphorus Dynamics in a West Coast Estuary. Estuaries, 18: 518-526. CLOERN J.E., 2001. Our evolving conceptual model of the coastal eutrophication problem. Marine Ecology Progress Series, 210: 223-253. DEBORDE, J., ANSCHUTZ P., CHAILLOU G., ETCHEBER H., COMMARIEU M.V., LECROART P., ABRIL G., 2007. The dynamics of phosphorus in turbid estuarine systems: Example of the Gironde estuary (France). Limnology and Oceanography, 52: 862-872. DODDS W.K., 2006. Eutrophication and trophic state in rivers and streams. Limnology and Oceanography, 51: 671-680. DODDS W.K., COLE J.J., 2007. Expanding the concept of trophic state in aquatic ecosystems. It’s not just the autotrophs. Aquatic Sciences, 69: 427-439. ELLISON M.E., BRETT M.T., 2006. Particulate phosphorus bioavailability as a function of stream flow and land cover. Water Research, 40: 1258-1268. GIORDANI G., BARTOLI M., CATTADORI M., VIAROLI P., 1996. Sulphide release from anoxic sediments in relation to iron availability and organic matter recalcitrance and its effects on inorganic phosphorus recycling. Hydrobiologia, 329: 211-222. GOLTERMAN H.L., 1995. The role of the iron hydroxidephosphate-sulphide system in the phosphate exchange between sediments and water. Hydrobiologia, 297: 43-54. GOMEZ E., DURILLION C., ROFES G., PICOT B., 1999. Phosphate adsorption and release from sediments of brackish lagoons: pH, O2 and loading influence. Water Research, 33: 24372447. HOUSE W.A., DENISON F.H., 2002. Exchange of inorganic phosphate between river waters and bed-sediments. Environmental Science & Technology, 36: 4295–4301. JENSEN H.S., BENDIXEN T., ANDERSEN F.Ø., 2006. Transformation of particle-bound phosphorus at the land-sea interface in a Danish estuary. Water, Air and Soil Pollution: Focus 6: 547-555. JORDAN T.E., CORNWELL J.C., BOYNTON W.R., ANDERSON J.T., 2008. Changes in phosphorus biogeochemistry along an estuarine salinity gradient: The iron conveyer belt. Limno- logy and Oceanography, 53: 172-184. MALMQVIST B., RUNDLE S., 2002. Threats to the running water ecosystems of the world. Environmental Conservation, 29: 134-153. MCGLATHERY K.J., MARINO R., HOWARTH R.W., 1994. Variable rates of phosphate uptake by shallow marine carbonate sediments: Mechanisms and ecological significance. Biogeochemistry, 25: 127-146. MEYBECK M., 2002. Riverine quality at the Anthropocene: propositions for global space and time analysis, illustrated by the Seine River. Aquatic Sciences, 64: 376-393. MEYBECK M., 2004. The Global Change of continental aquatic systems: dominant impacts of human activities. Water Science and Technology, 49: 73-83. PACINI N., GÄCHTER R., 1999. Speciation of riverine particulate phosphorus during rain events. Biogeochemistry, 47: 87109. PROVINI A., BINELLI A., 2006. Environmental quality of the Po River Delta. In: Wangersky P.J., (eds.), The Handbook of Environmental Chemistry. Volume H: Estuaries SpringerVerlag GmbH, Berlin: 175-195. RODEN E.E., EDMONDS J.W., 1997. Phosphate mobilization in iron-rich anaerobic sediments: Microbial Fe(III) oxide reduction versus iron-sulfide formation. Arch. Hydrobiol., 139: 347–378. RUTTENBERG K.C., 1992. Development of a sequential extraction method for different forms of phosphorus in marine sediments. Limnology and Oceanography, 37: 1460-1482. VALDERRAMA J.C.,1977. Methods used by the Hydrographical Department of the National Board of Fisheries. In: Grasshof K. (eds.), Report of the Baltic Intercalibration Workshop. Annex, Interim Commission for the Protection of the Environment of the Baltic Sea. Goteborg, Sweden: 14-43. VALDERRAMA J.C., 1981. The simultaneous analysis of total nitrogen and total phosphorus in natural waters. Marine Chemistry, 10: 109-122. VIAROLI P., GIORDANI G., BARTOLI M., NALDI M., AZZONI R., NIZZOLI D., FERRARI I., ZALDÍVAR COMENGES J.M., BENCIVELLI S., CASTALDELLI G., FANO E.A., 2006. The Sacca di Goro lagoon and an arm of the Po River. In P.J. Wangersky (ed), The Handbook of Environmental Chemistry, Estuaries, Volume 5/H: 197-232. VOLLENWEIDER R.A., RINALDI A., MONTANARI G., 1992. Eutrophication, structure and dynamics of a marine coastal system: results of a ten year monitoring along the EmiliaRomagna coast (Northwest Adriatic Sea). Science of the Total Environment, suppl: 63-106. WALSH C.J., ROY A.H., FEMINELLA J.W., COTTINGHAM P.D., GROFFMAN P.M., MORGAN R.P., 2005. The urban stream syndrome: current knowledge and the search for a cure. Journal American Benthol. Soc., 24: 706-723. WITHERS P.J.A., JARVIE H.P., 2008. Delivery and cycling of phosphorus in rivers: A review. Science of the Total Environment, 400: 379-395. Lavori originali