il bello del liceo il bello del liceo

Transcript

il bello del liceo il bello del liceo
SETTEMBRE 2008
IL BELLO DEL LICEO
Musica, cinema, libri
Musica, cinema, libri
“Poste Italiane. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Torino n° 6 Anno 2008”- € 1,20
6
Ieri accadrà
Appuntamenti
Forum
Antispot
Note acute
Internet
Il 29 settembre
è in edicola
RUBRICHE
20
22
all’interno de
26
32
4 pagine
interamente scritte
dai ragazzi di Zai.net.
Politica, musica, generazioni a confronto, scuola,
comunicazione, cultura. Tutto da un punto di vista speciale:
QUELLO DEI GIOVANI
È un’iniziativa de: I cantieri dell'etere
A TU PER TU
CON ARISTOTELE
Intervista impossibile
46
COSTUME E SOCIETÀ
UNA VITA DA PRECARIO
Visti dai banchi
CHIST’È ‘O PAESE D’ ‘O SOLE
Il primo festival dell’energia
IL MONDO
IN UNA TESSERA
La Carta Giovani del Lazio
IL FUTURO IMPERFETTO
DEI PUNKREAS
Intervista con Flaco
IL LATTE? LO COMPRO
ALLA SPINA
Il sapore ci guadagna e
l’ambiente pure
«RIPARTO A 300 ALL’ORA»
Il nuovo album di Luca Dirisio
IL RITMO DELL’ISOLA
La Sardegna di Flavio Soriga
COME NON LI ABBIAMO
MAI VISTI
Gli animali di Giuseppe Pulina
37
MAGIA AZZURRA
Freschi di stampa
40
IL PIÙ TENEBROSO DEI LICEALI
Intervista con Federico
Costantini
42
LA PAROLA AL TEATRO
La nuova stagione dell’Eliseo
44
PUCCINI E LE SUE DONNE
Un ricordo del grande
compositore toscano
54
58
SE TI PRENDONO
PER IL NASO
Strategie da marketing
60
COME TI ACCHIAPPO
IL LETTORE
In guardia da “Mondolibri”!
61
INCHIESTA
Fabbriche
di sogni
52
UN “TONNO” DI TALENTO 56
Intervista con Alessandro Tonolli
GIOVANI CRITICI
30
45
NON UNA SETTIMANA
QUALUNQUE
Diario di un’esperienza che
sfida i pregiudizi
MUSICA
24
EMOZIONI NUOVE,
DRAMMA ANTICO
L’Orestea di Eschilo
18
Promesse allettanti e successo effimero: il nostro
viaggio nel mondo dei talent show televisivi
settembre
n°6
Direttore responsabile Renato Truce
Vice direttore Lidia Gattini
Coordinamento di redazione
Eleonora Fortunato
Segreteria di redazione Sonia Fiore
Redazione di Torino
Simonetta Mitola
corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To)
tel. 011.7072647 / 283 - fax 011.7707005
e-mail: [email protected]
Redazione di Genova
Giovanni Battaglio
e-mail: [email protected]
Redazione di Roma
Simona Neri, Martina Chichi
via Nazionale, 5 - 00184 Roma
tel. 06.47881106 - fax 06.47823175
e-mail: [email protected]
Hanno collaborato
Antonella Andriuolo, Giovanni Battaglio,
Roberto Bertoni, Marco Bevilacqua, Marco
Billeci, Maria Elena Buslacchi, Giacomo
Carozza, Claudia Civetti, Martina Chichi,
Emanuele Colonnese, Flavia Lo Presti,
Daniele Mainelli, Marzia Mancuso, Marina
Marchese, Matteo Marchetti, Caterina
Mascolo, Livia Panascì, Greta Pieropan,
Luisa Piseddu, Saverio Rutigliano, Andrada
Vasiliu, Jacopo Zoffoli.
Direttore dei sistemi informativi
e multimediali Daniele Truce
Impaginazione Manuela Pace,
Marianna Montalbano
Illustrazioni Alessandro Pozzi
Fotografie e fotoservizi
Circolo di Sophia, Massimiliano T., Fotolia,
Agenzia Infophoto
Sito web: www.zai.net
Francesco Tota
Bentornati! Zai.net di settembre si apre con una selezione dei vostri
migliori contributi arrivati nel corso dell’estate.
Dopo le consuete rubriche, partiamo con le inchieste d’attualità: in
principio erano gli Amici di Maria De Filippi, adesso i talent show
impazzano a ogni ora del giorno proponendo ragazzi della porta
accanto che si sfidano in prove di canto, ballo e chi più ne ha più
ne metta, tutti alla ricerca di un posto al sole. Ma il talento, alla fine,
quanto c’entra? Quello che conta è alimentare il giro perché non si fermi
mai, ecco la risposta del nostro interlocutore, la giornalista musicale
Marinella Venegoni. L’obiezione, checché ne pensino i critici, potrebbe
essere: che male c’è a sognare un po’? La risposta, convinta, è quella del
vincitore di Amici, Marco Carta, che assicura: i telespettatori non vedono
la passione e l’impegno che i concorrenti mettono dietro le quinte.
Sarà che l’ombrellone invoglia alla lettura, ma nei mesi di luglio e agosto
ci avete sommersi di recensioni e di interviste ai vostri scrittori preferiti,
così eccoli qua: c’è Flavio Soriga, giovane scrittore sardo che con
Sardinia Blues ci ha portati alla scoperta di una bellissima storia di
amicizia sullo sfondo di una terra ancora selvaggia, autentica; c’è la
filosofia on the road di Giuseppe Pulina col suo Animali e filosofi; c’è il
dialogo immaginario con Aristotele, il reportage dal premio letterario di
Troppa.
Tante, come sempre, le interviste ai volti noti del cinema, della televisione
e della musica: i Punkreas, la punk band italiana per eccellenza, Luca
Dirisio, icona pop tra le più amate e Federico Costantini, ritratto anche
sulla nostra copertina, il bel tenebroso di serie di tv di successo come I
liceali e adesso nuovamente sul grande schermo in un film di Ferzan
Ozpetek, Un giorno perfetto.
Buona lettura!
Editore
Mandragola Editrice
società cooperativa di giornalisti
via Nota, 7 - 10122 Torino
Stampa Stige S.p.A. - via Pescarito, 110
10099 S. Mauro (To)
Zai.net ha ricevuto il patrocinio di
Concessionaria esclusiva pubblicità:
Mandragola ADV
corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To)
tel. 011.7707002 - fax 011.7707005
e-mail: [email protected]
Zai.net Lab
Anno VII / n. 6 - settembre 2008
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n°486 del 05/08/2002
Abbonamento sostenitore: 10 euro
Abbonamento annuale studenti: 7 euro
(9 numeri)
Servizio Abbonamenti MANDRAGOLA Editrice
società cooperativa di giornalisti
versamento su c/c postale n° 73480790
via Nazionale, 8 - 00184 Roma
tel 06.47881106 - fax 06.47823175
La rivista è stampata su carta riciclata E
2000, Cartiere Cariolaro
Questa testata fruisce dei contributi statali
diretti della legge 7 agosto 1990, n. 250.
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica Italiana
Main sponsor
Centro Unesco di Torino
I CANTIERI
DELL’ETERE
Direzione Turismo, Commercio e Sport
Zai.net è su
In collaborazione con
Il progetto "Zai.net: un pieno di solidarietà" è patrocinato dal
Ministero dello Sviluppo Economico
Hanno contribuito a questo numero:
Marianna Montalbano
Sonia Fiore
29 anni, vive a 20 km da Torino.
Dopo aver svolto per diversi
anni altri lavori, è tornata a fare
quello che le piace di più e per
cui ha studiato: la grafica per il
nostro giornale.
Ama ballare, fare sport, leggere,
viaggiare con gli amici, fare
shopping, ma soprattutto non
dimentichiamoci della sua
adorabile barboncina, Emy.
34 anni, nata a Giaveno, paesino
dell’interland torinese, vive a
Torino. È la segretaria di redazione,
nonché una delle voci dei notiziari
di Radio Zai.net, cura i contatti
con le scuole superiori che
aderiscono al progetto Zai.net e
si occupa della distribuzione e
degli abbonamenti …se non
ricevete la vostra copia della
rivista prendetevela con lei!
Adora il fitness e le danze
caraibiche, fare shopping,
leggere e andare al cinema.
Giovanni Battaglio
20 anni, dopo il diploma al liceo
classico “Chiabrera” di Savona ha
scelto di frequentare il corso in
Economia Aziendale all'Università
di Genova. Collaboratore di Zai.net
fin dalla quarta ginnasio, un po’
grafomane, ha occupato per alcuni
anni le nostre pagine con articoli
e interviste. Oggi si è dato una
calmata, riversando invece molte
delle sue energie nell'animazione
della redazione ligure, che ogni
mese realizza Zai.net Liguria. Ama
andare ai concerti e alle
conferenze stampa, solo se
seguite da un ricco buffet!
1
1715 Luigi XIV, re di Francia muore dopo
aver regnato per 72 anni; più a lungo
di qualunque altro monarca europeo.
1902 Viaggio nella Luna, considerato
uno dei primi film di fantascienza,
viene prodotto in Francia.
10
1913 Viene aperta la prima
1885 A New York apre il primo
locale pubblico chiamato "cafeteria".
16 anni, di Roma, frequenta
l’ultimo anno al liceo classico
“E.Q.Visconti”. Ha tanti
passatempi e troppo poco
tempo, suo malgrado, per
dedicarvisi. Se dovesse scegliere
però sarebbe sicuramente la
musica l'eletta, soprattutto
quella del pianoforte che suona
fin da piccola. In aggiunta a ciò,
Zai.net si sta rivelando
un'esperienza interessante per
entrare in contatto con il mondo
del giornalismo. È sua l’intervista
al “bello del liceo” ritratto in
copertina (pag. 40).
Sedicenne aspirante giornalista;
amante della letteratura, del
cinema d’autore, del cioccolato
fondente, dei cartoni animati e
di un mucchio di altre cose. I
suoi pezzi ci arrivano dalla calda
Calabria, dove se ne sta sdraiata
in spiaggia mentre noi
sgobbiamo in città, anche se tra
un paio d’anni dice di volerci
raggiungere. Il sole deve
picchiare un po’ troppo forte
laggiù. In questo numero ci
propone due articoli: “Vita da
precario” a pag. 22 e “Troppa,
una perla di cultura” a pag. 37.
18
1851 Il New York Times inizia le
pubblicazioni.
autostrada asfaltata che attraversa
gli Usa da costa a costa.
2002 La Svizzera entra nelle
Nazioni unite.
2003 Anna Lindh, il ministro degli
Esteri svedese, viene accoltellata a
morte in un centro commerciale.
Morirà il giorno dopo.
4
Marzia Mancuso
20 anni, frequenta la facoltà di
Lettere moderne all’Università di
Torino. I suoi interessi spaziano
dalla letteratura al cinema,
dall’arte alla musica, e chi più
ne ha più ne metta. Crede in
un’informazione libera, critica e
dettagliata; per questo rimane
spesso e volentieri infastidita da
telegiornali e affini e, sempre per
questo, è interessata ad
approfondire il più possibile
l’esperienza tra i giovani
reporter. Questo mese ha
collaborato al supplemento
regionale Zai.net Piemonte.
Notizie serie e curiose selezionate dai calendari del passato
12
Claudia Civetti
Fiammetta Bertotto
a cura di Giovanni Battaglio, 21 anni
Savona
1972 Il nuotatore Mark Spitz vince la
sua settima medaglia d'oro alle Olimpiadi
di Monaco. Nessuno prima di lui,
né dopo di lui, ha saputo far meglio.
490 a.C. Gli Ateniesi sconfiggono i
Persiani nella Battaglia di Maratona.
20
1946 Primo Festival
cinematografico di Cannes.
1997 Nasce Mtv Italia.
13
1321 Muore a Ravenna Dante Alighieri.
5
1698 Nel tentativo di allontanare il
suo popolo dalle tradizioni asiatiche,
lo Zar Pietro I di Russia impone
una tassa sulla barba. Tutti gli
uomini, eccetto sacerdoti e
contadini, devono pagare una tassa
di 100 rubli l'anno per portarla.
7
1860 Giuseppe Garibaldi entra a
Napoli con l'esercito dei Mille.
1893 Nasce il Genoa Cricket and
Football Club, prima squadra di
calcio in Italia.
1993 Primo accordo Israele-Palestina.
Ai palestinesi viene concesso un
auto-governo limitato nella Striscia
di Gaza e a Gerico.
24
1958 In una sala da ballo di
Cremona, Natalino Otto e Flo
Sandon's scoprono una cantante
diciottenne di grande talento, che
diventerà famosa come Mina.
15
1864 Firenze è capitale d'Italia,
dopo Torino.
1935 Le Leggi di Norimberga privano
gli ebrei tedeschi della cittadinanza.
29
1902 Apre il primo teatro di
Broadway, dell'impresario David
Belasco.
SETTEMBRE
GE
A
ST
K
C
BA
IER
IA
CC
AD
RA
’
TI
N
E
M
A
NT
U
P
AP
dal
3
al
9
A cura di Martina Chichi, 22 anni
Roma
SETTEMBRE
6
al
dal
8
dall’
GENOVA La Tattoo Convention di Genova tornerà
a svolgersi nel Porto antico per la terza volta. Gare
di tatuaggi, musica, sport, feste ed esibizioni
nell'unica iniziativa che vede partecipare solo
tatuatori italiani.
www.dreamsmakertattoo-ricky.com
12 al
20
il
PARMA La Galleria nazionale e il Teatro Farnese ospitano fino al
25 gennaio 2009 la mostra più ampia mai dedicata al Correggio, i
maggiori capolavori dell'artista possono essere osservati da vicino e
a poca distanza tra loro. Della mostra fa parte anche un itinerario
artistico che mostra l'opera degli altri maestri del Rinascimento,
importanti per capire la formazione del Correggio.
www.mostracorreggioparma.it
7
dal
21
VALLELUNGA (Rm) Tappa italiana del Superbike
World Championship 2008. L'autodromo a pochi
chilometri da Roma ospita i mondiali di superbike
per tre giornate.
www.vallelunga.it
www.worldsbk.com
7
MANTOVA I siti storici e artistici della città
si trasformano in un palco per scrittori,
musicisti e attori in occasione della
dodicesima edizione di Festivaletteratura.
Protagonisti del programma sono gli incontri
letterari con autori di fama internazionale,
ma per cinque giorni artisti e spettatori si
mescolano tra le strade di Mantova
all'insegna del divertimento culturale.
www.festivaletteratura.it
dal
19 al
dal
14
SAVIGNANO SUL RUBICONE (Fc) Grandi autori,
esperti e appassionati di fotografia si ritrovano per
la XVII edizione del SI FEST (ex Portfolio in Piazza)
per una riflessione sul tema Identità e percezioni 2 –
Apparire/Appartenere. Il festival ruota intorno al
tema dell’identità, individuale e collettiva, sociale e
territoriale, con una particolare attenzione
quest’anno ai concetti di origine e appartenenza e
alle loro rappresentazioni. Una full immersion nella
fotografia: tre giorni di mostre, incontri, conferenze.
al
14
il
ACIREALE (Ct) Per la settima volta la Sicilia
ospita Magma, la mostra di cinema breve che
raccoglie quest'anno 680 cortometraggi
provenienti da 64 nazioni. Oltre alla rassegna
delle opere in concorso, la settimana prevede
tanti incontri con professionisti del cinema e
dedica i primi tre giorni a Giro Giro Corto, la
sezione in cui i partecipanti sono rigorosamente
under 20. Per i concorrenti più giovani sono
stati organizzati anche alcuni workshop.
www.magmafestival.org
www.girogirocorto.org
19
VERONA Il Louvre presta alcune delle opere
esposte nei suoi corridoi per la realizzazione de “Il
Louvre. Capolavori a Verona. Leonardo, Raffaello,
Rembrandt e gli altri. Ritratti e figure”. Al Palazzo
della Gran Guardia saranno esposti 140 dipinti
provenienti dal museo parigino; testimonial della
mostra La belle ferronnière di Leonardo da Vinci.
28
ROMA/MILANO Dopo tredici anni i
Queen tornano con un nuovo album di
inediti e per la promozione arrivano
anche in due delle principali città
italiane. Il Rock the Cosmos Tour 2008
farà tappa al Palalottomatica di Roma
(26/09) e al DatchForum di Milano
(28/09).
www.queenonline.com
21
Come ogni anno il mondo celebra la Giornata internazionale
della pace. Istituito nel 1981 dalle Nazioni Unite, questo è il
giorno del “cessate il fuoco”: il 21 settembre tutti gli stati
membri sospendono le ostilità in corso. Per l'occasione scuole
ed enti organizzano molte iniziative.
www.peaceoneday.org
il
dal
26 e
28
TORINO Seconda volta in Italia della gara per piloti dove
contano ingegnosità e fantasia: motori vietati infatti alla Red
Bull Soap Box Race, vince la stravaganza. Creatività,
performance e tempi, sono questi i criteri usati per giudicare le
coloratissime e divertenti “automobili” che devono percorrere
una tortuosa discesa di 500 metri.
www.redbullsoapboxrace.it
il
29 e
30
BOLOGNA/MILANO Uniche date italiane
per il Viva la vida Tour dei Coldplay. Chris
Martin e gli altri membri della band si
esibiscono prima al Palamalaguti di Bologna
(il 29) e poi sul palco del Datchforum di
Milano (il 30).
M
RU
FO
11
A cura di Jacopo Zoffoli, 19 anni
Roma
CARO MINISTRO TI SCRIVO
Il nuovo anno scolastico è appena cominciato e non è certo
ancora tempo di dare i voti. Tuttavia qualcosa da far notare
al nostro ministro l’abbiamo già…
Insegnanti non per sbaglio
Di governo in governo, sia esso di
destra o di manca, chiunque
approdi al ministero dell’Istruzione
sente automaticamente
un irrefrenabile impulso
ad attuare riforme.
Sarà la vanità di voler lasciare un
segno tangibile del proprio
passaggio o, più ottimisticamente,
il reale desiderio di migliorare
l’istituzione scolastica. Fatto sta
che mai una di queste riforme è
sopravvissuta alla legislatura
seguente. Tutte avevano un
qualche difetto, vero o presunto,
che ne faceva un danno e non una
miglioria.
Per quanto riguarda il Ministro
Mariastella Gelmini, è ancora presto
per valutare il suo operato, dato
che la sua riforma deve ancora
arrivare (e non credo tarderà
molto), ma già la proposta di legge
da lei depositata in Parlamento in
febbraio si presta a commenti.
La ministra sostiene l’importanza di
"attuare il principio del merito
nella scuola", non solo per gli
alunni ma soprattutto per i
professori. Non è la prima a dirlo,
e si tratta ovviamente di un
desiderio comune, ma come
realizzarlo? Qui entra in ballo la
proposta di legge, che comprende
un grosso cambiamento nel
metodo di assunzione dei prof.
Non più le graduatorie, che
tengono conto solo dell’anzianità,
ma "la chiamata nominativa degli
insegnanti e la possibilità per i
presidi di stipulare
contratti privati".
Procedure di questo genere
andrebbero forse bene in un paese
L’utopia della classe ideale
utopico, ma come si può
realisticamente pensare che
possano funzionare in Italia, che
già non eccelle per onestà nel
servizio pubblico? Non
dilagherebbe forse il favoritismo
dando ai presidi via libera per
assumere chiunque piaccia loro?
Il ministro forse dimentica che
qualunque docente per insegnare
deve aver conseguito l’abilitazione,
quindi sarebbe forse più utile
operare lì una più accurata ed
equa selezione, rendendo più seri i
concorsi e impedendo il riversarsi
nelle scuole di chiunque non abbia
trovato un migliore impiego.
Questo sì che migliorerebbe il
livello della scuola, garantendo agli
studenti veri insegnanti e non
intellettualoidi capitati in classe
quasi per sbaglio.
Marzia Mancuso 16 anni,
Vibo Valentia
Il ministero della Pubblica
Istruzione ha comunicato che,
nello scorso anno scolastico, in
Italia si sono riscontrate 8 milioni
di insufficienze e che, in media,
ogni studente ne ha avuta
almeno una. Questi dati,
poco piacevoli
a leggersi, hanno spronato
le autorità competenti ad attivare
sia corsi di recupero pomeridiani
sia, per un breve periodo,
il ripasso del programma svolto
durante il regolare orario di
lezione. Nonostante ritenga
lodevole l’iniziativa presa
dal Ministero in quanto permette
il recupero delle materie
in cui si è carenti, è evidente
che questo metodo non consente
un miglioramento tangibile e, in
alcuni casi, non assicura nemmeno
il raggiungimento della tanto
agognata sufficienza.
Il motivo? L’insuccesso dei corsi
di recupero non è causato
certamente dai professori,
i quali, si spera, fanno il possibile
per i loro alunni. Piuttosto,
dal tipo di lacune emerse, si evince
che il mancato traguardo dipende
dalla mancanza di un metodo
di studio tra gli studenti.
Il luogo deputato
all’apprendimento, cioè la classe,
spesso diventa esso stesso
un ostacolo in quanto
eccessivamente eterogeneo: i
docenti, infatti, avendo davanti un
uditorio di 25 persone in media,
non possono dedicare la giusta
attenzione a coloro che mostrano
maggiori difficoltà e che, appunto,
necessiterebbero di essere
maggiormente seguiti.
Un problema che rischia di far
crescere giorno dopo giorno il
numero degli studenti che,
non seguiti nel giusto modo,
decidono di loro spontanea volontà
di non studiare affatto.
Un modo per ovviare a tale
problema potrebbe essere
quello di diminuire il numero di
studenti per ogni classe
portandolo, indicativamente,
ad una media di 15. Questa
risoluzione consentirebbe non
solo un aiuto per coloro che hanno
bisogno di essere seguiti nello
specifico, ma anche un maggiore
stimolo all’apprendimento
da parte di coloro che non si
applicano nello studio.
Oltre a questo, l’aumento delle
classi incrementerebbe il numero
dei docenti di ruolo diminuendo,
di conseguenza, quello dei
professori disoccupati. Certo, una
simile proposta richiederebbe
l’aumento di fondi impiegati per
l’istruzione ma, ben riflettendoci,
risulta essere un ottimo
investimento per il futuro poiché si
disporrà di un maggior numero di
persone qualificate che ben
adempiranno al loro mestiere
facendo crescere l’Italia.
Daniele Mainelli, 18 anni,
Roma
Una scuola
che renda cittadini
La proposta che mi permetto
di fare al ministro dell’Istruzione,
dell’Università della Ricerca,
Mariastella Gelmini, riguarda
il modo stesso in cui penso
debba essere concepita
l’istituzione scolastica.
Nelle sue recenti dichiarazioni
il Ministro ha parlato di molti
aspetti della sua visione della
scuola, nonché delle iniziative
che intende intraprendere.
Dalle sue parole emerge una
concezione che é quanto meno
inquietante, anche se non nuova:
l’idea che l’apparato scolastico
debba semplicemente preparare
i giovani a entrare nel mondo
professionale, dando loro le
competenze per essere facilmente
accolti dai datori di lavoro.
Tutte belle parole cui, però, sfugge
che in una vera democrazia la
scuola é un passaggio
indispensabile per formare la
coscienza civica dei cittadini,
che si può costruire solo con una
conoscenza decente della storia,
della letteratura, della filosofia.
Non c’è spazio per tutte
queste cose nelle famose “tre I”
(inglese, internet, impresa) di
Berlusconi. E la quarta I, quella di
“italiano”, aggiunta dall’attuale
titolare del dicastero, non deve
ingannare: si riferisce
all’insegnamento della lingua agli
immigrati, proposito giustissimo,
ma che ha poco a che vedere
con la letteratura.
Il mio consiglio al ministro è quindi
quello di non dimenticare,
accanto alla formazione
professionale, quest’aspetto
fondamentale: dare ai ragazzi
gli strumenti essenziali per capire la
società che sta loro intorno, in tutto
lo spessore delle sue contraddizioni.
Le superiori non possono
essere ridotte all’apparato
con cui lo stato forma i tecnici
per le imprese e per sé: esse
devono essere invece la tappa in cui
i ragazzi (tutti, non solo quelli
di famiglia ricca) diventano uomini
e donne consapevoli,
pronti a partecipare non solo
all’economia, ma anche
all’attività politica e civile. Una
democrazia vera ha bisogno
di teste pensanti,
in tutte le fasce sociali; altrimenti,
caro ministro, il nostro stesso
paese si trasformerà in un’impresa.
Michele Barbero, 20 anni,
Pinerolo (To)
T
O
P
TIS
N
A
NO
TE
A cura di Marina Marchese, 20 anni
Milano
CAMPAGNE DA RICICLARE
Concerti e promozione ambientale, un’accoppiata già vista tante volte.
Per il progetto “Napoli non è una carta sporca”, però, una novità c’è stata: i biglietti si sono pagati in rifiuti. Non un grande evento musicale
aperto a tutti, come accade di solito per le iniziative di sensibilizzazione, questa volta bisognerà guadagnarsi l’opportunità di assistere agli
spettacoli che aderiscono alla campagna promossa da ministero dell’Ambiente, Confindustria Campania e Conai.
Il primo ad aver voluto partecipare è stato Pino Daniele, che ha messo
a disposizione dei cittadini più volenterosi 5mila biglietti distribuiti tra le
associazioni: chi è riuscito a fare la raccolta differenziata e a presentare
i rifiuti separati correttamente ha potuto assistere gratuitamente al concerto a posti numerati in piazza del Plebiscito l’8 luglio scorso; o meglio,
ha pagato il suo eco-biglietto in rifiuti.
Certo, nulla ci assicura che i fan della canzone napoletana una volta ottenuto il loro scopo non possano ricominciare ad abbandonare l’immondizia in mezzo alla strada, ma poiché avranno scoperto che divederla
non è poi chissà quale impresa, c’è una probabilità abbastanza buona
che continuino.
Volente o nolente, chi ha ascoltato dal vivo Pino Daniele non si sarà limitato a sentire passivamente la solita ramanzina sull’utilità della differenziata, l’avrà sperimentata.
Strano pensare che un’opera di sensibilizzazione resti aperta a un numero limitato di cittadini, ma se introdurre il merito come forma di incentivo significa che quella fetta di popolazione qualcosa lo impara di sicuro, perché no?
QUELLE SCUSE UN PO’
SOSPETTE…
Lo spot della nuova Lancia Delta con Richard Gere e il Tibet
protagonisti sotto lo slogan
"The power to be different" ha
fatto molto discutere. Le scuse
della casa automobilistica sono
prontamente state inviate alle
autorità cinesi – certo non si voleva offendere un paese di cotanta stazza – ma allontanare il
sospetto che non sia tutta una
geniale trovata di marketing non è facile. Pensiamoci un momento: lanciare una campagna pubblicitaria, scegliere come testimonial Richard Gere, "il più conosciuto attore di Hollywood che supporta il Dalai Lama", catturare
molti titoli sui giornali, scusarsi e, ad ogni modo, continuare con la stessa pubblicità. Qui gatta ci cova…
A cura di Matteo Marchetti, 20 anni
Roma
Liriche serrate, basi
sempre più curate,
ritornelli accattivanti. E
poi videoclip con
pellicce di rinoceronte
albino, auto fuoriserie
con salotti nel
portabagagli. Questo
e altro è ciò che la
gente comune
chiama “hip hop”
AC
UT
E
HIP HOP IS DEAD?
«
Dimmi se questo fa gangsta» è una frase presa da Alza il pugno,
una bella canzone della crew romana Cor Veleno. Il gangsta rap è
una delle degenerazioni musicali peggiori che abbiano afflitto questi ultimi anni. L’hip hop è nato come forma di espressione dei ragazzi
dei ghetti, a New York in principio per poi trasferirsi a macchia d’olio in
tutte le città americane. I primi artisti di questa scena musicale parlavano di cose che nessuno conosceva, della vita di un ragazzo nero
senza futuro, dei soprusi che continuamente subiva (e tra l’altro ancora
subisce) da parte della società bianca, o tutt’al più delle feste che questi ragazzi organizzavano.
Per quasi vent’anni è stato un genere che dire “di nicchia” è dire poco,
completamente sconosciuto al di fuori dei quartieri che lo hanno visto nascere, per non
parlare di quanto fosse noto oltreoceano. Il primo passo verso la morte di questa forma
di espressione è stato una delle canzoni migliori di sempre, la famosissima Walk this
way, crossover fra gli Aerosmith (una band allora in crisi e che con quel pezzo si rilanciò) e i re dell’hip hop degli anni Ottanta, i Run DMC. Primo video di “black” nella
programmazione di Mtv, la vetrina della musica perbene, e prima intrusione nei
salotti dell'America bianca. Fine dei giochi.
Da allora, come ha dichiarato di recente il vocalist e produttore Lil’
John – produttore e vocalist, fra le altre, della famosissima Yeah!
di Usher – «i neri hanno capito che l’hip hop era una
macchina da soldi e si sono detti “perché no?”».
Uno che abbiamo visto per un’intera estate
strillare “yeah” e che ha speso, tanto per
dirne una, 218000 dollari per farsi fare un
paradenti in platino e diamanti ha capito
tutto, anzi, ce lo ha perfino spiegato. Ci si svoltano quattrini. Stesso discorso che potremmo fare
per il rock, per il punk, per tutto in questa società sfornasoldi. Non è un caso che il sottofondo delle feste universitarie e liceali di tutto il
Paese delle stelle e strisce sia ormai di stretta osservanza black.
Discorso a parte merita la scena italiana. Nata con il ridicolo Jovanotti stile Air
Jordan che cantava “No Vasco no Vasco io non ci casco …” e altre boiate, si
avvita ormai in una crisi senza apparente via d’uscita. Quasi tutti gli artisti
che conosco passano la massima parte del loro tempo a cercare di autodefinirsi i migliori del paese; compatiscono chi copia i rapper americani ma poi
gli rubano tutto, dalle basi al look; parlano di sparatorie e scene da macrocriminalità partoribili solo da menti labili troppo sollecitate da Scarface.
Qualche esempio? «Devo ingrassare e fare il rap Briatore o non farò mai
bum-bum con le tipe che vedo in tv Son triste dopo che se le è ridotte la Marcuzzi Compriamo un UZI rapina a Meneguzzi» (Club Dogo,
Briatori); «Sono nato negli anni Settanta in una Roma violenta, ispirato dai gangsters degli anni Trenta (...) il Pablo Escobar del rap»
(Duke, Roma violenta). Una schiera di psicolabili.
Forse aveva ragione Nas quando due anni fa ci disse “Hip hop is
dead”. La canzone diceva, fra l'altro, «Everybody sound the same,
commercialize the game, reminiscin' when it wasn't all business». Cioè: suonate tutti nello stesso modo, vendete questo
gioco ricordando quando non tutto era business. Amen.
ET
N
ER
T
IN
A cura di Marco Billeci, 20 anni
Pisa
IDEALIST.ORG: IT’S TIME TO MAKE A CHANGE
on so se vi è mai capitato di tornare dalle vacanze con la sensazione
che vi sia mancato qualcosa: non è stato il divertimento, la novità, la
scoperta. È l’idea di avere, dopo tutto, soltanto usufruito
dell’ennesimo prodotto di consumo, bello e interessante quanto si vuole ma
niente di più. Il mio plus, il mio valore aggiunto, io l’ho trovato su
idealist.org. Qui è a disposizione un enorme database di proposte per
trasformare la propria vacanza in esperienza: campi di lavoro, attività di
volontariato, workshop ed altre attività legate al mondo delle Ong e del noprofit. Le opportunità sono sparse in tutto il mondo e coinvolgono i temi
più svariati, dall’ambiente all’arte, dal patrimonio culturale alla povertà ecc.
Ma trasformare un viaggio in un’occasione di crescita per se stessi e di aiuto
per gli altri è solo uno dei servizi offerti da Idealist.org. Quando nel 1995 Ami
Dar, un veterano dell’esercito israeliano, fondò Action Without Borders,
l’organizzazione non profit a cui il sito fa capo, partì da una semplice
considerazione maturata nel corso di una vita passata fra Usa, Messico e Perù.
Pensò che in giro c’erano così tante forze ed energie tese al miglioramento del
mondo in cui viviamo, associazioni, gruppi più o meno organizzati, studenti,
ragazzi, uomini, donne. Constatò anche che spesso queste energie andavano
sprecate per mancanza di coordinazione e per l’impossibilità di far incontrare
domanda ed offerta. Da qua nasce idealist.org, un modo di connettere
individui, organizzazioni e istituzioni per creare una comunità in cui chi vuole
aiutare gli altri possa farlo e le occasioni di azione e collaborazione non vadano
perdute. Le Ong postano sul sito le loro offerte di collaborazione, volontaria o
retribuita, che vanno da stage di breve periodo fino a veri e propri lavori con
contratti a lungo termine. Le persone interessate creano il proprio profilo e poi,
attraverso il motore di ricerca, selezionano le proposte sulla base delle loro
competenze e aree di interesse, della zona geografica, della durata.
E adesso non diciamo più che vorremmo fare qualcosa ma non sappiamo
come, con Idealist.org agire è facile.
N
BUON CAMPIONATO
(VIRTUALE) A TUTTI!
ettembre è tempo di pallonite
acuta. Dopo un paio di mesi
di astinenza, la febbre per il
calcio esplode in tutta la sua
veemenza. Se per calmarla non vi
S
bastano l’inizio del campionato di
calcio, le prime fasi della Champions,
gli ultimi botti del mercato dei
trasferimenti, è il momento di scoprire
Hattrick. Versione online degli ‘storici’
Scudetto e Pc Calcio, Hattrick è il
gioco di calcio manageriale più
diffuso al mondo. Dopo un periodo
di prova, necessario ad imparare il
regolamento (con tanto di esame per
ottenere il patentino da manager),
l’utente attende che il webmaster
gli assegni una squadra, poi inizia il
gioco. Si parte dalla serie più bassa
della propria nazione e da lì si tenta
la scalata al successo. La gestione
prevede tutte le funzioni affidate ad
un manager reale: la scelta
dell’allenamento e delle tattiche,
la cura delle giovanili, l’attenzione
per le finanze societarie, la
decisione sull’ampliamento dello
stadio. Inoltre c’è il mercato dei
trasferimenti che, come tutti gli
adepti fedeli sanno, è il vero sale
di tutti i giochi manageriali. Infine,
ovviamente, due volte a settimana
si giocano le partite contro gli altri
utenti. Più si sale di livello e più la
trama si infittisce con campionati
più competitivi e gare
internazionali. Si può arrivare, previa
votazione della community, persino
ad allenare la Nazionale. Solo in
Italia ci sono attualmente 117416
squadre, perciò, se aspirate ad
essere il prossimo ct, è meglio che
vi diate una mossa…
Inchiesta
16
17
FABBRICHE
di SOGNI
QUANDO WARHOL PROFETIZZÒ I FAMOSI QUINDICI MINUTI
DI CELEBRITÀ, MAI AVREBBE IMMAGINATO CHE IL BUSINESS DEL
SUCCESSO ALLA PORTATA DI TUTTI AVREBBE COINVOLTO COSÌ TANTE
PERSONE. E INVECE…
di Maria Elena Buslacchi, 21 anni, Facoltà di Filosofia – Genova
Giacomo Carozza, 17 anni, Liceo scientifico “Nicoloso” – Recco (Ge)
alent show senza talento affollano sempre di più la nostra televisione. Giovani e giovanissimi pieni di belle speranze si sottopongono a una lunga serie di provini per giungere al tanto agognato successo. Falegnami, idraulici, segretarie, impiegati: di fronte al magico mondo dello spettacolo la normalità scompare e tutto viene illuminato dalla luce dei riflettori. Programmi come l’onnipresente “Amici”, che attende la sua ottava edizione, o il più
recente “X Factor”, si presentano quali importanti talent scout agli occhi degli spettatori. Ma perché nessuno dei loro “talenti” è ancora riuscito ad emergere e a raggiungere il cosiddetto posto al sole? Tante, troppe volte abbiamo
visto vincitori scomparire nel dimenticatoio non appena si sono spente le telecamere all’ultima puntata. Segno che,
forse, per ottenere un’autentica affermazione, sul curriculum va qualcosa di più della partecipazione ad uno show.
Manca l'originalità, e il talento non emerge. Questo sembra essere il problema che addormenta e impigrisce gli speranzosi ragazzi italiani. L'illusione di una facile popolarità non induce nemmeno a impiegare il meglio delle proprie
forze per il conseguimento degli obiettivi prefissi. E, perché il mercato giri, l'uomo qualunque non può diventare divo davvero e monopolizzare la scena: le pseudo-star sono condannate all'usa e getta, perché sia possibile alimentare un eterno ricambio. Peccato che, dietro ad ogni star, vi siano i sogni, le speranze, le fatiche, le illusioni e la buona fede di un ragazzo o una ragazza, questa volta sì, davvero, come tutti gli altri.
T
Uno sguardo oltreoceano
I reality sull’arte del fare spettacolo non sono una nostra invenzione: nati altrove, negli Usa, da noi sono stati importati senza riserve. Il modello, programmi più popolari come “American Idol” e “America’s Got Talent”. Lo stesso
“X Factor” deriva direttamente dall’omonimo statunitense, “The X Factor”. A differenza però dei talent show made in
USA, che sono stati in grado di scovare e formare vere e proprie star come Duffy o Leona Lewis, i cugini italiani non
sono riusciti a generare più di un Dennis Fantina o una Giulia Ottenello di cui nessuno sente più parlare.
Nonostante la scarsa qualità del loro operato, i talent show italiani registrano un alto livello di gradimento. Si susseguono edizioni che sino ad ora hanno prodotto solo un esercito di pseudostar dal dubbio talento e dal nome presto
dimenticato. Il punto è che il più delle volte, non appena raggiungono la soglia di difficoltà che li porterebbe davvero
a compiere il salto e a diventare “star”, questi talenti cedono, si sgretolano, sbriciolano la loro fama in un polveroso ricordo. Rivelano, in definitiva, capacità insufficienti a reggere la competizione con star di formazione più solida. E semplicemente decadono, perché lo spettacolo promosso dalle reti televisive non è più il talento, ma la strada da compiere per affermarlo. La tendenza generale del mondo dello spettacolo odierno è illudere il pubblico della propria vicinanza e accessibilità. La televisione non è più una scatola in cui mostrare l'insolito, raccontare l'esotico, ricercare la perfezione. Il piccolo schermo si è convertito piuttosto nel cinema per tutti, nella fabbrica della popolarità, nel compagno
quotidiano acceso a tutte le ore, che riflette l'immagine dello spettatore stesso. Come rapportarsi con questo nuovo
indirizzo delle trasmissioni tv? Ne abbiamo parlato con Marinella Venegoni, critico musicale.
Qual è la sua opinione sui talent show? Pensa che riescano a centrare l’obiettivo?
«Parliamoci chiaro: si tratta di programmi confezionati con il solo scopo di fare audience. Se l’obiettivo è quello di fare
Quello che manca è un
proprio stile: ci si rifà ad altri
artisti, sperando che qualche
discografico drizzi le orecchie e
se ne accorga, cavalcando così
il fenomeno del momento
ascolti, a volte ci riescono. Per il resto, non sono certo pensati
per la musica: cosa volete che gliene importi a chi fa prodotti del
genere della musica e della qualità? Davvero nulla. La dimostrazione l’abbiamo dal fatto che raramente escono fuori talenti autentici, o che comunque nonostante non siano prodigi eccezionali riescono a riscuotere un certo successo. Ce n'è stata
una, Leona Lewis: molte sono più brave di lei, ma è riuscita ad avere un suo spazio».
Qual è il motivo per cui una volta usciti da questi format, i concorrenti scompaiono e di questi presunti talenti non
si ricorda più nessuno?
«Il motivo è molto semplice: i ragazzi che partecipano a questo genere di format televisivi vengono preparati per fare
un programma in tv, non certo per muoversi sul serio nel mondo della musica. È come chiedere a un idraulico di mettersi a fare il falegname: può provarci, magari qualcosa riesce a combinare, ma si tratta di mestieri ben distinti».
Tanti giovani sognano le luci dello spettacolo... lei come interpreta questo desiderio?
«Il fenomeno è certamente comprensibile, ma da tempo dico che sarebbe ora di smetterla con questi talent show
che ci mostrano ragazzi interessati solo alle luci dei riflettori, ai palchi e ai microfoni. E anzi, faccio una proposta provocatoria: a quando uno show sugli idraulici? Li tiro fuori spesso, per il semplice fatto che si tratta di professioni
quotidiane e di cui c'è bisogno, ma che nessuno vuole più fare. Certo, mi rendo conto che fare il cantante abbia un
appeal molto diverso...».
Non si rischia che passi un messaggio per cui il mondo dello spettacolo è per tutti, basta sognarlo?
«Il rischio c'è, eccome. Ti dirò di più: non si tratta di un rischio, ormai è una certezza. Questi contenitori televisivi
sono vere e proprie fabbriche di sogni, che quasi sempre sono destinati a rimanere tali, perché non esiste alcun presupposto per cui si possano trasformare in realtà».
A proposito di presupposti, quali sono le caratteristiche per sfondare oggi?
«Ce n'è una che mi sento di sottolineare con forza: l'originalità. Ricevo ogni settimana decine e decine di cd, pezzi
che mi vengono sottoposti da aspiranti musicisti, cantanti e gruppi. Quello che spesso manca è un proprio stile, un
proprio modo di vivere la musica e di trasmettere le emozioni in musica. Ci si rifà ad altri artisti, magari sperando che
qualche discografico drizzi le orecchie e se ne accorga, cavalcando così l’onda del fenomeno del momento. Ma poi
quanto può durare? Chi vuole davvero fare il musicista e viverci più di qualche mese, deve proporre qualcosa di nuovo:
non dico in assoluto, che sarebbe un'utopia, ma quanto meno iniziare con questa intenzione e provarci».
La realtà insomma è molto diversa dallo show. Ascolti in tv a parte, quale ruolo riveste la musica oggi in Italia?
«Direi senza mezzi termini che riveste un ruolo pari a zero. Lo si capisce da moltissimi aspetti, prima di tutto da come
viene vissuta da chi la ascolta e dai giovani, quindi da come viene interpretata dagli artisti. Un tempo la musica era
lo specchio della società, riusciva a sintetizzare e a raffigurare gli umori di un’epoca, di un momento storico, di un
vissuto particolare. Oggi si producono brani che vanno bene adesso, ma sarebbero andati bene cinquant'anni fa e
probabilmente andrebbero bene anche fra cent'anni. Ecco, la musica ha perso un significato per la società, è diventata un motivetto e niente più».
18
Test
Inchiesta
Sarete
famosi?
I PROTAGONISTI
A tu per tu con Marco Carta,
vincitore di “Amici”
L’abbiamo visto piangere, scherzare, sognare e
qualche volta litigare sul piccolo schermo di Amici,
stiamo parlando proprio di lui, il giovanissimo vincitore
dell’ultima stagione della Scuola di giovani talenti:
Marco Carta. Il 13 giugno ha pubblicato il suo disco
d’esordio Ti rincontrerò, il coronamento di un sogno.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui sul fenomeno
dei talent show e sul significato del successo:
Cosa ci puoi dire a proposito dell’album uscito
quest’estate?
«Ogni singola canzone rappresenta qualcosa di
davvero importante per me, anche se Ti rincontrerò è il
mio pezzo preferito».
Com’è nata questa grande passione per la musica?
«La musica fa parte del mio dna, ancora prima di saper
parlare canticchiavo. Poi all’età di tre anni mi divertivo
a cantare le sigle dei cartoni animati… il divertimento è
poi diventato la mia più grande passione».
Come descriveresti in poche parole il giovane cantante
Marco Carta e di conseguenza la sua musica?
«Direi semplice, sincero e allegro! Per quanto riguarda
la musica non saprei, è difficile trovare un aggettivo
appropriato…».
La vittoria ad Amici, il primo album, il calore dei tuoi
fan: sono tutti elementi che ti hanno lanciato nel
mondo dello spettacolo e che ti stanno facendo
ottenere dei grandi risultati. Quanto durerà? Come ti
vedi tra dieci o vent’anni?
«Spero di vedermi sempre nel ruolo di cantante, magari
con dei dischi d’oro, con molti moltissimi fan e, perché
no, conosciuto anche sulla piazza internazionale».
Cosa rispondi a quelle persone che ritengono il
successo dei ragazzi come te frutto solamente di un
meccanismo televisivo che non guarda al talento?
«Scontato dire che non è così. Lo spettatore non riesce
a capire cosa succede realmente all’interno di una
scuola come quella di “Amici” e non può percepire
tutte le fatiche che dobbiamo affrontare. Il successo
che otteniamo non è dato da quello che viene
trasmesso sul piccolo schermo, ma dall’impegno e
dalla passione che ci mettiamo».
Chi partecipa al talent show come “Amici” o “X-Factor”
è in cerca della sola fama o vuole veramente portare
avanti la propria passione e perfezionarsi?
«Di persone che usano questi programmi per farsi
conoscere e sfruttano il loro talento solo per ottenere
successo ce ne sono eccome. E questo, purtroppo,
mette in cattiva luce quegli individui che vogliono
realmente coltivare un sogno, tutti quelli che utilizzano
la televisione solo come un trampolino di lancio e non
come una macchina per far soldi».
19
“Amici”, “X-Factor”, talent show per tutti i gusti!
Sembra di esser tornati nei rampanti anni Ottanta,
quando tutti o quasi hanno avuto la possibilità del
loro momento di gloria (o almeno così si dice,
sarà stato poi vero?).
Ma senza vero talento c’è poco da fare o, forse, la
nostra disgraziata televisione sta aspettando proprio
voi. Dimostratelo rispondendo alle nostre domande
di Emanuele Colonnese, 24 anni - Roma
1. Cosa pensate del grande Mauro Petrarca?
A Chi cavolo è Mauro Petrarca?
B Che ha rotto le scatole – sono mesi che cerca di elemosinare il mio add su Myspace, ma lo rifiuto di continuo perché è un tipo troppo imbarazzante!
C Dico che l’immortale ballata “Marta la Cornacchia”
presentata dal nostro talentuoso cantautore cimiteriale a “X-Factor” non ha nulla da invidiare alle
opere immortali di un Giacomo Leopardi… comunque è meglio che parlino male di noi piuttosto che
non ne parlino per niente!
Se oggi tutti possono
essere star, un tempo
quasi nessuno sognava
di diventarlo
2. A proposito… davvero è meglio che parlino male di
noi piuttosto che non ne parlino per niente?
A Beh, dipende… se tutti pensassero che sono un
deficiente me lo risparmierei ben volentieri!
B In linea di massima non è un ragionamento errato, ma il talento, se si vuole emergere dalla massa, non è manco una cosetta da sottovalutare… e
se uno non ne è dotato, magari è meglio non rendersi ridicoli.
C Faccio il buffone dalla prima elementare e tutti mi
hanno sempre considerato un demente, ma sapete una cosa? Chi se ne frega – alla fine sono sempre rimasto al centro delle attenzioni di tutti… e
ancora oggi il web è pieno di filmati di me che
vengo percosso dai compagni di classe!
3. Pensate di avere un qualche tipo di particolare talento?
A Ma non è che talento significhi solamente sculettare davanti alla camera da presa o strimpellare uno strumento alla meno peggio… ok, non sarò artisticamente dotato, ma non mi sento peggio di nessuno per questo!
B
C
Sono capace d’infilarmi un intero pugno chiuso nella narice sinistra, ma non so quanto possa tornare
utile nel mondo dello spettacolo.
Anche io sono capace d’infilarmi un pugno chiuso
nella narice sinistra, ma a differenza della mammoletta di prima sono convinto che prima o poi
questo mio raro talento mi aiuterà a sfondare!
4. Quali sono le caratteristiche per sfondare oggi?
A A occhio e croce, grosse quantità di botulino e
silicone.
B Boh, credo una buona dose di originalità unita a
reale talento; certo che al giorno d’oggi è difficile
proporre qualcosa di nuovo che sia anche interessante.
C Crederci fino in fondo, impegnarsi e accendere tanti ceri a Santa Rita! Se manco lei aiuta, provare con
tutte le altre principali religioni monoteiste e non!
5. In quale campo artistico vi piacerebbe di più emergere?
A A ridaje! Lo avete capito o no che non me ne può
fregare di meno?
B Che ne so… certo, essere una rock star è una figata, ma pure diventare medico e scoprire cure per i
mali peggiori non è mica una cosa da buttare.
C Un campo vale l’altro, anche se io continuo a puntare al pugno chiuso nella narice sinistra, in modo
da esulare dai soliti musica, recitazione, danza…
quello che sto cercando di proporre io è qualcosa
di veramente nuovo e innovativo!
LEGGI IL TUO PROFILO A PAG. 57
20
Scuola sotto i venti
21
NON UNA SETTIMANA
POTEVANO FINIRE
IN UN MUSEO O UN
LABORATORIO DI
BIOLOGIA, INVECE
PER LA LORO
ESPERIENZA DI
ALTERNANZA
SCUOLA-LAVORO
LE NOSTRE REPORTER
HANNO SCELTO
UNA DESTINAZIONE
DAVVERO SPECIALE,
SFIDANDO PREGIUDIZI
E LUOGHI COMUNI
SUI ROM
di Livia Panascì e Claudia Civetti, 17 anni
Liceo classico “E.Q. Visconti” - Roma
oma, lungotevere Dante, una mattina di metà maggio.
Sulle sponde del fiume che bagna la capitale, in una
strada sterrata nascosta dalla vegetazione, tre ragazze di 17 anni, un'autorizzazione in mano del liceo “Ennio
Quirino Visconti”, si avviano a passo sostenuto verso un
luogo di cui non sanno molto più che il nome: la Scuolina.
Tutto inizia a gennaio, quando il professore di letteratura
italiana propone alla classe di partecipare ad un programma di alternanza scuola-lavoro. I ragazzi devono dividersi in
gruppi e per circa una settimana lavorare presso enti pubblici disposti allo scambio. Chi alla Galleria d'Arte Moderna,
chi in un laboratorio di biologia; il “gruppo Unicef” di cui
le nostre tre fanno parte non riesce a decollare. I mesi passano, la metà di maggio è vicina, ma una mattina ricevono
finalmente una buona notizia: il “gruppo Unicef” si scioglie,
ma l'associazione umanitaria Arpj Tetto (Associazione romana pro juventute Tetto Onlus, sito internet www.arpj.org)
dispone di tre posti per l’agognato progetto.
La mattina dopo si trovano in via Giolitti presso il Cesv,
acronimo di Cittadinanza europea attiva e solidale. Qui
ogni giorno centinaia di extracomunitari e non solo si rivolgono ai giovani volontari per consulenze giuridiche,
mediche, civili. La responsabile, tra un colloquio e l'altro, le introduce a quello che sarà il loro lavoro nei giorni successivi. In questo modo vengono a conoscenza
dell'esistenza della Scuolina, progetto finalizzato a sperimentare una modalità di accoglienza mattutina per i
bambini degli insediamenti rom abusivi. Questi raggiungono il salone delle attività verso le otto e mezza accompagnati dalle famiglie o dagli operatori e lì restano
fino alle due del pomeriggio ogni giorno, dal lunedì al
R
venerdì. Due maestre e vari volontari (perlopiù studenti
universitari) gestiscono la mattinata aiutati da un paio di
genitori dei bambini che, a rotazione, svolgono attività
di pulizia, preparazione dei pasti ed assistenza generale
ricevendo in cambio un compenso. Il progetto, per cui
Arpj Tetto sta cercando di ottenere la collaborazione del
Comune di Roma e della Regione Lazio, nasce nel 2004
dalla cooperazione con le famiglie rumene dell'insediamento irregolare di ponte Marconi grazie a un finanziamento di 50mila euro da parte della Fondazione Unidea,
servito solo per i primi mesi.
Dunque, i lettori ci avevano lasciato a lungotevere Dante ed
è lì che la mattina dell’11 maggio siamo entrate nella Scuolina. La prima persona che ci accoglie è il responsabile in
sede, Ulderico, che dopo un caffè ci mette subito davanti a
un'opera ciclopica: il cambio di stagione, ovvero lo smistamento di vestiti provenienti dalla Croce Rossa e da donazioni private destinati ai bambini. La nostra prima giornata
trascorre prevalentemente tra pantaloncini e maglioni da
piegare e riporre accuratamente sopra gli armadi; un attimo
prima di venire sopraffatte dall' impresa Genovefa, cuoca e
madre di una bambina, ci invita a lavarci le mani con tutti
gli altri perché il pranzo è pronto. Non si può nascondere
che alcune di noi nutrono qualche titubanza riguardo al cibo, ma lo spirito di adattamento ha il sopravvento e riusciamo a mangiare tutti insieme facendo contenti i cuochi
e sentendoci più sollevate. La Scuolina, infatti, non ricopre
solo un ruolo didattico ma, in quanto centro di accoglienza, i bambini vi possono consumare due pasti al giorno, colazione e pranzo, fare la doccia e cambiare i vestiti. Il pasto principale consiste in piatti molto energetici come pasta, legumi, carne e particolarità ormai rare da trovare nelle famiglie italiane come il pane o i dolci fatti in casa.
Con il trascorrere dei giorni, le cose sono un po’ cambiate:
approfittando dell'alleggerimento del carico dei vestiti da
piegare, abbiamo modo di conoscere uno ad uno i bambini, ricordarne i nomi e prendere familiarità con i loro carat-
QUALUNQUE
teri. E così ci tornano in mente Esthera, la mascotte del gruppo, di soli 5 anni, che vuole per
sé ogni vestito (compresi quelli di taglia XXL!); Simona, la più grande, 13 anni e un caratterino indipendente e spontaneo, che ha un'autentica avversione per i tempi verbali; Marian, di cui abbiamo festeggiato il tredicesimo compleanno con
lo speciale regalo di 10 euro per comperare tutta
la frutta che desiderava... sono tanti nella Scuolina e tutti speciali a modo loro.
Questa non vuole essere una frase retorica: intendiamo semplicemente dire che sono speciali
ESTERNO DELLA SCUOLINA
nel loro essere bambini come tutti gli altri, ma
forse anche un po’ più forti degli altri. Riescono ad essere
cerebbe che non fosse dimenticata così velocemente cospensierati nonostante situazioni familiari davvero difficili.
me è stata letta.
Non sarà facile dimenticare, ad esempio, le due sorelle NarSiamo grate al nostro liceo per aver organizzato un proghisa e Ramona, che con tutta la famiglia raggiungevano la
getto formativo come questo, mira facile per le critiche di
Scuolina col nostro stesso autobus. Durante uno dei tragitalunni schizzinosi ma soprattutto di genitori troppo apti abbiamo avuto modo di informarci sulla loro vita: l'inteprensivi. Per noi studentesse diciassettenni è sempre forra famiglia, con neonato a carico, ogni mattina si sveglia alte l'impressione d'impotenza verso il mondo esterno ed
le cinque per intraprendere un vero e proprio viaggio, dalinvece alla Scuolina ci siamo rese conto che in quattro
la Cassia a lungotevere Dante e poi sul posto di lavoro dei
giorni si può dare concretamente una mano a chi ne ha
genitori. Proprio durante uno dei trasbordi ci siamo rese
bisogno. I genitori dei bambini rom stanno contribuendo
conto di quanto possa esser brutto venir guardati con ostia cambiare il futuro dei loro figli ed in alcuni casi anche
lità da un intero autobus che ti crea fisicamente un vuoto
di se stessi, procurandosi un lavoro. I volontari ogni giorintorno, eppure loro sembrano averci fatto l'abitudine.
no si adoperano anima e corpo in un progetto purtroppo
Tanti sono stati i momenti piacevoli e di vero divertimensempre più ostacolato dalla politica e dal razzismo verso
to, come quando, durante una fortuita assenza di Ulderii rom, dalla mancanza di fondi che ne consegue e dalla
co, abbiamo avuto modo di disobbedirgli bellamente per
disinformazione dei cittadini italiani e dei rom stessi.
fare vera e propria scuola ai bambini: Claudia si è occuAlla luce di tutto questo, abbiamo deciso che torneremo
pata del dettato e della trascrizione dei numeri, Sarah delalla Scuolina.
le scienze, Livia dei tempi verbali e delle equiHai vissuto un’esperienza speciale
valenze, poi tutti insieme al sole sul grande pragrazie alla tua scuola?
to per dilettarci con la lettura collettiva de La
spada nella roccia.
Scrivi a [email protected], il prossimo
Bene, questa non è la solita storiella, anche se
mese su queste pagine potrebbe esserci il
forse finora può esser sembrata tale, ma ci piatuo racconto
22
Visti dai banchi
TRANSUMANTI,
VITUPERATI, RIPRESI
E MESSI SU
YOUTUBE. CARI
PROFESSORI, ECCO
COME VI VEDONO
GLI STUDENTI,
SOLIDALI CON VOI
MOLTO PIÙ DI
QUANTO PENSIATE
UNA VITA DA
precario
26
INTERVISTE:
Punkreas, Luca Dirisio
di Marzia Mancuso, 15 anni
San Costantino Calabro (VV)
e il tuo sogno è un bilocale in periferia, ma di proprietà. Se superare i 1000
euro di stipendio mensili ti sembra un lontano traguardo da raggiungere. Se
la persona che più ti mette in soggezione è l’impiegato dell’ufficio crediti.
Se i tuoi peggiori nemici sono le buste firmate Enel e Telecom, che ti spiano dalla buca della posta. Se convivi da 15 anni, ma non hai messo in conto il matrimonio almeno per i prossimi 10. E infine, se il tuo contratto di lavoro ha una data di scadenza, sei un precario.
Se tutto ciò accade da un bel po’ di anni a questa parte, e lavori nel campo dell’istruzione, puoi tranquillamente essere definito un precario storico. Investito di questa semplice, sebbene angosciante, definizione, sappi che sono circa altri 200.000 quelli come te sparsi in tutta Italia.
Una moltitudine di intellettuali transumanti, da un istituto a un altro, da una città all’altra, in su e in giù, dal Sud al
Nord, tutti con la stessa storia alle spalle.
Ti sei laureato in Fisica, una laurea a pieni voti, correlata di bacio accademico e auree speranze, avresti cambiato il
mondo! Poi ti sei reso conto che la ricerca è una mattanza, un totale sfruttamento di capacità e ingegno, a prezzi più
che vantaggiosi sì, ma per chi ti avrebbe assunto. Così ti sei buttato anche tu nella mischia scolastica, ti sei messo in
fila in graduatoria, con pazienza. Hai visto passarti maleducatamente davanti finti invalidi e veri truffatori. Hai perso la
testa dietro il giochino dei punti: “Più punti per chi lavora in montagna!” ha detto il ministro Moratti e tu sei andato
in montagna. Poi però è cambiato il ministro ed è cambiata la legge, e ti è rimasta solo l’aria fresca dell’altura.
Poi sono arrivati quei punti acquistabili seguendo dei corsi, a pagamento ovviamente, e hai dovuto scegliere se risparmiare sul cibo per partecipare o lasciar perdere. Hai preferito risparmiare, sei andato avanti e hai anche perso 5
kg! Sono passati gli anni, hai insegnato tra le baby gang e i futuri registi che ti riprendevano durante la lezione, forse per avere un bel ricordo, dal momento che cambiano un insegnante all’anno da quando non si sa chi ha abolito
la continuità didattica. Sei persino finito su YouTube, mentre facevi una scenata che ti è costata un graffio netto lungo tutta la fiancata della tua utilitaria di seconda mano e una gomma bucata.
Hai spento una candelina simbolica che ne nascondeva altre 39. E sei ancora precario. Inizi a farti domande esistenziali, sullo scopo della tua vita, sui tuoi sogni di una volta. Avresti voluto un figlio, ma non ti sembra proprio il
caso in queste condizioni. Avresti voluto un cane, ma in condominio non ce lo vogliono. Ti sarebbe piaciuto almeno,
questa estate, trascorrere una settimana con la tua fidanzata, storica come te, in un bel villaggio, ma facendo due
conti avete preferito la casa dei tuoi, più economica. Tiri avanti così, mentre ascolti apatico i progetti dei politici in
tv, mentre ricevi delle pacche sulla schiena e tanti “dai, che quest’anno ce la fai a passare di ruolo”, e già sei rassegnato perché non sarà così, almeno per quest’anno. E il prossimo?
S
n
o, ma no
li
ig
f
n
u
oluto
este
Avresti v prio il caso in qu , ma
pro
cane
ti sembra Avresti voluto un ono
i.
ogli
condizion inio non ce lo v
m
in condo
MUSICA
31
MUSICAL:
“Sarà una bella società”
24
Musica
25
Il futuro
imperfetto
dei
PUNKREAS
foto: G. Caira
SONORITA’ GREZZE, TESTI SPINTI, MA
NEGLI ULTIMI ANNI ANCHE LO SPAZIO
PER UNA ISPIRAZIONE PIÙ LIRICA.
ECCO COME LA PUNK BAND
ITALIANA PER ECCELLENZA RIMANE
FEDELE A SE STESSA SENZA
RINUNCIARE ALLE INNOVAZIONI
“G.Ferraris” - Torino
educe dall’ultima fatica discografica – ad aprile è
uscito Futuro imperfetto – e dalle date del tour estivo, la formazione punk di Parabiago non rinuncia al
confronto con noi giovani reporter di Zai.net.
Caratteristiche principali di questo gruppo la costanza e la
solidità: in tre lustri la line up ha subito un solo cambio,
con una media di un album ogni due anni. Attualmente la
formazione è composta da Cippa (voce), Flaco (chitarra
elettrica), Paletta (basso elettrico), Noyse (chitarra elettrica) e Gagno (batteria), che da Falso ha sostituito Mastino.
Quando avete formato la Band nel 1989 quale era il
vostro sogno come gruppo?
FLACO: «Suonare con i Sex Pistols, come abbiamo fatto
l’11 luglio a Torino».
Il vostro nome cela qualche significato particolare per voi?
«Ci siamo affezionati subito al nostro nome; all’epoca in
cui abbiamo fondato il gruppo non esistevano ancora
band che usassero la lettera ‘k’ di Ska, cosa che poi, invece, è andata diffondendosi.
L’idea vera e propria ci venne per merito di un nostro
amico, e solo dopo abbiamo notato l’omonimia con il
locale bolognese citato nel libro di Freak Anthony.
Abbiamo il sospetto forte che il nostro amico l’abbia
preso da lì, ma lui ha sempre negato».
Mi sapresti fare un confronto tra la situazione del punk in
Italia rispetto agli altri paesi europei e all’America?
«No, poiché non conosco il panorama musicale degli altri
paesi: per le band punk non è per nulla facile riuscire a
muoversi, né in Italia né all’estero. Per quanto riguarda la
R
situazione a livello nazionale, comunque, posso dirti che
stiamo andando sempre più verso la catastrofe; c’è stato
un periodo in cui la musica live proveniente dagli ambienti alternativi come il nostro ha dato un grande scossone
alla scena e ha contribuito a far innalzare i livelli di professionalità di tutti quelli che lavoravano intorno alla
musica. Ciò è durato fino a tre, quattro anni fa, da allora, lentamente, la crisi economica e sociale del nostro
paese ha cominciato a minare pesantemente queste realtà riducendo a pezzi un sacco di progetti interessanti che
si erano creati negli anni precedenti».
Avete collaborato con il gruppo spagnolo degli Ska-P.
Quali differenze e quali affinità avete trovato con loro, sia
a livello musicale sia di ideologie?
«Dal punto di vista delle ideologie è stato un incontro
molto simpatico, sono persone assolutamente disponibili
e la collaborazione ha portato a fare dei pezzi assieme sul
palco. Dal punto di vista musicale e scenografico, sono
più strutturati e ciò può essere un vantaggio, ma allo
stesso tempo un limite. Mi spiego: quando ho visto il loro
spettacolo mi è sembrato molto contrappuntato da siparietti e scenette che non possono essere cambiate ogni
volta, e quindi ho avuto una sensazione di già visto, mentre il nostro dà tre, quattro coordinate di base e lascia
molto spazio a chi interviene, come ad esempio il pubblico, che è una parte fondamentale dello show».
Vi ritenete più realisti o più utopici?
«Rispetto alla società d’oggi, comincio ad aver paura o
che abbiamo una paurosa capacità di individuare i problemi prima che emergano o che portiamo sfiga, poiché
stiamo ritirando fuori dei pezzi che abbiamo scritto anche
dieci anni fa e che purtroppo si sono rivelati premonitori.
Uno su tutti, il tema degli zingari, è assurdo quello che
sta succedendo in Italia, indecoroso pensare che gli zingari siano il problema comune e che debbano essere cacciati, rintracciati, schedati. Un abominio dal punto di vista
civile e giuridico, ma la maggioranza va in quella direzione - come nel passato la maggioranza tedesca in
Germania è stata a favore dei campi di concentramento.
La maggioranza non fa ragione, ma fa forza».
Nella canzone Il Mercato del niente cantate: “Scusi signore, saprebbe indicare, voglio giustizia, dove posso cercare? Prova là in fondo, ma vedi ragazzo, da anni quel
banco non offre più un cazzo!”. Pensate che la giustizia
sia solo per i ricchi?
«Quella canzone è stata scritta nel ’97, avevamo ancora
una percezione delle cose che rimandava al famoso concetto di “Giustizia borghese”, ovvero di memoria lontana
che considera sempre la giustizia istituzionale una forma
deviata di controllo.
Se cosi è stato, negli ultimi dieci anni è andata sempre
peggio. In realtà direi che i pochi cenni di difesa reale
della democrazia e della Costituzione negli ultimi anni
l’abbiano fatta i giudici più che i rappresentanti politici».
Dove traete l’ispirazione per le vostre canzoni?
«Da quello che ci capita, da ciò che viviamo, che ci succede».
I vostri temi preferiti?
«Mah, di solito si impongono temi di attualità perché ci
viene voglia di dire la nostra, però dopo quasi venti anni
abbiamo anche toccato così tanti argomenti che ultimamente ci viene voglia di stare un po’ più larghi, un po’ più
aperti e un po’ più lirici».
Ist erico (1990)
reas (1992)
United Rumor of Punk
95)
Paranoia e potere (19
97)
Elettrodomestico (19
Pelle (2000)
Falso (2002)
Q uello che sei (2005)
08)
Futuro imperfetto (20
SING OLI
e Luca Pecoriello, 17 anni, Liceo scientifico
ALBUM
di Francesco Di Gleria, 17 anni, Istituto “Flora”
o (1997)
La canzone del bosc
Sosta (2000)
)
Voglio Armarmi (2000
)
Terzo Mondo (2000
C anapa (2002)
03)
Dividi e comanda (20
)
Toda la noche (2003
05)
American dream (20
ie (2005)
L'uomo con le branch
o (2006)
La canzone del bosc
26
Musica
27
RITMI TRASCINANTI, BALLAD
DOLCI E PERSINO IRONICHE.
ABBIAMO INCONTRATO PER
VOI IL CANTAUTORE
ROMANO D’ADOZIONE E CI
SIAMO FATTI RACCONTARE
LA SUA ULTIMA FATICA
DISCOGRAFICA
Bisogna
vivere la vita
spendendo
il pieno di
energie
Luca Dirisio: «Riparto a 300 all’ora»
di Patrizia Battaglio, 15 anni
Liceo classico “G. Chiabrera” - Savona
ricerca in campo umano e lavorativo?
«Io penso che nella vita tutti siamo alla ricerca di qualcosa, sempre. È anzi
la continua ricerca, il desiderio che è il motore di tutto. Sono alla ricerca di
una vita che mi calzi a pennello, una vita adatta al mio carattere alle mie
qualità».
Sei sulla soglia dei trent’anni, pensi di avere raggiunto una maturità artistica?
«Non penso di aver raggiunto una maturità artistica in senso assoluto, perché nella vita non si smette mai di imparare. Sicuramente sono cresciuto e
quindi le mie canzoni sono più mature, più elaborate rispetto agli inizi. Certamente continuerò a crescere cercando di migliorare».
Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
«Ho iniziato quasi per caso e neanche per volontà mia. Quando ero più piccolo giocavo a calcio e pensavo solo a quello. Poi i miei genitori mi hanno
proibito di continuare ad allenarmi, e allora ho imbracciato una chitarra e ho
cominciato a suonare».
Come riesci a conciliare lo studio con tutti gli impegni musicali?
«Ehm… non sono proprio uno studente modello, diciamo così. La verità è che
non riesco a conciliare tutti gli impegni con gli studi universitari in giurisprudenza. In realtà mi mancano ormai pochi esami, ma credo che lascerò perdere».
C’è un artista nel panorama musicale a cui ti ispiri?
«Non mi ispiro, cerco di essere originale. Ci sono però gruppi e cantanti che
ammiro: nel panorama internazionale ad esempio i Coldplay. Nel panorama
italiano invece penso che siamo più o meno tutti sulla stessa barca, la musica italiana che mi piace di più è la mia».
Com’è il tuo rapporto con i fan e soprattutto con le fan?
«Il rapporto con loro è stupendo, in tutti i miei concerti non mi fanno mancare il loro calore: sono sempre molto allegri, davvero molto presenti».
Progetti futuri?
«Per tutta l’estate ho portato i miei pezzi nei concerti live e certamente continuerò a portare in giro per l’Italia il nuovo disco. Tutti gli appuntamenti aggiornati sono comunque visibili sul mio sito internet, sempre aggiornato».
numerosi fan hanno dovuto aspettare due anni prima di poter ascoltare la
sua nuova fatica. Anticipato dal singolo Magica, che ci ha fatto da sottofondo in molte serate d’estate, Luca Dirisio ritorna con 300 all’ora, che
rappresenta la sua crescita, la maturazione in campo artistico. Anche se, come ci racconta lui, «non si smette mai di crescere». Ad ogni brano fa da sfondo il giusto ritmo, in ogni canzone la frase graffiante. Lo abbiamo raggiunto
al telefono a Milano nella sua stanza d’albergo, al termine di una giornata
ricca di interviste.
300 all’ora arriva a due anni di distanza dal precedente: come vuoi presentare ai lettori questo nuovo disco?
«Per scrivere questo album mi sono preso un anno di tempo, e un altro anno è servito per produrlo.
Proprio perché è passato tutto questo tempo, è sicuramente più maturo dei
precedenti: il tempo passa anche per i cantanti, anche se poi molti sembrano non accorgersene attaccandoti uno stereotipo che ti resta tutta la vita artistica. Consiglio di ascoltarlo appunto perché rappresenta anche la mia crescita in campo musicale».
L’apertura è affidata alla canzone che dà il titolo all’album: un pezzo deciso
e con un ritmo trascinante…
«Con un titolo come 300 all’ora la parte musicale non poteva essere da meno. Ma attenzione: il messaggio che voglio dare non è quello di andare in
macchina tenendo l’acceleratore schiacciato, eh! Voglio invece consigliare di
vivere la vita spendendo il pieno di energie, appunto ai 300 all’ora: dare il
massimo ogni giorno in tutte le attività. E se uno crede davvero in ciò che
fa, è anche più facile no?».
In Destinazione mare evidenzi invece la ricerca di te stesso: di cosa sei alla
I
SITO INTERNET:
www.lucadirisio.it
28
Sport
Musical
28
Sarà
una bella
società
LIBRI:
30
interviste con gli autori
di Andrada Vasiliu, 21 anni
Torino
UNO SPETTACOLO
CHE CI PORTA NEI
FAVOLOSI ANNI ’60 E
NELLA STORIA RECENTE
D’ITALIA ATTRAVERSO
LA NARRAZIONE DI
UN’ICONA BEAT
DI QUEI TEMPI
LE DATE:
31 ottobre e 1 novembre 2008
Teatro delle Celebrazioni
di Bologna (BO)
4 e 5 novembre 2008
Teatro Comunale
di Monfalcone (GO)
6 novembre 2008
Teatro Pierpaolo Pasolini di
Casarsa della Delizia (PN)
7 novembre 2008
Auditorium Luigi Candoni
di Tolmezzo (UD)
20 e 21 novembre 2008
Teatro Puccini di Firenze (FI)
28 novembre 2008
Teatro Creberg di Bergamo (BG)
5 aprile 2009
Teatro Civico di Vercelli (VC)
arà una bella società è un musical sulla storia del rock, il cui testo è a cura di Edmondo Berselli e la selezione musicale a cura di Shel Shapiro, l’indimenticabile cantante dei Rokes, uno dei principali complessi che introdussero la musica beat in Italia negli anni ’60. Shel Shapiro, pseudonimo di David Norman Shapiro, è un cantante, musicista e produttore discografico inglese.
Ha composto canzoni per importanti voci italiane come Mina, Patty Pravo, Mia
Martini e Ornella Vanoni, e come produttore ha lavorato, tra gli altri, per Gianni
Morandi, Rino Gaetano, Luca Barbarossa.
«Lo spettacolo – ci ha detto Berselli - è nato per raccontare la storia di alcune
generazioni con lo strumento popolare delle canzoni e con il volto di un protagonista, Shel Shapiro, che si presenta sul palcoscenico a evocare una storia con
la sua stessa presenza: la voce, la chitarra, la sua immagine anche fisica rappresentano un esercizio mentale irresistibile che serve per recuperare il clima di
un’epoca, lo spirito del tempo, l´intera psicologia di chi ha attraversato gli anni
Sessanta e Settanta».
Il programma, composto da 38 canzoni di cui 4 italiane, è rappresentato in un
contesto musicale che ha fatto da colonna sonora a quel periodo, anni di cambiamenti creativi, intellettuali, sociali, culturali e comportamentali che influenzarono anche i decenni successivi. È un viaggio che tocca svariati generi musicali, citando i Beatles, i Rolling Stones, Bob Dylan e Jimi Hendrix, i Beach Boys, i
Mamas and Papas. I temi ricorrenti in Sarà una bella società sono l'amore, la
pace e la rivoluzione. «Questo non è uno spettacolo nostalgico, per questo nel
titolo il verbo è al futuro», ha detto il cantante.
L'autore descrive lo spettacolo come «una conversazione rivolta al pubblico
quasi come una confidenza, per indurlo a ricordare, a rimettere a fuoco, a rivivere, con le canzoni eseguite o solo accennate, le parole che suggeriscono
l’idea di un mondo e con l’effetto della musica eseguita dal vivo da un protagonista che ricorda, con amore ma senza rimpianti, il tempo che abbiamo
attraversato. È una melodia in minore, senza retorica. Con un po’ di inevitabile nostalgia, ma anche forte della consapevolezza di cui disponiamo oggi. Per
dire come eravamo, e per vedere come siamo diventati, sapendo che quei tempi non torneranno, ma che li si può fare rivivere e risentire in modo che ci appartengano ancora».
I ragazzi per Shel «potrebbero e, in qualche caso, dovrebbero vedere» questo
spettacolo, fatto di parole e musica e di emozioni inaspettate.
S
GIOVANI
CRITICI
42
PALCOSCENICO:
recensioni e anteprime
Scrittori
31
foto: Daniela Ionta
30
SARDINIA BLUES:
IL RITMO DELL’ISOLA
Quattro chiacchiere con Flavio Soriga
UNA TERRA SPOGLIATA DI INVENZIONI, SINCERA, REALE. TRE AMICI DELLE
CUI AVVENTURE SI DIVENTA INSAZIABILI E DI CUI, QUANDO SI ARRIVA
ALL’ULTIMA PAGINA, SI SENTE GIÀ LA MANCANZA
di Luisa Piseddu, 18 anni
Tempio Pausania
ardegna. Estate 2007. Costa Smeralda. Locali di lusso. Adunate stagionali di very important person. C’è anche
Bruce Willis, il die hard hollywoodiano. Scoppia un piccolo caso: la sua presenza non risulta graditissima in
uno dei locali di punta. Apriti cielo! Willis inveisce contro tutti e contro il mondo. Un giovane scrittore sardo
prende allora carta e penna e gli scrive una lettera di risentite scuse. L’inchiostro che usa è l’ironia. Graffiante e accattivante. Questo scrittore è Flavio Soriga, di cui Bompiani ha dato recentemente alle stampe Sardinia Blues, un
romanzo di cui anche la critica e non solo il grande pubblico dei lettori si sta accorgendo.
A Soriga ho rivolto alcune domande sulle tante cose che
re la propria vita, alcuni elementi di quel che si è vissuto,
il suo ultimo romanzo dice attraverso la vicenda di tre
pensato, detto, dentro vite che non sono state e non sogiovani amici. Tre testimoni (Pani, Corda e Licheri) di una
no le tue. Pani è talassemico come me, ma ha perso la
Sardegna che non è quella patinata dell’alta società che
madre, io per fortuna no, e mio padre è un uomo straorfrequenta la Costa Smeralda.
dinario, molto diverso dal suo. Io sono allergico a un cerC’è un po’ di tutti e tre i protagonisti nell’autore del libro.
to sardismo culturale asfissiante, come Corda, e credo di
«Credo che tutto quello che si scrive sia autobiografico,
condividere molte delle opinioni di Licheri. Detto questo,
cioè le storie cominciano a prendere forma, ad essere conla cosa più autobiografica del libro, in generale, è la sofvincenti - così mi sembra - quando si riesce a fare entra-
S
ferenza: quella per amore e quella per la malattia, ma portate entrambe con leggerezza, con autoironia».
La sofferenza è infatti il motivo dell’intero romanzo. La sofferenza che sembra più viva, più dolorosa, è quella per
amore. I tre protagonisti sono accomunati da storie d’amore andate male, ma anche gli altri personaggi che ruotano
intorno a loro parlano d’amore. I tre rappresentano anche
altrettanti modi di vivere il dolore. Sono un ritratto decisamente realistico di tre giovani trentenni dei nostri giorni.
C’è allora un intento didascalico, un messaggio che l’autore vuole lanciare, promuovere? «No no, nessun messaggio – risponde determinato Soriga – Mettersi a scrivere per dare dei messaggi sarebbe perverso. Io non ho
risposte, e credo che nessuno scrittore dovrebbe mai
averne, quelle bisogna lasciarle a chi dà conforto, gli
scrittori devono dare inquietudini, scatenare dubbi, domande. Io vivo la mia malattia con tranquillità, e volevo
raccontare che questo può succedere, questo sì. Ma dare messaggi positivi, no, quello è un altro lavoro: dei politici, dei religiosi…».
La malattia
Nel suo romanzo d’esordio, I diavoli di Nurajò, Soriga
aveva raccontato una Sardegna diversa. Nell’ultimo sembra voler cambiare le carte, ma in realtà lo scrittore di
Uta segue sempre lo stesso filo. Semplicemente arricchisce una prospettiva, uno sguardo, cogliendo qualcosa di
nuovo di una terra che non si può mai dire di conoscere alla perfezione. Il protagonista di Sardinia Blues, Davide Pani, dice che la Sardegna si vede quando loro, i
vip, non ci sono. Quando quelle spiagge che loro popolano di solito durante l’estate sono deserte, incontaminate. Quando in quelle spiagge si può ascoltare il rumore e il profumo del mare. Questa Sardegna senza comodità, senza lussi, senza che nessuno pensi a chi sei
tu, se sei uno famoso o meno, a loro non piacerebbe.
Davide Pani parla della sua malattia, la talassemia (piuttosto diffusa nell’isola) senza veli. Odia essere compatito, essere trattato da “diverso”. La sua vita è del tutto
normale, se non fosse per quella trasfusione ogni quindici giorni, se non fosse per la sua riserva inesauribile di
ferro. Chi è talassemico – spiega con tono inaspettatamente ironico - ha ferro in eccesso all’interno del suo
corpo che si riversa nei vari organi. Si paragona a Braccio di Ferro, Davide, e sorride ogni volta che gli chiedono se chi soffre di questa malattia non può mangiare gli
spinaci. La gente spesso vive di queste curiosità, piccolezze, e crede che anche queste siano davvero delle privazioni per i “poveri” malati, delle dolorose rinunce.
Il protagonista di Sardinia Blues sa come essere felice:
racconta dei suoi incontri, durante le trasfusioni, con altri talassemici, “fratelli di sangue”; racconta quanto ci si
possa sentire vicini e legati ad una persona che si conosce da appena un paio d’ore, che però sa davvero
quello che provi e vivi, perché lo prova anche lui.
“Ognuno di noi, i malati talassemici del mondo, ha vissuto la sua esistenza in un modo unico e straordinario e
vedendo il film o documentario che un giorno realizzerò
dovrò realizzare per raccontare questa cosa incredibile
che è la mia malattia, ognuno dei malati scuoterà la testa e dirà – No, non è così, che razza di racconto è questo?, che razza di parole sono queste? -, come succede a
me ogni volta che leggo un articolo che pretenderebbe di
raccontare la mia condizione di malato talassemico Poveri bambini talassemici, scrivono in questi articoli i giornalisti, Costretti ad una vita di infinite sofferenze, dipendenti da continue trasfusioni e da cure pesantissime, poveri bambini Le maledizioni che gli mando, quando leggo questi articoli” (da Sardinia Blues, pag. 94).
Lo stile
Soriga si discosta dal modo di scrivere dei suoi conterranei. Lontano sicuramente da Salvatore Niffoi - c’è chi
addirittura l’ha definito “L’anti-Niffoi” - lontano da Marcello Fois. Il pregio di questi scrittori è che ognuno ha
un modo differente di dipingere la terra che racconta.
Non c’è una sola Sardegna: «Ognuno – spiega Soriga –
racconta la sua. Ci sono molte Sardegne, da quella dei
call-center a quella della Barbagia antica, da Nuoro a
Guasila. Credo che tra gli scrittori sardi la maggior parte, e forse proprio tutti, abbiano questa caratteristica così forte, e anche vincente, di non usare trucchi, di avere
tante cose da dire, e di avere anche delle voci, molto diverse tra loro, per raccontarle. La mia vita è lontanissima da quella di Niffoi, ma questo non vuol dire che la
sua Sardegna sia più o meno vera della mia».
Ritroveremo presto l’autore di Sardinia Blues: «Vorrei fare un film. E scrivere almeno altri due romanzi che valga
la pena leggere. E fare canoa. Ai primi di agosto organizzeremo, io e mia sorella, un piccolo festival sulla leggerezza, all'Argentiera. E a settembre farò una cosa con
Lella Costa al Festival di Mantova. Poi vorrei scrivere per
la radio. E vivere sereno».
La mia vita
è lontanissima
da quella di Niffoi,
ma questo non
vuol dire che la
sua Sardegna sia
più o meno vera
della mia
es
Sardinia blu
iga
Di Flavio Sor
. 224, 16 euro
pp
i
Bompian
32
Filosofia on the road
SIAMO ABITUATI A
IMMAGINARLI
ATTRAVERSO I CLICHÉ
TIPICI DEI CARTONI
ANIMATI O I LUOGHI
COMUNI TRAMANDATI
FIN DALL’ANTICHITÀ.
EPPURE PENSATORI DI
OGNI EPOCA SI SONO
IMPEGNATI PER UNA
DEFINIZIONE CORRETTA
DELL’ANIMALITÀ.
IL NUOVO SAGGIO DI
GIUSEPPE PULINA CI
PORTA ALLA LORO
SCOPERTA
COME NON LI ABBIAMO
MAI
VISTI
Gli animali di Giuseppe Pulina
di Eleonora Garau e Lia Sini, 16 anni
Liceo “G. M. Dettori” - Tempio Pausania
«
Non occorre essere filosofi per prendere coscienza
dell’importanza che in tutti i tempi gli animali hanno
avuto per l’uomo». Con queste parole, Giuseppe Pulina, professore di filosofia al Liceo “Dettori” di Tempio
Pausania, spiega il ruolo che gli animali hanno avuto nella vita dell’uomo fin dai tempi antichi, servendosi in particolare delle opinioni che filosofi di tempi diversi, da Platone a Nietzsche, da Ambrogio di Milano a Jacques Derrida, hanno formulato sul tema. Il libro in cui Pulina si cimenta con questo non facile argomento è Animali e filosofi, titolo che inaugura una nuova collana di studi filosofici divulgativi della casa editrice Giunti.
Chi legge Animali e filosofi (operazione che consigliamo
senza indugi), se ha dubbi sull’intelligenza degli animali,
dovrà iniziare a ricredersi. L’autore, che riconosce di non
essere un etologo di professione, fornisce una lunga serie
di prove per capire che gli “animali non umani”, come li
chiamava significativamente il filosofo americano Robert
Nozick, non sono così come, di solito, crediamo che siano.
Dai Greci a Derrida, passando
per Montaigne
Dagli animali e da una non viziata osservazione delle loro
vite si possono apprendere infinite cose. Sigmund Freud
sostiene, ad esempio, che pur con qualche diversità gatti,
oche, ruminanti, scimpanzè e molti altri animali sono soliti sognare proprio come fanno gli uomini. L’oggetto del loro sogno sarebbe spesso la preda (e qui possiamo immaginarci un gatto che sogna di avere tra le grinfie un topo
o un castoro che gusta in santa pace una bella noce) e la
strategia per catturarla. Se le cose stanno così, un orso dovrà sognare i salmoni che risalgono la corrente, e un’oca,
per rifarsi ad un detto ungherese che Freud amava citare,
non potrà sognare che del fragrante granoturco.
Ma che cosa si può apprendere dallo studio dei sogni degli animali? Prima di Freud, Schopenhauer aveva distinto
fra sogno animale e sogno umano dicendo che il primo è
più attendibile, poiché non influenzato dal pensiero. Ciò si-
33
gnificherebbe che il sogno degli animali sarebbe più autentico, più vero, di quello dell’uomo perché la coscienza
esercita meno il suo ferreo controllo, e che l’animale può
liberare l’istinto nel sogno più di quanto l’uomo riesca a
fare anche nella vita notturna. Non bisognerà attendere
molto per apprezzare, con Darwin, il potere intellettivo dell’animale, in grado non solo di prendere e ponderare decisioni, ma anche di immaginare.
Tra gli autori più cari a Pulina c’è Nietzsche. «Nelle opere
di questo straordinario filosofo tedesco, al quale dobbiamo
molte delle più profonde teorie del nostro tempo, abbondano gli esempi di animali che hanno molto da insegnare
agli uomini. Basterebbe leggersi Così parlò Zarathustra per
vedere di che cosa sono capaci per Nietzsche animali invisi come il serpente e la sanguisuga».
Nell’opera nietzschiana che Pulina considera un “formidabile bestiario filosofico simile al Fedro platonico” si parla non
a caso di asini, gli animali, verrebbe da dire, più disprezzati
dall’uomo. E dire che già Diogene Laerzio raccontava delle
singolari virtù dell’asino che, per alleggerire il suo carico di
sale, si lasciava opportunamente cadere nel fiume che attraversava in modo da alleggerire il peso che lo opprimeva
e farla sotto il naso al padrone.
Nella galleria di filosofi che hanno pensato correttamente
le virtù dell’animalità Pulina inserisce anche Montaigne.
Questi attribuisce ai gatti e ai tonni delle qualità singolari: ai primi un’astuzia segreta e ai secondi una straordinaria attitudine per la matematica. Davvero interessante l’opinione di questo filosofo, che ci mostra delle qualità mai
sentite prima soprattutto per quanto riguarda i tonni, animali spesso sottovalutati in passato (in particolare, da Aristotele) poiché si pensava venissero catturati facilmente a
causa della loro vista insufficiente e del sonno profondo.
Un’amicizia possibile?
Prendendo in esame il pensiero di alcuni filosofi sulla
possibile amicizia tra uomini e animali, ci si accorge che
questa è difficilmente concepibile. Se Piero Martinetti poteva provare simpatia per i suoi gatti e Nietzsche una
sconfinata tenerezza per i cavalli, è innegabile che tra animali e filosofi raramente sia corso buon sangue. Questo
viene ripetutamente dimostrato da Pulina nel suo libro.
«Pensare gli animali, vale a dire riflettere sull’animalità –
spiega – è cosa che solitamente non si fa; gli animali si
coccolano un po’ come i peluche, ma molto difficilmente
diventano spunti per una profonda riflessione sulla loro
condizione. I filosofi hanno sì pensato l’animalità, elaborando una grande gamma di metafore concettuali, ma l’animale è diventato nelle loro mani uno strumento per
pensare e nulla di più».
Ma che significa ciò? L’autore di Animali e filosofi conosce la risposta, e questa ricorre in molte pagine del suo
libro. Le responsabilità sarebbero però più generali e non
attribuibili alla sola categoria dei filosofi. «E questo perché – tiene a precisare Pulina – quando vediamo un animale, lo immaginiamo servendoci di certi cliché, tipici dei
cartoni animati, pensandolo come un essere umano che
ha sembianze diverse, capace però di pensare, parlare e
agire come noi. E questo è un errore, grossolano e grave, perché l’animale è irriducibile alla condizione umana
e pensandolo come noi vogliamo che sia, viene violato
nella sua dignità».
IL CASO DELLA
CIVETTA
Nel corso del suo libro Pulina si sofferma anche sulla civetta,
animale che ha sempre suscitato molta curiosità e
superstizione - la tradizione popolare vuole che porti sfortuna
e che il suo canto sia di malaugurio. Nell’ antica Grecia,
invece, la civetta era considerata sacra alla dea Atena (da qui
il nome latino dell’ uccello, Athena nocturna), dea della
sapienza e, quindi, personificazione della saggezza. Perciò ,
con Hegel, diventa il simbolo stesso della filosofia, scienza
che ha il compito di vegliare sulla realtà , preservandola dai
cambiamenti, così come farebbe in un certo senso la nottola
montando la guardia sul mondo notturno degli uomini.
Molto diversa è l’ opinione di Sant’ Ambrogio che,
nell’ Exameron, un classico della filosofia medievale,
paragona questo volatile notturno a quanti usano solo
parzialmente il loro ingegno, vedendo in esso l’ immagine di
un uso distorto e vano della mente.
Meno sprezzante è il giudizio di Leonardo da Vinci che, nel
Bestiario, la descrive come un uccello vendicatore e
sanguinario, non tanto però da meritare biasimo, perché ,
essendo compiuta secondo giustizia, quella che mette in atto
sarebbe una vendetta riparatrice.
In antitesi alla nottola di Hegel vi è l’ usignolo, volatile
amato da generazioni di poeti e scrittori (il romantico Keats
e il nostro contemporaneo Borges, ad esempio) che
simboleggia col suo canto le belle stagioni.
Dell’ usignolo il filosofo francese Alain descrive il portamento
apparentemente goffo, dietro al quale si celerebbe però
un’ innata eleganza. Alain provava un incanto speciale per il
canto dell’ usignolo, sempre sorprendente e mai
paragonabile a quello di qualsiasi altro volatile.
sofi
Animali e filoPulina
Di Giuseppe
8,
Giunti, pp. 13
euro 9,50
Reportage dalla Scuola Holden
possibile pubblicare un romanzo così come arriva alla casa editrice, senza cioè quel faticoso lavoro di editing che lima le imperfezioni, dà unità
allo stile e talvolta alla trama, stana i piccoli difetti per renderli impercettibili al lettore? Qualcuno di questi tempi sembra esserne convinto al punto da dare vita a una collana che di questa scommessa apparentemente assurda fa la sua essenza.
Si chiama Quindicilibri, la ragione è semplice, non ci sarà posto per una sedicesima pubblicazione, a quindici stop. La pubblica la casa editrice Fandango,
sì sì, quella che produce anche i film; ha un decalogo che detta le regole (il
prezzo, che non dovrà superare la somma di due biglietti del cinema, si pubblicheranno soltanto inediti…), già tanti detrattori – facile immaginare il sorriso malizioso di più di qualche editor - e tanti estimatori, insomma, una formula che promette bene.
Che cosa ci troveranno i lettori che già non abbiano trovato altrove? «Nel mio
romanzo più che altro, troverebbero qualcosa in meno rispetto agli altri libri risponde Arianna Giorgia Bonazzi, giovane scrittrice friulana allieva della Scuola Holden capofila della collana con il suo romanzo, Les Adieux - non c'è vera trama che conti, struttura forte, sintassi regolare. Poi, quelli che si sentono
più a loro agio con le assenze, magari si divertono. C'è il vantaggio dell'anarchia dello stile - che libera dai retaggi dell'analisi logica - e della frammentazione: che permette di leggere un pezzo a sera e poi sbattere il libro nel comodino senza dover tenere il filo della storia: tanto ogni pezzo ha un po' di autonomia. Les adieux è
un montaggio di brevi lampi di senso, una zona franca tra la
poesia e l’oralità. Le cose succedono continuamente come le
parole. Il boom delle magliette di Laura Palmer, olivetti e penne biro contro commodor 64, Chernobyl, gli europei di calcio,
la fantasmagoria della standa, la polenta povera. Inzupparsi
nell’acquasantiera con su la pelliccia, la maschera di Saddam
Hussein. E poi la fiaba contro il pettegolezzo, la scuola ma il disimpegno politico, la carità ma il pregiudizio razziale, l’italiano
contro il dialetto».
Il secondo titolo della collana, in uscita a novembre, è Metà guaro metà grappa di Gessica Franco Carlevero, che descrive, in un
continuo intrecciarsi di presente e passato, il viaggio a ritroso della protagonista nei suoi ricordi: le estati dell’infanzia a Pietra Ligure tra bagni,
sagre e cene in trattoria, le gite e le serate sprecate davanti ai videogiochi, il
primo viaggio da sola in Costa Rica per raggiungere il padre dopo quattro anni di lontananza, fino a quello più recente, doloroso, della convivenza forzata
con la madre e un fidanzato di vent’anni più giovane, in un’opprimente mansarda milanese. A Gessica abbiamo chiesto da cosa nasce l'urgenza della scrittura: «Scrivere mi aiuta a capire delle cose. Scrivendo metto in fila dei pensieri, li rivedo, li modifico. Poi perché non so fare molte altre cose e perché è
un po' una fissazione, come il cibo, se ti piace mangiare, o le sigarette».
Orbene, dopo la morte dell’autore, la morte dell’editor; oppure, forse, un esperimento letterario che tenta di dare al lettore quello che ingenuamente crede
di avere sempre avuto sotto gli occhi.
È
35
UNA NUOVA COLLANA
PER ESORDIENTI DIRETTA
DA ALESSANDRO
BARICCO E DARIO
VOLTOLINI PER
FANDANGO LIBRI
PUBBLICA I
MANOSCRITTI COSÌ
COME ARRIVANO ALLA
CASA EDITRICE, SENZA
L’EDITING. ABBIAMO
RIVOLTO QUALCHE
DOMANDA ALLE DUE
SCRITTRICI CHE LA
INAUGURANO
In palio per i lettori 3 borse di studio per i nuovi corsi della Scuola Holden.
Per concorrere inviate recensioni, racconti, sceneggiature, diari a:
[email protected]
36
Freschi di stampa
Premio letterario
TROPEA,
UNA PERLA
DI CULTURA
UN PAESAGGIO
MOZZAFIATO,
LO SCIABORDIO
DELLE ONDE
DEL TIRRENO E
TANTI LIBRI DA
LEGGERE. ECCO
IL REPORTAGE DI
UNA GIOVANE
INVIATA DALLA
SECONDA
EDIZIONE
DEL PREMIO
LETTERARIO “CITTÀ
DI TROPEA – UNA
REGIONE PER
LEGGERE”
A
R
R
U
Z
Z
A
a
i
g
a
M
di Marzia Mancuso, 16 anni
Tropea (Cs)
mmaginate tre calde serate estive e le stradine di un delizioso centro storico; la
luce è quella di centinaia di candele e dei riflettori puntati su un piccolo palco, allestito come un salotto. Ci troviamo a Tropea, splendida cittadina calabrese e meta del turismo internazionale, ma non lasciate che il vostro pensiero corra subito alle bianche spiagge e al mare cristallino della Costa degli Dei. Questa volta, nella Perla del Mediterraneo, a far da padrona è la cultura, in occasione delle tre serate (4, 5
e 6 luglio) della seconda edizione del premio letterario Tropea – una regione per leggere, la cui qualità è stata garantita dalla presenza e gli interventi di numerosi autorevoli ospiti, primi fra tutti i tre scrittori finalisti: Ornela Vorpsi con La mano che non
mordi (2007, Einaudi), Domenico Starnone con Prima esecuzione (2007, Feltrinelli) e
Gianrico Carofiglio con Ragionevoli dubbi (2006, Sellerio Editore Palermo).
La vittoria è andata infine a quest’ultimo, simpatico e amatissimo autore di legal-thriller, di origini pugliesi, ma anche magistrato e da poco senatore del Pd, cariche tra le
quali dichiara di preferire la prima, sua aspirazione sin dall’infanzia. Il consiglio a voglia intraprendere la sua stessa carriera? "Iniziate a scrivere immediatamente, non rimandate a domani". Non fate come lui, insomma, che per dare forma alla sua passione ha aspettato un bel po’. Al secondo posto si è classificata Ornela Vorpsi, origini albanesi, perfetta padronanza della lingua italiana, e un libro sul tema del viaggio
accompagnato da una profonda analisi dell’umano.
È toccato il terzo posto allo scrittore di origini partenopee Domenico Starnone col suo
Prima esecuzione, di sicuro valore ma un po’ complicato, a partire dalla tripla interpretazione che viene data del titolo: esecuzione come soppressione di un essere umano,
come composizione di uno scritto o infine come riproduzione di un brano musicale.
Curiose le modalità di scelta e votazione, giacché i tre libri in gara non sono stati proposti dagli editori, come è solito nelle competizioni letterarie, ma selezionati da un comitato tecnico-scientifico composto da esperti e studenti, mentre la giuria comprendeva i ben 409 sindaci della regione, ognuno dei quali ha letto e giudicato le opere. Presidente del comitato la giornalista e scrittrice Isabella Bossi
Fedrigotti, intervenuta sul palco per ribadire l’importanza di manifestazioni che promuovano e rendano accessibile la cultura, soprattutto
nella Calabria, che è la regione d’Italia in cui si legge di meno.
È da leggere in questa prospettiva anche la volontà di dedicare le prime due serate al premio di scrittura giovani “Federica
Monteleone”, per le sezioni narrativa e giornalismo; l’iniziativa prende il nome della ragazza scomparsa lo scorso anno in
seguito ad un errore medico nell’ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia. I genitori di Federica, dopo aver premiato i vincitori, hanno coraggiosamente annunciato
di aver creato una fondazione
che “lotterà per una sanità
migliore nella nostra terra”.
I
37
I
REDATTORE D
O
IC
R
TO
S
O
UN
UA
ESENTA LA S
ZAI.NET CI PR
ER
DITORIALE. P
E
A
C
TI
A
F
A
NUOV
IO E
NATI DI CALC
IO
S
S
A
P
P
A
LI
G
N LIBRO CHE
NON SOLO U
LE VICENDE
RIPERCORRE
NALE DALLA
DELLA NAZIO
NI
NOSTRI GIOR
NASCITA AI
di Roberto Bertoni, 18 anni
Liceo classico “Catullo” – Monterotondo (Roma)
agia azzurra esce dagli schemi dei classici libri di
sport perché, pur narrando in rigoroso ordine cronologico e con dovizia di particolari, le vicende della Nazionale italiana dalla nascita (nel maggio del 1910) ai
giorni nostri, non si sofferma tanto sulle vicende sportive in
sé quanto sugli episodi che le hanno accompagnate.
Ho voluto rendere protagonisti non i campioni acclamati,
gli allenatori vincenti e le partite più importanti, ma gli startoni
di Roberto Be
ti d’animo dell’opinione pubblica, le attese della gente, i
Magia azzurrasmo Iannone Editore
commenti dei giornali, il contesto socio-politico nel quale si
Carlo Nesti - Co
prefazione di
sono svolte le gare che hanno reso la maglia azzurra celebre nel mondo. I gol di Mazzola e Rivera passano in secondo piano di fronte agli editoriali di Brera, ai retroscena della spedizione inglese del 1966 conclusasi con la sconfitta contro la
Corea del Nord dell’indimenticabile Pak Doo Ik, alla staffetta inventata da “Uccio” Valcareggi, all’incredibile sfortuna che colpì Anastasi a pochi giorni dai Mondiali messicani e a tutti quei fatti ignorati dagli almanacchi ma vivi nei ricordi di ognuno di noi.
se la
parmia nessuno, e
Basandosi solo sui risultati, non avrebbe senso parlare dei Mondiali
L’“azzurrite” non ris
asino
“c
l
de
o
vincere, il rit
brasiliani del 1950 ma, al contrario, sono una delle edizioni più insquadra comincia a
cittadini
ri
nt
ce
i
la puntata ne
è
cio
e
,
teressanti per tutto ciò che accadde alla scapestrata comitiva italiao”
at
zz
ni
orga
melli è un
tricicli, cavalli, cam
na nei giorni precedenti all’inizio della manifestazione. E poiché la
in auto, moto, bici,
partecipa,
e
qu
nostra storia si intreccia con quella di tutti gli altri, non sorprendava al quale chiun
.
tipo di orgia colletti
co
i” a evento ncluso
no i dettagliati racconti della disperazione dei brasiliani, sconfitti a
poi tornare “normal
,
lvo
ni
sa
rto
Be
sorpresa dall’Uruguay nella finale del 1950; del dramma della grande
da Roberto
to, la chiave scelta
es
qu
r
Pe
cio
oc
pr
e incompiuta Ungheria di Puskas e compagni; del trionfo inglese del
e agonistica, nell’ap
quella più sociale ch
o, è
1966; delle straordinarie avventure di Cruijff e dell’Olanda del calcio
nale italiana di calci
storico con la Nazio
totale che rivoluzionò il modo di giocare senza riuscire a vincere nongliatoio”,
il fenomeno. Lo “spo
ostante le due finali consecutive; dell’Argentina che vinse in modo iml'ideale per centrare
il “gossip”
te, interessa quanto
meritato nel 1978, al termine di un torneo funestato dagli echi della
retroscena delle parti
à occulte.
a scoperta delle verit
dittatura di Videla e dalle presunte combine che permisero ai padroni
dei rotocalchi rosa, all
ia”, per
a è giusto dire “mag
di casa di alzare il trofeo il 25 giugno a Buenos Aires.
Ho detto “follia”, m
lla cronaca
Senza dimenticare Lippi, Bearzot, Valcareggi, Pozzo, le Olimpiadi di Berfatti più insensati de
lasciare “follia” ai
ieme, con
lino 1936 (corredate anch’esse da moltissimi retroscena), i grandi camgliamo gioire, tutti ins
Vo
a.
an
idi
ot
qu
ra
ne
scatenarci?
pioni, le sfide indimenticabili, il “biscotto” nordico che ci costò l’elimiacciarci, sbronzarci,
br
Ab
le?
na
zio
Na
la
siasmo
nazione agli Europei portoghesi, le ansie, le attese, le atmosfere, le senvunque c’è un entu
do
é
rch
Pe
!
olo
am
Facci
ia”.
sazioni, i 60 milioni di C.t. che da sempre dibattono su formazione e
“magia”, e non “foll
da condividere, lì c’è
scelte tattiche e la miriade di aspetti che rende la Nazionale una magia,
ormai quasi secolare ma sempre attuale.
M
Dalla prefazione i:
di Carlo Nest
38
Chi si rivede
Concorso
39
SAMMY BARBOT,
tutta un’altra
IL CONDUTTORE
DELLO STORICO
PROGRAMMA
“PICCOLO SLAM”
HA CAMBIATO
PER SEMPRE IL MODO
DI FARE MUSICA
IN TV. OGGI
RACCONTA A ZAI.NET
I SUOI PROGETTI
FUTURI E CHE COSA
LO HA SPINTO
AD ALLONTANARSI
DAI RIFLETTORI
PROPRIO ALL’APICE
DEL SUCCESSO
musIca
di Daniele Mainelli, 17 anni
Liceo scientifico “Avogadro” - Roma
stato uno dei protagonisti più frizzanti della scena televisiva italiana di fine
anni Settanta, il suo nome è legato ancora oggi al popolarissimo Piccolo Slam
(1977), il programma più seguito nella storia della Rai, antesignano della hit
parade. Poco conosciuto tra i più giovani per la sua partecipazione minima sul piccolo schermo, ha ricominciato a esibirsi nel 2007 sia con la partecipazione a 50
Canzonissime sia con uno spettacolo teatrale, Te li do io i Caraibi, il cui successo
lascia presagire che nel prossimo futuro si sentirà ancora parlare di lui anche a livello internazionale.
Sammy, possiamo chiederle il perché di questo nome d’arte? Sappiamo infatti che,
in realtà, all’anagrafe lei è Jacques Edouard Barbot.
«Essendo nato da padre caraibico e madre parigina, ho vissuto per molto tempo
a Parigi e lì, quando da piccolo iniziai a cantare, il mio idolo divenne Sammy Dewis
Junior. Cantando spesso moltissimi dei suoi successi i miei amici parigini mi
soprannominarono come lui, Sammy».
La sua apparizione più celebre sul piccolo schermo è senz’altro la conduzione di Piccolo Slam assieme all’altrettanto nota Stefania Rotolo, cosa può dirci al riguardo?
«Piccolo Slam è un programma che ho amato molto perché l’ho ideato insieme a
tanti amici quando lavoravo come dj in un locale a Roma vicino piazza del Popolo
e lì facevo le mie classifiche, le mie basi musicali. Le persone che mi hanno visto
desideravano che io realizzassi in televisione quel tipo di programma. In un primo
momento ho dovuto lottare a lungo con i responsabili della Rai, non credevano
nel mio progetto in quanto troppo “scanzonato” e differente dalla televisione di
allora, poi però il successo non ha tardato ad arrivare grazie alla genuinità e spontaneità del programma».
In seguito lasciò il mondo dello spettacolo per un po’ di tempo, possiamo chiederle quali sono le motivazioni?
«Ho deciso di prendere una pausa perché, a differenza di altri personaggi, non mi
sono mai considerato un “impiegato del video”. Questa pausa si è poi trasformata in un silenzio interminabile perché la televisione è come un elastico da cui, una
volta usciti, è difficile rientrare poiché si restringe».
Lo scorso anno si è esibito nello spettacolo teatrale Te li do io i Caraibi a Velletri,
ha intenzione di riproporlo? Quali sono i suoi progetti per il futuro?
«Ho ideato questo lavoro teatrale per far viaggiare idealmente il pubblico attraverso i Caraibi; avendo ottenuto un risultato positivo, ho intenzione di riprendere il progetto anche a
livello internazionale. Per l’autunno dovrebbe uscire una mia
discografia di canzoni scritte e cantate in diverse lingue
quali italiano, inglese, francese, spagnolo e creolo».
Rimpiange la vita che conduceva ai tempi di Piccolo Slam?
«Assolutamente no, una particolarità del mio carattere è
non amare il passato, ricordarlo mi angoscia. Sono sempre
molto critico con me stesso e penso sempre di poter
migliorare. Ciò che è andato è andato, perciò preferisco
guardare al futuro con progetti e idee sempre nuove».
È
CREATIVI PER NATURA
ANCHE QUEST’ANNO
STUDENTI DAVANTI E
DIETRO LA TELECAMERA
PER LE NUOVE EDIZIONI
DEI CONCORSI
“PARCHI & PARCHI”
E “VIVERE IL MARE”.
SCOPRITE COME
PARTECIPARE CON
LA VOSTRA SCUOLA...
li studenti italiani sono sempre più interessati alle tematiche ambientali. Lo dimostra il successo riscosso anche quest’anno da “Parchi & Parchi” e “Vivere il Mare”, le due campagne di sensibilizzazione che nel
corso dell’anno scolastico 2007-2008 hanno chiesto a studenti ed insegnanti delle scuole superiori di raccontare il rapporto tra i giovani, il mare, l’ambiente ed i cambiamenti climatici.
Attraverso fiction, documentari, inchieste e spot televisivi centinaia di ragazzi
di tutta Italia hanno detto la loro su tematiche di strettissima attualità. Ancora una volta i ragazzi hanno dimostrato quanto per loro sia importanti valori
quali salvaguardia del mare, l’importanza nell’economia nazionale di un settore trainante quale la pesca; di come una attenta gestione delle aree naturali
protette possa portare benefici non solo in termini ambientali ma anche e soprattutto alle comunità locali in termini turistici.
Ma per i giovani filmaker è importante tramandare le antiche tradizioni che
ogni territorio, sia terrestre che marino, nella sua straordinaria unicità possiede. Tradizioni che rivisitate con gli occhi
dei giovani rappresentano il punto di partenza nella valorizzazione di aree che meriterebbero di essere conosciute,
ma che al tempo stesso devono essere preservato dalla mano dell’uomo.
I quattro concorsi di “Vivere il Mare” e Parchi & Parchi” hanno anche dimostrato un rinnovata attenzione dei ragazzi sul “global change”. Sia che abbiano deciso di affrontare la questione con toni meno drammatici, sia che lo abbiano fatto invece con più pathos, traspare dai tantissimi lavori giunti che gli studenti hanno preso coscienza della
gravità del problema ma soprattutto hanno capito che molto dipende da loro, dai loro comportamenti dalle loro scelte, piccole o grandi che siano.
«Siamo molti soddisfatti della risposta che anche quest’anno ci giunge dal mondo della scuola -afferma Francesco
Scorza, direttore delle campagne “Vivere il Mare” e “Parchi & Parchi” - Con le nostre campagne da anni entriamo
nelle scuole italiane ed abbiamo notato che con il passare del tempo i ragazzi si sentono sempre più protagonisti.
Hanno capito, anche grazie e soprattutto all’aiuto dei loro docenti, che le tematiche trattate dai concorsi sono
importanti ma ancora più importate è sapere la loro opinione. Negli anni è anche migliorata la qualità dei lavori.
Studenti e docenti hanno affinato tecniche di ripresa, montaggio, abbinamento tra colonna sonora e immagine. Ma
come diciamo sempre, fondamentale è che alla base ci sia un messaggio incisivo da lanciare ai propri coetanei».
I bandi dei concorsi 2008
sono on line sui siti
www.vivereilmare.it
www.parchieparchi.it
G
40
Anteprima
41
Un giorno perfetto
Dal romanzo di Melania Mazzucco.
Regia di Ferzan Ozpetek. Con Isabella Ferrari, Valerio
Mastandrea, Valerio Binasco, Nicole Grimaudo, Federico
Costantini, Monica Guerritore, Angela Finocchiaro,
Stefania Sandrelli.
Gli altri film di Federico:
IL PIÙ TENEBROSO
DEI “LICEALI”
Cinema
Cardiofitness (2007), regia di Fabio Tagliavia
Hotel Meina (2007), regia di Carlo Lizzani
Televisione
I liceali (2008), regia di Lucio Pellegrini Miniserie TV - Canale 5
Noi due (2008), regia di Massimo Coglitore Film TV - Rai Due
IDOLO DELLE GIOVANI SPETTATRICI
DI TUTTA ITALIA, FEDERICO
COSTANTINI, ALIAS CLAUDIO
RIZZO DEI “LICEALI”, TORNA SUL
GRANDE SCHERMO NEL NUOVO
FILM DI FERZAN OZPETEK,
“UN GIORNO PERFETTO”
di Claudia Civetti, 17 anni
Liceo classico “E.Q. Visconti” – Roma
a canicola estiva picchiava più del solito quell’assolato pomeriggio a piazza Trilussa, nel cuore di
Trastevere; Claudio Rizzo - ops! - Federico Costantini mi viene incontro, riparato da un grosso paio di occhiali da sole; ci accomodiamo in un open bar e cominciamo subito la nostra chiacchierata.
Una delle prime cose che si leggono componendo il tuo
nome sui motori di ricerca è: ‘figlio d’arte’. Sei d’accordo con questa definizione? Come ti sei avvicinato all’arte drammatica?
«Devo dire che è avvenuto tutto in maniera piuttosto
lenta; sono sempre stato in contatto con l’ambiente del
cinema (il padre è il regista Daniele Costantini, la madre
la costumista Agata Cannizzaro, ndr), ma solo col passare degli anni questo interesse ha preso sempre più piede. La passione per il cinema l’ho avuta fin da piccolo:
a 14 anni avevo già visto tutti i film di Kubrick, poi verso i 17 anni ho pensato di intraprendere seriamente la
strada dell’attore, e ho avuto la fortuna di avere un ruolo già dal terzo provino».
L
Se non avessi iniziato questa carriera, quali altri progetti avresti voluto realizzare?
«Il calcio è stato la mia prima grande passione. Ho giocato per dieci anni a livello agonistico, mi sono tolto
qualche soddisfazione senza arrivare ad altissimi livelli
(in realtà è stato campione regionale, ndr). Quello resterà per sempre il mio sogno, sebbene il cinema mi abbia
coinvolto profondamente».
Il successo dei Liceali è stato grande e recentissimo.
Quale pensi sia stato il segreto della serie televisiva?
«Innanzitutto la centralità dei ragazzi che, in quanto diretti
interessati, rappresentano la fetta più consistente del
pubblico. È innegabile, d’altronde, che i Liceali possano
piacere a tutte le età. Per quanto possibile abbiamo convogliato in un’unica scuola quello che succede in tutte le
scuole d’Italia. È stata anche una provocazione: alcuni
professori, infatti, ci hanno presentato lamentele e, a mio
parere, questa è la prova più lampante del fatto che esiste un fondo di verità in ciò che abbiamo raccontato».
Parlando di professori, domandarti del rapporto che hai
con la scuola è quasi scontato…
«Beh (sorride), non sono mai stato uno studente modello.
Finirò il liceo il prossimo anno con uno di ritardo per impegni lavorativi. Non mi sono mai voluto applicare più di
tanto pur avendone le potenzialità… e pensare che le materie in cui avevo voti più alti erano latino e matematica!».
È ormai davvero prossima l’uscita di Un giorno perfetto
dall’omonimo libro di Melania Mazzucco, con un cast importante e la magistrale regia di Ferzan Ozpetek. Ci vuoi
parlare della tua parte all’interno del film?
«Il film è molto drammatico e può definirsi corale, costruito cioè su un intreccio di storie. Io impersono il giovane figlio di un politico, un uomo potente e ricco che a
tratti ricorda il padre di Rizzo dei Liceali. Stavolta però il
figlio è il contrario del padre, moralista ed ingenuo: insomma, un utopista puro».
Come hai reagito quando hai saputo di questo ingaggio?
Lavorare con Ozpetek rappresenta un passo importante.
«Ero semplicemente entusiasta alla notizia, considerando anche il fatto che è stato lui stesso a mettersi in con-
tatto con me. Lavorare con Ferzan rappresenta indubbiamente una grande opportunità».
Il punto di partenza ed il nodo focale di questa storia è
la famiglia. Come definiresti la tua vita all’interno delle
mura domestiche?
«Sostanzialmente tranquilla, non ho mai avuto problemi
seri a casa. Sono sempre stato lasciato libero di agire e
guidato, quando necessario, da qualche indicazione e
consiglio. Tutto sommato un buon bilancio!».
Molti attori giovanissimi come te, penso per esempio a Silvio Muccino, sono passati dall’altra parte della telecamera
ed ora sono registi. Questo potrebbe riguardare anche te?
«Mai dire mai, anche se ora proprio non riesco a vedermi dalla parte della cinepresa. Per il momento voglio imparare a far bene l’attore e credo che, volendo, la strada da intraprendere sia lunga».
La seconda serie dei Liceali, un altro argomento scottante. Puoi darcene qualche anticipazione?
«Un nuovo arrivo tra i professori ed uno tra gli studenti,
cose che però già si sanno… il resto è top secret (sorride)».
Il successo ti ha letteralmente investito: su internet è facile imbattersi in chat o community che ti hanno come
protagonista. Come stai vivendo questo momento?
«Mi sento sempre me stesso, questa credo sia la cosa
più importante. Se hai successo vieni riconosciuto, sei
su internet, diventi idolo delle ragazzine, vieni chiamato
ad intervenire in televisione; fa parte di questo lavoro.
Non nascondo che mi fa piacere sentirmi apprezzato, ma
tendo a considerare il fatto piuttosto freddamente: è come se al mio posto vedessi qualcun altro. Ecco, potrei
dire che è la ricetta che mi fa vivere serenamente».
E l’estate? Lavoro-lavoro-lavoro?
«Lavoro prima di tutto, ma anche Ibiza e Sardegna per il
totale di una settimana e dieci giorni con gli amici: non
molto, ma decisamente necessario. L’estate scorsa neanche questo!».
La grinta c’è, la gioventù anche. Non perderemo certo di
vista il percorso del nostro Federico!
42
O
R
T
A
E
T
L
L A PAROL A A
Palcoscenico
ANCHE QUEST’ANNO L’ELISEO ACCOMPAGNA I SUOI
SPETTATORI IN UN PERCORSO CHE CONTAMINA GRANDI
CLASSICI, RICERCA SPERIMENTALE E IMPEGNO SOCIALE.
TANTE LE AGEVOLAZIONI PER STUDENTI E GIOVANI
La parola al teatro” è lo slogan che sigla il corso della stagione
2008/2009 dello storico palco romano. E le occasioni per permettere al teatro di dar voce alla sua essenza profonda non mancheranno nelle due sale di via Nazionale il prossimo inverno, con un cartellone
ricco di produzioni, coproduzioni, eventi e progetti speciali. Ad inaugurare la nuova stagione sarà ancora una volta un classico della letteratura
teatrale italiana, il pirandelliano Il piacere dell’onestà, in scena nella sala
grande dal 14 ottobre, per la regia di Fabio Grossi e con Leo Gullotta.
Ma se la tradizione rappresenta da sempre il fiore all’occhiello del Teatro
Eliseo, la proposta artistica di quest’anno, che ha fatto tesoro della passata esperienza, dedicherà uno spazio ancora più ampio all’innovazione:
in scena testi di autori contemporanei ad opera di registi e attori delle
nuove generazioni e numerosi progetti speciali.
Concentrato di novità assolute il cartellone del Piccolo Eliseo Patroni
Griffi che, presentando quasi esclusivamente gli spettacoli dei tre grandi
progetti speciali messi in cantiere dall’Eliseo – Eliseo Lab2.0 Evoluzioni
di un nuovo teatro, Teatro e Carcere, Face à Face - si appropria della fisionomia di luogo deputato alla sperimentazione, alla ricerca drammaturgica, con l’obiettivo di raggiungere un pubblico più giovane.
Ad aprire il sipario, il 21 ottobre, ci sarà Lina, testo vincitore del Premio
ExtraCandoni 2007 di Massimo Salvianti per la regia di Pierpaolo Sepe,
seguito da Un giorno d’estate di Jon Fosse per la regia di Valerio Binasco.
I due spettacoli fanno parte del progetto Eliseo Lab 2.0 0 Evoluzioni di
un nuovo teatro che, giunto alla sua seconda edizione, intende lasciar
spazio a quei registi, autori e attori capaci di incarnare il cambiamento
culturale della società contemporanea e di parlare del presente in maniera diretta e sincera. In quest’ottica si collocano anche Udienza di Václav
Havel, con Pietro Bontempo, anche regista dello spettacolo (13 gennaio/
8 febbraio 2009), e Chie-Chan e io, adattamento teatrale di Giorgio
Amitrano del nuovo romanzo di Banana Yoshimoto (19/31 maggio 2009),
che racconta la storia di Kaori e del rapporto profondo che lega la donna a sua cugina Chie- Chan.
Ancora più interessanti le proposte inerenti al progetto Teatro e Carcere che, per il terzo anno consecutivo, vede il
Teatro Eliseo mettere a disposizione di alcune delle realtà teatrali più rilevanti nate nell’ambito delle carceri italiane
le tavole dei propri palcoscenici. Gadda vs Genet. Il giovane criminale e altre storie di galera, con la Compagnia di
ex detenuti del Teatro Libero di Rebibbia (9/21 dicembre 2008), e La corsa Moncicì, testo vincitore del premio Annalisa
Scafi 2007 – Concorso di drammaturgia penitenziaria, di Antonio Salvatore Antonuccio e Carmelo Gallico (24 febbraio/
8 marzo 2009), sono i due titoli che contribuiscono a dare un valore aggiunto al cartellone del Piccolo Eliseo 20082009, richiamando l’attenzione sui detenuti e sulle questioni relative alla reclusione e al recupero sociale.
In un panorama così ricco e impegnato non poteva mancare uno sguardo alle produzioni straniere. Il progetto Face
á Face – Parole di Francia per scene d’Europa, (III edizione), realizzato in collaborazione con l’Ambasciata di Francia
in Italia con l’intento di interessare il sistema teatrale italiano alla drammaturgia contemporanea francese, proporrà,
sempre al Piccolo Eliseo, due spettacoli rigorosamente in lingua francese (ma con sopratitoli in italiano): Duetto di
Lesile Kaplan e con Frèdèric Lolite e Voilà di Philippe Minyana.
E per finire le serate, come sempre a ingresso libero, dei Lunedì di Artisti Riuniti con la presentazione di testi inediti di autori contemporanei a metà strada tra etica, storia, scienza e letteratura.
“
43
DEL PICCOLO ELISEO
I NOVE SPETTACOLI
PATRONI GRIFFI
8-2009
della STAGIONE 200
i di un nuovo teatro
Eliseo Lab2.0 Evoluzion
re2008
21 ottobre / 2 novemb
bre 2008
Lina
em
dic
7
/
re
mb
11 nove
2009
io
Un giorno d’estate
bra
13 gennaio / 8 feb
Udienza
9
200
io
gg
19 / 31 ma
Chie-Chan e io
Teatro e Carcere
Gadda vs Genet
La corsa di Moncicì
Face à Face
Duetto
8
9 / 21 dicembre 200
2009
rzo
ma
8
/
io
24 febbra
9
12 / 15 febbraio 200
E ancora:
14 / 19 aprile 2009
Il Vicario
2009
licato 5 / 17 maggio
Semplicemente comp
coli
i assistere a 4 spetta
tra
po
s
as
oP
se
Eli
rd
Ca
l’uno!
…e con la speciale
o Eliseo a soli 10 euro
ol
cc
Pi
l
de
ne
llo
rte
a scelta del ca
eliseo.it
ulta il sito www.teatro
ns
co
più
di
rne
pe
sa
Per
teatroeliseo
oppure scrivi a info@
44
Teatro
Un te all’Opera
PUCCINI
E LE SUE
DONNE
EMOZIONI NUOVE,
dramma antico
S E C O N D O AT T O
PRIMA DELLE VACANZE ESTIVE
ABBIAMO PASSATO IN RASSEGNA
ALCUNE DELLE PIÙ INDIMENTICABILI E
STRUGGENTI OPERE DEL GRANDE
COMPOSITORE TOSCANO. QUESTA
VOLTA PARLIAMO DELLA LA SUA VITA
RICCA DI INTRECCI SENTIMENTALI E
CERTO NON MENO AVVINCENTE
di Jacopo Zoffoli, 19 anni
Liceo scientifico “Azzarita” - Roma
roprio così, Tosca, Madama Butterfly, La Fanciulla del West non hanno nulla da invidiare alla vita sentimentale del
loro creatore, costellata di altrettanti tradimenti, figli illegittimi, suicidi, ricatti e sotterfugi amorosi di ogni sorta.
Passando in rassegna i pettegolezzi, poi risultati fondati, che gli abitanti di Torre del Lago - ultima dimora di Puccini - si passavano di bocca in bocca e di orecchio in orecchio sulla vita sentimentale del maestro, fa un certo effetto
scoprire così tanti nomi e vicende al limite del rocambolesco.
Corinna fu il primo scandalo. Incontrata sul treno in viaggio tra Torino e Milano, si dice che la fanciulla, appena diciottenne, fu travolta da immediata passione per il maestro, allora alle prese con la stesura della Tosca. Pare che fu la sensualità di questa giovane ad ispirare i motivi predominanti dell’opera. Tra i collaboratori di Puccini la storia fece molto
scalpore, anche perché il maestro aveva appena avuto un figlio, Antonio, da Elvira Bonturi (1886), all'epoca moglie di
Narciso Gemignani e già madre di Fosca. Al primo ricongiungimento tra Elvira e Giacomo lavorò Giulio Ricordi, editore
musicale del compositore: questi, terrorizzato all’idea che lo scandalo sollevato dalla relazione di Puccini con Corinna potesse avere ripercussioni sul piano economico, liquidò la fanciulla con un assegno di dodici mila lire.
Successivamente, in occasione del soggiorno londinese dovuto alla presentazione di due nuove opere - Manon Lescaut
e Tosca, appunto - Puccini incontrò la trentaseienne musicologa e cantante Sybil Beddingdton, maritata al banchiere
ebreo Seligmam. Neanche a dirlo, tra i due nacque subito una focosa passione che si trasformò in un’ardente storia d’amore protratta anche quando il nostro Don Giovanni acconsentì a regolarizzare la situazione con Elvira, nel frattempo rimasta vedova (1904). Nel 1911 a Viareggio Puccini incontra poi la bellissima bavarese Josephine von Stengel, che diventerà subito sua amante. Sybil assume il ruolo di amica e confidente. Di lì a poco la grande tragedia con il suicidio di Doria Manfredi, giovane cameriera di casa Puccini e intermediaria tra questa e l'osteria sul Lago di Massaciuccoli frequentata dal maestro. Qui il nostro incontrava Giulia, sua cugina e ostessa del locale che, oltre ad andare a caccia con il cugino e i suoi amici, era molto propensa al divertimento senza complicazioni amorose. Da questa donna Puccini trasse
ispirazione per una delle sue opere più emozionanti, spesso sottovalutata dal grande pubblico: La Fanciulla del West.
In casa Puccini intanto, Doria Manfredi, che trascorreva le notti ad ascoltare il maestro suonare il pianoforte, ammirandolo e venerandolo, attirava su di sé le gelosie di Elvira. Un giorno, rientrando in casa, Doria sorprese Fosca, figliastra
di Giacomo e moglie di Salvatore Leonardi, a baciarsi con il librettista Civignini. Per evitare un ricatto, Fosca disse a sua
madre di aver visto Doria in atteggiamento equivoco col patrigno. Elvira, furiosa, licenziò Doria che, innocente e disperata, si suicidò. In seguito a questo evento anche il maestro, in quei giorni, pensò seriamente di togliersi la vita.
Con la morte di Doria scoppiò un parapiglia. Elvira venne condannata a cinque mesi di reclusione per istigazione al suicidio e Puccini dovette pagare dodici mila lire alla famiglia della defunta per comprare il loro silenzio. Poco dopo l'accaduto, nonostante il suicidio della donna avesse davvero turbato il suo animo, Puccini riprese le relazioni con Josephine e con Giulia. Dall’autopsia sul corpo di Doria risultò che la fanciulla era illibata e, quindi, innocente.
Da questo momento Puccini trascorse gli ultimi quindici anni della sua vita dividendosi tra la moglie Elvira e la cugina
Giulia; all’età di 65 anni ebbe un figlio, Antonio Manfredi, tenuto a balia a Pisa e non smise di frequentare altre donne,
sparse in tutta Europa, continuando a far ingelosire la moglie con la quale, tuttavia, rimase fino alla fine dei suoi giorni
e che gli sopravvisse fino al 1930, anno in cui morì a Milano.
P
45
UN VIAGGIO IN SICILIA ALLA SCOPERTA DELLE
TRAGEDIE DI ESCHILO: INTRIGHI E INTRECCI DEGNI
DI UNA SOAP OPERA, MA MOLTO PIÙ COINVOLGENTI.
E LA CRONACA DI UNA TEATRO-DIPENDENTE
di Greta Pieropan, 17 anni
Liceo Classico “G.Bagatta” - Desenzano del Garda
Buona noia” sentenzia il barista, ironico, mentre mi
porge l'acqua. Incoraggiante, penso io. Sotto il sole
pomeridiano di maggio, nel teatro greco di Siracusa
per il XLIV ciclo di rappresentazioni classiche – in scena la
trilogia di Eschilo - entusiasti per la novità della situazione
ma anche un po' stanchi per le fatiche della gita, sentirsi rivolgersi un’esclamazione del genere non è il massimo. Anche quest’anno l’Inda (Istituto nazionale del dramma antico), infatti, ha rinnovato fino al 22 giugno la tradizione che
dal 1914 garantisce la messinscena delle maggiori tragedie
greche: dalle versioni originali dei classici fino alle rivisitazioni di grandi autori moderni e contemporanei come Quasimodo, Pasolini e Ronconi, per citarne soltanto alcuni.
Per questa edizione il prestigioso palco ha messo in scena Agamennone, Coefore ed Eumenidi, nella traduzione di
Pier Paolo Pasolini e per la regia di Pietro Carriglio, ossia
quell’unica trilogia di Eschilo a noi giunta per intero, l'Orestea o Orestiade, rappresentata integralmente nello stesso teatro sessant'anni fa: la lotta fra la sete di vendetta e
il desiderio di giustizia, la dicotomia uomo/donna e il problema legato al limite della conoscenza umana. Ed è la
musica della piccola orchestra sulla scena che ci riporta indietro nei secoli: nell'Agamennone ci conduce dinanzi all'eroe greco che, tornato a casa
dopo la guerra di Troia, viene ucciso dalla moglie Clitemnestra che
vendica così il sacrificio della figlia
Ifigenia; nelle Coefore ci presenta
Oreste, figlio di Clitemnestra che,
dopo sogni e segni premonitori,
torna alla reggia e, in nome di una
giusta vendetta, uccide la madre e
l'amante di lei, l'ignavo Egisto; e
nelle Eumenidi ci accompagna nel-
“
la fuga di Oreste che, perseguitato dalle Erinni, furie vendicatrici
degli omicidi di sangue, trova
protezione presso la dea Atena;
lei riesce ad assolverlo per mezzo
dell’Areopago e mette fine, quindi, alla maledizione che grava sulla casata degli Atridi.
No, non vi ho rovinato il finale! Anzi, nell’antichità era fondamentale che il pubblico conoscesse la vicenda: la tragedia greca metteva in scena storie già note poiché, attraverso l'immedesimazione nei personaggi, e, all'occorrenza,
facendo passare messaggi politici, aveva lo scopo di insegnare qualcosa. Ciò che ci colpisce, invece, è come questo
teatro, al di là delle sue origini e della sua ambientazione
storica, si faccia paradigma perfetto per la nostra società.
Anche oggi, infatti, di fronte all’assenza di giustizia vorremmo vendicarci da soli agendo proprio come Clitemnestra; anche oggi continuiamo a parlare del dissidio tra
mondo maschile e mondo femminile; anche su di noi, uomini del terzo millennio, vale il pathei mathos, il “giungi
alla conoscenza soffrendo” di Eschilo, secondo cui la vera
tragedia dell’uomo risiede nella responsabilità della scelta.
Onore al merito, dunque, agli organizzatori e a tutti coloro
che tengono viva questa tradizione. E onore al merito anche a chi ha il coraggio di buttarsi nella macchina del tempo del teatro contro tutto e tutti, anche contro i baristi dalla battuta pronta.
46
Intervista impossibile
47
A TU PER TU
CON
ARISTOTELE
CONTINUA IL CONFRONTO
TRA I GIOVANI REPORTER DI ZAI.NET
E I GRANDI PENSATORI DELL’ANTICA GRECIA.
QUESTA VOLTA AD ILLUMINARCI
CON LE SUE TEORIE, IL GRANDE DISCEPOLO
DI PLATONE
di Federica Corsi e Alice Grondona, 16 anni
Liceo scientifico “Avogadro” - Roma
entre il sole radente tinge di arancione i bianchi
marmi del Partenone, passeggio per l’Acropoli di
Atene. Data l’ora tarda, poca gente vi cammina,
chi esce dal tempio e chi semplicemente si gode la splendida vista della città. Immerso nei pensieri, vengo avvicinato da un forestiero dall’abbigliamento stravagante. A
quest’ora il sole fa un prodigio sempre uguale e sempre
nuovo: con i suoi tiepidi ma luminosi raggi dipinge il tempio di rosa acceso, caldo arancione, rosso. Non c’è quasi
più nessuno, in pochi osservano lo stupefacente spettacolo offerto dalla nostra bella città. Chi sarà, allora, quel
forestiero vestito in modo così insolito? Non ho mai visto
una tunica così corta da lambire appena i fianchi e lasciare scoperto l’ombelico e anche… quelle braghe strette e
scure… mah, sarà di sicuro un barbaro. Per gli dèi, non
capisco né da dove viene, né la classe sociale a cui
potrebbe appartenere. Oh! Ma sembra venirmi incontro…
Che vorrà?!
Salve! Lei è forse Aristotele, il filosofo di cui tanto si sente
parlare?
«Dipende da chi mi cerca. Lei è un esattore o è qui semplicemente allo scopo di scambiare con me qualche idea?»
Tranquillo! Solo qualche chiacchiera… anche nel mio
paese odiamo le tasse. Mi piacerebbe capire la situazione storico-politica nella quale si trova oggi Atene. Le sue
teorie sono interessanti, così come le sue lezioni ma, se
non le dispiace, vorrei approfondire tale argomento.
«Accetto volentieri di spiegarle lo stato in cui versa Atene:
in questo periodo la crisi della polis appare irreversibile a
causa della inesorabile perdita della libertà. Inoltre, noto
M
che tutti i tentativi di arginarla sembrano naufragare di
fronte all’avanzare delle potenze straniere, in primo luogo
quella macedone. E pensare che proprio io ho faticato
tanto per istruire Alessandro! Altro che filosofia e matematica, lo avessi imbottito di buon senso… Ma quello, si
sa, non si insegna né si compra al mercato, purtroppo».
Forse per un regnante è preferibile la politica o l’economia?
«Un buon regnante deve conoscere gli affari interni del
proprio paese e quelli esteri in modo da poter stringere
alleanze convenienti e assicurare pace, giustizia e ricchezza al proprio popolo. Per fare ciò, però, ha bisogno
anche della filosofia, che non è altro che l’arte del pensare. Inoltre, la matematica va studiata per consentire il
controllo dell’incremento demografico.
E poi, si è guardato intorno? L’arte greca senza la matematica si ridurrebbe a banale estetica!».
Ha avuto come insegnante il grande Platone. Crede che
abbia influenzato la sua filosofia? Quali sono i punti in cui
il suo pensiero si distingue da quello del suo Maestro?
«Platone credeva nella finalità politica della conoscenza e
vedeva il filosofo come un possibile legislatore della città.
È mia opinione, invece, che il filosofo sia principalmente
un sapiente dedito ad una ricerca incessante. Inoltre, contrariamente a Platone che propone continui interrogativi e
possibili soluzioni, io organizzo il discorso filosofico in un
sistema chiuso, in un insieme fisso e immutabile di verità rigidamente connesse. Platone fa anche uso di miti…
Nonostante ciò, le nostre visioni globali del mondo presentano notevoli punti di contatto».
Lei si differenzia dai filosofi precedenti per molte sue
teorie ritenute innovative: una di queste è quella sul
divenire.
«Secondo il pensiero parmenideo il divenire era qualcosa
di logicamente impensabile poiché implicava un passaggio dall’essere al non essere, comportando quindi l’esistenza del nulla. Essendo il divenire non definibile, ho
ipotizzato semplicemente che esso sia un passaggio da
un certo tipo di essere a un altro tipo di essere».
Maestro, lei è veramente un grande! Certo, tra tanta bellezza e armonia non risulta faticosa l’analisi profonda.
Grazie e chissà, forse parleremo ancora di lei.
«Chissà, in un ipotetico futuro».
ARISTOTELE PRIMO SHERLOCK HOLMES DELLA STORIA
A tutti i lettori desiderosi di approfondire la conoscenza del
pensiero aristotelico senza dover necessariamente affrontare
la seriosità del saggio filosofico consigliamo Aristotele detective,
un giallo dal ritmo incalzante - scritto ormai trent’anni fa - in cui
l’autrice, la canadese Margaret Doody, ripropone il mitico
filosofo di Stagira negli inediti panni di investigatore.
Sullo sfondo di un’Atene del IV sec. a. C. accuratamente
ricostruita il grande maestro arriva a risolvere brillantemente un caso di omicidio applicando i dettami
della logica e del procedimento deduttivo che sono
alla base del suo sistema conoscitivo. La storia funziona e per chi dovesse appassionarsi la saga di
Aristotele detective continua con molti altri
titoli: Aristotele e il giavellotto fatale, Aristotele
e la giustizia poetica, Aristotele e il mistero
della vita, Aristotele e l'anello di bronzo,
Aristotele e i veleni di Atene, tutti pubblicati
da Sellerio.
Margaret Doody, Aristotele
detective,
traduzione di Rosalia Coci,
Palermo, Sellerio, 1999
(21ma edizione),
pp. 462, 12 euro
FONTI PER LE RISPOSTE DI ARISTOTELE:
Scritti essoterici: Politico, Sofista, Delle Anime, Il Dialogo sulla Filosofia.
Scritti acroamatici: Organon, Retorica ad Alessandro, Sull’Anima, Sulle Meteore (quarto libro), Meccanismi.
IL SOPRAVVISSUTO
LETTURE
Autore Antonio Scurati Editore Bompiani
Prezzo 8,80 euro Dati 370 pagg.
Sotto il sole cocente di luglio in un liceo della provincia veneta si stanno svolgendo gli esami di Stato.
Il primo studente a doversi presentare per l’orale è
Vitaliano Caccia, pluriripetente e già condannato all’ennesima bocciatura dall’immotivata severità dei suoi insegnanti.
Il candidato arriva un po’ in ritardo nell’afa del primo mattino, estrae una pistola e stermina la commissione d’esame.
Unico sopravvissuto è il professor Andrea Marescalchi, insegnante di storia e filosofia, che raccoglierà la sfida dell’omicida e si assumerà il compito morale di arrivare alla verità sulla tragedia.
Un motivo per leggerlo: Elegante, sottile, raffinato, questo libro costituisce un’attenta analisi dell’ambiente scolastico, delle sue dinamiche, delle sue pecche.
Un motivo per non leggerlo: Alcune parti possono sembrare, ad una prima
lettura, superflue ai fini del racconto e rallentano il ritmo narrativo.
Paola Fossa, 17 anni, Genova
LETTURE
LO STRANIERO
Autore Albert Camus Editore Bompiani
Prezzo 7,00 euro Dati 176 pagg.
Algeri, anni ’40. Monsieur Meursault conduce un’esistenza del tutto normale tra il lavoro in ufficio, la
relazione con Marie, qualche serata in compagnia
dell’amico Raymond. Uno sfortunato giorno, Raymond e
Meursault passeggiano sulla spiaggia, sotto il sole abbagliante, ma ecco che spuntano alcuni uomini che cercano
Raymond e inizia una rissa: un po’ per caso, un po’ per sfortuna, il protagonista uccide un uomo... Considerato da molti un vero e proprio capolavoro, quest’opera di Camus è segnata dall’estraneità del protagonista-narratore alla sua stessa vicenda: è lui
lo straniero, che osserva ogni evento della sua vita con fatalismo e quasi con
disinteresse. Fino alle estreme conseguenze.
Un motivo per leggerlo: non è difficile riconoscere nel protagonista una parte più o meno nascosta di noi stessi.
Un motivo per non leggerlo: se non vi piacciono i romanzi esistenzialisti.
P. F.
COME MIO PADRE HA
DICHIARATO GUERRA
ALLʼAMERICA
di Nick Mamatas
Un pamphlet provocatorio,
una satira ben costruita in
cui il protagonista,
Daniel Weinberg,
trasforma il nano da
giardino in un ordigno
nucleare e dichiara
l’indipendenza della sua
villetta. Nasce così lo stato
di Weinbergia, nuova stella
del firmamento Usa. Mentre
poliziotti, Fbi e Guardia
nazionale circondano la
casa, la neonazione è
invasa da spianati, ex freak,
sconsolate a caccia di
marito, assatanate in cerca
di sesso e figli dei fiori
ormai attempati che
chiedono asilo politico.
Una favola politica che
mescola Aristofane,
Salinger, Vonnegut e l’11
settembre.
Editore: Cargo
Pagine: 173
Prezzo: 13.50 euro
IL MANGIATORE
DI PIETRE
di Davide Longo
In una fredda sera di
settembre in una valle del
Piemonte, dalle acque
di un torrente affiora il
cadavere di un uomo.
A ritrovarlo è Cesare,
che tutti chiamano il
Francese. Nel suo passato
la giovinezza a Marsiglia,
il carcere, il ritorno
nella valle lasciata da
bambino e un mestiere
antico ereditato dallo zio,
fatto di risatine notturne,
silenzi, fatica. Il cadavere è
quello di Fausto, trentenne
iniziato giovanissimo da
Cesare al suo stesso
lavoro; la polizia indaga,
ma la valle e la sua
gente si chiudono
in un ostinato silenzio.
Editore: Marcos y Marcos
Pagine: 208
Prezzo: 14 euro
LA RESISTENZA
SPIEGATA A MIA FIGLIA
di Alberto Cavaglion
"Spiegare la Resistenza a
una diciottenne di oggi è
una missione impossibile.
La strada più sbagliata
che si possa immaginare è
quella della pura violenza,
del sangue dei vinti e dei
vincitori. Considera quanto
stai per leggere come uno
straordinario passaggio di
libri dalle mie mani alle
tue… in mezzo a tanti
nipotini di Dracula cantori
del sangue dei vinti o del
corpo di Mussolini,
io preferisco parlarti
della guerra contro i libri
che non fu meno cruenta".
Editore: Cargo
Pagine: 140
Prezzo: 10,00 euro
IL COMMISSARIO
INCANTATO
di Maurizio Matrone
Un giovane commissario
appena promosso per meriti
letterari scrive all’amica
Wilma, perché si distragga
un po’. Wilma
è partita prima del tempo
per la sua nuvola in
paradiso, e non può più
viaggiare tra i libri, come
tanto amava fare nella sua
libreria, sulla Terra.
Il suo amico commissario le
racconta avventure
esilaranti che gli sono
capitate prima
e dopo essere entrato in
polizia. Avventure recenti
vicinissime, nello spirito,
a fatti accaduti a Milano,
a un giovane scrittore,
novant’anni prima…
Editore: Marcos y Marco
Pagine: 224
Prezzo: 14,50 euro
INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO
49
Regia Steven Spielberg
Cast Harrison Ford, Karen Allen, Cate Blanchett, Shia LaBeouf, John
Hurt, Ray Winstone, Jim Broadbent Anno USA 2008
Il vecchio Indi è tornato, pronto a risolvere nuovi enigmi archeologici da cui dipende l’esistenza dell’intera
umanità. Peccato che stavolta lo faccia in un film insulso. Gli altri tre capitoli della serie mescolavano abilmente
realtà e fantasia, avventura e romanticismo, creando un eroe
buono ma un po’ cafone, coraggioso ma mai del tutto onesto
e disinteressato. Questo quarto episodio cerca di rilanciare l’archeologo-avventuriero giocando anche sull’invecchiamento del
personaggio, oltre che dell’attore. Il problema é che la storia é del tutto confusa e improbabile, e da metà film in poi si è costretti a rinunciare a capirne i nessi e gli sviluppi. Tutto si risolve in una specie di caccia al tesoro sconnessa, cui
partecipano personaggi mal delineati e talvolta anche un po’ fastidiosi nella banalità delle loro gag e dei loro tratti.
Un motivo per vederlo: gli effetti speciali, che però da soli non risollevano
certo il quadro generale.
Un motivo per non vederlo: ne occorrono altri?
Michele Barbero, 20 anni, Pinerolo (To)
CINEMA
Questo libro non è l'autobiografia di Giovanni Allevi.
Il filo conduttore delle 218 pagine è la dichiarazione
d'amore alla "strega capricciosa" che ha monopolizzato la sua vita: la musica, che ha sempre preteso da lui dedizione assoluta. Per lei Allevi ha lavorato come cameriere,
come supplente, ha distribuito volantini sui navigli milanesi. È veramente strano che dopo tutta la tirannia impostagli
dalla “strega” lui sia ancora lì a ringraziarla; questo perché
attraverso la sua ispirazione ha potuto esprimere emozioni e sentimenti oltre la barriera delle parole. Dopo averci stupito con la padronanza della tastiera del pianoforte, l’artista marchigiano ci dimostra di essere abile anche
sulla tastiera del computer.
Un motivo per leggerlo: un racconto che intreccia la vita di tutti i giorni con
la filosofia e con la musica in una chiave di lettura del tutto innovativa e più
coinvolgente.
Un motivo per non leggerlo: per apprezzare lo spirito del libro dovreste conoscere già la musica di Allevi.
Marco Bevilacqua, 18 anni, Roma
novità in
LIBRERIA
CALIFORNIA REPUBLIC
di Robert Delirio
Robert Delirio è un veterano della scena hardcore italiana, grazie alla sua militanza negli Atrox. E
questo si sente nel suono del suo nuovo mini-Cd,
California Republic. Il sound è una ricerca di bit erratici,
come Robert stesso afferma. Sopra un tappeto ritmico
elaborato al computer e di matrice techno, il nostro impianta gli elementi classici del punk d'annata: linee melodiche semplici, alta velocità, una certa ironia di fondo, temi sociali e cantato in italiano. Il suono prende a piene mani dagli inglesi Damned, mentre la
base elettronica dona un tocco danzereccio che alleggerisce il tutto. Il sound
è scarno ed agile, il che rappresenta un bene e un male: se da un lato rende
il disco più vintage e caratteristico, dall'altra talvolta viene a mancare una certa potenza sonora. Il mini-Cd è reperibile su www.robertdelirio.com
Un motivo per ascoltarlo: California Republic rappresenta un modo diverso
dal solito di fare punk rock.
Un motivo per non ascoltarlo: È un disco difficile da capire per chi non è solito ascoltare questo genere.
Andrea Gessa, 18 anni, Tempio Pausania
MUSICA
LA MUSICA IN TESTA
Autore Giovanni Allevi Editore Rizzoli, 2008
Prezzo 15,00 euro Dati 218 pagg.
novità in
LIBRERIA
VIVA LA VIDA OR DEATH AND ALL HIS FRIENDS
dei Coldplay
Dopo tre anni di silenzio, i Coldplay tornano alla ribalta con un disco prettamente elettro-pop. Life in
technicolor ne è la prova: pezzo strumentale che dura poco più di due minuti, regala un senso d’armonia e di
pace fantastico. Il primo singolo, Violet hill, è in classico stile Coldplay: inizio al pianoforte, ritmo travolgente e una chitarra quasi violenta, proprio in stile Brian Eno. Lost! è il brano sul quale si basa
tutto il disco: qui tastiere e organi hammond padroneggiano. Pop melodico di
incredibile qualità, così come la splendida 42. Per raggiungere l’apogeo del disco bisogna aspettare però una quarantina di minuti, quando inizia Death And
All His Friends, closing-track dell’album.
Un motivo per ascoltarlo: con l’aiuto dell’audio-tecnor Brian Eno, la band
sembra essere giunta ad un punto di svolta.
Un motivo per non ascoltarlo: l’influenza degli ultimi Queen fa sì che il sound sembri più commerciale rispetto a quello degli inizi.
M. B.
Z a i. n e t è p e r i l d i r i tt o d i c r i t ic a … v o t a, c o n s i g l i a , s t ro n c a f i l m , l i b r i , m u s i c a e a l t r o s u i s i t i w w w. z a i . n e t e w w w. s t r o n c a . n e t
MUSICA
LETTURE
48
Recensioni
CAMPIONI:
56
Alessandro Tonolli
COSTUME
& SOCIETÀ
60
NEL GIOCO DELLA MORRA CINESE SUL SASSO VINCE IL FOGLIO.
CREDI ANCHE TU CHE LE PAROLE POSSANO CONTRIBUIRE A SPEGNERE L'AGGRESSIVITA'?
CHE ABBASSARE I TONI NON SIA UN GESTO FUORI MODA?
"SFERRA UN CONGIUNTIVO" E' LA NOSTRA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE CONTRO LA VIOLENZA
spazio offerto da Mandragola Advertising S.r.l.
LE SOLE 24 ORE:
attenti ai tranelli
del marketing!
52
Opportunità
SCONTI SUI TRASPORTI,
NEI RISTORANTI, NEI
NEGOZI DI GRANDI
FIRME: LA CARTA
GIOVANI CONSENTE
AGLI UNDER 26 DI
GODERE DI MOLTI
VANTAGGI IN ITALIA E
ALL’ESTERO. QUANTO
COSTA? NULLA SE ABITI
NEL LAZIO
IL MONDO
IN UNA
TESSERA
di Martina, 19 anni
Roma
vere meno di 26 anni può essere molto conveniente quando si
sa come utilizzare le risorse giuste; una di queste è la Carta Giovani della Regione Lazio, tessera personale che permette al titolare di accedere a svariate convenzioni e agevolazioni. Viaggi, formazione, sport, divertimento: questa Carta nasce per consentire ai
giovani di accedere in modo più facile – e soprattutto più economico – a tutte le possibilità, culturali e non, presenti sul mercato.
A
Tanti sconti a costo zero
A differenza della Carta Giovani nazionale, che ha un costo, seppure
basso, quella realizzata dalla Regione Lazio è gratuita per tutti i ragazzi tra i 14 e i 25 anni che vivono entro i confini laziali.
Questa non è l’unica peculiarità della carta in versione regionale: sono
state stipulate convenzioni pensate proprio per i giovani che abitano
in questa zona, dalle tariffe ridotte per eventi promossi dalla Regione
a quelle per i trasporti. Il venerdì e il sabato, per esempio, è possibile
viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici regionali all’interno dell’area
53
Ma dove si fa?
Per ricevere la Carta Giovani
Regione Lazio è sufficiente recarsi
con un documento di identità valido e
una fototessera presso gli uffici del
proprio Comune. Se il tuo Comune
non ha aderito allʼiniziativa puoi
Cittadini d’Europa
prenotare la presenza di uno dei dieci
La tessera distribuita dalla Regione Lazio, infatti, è riconosciuta in 40
camper itineranti messi a disposizione
paesi in Europa, comunitari e non, per un totale di oltre 200mila pundalla Regione per la distribuzione
ti convenzionati; questo perché la Carta Giovani fa parte del circuito
della Carta; per far arrivare il servizio
internazionale Euro<26, che ha l’obiettivo di creare una rete di opnel centro in cui abiti invia una e-mail
portunità per i ragazzi provenienti da tutto il continente, dando cona [email protected] o contatta
cretezza al concetto di cittadinanza europea. Viaggiare così diventa
la struttura Politiche in favore dei
più semplice, inoltre particolari accordi sono stati fatti anche per rengiovani al numero 06-51685790.
dere più accessibile l’apprendimento delle lingue straniere.
A Roma sono molte le sedi
Con la Carta vinci
in
grado di rilasciarla, tra cui
Ecco i paesi in cui la
Le convenzioni non sono l’unica possibilità offerta ai
anche
i centri
Carta Giovani
soci della Carta Giovani: concorsi e focus group riInformagiovani
Regione Lazio può
servati agli iscritti mettono in palio biglietti per con(www.informagiovaniroma.it);
essere utilizzata:
certi, spettacoli e partecipazioni a numerosi eventi.
per conoscere il punto di
Lo scorso agosto, per esempio, i due ragazzi vinciAustria, Andorra,
ritiro più vicino a casa tua
tori del contest per video-maker organizzato da
Belgio, Bielorussia,
basta telefonare
Yks Tv e Carta Giovani sono partiti per Budapest
Bulgaria, Cipro,
allʼassociazione Carta
nella veste di inviati speciali allo Sziget Festival
Croazia, Estonia,
Giovani, 06-64960345.
2008; sul palco, con la telecamera in spalla per doFinlandia, Galles,
cumentare il mega-concerto, hanno potuto vedere
Irlanda, Irlanda del
l’esibizione di artisti di fama internazionale come
Nord, Inghilterra,
Alanise Morissette, Iron Maiden, Rem e Sex Pistols.
Italia, Liechtenstein,
Partecipando ad altri concorsi invece, questa estaLituania,
I requisiti
te alcuni hanno assistito gratuitamente ai live di
Lussemburgo,
Vasco Rossi o al festival Dissonanze.
Macedonia, Malta,
Per entrare in possesso
Insomma ce n’è per tutti i gusti, e non solo musiMoldova,
della
Carta Giovani Lazio
cali: il 30 settembre 2008 è l’ultimo giorno utile per
Montenegro,
Olanda,
basta
avere tra i 14 e i 25
prendere parte alla gara internazionale di creatività
Polonia, Portogallo,
anni (la tessera resta
indetta dall’European Youth Card Association.
Repubblica di San
valida fino al
Chi saprà creare il logo in grado di rappresentare
Marino,
Repubblica
compimento
dei 26 anni)
meglio questo organismo riceverà 5mila euro.
Slovacca,
Repubblica
ed
essere
residenti o
Per essere sempre informati sulle ultime opportuCeca, Romania,
anche solo domiciliati
nità basta iscriversi alla newsletter di Carta GiovaRussia, Serbia,
allʼinterno del territorio
ni o controllarne i siti ufficiali (vedi box).
Slovenia, Spagna,
regionale.
Scozia, Svezia,
Svizzera, Ucraina,
SUL WEB:
Ungheria.
extraurbana. A questo si aggiungono sconti concordati con alberghi e
ostelli e con musei di interesse regionale e locale, ma anche ulteriori
agevolazioni per promuovere la formazione e l’inserimento lavorativo,
soprattutto nell’ambito delle opportunità offerte dai programmi.
www.cartagiovani.it www.euro26.org [email protected] www.myspace.com/128816904
54
Scienza e tecnologia
CHIST'È 'O PAESE
RECITA COSÌ UNA
FAMOSA CANZONE
NAPOLETANA. E
ALLORA PERCHÉ
STIAMO
ACCUMULANDO UN
RITARDO GROTTESCO
NELL’UTILIZZO DELLA
FONTE RINNOVABILE
PER ECCELLENZA
RISPETTO, PER
ESEMPIO, A PAESI
CON LATITUDINI
MOLTO MENO
FAVOREVOLI DELLE
NOSTRE? ECCO LE
PREVISIONI DEL
PRIMO FESTIVAL
DELL’ENERGIA
55
D' 'O SOLE
Per quanto riguarda
l’oggi, le fonti rinnovabili non
sono assolutamente in grado
di sostituire completamente
le fonti fossili
di Matteo, 20 anni
Roma
a mania dei festival dilaga e, dopo la letteratura, la filosofia e la scienza tocca anche all’energia. Lo scorso maggio scienziati, ma anche
comunicatori ambientali, giornalisti e scrittori si sono dati appuntamento a Lecce per il primo festival
dell’Energia, un’occasione per portare all’attenzione
del pubblico temi cruciali come il risparmio energetico e le fonti rinnovabili. La notizia positiva? Entro
il 2050 anche in Italia potremo contare su un’avanzata tecnologia solare, ma di quello che dobbiamo
fare nel frattempo abbiamo parlato con Emilio Conti, docente allo Iulm di Milano e membro del comitato scientifico del festival.
Quali sono state le novità emerse dall’evento in termini di contenuti ma anche in termini di forma?
«Sicuramente la novità del festival è stata in primo
luogo quella di togliere il tema dell’energia dalle sale
dei convegni degli addetti ai lavori per portarlo alla
gente. Gli argomenti - dalle energie rinnovabili al nucleare, all’energia elettrica – sono stati discussi in termini abbastanza semplici e comprensibili a tutti. Non a caso il titolo della manifestazione era “L’energia spiegata”».
Che tipo di riscontro ha visto nei non addetti ai lavori?
Come quantità di pubblico, come atteggiamento verso l’argomento…
«Mah, direi sicuramente di interesse e curiosità. Tanto per fare
qualche numero avevamo, oltre ai dibattiti, agli incontri con
scienziati ed esperti del settore, anche delle mostre interattive
visitate da più di tremila persone. Per fare un bilancio, trattandosi di un argomento nuovo, difficile, direi che questa prima edizione ha avuto un buon successo».
So di farle una domanda forse abbastanza difficile, ma ci può
raccontare come era composto il pubblico, che tipo di persone
andavano ad assistere al convegno?
«Molto eterogeneo. Se parliamo dei dibattiti, era sicuramente
un pubblico adulto e giovane, composto di studenti di fine liceo e università; se parliamo delle mostre, sono state visitate
da tantissimi ragazzi, anche delle scuole elementari e delle medie. Per cui, comunque, un interesse abbastanza trasversale».
Quello dell’energia e della salvaguardia dell’ambiente naturale
è forse uno dei temi più caldi degli ultimi anni, però si può notare come nella sua trattazione ci siano atteggiamenti molto
eterogenei: si va dal catastrofista totale a quello che dice che
non sta cambiando niente. Qual è la sua opinione a riguardo?
«Lei ha parlato dei due estremi e all’interno ci sono una gamma di posizioni intermedie. Anche all’interno del festival noi
abbiamo cercato di dare una visibilità alla pluralità di voci,
senza dare preminenza ad una teoria piuttosto che all’altra. È
L
difficile riuscire a dire se ha ragione uno o ha ragione l’almancanza di attenzione, e su questo le amministrazioni
tro. Forse, come in tutte le situazioni, la verità sta nel mezcentrali o locali potrebbero impegnarsi in campagne di inzo. È innegabile che gli effetti dell’attività umana sul noformazione ad hoc. Altro discorso, in parte sempre legato
stro ambiente ci siano; per quanto riguarda il mondo delall’informazione, è la diffidenza verso gli impianti eolici e
l’energia, bisogna arrivare anche lì a non essere estremigli impianti fotovoltaici: in Italia stiamo assistendo a
sti né in un senso - no, bisogna fare tutto col rinnovabile
un’opposizione generalizzata verso qualsiasi cosa che non
- né nell’altro - no, il petrolio durerà per sempre. Per cui
si conosca. E anche questo necessita comunque di inforprobabilmente, almeno fino a quando non si troverà una
mazioni che devono venire sì dalle amministrazioni pubnuova fonte che sia anche economicamente sostenibile,
bliche, ma anche dai soggetti che costruiscono o vogliobisogna puntare a un mix delle diverse fonti possibili».
no gestire questo tipo di impianti».
A proposito dell’energia elettrica, uno dei dati ricorrenti
Proprio a questo riguardo l’ultima domanda: l’Italia sta
nella comunicazione su questo argomento è la responcercando di marginalizzare il comparto fossile della prosabilizzazione del cittadino. Fino a che punto possiamo
pria bilancia energetica, questo però incontra diverse difcontarci davvero, visto che poi anche le stime sulla efficoltà e soprattutto si muove su due strade, una abbafettiva possibilità di educare l’intera popolazione a un
stanza incerta come quella delle fonti rinnovabili - di cui
consumo responsabile sono abbastanza caute?
non si crede ancora allo stato attuale che possano sosti«Una delle cose che noi pensiamo e che è emersa abbatuire in toto i fossili - l’altra è quella, aborrita dai più, del
stanza chiaramente dai vari dibattiti al festival è che il rinucleare. Quali sono le prospettive di sviluppo di questi
sparmio energetico - quello che ognuno di noi può nel
due settori in Italia e, soprattutto, perché la politica ha posuo piccolo effettivamente fare - non è poi così marginasto la questione del nucleare in maniera così sbrigativa?
le. E questo è abbastanza in linea anche con il progetto
«Per quanto riguarda l’oggi, le fonti rinnovabili non sono
dell’Unione Europea del “20, 20, 20” entro il 2020, e cioè
assolutamente in grado di sostituire completamente le fonbisogna ottenere il 20% di riduzione dell’emissione di
ti fossili. Quanto al discorso del ritorno al nucleare è una
CO2, il 20% di energia rinnovabile, fino al 20% di risparcosa che vedo realisticamente molto difficile: se non si rimio energetico in più. Ognuno di noi, anche con pochi acesce a fare una pala eolica, figuriamoci una centrale nucorgimenti, riesce a contribuirvi e se moltiplichiamo lo
cleare. Dal festival è emersa abbastanza chiaramente la
sforzo di uno per tutta la popolazione, facciamo solo l’etendenza di andare verso la fonte rinnovabile per eccelsempio della popolazione italiana, ragioniamo su 50 milenza che è l’energia solare. L’ipotesi più verosimile è che
lioni di persone».
si possa arrivare ad una tecnologia solare matura tra il
So che la domanda può risultare quasi comica, ma l’Ita2040 e il 2050. Da oggi ad allora bisognerà adottare un
lia nel conseguimento degli obiettivi del 2020 fissati dalmix di fonti che vedono probabilmente le rinnovabili in crel’Unione Europea a che punto è?
scita, ancora una quota di fonti fos«Sono appena stati fissati, ma cresili sempre in diminuzione e probado che l’impresa più ardua sia
bilmente anche una quota di nucleaIl ritorno al nucleare re. Che quest’ultimo punto si debba
quella che riguarda la riduzione
è una cosa che vedo
dell’emissione di CO2».
realizzare in Italia o fuori dall’Italia è
Qual è l’effettivo potere che hanno
ancora da vedere».
realisticamente molto
i vari governi nazionali su questo
difficile: se in Italia non
tema? Per spiegare meglio la dosi
riesce a fare una pala
manda posso citare due esempi all’opposto. Andiamo in Germania,
eolica, figuriamoci una
dove il governo Schroeder varò nel
centrale nucleare
2000 un piano molto ambizioso di
formazione per professionisti della
coibentazione e dell’installazione di pannelli solari che
sta dando risultati positivi dal punto di vista economico.
Tornando nel nostro paese, diverse amministrazioni locali si sono opposte all’installazione delle pale per l’eolico, penso alle coste della Sardegna o della stessa Puglia dove si è tenuto il festival. Qual è
l’effettiva possibilità di assunzione di un
ruolo guida da parte dei governi senza l’aiuto di privati, di interessati
al settore economico?
«Lei ha citato due cose abbastanza diverse. Sicuramente
c’è un discorso di formazione e
informazione che è alla base del
conseguimento di una maggiore cultura ambientale da parte di tutti i cittadini.
Spegnere una lampadina quando si esce da
una stanza non è un gesto che costa fatica
è solamente, spesso, una questione di
56
Risultati Test
Campioni
UN “TONNO” DI TALENTO
per ogni risposta A:
1 punto - per ogni risposta B: 2 punti - per ogni risposta C: 3 punti
foto: grazianeri
ABBIAMO INCONTRATO UNO DEI GRANDI
PROTAGONISTI DEL BASKET ITALIANO,
ALESSANDRO TONOLLI, CAPITANO
DELLA VIRTUS ROMA
Punteggio:
Sarete famosi? (pag. 19)
57
di Flavia Lo Presti, 17 anni, e Saverio Rutigliano, 16 anni
Liceo scientifico “Avogadro” - Roma
este la maglia della Virtus Roma da ben quattordici anni, un vero record per un giocatore di basket. Un sodalizio sportivo che
continuerà per un altro biennio, con grande soddisfazione dello
stesso capitano, ma anche dei tifosi e dei compagni di squadra. Tonolli,
o Tonno come affettuosamente lo chiamano, ha risposto alle nostre domande al termine di un campionato duro ma ricco di soddisfazioni.
Il basket italiano, visti i recenti risultati, si sta affermando o sta perdendo il
suo ruolo di preminenza in campo europeo?
«Si sta sicuramente affermando, basti pensare che quest’anno alla Finale a quattro di
Eurolega c’era una squadra italiana. Ma sempre più sta guadagnando un ruolo di primo piano anche oltre oceano: in Nba giocano Bargnani e Belinelli e solo ieri è stato scelto nel draft Danilo Gallinari».
Come si trova con un allenatore come Jasmin Repesa rispetto ai precedenti? Le
ha saputo fornire insegnamenti utili dal punto di vista cestistico ed emotivo?
«Repesa è un grandissimo allenatore, basta guardare tutto quello che ha
vinto, e quest’anno è riuscito a portarci in finale scudetto nonostante una
stagione molto difficile in cui ci sono stati tanti infortuni e cambi di
giocatori. È un grande motivatore, forse è questa la caratteristica che
più di tutte le altre lo contraddistingue. Devo ammettere, comunque, di essermi trovato sempre bene con i miei allenatori, di
ognuno conservo un buon ricordo e da ognuno ho imparato
qualcosa».
Che cosa ha significato l'esperienza in nazionale?
«Vestire la maglia della nazionale è sempre un piacere, già
solo rappresentare il tuo Paese anche in una amichevole è
un grande onore».
Tra le giovani promesse del basket italiano chi ritiene sia
in grado di ricoprire un ruolo di primo piano in futuro?
«A parte Bargnani e Belinelli che già sono approdati negli Stati Uniti, può sembrare scontato dire Gallinari:
credo che sia un grandissimo talento, certamente in
grado di ambire a un ruolo da protagonista».
Che tipo di rapporto ha con i tifosi, si sente maggiormente sostenuto o criticato?
Nato a Caprino Veronese il 25 giugno
«Ho un bellissimo rapporto con i tifosi. Mi hanno
1974, Tonno è alto 202 cm e pesa 99 kg.
sempre dimostrato grande affetto e mi sostengono anche nei momenti più difficili».
Ha esordito il 20 novembre 1994 con la
Com’è la giornata tipo di un atleta? C’è posto per gli
maglia della Teorematour Roma in casa
hobby? Quali?
contro Treviso. Ha vestito anche la maglia
«Ci alleniamo tutti i giorni, a seconda degli impegni
della nazionale. Nel 1996 è giunto quinto
e delle gare in programma anche due volte al giorno.
Quando si gioca sia per il campionato italiano sia per
con la Nazionale Under 22 agli Europei
Eurolega, tempo per sé ce n’è davvero poco, oltre ad aldi
categoria. Nel 2000 con l´ADR Roma
lenarti sul campo e in palestra, sei spesso in viaggio.
ha conquistato la Supercoppa, nel 2006
Quando ho un po’ di respiro, però, mi piace molto guardare i film, andare al cinema e dedicarmi al giardinaggio».
è stato finalista di Coppa Italia e
V
quest'anno ha contribuito a riportare a
Roma, dopo 25 anni, la finale scudetto.
Da 5 a 8 punti:
Marta la Cornacchia
Da 9 a 12 punti:
A chi tocca ‘nse ingrugna
Da 13 a 15 punti:
Ok, Mauro Petrarca è un cialtrone e la
sua “ballata” è una porcheria… ma
ogni tanto bisogna prendersi un po’ in
giro e farci quattro risate! E poi alla fine, dai… provarci non costa niente –
perciò rendiamo almeno onore ai nostri Mauro e al buon Tennis Fantina
(chi?), anche se non fanno poi così ridere, che almeno hanno creduto nel
loro sogno fino a rendersi persino ridicoli! Che poi se Amici e le altre porcate della De Filippi sono tv spazzatura non è manco tutta colpa loro, no?
Dice un antico proverbio della città
eterna – che in questo caso può anche significare che emerge chi ha talento ed è inutile accanirsi con l’idea
di fare l’attore o il cantante quando
magari si può riuscire bene in mille
altri campi. Questo voi lo avete capito, per quanto la carriera nel mondo dello spettacolo possa essere seducente, e comunque c’è poco da fare – non si emerge coi talent show
perché trasmissioni del genere sono
spazzatura allo stato puro!
E allora alziamo le mani – se uno
pensa che solo tramite la notorietà
si possano realizzare le proprie
aspettative… beh, chi siamo noi altri per giudicarlo? Magari sapere infilarsi un pugno chiuso nella narice
non è il massimo, ma almeno dobbiamo riconoscere che l’entusiasmo
non vi manca. E per quanto la ricerca della notorietà possa essere
una cosa vana è anche bello pensare che ci sono ancora persone capaci di crederci.
Illuso?
58
Alimentazione
POTER GUSTARE IL LATTE
SUBITO DOPO LA MUNGITURA,
COME LO BEVEVANO I
NOSTRI NONNI. SOLO CHE UN
TEMPO SI ANDAVA IN
CASCINA, OGGI AL
DISTRIBUTORE AUTOMATICO.
ECCO UN'INNOVAZONE CHE
FA BENE AL PALATO,
ALL'AMBIENTE E ANCHE AL
PORTAFOGLI
?
IL LATTE
LO compro
ALLA SPINA
di Maria Elena Buslacchi, 20 anni
Genova
occuparci della spesa in casa non siamo certo noi e, quindi, il problema dell'aumento di
prezzo di un genere di prima necessità come il latte non ci riguarda; tuttavia, abbiamo
deciso lo stesso di mettervi al corrente della possibilità di comprarlo alla spina perché,
se non ci guadagneranno direttamente le vostre tasche, il palato, quello sì, ne trarrà un sollievo immediato. Da un po’ di tempo, infatti, il latte torna ad essere comprato e consumato
subito dopo la mungitura, attraverso una distribuzione rapida e diretta. Il latte “vero”, come
lo bevevano i nostri nonni, finisce dritto in frigorifero, senza passare dalla centrale. In passato vietata per motivi sanitari, la vendita di latte alla spina ha conosciuto da qualche tempo a
questa parte un vero e proprio boom e ha visto, quindi, il moltiplicarsi dei distributori automatici. Siamo giunti a quota 636 in Italia: in testa sono le province di Milano e Brescia, che
ne possiedono 56, seguono a ruota Torino (44), Bologna (43) e poi Treviso, Como, Mantova,
Verona, Varese, Roma, che si attestano tutte sulla ventina abbondante. Il sistema è molto semplice: si inserisce la moneta nel dispenser e il beccuccio eroga il latte nella bottiglia, comprata in loco o portata direttamente da casa (riutilizzare sempre la stessa bottiglia consente di
produrre molti meno rifiuti). In alcuni casi vengono addirittura consegnati kit informativi per la
produzione casalinga di yogurt o di formaggi primo sale con il latte acquistato.
Ma quali sono le sostanziali differenze dal latte comune?
Innanzitutto il sapore, più naturale e genuino. Essendo ricco di grasso non omogeneizzato, risulta più saporito del latte confezionato. Il latte crudo non subisce trattamenti termici di pastorizzazione o sterilizzazione né omogeneizzazione, ma, una volta munto alla stalla, prima del-
A
Qualche consiglio
la distribuzione viene soltanto filtrato e refrigerato, cioè portato a una temperatura
compresa tra 0 e 4°C. Nulla a che vedere
Ecco alcuni suggerimenti utili da tenere presenti
con il latte impoverito dai trattamenti di
quando si acquista il latte “crudo” da un
centrale, come spiega William Campbell
distributore automatico
Douglas, stimato medico americano e autorità riconosciuta nel campo dei latticini:
«Oggi la nostra più grave perdita agricola è
Non badate ai luoghi comuni
dovuta all’insensata distruzione del latte
Non fatevi spaventare dallo scetticismo o dai timori
fresco attraverso la pastorizzazione, l'ultracomunemente diffusi sul latte crudo: la digeribilità è la
pastorizzazione (UHT) e adesso l'ultra-pastessa
del latte pastorizzato. Se consumato fresco,
storizzazione ad alta temperatura, che tranon c'è nessuna differenza tra un genere di latte e l'altro.
sforma un grande alimento in una bevanda
bianca all’aroma di latte, nutriente più o
meno come il latte di magnesia».
Attenzione alla temperatura
Il latte alla spina conserva tutte le proprietà
del distributore
nutritive che possiede al momento della
Controllate sempre la temperatura dei distributori
mungitura ed è quindi più ricco di proteine e
prima di acquistare il latte crudo: il prodotto deve
vitamine. In realtà però, rivela una recente
essere conservato tra 0 e 4°C. Se il termometro riporta
analisi, non sussistono evidenze scientifiche
a riprova dei benefici che l'organismo umano
una diversa temperatura, o se non è esposta nessuna
può trarre dal consumo di questo prodotto riindicazione, rivolgetevi direttamente al venditore.
spetto a quello pastorizzato. Proteine e vitamine sono sì conservate meglio allo stato naDa consumarsi in un paio di giorni
turale, ma non sono presenti in quantità tali
Evitate di tenere troppo a lungo fuori dal frigo il latte
da poter rappresentare una differenza significrudo e, comunque, non consumatelo a più di due
cativa rispetto al latte pastorizzato. Il latte
crudo resta un ottimo prodotto dal punto di
giorni dall'acquisto, se non dopo averlo fatto bollire
vista nutrizionale, ma occorre ridimensionare
preventivamente. In ogni caso, mediamente, il latte
il paragone con il latte “comune”.
crudo bollito a casa costa pur sempre meno di quello
Restano indubbi altri vantaggi: evitando
della centrale comprato al supermercato.
inutili intermediazioni, il prezzo si abbassa:
un litro di latte crudo può costare anche
meno di un euro. E può essere acquistato
anche nelle misure di 20 o 50 cl, sempre attraverso il confezionamento istantaneo. Con questo sistema si favorisce il riutilizzo dei contenitori e così si limita la dispersione di plastica, vetro e cartone. Saltando molti passaggi di imbottigliamento e trasporto, inoltre, si contribuisce
a limitare il problema dell'inquinamento ambientale.
Quali gli svantaggi di questo prodotto? Essenzialmente il fatto che resta fresco meno tempo,
proprio perché non trattato. A fronte dei quattro o cinque giorni di durata del latte pastorizzato, quello crudo va consumato entro due giorni o altrimenti fatto bollire subito, per poi essere adoperato fino a cinque giorni dopo.
Nessun problema di digeribilità? Certo, ma non più di quanto già non accada con il latte trattato.
In ogni caso, il prodotto viene sempre controllato dai servizi veterinari di competenza. «L’interesse della gente c’è – spiega Mario Tonina, direttore della Federazione di Allevatori
Trento, pioniera dell'iniziativa – ma servono garanzie precise dal punto di vista igienico-sanitario. Un conto era quando si andava a bere il latte appena
munto in stalla, oggi i consumatori non sono più abituati a questo tipo di
latte». Grande qualità, quindi, ma attenzione a non esagerare. «Non dimentichiamo che il latte è un alimento, non una bevanda», ricorda il dottor Antonio Costa, responsabile del Servizio dietetica e nutrizione clinica
dell’ospedale Santa Chiara di Trento. «Certo – aggiunge – meglio un bicchiere di latte, anche crudo, invece di snack o merendine. Ma l’apporto nutritivo è diverso da quello per esempio di una Coca Cola, che è una bevanda. Se lo beviamo al pomeriggio, allora sostituisce la merenda».
Basta inserire la moneta e riempire
il proprio contenitore. Per conoscere il
distributore automatico più vicino, visitate
il sito internet www.milkmaps.com
59
60
Le Sole24ore
Le Sole24ore
Come
ti acchiappo
il LETTORE
SE TI
PRENDONO
PER IL
NASO
PROFUMI E FRAGRANZE
SAPIENTEMENTE SCELTI PER
CATTURARE E FIDELIZZARE IL
CLIENTE. UNA TECNICA NATA
NEGLI USA DIECI ANNI FA E
OGGI SEMPRE PIÙ DIFFUSA
ANCHE IN ITALIA
di Alice, 21 anni
Asti
ony ha scelto un aroma di vaniglia e mandarino per trattenere
la clientela nelle sue 36 boutique elettroniche sparse nel mondo. La catena degli Hotel Sheraton ha scelto un odore mixato di
gelsomino e chiodi di garofano ed i più importanti casinò di Las Vegas – Mandalay, Bellaggio e Mgm Grand – sono stati pionieri, dieci
anni fa, nel diffondere essenze mirate per le sale da gioco. I negozi
di diamanti De Beers si sono fatti creare una loro essenza esclusiva
per mettere a proprio agio la clientela. Gli Yankees, la celebre squadra di baseball di New York, ha la sua essenza “Driver”, che vende
anche alla tifoseria, a base di rabarbaro, pepe nero, pompelmo, lavanda, menta e bambù.
È questo il marketing olfattivo: la nuova frontiera delle strategie di mercato delle aziende. Il nostro naso è l'unico tra i cinque sensi che va direttamente al cervello senza intermediari e, di conseguenza, gli
odori sono potenti media che, grazie alla loro capacità di imprimersi a lungo nella memoria, si insinuano silenziosamente nelle preferenze del consumatore. Inoltre, non bisogna sottovalutare che questo senso lavora su un canale meno affollato, quindi più recettivo e maggiormente vicino all’istinto. I ricercatori hanno dimostrato che l’uomo è in grado di individuare e catalogare ben 10mila odori differenti ma soprattutto – ed è questa la cosa che interessa di più il mercato – sembra ricordare più gli odori che le immagini: gli esperimenti condotti indicano che a distanza di un anno un odore viene riconosciuto in modo nitido nel 65 % dei casi, mentre davanti a una foto non si va oltre il 50%.
Anche alcune grandi case automobilistiche hanno deciso di caratterizzare gli interni di alcuni loro modelli
attraverso fragranze e aromi particolari, diffusi tramite l’installazione nell’abitacolo di marchingegni erogatori più o meno sofisticati. Uno dei più recenti è quello impiegato dalla Citroën, che in dotazione al
nuovo modello C4 offre un diffusore di profumo da inserire nel sistema di ventilazione, disponibile in ben
nove diverse fragranze. La scelta dell’aroma è legata alle caratteristiche della propria personalità: menta
e muschio, gelsomino e mimosa, agrumi e passione per i più "vitali"; vaniglia, cannella e zenzero, ambra e legno di sandaloper i più "corsaioli"; fiore di loto, lavanda, ylang e bambù per i più "tranquilli".
Ma non solo automobili. In campo musicale sono stati evocativi i concerti del tour ”Capo Horn” di Jovanotti, durante i quali furono diffusi cinque odori differenti come sottofondo a cinque canzoni del repertorio del rapper.
Il marketing sensoriale, e più in particolare quello olfattivo, agisce in un modo che si può definire quasi magico, colpisce direttamente nell’animo, ha qualcosa di primitivo ed emozionale che la razionalità non può
domare e rimanda in un istante a situazioni già vissute e a sensazioni già provate. Ciò porta noi consumatori, attraverso l'immediata associazione parola-odore, a produrre pensieri onomatopeici e fortemente emozionali, come per alcuni bagnoschiuma di ultima generazione che fanno pensare: “Ah sì, è piacevole! Sembra l’odore dello zucchero filato che si compra durante le fiere paesane!”. È qualcosa di sottile che ci disgusta o ci fa innamorare, si insinua silenziosamente nelle nostre preferenze e diventa la pedina essenziale
nel giudizio su un ambiente, un indumento, su una portata al tavolo di un ristorante, su una persona.
S
CONTRATTI LEGITTIMI
E SCONTI REALI,
MA ANCHE UNA
TECNICA DI VENDITA
AI LIMITI DELLA
CORRETTEZZA.
FRA PROMOTER
AGGUERRITI E CLIENTI
DISTRATTI, IL
FENOMENO
MONDOLIBRI MIETE
LE SUE VITTIME ANCHE
TRA I PIÙ GIOVANI. IN
INTERNET IL TAM-TAM
DELLE PROTESTE
«
61
di Marina Marchese, 20 anni
Milano
Ti piace leggere?», è questa la frase ingenua che, passeggiando in molte città italiane, potrebbe esserci rivolta dai
giovani promoter di Mondolibri. È quello che è successo a Fabiana, 20 anni, di Milano, avvicinata nei pressi di Porta Romana. «Mi hanno letteralmente braccata – dice – Mi era già successo alcune volte a Roma, ma non mi ero mai
fermata per ragioni di tempo e perché non mi interessava». Il club del gruppo Mondadori ha la caratteristica di fornire
servizi e promozioni solo ai propri abbonati; a detta di Fabiana, “le offerte erano davvero convenienti”. «Era il periodo di
Natale – dice – e ho pensato che gli sconti mi avrebbero fatto comodo per acquistare qualche regalo. E così, dopo aver
fatto la tessera, ho comprato diversi libri, con sconti vantaggiosi. Poi non ci ho più pensato, finché qualche mese dopo
mi sono arrivati a casa dei volumi che non avevo richiesto ma che ho acquistato per non iniziare lunghe trafile».
In effetti, basta un piccolo viaggio in internet per scoprire che la situazione non è così cristallina come sembra: alla
voce “MondoLibri” si collegano decine di blog e richieste d’aiuto di clienti insoddisfatti. Le proteste si rivolgono soprattutto contro la condotta dei promoter, giudicata troppo spesso poco trasparente perché si possa trattare di casi
isolati e trascurabili. Nel mirino dei consumatori non tanto le condizioni contrattuali, quanto le modalità con le quali
vengono reclutati i nuovi abbonati: i procacciatori, secondo quanto corre sul web, tendono a omettere i dettagli, presentando quella di MondoLibri come una qualsiasi tessera a punti e non specificando l’obbligatorietà degli acquisti.
Il consumatore, in buona fede e forse peccando un po’ di negligenza, dà una scorsa al contratto e firma sulla base
delle dichiarazioni dell’interlocutore, persuaso della loro veridicità: convinzione che lo porta a non considerare neppure il diritto di recedere entro dieci giorni. In definitiva, i clienti spesso si accorgono del reale contenuto del contratto solamente all’arrivo del catalogo o addirittura nel momento in cui ricevono l’Offerta Premium (automaticamente inviata in caso di mancato ordine d’acquisto) assieme ad un sollecito di pagamento; a quel punto i dieci giorni
sono ormai scaduti e l’unica scelta è quella di adempiere agli obblighi contrattuali.
Ma che cosa può fare il consumatore che non ha esercitato il diritto di recesso entro dieci giorni? «Può agire in due modi – risponde Domenico Murrone dell’Aduc, l’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori – In primo luogo può sostenere davanti a un giudice che il promotore dell’offerta non l’ha informato di condizioni che, se note, l’avrebbero indotto a non firmare il contratto. Inoltre – continua Murrone – il consumatore può impugnare il caso davanti all’Antitrust;
il 21 settembre 2007 sono entrate in vigore le nuove norme sulle pratiche commerciali ingannevoli e aggressive e nello
specifico è considerata scorretta quella pratica ‘idonea a falsare il comportamento del consumatore’, ovvero ad alterare
la sua capacità di scegliere consapevolmente, inducendolo a prendere una decisione che non avrebbe altrimenti preso».
Affari di cuore
Vi sentirete affascinanti
per tutta la durata
dell’autunno grazie agli
effluvi positivi di Venere. I
single non faticheranno a
trovare l’anima gemella.
Amicizia & famiglia
Il nuovo anno scolastico vi
vedrà notevolmente più in
forma rispetto l'anno
precedente. Saturno vi aiuterà
a ottenere buoni risultati.
Consiglio
Il gattopardo di Giuseppe
Tomasi di Lampedusa.
21 maggio - 21 giugno
21 aprile - 21 maggio
Affari di cuore
Le conoscenze fatte in
estate saranno
apprezzabili in autunno e,
soprattutto, in inverno, quindi
non siate troppo tristi per la
fine delle vacanze.
Amicizia & famiglia
In famiglia riprenderà l’assillo
scuola: pensateci per tempo e
studiate dal primo giorno.
Occorre limitare anche le uscite
serali col gruppo.
Consiglio
Cortesie per gli ospiti di Ian
McEwan.
a cura di Cassandra
Affari di cuore
Attenti ai ritorni di fiamma
con le persone sbagliate,
se vi siete lasciati un motivo
ci sarà, no? Prudenza anche per
chi è in coppia da tempo, le
tentazioni sono sempre in agguato.
Amicizia & famiglia
Dopo gli stravizi estivi, è giunto
il momento di tornare a uno
stile di vita più regolare,
rinunciando anche a qualche
uscita notturna di troppo.
Consiglio
La solitudine dei numeri primi di
Paolo Giordano.
Affari di cuore
Qualche difficoltà in
agguato per il
sopraggiungere degli
impegni scolastici ed extra. Le
stelle vi esortano a non mollare,
questo è il vostro mese!
Amicizia & famiglia
Anche le amicizie appena nate
meritano dedizione, ma attenti
a non trascurare i primi compiti
e le interrogazioni. Un brutto
litigio in famiglia potrà rendervi
nervosi per buona parte del mese.
Consiglio
Cecità di J. Saramago.
Affari di cuore
Avete osato stuzzicando
una persona che proprio
libera sentimentalmente
non era, e adesso vi tocca
affrontare la situazione con
buon senso.
Amicizia & famiglia
Torna la vita di tutti i giorni:
iniziate a praticare uno sport di
gruppo e possibilmente all’aria
aperta per non perdere i
benefici dell’estate.
Consiglio
Gomorra di Roberto Saviano.
Affari di cuore
All’orizzonte cambiamenti
importanti sia per chi è in
coppia da tempo sia per i
single. Non abbiate paura,
affrontate tutto con coraggio ed
entusiasmo.
Amicizia & famiglia
Cercate di essere più diretti,
contribuirete alla serenità di tutti in
famiglia. La scuola inizia sotto i
giusti auspici, ma occorre impegno
per mantenere buoni i risultati.
Consiglio
Il percorso dell’amore di Alice
Munro.
Affari di cuore
Continuate a rincorrere la
persona che ormai da più
mesi fa battere il vostro
cuore all’impazzata. Sicuri che
ne valga la pena? Verso la fine
del mese, conoscenze
interessanti per i single.
Amicizia & famiglia
Troppo presi dalla vostra caccia
amorosa, rischiate di trascurare
le amicizie e i doveri domestici.
Anche la scuola non va messa
da parte.
Consiglio
Firmino di Sam Savage.
Affari di cuore
Dovreste imparare a
controllare meglio le vostre
emozioni, immaginando gli
effetti che potrebbero causarvi
comportamenti troppo impulsivi.
Amicizia & famiglia
Amate la solitudine, ma questo
non è un buon motivo per
ignorare chi ha bisogno di voi.
Di tanto in tanto, fate lunghe
passeggiate per schiarirvi le
idee.
Consiglio
Il cane di terracotta di Andrea
Camilleri.
Affari di cuore
Guardatevi dalle malìe di
sagittari e cancri,
potrebbero mettere a
repentaglio la stabilità amorosa
faticosamente conquistata.
Amicizia e famiglia
Maggiore autocontrollo serve
anche nella gestione delle
vostre finanze. Cercate di
essere più oculati anche nelle
uscite serali con gli amici.
Consiglio
La deriva di Sergio Rizzo e Gian
Antonio Stella
23 ottobre - 22 novembre
23 novembre - 21 dicembre
20 febbraio - 20 marzo
Affari di cuore
L’impulsività e la gelosia
hanno di nuovo
allontanato la persona del
cuore. Potreste provare a
chiedere scusa, sempre che
l’orgoglio ve lo consenta…
Amicizia & famiglia
Evitate di acquistare capi di
abbigliamento firmati, in
famiglia tutti fanno sacrifici non
certo perché siate poi voi a
scialacquare.
Consiglio
Margherita dolcevita di Stefano
Benni.
24 agosto - 23 settembre
Affari di cuore
Non siete mai stati
particolarmente avventati
nelle situazioni amorose,
ma Saturno nel segno potrebbe
donarvi un’insolita impulsività,
attenzione!
Amicizia & famiglia
Gli amici vi rimproverano di
mostrarvi distaccati e poco
allegri quando si sta in gruppo.
Forse è giunto il momento di
dedicare loro maggiore attenzione.
Consiglio
L’insostenibile leggerezza
dell’essere di Milan Kundera
23 luglio - 23 agosto
Affari di cuore
L’arrivo dell’autunno
porterà serenità nella
coppia e sarete pronti a
vivere week-end romantici in
compagnia del partner.
Amicizia & famiglia
Ottime possibilità di stare in
armonia con le persone che vi
piacciono di più. Ma è giunto
anche il tempo di mettervi sotto
con i libri e con i piccoli lavori
domestici.
Consiglio
Le poesie di Rainer Maria Rilke.
21 gennaio - 19 febbraio
22 dicembre - 20 gennaio
24 settembre - 22 ottobre
22 giugno - 22 luglio
21 marzo - 20 aprile
62
Oroscopo
spazio offerto da Mandragola Advertising S.r.l.