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Giornata missionaria diocesana
Sabato 21 ottobre alle ore 21
nella chiesa parrocchiale
di San Marcello
Veglia missionaria
presieduta dal Vescovo
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
ANNO LIV- N. 44
Voce sport
I luoghi
del volontariato
n ogni altra città o paese si possono incontrare tante persone che
trascorrono il tempo della mattina
o del pomeriggio in piazza per ritrovarsi con gli amici, chiacchierare
o passeggiare. Trascorrono così il
tempo libero che hanno riscoperto
con l’arrivo della pensione.
Sulla stampa si legge spesso, in questi giorni, del dibattito sull’età pensionabile, si scrive del nuovo ruolo
che dovrebbe avere nella società
chi è uscito dal mondo del lavoro,
magari nell’affiancare i giovani che
subentrano. Questi confronti sono
nuovi al nostro tempo e dovuti alle
più lunghe aspettative di vita di
ciascuno.
Il problema o, meglio, la risorsa è
come accompagnare gli uni alla
graduale uscita e gli altri all’inserimento.
In molte organizzazioni di volontariato, uomini e donne che hanno
raggiunto la pensione svolgono un
importante servizio nei diversi settori, assistenziale, culturale, ricreativo. Hanno scelto di donare il loro
tempo, di ricominciare da capo in
un nuovo progetto di vita.
Quante professionalità possono
essere d’insegnamento ai giovani e
utili agli altri? Quanta esperienza
di vita ferme in piazza? Donare
non ha confini e soprattutto età.
Riscoprire, stimolare i pensionati
facendoli partecipi di una società
che deve maturare in un interscambio tra generazioni, in cui non sia il
profitto il metro con cui misurare lo
sviluppo, ma la solidarietà che non
ha confini.
Appunto il valore della solidarietà
che deve entrare nel vivere quotidiano con l’esempio di chi il tempo
lo dedica all’altro, per ascoltarlo,
per farlo soggetto, operando un
avvicinamento in tutte le età che
esclude la massificazione, gli slogan,
aprendo un cammino di ricerca da
fare insieme, giovani ed anziani.
Questo partecipare può raggiungere
il significato mistico di condivisione,
di associarsi per obiettivi in cui la
dialettica tra generazioni aiuta a
capire l’avventura umana, spesa
fino alla fine, fino all’ultimo minuto,
in cui si può aprire e donare un
sorriso di speranza per coloro che
faticano e hanno bisogno nel continuare l’avventura della vita.
Facciamoci un regalo di Natale!
Pensiamo alla possibilità di dedicare del tempo ad una associazione
di volontariato; nel momento in cui
doniamo è un arricchimento anche
per noi, scopriremo di essere utili
e necessari e sicuramente anche
se ritorneremo a casa più stanchi
saremo più felici, perché con un
sorriso qualcuno ci ha ringraziato e
comunicato che la nostra presenza
è indispensabile per chi si trova
nell’indigenza per le difficoltà della
vita ed ha trovato una spalla su cui
appoggiarsi, un collaboratore di cui
fidarsi.
Remo Uncini
Euro 1
DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145
Editoriale
I
Settimanale d’informazione
inserto oikos
di Lucia Romiti e
Giuseppe Papadia
nel prossimo numero
Un desiderio
infintio dentro
al cuore
Lo sport a Jesi?
Una vocazione
9-12
Impôt repriséTassa riscossa Ufficio di Jesi
DOMENICA 17 DICEMBRE 2006
a cura dell’Oikos
Inaugurato l’archivio
parrocchiale
a Poggio San Marcello
di StefaniaVico
a jesi le telecamere di sat2000
Un viaggio
Sat 2000 è una tv sempre più facile
da incontrare. Otto anni di attività
sul satellite, non a pagamento, su
Hot Bird, così da poter essere vista
in tutto il continente europeo e
oltre. In Italia è inserita anche nel
bouquet base di SKY (canale 818),
ma molti suoi programmi sono
visibili senza parabola nè decoder
perchè ritrasmessi da varie emittenti
regionali e locali.
In questi giorni il giornalista
Antonello Carvigiani è a Jesi per
preparare il “viaggio” nella Diocesi
di Jesi che sarà trasmesso venerdì 22
dicembre alle ore 17,30.
Welby: non basta commuoversi di fronte alla sofferenza
Quale risposta può dare la bioetica?
S
alvo imprevisti, in questa settimana il
giudice dovrebbe pronunciarsi in ordine
alla richiesta di Piergiorgio Welby, colpito
da distrofia muscolare che da anni lo tiene inchiodato al suo letto, di autorizzare lo
stacco della spina per poter morire. Il suo
dramma ha richiamato l’attenzione di tanti
e, in primis, del presidente della repubblica
e del parlamento, perché il nostro fratello
malato è tenuto in vita esclusivamente con
i moderni mezzi meccanici sia per la respirazione che per la nutrizione. Ma i medici,
gli amici e la stessa moglie, nonostante la
loro infinita compassione, non assecondano la richiesta di Welby
perché il gesto verrebbe considerato come
un atto equiparabile
all’eutanasia, atto proibito dalla legge e dalla
coscienza umana. Così
questo dibattuto problema dell’eutanasia che si
intreccia con quello dell’accanimento terapeutico, si impone ancora
una volta alla nostra
coscienza di cittadini,
di fratelli e di credenti.
Come uscire da questo
dramma? Diciamo subito che la soluzione non
può e non deve essere
in termini di eutanasia, cioè provocando la
morte con dolcezza, per via artificiale, con
intervento esterno tramite un farmaco particolare. Soluzione inaccettabile nemmeno
se un domani lo dovesse permettere la legge, perché la legge non può e non deve mai
soffocare il diritto naturale alla vita. Diverso è il discorso se vogliamo analizzare il cosiddetto accanimento terapeutico.
***
Il gesuita Carlo Casalone, noto esperto di
bioetica, accetta la definizione dell’accanimento terapeutico come “ostinata rincorsa
verso risultati parziali a scapito del benes-
sere complessivo del malato; si adottano
cioè mezzi terapeutici sproporzionati e/o
troppo onerosi per il paziente stesso, per la
famiglia o per la collettività…Quindi nessuno è moralmente tenuto all’uso di tutte
le tecnologie disponibili che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e
penoso della vita”. Le moderne tecnologie,
applicate per scongiurare la morte, ma tali
da prolungare soltanto la vita senza prospettiva di miglioramento o, peggio ancora,
di guarigione, possono costituire accanimento terapeutico nella maggior parte dei
casi. Certo, non in tutti, perché ogni caso
ha una sua storia e una sua evoluzione.
Nel lontano passato, in occasione
della morte dei dittatori Franco e
Tito, il mondo criticò il fatto della loro tenuta in vita, in modo del
tutto artificiale, solo per esigenze
politiche interne. Storico esempio di accanimento terapeutico.
Tenere in vita l’ex primo ministro
israeliano Sharon non è accanimento terapeutico? Certo, il caso
Welby è diverso. Ma se la società
non avesse adottato tante macchine per tenerlo solo in sofferenza,
da quanti anni la natura avrebbe
provveduto alla sua morte? Attendiamo di sapere se per il giudice si
tratta di accanimento terapeutico
o di eutanasia.
Vittorio Massaccesi
2
17 dicembre 2006
Jesi e Vallesina
Teatro Giovani
Già annunciata la XXXX° Stagione Lirica - La Filarmonica a Gerusalemme
Buon anniversario, Pergolesi!
S
i è appena conclusa la
due concerti che terrà, con
Stagione Lirica 2006 è
la direzione del M° Corrado
già è stato annunciato il
Rovaris, a Betlemme (22 dicartellone della prossima.
cembre) e a Gerusalemme
Mai era avvenuto tanto
(23 dicembre). Il giorno
precocemente ed è buon
di Natale su RAI 3, verrà
segno. Si hanno ormai
trasmessa in mondovisioidee chiare a riguardo. La
ne alle ore 11 una sintesi
Stagione Lirica jesina indi queste manifestazioni
tegrerà altre attività munel ‘Concerto per la vita e
sicali: quelle del Festival
per la pace’. Il ‘Salve Regina’
Pergolesi Spontini, innandi Pergolesi è fra i brani in
zi tutto, riservato a studi
programma.
specializzati e ricerche
Le Marche dunque si svelacon manifestazioni e spetno al mondo. Ultima fra le
tacoli di rara esecuzione.
regioni emergenti illustrate
Diversi spazi avrà invece anche in futuro la lirica che dal turismo, finalmente apre lo scrigno che racchiude i
continuerà a presentare, come ha fatto quest’anno, ti- tesori della sua cultura, della sua arte, della sua musica.
toli di grande repertorio, ma non prive di connotazioni
di novità e idonei, per altro, a promuovere una forma
Augusta Franco Cardinali
di educazione musicale nei confronti dei più giovani.
Foto Anna V. Vincenzoni
Non meno ci si è resi conto dell’opportunità di distanziare ragionevolmente gli spettacoli tra loro e rispetto
Nuova Gerusalemme
a quelli di altre stagioni: del Teatro delle Muse, sopratGiungerà da lontano
tutto, che impiega, con rischio di surmenage, la stessa
come vento improvviso nel deserto
orchestra e lo stesso coro.
la voce dello Spirito.
Di quanto sia giusto rispondere a queste esigenze ci si
Prostrato a terra
è accorti soprattutto quest’anno in cui sono state regiresterà il viandante,
strate circa 7000 presenze, con un aumento degli abcieco ed immemore
bonamenti di circa il 500% rispetto al passato. Sono da
come chiusa roccia.
aggiungere poi gli studenti intervenuti con il progetto,
Compreso in un’attesa senza tempo
ideato nel nome di Felice Catalano, ‘Ragazzi…..all’operesterà,
ra!’. Vi hanno aderito 19 scuole e istituti della provincia:
tenace e inamovibile
1342 presenze, rapportate alle 840 dello scorso anno.
in solitudine assoluta.
Invitanti sono dunque i titoli della Stagione Lirica 2007
del Pergolesi che festeggerà fra breve il 40° anniversario
Poi, quando la Speranza
della sua qualifica a ‘teatro di tradizione’. Il primo è “La
sarà compiuta,
Bohème” di G. Puccini, opera coprodotta con i teatri
d’un tratto l’ira
di Fermo, di Treviso e ‘La Fenice’ di Venezia. Seguirà
si placherà
“Werther” di J. Massenet, coprodotto con l’Opéra di
e allo sguardo stupito
Nizza e firmato da Paul Emile Fourny, regista del ‘Riun orizzonte nuovo apparirà
goletto’ di quest’anno. Terzo titolo è “Lucia di Lame un nuovo cielo
mermoor”, in un nuovo allestimento. Verrà coprodotta
e nuove voci giungeranno
con il teatro di Treviso e ne sarà regista Italo Nunziata.
ancora e ancora più vicine
Tanto potrebbe essere detto agli studenti, con riferie l’uomo all’uomo parlerà
mento a queste opere, intorno a Verismo e Scapigliacon meraviglia.
tura, Romanticismo e Romanzo storico. Non sono stati
La stessa lingua
resi noti, al momento, i nomi che appariranno nel cast
con armoniosi accenti parleranno.
e le date degli spettacoli, ma non mancherà occasione
di riparlarne.
Ciò che è nel profondo e nel segreto
Anche il “Concerto di Natale”, come quest’anno, avrà
al cielo
caratteristiche particolari. Verrà dedicato a Beniamino
scaturirà come fresca sorgente,
Gigli e sarà riservato a cantanti – i tenori – che si aue accorreranno dai quattro orizzonti
spica non diventino ‘una razza in via d’estinzione’….
popoli e greggi
…..e con la Filarmonica Marchigiana in Terra Santa
con gioia a dissetarsi,
Intanto altre belle notizie giungono dal nostro mondo
percorrendo sentieri attraverso
della musica. Riguardano la Filarmonica Marchigiana
nuovi fertili campi.
che, dopo un concerto a Roma (20 dicembre), nella
chiesa dell’Ara Coeli, si trasferirà in Terra Santa per altri Augusta Franco Cardinali
Da Godot a Borsalino
er i giovani (e non) è pronto il cartellone delP
la rassegna “Passaparola…..a teatro al prezzo di
una birra”. Va preliminarmente ricordato che rag-
giungerà quest’anno i teatri di Jesi, di Montecarotto e di Maiolati Spontini.
Appunto in questo, il 17 dicembre, sarà presentato
il primo spettacolo, “Aspettando Godot”. Si tratta
di uno speciale adattamento serio, ironico, surreale dell’opera di Beckett, affidato ai geni della comicità della compagnia Donati & Olesen, più volte
applaudita a Jesi.
Il 31 gennaio nel teatro Comunale di Montecarotto andrà in scena “Arlecchino Don Giovanni” con
la compagnia Pantakin, l’unica che faccia ancora
oggi teatro dell’arte. Lo spettacolo – una novità assoluta – è costruito su un canovaccio riscoperto e
riadattato in versione moderna.
Punta di diamante della rassegna sarà Angela Finocchiaro. Passando dalla televisione al teatro, l’8
febbraio sarà al Pergolesi in “Miss Universo”. L’attrice racconterà con il suo ironico, esilarante umorismo e in un lungo, brillante monologo le complessità e le stravaganze del nostro presente.
Prodotto dal Crest di Taranto, vincitore del Premio
Scenario 2005 assegnato alle migliori giovani compagnie e in collaborazione con la rassegna ‘Malati
di niente’ il 26 febbraio andrà in scena al Pergolesi
“Il deficiente”. Il titolo, apparentemente provocatorio, fa riferimento all’etimologia della parola. Deficiente, cioè ‘mancante’, non è solo il protagonista
cieco che è al centro della vicenda, ma anche la natura umana, chiusa entro piccoli e grandi egoismi.
Il 15 marzo, al teatro Pergolesi, sarà la volta di
Giuliana Musso, attrice emergente che ha ottenuto nel 2005 il Premio dell’Associazione Nazionale
Critici di Teatro. Presenterà “Sex machine”, per
descrivere il mondo della notte osservato da una
donna alla ricerca delle vere ragioni che regolano
e motivano il vivere sociale. Anche questo spettacolo è realizzato in collaborazione con la rassegna
‘Malati di niente’.
“Un cappello Borsalino”, di e con Ombretta Zaglio,
è l’ultimo, premiatissimo spettacolo in programma. Andrà in scena al Teatro Studio V. Moriconi il
30 marzo. Realizzato dal teatro del Rimbalzo presenta, percorrendo le tappe più significative della
vita di Giuseppe Borsalino, uno spaccato di vita
dell’800 con i suoi problemi sociali, i suoi drammi,
i suoi fermenti. Di questo spettatolo, come pure de
‘Il deficiente’, sono previste repliche per le scuole.
La rassegna, organizzata dal Teatro Pirata, è stata
promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini e
dai comuni di Jesi, Maiolati Spontini e Montecarotto. Sponsor ufficiale è la Banca Popolare di Ancona.
Augusta Franco Cardinali
3
Cultura
Documentari di Geniale Olivieri: prima puntata
“Artisti di casa nostra”
Come anticipato nel numero scorso, considerato il successo chiostro Sant’Agostino. “L’artista è immerso nel suo
conseguito dalla proiezione e l’interessante contenuto dei do- mondo, che è fatto di tele, miscele colorate, poesie, socumentari, riportiamo a seguire un estratto del commento gni. Perché Bernardo Bosi sapeva tradurre e trasformare
di Giuseppe Luconi che ha accompagnato il primo dei tre
in sogno ciò che vedeva.
storici filmati di Geniale Olivieri proiettati al Circolo CittaIl suo percorso artistico è
dino domenica 3 novembre. Una testimonianza fotografica
stato segnato da una corara e di qualità del secolo appena trascorso, e affacciata su
stante ricerca - attraverquello attuale, che si fa sempre più preziosa via via che ci
so tecniche, stili, espresallontaniamo da esso.
sioni, contenuti - con un
In effetti, se le parole dette o scritte bene, con talento, hanno
filo denominatore comuvalore inestimabile, le immagini, soprattutto quelle fotograne: la fantasia.” Sorprefiche, risultano in assoluto il linguaggio più immediato, disa! E mormorio in sala!
retto, intimo con l’interlocutore-spettatore. In assoluto, unico
Non se l’aspettava nessumezzo al mondo provvisto del potere di catturare, fermare,
no…fanno capolino, nel
conservare il tempo; scrigno magico di questa dimensione vifilmato, i ritratti eseguiti
tale, percepibile, “visibile” nell’uomo e nelle cose, eppure inafdall’autore del commenferrabile ed inarrestabile.
to: “furono esposti all’inAd Olivieri va oggi il riconoscimento di aver saputo intuire
terno della chiesa di San
per tempo l’importanza della fotografia realizzando così un
Nicolò nell’ambito di una
patrimonio prezioso per tutta la comunità, e soprattutto per
mostra riservata agli ex
le generazioni a venire. La sua attività “ cinematoriale codipendenti Fiat.”
mincia nel 1954 e lo porta, nel corso degli anni, a realizzare Ritorniamo agli artisti… “ufficiali”: Giannetto Magrini,
una cine-videoteca che viene dichiarata nel 1994 di notevole “pittore dalla spiccata personalità; ha al suo attivo una
interesse storico dalla Sopraintendenza archivistica per le ricca galleria di mostre
Marche. Numerose si sono susseguite le proiezioni di docu- personali e di collettive,
mentari e filmati, tutti riguardanti la città di Jesi nell’arco anche all’estero. I suoi
del Novecento…” : così riferisce di lui la breve biografia ri- lavori spaziano tra figuportata dal volume “La Videoteca Olivieri”.
re e paesaggi ma, come è
stato sottolineato, quella
***
che domina su ogni altro
soggetto è la solitudine che
“Artisti di casa nostra”: una rassegna di pittori, scultori, ferma i luoghi e le cose”.
incisori, “colti sul fatto” e nel “proprio mondo” dall’obiet- Ritratto in una delle sue
tivo di Geniale Olivieri. Presenti nel filmato non per via numerose
“personali”,
di una selezione o di una classifica, ma semplicemente Mario Pasquinelli, “artista
perchè fanno parte delle tantissime immagini della sua tra i più attivi e apprezzavideoteca.
ti. Oltre alle tante mostre,
Apre al pubblico lo spettacolo di una piazza gremita – in può vantare premi e riuna sera del marzo 1961- di gente e del “fior fiore dei pit- conoscimenti significatitori jesini - commenta Giuseppe Luconi-, coinvolti dalla vi. Della sua pittura sono
trasmissione televisiva Campanile sera, che opponeva Jesi state sottolineate, in particolare, la grafica fluida e scorrea Bracciano. A guidare la piazza jesina un presentatore vole, le sfumature tonali, l’atmosfera romantica, la raffinata
storico della Tv: Enzo Tortora. Sulla scorta di vaghe indiprecisione”.
cazioni, i pittori jesini dovevano indovinare e disegnare
“Irrequieto” Ezio Bartocsulla tela, l’identikit di un noto personaggio dello spetci, “grafico, affascinato
tacolo. Il personaggio misterioso era Gino Bramieri, ma
dal segno, dal disegno,
nessuno lo indovinò. La serata finì con la vittoria di Bracdalla linea, ma anche dal
ciano: a Jesi non se ne fece un dramma.”
colore. Bartocci, artista a
A seguire, il volto noto
tutto tondo, scopre e rie indimenticabile di
scopre il linguaggio degli
Giuseppe
Campitelli,
oggetti perché ogni og“un artista scomparso,
getto, per un verso o per
ma che vive nel cuore
l’altro, si collega a popoli
della gente con le sue
e epoche lontane”.
opere: in particolare,
Ed è la volta dei quadri di
due dei monumenti ai
Corrado Olmi, esposti al
Caduti presenti nella
Palazzo dei Convegni.
nostra città…e il monu“Oltre lo schermo: occhiamento collocato, quasi
te indiscrete e maliziose
trent’anni dopo, negli
dietro le quinte del cineOrti Pace, sotto le antima. Il tratto inconfondibile di Corrado, preciso e ironico,
che mura…che ricorda
pronto a cogliere la battuta, l’espressione, il dettaglio di
i bersaglieri caduti nel
situazioni che hanno attraversato la storia della decima
luglio del 1944 a Monmusa.”
tegranale, nella battaLa scultura, con Massimo Ippoliti, chiude il filmato: “…
glia che aprì la strada
l’artista che ha lavorato allo sviluppo del bozzetto e alle
alla liberazione di Jesi dall’occupazione tedesca.”
rifiniture finali del monumento a Federico II…L’altro suo
Alleggerisce la proiezione, una bella inquadratura di monumento testimonia invece il sacrificio dei martiri di
piccoli artisti, impegnati Montecappone, vittime del piombo nazista nel giugno
nel concorso di pittura ex- del ‘44.”
tempore Giù pe’ Sant’Anna.
“Giovanissimi, con tavolozFotoservizio Paola Cocola
za e colori, dalle parti dell’Esino o sparsi nel centro
storico, non sanno di essere
Giornata delle Marche a Jesi
loro il vero spettacolo della
manifestazione:
conquistano la scena con il loro
entusiasmo, la spontaneità,
il modo giusto di vedere e
raccontare le cose.”
E ancora volti noti: EdSi è tenuto, nella mattinata del 4 dicembre,
presso il teatro-studio “ Valeria Moriconi” di
Jesi, un incontro con il critico letterario Roberto Galaverni nell’ambito della “Giornata delle
Marche” promossa dall’Ente Regionale. Il liceo
mondo Giuliani, il popolascientifico “Leonardo da Vinci” di Jesi è stato
re “Mondo”, in due versioni
una delle sei scuole della Regione invitate a parinsolite: quella del “Mondo”
tecipare.
ritrattista e quella del “MonA presenziare l’interessante prolusione del prof.
do” scultore. “Una scultura,
Galaverni su “La poesia marchigiana dal dopola sua, realizzata con tecniguerra ad oggi”, sono stati gli alunni della classi
ca nuova, una composizioquarte dell’Istituto.
ne in metallo, per celebrare
La conferenza , pienamente riuscita, è stata una
la figura del bambino che
occasione di arricchimento del bagaglio cultuappartiene alla storia del
rale dei ragazzi e ha dato l’opportunità di conomondo del lavoro jesino,
scere un aspetto essenziale del patrimonio letquella del piccolo cordaio...”
terario della nostra Regione.
1980: Bernardo Bosi, nel
Gli studenti e la poesia
dal dopoguerra
17 dicembre 2006
Gli auguri della Filarmonica Marchigiana
Sognando il Natale
I
primi auguri della stagione sono stati quelli
della Filarmonica Marchigiana. Li ha presentati il 7 dicembre al Pergolesi con il ‘Concerto di Natale’: un evento coinvolgente per la
città, prevedendo la partecipazione di un coro
di cui facevano parte componenti di diverse formazioni e scuole musicali di Jesi e della
Vallesina.
La suite del “Lo Schiaccianoci”, che ha occupato la prima parte del programma, potrebbe
avere come sottotitolo ’Sogno di una notte di
Natale’. Il clima fiabesco e onirico di questo
balletto, tra i più famosi fra quanti ne siano
stati mai composti, ha suggerito a coreografi e
interpreti chiavi di lettura diverse; come quella, freudiana, di Nurejev, o quella di Ronald
Hynd che si rifà fedelmente al racconto originale di Hoffmann. Ciaikowskij compose un
vero sortilegio in musica. Lo suggerì il clima
incantato di una fiaba che, con libera fantasia,
nel suo sviluppo narrativo apparentemente incoerente potrebbe ricordare ‘Alice nel paese
delle meraviglie’.
Del tutto inedito invece, e in prima assoluta, il
“Trittico di Natale”, opera del direttore e compositore abruzzese Luciano di Giandomenico.
Strutturata in tre movimenti questa cantata
descrive, trascolorando da impressione e impressione attraverso reminiscenze di canti
tradizionali natalizi, nenie e ritmi popolari,
l’atmosfera di intima gioia, tenerezza ed esultanza della festa più bella dell’anno. Notevole
perizia dimostra l’autore nell’elaborare un materiale musicale eterogeneo, nello strutturare
polifonicamente le voci, nell’uso di avvolgenti
e suggestivi impasti orchestrali Anche un ritmo inconsueto – la rumba – viene appropriatamente richiamato, a suggerire, con la trepidante attesa di Cristo, paesaggi di dune ondulate e di carovane in cammino nel deserto.
Sono state armoniosamente incastonate nell’opera le voci del soprano Ivanna Speranza e del mezzosoprano Erin Elizabeth Smith,
ascoltata nell’ultimo ‘Rigoletto’ nel ruolo di
Maddalena. Ha ben figurato il coro, preparato dal M° Michele Quagliani. La direzione era
del M° Dejan Savic, iugoslavo, dal prestigioso,
lunghissimo curriculum.
E’ stata una grande festa per tutti, eppure i
fervidi, prolungati applausi, chissà perché
non sono riusciti a portare alla ribalta l’autore.
Peccato; li avrebbe davvero meritati.
Augusta Franco Cardinali
Foto Anna V. Vincenzoni
San Paolo di Jesi
Ginnastica per la terza eta’
Il comune di San Paolo di Jesi ha accolto la
richiesta dell’UISP, Unione Italiana Sport
Per tutti, di utilizzare la palestra della
Scuola Elementare della città per dare agli
anziani la possibilità di svolgere attività
motoria, contribuendo anche economicamente con 500 euro circa.
I corsi di ginnastica per la terza età, sono
iniziati il 17 ottobre e si tengono nei giorni di martedì dalle 17,45 alle 18,45 e il venerdì dalle 18,15 alle 19,15. coloro i quali
fossero interessati a partecipare possono
ancora farlo, infatti le iscrizioni sono ancora aperte. Per maggiori informazioni ci si
può recare presso il Comitato UISP di Jesi,
sito in Viale Verdi 39/a, oppure telefonare
al numero 0731-213090 o ancora inviare un
e-mail a [email protected].
Giulia Benigni
5
Attualità
17 dicembre 2006
A ¬ntra' /unt i
LA SCELTA DEI CAPI
di Gabriele Gabrielli*
L
a relazione con il capo è davvero cen- re? E ancora: si possono formare e quindi
trale nel lavoro. Può essere buona o si può favorire un processo di apprencattiva; può motivarci o logorarci; può in- dimento, oppure “capi si nasce”? Come
fluenzare negativamente il nostro umore sempre quando parliamo di lavoro e mae, di conseguenza, le relazioni con gli al- nagement le risposte non sono semplici
tri, in famiglia e con gli amici; può anche e richiedono ben altri approfondimenti
però metterci di buon umore e persino e molti chiarimenti. Ci sentiamo però di
esaltarci.
Il capo al quale si fa riferimento nel laIl “rispetto” dei capi verso le
voro può essere una “risorsa” importanpersone
è fondamentale così come
te per il benessere personale, sociale e
è fondamentale il rispetto dei
della stessa organizzazione. “Scegliere” i
capi dunque è una grande responsabi- collaboratori per la responsabilità
lità per imprese, organizzazioni e pubdei capi.
bliche amministrazioni; spesso però
si sottovaluta la portata e l’impatto di
tali scelte. Quando si sceglie un capo e a affermare con decisione che esistono capi
qualunque livello organizzativo, dal capo migliori di altri. Sono tali per esempio i
reparto o supervisore di attività al grande capi che “ascoltano” e “valutano” i collamanager di un’impresa e dirigente di un boratori per valorizzarne il loro contribudipartimento di un ufficio pubblico, è uti- to e quindi per sviluppare l’impresa in cui
le ricordare invece che “quel capo” che si lavorano. Di capi che ascoltano per la vesceglierà potrà influenzare molte dinami- rità non è pieno il mondo; si trovano con
che; non soltanto quelle produttive e del molta più frequenza invece capi che valu“fare”, ma anche molte dinamiche –come tano senza ascoltare, senza cioè mettere
quelle personali e sociali- che hanno più al centro, almeno per qualche momento,
a che fare con l’”essere”. Allora la que- il proprio collaboratore per capirne i bisostione si sposta sulla domanda: ma c’è un gni e le motivazioni. E’ anche merce rara
capo migliore di un altro? E se sì, quali ca- poi trovare capi che si impegnino per inratteristiche e competenze dovrebbe ave- crementare il valore del lavoro del colla-
Lezioni non comprese
di Riccardo Ceccarelli
S
i è concluso nel migliore dei modi
il viaggio del Papa in Turchia nonostante i timori che si nutrivano alla
vigilia. Importanti i suoi gesti ed i suoi
interventi. Di grande rilevanza storica, e
direi religioso-filosofica, la dichiarazione
congiunta sottoscritta da Benedetto XVI
e dal patriarca Bartolomeo I, dove tra
l’altro si dice che ”uccidere gli innocenti
in nome di Dio è un’offesa a Lui e alla
dignità umana”. Sono gli stessi contenuti
della lezione tenuta a Ratisbona (Regensburg) da Benedetto XVI il 12 settembre: “La violenza è in contrasto con
la natura di Dio e la natura dell’anima.
[…] Non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio”. Allora queste
riflessioni, che presero avvio da un accenno a Maometto in un colloquio tra
l’imperatore Michele II Paleologo ed un
persiano colto avvenuto nel 1391-93 e
registrato tra il 1394 e il 1402 (non “mille anni fa”, come in un lapsus è incorso
Bruno Vespa ne Il Resto del Carlino del 2
dicembre), non ebbero quella giusta rilevanza, mentre musulmani e non, se la
presero con il Papa per l’accenno a Maometto: riferimento ritenuto offensivo
dai musulmani e inopportuno da molti
nostri “intellettuali”. In quelle settimane
l’Islam insorse, i leader europei tacquero, il Papa precisò ma di quella lezione
non ritirò neanche una virgola. Quello
che meravigliò allora è che molti, anche nel “mondo cattolico”, parlarono di
inopportunità di quella lezione in considerazione del dialogo con l’Islam, quasi
volessero loro stessi dare una lezione - di
metodo se non altro - al Papa. Su questo
tema del dialogo, delle sue modalità e
della precisa identità degli interlocutori
parlò successivamente il Papa nel discorso alla Pontificia Università Gregoriana.
Ora dopo il viaggio in Turchia sembra
ritornata un po’ di bonaccia sulle recenti
tempeste. Solo la Chiesa sembra comunque difendere la nostra civiltà ed avere,
in forza della sua precisa identità, il coraggio e la determinazione di dialogare
con le altre culture e civiltà. In questo
contesto appare sempre più penoso
e vuoto il contributo (!) dei dirigenti
politici degli Stati dell’Europa che guidano i rispettivi paesi senza “valori ed
ideali” se non quelli legati strettamente
ad un amorfo ed esangue pragmatismo,
all’economia e alla finanza, snobbando
chiaramente nei fatti le proposte ideali
(vedi il riferimento alla storia passata
dell’Europa) che possono venire dalle
Chiese e dal pontefice romano in particolare. Stranamente, ma i nostri giornali non se ne occupano diffusamente,
l’apprezzamento per gli interventi di
Benedetto XVI, anche per la lezione di
Ratisbona, viene da un esponente del
mondo musulmano. Lo ha fatto il gran
muftì di Sarajevo, Mustafà Ceric, in una
intervista al settimanale tedesco Zeit,
come riferisce Il Foglio del 2 dicembre.
“Noi musulmani, dice Ceric, abbiamo
bisogno di un Papa forte.” Secondo il
gran muftì, Benedetto XVI a Ratisbona
ha fatto benissimo a difendere la fede
contro la sete di dominio del fanatismo
religioso. Peccato solo che, in alcuni
casi, “dopo si sia messo sulla difensiva e
mostrato troppo timoroso nei confronti
dell’Islam”: “un Papa timoroso non è una
buona cosa per noi. Perché anche dalla
nostra parte regna la paura, e tutto questo crea una situazione esplosiva.” Una
voce isolata forse quella del gran muftì
di Sarajevo, ma sintomatica nei confronti di Benedetto XVI. Non ci sono parole
per evidenziare il pressappochismo di
tanta nostra informazione e di tanti
“commentatori” che, insieme ai gestori
della politica, non riescono ad andare
oltre la convenienza denotando una
mancanza di coraggio per analisi profonde e per prospettive di autentica civiltà. Non si tratta forse solo di coraggio
ma di capacità e di rigorosa e adeguata
preparazione anche culturale.
boratore. Un esempio può bastare. Riconoscere che un lavoro è fatto bene, non
è difficile; ma raramente lo si riconosce
a una persona. “Valorizzare” il lavoro infatti presuppone molte cose; che il capo
abbia “fiducia” nelle persone; che consideri la sua attività come una responsabilità molto importante e fondata su
alcuni principi di etica umana prima
che di etica degli affari; che abbia la
competenza per farlo. Assumere decisioni riguardo la scelta dei capi, dunque, significa essere consapevoli che
affida nelle loro mani buona parte del
malessere o del benessere nei luoghi
di lavoro, ma anche fuori. Il “rispetto”
dei capi verso le persone è per questo
fondamentale per instaurare relazioni
pienamente produttive; così come è fondamentale il rispetto dei collaboratori
per la responsabilità dei capi. Abbiamo
aperto in questo modo molte “finestre”
attraverso cui continuare ad osservare e
riflettere sulle dinamiche che caratterizzano il modo con cui “stiamo nelle organizzazioni” e “fuori dalle stesse”. Quella
della relazione capo - collaboratore è
comunque una “finestra” decisiva su cui
certamente ritorneremo.
*Docente Università LUISS Guido Carli
Centro Studi Oriente-Occidente
La scienza e il proprio orientamento
L’
evoluzione della natura è un processo
casuale? La vita, la morte, la trasformazione di alcune specie, sono eventi accidentali? La cosiddetta “selezione naturale”
che investe tutti gli organismi - compreso
l’uomo, è frutto di un andamento del tutto
fortuito? Esiste la possibilità che i benefici e
le sofferenze che la natura causa agli esseri
viventi siano invece legati ad uno scopo? Le
selezioni della natura possono rappresentare “il mezzo” per giungere ad un significato?
Su questi argomenti si è concentrato il dibattito del 30 novembre-1° dicembre scorsi
presso l’aula del Rettorato dell’Università
Politecnica di Ancona.
A sollevare la questione ed a proporre possibili interpretazioni, il Centro Studi Orienteoccidente – associazione culturale con
sede nel capoluogo – impegnato dal 1994
nel favorire la conoscenza tra culture europee ed extraeuropee, sottolineandone
analogie e differenze, con lo scopo di individuare valori universali comuni. Il convegno,
dal titolo “Esiste una finalità nella natura?”,
ha analizzato e interpretato il tema da punti
di vista scientifici, filosofici e teologici, interrogandosi su un eventuale “progetto” o
“Disegno Intelligente”, da ritenersi principio
di partenza dei fenomeni naturali. La concezione del “Disegno Intelligente” prevede
la presenza di una “Mente” cosciente dietro di esso, ma come specificato dal dott.
Giuseppe Possedoni - ideatore e curatore
del convegno “non si tratta di voler inserire Dio nella catena delle cause naturali per
sostenerne l’esistenza o per dare ragione a
fenomeni la cui spiegazione al momento
ci sfugge, né si tratta di imporre limiti alla
ricerca scientifica, si tratta piuttosto di una
scienza che deve ritrovare il suo proprio
orientamento, riacquistare un respiro più
ampio, quello che forse aveva ai tempi della cosiddetta filosofia naturale, dopo che
per troppo tempo si è rinchiusa nel recinto
ideologico di un’interpretazione materialistica della natura”. La scienza concentra la
propria attenzione ai fenomeni misurabili,
osservabili in maniera oggettiva e ne estrae
leggi altrettanto oggettive. In questa maniera delinea in maniera precisa il suo campo
d’azione. Ciò che ne rimane escluso è rappresentato dalle domande sulle origini della
vita, sull’esistenza, sulla sua finalità. Credere in un fine ultimo, in una sorta di “Intelligent Design”, a cui sono legati i fenomeni
della Terra, deve necessariamente significare scontrarsi con la scienza? Motivare
la causa di alcuni fenomeni al di fuori – o
ancora – al di sopra della natura, equivale
ad escludere l’impegno scientifico? Come in
molti altri casi la soluzione si chiama mediazione. Mettere da parte il materialismo
assoluto, che porta ad analizzare solo ciò
che è enumerabile da una parte, ed evitare
di fossilizzarsi sui preconcetti, ad esempio
sull’interpretazione “letteralista della Bibbia”
- come spiegato dal dott. Possedoni, alimenta senz’altro confronti proficui. “La scienza
– ha aggiunto ancora Possedoni – dovrebbe
essere in grado di cogliere, quando le si presentano, quegli indizi, quegli spunti, quei
dati, capaci di produrre nello scienziato
come in tutti coloro che vi entrano in contatto, cambiamenti personali significativi”.
Raffaella Fioretti
Il Comitato territoriale di Assindustria e il sindacato
L’orgoglio di essere sindacato
R
iprendiamo il confronto aperto dal Comitato Territoriale Vallesina di Assindustria che al sindacato chiede : “In quanto portatore
degli stessi interessi e creatore della stessa storia e della stessa ricchezza, gli industriali chiedono di fare un percorso comune, di creare un
organismo comune, paritetico, di individuare gli obiettivi strategici comuni nella scuola, nella formazione, nella cultura.
Il Comitato Territoriale della Vallesina di Assindustria ha intrapreso la strada di un confronto con tutta la realtà locale sul tema
dello sviluppo territoriale e della creazione di nuove opportunità
in grado di attrarre capitali da investire nel nostro tessuto imprenditoriale.
In questo contesto il sindacato è un interlocutore interessato in
quanto soggetto del mondo del lavoro ed al tempo stesso attore
di una nuova strumentazione che si vuol mettere in campo.
E’ chiaro che l’interesse delle organizzazioni sindacali, continuamente alle prese con la diminuzione di posti di lavoro, legati in
gran parte alla delocalizzazione delle imprese, è orientato ad invertire questa tendenza facilitando la creazione di nuove opportunità occupazionali a medio-alta specializzazione.
Il primo obiettivo comune è quello di rimuovere gli ostacoli locali, legati alla frammentazione delle competenze burocratiche
ed allo scarso coordinamento degli Enti Locali; gran parte delle
risorse economiche attraibili passano attraverso i progetti della
Comunità Europea che le singole imprese o il singolo Comune
non sono in grado di attivare, ma se opportunamente messi in
rete tra loro e sufficientemente stimolati dai vari attori sociali possono senz’altro competere ed essere in grado di misurarsi
con il contesto internazionale.
Il secondo obiettivo è quello di favorire l’incontro tra domanda
ed offerta del mondo del lavoro; anche qui si tratta di individua-
re gli obiettivi
strategici su
cui orientare
il mondo della
scuola e della
formazione.
Il livello di
qualificazione
professionale delle maestranze è senz’altro un elemento che fa la differenza tra i vari
“distretti industriali”, ma per far questo non ci si può limitare a
considerare ciò che è “formalmente istituito”, occorre invece valorizzare l’apporto costruttivo di gruppi informali, leader di società civile, famiglie-risorse, privato sociale.
Si tratta di un prodotto estremamente “pregiato”, non in grado di
prodursi autonomamente, ma va costruito sapientemente sia nei
confronti degli utenti diretti (scuola, impresa, studenti, disoccupati) sia sul versante del valore aggiunto che si consegue durante
l’erogazione del servizio, vale a dire la costruzione solida di legami sociali non impersonali e dotati di “senso” all’interno di un
tessuto sociale che tende sempre più a frammentarsi, impegnarsi
cioè a costruire un “welfare community”.
Il convegno di novembre al Federico II dal provocante titolo
“Orgogliosi di essere industria” ha aperto un confronto molto interessante con il sindacato che parimenti rivendica da parte sua
l’orgoglio di essere Sindacato, rappresentativo, autorevole, quindi in grado di raccogliere le sfide e confrontarsi su questi temi di
interesse comune
Paolo Pizzichini
Responsabile CISL di Jesi
6
Vita Ecclesiale
17 dicembre 2006
Parola di Dio
Dal
Vangelo
secondo
Luca
Sofonia 3,14-18a;
Filippesi 4,4-7;
Luca 3,10-18
di don Mariano Piccotti
3^ domenica di avvento - 17 dicembre 2006
CONDIVIDERE PER
FAR LIETA LA FESTA
Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua ala
e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la
pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”. Con
molte altre esortazioni
annunziava al popolo la
buona novella.
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva:
“Chi ha due tuniche, ne
dia una a chi non ne ha; e
chi ha da mangiare, faccia
altrettanto”. Vennero an- Commento
che dei pubblicani a farsi La Chiesa ha chiamato
battezzare e gli chiesero: questa “domenica della
“Maestro, che dobbiamo gioia”. Dice Sofonia al pofare?”. Ed egli disse loro: polo in un tempo di guer“Non esigete nulla di più ra: “ Non lasciarti cadere
di quanto vi è stato fis- le braccia. Il Signore tuo
sato”. Lo interrogavano Dio in mezzo a te è un
anche alcuni soldati: “E salvatore potente. Esultenoi che dobbiamo fare?”. rà di gioia per te…!
Rispose: “Non maltratta- Dio è felice di incontrarti.
te e non estorcete niente Dio cerca la tua gioia.
a nessuno, contentatevi Il segno piu’ bello del Nadelle vostre paghe”. Poi- tale è la gioia, quella che
ché il popolo era in attesa dal cuore pacificato, pase tutti si domandavano sa a quanti si incrociano;
in cuor loro, riguardo a “Il Signore è vicino”.
Giovanni, se non fosse lui A Verona la Chiesa italiail Cristo, Giovanni rispo- na ha cantato la sua spese a tutti dicendo: “lo vi ranza: “La nostra speranbattezzo con acqua; ma za, infatti, è una Persona:
viene uno che è più forte il Signore Gesù, crocifisdi me, al quale io non son so e risorto. In Lui la vita
degno di sciogliere nep- è trasfigurata: per ciascupure il legaccio dei san- no di noi, per la storia
dali: costui vi battezzerà umana e per la creazione
in Spirito santo e fuoco. tutta.
Agenda
Pastorale
del Vescovo
Venerdì 15 dicembre
ore 19.30: Incontro con gli insegnanti di religione
Sabato 16 dicembre
ore 10: Incontro con l’Oikos
ore 16.30: Incontro con un gruppo di Seminaristi
del Seminario Regionale presso la parrocchia Regina della Pace
ore 18: S. Messa e incontro con la Comunità della
Parr. della Regina della Pace
Domenica 17 dicembre
ore 11.30: S. Messa e incontro con i fedeli della
parrocchia di Santa Lucia
ore 17: Lectio Divina per gli Adulti di Azione
Cattolica presso la parr. di San Francesco di P.
ore 18.30: Incontro con Bambini e Genitori
presso la parrocchia di San Pietro Martire
Su di Lui si fonda l’attesa
di quel mondo nuovo ed
eterno, nel quale saranno
vinti il dolore, la violenza e la morte, e il creato risplenderà nella sua
straordinaria
bellezza.
Noi desideriamo vivere
già oggi secondo questa
promessa e mostrare il
disegno di un’umanità
rinnovata, in cui tutto appaia trasformato.” (messaggio finale).
Che non si tratti di una
gioia effimera, lo ricorda
Giovanni Battista a chi
gli chiede semplicemente “Che cosa dobbiamo
fare?”
Le sue risposte sono
come una litania del
dono. Donare è la traduzione evangelica dell’Amore. E’ la legge della
vita e della felicità. Vale
per tutti, senza eccezioni.
Non conta tanto fare questo o fare quello… conta
lo stile della vita come
relazione che si autotrascende (Frankl). Non c’è
bisogno di cercare tra i
grandi testimoni, o anche
tra i santi. E’ in mezzo a
noi, che casalinghe e padri, operai e medici, im-
piegate e anche ragazzi
e ragazze (anche siamo
imbevuti di edonismo e
narcisismo) stanno cercando di essere persone
di comunione, e quindi
di speranza. Si diceva a
Verona “I legami liquidi”
non bastano alla persona. È facile così registrare i segni di una diffusa
necessità di relazioni più
autentiche e profonde di
quelle generalmente presenti, a ogni età della vita.
Cresce il bisogno di stare
con gli altri, come dimostrano la moltiplicazione dei punti di incontro.
Non basta però riempire
un ambiente di persone
per metterle in relazione
viva tra loro”.
tuo giorno.
Ogni età della vita degli
uomini può celebrare la
vita perché tu sei la Vita.
Tu sai che l’attesa logora,
che la tristezza abbatte,
che la solitudine fa paura: Tu sai che abbiamo
bisogno di te per tenere
accesa la nostra piccola
luce e propagare il fuoco
che tu sei venuto a portare sulla terra.
Riempi di grazie il tempo
che ci doni di vivere per
te! Signore Gesù, giudice ultimo del cielo e della terra, vieni! La nostra
vita sia come una casa
preparata per l’ospite atteso, le nostre opere siano come i doni da condividere perché la festa sia
lieta, le nostre lacrime
siano come l’invito a fare
presto. Noi esultiamo
nel giorno della tua nascita, noi sospiriamo il
tuo ritorno: vieni, Signore Gesù!
Preghiera (Card. Carlo
Maria Martini)
Signore Gesù, amico e
fratello, accompagna i
giorni dell’uomo perché
ogni epoca del mondo,
ogni stagione della vita
intraveda qualche segno Don Mariano è disponidel tuo Regno che in- bile a ricevere per email
vochiamo in umile pre- commenti,
riflessioni
ghiera, e giustizia e pace …che possono essere
s’abbraccino a consolare inviati a donmariano@
coloro che sospirano il davide.it
La Chiesa in ascolto dell’urlo delle nuove generazioni
Il grido dei giovani
Si è svolto a Roma nei giorni 25 e 26 novembre il XV
Seminario di Pastorale Giovanile organizzato dal Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile e la Pontificia
Università S. Tommaso D’Aquino. Un momento di confronto, rivolto ai responsabili della Pastorale Giovanile,
a insegnanti di religione e a quanti si interessano delle esigenze dei giovani. Tema della due giorni “Il grido
dei giovani”, le necessità, le problematiche, le speranze
di quei giovani cui la Pastorale si rivolge. Il seminario,
introdotto e poi concluso da don Paolo Giulietti, responsabile del SNPG, ha visto interessanti interventi di
esponenti del mondo accademico, religioso e non solo:
un’importante combinazione di esperienze di chi si
mette al servizio dei giovani, e i giovani vuole ascoltare.
Un’occasione ancora più importante se vissuta nell’otti-
ca del triennio che la Pastorale Giovanile sta proponendo ai giovani, il cosiddetto “Agorà dei Giovani”: il primo
di questi tre anni pastorali – quello in corso- è proprio
dedicato infatti al tema dell’ascolto del mondo giovanile, quale prima dimensione della missione. Un anno
che, sulle tracce di analisi suggerite dal IV Convegno
Ecclesiale di Verona, intende riflettere sul ruolo della
Chiesa, fuori dai propri spazi e dentro la vita dei giovani, nei luoghi del loro quotidiano. L’anno, che terminerà
con l’incontro i prossimi 1 e 2 settembre a Loreto con
il Santo Padre, sarà seguito dai due anni che intendono
analizzare le altre due dimensioni della missione: la dimensione interpersonale dell’evangelizzazione e la dimensione culturale e sociale della stessa.
Giorgia Barboni
Lqwweerr
Lunedì 18 dicembre
Ore 18: Incontro con la Redazione di Voce della
Vallesina
Martedì 19 dicembre
ore 12 Incontro con i Volontari della Caritas
ore 15-18: il Vescovo riceve nella cappella di
San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano
confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza
appuntamento
Mercoledì 20 dicembre
ore 16: Incontro e S. Messa con gli Ospiti
dell’Oikos in preparazione al Natale presso la
parrocchia di S. Antonio Abate
ore 18.30: Incontro e S. Messa con i Maestri
Cattolici - AIMC in preparazione al Natale
presso la parrocchia di San Pietro Martire
Giovedì 21 dicembre
Mattino: Riunione del Consiglio Presbiterale
Diocesano
Venerdì 22 dicembre
ore 16: S. Messa alla Casa di riposo
ore 18: Liturgia penitenziale al Santuario della
Madonna delle Grazie
Sabato 23 dicembre
ore 10: Visita all’Istituto sc. Lorenzini
ore 21: Recita Natalizia al Duomo
Domenica 24 dicembre
ore 24: S. Messa in Cattedrale
Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145
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10.1.1953 • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento
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Vita ecclesiale
Incontro con i volontari dell’Avulss
Vivere la responsabilita’
I
l volontario, laico o cristiano, è una persona che
agisce per libera scelta, pronta al dono di sé per
servire gratuitamente chi è nel bisogno. Ma come
si concilia l’identità del volontario con la mentalità
utilitarista corrente, del do ut des, con la macchina
burocratica che tende a pianificare ormai la vita,
rischiando di smorzare anche gli slanci profetici
del volontario e di relegarlo nella routine quotidiana? Può capitare che qualche ammalato in una
corsia d’ospedale o in una Casa di riposo esprima
al volontario la propria gratitudine per il servizio
ricevuto con un sorriso o con la parola” voi…siete angeli!”; ma non è raro il caso di chi,
prima di accettare il servizio, chieda:
“Quanto costa? cosa Le devo?”. A Jesi da
anni è presente e operante l’Avulss, Associazione di Volontariato socio-sanitario. Conta circa 140 volontari che, divisi in gruppi, svolgono il servizio presso
l’Ospedale, la Casa di riposo, la Casa
Famiglia (Collegio Pergolesi), presso il
Centro per anziani “Divertirsi insieme”,
nei doposcuola per minori in difficoltà,
e a domicilio. L’organizzazione, nazionale e locale, con le sue regole, con i
corsi di formazione, i turni, gli orari e la
tessera mira a potenziare la qualità del
servizio.
Il 5 dicembre, nella sala-conferenze del
Seminario di Jesi, i volontari Avulss si
sono radunati in vista di alcuni adempimenti associativi, per la verifica e il rilancio degli
obiettivi nell’Anno sociale 2006-07 e, perché no…,
con il proposito di fare un check-up dello spirito,
un esame di controllo della identità di volontari
appartenenti ad un’associazione di ispirazione cristiana.
In apertura la presidente, Maria Cristina Paris, ha
portato a conoscenza dei soci i contenuti essenziali del Convegno Nazionale Avulss svoltosi a
san Giovanni Rotondo, ”all’ombra del Santuario di
San Pio e della Casa della sofferenza”, sul tema : ”Il
cammino del volontario Avulss: vivere la responsabilità”. Punto di partenza la Carta del volontario, che colloca “la persona al centro del servizio”
e invita all’ascolto, alla pazienza, alla misericordia.
L’itinerario cristiano proposto dal Convegno tende
a promuovere non solo la comunione degli spiriti,
ma anche la comunione dei beni e culmina nel-
l’Eucaristia; esorta al rispetto ed alla condivisione
dei valori umani della sana laicità.
In una società dove esiste, accanto alle nuove povertà, il problema dell’invecchiamento della popolazione, il servizio del volontario ha una valenza
sociale rilevante. Vivere la responsabilità comporta la consapevolezza dei propri limiti, motivazioni
etiche valide per agire, il farsi carico della felicità
altrui. In definitiva: “essere”, non fare il volontario.
Il corso teorico-pratico dell’Avulss per la formazione di nuovi volontari avrà inizio il 13 febbraio
prossimo e si concluderà a fine aprile; ai parteci-
panti sarà rilasciato un attestato.
Quanto ai rapporti fra l’Avulss e le istituzioni locali,
dal discorso di Maria Neve Padalino, membro del
Consiglio Nazionale e vice responsabile culturale
nazionale, sono emerse novità “politiche” importanti: nel 2007 sarà attiva la Convenzione con la
Casa di riposo, che comporterà l’offerta di un servizio continuativo da parte dell’Avulss, a cui verrà
corrisposto un contributo dall’Ente. Un’altra Convenzione sarà stipulata con l’Ospedale. Novità che,
a ben vedere, non significano solo riconoscimento
e apprezzamento del volontariato, ma dicono di
più: ogni giorno nuove persone vengono da Jesi o
da fuori ad abitare i luoghi del dolore. Una parola
amica, l’ascolto e piccoli servizi per chi è solo possono fare la differenza fra l’amare la vita e il desiderare la morte.
Maria Crisafulli
17 dicembre 2006
7
Jesi 5 dicembre: il ”Buon Natale” del Vescovo all’Avulss
Messaggio di speranza
L
a celebrazione dell’Eucaristia,
presieduta dal Vescovo, mons.
Gerardo Rocconi e concelebrata
da don Aldo Anderlucci, da Padre
Guglielmo Fioravanti, ha concluso con un messaggio di speranza
e di gioia l’incontro dell’Avulss, il
5 dicembre.
Commentando la splendida profezia di Isaia che annuncia il
tempo della pace messianica con
immagini bellissime, come quella
del lupo e dell’agnello, del bimbo e della vipera, che vivranno
insieme…, (Is.11,1-10), il Vescovo ha focalizzato il contrasto con
la realtà di oggi: “Se il Messia è
venuto, perché ciò non accade?
Il profeta si è sbagliato? o Gesù
non è il Messia?” Ed ecco il Suo
messaggio di speranza, alla luce
dello Spirito: “Il tempo del Messia ha un momento iniziale come
il seme, poi arriverà il pieno sviluppo, quando il seme si manifesterà in tutta la sua bellezza. Noi
viviamo nel tempo della Chiesa:
il Messia è venuto, Gesù è risorto; noi siamo realmente figli di
Dio ma lo siamo nell’attesa…di
vedere Dio faccia a faccia. Nel
tempo della Chiesa il Regno si
manifesta con dei segni: ci sono
segni eclatanti come i miracoli,
ma ci sono segni più piccoli, più
umili. Segni che il Messia ha vinto siamo noi, se siamo capaci di
vivere nell’amore, nella gratuità,
nel dono di noi stessi: ogni volta
che rispondiamo così alla grazia
di Dio, questo è il segno che Gesù
ha vinto”. Spiegando poi il passo
del Vangelo che dice ”Ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e
della terra, perché tu hai nascosto queste cose ai grandi e ai sapienti e le hai fatte conoscere ai
piccoli…”(Lc10,21), il Vescovo afferma: “Questo pensiero ci incoraggia quando sentiamo la nostra
inadeguatezza …vescovi, diaconi,
sacerdoti, laici… Il Signore passa
attraverso le cose piccole e umili
e fa cose grandi. Dio manifesta
il suo amore attraverso la nostra
fragile persona; a noi sta accettare di essere segni di pace e di
amore, segni che il Regno di Dio
è arrivato. Siamo chiamati
alla fedeltà ed è necessario che
ognuno la viva fino in fondo. Voglio augurarvi un bel Natale, che
non è uno sfarfallio di luci, ma è
la consapevolezza che il Signore
è con noi: Emmanuele, Dio con
noi!”. Felice Natale, Gerardo Vescovo!
M.C.
messa polacca
Nel pomeriggio del prossimo 26 dicembre, santo
Stefano, alle ore 16, nella chiesa Regina della Pace a
Jesi, in via Gramsci, 99 sarà celebrata una Santa Messa
nella tradizione polacca per la numerosa comunità
che opera a Jesi e in Vallesina. Durante la Messa sarà
amministrato il battesimo ad una bambina nata da una
famiglia della stessa comunità. Si invitano i parroci e le
famiglie in cui operano assistenti e badanti polacche a
diffondere la notizia che sarà particolarmente gradita
agli interessati
Pianello Vallesina Terzo incontro con don Corrado
Le religioni sono tutte uguali?
S
i è rinnovato l’appuntamento tra don Corrado
Magnani e i cittadini locali, mercoledì 6 dicembre presso la sacrestia della chiesa di Pianello Vallesina.
“Le religioni sono tutte uguali?” il quesito. “Spesso
non ci si pone la domanda, si afferma” ha iniziato
don Corrado ”dietro a questa frase si nasconde un
atteggiamento di omologazione, dove le differenze
sul piano politico, di opinione o di fede, vengono appiattite in quanto non accettate, causa l’incapacità
di accogliersi e che provoca conflitti con l’altro. La
gravità dell’omologazione è la nascita dell’integralismo e del fondamentalismo, due fenomeni che
convivono nella diversità. Il primo è la tendenza a
prendere per parola un testo sacro in modo integrale senza compromessi e talvolta con intolleranza. Il
secondo consiste nel richiamarsi ai fondamenti del-
la propria fede ed ammettere solo il proprio credere”.
Alla gente che gremiva la sacrestia, Don Corrado ha
domandato ”Il cristianesimo è uguale a tutte le altre religioni? No, poiché esso non è una religione, le
sue origini non provengono da un libro, non è solo
un cammino dell’uomo che con la preghiera ed il
culto cerca di agganciarsi a Dio, ma è scoprire con
gioiosa sorpresa che non sono io che vado in cerca
di Dio ma è Lui che è in cerca di me. E’ qui l’unicità
della fede cristiana: sapere che Dio si è fatto uomo
per donarci amore. La preghiera e la morale sono le
nostre risposte nel dialogo responsoriale con il Signore. Le altre religioni sono teorie filosofiche, basate su un testo sacro nel quale sono elencate norme di
vita, come il Corano. Anche nella Bibbia ce ne sono,
soprattutto nel Vecchio Testamento, ma il resto è il
Jesi – Parrocchia San Francesco d’Assisi
La serata degli album
Si erano salutate ad aprile, al termine del corso di preparazione al
matrimonio organizzato presso la
Parrocchia di S. Francesco d’Assisi.
Dopo otto mesi - questa volta tutte
con l’anello al dito - si sono nuovamente incontrate in parrocchia per
la “Serata degli Album”. Una piacevole occasione per ammirare le foto
di un giorno indimenticabile e per
scambiarsi le prime impressioni
sulla vita matrimoniale. A tutte le
venti coppie gli auguri del parroco
padre Bruno Fioretti e degli animatori del Corso.
m.t.
racconto del faticoso cammino, pedagogico, paziente di Dio che cerca l’uomo. La Bibbia è “fatta” delle
parole di Dio, trasformate in parole umane grazie
ai profeti. In Gesù, che è il futuro, l’attesa dei tempi
ultimi, le parole di Dio diventano carne, ecco perché a Natale diciamo che il Verbo si fece carne”.
Don Corrado sottolinea che a volte ci scrolliamo di
dosso il cristianesimo perché cogliamo solo l’aspetto
dogmatico, a causa di un linguaggio troppo dottrinale, poco comprensibile. In verità il cristianesimo
ha l’obiettivo di dare la lieta notizia, Dio è venuto a salvare l’uomo dal peccato per liberarlo dalle
croste che lo limitano. Un linguaggio antropologico
è l’ideale per parlare con l’uomo, sentire che Dio è
per l’uomo. Ritornare allo stile di Cristo”.
Giulia Benigni
Il Meic verso Natale
Centro della Creazione
N
ell’attesa di contemplare la bellezza del mistero di
Gesù Cristo, Figlio di Dio, che viene e si fa presente
oggi nella Parola, nell’Eucaristia, nel cuore della comunità di fede, nel volto dei poveri e dei sofferenti, nelle vittime dell’odio, della violenza e della guerra, noi cristiani
laici avvertiamo l’esigenza di riflettere e di confrontarci
sulla realtà del Natale nella nostra vita quotidiana e nella
storia del mondo.
Per essere testimoni credibili di Cristo Risorto. Un incontro di cultura e di spiritualità cristiana, organizzato
dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Jesi si
svolgerà sabato 16 dicembre, nella sala – conferenze del
Seminario (via Lorenzo Lotto), con il seguente programma: ore 17 - conferenza di Padre Valentino Natalini ofm,
teologo, sul tema “Natale: centro della creazione”, tema
nuovo e importante, che ben si inserisce nel dibattito attuale su “creazione” ed “evoluzione”; ore 18,30: celebrazione dell’Eucaristia
m.c.
8
Cultura
17 dicembre 2006
storia della tradizione teatrale musicale a jesi
di Gianni Gualdoni
Il mondo nuovo del
Teatro “fuori porta”
I
l Teatro è nuovo fiammante, con il suo
bel leone dipinto sulla facciata: per la
verità un po’ nascosta agli sguardi distratti, internata com’è in un vicolo largo appena due metri e mezzo o poco più, tra la
Contrada della Pallacorda (oggi Via XX Settembre) e la Strada Maestra che da Porta
Romana va verso la Chiesa dei “paolotti (S.
Francesco da Paola), l’attuale Corso Matteotti.
Dopo lunga attesa, terminati gli ultimi
lavori in primavera, il “Leone” apre i battenti nel 1732, a settembre; la stagione,
come anche quella dell’anno seguente,
sarà storica: non solo per i motivi artistici
e logistici comportati dall’inaugurazione
della nuova struttura, ma per le implicazioni di costume dettate da una particolarità senza precedenti della proposta scenica in programma...
DAI PALCHETTI
DEL “LEONE”
Contrariamente a quanto riporta lo
storico Annibaldi, che asserisce non
essersi mai esibita donna in teatro a
Jesi prima del 1798 -e a seguire il suo
errore una folta schiera di studiosi
successivi riferiti alla sua fonte- è infatti proprio l’inaugurazione del Leone a fare il miracolo delle “donne in
scena”; evento che si sarebbe ripetuto
l’anno dopo e poi –a quanto se ne samai più fino all’arrivo dei francesi in
epoca repubblicana, cui si riferisce per
l’appunto Annibaldi, perdipiù su un
altro palcoscenico: quello del nuovo
Teatro “Concordia”, dove di lì a poco
sarebbe poi salita anche la soprano
pesarese Anna Guidarini, cantante
discreta ma non eccelsa, madre di
un bimbetto vispo di nome Gioachino Rossini... Ed è proprio la presenza
femminile in scena, oltre all’evento
di avere finalmente un teatro vero,
che conferisce a quello spettacolo e
a quella stagione del 1732 il carattere dell’eccezionalità: infrangendo con
ciò, seppure momentaneamente, una
precisa proibizione della legislazione
pontificia operante su tutto il territorio dello Stato, anche se con molte
eccezioni.
Il titolo dell’opera in programma è “Nel
perdono la vendetta”: e immaginiamo
non fossero i “musicali affetti” o la poesia
del libretto ad eccitare i signori condomini
e “le illustrissime signore dame” della città; né il teatro nuovissimo, tutto in legno
e tutto decorato dal valente pittore Valeri:
erano bensì certamente le tre virtuose di
canto, o semplicemente “attrici” come anche si diceva allora, che dovettero molto
emozionare ed intrigare gli affollatori dei
ristretti “casini”.
Sembra di vedere e sentire, tra gli stretti
palchetti e nei capannelli in platea, negli scambi di impressioni tra dame e nei
commenti interessati dei cavalieri, nelle
frasi allusive e gli sguardi ammiccanti, la
fremente attesa per quel che stava per accadere sulla scena. Tutti eccitati e tutti impazienti per quell’evento senza precedenti: chi per ascoltare le voci naturali delle
cantanti; chi per la presenza -artistica e
personale- di “vera femmina” nei ruoli di
donna; chi, anche, per la compiacenza di
quella situazione -spettacolo nello spettacolo, emozione nell’emozione- che per
Jesi è eccezionale, forse irripetibile. Un po’
privilegio, un po’ trasgressione…
DONNE IN SCENA,
FINALMENTE!
Le primedonne tanto attese erano Teresa
Peruzzi, detta “la Denzia”, Rosa Gardini ed
Elisabetta Berti, tutte veneziane. L’anno
dopo va invece in scena “Ginevra”, opera
seria con intermezzi di Antonio Galeazzi,
maestro di cappella bresciano residente a
Jesi ed impresario della stagione; lo spettacolo, in prima esecuzione, ne vede avvicendarsi sul palco ben quattro: Giuseppa
Pircher, Elisabetta Moro e Cecilia Grepaldi
nell’opera, Rosa Ruinetti negli intermezzi.
Per quale motivo si abbia ottenuto deroga
alla norma che -salvo motivate eccezioniproibiva alle donne di calcare le scene
nei domini dello Stato Pontificio, non è a
tutt’oggi ben chiaro. Forse, semplicemente, può essere una concessione relativa all’evento dell’inaugurazione, con estensione all’anno dopo: ma appare poco logico
dal punto di vista della norma stessa.
Piuttosto, invece, l’importanza connessa
all’inaugurazione può essere il presupposto di particolari collegamenti esterni
alla ricerca del miglior esito possibile per
l’evento, la rilevanza e gli indotti dei quali
possono conseguentemente aver influito nella deroga alla norma pontificia. Il
punto di partenza della ricerca è il rilievo
artistico delle compagnie esibitesi nel ’32
e nel ’33, gli “anni delle donne”: cantanti
di grande fama, forse i più prestigiosi che
abbiano calcato il palcoscenico del Leone
in tutta la sua parabola storica. Le piste
sono tre: Venezia, Bologna, Darmstadt.
Sono tutti veneziani, uomini e donne, gli
artisti dell’opera inaugurale “Nel perdono la vendetta”, di cui non conosciamo
l’autore. Sono veneziane anche le signore
Moro e Grepaldi, che canteranno a Jesi nel
’33, nella “Ginevra” di Antonio Galeazzi.
Galeazzi, che si trasferisce a Jesi proprio
nel ’33 e vi rimarrà per sempre, negli anni
precedenti aveva composto per le scene
veneziane diversi lavori e nella città lagunare si era anche sposato. Nel 1731 cura
per Venezia un rifacimento di un lavoro
di Vivaldi, il cui nuovo titolo è “L’odio
vinto dalla costanza”: lo si confronti, senza trarre conclusioni, al titolo dell’opera
inaugurale del Leone, della quale non conosciamo l’autore.
UNA RARA ECCEZIONE
PER IL GRANDE EVENTO
Sta di fatto che l’anno seguente all’inaugurazione medesima Galeazzi dà a Jesi
una sua prima esecuzione -“Ginevra”- nella cui compagnia ci sono artiste veneziane che hanno già lavorato con lui e due
virtuosi di Sua Altezza Serenissima il Principe di Darmstadt: la signora Pircher e il
tenore Antinori, bolognese. Bolognese è anche il famoso basso Domenico
Cricchi, che canta negli intermezzi del
’33 insieme a Rosa Ruinetti, bolognese
anch’essa. Sempre alla città felsinea,
quell’anno, è inoltre rivolta la dedica
stampata sul libretto dell’opera, indirizzata a “Sua Eccellenza il sig. Antonio Quaranta Bovio ambasciatore
di Bologna in Roma”, che si suppone
presente in sala. Se l’importanza degli artisti motivi la presenza di ospiti
illustri o viceversa, questo non siamo
in grado di chiarirlo, ma certo un collegamento c’è. Come pure il legame
con Bologna e con Darmstadt -la casata, non necessariamente la città- si
stringe ulteriormente l’anno seguente ancora, il 1734, quando Jesi programma a carnevale “Alessandro” di
Gaetano Maria Schiassi, di cui non conosciamo i componenti della compagnia. Sappiamo però che l’opera era
stata appena rappresentata in prima
assoluta a Bologna, giusto poche settimane avanti; e sappiamo anche che
Schiassi, virtuoso dei duchi Cybo-Malaspina, sin dal 1727 opera alla corte
del Principe di Darmstadt. Non è da
escludersi dunque, a questo punto,
che anche in quella stagione, anch’essa
un po’ speciale per la rilevanza artistica,
ci possano essere stati ospiti di riguardo a
testimoniare collegamenti particolari (che
dire, a proposito di collegamenti, della famiglia Cybo, di cui un esponente per lungo tempo è stato Governatore della città di
Jesi?), nonché ancora deroghe speciali che
consentissero anche nel ’34 la presenza in
scena di artiste donne. Poco sappiamo in
fondo di molti di quegli anni a venire e
abbiamo però visto come la regola della
inibizione alle donne abbia conosciuto un
intervallo; cosicché, visto che nel vuoto di
informazione se non si può affermare non
si può neanche negare, chissà che quelle
che finora abbiamo considerato eccezioni
misteriose -la presenza delle donne- non
siano state invece, almeno per un certo
periodo, pregevole e prestigiosa consuetudine.
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17 Dicembre 2006
9
Sport
pallavvolo
basket
centro sportivo
Impegno
difficile
per la Fileni
Bpa a Rieti
di Gip
Grande spirito
sportivo nei
campionati
provinciali
Prima sconfitta
in campionato
per la Monte Schiavo
di Giuseppe Papadia
motociclismo
La città di Jesi
festeggia il suo
campione
di p.s.
di Eleonora Dottori
Lo sport a Jesi?
Una vocazione
i servizi a pag 12
Il basket a Jesi non fa rima solo con Aurora.
Esiste una realtà che, a risultati, non è certo seconda alla
compagine arancio-blu. È il Vallesina Basket, società che
milita nel campionato di Promozione. All’interno tutta la
rosa dei giocatori.
“A Jesi mancano una piscina olimpionica e un circuito
per bici, moto e kart”. Parla l’assessore allo Sport Leonello Rocchetti. E fa la diagnosi della realtà sportiva
jesina. Realtà in buonissima salute, ma per la quale
ancora molto si può fare.
Nella foto di Anna V. Vincenzoni, l’assessore Rocchetti nella sala comunale con la
squadra femminile della Jesina.
In piedi da sinistra il coach Renato Borocci, Alessandro Borocci, Matteo Favi, Riccardo
Dolci, Ruben Peloni, Marco Pambianchi; accosciati da sinistra Daniele Luconi, Gabriele Perrini, Riccardo Lillini, Stefano Filonzi, Marco Bolognini.
Assenti: Marco Baldoni, Diego Berti, Pablo Bardone, Alessio Coppa, Nicola Termentini,
Mauro Tisba, Mauro Marconi.
Perché un nuovo inserto sportivo?
La feuisl delis am, vel ut inci eugait ea augait at utpat veniam eugiam vel ip et, vel dolore con vercillan ut accum
et at, quat, quismol oborera esendre ese faccumsan ut dolor alisim quis dolorem quismodo duis ea feu faccum et
praestin henibh ent lumsandreet wisci tions er si.
Volent prat amet ullaoreet ulla feugait praesto dionsequi
blandre facidui psusto con volese dolum vulput iusci tatem atem augait utat, venim veliquissed et, vel ullut essequat am, quat. Ut ullut dipsum illam, sectem dipit lumsandre dunt amconsequis erciliquip et, velissisi.
Vulla corem nonulputem nos adit prat autet am, consed
modo conullaor sequat, vel utatum voluptat. Metumsandrem venis digna feuipissed do et ullam ea commod dolore digna feugiam corper in vullamcommy nosto diamconsed digniam volor sequatu msandreet, quat nonum vent
la feummodiam dipit utem dionsecte magna feu facidunt
essit ut acing ea aliquip ent wis etum quisi tatie te dolorem veros nim zzrillam verit dipit nim iriliquipisl dolobo-
reet, sim dit, velissisci tat in hendre dignisl ullan ullam ad
dolobore veliquat nostrud dolortie ming ea feu feu feugiametum zzrit ver adignibh et amet vulla autat. Lore molor
illutpat velit vel et num iurem dolore dio dolorperit dit
am do euipit lore diametue feuguero consed magnit elit
nullam dolute dolutem dip ercidui tat do conulla feuismolor ad tinim veniat, se magna feugait eugait ing estio delis
euis et, quat nullut alismod olenim dolobor eraestrud te
modo odolorper sectet praestinim quat. Ut volent wisim
acilla facidunt ad magnit praestie volore essim zzrillaore
te min hent ut in vel ing exer iriusci llutat laor sequatum
ipissi essi blamcom molorpe rostrud magna faci bla con
ullumsa ndreratue dionsent at, senisisl utem duipiscipsum vel in voloborper incilis del dignim volupta tumsan
ut am am delenibh et wiscipisi.
Giam ver sim nim iuscidunt dolor autpati smolortio odigna faci blam alit adio dolum vel ulluptat atue mod tate
magnisim quis nonullan eugiam dolobor am vulla ad
dionse dolore dolore tie tie magna core corerciduisi exerate consequ ametum zzrit nit praesse min euguero con
vullam, suscillumsan el er ilit lum zzril el inisi.
Adio erat velisit, conse commodi ametue conse vel ulput
aliquat.
Unt verciliquip el eum autet la coreetum diam, quatie
tie velit ver iriustrud magna feuguer sit, cons auguera
esequamcorem velit nos num nosto delessi bla facilla orperaese doluptatue eui eugait accum zzrit ad el ex er sequam volore feuguer aesequip ectem vel ipit euisi tisl del
dipis eugue consequatum vullam iliquat wis nulput ipit
la corem dionsequisi te feugue magna ad tatue conummy
nosto commy nonulputpate veliquisi.
Iquiscillum augait, quissed dit nullum zzriure cons nullam velendre dunt lum del eum del eliquis aciliquat. Pit
lum aut ad tis ad dolorer sit augiam dionsecte dolore modolore magnim irit ea consecte erat volobore consequat.
Ut iusto corper aliquat ilisl do euguercipit wisl dolore
10
17 Dicembre 2006
Sport
Sport
Intervista all’assessore Leonello Rocchetti
9.152 utilizzatori degli impianti sportivi comunali, 14 società sportive amatoriali che frequentano impianti pubblici,
858 gare all’anno svolte negli impianti cittadini. Questi sono solo alcuni dei numeri dello sport a Jesi.
Leonello Rocchetti è l’assessore allo sport della nostra città. Una figura “storica”, che ha contribuito con la sua
caparbietà alla costruzione del PalaTriccoli.
Lo abbiamo incontrato per fare il punto della situazione sullo sport nella città di Federico
Ci sono delle strutture che godono di buona salute, come il palazzetto dello sport. Altre invece,
hanno bisogno di manutenzione,
specialmente le palestre ma la
situazione finanziaria è quella
che tutti conoscono. Ci stiamo
mettendo mano ma non è facile.
Il palascherma è un esempio. Il
Comune si era impegnato ad acquistarlo ma anche qui, i
problemi finanziari hanno reso tutto più difficile.
tà grandi come Jesi ad avere le stesse strutture. Qui lo sport è sentito
ed ogni anno nascono nuove società, questo porta qualche problema
ministrazione comunale. Più di
tanto non si può fare. Ad esempio,
abbiamo tre società di pattinaggio
ma potrebbe esisterne una sola.
Nel calcio potrebbero essere ridotte. Purtroppo non è così semplice, perché ci si divide quando non
si va d’accordo. Se ci fossero meno
società sarebbe più semplice distribuire i fondi e gestire le strutture.
Cosa fa istrazione comunale per promuovere lo sport
Oltre al palascherma quali sono gli impianti che van- nelle scuole?
no curati?
Ci stiamo muovendo. Realtà come la scherma, il rugby e
È stato costruito un campo da calcio in via del Torna- la pallavolo stanno facendo promozione nelle scuole. La
brocco che sarà utilizzato dalla Spes. Quanto prima sarà Pieralisi, ad esempio, sta mandando le atlete della prima
completato. Intanto ci abbiamo portato dei container da squadra in giro per le scuole elementari. Adesso incousare come spogliatoi e docce per i bambini. Quel cam- mincia a muoversi anche il calcio.
po sarà intitolato a Paolo Pirani, mentre sarebbe bello
intitolare il campo del Foro Boario ad Aroldo Collesi, Quali sono gli impianti che mancano nella nostra
grande giocatore di calcio, assessore allo sport a Ser- città?
ra San Quirico, partigiano e soprattutto, uomo serio. È
giusto assegnare una struttura del genere ad una figura A Jesi manca una piscina olimpionica ed una pista per
che viene dal campo, come è stato fatto per Paolinelli, le biciclette, per le moto ed i kart. Se non c’è la volontà
Mosconi e Pirani.
politica di farlo è dura. Io insisto. Prima di costruire il
palazzetto dello sport le nostre squadre di pallacanestro
Jesi è notoriamente una città dalla vocazione sporti- e di pallavolo giocavano giù alla palestra “Carbonari”.
va. Che ruolo ha l’assessore allo sport in una realtà Si vedeva che a Jesi mancava una struttura. Dopo tante
come quella jesina?
discussioni, assieme al sindaco Cascia e all’intervento
del Coni, siamo riusciti a realizzare questo impianto. Se
Con tutte le strutture, le società ed i ragazzi iscritti che l’Aurora e la Monte Schiavo sono protagoniste a livello
fanno attività è un vero problema. Non sono tante le cit- nazionale è grazie anche ad una struttura valida. Se co-
struiremo una piscina, come a Pesaro, nasceranno grandi campioni.
Cosa risponde a chi dice che le priorità della città
sono altre?
Il Comune deve dare una risposta ai giovani. Lo sport
praticato è utile anche per tenere lontano i nostri ragazzi dai pericoli. Avendo delle strutture di valore, si
combattono piaghe come la delinquenza e la droga.
Il fiore all’occhiello dello sport jesino è senza dubbio il PalaTriccoli e tutta la zona circostante, una
vera cittadella dello sport. Si può migliorare?
Il PalaTriccoli è il nostro gioiello. Bisogna ringraziare
la provincia, che ci ha dato cento mila euro. Un contributo importante lo hanno dato anche la Uisp, il
Comune e la Banca Popolare. Ora ospiterà anche la
Coppa Campioni della pallavolo femminile. Lo stiamo
mettendo a norma come ci ha richiesto la federazione
internazionale. Nella zona del palasport dovrebbe sorgere secondo il mio progetto la piscina da cinquanta
metri, una da venticinque ed una più piccola per le gestanti. In più ci sarebbe posto per una palestra per la
scherma e una foresteria, per ospitare le squadre ospiti. Lo spazio c’è ed è sufficiente ma ci sono in ballo
interessi più grandi.
Quando la passione
è più forte delle avversità
B
asket a Jesi non
fa rima solo con
Aurora. C’è una
realtà che a risultati,
non è certo seconda alla compagine
arancio-blu. Si tratta
del Vallesina Basket,
società che milita
nel campionato di
Promozione ed è attualmente al comando del girone con
cinque vittorie nelle
prime sei partite fin
qui disputate.
A Nicola Termentini e Mauro Tisba, che
della società sono i factotum (dirigenti,
fondatori e giocatori), i successi interessano relativamente. “Vogliamo anche
divertirci – dicono in coro – L’inizio è
stato scoppiettante ma noi vogliamo
restare con i piedi per terra. La nostra
vittoria è il gruppo. Quello di quest’anno è buono. Siamo amici anche fuori dal
campo”.
Nata nell’estate del 2002 quasi per scherzo in un campetto di periferia, il Vallesina Basket deve molto al suo presidente
Giuliano Benigni, scomparso prematuramente a maggio di quest’anno. Il suo
insegnamento però, è rimasto vivo in
questi ragazzi, che hanno scelto di non
mollare di fronte alle difficoltà. “Questa
stagione è interamente dedicata a lui –
ci tiene a
dire Terment i n i
– Lui ci
ha
trasmesso
dei valori come
l ’ i mp ort a n z a
d e l l o
s p o r t
praticato in
ma n iera
sana e dello
stare
insieme. In questa
lunga estate
proprio
in
memoria di
Giuliano abbiamo ritrovato entusiasmo e la forza di ricominciare da zero partendo dal
gruppo e dai vecchi fondatori-giocatori
che hanno deciso fortemente di portare
avanti il progetto ed, infatti, la risposta
è stata per ora ottima con l’inserimento di sei nuovi giocatori e la riconferma
dell’allenatore”.
L’età media della squadra è molto bassa, appena 24 e raccoglie molti giocatori
cresciuti nel vivaio dell’Aurora ma non
I dirigenti:
“La stagione
è dedicata
al nostro
presidente
Giuliano”
Non è strano però, che in una zona del genere sia
stata installata un’antenna per la telefonia mobile?
Non voglio rispondere. Ci sono state troppe polemiche. Non ne sono molto entusiasta. Quando stai in
una coalizione devi essere equilibrato, non puoi fare
una discussione per ogni problema.
Giuseppe Papadia
via del tornabrocco
Un campo da calcio intitolato a Paolo Pirani
basket campionato lega due
La classifica
Nella foto il campio da calcio di via del Tornabrocco, nella zona San Giuseppe. Quando saranno coclusi i
lavori, la struttura sarà utilizzata dalla società sportiva Spes. Per ora ci sono stati portati container attrezzati
ad uso spogliatoi a servizio delle attività sportive dei bambini. Il campo porterà il nome di Paolo Pirani, ex
dirigente della Spes, scomparso tragicamente qualche tempo fa.
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Vallesina Basket
Jesi, la città dello sport
Quale è lo stato di salute degli
impianti a Jesi? Cosa c’è da
fare?
17 Dicembre 2006
Volley campionato A1 femminile
La classifica
Squadre
Punti
Gare
giocate
Gare
vinte
Gare
perse
Novara
9
3
3
0
Pesaro
8
3
3
0
Bergamo
8
3
3
0
Perugia
7
3
2
1
Monte Schiavo
Banca Marche
Jesi
6
3
2
1
Padova
4
3
2
1
Santeramo
4
3
1
2
Squadre
Punti
Gare
giocate
Gare
vinte
Gare
perse
Vicenza
4
3
1
2
CASERTA
22
12
11
1
Altamura
4
3
1
2
RIMINI
18
12
9
3
Chieri
0
3
0
3
SORESINA
18
12
9
3
RIETI
16
12
8
4
Piacenza
0
3
0
3
FERRARA
16
12
8
4
PESARO
16
12
8
4
Forlì
0
3
0
3
FABRIANO
12
12
6
6
CASALE
M.FERRATO
12
12
6
6
PAVIA
12
12
6
6
MONTECATINI
10
12
5
7
REGGIOCALABRIA
10
12
5
7
IMOLA
8
12
4
8
FILENI BPA - JESI
6
12
3
9
CASTELLETTO
TICINO
6
12
3
9
NOVARA
6
12
3
9
SASSARI
4
12
2
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solo. “Il Vallesina Basket è
nata – spiega
Mauro
Tisba,
presidente eletto per acclamazione – per
dare l’opportunità di giocare
a basket a chi
non poteva. Ci
sono
giocatori come Marco
Pambianchi,
che ha cominciato con noi da
autodidatta ed
ora è il miglior
rimbalzista del
c a m p i o n a t o ”.
Tutto è fatto
con
passione,
dagli
allenamenti dopo una
dura giornata di
lavoro, al sito internet, curato dallo stesso Termentini (www.vallesinabasket.it).
A volte però, la passione da sola non basta. “Stiamo cercando un main sponsor –
ammettono – quello che va sulla maglia”.
Il Vallesina gioca le gare casalinghe al
palasport di Castelbellino Stazione ogni
mercoledì. Il prossimo impegno interno
è previsto per il 19 dicembre (ore 21.30)
quando arriverà l’Evergreen.
In foto da sinistra Nicola Termentini
vice presidente del Vallesina Basket
e Mauro Tisba, il presidente
12
Sport
17 dicembre 2005
Centro Sportivo Italiano
jesi festeggia il suo campione mondiale di moto
Con Alessandro in pista...
non ce n’è per nessuno
N
on è ormai una novità
che il giovane Alessandro Polita abbia dominato
la Superstok, la gara che ha
assegnato al ventiduenne jesino il titolo di campione del
mondo di moto .
Il campione è stato festeggiato non solo dalla città ma
anche da Fabio Fittajoli, presidente del Panathlon di Jesi,
dal Governatore del distretto dott. Gianni Bambozzi e
dei Presidenti dei Club di
Ancona, Fano e Senigallia,
che lo hanno premiato, insieme alla sorella Alessia,
anche lei promessa delle due
ruote, e al padre Giancarlo,
per il prestigioso obbiettivo centrato così giovane. Il
centauro Jesino, in sella alla
Suzuki del team Celani, già
alla penultima corsa si era
matematicamente
aggiudicato il Campionato del
Mondo, ma, a seguito di un
infondato ricorso, si è dovuto aspettare la successiva gara per confermare che
non ce ne era per nessuno. Il Campione ha raccontato i particolari delle tiratissime ed appassionanti gare di una formula che sta riscuotendo notevole successo
di pubblico e di partecipazione delle maggiori e più note case costruttrici, della
sua caduta che lo aveva costretto a pilotare la moto con maestria pur non essendo al cento per cento, ma che non gli ha impedito di portare a Jesi il titolo.
Il prossimo anno Alex debutterà in Superbike, difendendo ancora i colori del Celani Team e si batterà con campioni del gotha del motociclismo mondiale, quali
Max Biaggi, Corser, Haga e Baylis.
Eleonora Dottori
VOLLEY Mercoledì trasferta ad Amstelveen
Monte Schiavo, con Santeramo è un deja-vu
C
on il derby è arrivata la prima sconfitta in campionato della Monte Schiavo
Banca Marche. Domenica scorsa Pesaro ha
violato il PalaTriccoli con un
netto 3-0 (parziali: 27-25, 2518, 25-21). Ad incidere sull’andamento della gara è stato l’infortunio occorso a Neli
Marinova, nel corso del primo set. La regista bulgara è
ricaduta male dopo un muro
procurandosi una distorsione al piede, che l’ha costretta
ad abbandonare il parquet,
sostituita da Francesca Giogoli (nella foto di Monti).
Giovedì 7 a Las Palmas le jesine hanno centrato la prima
vittoria in Champions League. Alle Canarie è finita 3-2
(parziali: 25-19, 21-25, 25-18, 25-23, 15-10)
al termine di una gara combattuta e nervosa. Oggi, domenica 17 dicembre, nuovo
impegno casalingo per Togut e compagne.
Campionati provinciali
Calcio a 5
Allievi
L’attività provinciale del CSI continua a
mietere i suoi frutti nel calcio a 5 maschile,
dove i giovanissimi Allievi non solo
danno prova di quello che è lo spirito
dello sport come aggregazione e rispetto
dell’avversario, ma giocano e crescono
insieme ai loro risultati. Nel girone Arancio
la squadra dell’oratorio Don Bosco Cristo
Redentore di Senigallia si conferma ancora
prima in classifica con 18 punti, dopo aver
battuto 5-1 il Cesano Junior. Nel girone Blu
invece l’oratorio Maris Stella di Falconara,
battendo in casa l’ASD Monterado ’05,
riesce a tenere il passo dell’ASD Castellano
che batte agevolmente la Clementina di
Jesi e continua a guidare la classifica con 15
punti.
Juniores
Per gli Juniores del Girone Arancio continua
a guidare la classifica con 12 punti l’Oratorio
S.Giuseppe di Pianello d’Ostra, nonostante
il turno di riposo. L’oratorio Maris Stella
di Falconara non ha saputo approfittare
e perde in casa con
il diretto inseguitore
Oratorio degli amici di
Montignano. Nel girone
Blu, continua la marcia
trionfale dell’Oratorio
di S.Gaspare del Bufalo
di Ancona che guida la
classifica con 15 punti.
.
Pallavolo
Open Misto.
Passo falso della Hands Out Volley che
perde a Osimo e viene raggiunta in vetta
alla classifica, a 14 punti, dal CSI Gaudio
vittorioso contro gli Angels.
p.s.
Nella foto: Polisportiva Clementina -
Juniores Calcio a 5
in alto da sinistra Sauro Ferrara (allenatore),
Simone Ferrara, Christian Trozzi, Mattia
Angeletti, Francesca Cini, Marcin Stepniewski, Cristiano Taviani (dirigente);
in basso da sinistra: Irakli Kule, Jacopo
Maiolini, Bruno Iannaccone, Carmine Iannaccone.
Open
In A1, Girone Arancio,
la
Rossi
Telecom
allunga il passo sulla
Ati trasporti C5 e sulle
altre dirette inseguitrici,
conducendo la classifica
con 17 punti. Nel
Girone Blu invece l’ASC
Casenuove vince ai rigori
Al PalaTriccoli arriva il Santeramo (ore Calcio Eccellenza
17.30) che la scorsa settimana ha trascinato fino al tie break Bergamo. La formazione allenata da Salvagni,
ha nel capitano Marulli
enza reti (0-0) il Real con Recanati; sconfitil suo simbolo. Jesine e
ta la Jesina (1-0) a Castelferretti: c’è poco da
pugliesi si sono già af- stare allegri!
frontate in Coppa Italia, Real Vallesina
dove si sono divise la Nonostante le pacate affermazioni di mister
posta: una vittoria (3-1 Faini, a Moie non esplode la contentezza: per la Monte Schiavo, 3- Punto guadagnato contro un’ottima avversaria!
0 per le baresi) per parte – la Recanatese sul nostro campo ha provato
ma con il fattore campo con alcuni sprazzi di bel gioco a portar via tutta
mai rispettato.
la posta in palio, ma era fatto anche un … quaMercoledì 20 dicem- si rigore, che l’arbitro ha lasciato passare senza
bre ad Amstelveen (ore sanzionare! I nostri, al cospetto della capolista
19.30), cittadina non si sono battuti egregiamente, ma è mancato il
molto distante da Am- tiro conclusivo, da tutti atteso. Durante tutto
sterdam, le prilline gio- l’incontro, il centrocampo leopardiano ha mescheranno la gara vale- so in vetrina equilibrio e buona tenuta di palla,
vole per la quarta giornata di Champions doti che giustificano la classifica: a questa forte
League. Le due compagini si sono affron- compagine i nostri hanno saputo mettere il fretate a campi invertiti mercoledì scorso.
no, ben guidati e organizzati da capitan Belelli.
Gip In conclusione, possiamo concordare col mister
e rammaricarci per alcuni punti di classifica,
perduti nel primo scorcio di campionato.
Rimandato l’appuntamento con il gol
S
BASKET Giovedì 7 l’addio di coach Subotic
Jesina
N
Come in precedenza, sembrava che i leoncelli a
Castelferretti stessero per siglare un altro pareggio; eravamo sul finire dell’incontro, quando nel
generoso arrembaggio per conquistare la vittoria, giustificata da una valida ripresa, i nostri si
sono scoperti e Marco Principi si … guadagna
il rigore, che poi trasforma in vittoria, inattesa
anche dai locali! Proteste, invettive, lancio di
Impegno difficile per la Fileni Bpa a Rieti
uova preoccupante sconfitta
per la Fileni Bpa, giunta al
quarto stop consecutivo. Domenica scorsa a Casale Monferrato,
gli jesini sono stati umiliati dai
padroni di casa per 100 ad 84,
in quello che era uno scontro
diretto tra due squadre in lotta
per la salvezza. In Piemonte la
Fileni era scesa in campo senza
il tecnico Subotic, che in settimana aveva rescisso consensualmente il suo contratto con la
società jesina. In panchina era
andato il suo vice Luca Ciaboco
ma per la successione si fanno i
nomi di Capobianco e Sacco.
Oggi, domenica 17 dicembre, gli
arancio-blu sono ospiti del Rieti (ore 18.15), compagine candidata alla promozione in serie
con il Montecarotto e supera la San
Pietrina, approfittando del turno di riposo,
attestandosi a 16 punti.
In A2 infine la Polisportiva Clementina
A mantiene la vetta della classifica con 18
punti battendo anche il CSI Gaudio 3-2.
A. Grazie ad un rosa di qualità
ed un allenatore come Lino Lardo (finalista scudetto due anni
fa con Milano) i laziali sono un
avversario davvero ostico. Nel
quintetto trovano posto Bonora e Mian, due giocatori con
esperienza nella massima serie,
due buoni americani, Melvin e
Smith, un giovane promettente
come Bagnoli.
Giovedì 22 si giocherà l’ultima giornata del 2006. La Fileni
ospiterà al PalaTriccoli il Montecatini (ore 20.30). La formazione di coach Finelli ha nell’eterno Andrea Niccolai il suo simbolo anche se le responsabilità
dell’attacco sono suddivise tra i
due statunitensi Carr e Coleman.
Giuseppe Papadia
bottiglie d’acqua da parte dei tifosi jesini, anche
in testa ad un collaboratore dell’arbitro, con interruzione lunga per rinfrancarlo. Si era all’88’.
Ed il finale rovente suggella la sconfitta dei
nostri. Già in alcune partite precedenti, la dirigenza jesina ha lamentato l’insufficienza dei
direttori di gara ed anche al termine dell’odierno incontro il ritornello è identico! Ai leoncelli
però dobbiamo rimproverare il nervosismo serpeggiante, quasi ad evidenziare insicurezza! Ad
ogni modo, il pareggio lo avrebbero meritato.
Vir
Promozione
A Castelplanio, il Mosaico locale batte l’Azzurra di Colbordolo con rete di Topa al 30’ e
con ottima difesa (finalmente!) fino in fondo:
tre puntoni!
Prima categoria
A Cupramontana, il San Marcello fa il corsaro (0-1). Monserra pareggia in casa col
Brandoni (1-1). Vince la Spes con Mondolfo
(2-1).
Seconda categoria
L’Aesina vince con l’Usap in trasferta (1-2).
Sampaolese batte Monsano (3-1). Aurora fa
pari col Collemarino (1-1). Pareggia anche il
Borgo Minonna con l’Argignano (1-1). Perde il Castelbellino in casa della Nuova Folgore (2-0).
Venerdì 8 dicembre Al PalaTriccoli il Family Day
N
onostante il momento non felice della Fileni Bpa, l’Aurora Basket ed il main
sponsor arancio-blu, venerdì 8 dicembre
hanno organizzato il “Family day”, una giornata dedicata alla famiglia, ai bambini e ai
ragazzi. È stata un’occasione per trascorrere
insieme, tra gare e giochi e canestri, un momento di festa che vuole anticipare gli auguri
di Natale.
Il pomeriggio è cominciato con un torneo di
minibasket dedicato ai giovani dai cinque ai
diciotto anni, a cui è seguita la premiazione
e la distribuzione di cinquecento palloni da
basket. Dopo gli interventi del sindaco di Jesi,
Fabiano Belcecchi, del presidente dell’Aurora
Antonio Gallucci e di Giovanni Fileni, titolare
dell’omonima azienda, si è svolta la gara gli
arancio-blu ed i venti dipendenti della Fileni.
Il “Family Day” è stato organizzato da Fileni,
Aurora Basket con il contributo di Terre Cortesi Moncaro, MyNonna Scimpa Village e Caffè Imperiale.
Vita ecclesiale
La Veglia Unitaria dell’Azione Cattolica
Da Eva a Maria per essere segni di Speranza
A
ssegnare al settore Giovanissimi
un appuntamento istituzionale come la Veglia Unitaria che ogni
anno il 7 dicembre raduna tutta
l’Azione Cattolica diocesana attorno a Maria poteva sembrare una
scommessa rischiosa. Ed invece, i
Giovanissimi hanno stupito tutti
realizzando una Veglia nuova e
ricca di spunti di riflessione.
La novità principale della veglia
che si è svolta giovedì scorso, era
certamente quella del cammino itinerante che ha portato tutti i partecipanti, via via sempre
più numerosi (alla fine sono stati
quasi trecento), da San Marco
alle Grazie passando per la chiesa
dell’Adorazione. Affascinante era
anche la proposta fatta dal settore
che comprende i ragazzi dai quindici ai diciotto anni: affiancare a
Maria, speranza dell’umanità, la
pagina della Genesi sulla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso
terrestre.
Nelle tre chiese i gruppi Acg delle diverse parrocchie della diocesi
hanno affrontato tramite filmati,
musiche, cartelloni e letture le tre
fasi del brano: la caduta, la caccia-
ta e la redenzione promessa. Tra un
momento e l’altro il corteo, guidato
da Mons. Vescovo, si è mosso recitando il rosario ed i canoni di Taizé.
Al termine della Veglia proprio don
Gerardo ha ringraziato i Giovanissimi invitandoli ad essere sempre segni di speranza ed a non aver paura
di mostrarlo.
Fotoservizio G. Papadia
Strumento di evangelizzazione
ella cappella dell’Ospedale Murri di Jesi, lo scorso
17 novembre, in diretta sulle frequenze di Radio
Maria, dalle ore 16,40 il cappellano padre Nicola Abrugiadi ha condotto un’ora di spiritualità. Molte le persone presenti,
attente e commosse. Il canto
è stato guidato
da un gruppo
di
volontari
accompagnati
dal prof. Ivano
Giampieri alla
tastiera e dalla
violista Loretta
Fascioli Ponzelli.
Come
più volte ha
affermato
il
direttore della
radio,
padre
Livio Fanzaga,
Radio Maria
rappresenta
un importante
strumento di
evangelizzazione ed un valido strumento
di comunica-
zione con cui sia l’opinione pubblica che la stessa Chiesa devono “fare i conti”. La radio, inoltre, è un esempio
di come il volontariato sia capace di cose grandi. Infatti,
la maggior parte dei conduttori sono volontari. Inoltre,
grazie al generoso
esercito di persone che operano
negli studi mobili, sono assicurati
i collegamenti di
preghiera in diretta da ogni luogo in
cui sono istallati i
ripetitori.
Altra
sottolineatura importante è
che Radio Maria
non è sostenuta da
sponsor ma soltanto dal contributo di molta gente
che con generosità
invia le proprie offerte. Radio Maria
con i suoi ripetitori diffusi in molte
parti del mondo
rappresenta quasi
un “miracolo”.
g.f.
Nuova edicola a Poggio San Marcello
Medugorje in famiglia
E’
stata benedetta, domenica
26 novembre, dal cappuccino padre Nicola Abrugiati,
cappellano dell’ospedale civile
“Murri”, alla presenza di numerose persone, la nuova edicola
realizzata a Poggio San Marcello presso l’abitazione dei coniugi Giuseppina e Giuseppe
Consoli (nella foto). Nella bella
realtà del territorio comunale
che vanta uno dei santuari mariani più belli di stile barocco
del ‘700 dedicato alla Madonna
del Soccorso e con tante edicole
nel territorio, la nuova edicola vanta un particolare: ricorda
una chiesa di Medugorie nella
quale la famiglia Consoli si reca
spesso in pellegrinaggio. Inoltre
il comune di Poggio San Marcello è gemellata con la città di
Medugorie.
13
brevi
Natale ricco di appuntamenti a Montecarotto
Domenica 17 la festa con gli ospiti della casa di
riposo
Terminata la posa in opera della nuova pavimentazione, Piazza del Teatro a Montecarotto si prepara
ad accogliere le iniziative di Natale, organizzate dall’amministrazione comunale in collaborazione con
le associazioni locali. Dopo l’accensione dell’albero
in piazza del Teatro e degli alberelli per le vie del
centro avvenuta domenica scorsa, gli appuntamenti proseguono con il tradizionale ritrovo alla casa di
riposo domenica 17 dicembre alle ore 15, dove i parenti degli ospiti faranno festa con i loro cari. Per
l’occasione verrà preparato anche un rinfresco a base
di panettone, dolci e spumante, il tutto contornato
da musica e canti natalizi. A far festa con gli anziani
ospiti ci saranno anche il sindaco Mirella Mazzarini
ed alcuni amministratori. Nel Teatro comunale invece avrà luogo un concerto sinfonico mercoledì 20
dicembre alle 21, mentre sabato 23 presso la chiesa
della Santissima Annunziata alle 21, i ragazzi del catechismo eseguiranno un recital. La sera della vigilia
di Natale in Piazza del Teatro ci sarà Babbo Natale
che offrirà caramelle ai bambini, e dopo la messa di
mezzanotte cioccolata calda per tutti. Per finire i cittadini extracomunitari della Costa D’Avorio residenti a Montecarotto presenteranno, durante l’incontro
di venerdì 29 dicembre presso il centro giovani, filmati e materiale fotografico sulla vita del loro paese.
Fabrizio Filippetti
Cupramontana abbraccia il progetto “Cupraperta”
Il Presepe Vivente in cinque rappresentazioni
Radio Maria a Jesi
N
17 dicembre 2006
L’assessore al turismo del comune di Cupramontana,
Adria Mondani, ha deciso di accogliere l’ambizioso
progetto di marketing e comunicazione, ideato
da Caterina Lucchetti e Tommaso Maggio, di
“Cupraperta: un paese per tutte le stagioni”, per lo
sviluppo e l’incentivazione dei centri commerciali
naturali insediati nel centro storico, che prevede
anche nuovi arredi urbani. Il progetto ha come
obiettivo quello di vendere l’immagine di Cupra
come paese che, in ogni stagione, propone momenti
di manifestazione e di aggregazione culturale. Si
comincia dall’Inverno con una serie di eventi
legati al Natale: il 16 ed il 17 dicembre verranno
realizzati l’albero di Natale e la casa di Babbo
Natale, con un Babbo Natale meccanico che dà
indicazioni per trovare il vero Babbo Natale, che si
trova in qualche angolo del paese, pronto a donare
leccornie ai più piccoli. Poi ci sarà l’animazione, con
i giocolieri, trampolieri e mangiafuoco. Negli stessi
giorni anche i grandi saranno accontentati, perché
i commercianti esporranno i loro prodotti in veste
natalizia e per le vie del centro ci sarà il mercatino
di Natale. Nel pomeriggio del 16 dalle 17.30 in poi,
presso la piazzetta, sarà anche possibile ammirare la
rappresentazione del Presepe vivente che si ripeterà
il 25 e 26 dicembre ed il 1° e 6 gennaio. Il progetto,
seguendo il corso delle stagioni, continuerà con la
primavera (Cuprarte), quando il paese diventerà
il palco naturale dell’arte, si segue con l’estate
(Cuprasole), con manifestazioni legate alla tavola,
all’arte e al ritmo e con l’autunno (Cupraritmo), dove
il filo conduttore sarà la Sagra dell’Uva.
Cristiana Simoncini
La ‘Pergolesiana’ canta il Natale
In prossimità delle feste natalizie diversi impegni attendono la Corale ‘Pergolesiana’ a Jesi e oltre le mura
cittadine. Ecco il calendario dei concerti con i quali intende formulare gioiosi auguri di pace e serenità:
Domenica 17 dicembre (ore 18,30) – Concerto a Monte San Giusto
Martedì 26 dicembre (ore 17,30) – Concerto a S. Maria Nuova
Sabato 30 dicembre (ore 17,30) – Concerto a Jesi nel
Santuario della Madonna delle Grazie con la banda ‘La
Lombarda’ di S. Maria Nuova
Domenica 7 gennaio (ore 17,30) – Concerto a Jesi nel
Santuario della Madonna delle Grazie con la Corale di
Monte S. Giusto.
Pianello Vallesina- Presepe Vivente e Concerto
Accorrete accorrete
Gli Scout del Reparto di Pianello Vallesina hanno
organizzato il Presepe Vivente per il 26 dicembre
dalle ore 16,30. Chi vorrà andare a vedere la Natività, potrà recarsi nell’oratorio di via Buozzi, n. 2
del paese. Durante la rappresentazione ai visitatori
verranno serviti sfiziosi assaggi che rallegreranno
l’atmosfera.
Inoltre il 6 gennaio alle ore 17, presso il Centro Polivalente di Pianello, ci sarà il “Concerto della Befana” accompagnato dalla Corale locale.
Giulia Benigni
14
Jesi e Vallesina
17 dicembre 2005
Jesi – Convegno sulle nuove sfide scolastiche
di
Paolo
Marcozzi
Pergolesi Giovan Battista (Piazza, da Corso Matteotti a Corso Matteotti) Vedi numero scorso. Già
Piazza dello Statuto, ha subito nei secoli continue
trasformazioni: chi non ricorda il Circolo Mazzini (quello con le braccia che spezzavano le catene),
che occupava lo spazio ora adibito a parcheggio?
In questa piazza sorge il monumento a Pergolesi,
eretto nel 1910 su progetto dello scultore carrarese
Alessandro Lazzarini.
Petrucci Pier Matteo (Via, da Piazza Nova a Largo dei Saponari) Cardinale e vescovo di Jesi (Jesi,
1636 – Montefalco, 1701). Nato dal nobile Giambattista e da Aurelia Stella, nel
1652 conseguì precocemente
la laurea in diritto civile e canonico, a soli 16 anni, all’Università di Macerata. In seguito
entrò nel circolo spirituale
formato dal futuro cardinale
Alderano Cybo (m. 1700), vescovo di Jesi diventandone il
segretario. Nello stesso tempo
egli studiò francese, spagnolo, greco e musica all’Oratorio di S. Filippo, sempre a Jesi (pare che fosse un
valente violinista) e proprio nell’ordine degli oratoriani (fondato nel 1575 da San Filippo Neri) si
fece sacerdote nel 1661. Nel febbraio 1681, venne
convocato a Roma da papa Innocenzo XI, che lo
nominò vescovo di Jesi, posizione consacrata in
una cerimonia del 20 aprile dello stesso anno da
parte del suo predecessore e mentore, cardinale
Cybo. Cinque anni dopo, nel 1686, egli fu elevato
alla porpora cardinalizia sempre da Innocenzo XI.
Denunciato per eresia per le sue idee quietiste fu
condannato nel settembre 1687 alla ritrattazione
di 45 sue proposizioni, ritenute appunto eretiche.
Il papa fu abbastanza clemente, facendolo liberare e assolvendolo da ulteriori accuse, a patto però
che il cardinale accettasse la pubblica distruzione,
eseguita il 5 febbraio 1688, dei suoi scritti messi all’Indice. Dopo la morte di Innocenzo XI nel 1689,
il successore Alessandro VIII nominò nel 1690
Orazio Perozzi come vicario apostolico di Jesi;
tuttavia non accettò le dimissioni di Petrucci, assegnandogli invece una pensione; Petrucci visse a
Roma partecipando a diversi conclavi e ricoprendo
nel 1694-95 il ruolo di camerlengo del Sacro Collegio dei cardinali. Lasciò a Jesi la sua ricchissima
biblioteca, che ora costituisce il nucleo principale
della biblioteca diocesana, situata in Via Santoni
ed a lui intitolata.
(continua al prossimo numero)
Federcasalinghe
700 mamme dal Papa
D
alle Marche oltre 500 mamme hanno incontrato il
Santo Padre nell’udienza di mercoledì 13 dicembre in Vaticano. Una
occasione che DonneEuropee Federcasalinghe ha voluto per testimoniare
a Papa Benedetto XVI il suo affetto e
rinnovare l’impegno dell’associazione
nella tutela delle famiglie e dei loro diritti, nella difesa delle donne e soprattutto dei bambini e dei giovani. “In
tempi come quelli recenti, in cui sempre più spesso i fatti di cronaca danno
notizia di violenze subite dai minori,
si rende necessario un forte impegno di tutta la comunità
per educare i ragazzi, accompagnarli nel loro difficile percorso di crescita nel mondo moderno che li sottopone a
stimoli diversi e provocatori” dichiara Maria Elvira Conti
Fabbri, presidente regionale dell’associazione.
L’università all’Istituto Tecnico
G
li interventi di alcuni ex studenti
al convegno “Dal liceo tecnologico al tecnico industriale: sfida possibile” organizzato dall’Istituto Tecnico “G.
Marconi” di Jesi, oggi laureati in ingegneria, hanno sottolineato la qualità
dell’apprendimento svolto nei cinque
anni di studi, utili per superare con
profitto alcuni degli esami universitari
principali. “Ricordo la diffidenza con la
quale la mia famiglia accolse la scelta di
iscrivermi all’Itis essendo una ragazza
– ha detto Elisa Cesarano di Monsano- ma se tornassi indietro certamente
rifarei la stessa scelta ed ora che sono
anche laureata, spero che sempre più
ragazze scelgano l’Itis di Jesi.” Attualmente sono 42 le studentesse su 715
iscritti, “un dato in aumento ma sul
quale tuttavia dobbiamo lavorare ancora molto – ha sottolineato il dirigente
scolastico Mario Crescimbeni – perché
sono le stesse imprese che lo chiedono.”
Presenti anche gli imprenditori Claudio Bocchini ed Enrico Loccioni, i quali
hanno sottolineato le doti di caparbietà
tipiche delle donne che sono sempre
più utili nelle aziende ed hanno aggiunto: “Oggi il lavoro dei tecnici è cambiato e non c’è motivo che impedisce alle
donne di avvicinarsi a certe specializzazioni”. All’incontro erano presenti an-
che imprenditori passati dai banchi di
scuola dell’Itis “Marconi”. Michele Luconi e Gabriele Ottaviani, imprenditori
nel settore internet e nuove tecnologie
hanno raccontato le loro esperienze:
“Il corso di informatica frequentato nei
primissimi anni ’90 mi ha aperto la via
verso questo settore nel quale ormai lavoro da undici anni e che allora non era
che agli albori” - ha detto Luconi imprenditore di Belvedere Ostrense. Sono
intervenuti anche Franco De Anna
ispettore tecnico dell’USR Marche e
Filippo Gabrielli docente della facoltà
d’Ingegneria dell’Università Politecnica
delle Marche.
SPILLI
Duemila di centoventimila
Guai a toccare le pensioni d’oro!
Si conceda che 15.000 famiglie di Jesi gettano via almeno un litro di olio esausto al mese. In otto mesi
sono 120.000 litri. Di questi il Comune ne recupera
2000 sia per difendere l’ambiente sia per il riciclaggio.
Cioè recupera meno del due per cento, una miseria.
Il 98 e più per cento va ancora nei lavandini ad inquinare le acque ed altro. Bisogna cambiare metodo
di raccolta se vogliamo ottenere risultati significativi e
non solo apparenze.
E così il tentativo della Finanziaria di arginare le pensioni d’oro
(quelle superiori a 5000 euro al mese) con il prelevamento
del tre per cento, è fallito. Il Senato ha avuto compassione di
questi poveretti dal mensile da dieci milioni delle vecchie lire
e ha deliberato di non togliere neppure un centesimo. Alla
faccia delle pensioni di 400 euro al mese! Eppure il governo
ci aveva promesso di togliere qualche cosa a chi ha tanto e
darlo a chi ha meno. Ma si è dimenticato della promessa e
l’elettore si dimenticherà del governo.
Civis
Una nuova libreria
Dedicarsi al mondo dell’infanzia
U
no scrigno. Questo è Kirikù. Come
i libri che propone, che una volta
schiusi svelano piccoli tesori: un castello di cartone che si “costruisce” da
sé, una giostra, un faro, un carillon. Kirikù è il nome del protagonista di una
favola africana: un bambino di piccola statura che non viene accettato dai
coetanei, ma che con coraggio libera
la sua tribù da una maledizione e fa riscoprire l’amore anche alla maga che
l’ha lanciata. Le metafore della storia
rivelano valori sani, costruttivi, ideali di pace e di integrazione. Per questo
motivo Massimo Ciccarelli ha deciso di
chiamare così la sua libreria per ragazzi,
inaugurata sabato 2 dicembre: Kirikù si
trova in via Garibaldi, a Jesi ed è dedicata agli “under 16”. La scelta di questa
specifica fascia di età non è commerciale (al momento non esistono altre
Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 - Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149
www.fazibattaglia.com
librerie “anagraficamente” indirizzate
a Jesi), piuttosto è dettata dalla volontà
di dedicarsi al mondo dell’infanzia con
articoli qualitativamente validi. I libri
di fiabe presentano illustrazioni d’autore, pagine “pop-up” (che si sviluppano
in una costruzione tridimensionale) e
particolari tattili. Oltre ai libri-gioco, ai
libri bi-lingue (un esempio? Libri in italiano-arabo) e ai libri musicali, Kirikù
propone giocattoli innovativi, come le
automobiline a “pannelli solari”, che posizionate sotto la luce si attivano da sé,
giocattoli in legno e bamboline di stoffa,
il tutto realizzato nel pieno rispetto delle normative che regolano il settore, con
materiali pregiati e naturali. Una bella
risposta al “made in China” e ai prodotti “da grande distribuzione”. Ancora dal
campo dei giochi ecologici, la libreria
presenta “Happymais”, giocattolo etico
(i proventi finanziano la protezione delle foreste) erede delle nostre “vecchie”
costruzioni: talloncini colorati a base di
amido di mais che se inumiditi si attaccano l’uno all’altro dando vita a piccole
creazioni dettate dalla fantasia, un’idea
per il Presepe Natalizio. La sezione dedicata alla narrativa per ragazzi offre libri completi di compact disc, testi d’autore (De André, Fo, Jannacci) e – grande
passione del proprietario – una stanza
completamente dedicata agli spartiti
musicali, per gli aspiranti musicisti. Kirikù mette a disposizione dei più piccoli
anche uno spazio per sedersi e sfogliare
i libri. E se si alza lo sguardo, si leggono
dei messaggi scritti su foglietti, attaccati alle pareti. Sono frasi che infondono
coraggio, come quello dimostrato dal
bambino di piccola statura...
Raffaella Fioretti
Da Jesi al Louvre Lorenzo Brutti
M
archigiano di nascita, parigino per
adozione. Lorenzo Brutti, antropologo di Jesi,
specializzato in Papua
Nuova Guinea, è uno dei
tanti “cervelli” marchigiani che hanno trovato
successo all’estero. Re-
sponsabile del sistema
multimediale del museo
Quai Branly, da sei anni
dirige la sala multimediale del Museo del Louvre, a Parigi, dedicata
alle arti tribali. Saremo
lieti di intervistarlo in
occasione del suo “rim-
15
Varie
17 dicembre 2006
Momento di fede e tradizione
La Festa della Venuta
La Madonna del tettarello
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TERMOIDRO
Laggiù san Piedro, in mezzo a ‘na piazzetta,
ha fatto pure st’anno el fogarò;
non è che s’è trattado de ‘no show,
ma de ‘n’antiga usanza benedetta.
di GIANFRANCO MUZI
Via Giuseppe Guerri, 17 JESI
Tel. 0731 200337 - 335.247108
Da sempre c’è ‘sta bella tradiziò,
insieme co’ sto fôgo che scoppietta,
de ‘ccende ‘na candela co’’n cerò
pe’ illuminà ‘sta notte benedetta.
è seguita la celebrazione eucaristica di don Cristiano Marasca e don Aldo Anderlucci. Al termine, tutti intorno al “focarone” acceso dietro la chiesa e che, secondo la tradizione,
indica agli Angeli il percorso da compiere per trasportare la
Santa Casa da Nazareth a Loreto. La serata è poi proseguita
al ristorante per la cena insieme.
Il presidente Giancarlo Rossetti ed il consiglio direttivo stanno predisponendo il programma del prossimo anno che
avrà per tema: “Volgeranno lo sguardo verso colui che hanno trafitto”.
Roberto Corsetti
Accanto al fôgo dimo ‘na preghiera
che passa la Madonna de Loredo:
un “Padre nostro”, un’ “Ave”, insieme a’n “Credo”
pe’ ‘sto mondaccio che non è ben messo
ma se rsomija a ‘na polveriera,
speranno che ce tie’ per ma’ lostesso.
Lucio Longhi
L’Unitalsi, l’associazione che cura il trasporto degli ammalati,
disabili e anziani a Lourdes e nei principali santuari mariani
si è ritrovata a Jesi nella chiesa del vicariato di Colle Paradiso
per ricordare la “traslazione” della Santa Casa a Loreto. Si è
iniziato, sabato scorso, con la preghiera del Santo Rosario ed
Jesi - Associazione Italiana Maestri Cattolici
Un corso di didattica
L’
Associazione Italiana Maestri
cattolici, Aimc, nella sua programmazione ha organizzato un
corso di formazione di didattica
metodologica rivolto agli studenti
del quinto anno del Liceo Psico Pedagogico.
A tale corso si sono iscritte 21 ragazze, che stanno regolarmente frequentando. L’iniziativa è tesa a far
conoscere a queste giovani la realtà
scolastica in ordine alla medotologia e alla didattica delle varie discipline della scuola primaria dalla
prima alla quinta classe, obiettivo
motivato dal fatto che l’Istituto Magistrale, trasformatosi in liceo psico/
pedagogico, ha perduto le ore di tirocinio, che si svolgevano presso le
scuole elementari. Oggi è previsto
soltanto uno “stage” di due giorni
per questa attività, quanto mai im- e dei genitori sul problema delle
portante.
difficoltà di “letto - scrittura” che
Alcune Università, in verità, hanno potrebbero verificarsi nella scuola
attivato cattedre di didattica e me- primaria; a tale scopo si continuetodologia, ma è bene che le giova- rà ad effettuare uno screening che
ni possano avere anticipatamente coinvolgerà i bambini dell’ultimo
un’idea dei contenuti della scuola anno della scuola dell’infanzia e
primaria, che serviranno per la loro quelli delle classi prima e seconda
vita professionale e ancor prima della scuola primaria.
per il loro percorso universitario. Il Il progetto è stato avviato grazie al
corso è stato affidato alle docenti in finanziamento della “Fondazione
servizio nella Scuola Primaria, che Cassa di Risparmio” di Jesi, è stato
hanno esperienza e competenza. affidato dall’AIMC al laboratorio
Grazie alla loro disponibilità, l’AI- educativo – didattico “Liberamente”
MC ha potuto rendere un servizio diretto dal dott. Paolo Cingolani e si
quanto mai importante ed utile.
concluderà il 26 aprile.
Lo scorso 14 novembre, inoltre, ha Il 20 dicembre, l’AIMC celebrerà il
proseguito presso l’Istituto Com- “Natale del Maestro” con una Santa
prensivo Federico II l’iniziativa at- Messa officiata da Mons. Vescovo,
tivata l’anno scolastico scorso, ine- presso la Chiesa San Pietro Martire,
rente la formazione degli insegnanti alle ore 18.30.
Sabato 23 dicembre all’Adorazione
Continuano le “Celebration of life”
Dopo l’esperienza positiva vissuta il 25 novembre nella chiesa dell’Adorazione ed aver visto la chiesa piena di
giovani che partecipavano con entusiasmo, vogliamo annunciare il prossimo evento:
sabato 23 dicembre chiesa dell’Adorazione (piazza Repubblica) ore 19.30 con il tema: “Il Natale sei Tu!”
I giovani, che rappresentano il futuro del cristianesimo,
hanno una fede che è soprattutto ricerca. Più che di risposte, hanno bisogno di porsi sempre nuovi interrogativi capaci di ampliare l’orizzonte, per proiettare oltre i
limiti che si ripropongono puntuali dopo ogni nuova
scoperta. La loro attenzione, che sia speranza o utopia,
è verso un ambiente creativo, uno spazio di libertà dove
fioriscono idee, confronti, domande, discussioni, desi-
derio di costruire. Dove sia coltivata una collaborazione
che stimoli la voglia di camminare insieme, tenendosi
per mano anche nei disaccordi, con fiducia e rispetto reciproco.
Questa celebrazione è una proposta sulla domanda che
la Chiesa si fa: Come annunciare il Vangelo in un mondo
che cambia? E noi dobbiamo prendere sul serio questo
problema. Se no, i giovani andranno a cercare delle risposte altrove, fuori della chiesa, fuori della religione. E
allora?
Siamo pronti ad accogliere questa sfida ad andare incontro ai giovani “lontani” e al loro modo di credere e celebrare?
p. Johannes Meier
Moie La Giornata del Ringraziamento
Riconfermare i valori del mondo rurale
I
nsieme per ringraziare il Signore
per il dono di Maria, sua madre, per
i frutti della terra, per il lavoro degli
agricoltori, per il dono della musica
e per tutto ciò che ha creato per l’uomo: una domenica particolare a
Moie, il 10 dicembre, in cui gli agricoltori si sono ritrovati per la festa
del Ringraziamento e i musicanti
della Banda “L’Esina” per ricordare la loro patrona Santa Cecilia. Il
parroco don Gianni Giuliani, che
ha celebrato la Santa Messa nella
chiesa Cristo Redentore, ha invitato tutti i numerosi presenti alla preghiera di lode e di ringraziamento.
Hanno partecipato anche il sindaco
Giancarlo Carbini con i membri
della giunta ed i rappresentanti
della Coldiretti che hanno donato
ai bambini alcuni frutti di stagione.
Il segretario provinciale, Maurizio
Monnati, ha espresso soddisfazione
per la giornata di Moie alla quale partecipano gli agricoltori dell’Alta Val-
lesina e che rappresenta un’occasione
importante per riconfermare i valori
espressi dal mondo rurale. “E’ essenziale che, partendo dalle piccole realtà come le nostre, si riesca a dare un
segnale forte di cambiamento
e di sviluppo all’Italia intera in
cui vanno superate le barriere
dell’egoismo per essere solidali
e fare sistema”.
Al termine della celebrazione
e dei saluti, i coltivatori diretti,
sui loro potenti mezzi agricoli,
dopo aver ricevuto la benedizione, si sono avviati lungo via
Giovanni XXIII per “scortare”
l’immagine della Madonna delle Grazie che, dopo una settimana trascorsa a Moie, è stata
riportata al Santuario.
17
Varie
17 dicembre 2006
Cupramontana – “Nero come un debito” di don Maurizio Fileni
Brevità e chiarezza per far commuovere
“D
on Maurizio ha scritto un bel libro, ha
spaziato in tutti i generi letterari, si è
dedicato al teatro dove è stato autore e attore di opere in dialetto, ha scritto di medicina popolare nelle Marche, sui soprannomi
di Cupramontana. Partendo dalla constatazione che in Italia si legge poco, si rivolge
al lettore invogliandolo con i suoi racconti
lunghi o romanzi brevi”: così Dario Niccolini,
direttore artistico della Barcaccia di Jesi, da
tanti anni sulla “breccia” del palcoscenico,
ha introdotto la sua presentazione di “Nero
come un debito”, l’ultima fatica letteraria di
don Maurizio Fileni. “Don Maurizio ci invita a meditare per farci intuire segnali nascosti, con un dialogo asciutto, conciso, coinvolgente” – prosegue Niccolini – “con racconti
struggenti che ti riempiono di nostalgia ci
parla della dura battaglia dei contadini e ci
ricorda che esiste una pura e sana marchigianità”. Alla presentazione, sabato scorso
nella sala dell’Abbondanza a Cupramontana, hanno partecipato anche il sindaco Fabio Fazi, gli
amici di don Maurizio, l’attore Antonio
Lovascio che ha letto
alcuni passi del libro
e Riccardo Ceccarelli che ha condotto la
serata ed ha ringraziato don Maurizio
per quanto riesce
a trasmettere dalle
sue pagine. Al termine l’autore ha ringraziato tutti coloro
che hanno collaborato ed ha ricordato
le sue regole essenziali per scrivere: la
brevità, la chiarezza e il far
commuovere: “Ogni volta
che prendo carta e penna,
mi impongo di non scrivere
niente che non possa essere
capito da mio padre e da
mia madre”.
Ringraziamo don Maurizio
per la storia di “Nero come
un debito”, il cui ricavato devolve all’associazione Avulss
di Cupramontana ed anche
per la sua attiva collaborazione con Voce, prima con la rubrica sulla
Via Crucis di Giancarlo Scorcelletti ed ora
per gli orginali dialoghi tra San Settimio e
San Floriano.
b.t.
L
a collana “La pieve”, che vede al suo
attivo più di venti pubblicazioni, si
arricchisce di un’altra chicca. Infatti
sabato 9 dicembre nella bella cornice
del “Magazzino dell’abbondanza” di
Cupramontana è stato presentato il
racconto “Nero come un debito”, una
sorta di giallo accattivante, scritto da
Maurizio Fileni, già noto al pubblico
cuprense e della Vallesina, oltre che per
essere il parroco di San Lorenzo, anche
per le sue precedenti pubblicazioni, tra
Cooperlat TreValli
I vincitori di “Amico latte”
P
resso la sede centrale di Cooperlat,
lunedì scorso ha avuto luogo la cerimonia di premiazione del concorso
“Amico Latte edizione 2005/2006”. La
classe vincitrice, che si è aggiudicata un
intero laboratorio multimediale, è la 4°B
della scuola Collodi di Jesi, seguita durante tutto il percorso dall’insegnante
Paola Gigli. Un’altra classe della Collodi
di Jesi, la 4°B, si è classificata invece al
5° posto, aggiudicandosi una macchina fotografica digitale. Bambini,
insegnanti e genitori sono stati accolti dallo staff TreValli e hanno visitato la mostra “adotta una mucca”
che raccoglie i lavori inviati da tutte
le classi partecipanti al programma,
poi sono stati premiati dal vice presidente di Cooperlat Gruppo Fattorie Italia, Gianluigi Draghi. Ogni
bambino partecipante ha ricevuto una simpatica maglietta con il
logo della mascotte del concorso, la
mucca “Mummù”.
L’esperienza di Amico Latte!
Cooperlat organizza da anni il concorso “Amicolatte”, un importante
strumento didattico rivolto a tutte
le classi delle scuole elementari per
avvicinarle ai temi dell’alimentazione, dell’agricoltura e alla conoscenza del proprio territorio. Un
percorso dedicato al latte e i suoi derivati, in modo coinvolgente e divertente,
utilizzando gli ausili informatici ormai
fondamentali nell’attività didattica secondo le linee guida del Ministero dell’Istruzione.
Cooperlat è il terzo gruppo in Italia nel
settore lattiero-caseario. Fondata nel
1982 a Jesi, oggi associa oltre mille agricoltori di base, impiegando una forza
Piazza Federico II, 2 a/b60035 Jesi An Tel 0731 215683
Bar
Articoli da regalo
Prodotti tipici argentini
Cesti natalizi
lavoro di 950 persone, in nove stabilimenti produttivi sparsi in tutta Italia.
La mission del gruppo consiste nel valorizzare il prodotto conferito dai soci
remunerandoli al meglio in termini di
prezzi e servizi. Capillare la presenza
sul territorio nazionale dove Cooperlat
è presente con 11 marchi territoriali,
riuniti sotto il marchio ombrello “Fattorie Italia”.
le quali ricordiamo gli altri due romanzi:
il toccante “Rosa di fratte”, del 2003 e il
popolare: “La corda del somaro”, del 2004.
Alla presentazione, avvenuta durante
un momento conviviale, è intervenuto
lo storico Riccardo Ceccarelli, che ha
sottolineato come dalla trama emergano
caratteri di genuinità e semplicità,
tipici della nostra tradizione contadina
passata, e il regista della “Barcaccia”
Dario Nicolini. Altra bella soddisfazione,
quindi, per l’autore, che da diversi
anni, prendendo spunto da fatti reali o
presunti tali, ricama storie ed intrighi,
donando alla comunità spaccati di vita
quotidiana ormai persi, ma sempre vivi,
perché patrimonio di ognuno di noi.
Cristiana Simoncini
Ridere per vivere con l’Avulss
“Storydendo – storie scritte ed inventate dai ragazzi
degli anni venti e non solo!” è lo spettacolo promosso
dall’associazione Avulss di Jesi in collaborazione con il
Comune di Jesi ed il Centro Servizi per il Volontariato.
La rappresentazione avverrà domenica 17 dicembre
presso il Teatro –Studio “Valeria Moriconi” nel complesso San Floriano in piazza Federico II a Jesi. L’ingresso
sarà ad offerta libera ed il ricavato andrà a sostenere le
iniziative dell’Avulss.
Mille pietre … pietre vive
Ha davvero meritato un applauso fragoroso il musical
“Mille pietre … pietre vive”, per la regia di Anna Rita
Giampaoletti, esperta di teatro e membro del comitato
per le celebrazioni del millennio dell’abbazia di Sant’Elena. Insieme ad un gruppo di attori ha saputo far
rivivere, con vera maestria, i mille anni dell’abbazia, a
partire dalla sua fondazione. Lo spettacolo ha avuto
per protagonisti il gruppo Detego di Rosora, il gruppo
Fantasy Twiriling di Pianello e i giovani dell’Alta Vallesina per le diverse espressioni musicali, canore, gestuali.
La parte centrale dell’abbazia per l’occasione si è trasformata dunque in un suggestivo palcoscenico. Il coinvolgente spettacolo è stato arricchito da effetti speciali
di luce con costumi ed accessori ben adatti al tema. La
colonna sonora, testo e musica, è stata ideata da alcuni
ragazzi del gruppo. Il musical, inedito ed appositamente composto per il millennio, ha rappresentato un’occasione di incontro e di scambio tra i giovani che con i
linguaggi del teatro, della danza e della musica hanno
fatto “sussurrare” le pietre nella voce di san Romualdo,
nei gesti, nei suoni, nei colori, nelle parole di chi ne ha
preso parte. Qualcuno, tra gli spettatori, ha osato dire:
“Una vera apoteosi”.
s.f.
Castelplanio
Le poesie di Calderigi
Sono appena cominciate le sei iniziative
natalizie che vedono protagonista la città di
Castelplanio.
Per iniziare in grande stile, la proposta
dell’assessore alla cultura Isolina Marcelli
che ha presentato la sua visita all’interno del
castello di Castelplanio (di privata proprietà
e non visitabile dalla cittadinanza) insieme a
Nicola Zannotti uno dei proprietari, con foto,
discussioni e la chicca della serata che è stata
la presentazione del documentario registrato
dalla Rai quaranta anni fa che riporta
l’intervista del sig. Gino Zucchi che mostra
alla cinepresa alcuni suoi averi di valore
come la sommatrice dell’ing. Fossa Mancini
(una delle prime calcolatrici) ed uno dei
primi grammofoni della fine Ottocento. “Oh
che bel castello” è stato il titolo appropriato
della serata. Un vero peccato che i cittadini
di Castelplanio non possano far visita a tale
esempio culturale.
La seconda puntata della kermesse ha visto
la presentazione del libro di poesie in rima
del “rimator planese” Aldo Calderigi. Poesie
che non seguono una metrica precisa, ma che
riportano la vita vera e vissuta, dediche alla
gente del paese con cui è cresciuto, con cui ha
condiviso. Rime che raccontano la crescita e la
sensibilità di Aldo, che riesce a trovare il bello
in ogni istante di quello che vive.
Le iniziative proseguiranno con la
presentazione del libro fotografico di Giorgio
Marinelli “Il fiume esino: la valle e i colli”; il
concerto di Natale della banda musicale
“l’Aurora” fissato per la sera di Natale presso la
sala polivalente. Il giorno successivo il centro
di Spiritualità delle suore di Castelplanio “Sul
monte” avrà piacere di ricordare insieme alla
cittadinanza i suoi venti anni di attività.
A conclusione, per l’arrivo del nuovo anno, la
sera del 6 gennaio avverrà lo spettacolo “Sulla
scia dei magi” presentato dall’ass. Astralmusic
di Castelpanio.
Simone Sebastiano
18
17 dicembre 2006
Pagina aperta
Il Premio Vallesina e gli studenti
AGENDA Storie di vita e carriere significative
Il santo del giorno
Venerdì 15 dicembre San Paolo; sabato 16
santa Adelaide; domenica 17 san Floriano;
lunedì 18 san Graziano; martedì 19 santa
Fausta; mercoledì 20 san Domenico; giovedì 21 san Pietro Canisio; venerdì 22 san Flaviano; sabato 23 sant’Ivo; domenica 24 san
Gregorio.
Farmacie di turno a Jesi
Venerdì 15 dicembre Farmacia Fausto Coppi; sabato 16 Farmacia Moretti; domenica
17 Farmacia Barba Gaetano; lunedì 18 Farmacia Martini; martedì 19 Farmacia Calcatelli; mercoledì 20 Farmacia delle Grazie;
giovedì 21 Farmacia Fausto Coppi; venerdì
22 Farmacia Castellani del Dr. Cerni; sabato
23 Farmacia Comunale 2; domenica 24 Farmacia Grammercato.
Si è conclusa l’attività dell’associazione “Premio Vallesina”
per l’anno in corso con l’incontro dei tre vincitori della terza
edizione del “Premio” con gli
studenti del liceo scientifico,
del liceo classico e dell’istituto
d’arte Mannucci. I quasi 400 ragazzi, accompagnati da diversi
insegnanti, sono affluiti nella
sala congressi dell’Esagono della Banca Popolare di Ancona e
ad accoglierli il presidente della Bpa, dott. Corrado Mariotti
insieme al responsabile delle
relazioni esterne dott. Michele
Campo. Un funzionario dalle
grandi capacità operative che
ha esaltato questo incontro con
una coreografia degna di eventi
di particolare rilievo. Va detto
che la Bpa ha avuto sempre una
Farmacie di turno in Vallesina
Venerdì 15 dicembre Angeli; sabato 16 Poggio San Marcello; domenica 17 Castelbellino; lunedì 18 Pianello; martedì 19 Montecarotto; mercoledì 20 Moie (Angelico); giovedì 21 Macine; venerdì 22 Moie (Lucarelli);
sabato 23 Angeli; domenica 24 Macine.
Montecarotto nell’Unione
Si è concluso l’iter per l’ingresso di
Montecarotto nell’Unione dei comuni
della Media Vallesina. L’ultimo via libera
è arrivato nei giorni scorsi dal Consiglio
dell’Unione e dal prossimo primo gennaio
saranno sette i Comuni consorziati per la
gestione di alcuni servizi: Maiolati Spontini,
Castelplanio, Castelbellino, Monteroberto,
San Paolo di Jesi, Poggio San Marcello e dal
2007, appunto, Montecarotto. Con il nuovo
comune l’Unione avrà un territorio di quasi
80 chilometri quadrati e una popolazione
di ben 19 mila abitanti.
“Sono soddisfatta di questo percorso
– spiega il sindaco di Montecarotto Mirella
Mazzarini – che ci farà entrare in rete con
le altre amministrazioni per la gestione, dal
primo gennaio, di quattro servizi, ossia le
colonie marine, il ricovero dei cani randagi,
la protezione civile e la polizia locale.
L’ottica con cui abbiamo iniziato questo
cammino è quella del superamento di una
prospettiva singola per una sinergia con
un territorio che ha problematiche comuni.
Anche il nostro impegno sarà quello
di garantire ai cittadini servizi sempre
più qualificati. Per il nostro Comune
è prioritario essere nel contesto della
Vallesina”. La decisione di allargare l’Unione
a Montecarotto aveva avuto come primo
atto la delibera del Consiglio dell’Unione
del 29 giugno scorso. Il documento è stato
poi approvato dai Consigli comunali dei sei
centri che già fanno parte dell’Unione e da
quello di Montecarotto, fino alla ratificata
definitiva. Nei prossimi giorni sarà decisa
la nuova assegnazione delle deleghe, con
l’ingresso di Mirella Mazzarini come nuovo
componente della giunta dell’Unione,
mentre la presidenza è già stata rinnovata
con il cambio al vertice fra Carbini, sindaco
di Maiolati, e l’attuale presidente Luciano
Pittori, primo cittadino di Castelplanio, che
resterà in carica per i prossimi venti mesi.
particolare attenzione nei confronti del “Premio Vallesina” sin
dalla sua nascita, dimostrando
grande sensibilità e sincera amicizia nei confronti del “Premio”.
Non a caso il presidente dell’associazione, nonchè sindaco di
Monsano, Gianluca Fioretti, ha
tra l’altro ringraziato durante, il
suo intervento, proprio la Bpa
per aver concesso al “Premio
Vallesina” una sede funzionale
in via S. Giuseppe che permette
all’organizzazione di terminare
il suo lungo peregrinare, dopo
sei anni, fra Monsano, Maiolati
e Jesi.
Ha avviato l’incontro con gli
studenti ed i tre vincitori il presidente della Banca Popolare
dott. Mariotti, il quale si è detto
felicissimo di avere un pubblico
giovane in una sala della banca.
E si è rivolto proprio ai giovani
per invitarli a prendere l’esempio dei tre vincitori del “Premio”, per guardare al loro momento di preparazione alla vita
con interesse ed stimolo. Ma il
dott. Mariotti ha avuto parole
di elogio per l’organizzazione
di questo evento culturale della
Vallesina, unico nel suo genere
in tutta la Regione, che cresce
anno dopo anno.
Il presidente della Bpa ha poi
presentato i tre vincitori dei
quali, prima dei singoli interventi, i ragazzi hanno potuto
vedere le schede che erano state preparate in occasione della
serata di gala. Il dott. Italo De
Curtis si è soffermato a raccontare alcuni episodi della sua
vita professionale, partendo da
Jesi fino ad arrivare al concorso
che lo ha portato a ricoprire la
carica di vice segretario generale della Presidenza della Repubblica; racconti inframezzati
da episodi ed anche momenti
storici collegati alla vita dei Papi
marchigiani, alla storia dell’ultimo Re d’Italia, alla istituzione
della Repubblica Italiana, al suo
rapporto con i presidenti della
Repubblica che ha servito fedelmente in 44 anni di servizio
presso il Quirinale. Il dott. De
Curtis ha ricordato quanto sia
attaccato a questa nostra terra,
alle sue radici scolastiche presso il liceo classico guidato dal
preside Cremona, con i professori Raffaele Molinelli, la mitica
professoressa “Mimmetta”, insegnante di scienze.
De Curtis ha ricordato infine che
l’attuale consorte del Presidente
Napoletano ha frequentato ai
suoi tempi il liceo classico di Jesi,
signorina allora proveniente da
Chiaravalle, e che conversando
con lei qualche giorno fa, nel
ricordare questi tempi, avrebbe espresso il desiderio di una
bella rimpatriata nella città di
Federico II° per ricordare i tempi della sua gioventù e ritrovare
magari qualche vecchio compagno di scuola.
Il prof. Franco Rustichelli è stato sicuramente il personaggio
che ha maggiormente attirato
l’attenzione dei ragazzi pur
parlando di scienze e di fisica.
Ha avuto il merito di richiamare l’attenzione su di sé per la
sua capacità di fare l’istrione
con le sue battute spiritose (che
nessuno si sarebbe immaginato vista la sua figura di uomo
quasi distaccato dalla realtà in
cui vive) ma sempre dense di
grande significato scientifico.
Un personaggio che ha frequentato anche lui il liceo classico di
Jesi, per poi prendere la strada
del mondo scientifico fino a
laurearsi precocemente all’università di Pisa e salire ai vertici
mondiali della fisica moderna.
Il prof. Rustichelli ha abbandonato i facili guadagni presso
il centro studi della Comunità
Europea, il centro atomico di
Grenoble per tornare nella sua
terra e guidare la facoltà di
scienze e fisica dell’università di
Ancona, puntando decisamente
alla ricerca più pura con introiti
personali di gran lunga inferiori
a quello che il mondo europeo
gli aveva offerto. Nonostante
questo il prof. Rustichelli ha
continuato e promosso i suoi
studi fino al punto di poter raccogliere nel pianeta scientifico
mondiale grandi considerazioni
e attestati di riconoscimenti.
Mario Sasso, pittore e grande
esperto di grafica computeriz-
Defunti a Jesi (salvo diversa
indicazione)
4 novembre Valentina Xie Linlin, Simona Xie
Xiuxiu e Daniela Xie Jiajia; 6 novembre David
Mahuku Murekatete (Senigallia), Matteo Piccolo; 9 novembre Chiara Cardelli, Noemi Varlese; 11 novembre Alice Angelucci, Kanh Yu
Wu; 12 novembre Martina Mariani; 13 novembre Rebecca Pagoni; 14 novembre Niko Ciccarelli; 15 novembre Yousef Masoud; 16 novembre Giulio Magrini; 18 novembre Nicole Lucci;
19 novembre Giulia Bolognini; 20 novembre
Gioele Tivisini; 21 novembre Tobia Giuliani;
23 novembre Camilla Bocchini e Mattia Chierici.
11 novembre Italia Barboni (90) di Cupramontana;
13 novembre Aurelio Latini (81) di Cupramontana,
Aldemiro Pellegrini (86), Marino Merli (96) di Montecarotto; 14 novembre Bianca Oncini (76), Luigi
Faloppa (73), Emilia Gubbi (79), Gino Zannotti (76)
di Castelbellino, Dino Luzietti (70); 16 novembre
Nadina Montesi (82) di Monsano, Vilma Stronati
(80), Pietro Pellegrini (72) di Filottrano; 17 novembre Amabilia Corinaldesi (92), Leandrina Gentili
(86), Giuseppe Camerucci (67) di Apiro, Adele Picchio (90) di Apiro, Maria Giacchetta (68) di Monte San Vito; 18 novembre Domenica Gregori (68),
Jesi 4-4-1920
Polonia 19-11-2004
Rag. Otello Cecconi
zata, ha ricordato i suoi primi
passi nelle botteghe di importanti artisti del tempo come
Bernardo Bosi e il prof. Archetti
e dei suoi scontri con il padre
che voleva che durante l’estate
si dedicasse più a frequentare
botteghe di artigiani per imparare un mestiere che gli sarebbe
tornato utile nella vita, dopo la
scuola. Partito invece per Roma
dopo qualche anno per una mostra personale che era riuscito a
farsi organizzare da amici, Sasso
ebbe la fortuna di incontrare
alcuni personaggi della Rai che,
vista la sua produzione artistica,
gli chiesero di preparare alcune
sigle per importanti trasmissioni
culturali. Erano i tempi del dopoguerra; l’Italia stava risorgendo in fretta, ma il grado culturale della popolazione era ancora
molto basso. La Rai partì con
queste trasmissioni che videro
anche impegnato Mario Sasso,
il quale passò poi a realizzare
anche sigle del TG2 e del TG3, sigle per rubriche particolari, pur
non interrompendo mai il suoi
rapporto con l’arte pura. Sasso ha parlato infine dei grandi
progressi che la cultura ha fatto
e sta facendo grazie ad internet; un servizio che permette
di collegarsi con il mondo intero senza dover girare il mondo.
Un mezzo che non deve essere
sottovalutato e che i ragazzi dovrebbero utilizzare in maniera
attenta e scrupolosa.
Il dibattito non c’è stato; è sempre difficile convincere i ragazzi
a parlare. Ma va detto, a loro
merito, che hanno seguito gli
interventi dei tre vincitori del
“Premio” con particolare attenzione.
Presenti anche la preside del liceo scientifico dottoressa Bruna
Aguzzi, i docenti delle tre scuole,
il sindaco di Maiolati Giancarlo
Carbini e la professoressa Gilia
Volpotti nella loro funzione di
consiglieri dell’associazione Premio Vallesina.
Nicola Di Francesco
Nelle foto, dall’alto, Sasso, De
Curtis e Rustichelli
Anagrafe
Nati a Jesi (salvo diversa indicazione)
Anniversario
Cardina Tonelli (87); 19 novembre Sergio Sartini
(90) di Belvedere Ostrense, Dino Fratoni (78) di San
Marcello; 20 novembre Alba Sabatini (89), Zebina
Tiranti (84) di Filottrano, Graziella Manoni (53) di
Belvedere Ostrense, Amelia Fratoni (81) di Belvedere Ostrense, Maria Borsella (98); 21 novembre
Giuseppe Barcaglioni (67), Ermenegildo Amadio
(97) di Maiolati Spontini, Lina Giorgini (92) di Montemarciano, Vincenzo Di Giacomo (81) di Maiolati Spontini; 22 novembre Rina Curti (91) di Apiro,
Bruna Gianangeli (71); 24 novembre Adelina Loccioni (91) di Castelplanio, Alberto Papini (74); 25
novembre Nazzareno Pioli (75) di Filottrano; 26
novembre Luca Lombardi (42) di Chiaravalle e
Anita Tittarelli (91) di Rosora.
Discepolo di don Antonio Traluci e don Adolfo
Carlini tipico frutto del
“mondo” del Duomo. Ha
militato con discrezione e
umiltà nell’Azione Cattolica prima e nella Democrazia Cristiana poi. E’ giusto
ricordarne la generosità,
la volontà e la capacità sia
nel lavoro che nella società
civile.
Gli amici dell’associazione
“Partigiani cattolici”
Anniversario
1932-1932 4-12-2003
Cristina Rossetti
in Silvestrini
A tre anni dalla sua scomparsa la comunità parrocchiale di san Giuseppe a
Jesi la ricorda con affetto e
rimpianto a quanti l’hanno
conosciuta e amata.
Convegno
Le politiche culturali
pubbliche, da spesa ad
investimento, costituiranno il tema del dibattito nel convegno “La cultura come Welfare”, programmato per martedì
19 dicembre, alle ore 17,
presso la Casa del Popolo di via XXIV Maggio.
Il saluto di Enzo Giancarli, presidente della
Provincia, e del sindaco
di Jesi, Fabiano Belcecchi, e la relazione introduttiva dell’ assessore
alla cultura Leonardo
Animali, apriranno l’incontro – presieduto da
Leonardo Lasca, presidente
Commissione Bilancio Provincia
- che si articolerà negli
interventi di Emanuele Lodolini, segretario
Federazione Ancona,
Renato
Pasqualetti,
responsabile regionale cultura e Adriana
Mollaroli, presidente
Commissione Cultura
Consiglio
Regionale.
Concluderanno
l’assessore regionale Luigi Minardi e Silvana
Sanlorenzo, responsabile nazionale cultura.
Cultura
17 dicembre 2006
7
Alla Salara Due libri e una mostra per le arti figurative del ‘900 nella Vallesina
Jesi dipinta
“J
esi dipinta”, la grande mostra collettiva di pittura inaugurata con successo mercoledì 6 dicembre nella Salara di
Palazzo della Signoria, costituisce l’atto finale del progetto
“Il ‘900 a Jesi e nella Vallesina”, ideato dall’Assessorato alla
Cultura e realizzato dal Servizio Pinacoteca e Cantiere Culture.
Il momento espositivo- che offre al visitatore un’ampia panoramica delle correnti e delle tendenze artistiche della
cultura figurativa di Jesi e della Vallesina dalla fine dell’ottocento ai nostri giorni- precede un lungo anno di studio e di
ricerca condotto dal personale della Pinacoteca e Musei civici con l’obiettivo di redigere una sorta di bilancio, in chiave storico-critica, del “secolo breve”. Lavoro poi reso visibile
in due importanti volumi la cui presentazione ha preceduto
di poco meno di un’ora la cerimonia di inaugurazione. Entrambi, assieme al catalogo illustrato relativo alla mostra,
sono stati realizzati col sostegno della Banca Popolare di
Ancona.
Il primo volume, intitolato “L’arte del 900 in Vallesina. Itinerari e riflessioni”conduce un’analisi di carattere storico-critico del percorso novecentesco jesino sulla base di una distinzione per linguaggi, stili e tecniche.
Il secondo, “L’arte del 900 in Vallesina. Dizionario degli
artisti”risulta un dizionario biografico degli artisti jesini e
della Vallesina del ‘900, con le notizie biografiche, le principali mostre, le segnalazioni delle opere più importanti e la
citazione della bibliografia di riferimento. Le tematiche e gli
argomenti contenuti nel volume dei testi critici saranno approfonditi nel corso del ciclo di conferenze invernali, presso
la Pinacoteca civica, previsto già per la fine di gennaio.
“Abbiamo voluto prestare grande attenzione alle opere per
riscoprire quello che è il valore, la cultura del ‘900, con uno
sguardo particolare su Jesi” –ha esordito il sindaco Fabiano
Belcecchi nel corso della presentazione- “Per l’amministrazione ciò è signficativo non solo per la promozione artistica
degli autori, ma quale momento di riflessione rivolto a questa città.
Nel dibattito aperto sul nuovo piano regolatore, abbiamo
sentito l’esigenza anche di confrontarci con gli artisti. Ci interessava parlare non solo con esponenti di rilievo, ma cogliere anche il messaggio derivante dal mondo della cultura,
dell’arte perché tali personaggi hanno delle ottiche che a noi sfuggono. Importanti però quando ci si chiede come sarà la Jesi del futuro”.
Si associa al giudizio positivo del sindaco sull’iniziativa, il presidente della Banca Popolare
di Ancona Corrado Mariotti che puntualizza
“Da 120 anni siamo presenti in Vallesina, anche
se non abbiamo origini locali. Con questo contributo, diciamo grazie alla città che ci ospita.
D’altra parte, il nostro bilancio sociale dimostra
che varie volte siamo intervenuti in iniziative
programmate per la crescita culturale e sociale,
e soprattutto dei giovani.”
Un’iniziativa senz’altro ricca di stimoli per l’assessore Leonardo Animali “Il ripercorrere in un
dizionario il patrimonio culturale della Vallesina ci ha consentito di approfondire e riflettere,
di entrare nelle case, nei negozi, di interrogarci sulla città e
sui personaggi del secolo trascorso; ci ha permesso di avere
un quadro di quanto è accaduto nella città nel corso di questi anni. Il fatto di restare fermi alla Vallesina ci ha impedito
di allargare la visuale rischiando di perderci. Questo lavoro
nasce dalle competenze offerte dalla città, dall’intelligenza
della dott.ssa Mozzoni, da molti giovani collaboratori”.
“Un lavoro che ha richiesto- spiega la dott.ssa Mozzoniun’articolazione in diverse tappe. La prima, di natura analitica, per redigere un inventario dei nomi degli artisti attivi
fin dall’inizio del ‘900. Poi, la necessaria sintesi di quanto si
aveva elencato( il dizionario comprende ben 200 voci); sintesi che chiedeva un territorio ben definito, delimitato, coeso, ossia un territorio in cui si è condiviso un clima, un’atmosfera, un dialetto: elementi comuni di carattere sociale
e culturale. Infine, l’approdo a storie di un certo spessore
sociale poiché comunque l’arte superava, attraverso l’analisi delle personalità, i limiti posti. L’atto conclusivo, negli
incontri che verranno, dove potremo approfondire alcune
tematiche”.
Dal progetto emergono- secondo la direttrice della Pinacoteca- due considerazioni importanti. La prima investe
l’aspetto di una realtà in cui la caratteristica industriale è
rilevante: c’è forte capacità di innovazione, dinamicità, mo-
dernità, in contrasto con un atteggiamento artistico in cui
prevale un realismo di stampo accademico che tutti gli artisti impongono in maniera diversa. La riconoscibilità dell’oggetto accompagna le opere nella prima metà del ‘900 e
viene messa in discussione solo successivamente dal padre
Carmelitano Eugenio Azzocchi e da Bernardo Bosi; quando
entrambi cominciano a fare “cose che la gente non capiva” .
Il filone del realismo temperato si oppone ad un realismo
accanito, determinando una rottura nei confronti della
tradizione, causando una discrepanza tra pubblico e arte,
un’interruzione della comunicazione.
La seconda, è che la mostra costituisce un’occasione non
solo per presentare gli artisti tra la fine dell’800 e tutto il
‘900, ma soprattutto per vedere Jesi come loro l’hanno vista.
Le parti più rappresentate sono le mura, i torrioni, le porte,
i campanili. Pochissime le persone: sono rari i quadri in cui
compare la vita.
Emerge la perdita di ruolo del centro storico, il suo spopolamento. Nel ‘900 esso non è più il cuore della vita di Jesi sia
per l’industria, che per le scuole e il commercio. Si smarrisce anche l’idea- prima molto presente- del “bello che coincide con l’inutile”. “Far ricoincidere i due termini è la sfida
da raccogliere” conclude la dottoressa.
Paola Cocola
Presentato il libro strenna della Banca delle Marche Le Marche e il XX secolo
Atlante degli artisti
“U
WWWBPAIT
na prima raccolta dei dati sull’arte visiva legata alle Mar- km-, con una popolazione di appena un milione e mezzo di moderna seche del XX secolo…strada aperta a contributi ulteriori abitanti. Un fenomeno dovuto alla peculiarità del paesaggio- rigrafia. Da
di analisi e approfondimento…” Così editore e curatore de- sintesi di tutti i paesaggi a livello mondiale-; e ad una partico- notare che
finiscono, nelle pagine introduttive, il nuovo volume edito da lare economia che si esprime attraverso la cultura “del fare” e m a n c a n o ,
Motta editore per Banca delle Marche nel suo consueto ap- “del fare bene” unita a grande senso estetico per un prodotto nel volume,
puntamento natalizio con la cultura del territorio.
“che è del tutto inutile”( secondo Oscar Wilde), ma è impor- alcuni artisti
“ Un’opera che attesta l’attenzione, la sensibilità e l’impegno tante a migliorare l’esistenza.
per
diverdi questa banca a far emergere le eccellenze analizzando la Puntualizzare l’identità marchigiana, sottolineando “un ethos se ragioni:
realtà territoriale” puntualizza il direttore generale Massimo che, al di là delle innegabili e inevitabili differenze, evidenzi difficoltà a
Bianconi nel corso della conferenza aperta alla stampa lunedì però un modus vivendi, cogitandi e operandi sotteso al fare reperire dati,
4 dicembre nella sede centrale.
artistico di ognuno”; “inventariare” quest’incredibile patri- soprattutto
“Un lavoro realizzato nel territorio ma destinato a varcarne i monio umano dell’arte visiva nelle Marche e il suo prodotto: per gli artisti
confini, valorizzandolo, in una diffusione a livello nazionale e questi gli obiettivi prioritari dell’opera vestita con elegante s c o m p a r si ;
internazionale”aggiunge il presidente Lauro Costa.
copertina blu cesellata da circa quaranta opere in miniatura.
ritrosia da
“Una diffusione già confermata in anticipo( il volume sarà pre- Fa strada, nel volume, il “testo guida” del curatore Armando parte degli
sente in libreria solo in primavera) dal successo riportato dalla Ginesi, articolato in dieci capitoli: dalle considerazioni gene- artisti stessi,
mostra allestita in Russia – continua Armando Ginesi, storico rali sull’arte ai precedenti storici dell’espressività marchigiana, che hanno
d’arte- e motivata dal fatto che le Marche scrivono pagine im- alla connotazione del territorio, all’ethos del marchigiano di pure ostacolato le ricerche. Altri, come Edmondo Giuliani,
portanti e fondamentali nella storia dell’arte italiana ed euro- ieri e di oggi, alla situazione in generale in cui si è trovata a sono citati più volte nell’opera ma non sono “schedati” in
pea; e che i suoi artisti appartengono a tre tipologie che in un vivere l’arte nelle Marche nel secolo scorso. Seguono i testi in- quanto la selezione è stata effettuata secondo il criterio della
modo o nell’altro ne promuovono questo movimento.”
troduttivi alle relative sezioni in cui si articola l’opera - e che “qualità testimoniata”assicurata dal grado di incisività che gli
Tre tipologie che da sempre hanno caratterizzato questa in- fotografano la situazione artistica in ogni provincia - redatti artisti hanno esercitato nella realtà internazionale, nazionacredibile fucina di eccellenze. Sin dal lontano 1300. In effetti dai singoli ricercatori: Gabriele Tinti per Pesaro Urbino e An- le o interregionale; dalla letteratura critica in loro possesso
la ricerca storica, vincendo la caparbia ritrosia marchigiana, cona; Lucio Del Gobbo per Macerata e Giancarlo Bassotti per (quantità e qualità dei critici d’arte che si sono interessati al
ha legittimato alle Marche scuole usualmente spersonalizza- Ascoli Piceno. E all’interno di ogni sezione- ossia di un terri- loro lavoro); dagli inviti di partecipazione a rassegne importe dall’uso improprio della definizione “umbro-marchigiane”. torio provinciale- le schede, una per ogni artista presentato, tanti.
Come non ricordare, per la prima categoria costituita da ar- compilate per consentire una rapida e agevole consultazione, Mi chiedo: occorrerebbe forse redigere- nei prossimi aggiortisti nati e residenti nel territorio, il pittore Simone De Magi- in ordine alfabetico: quasi una sorta d’atlante, come indica namenti- una schedatura per i “fuori classe”?...
stris con la scuola di Caldarola. Oppure, per la seconda- con lo stesso sottotitolo del volume, con trecentoventi schede e Ritroviamo, tra le eccellenze della Vallesina: Ezio Bartocci,
gli artisti della “diaspora”, nati cioè nella regione ma emigrati seicento fotografie.
Raul Bartoli, Luigi Bartolini, Alberto Alberti, Bernardo Bosi,
altrove- Raffaello Sanzio, Donato Bramante. E per la terza Conclude, un’appendice curata da Annalisa Filonzi- che si è Franco Carotti, Carlo Cecchi, Luciano Antonio Collamati, Cor-costellata da artisti non marchigiani di nascita, o addirittu- occupata anche del coordinamento redazionale- su una pe- rado Corradi, Enzo Cucchi, Gilberto Filippetti, Josè Guevara,
ra stranieri, che hanno fatto delle Marche la propria patria culiarità marchigiana venuta alla luce e diventata famosa in Carlo Javarone, Giannetto Magrini, Luigi Pennacchietti, Nicola
d’elezione- Lorenzo Lotto?
Italia e in Europa soprattutto negli anni sessanta e settanta, Rossini, Mario Sasso, Orfeo Tamburi, Luigi Teodosi, StefanoUna concentrazione di talenti, nel corso dei secoli, in un che riguarda la produzione della grafica seriale, da quella Tonti.
territorio non eccessivamente esteso- poco meno di 10.000 ottenuta con varie tecniche incisorie e calcografiche alla più
Fotoservizio Paola Cocola
Inserto a cura dell’Associazione
Oikos onlus di Jesi
Un desiderio infinito
dentro al cuore
L
a tossicodipendenza si va connotando sempre più come un problema complesso, variegato, multiforme
e di difficile interpretazione. Perché?
Perché i tentativi fatti per combattere
la tossicodipendenza hanno voluto, in
qualche modo, semplificare il problema.
Alcuni hanno combattuto con la droga, con la sostanza cioè. Il mercato è
sempre più florido. I paesi produttori
non hanno nessun interesse a rinunciare al bussines. Le mafie di tutto il
mondo continuano a farne una fonte di
potere e di guadagni. Nel 2006 si è addirittura registrato un fenomeno del
tutto nuovo e curioso che mette in discussione ogni teoria di marketing o
commercializzazione di un prodotto.
L
a teoria dice che è il mercato che
aumenta l’offerta. Il fenomeno invece a cui assistiamo è che il prodotto ha
superarto la richiesta e quindi invece di
essere di fonte alla crescita dei prezzi al
consumo, assistiamo al calo dei prezzi
al consumo. La logica non risponde alle
leggi di mercato ma ci deve preoccupare alquanto perché mette le sostanze
sempre più a portata di mano e di portafoglio dei consumatori. Altri hanno
combattuto con le leggi. Non voglio con
ciò aprire un dibattito politico e tanto-
ATTUALITA’
Decreto Turco sulla cannabis
meno schierarmi. Il Centrodestra ne fa
una questione disciplinare. Nella campagna elettorale di sei anni fa aveva illuso mezzo mondo degli addetti alla cura
e riabilitazione dei tossicodipendenti
con il concetto di parità tra pubblico
e privato. Oggi abbiamo le triste esperienza di una legge fatta in fretta a fine
legislatura e fatta solo a scopi elettorali.
I
l Centrosinistra vuole cambiare la legge
e si vede bocciare, dalla commissione
sanità del senato, un decreto con il quale
raddoppiava la quantità di detenzione di
canabis per uso personale. Il provvedimento ha il sapore di un costume tutto
italiano che consiste che nel campo che
non si può fare di meglio si abbassano
i livelli. Come qualche volte è capitato
con l’acqua potabile. Si è intervenuti sui
valori di soglia che avrebbero reso l’acqua non potabile. Innalzando il valore
consentito, l’acqua è diventata di nuovo
potabile. In pochi sono coloro che si soffermano sul fatto che dietro alla droga ci
sono le persone. L’Oikos da ben sedici
anni si muove in quest’ottica pensando
più alla persona tossicodipendente che
alla tossicodipedenza o alla droga. Tutto quanto si è fatto è aver preso a cuore
la situazione di giovani che assumono
sostanze stupefacenti insieme ai loro ge-
nitori. La strada è difficile. Quando ci si
mette al fianco di una persona con problemi di tossicodipendenza ci si mette al
fianco di una persona straordinaria, bella
e tremenda come l’animo di ogni uomo
con il mistero che lo avvolge, lo protegge
e lo esalta. L’animo di ogni uomo di oggi,
normalmente si ritiene che venga sospinto dai bisogni. Se così fosse porremmo la domanda: ”quali bisogni?” Bisogni
di casa, lavoro, pane, solidarietà, identità… se estremizzassimo questa linea
potremmo avere anche l’ardire di affermare che anche la sostanza o le sostanze
potrebbero soddisfare certi bisogni.Personalmente ritengo che oltre ai bisogni
l’abisso del cuore umano ha dei desideri.
A
llora la domanda sarebbe “quali desideri?” Il desiderio di giustizia, di
libertà, di relazione con gli altri o con
l’Altro e se è abissale il cuore dell’uomo
il desiderio di infinito. Perché no? Che
cos’altro varrebbe la pena coltivare nel
cuore di ogni uomo se non il desiderio
di infinito che lo rende capace di superare la fatica e il dolore della sua limitata
esistenza. Esistenza misurata nel tempo
presente che crea un vuoto e che a volte può essere riempito con la sostanza.
Ogni mattino mi alzo e lotto a fianco
di chi non riesce ad integrare questo
La quotidiana
difficile lotta
a fianco di
chi non riesce
a vivere la
sua voglia di
infinito
desiderio di infinito nella sua esistenza
e nella vita di ogni giorno. Solo così si
capisce che la complessità della persona con problemi di tossicodipendenza
supera le leggi, la sostanza e le sostanze, le linee educative o psicologiche e
quant’altro. Solo così si fatto di umiltà
e si cerca quelle collaborazioni di tutti in modo che il desiderio di un solo
cuore possa essere capito da più persone. Solo così si crea una rete in cui i
desideri abissali dei cuori si incontrano
e si possono reciprocamente aiutare.
Se il desiderio di infinito è anche il vostro
e vi corrisponde nella quotidianità, diamoci una mano. Sono sempre più convinto che molti giovani, ragazzi e bambini staranno meglio e potranno restituire
a molti questo desiderato benessere.
Don Giuliano Fiorentini
P.S.: da circa otto anni ci dedichiamo
anche ad accogliere bambini con problemi di abbandono, qualche volta anche con le loro mamme. Che cosa ci
spinge se non i sogni nostri di bambini
che nella quotidianità e durezza della
vita abbiamo abbandonato come impossibili. E, se i sogni sono desideri,
quel bambino che sonnecchia dentro
di noi non potrebbe ancora realizzarli?
CITTA’
PERSONE
SOCIETA’
La graduazione dell’Oikos
I genitori si interrogano
Sentirsi vivi dentro
17 Dicembre 2006
17 Dicembre 2006
le storie
Comunità di reinserimento : realizzarsi con gli altri e per gli altrii
Responsabilità e autonomia
In questo anno per alcuni dei nostri ragazzi facenti parte del
Reinserimento è iniziata la Fase C, per altri c’è stata la Valutazione fine
programma e per altri ancora ci sarà la Graduazione il 16 Dicembre.
Per loro concretamente si tratta di non essere più nella fase
Residenziale del nostro programma Terapeutico: c’è chi ha scelto
di tornare ad abitare con al propria famiglia e chi per conto proprio.
Su un piano di crescita personale, invece, il lavoro penso che debba
continuare anche stando al di fuori delle nostre strutture.
È bene ricordarsi che tutte le fasi del Reinserimento sono da
intendersi come un proseguimento della crescita iniziata già all’inizio
del programma, certamente sempre più in condizioni di minore
protezione e quindi il maggior contatto con l’esterno non deve
far dimenticare il sano proposito di continuare a percepirsi in un
cammino di raggiungimento della pienezza.
Il Reinserimento soprattutto in fase C, pone i ragazzi a contatto, in
maniera più piena, con la realtà della vita fatta di lavoro, impegni,
responsabilità e scadenze, ma li pone pure nella possibilità di
assaporare la soddisfazione del proprio impulso a progredire,
svilupparsi e diventare maggiormente autonomi.
Autonomi non significa però fare ciò che ci pare e fregarsene degli altri.
A questo proposito mi piace ripensare per ciascuno di noi le tre regole
di vita da non dimenticare mai:
- Non posso vivere da solo;
- Ho bisogno degli altri, soprattutto del loro affetto;
- Se voglio qualcosa devo chiedere, perché nessuno può indovinare
quello che mi occorre.
Dopo aver conosciuto e messo in discussione più ampiamente i propri
pregi e difetti, siamo sicuri che ciascuno nel proprio ambito di vita può
contribuire al miglioramento e al cambiamento delle proprie relazioni
umane e di molte condizioni di vita che non gli sono mai piaciute.
Il percorso fatto insieme, ha dato a ciascuno, la consapevolezza di
avere dentro di se una grossa ricchezza in quanto persona: continuare
ad esprimersi positivamente per attivare tutte le potenzialità del
proprio essere è sicuramente riuscire a dare un senso soddisfacente
alla propria vita.
Anche se questo ha sempre spaventato tanti, perché è duro e faticoso e
spesso non da risultati immediati (fa più rumore un rumore un albero
che cade che una foresta che cresce…), chi ha avuto la capacità di
uscire dal proprio egoismo ha ottenuto grandi risultati e una grossa
serenità nell’andare avanti.
Lavoro, macchina, soldi e una casa non bastano: per quasi tutti queste
cose c’erano anche prima del programma; ora, bisogna arrivare a
realizzare se stessi, realizzandosi con gli altri e anche per gli altri.
Da questo punto di vista autonomia può alla fine intendersi come
autodecisione di condividere quello che di bello sento di essere o
aver conquistato: dare questo significato alla propria vita è motivo di
profonda soddisfazione e di sicura felicità.
Carmelo Petrucci
Guardare dentro se stessi e vivere
Le lacrime non sono più lacrime,
ma parole, e le parole sono pietre”.
(Carlo Levi)
Alcuni dicono che quando è detta
la parola muore.
Io dico invece che proprio quel
giorno comincia a vivere
(Emily Dickinson, Silenzi)
in accoglienza al Kairos non ci stavo neanche troppo
male; quando ormai te la racconti da una vita diventa un
meccanismo automatico trovare una giustificazione, o un
motivo per qualsiasi cosa tu faccia. Sono riuscito a togliere la
terapia sostitutiva, mi sono rifatto l’astinenza per la seconda
volta in due mesi e mi ero convinto che quella intrapresa fosse
veramente la strada giusta.
Non ho fatto altro che prendermi in giro da solo per una vita
intera ed ancora continuavo. Una volta tornato lucido è dura
per chi come me non è abituato ad ascoltarsi ed ecco che
appena ho trovato l’occasione ne ho combinata una sull’altra
accampando ogni genere di scuse per tornare a rifarmi e non
sentire più niente, come al solito. È stato così che alla fine
sono stato espulso… L’ennesimo fallimento di una lunga serie
non dovrebbe essere differente da tutti gli altri già vissuti,
ed invece è stato proprio qui il punto della svolta perché
viverselo e sentirselo addosso da lucido mi ha fatto molto
male e fa ancora male. Non posso nasconderti che il primo
pensiero sia stato quello di tappare quest’enorme voragine
sanguinante con l’ennesimo “stordimento” che inghiottisse
tutto e non mi facesse sentire più niente, ma non l’ho voluto
e così non è stato. Ora sono qui al Kairos dopo venti giorni
infernali, iniziando di nuova l’iter dai colloqui, i quali mi
hanno messo di fronte ai miei errori ed aiutato a trovare
la consapevolezza della mia condizione di tossico. Sono
ripartito da qui, stando male come un cane bastonato a dover
ogni giorno combattere con l’ansia e l’angoscia di potermi e
volermi “fare” pur sapendo che avrei aggiunto solo altri sensi
di colpa a quelli che già pesano come macigni.
Cara Alessandra, finalmente ho capito e scelto per me, io
devo affrontare i miei problemi e non restarne schiacciato.
Certo sarà dura e difficile, come lo è stato e continuerà ad
esserlo, convivere con la voglia di “roba” che non sparisce
da un giorno all’altro
ma purtroppo ti resta
dentro.
Ora però ho aperto gli occhi e ho deciso di guardarmi dentro.
Spero di rivederti presto ma non prima di essere cresciuto e
diventato un uomo, magari non proprio quello che sognavo
da bambino, ma quanto meno, libero dalle catene di questa
mia malattia.
Un abbraccio fortissimo
Tuo Andrea
Spunti e riflessioni dei ragazzi ospiti dell’Oikos
Dimmelo tu cos’è sentirsi vivi
noi sappiamo sbagliare, cadere e
rialzarci… Noi, siamo le persone
che parlano d’amore.
The Cock
giorno, con l’aiuto delle persone che
ci vogliono bene al proprio fianco e
lottare per una vita migliore senza
mollare mai.
Chagall
Sentirsi vivi… scoprire che ho
sempre saputo come si muore e
non come si vive… Pazzesco ma
Sono contento di sentirmi vivo
vero!!! Per nove anni ho tenuto
oggi, credevo di essere vivo e vivere
un piede nella realtà e uno nella
in passato, ma mi accorgo che non Sentirsi vivi per me significa Sentirsi vivo è riscoprire che dentro fantasia, uno su quello che sono
sentivo niente, oggi sento tante cose provare emozioni e saperle regalare, di te ci sono ancora dei sentimenti, l’altro su quello che non sono ed
che conoscevo da piccolo più le per ricevere le emozioni degli altri e che il tuo corpo vive, ha bisogno il frutto raccolto è stato uno… il
riscopro e più ho voglia di sentirle, farne tesoro.
e necessita degli altri. Sentire il deserto. Ora riesco ad apprezzare
oggi vivo e voglio vivere.
Ruby Tuesday profumo della vita, di un’amicizia, uno scherzo, una battuta, una
De Vito
di un familiare sapere di non essere serata ad ascoltare musica insieme
Essere vivi è avere il coraggio di più solo. Non nascondersi più dietro a degli amici, sento il calore di un
Cogliere il senso profondo delle cose, affrontare le proprie paure.
la paura di vivere ma assaporarne abbraccio, di una persona cara,
gustare ogni momento che la vita
Mc Cartney la voglia…
Clear l’importanza di una parola di
mi offre (o forse sono io ad offrirmeli
conforto, sento il bene delle persone
questi momenti). Sentirmi viva è Vivere. Riuscire a vivere dentro di Essere vivi è… affrontare e non che ho vicino. Inizio a vivere… a
credere in me stessa e in ciò che mi noi è la nostra conquista. Io ci voglio scappare, è aiutare ad essere aiutato, sentirmi vivo!
circonda, è credere nel mio domani! riuscire per vivere questa vita.
è ascoltare i propri sentimenti e
Re di cuori
Kant Andy
non soffocarli, è capire ed essere
capito, è dare e avere, è amare ed In alcuni momenti non volevo
Noi siamo angeli senza ali, Dio Sentirsi vivo è affrontare le difficoltà essere amato, è soprattutto darci la sentire e mi negavo la vita, sentirsi
le ha rese invisibili… Noi non e i problemi della vita con le proprie possibilità di vivere.
vivo è permettersi di amare ed
possiamo librarci nel cielo… Ma forze e farsi coraggio giorno dopo
Anonimous
essere amato, voler bene ed essere
Ritrovare la strada della speranza
IN CAMMINO
Sono una mamma, ho sempre fatto di
tutto per crescere i miei figli come meglio
potevo. L’ho fatto con entusiasmo, con
amore e con tanti accorgimenti perché
loro non si potessero lamentare. Sono
stata felice con loro fino a quando, un
giorno, niente era più come prima. Tutto
è stato travolto dalla Disperazione
Rabbia
Odio
Grida
Angoscia
di cui faceva uso mio figlio.
I sentimenti peggiori hanno avuto la
meglio e vivere è diventato difficile, tanto
difficile da decidere per un cambiamento
che conducesse alla comunità. Ma dove?
Quale?
Da qualche parte è emersa l’OIKOS, una
parola per me sconosciuta come era
sconosciuta la sua organizzazione.
Piano piano mi ha coinvolto, insieme
alla mia famiglia, per recuperare quei
sentimenti disintegrati.
Oggi comincio a vedere un po’ di chiarore
all’orizzonte, ad ascoltare oltre le parole,
lettera ad un’amica “Voglio crescere e diventare uomo”
Cara Alessandra,
la mia vita da tossico è arrivata finalmente ad una svolta:
ho aperto gli occhi e ho acquisito definitivamente la
consapevolezza della mia condizione. Ora so cosa devo fare
per cercare di tornare a vivere come una persona vera tra la
gente.
Da troppo tempo ho smesso di ascoltarmi perché dolori,
paure, insicurezze, insuccessi quando ti “fai” spariscono ed
in questo torpore mi sono trascinato cercando di vivere: ma
quello non era vivere era soltanto una mera illusione.
Ho sì avuto la fortuna di avere tanta gente attorno, a partire
dalla mia famiglia per arrivare agli amici, magari pochi,
ma veri e tra cui, ovviamente, includo anche te, che spesso
mi facevano notare che stavo annegando. Purtroppo io li
sentivo, magari li vedevo anche disperarsi ma non riuscivo
ad ascoltarli veramente, perché per me esistevo solo io con la
mia enorme presunzione presa per mano ed accresciuta dalla
droga.
Avanti così sono arrivato a diventare l’ombra di me stesso
tanto che avevo difficoltà a guardarmi allo specchio, forse
è stato questo, forse la malattia di mia madre e la volontà
di lasciarla tranquilla a combattere il suo male senza dover
pensare a me, che mi hanno convinto ad entrare in ospedale
per disintossicarmi. È stata la terza volta, negli ultimi cinque
anni. Questa volta peggio di altre me la sono raccontata.
Mentivo a me stesso perché non ho fatto in tempo ad uscire
che ci sono ricaduto sui gradini dell’ospedale. Lo sconforto
è stato talmente forte che ho ricominciato peggio di prima,
al che ho lasciato che chi mi stava vicino decidesse per
me: l’unica via possibile, l’ultima strada da tentare era la
comunità.
Ho provato a rimboccarmi le maniche e convincermi che
questa scelta fosse veramente la mia, ed una volta entrato
Riflessioni ad alta voce dei genitori dei ragazzi dell’oikos
Svegliarsi ogni mattina sapendo
che la vita non sarà sempre facile
ma avere la forza per affrontarla
insieme alle persone che ti stanno
vicino.
Lupo
Sentirsi vivo anche se il peso che
portiamo ci sembra più grande di
noi stessi.
El Bimbo
Fino a poco tempo fa non aveva
molta importanza vivere né
sentirmi vivo, era come se non ne
avessi il bisogno, come se ne potessi
farne a meno. Ma da quando sono
qui è diventato il mio bisogno
più grande. È devastante, a volte
orribile ma allo stesso tempo
meraviglioso. Vivere è un’emozione
che riempie il cuore, fino ad ora mi
sono negato il diritto di sentirmi
voluto bene, amato ed ora che ho
riscoperto la vita penso proprio che
non smetterò mai di vivere.
Leon
GUARIRE
Da un anno mia figlia vive in un’altra
“famiglia”, con nuovi genitori, nuovi
fratelli e sorelle.
E’ stata una libera scelta? … No, è stata
l’unica scelta!
Cosa succede ad una famiglia che si
crede giusta?
La mia famiglia, è stata portata come
esempio di perbenismo per la condotta
morale e civile. Assolveva ai propri
doveri, pur basandosi su principi ispirati
al consumismo ed ai luoghi comuni. La
priorità veniva data al lavoro, dove mi
sentivo realizzato e passavo la maggior
parte della giornata. In casa ho pensato
bene di mettere (o di permettere) in
ogni stanza un apparecchio televisivo,
credendo che questo facesse parte di
una buona organizzazione; non mi
Vivo nella speranza di guarire.
Cesare
vicino a me. Ora le mie emozioni tornano forti e vere:
l’emozione di voler bene, l’emozione di sentirmi
importante per qualcuno, l’emozione che provo
ornando indietro con la mente ricordo quel giorno quando sto per rivedere i miei genitori, l’emozione
in cui dissi a mio padre e a mia madre: “Va bene di volersi avvicinare ad una persona e sentire che
vado in comunità”; una scelta dettata dalla paura, dall’altra parte c’è la stessa voglia, l’emozione di fare
dalla delusione e dalla rabbia verso me stessa un disegno e piangere quando ce l’ho davanti agli
e, soprattutto, dettata dalla speranza di ritrovare occhi, l’emozione di essere innamorata, l’emozione
quello che avevo perso.
di soffrire quando una persona cara va via,
Una volta mi è stato chiesto: “Cosa ti piace?” quello l’emozione di guardare un amico e pensare “in te ci
che mi piace è provare “emozioni” belle o brutte che voglio investire”, l’emozione di non sopportare una
siano. La tossicodipendenza mi ha portato a perdere persona e scoprire che proprio con l’aiuto di questa
questo, sentire ciò che avevo. Era come se avessi persona posso affrontare me stessa, l’emozione
un velo davanti agli occhi, che filtrava tutto ciò di aver paura per il futuro ma restare qui a lottare
che accadeva intorno a me. Sono stata a guardare per poterlo vivere. Sono arrivata qui per quello
mentre sfumavano la mie passioni, il mio amore, le che ho perso e sono ancora qui per quello che sto
mie amicizie, la mia famiglia… d’un tratto mi sono ritrovando.
sentita estraniata da ciò che avevo sempre sentito
Ruby Tuesday
QUELLO CHE HO PERSO
T
i sono mille motivi perché una perCquando
sona sceglie la via della droga e
ci finisce dentro comincia la
Mike Jagger
VIVO NELLA SPERANZA DI
rendevo conto che questo modo evitava
l’approfondimento delle sensazioni più
intime e personali, forse per paura dello
stravolgimento della routine quotidiana.
Pensavo che non parlandone il problema
non esistesse, al contrario parlandone
sono costretto a prendere coscienza di
un problema che potrebbe non essere
in linea con il personaggio che sto
inscenando da sempre e che ormai mi ha
coinvolto a tal punto che inganna anche
me stesso.
Che cosa, quindi, non ha funzionato e
mi ha reso impotente?
Oggi ho scoperto di avere un grosso“nodo”
che mi attanaglia la gola, che ha soffocato
le parole semplici mai dette prima come:
ho paura, ho bisogno di aiuto, ti voglio
bene, ti amo, ti odio…
Ora sto analizzando questo “neo” che
per fortuna non è un tumore maligno e
quindi posso sconfiggere gli elementi
negativi che sono: la negazione, l’egoismo
e l’orgoglio.
Guardare sfumare le emozioni
LA MIA RICADUTA
voluto bene.
a condividere le mie quotidiane vicende,
ad amare di nuovo mio figlio.
Luciana
guerra contro tutto e contro tutti. Cercare colpe non porta da nessuna parte
perché gli sbagli sono di tutti e di nessuno, ma insiti nella natura umana.
Le ragioni di una scelta sbagliata sono
infinite: la solitudine, il senso di vuoto, l’inadeguatezza rispetto a certe situazioni, la mancanza di fiducia in se
stessi, la paura di affrontare il mondo,
il peso delle responsabilità… Questi e
tanti altri disagi che spesso ci opprimono sembrano che possano essere domati
dall’assunzione delle sostanze. All’inizio
questa “medicina” pare che funzioni,
ti fa sentire forte, sicuro e soprattutto
pensi che puoi dominarla e controllarla
come ti pare; che puoi smettere quando vuoi. Quando però ti rendi conto che
la realtà è diversa, che è la sostanza a
dominare te; quando ti rendi conto che
sei finito in un vortice di degradazione
è troppo tardi, e da solo non ce la fai a
venirne fuori. Sei cosciente di essere finito in un incubo che non ha fine, ma
non hai più la volontà di combattere. Il
pensiero costante e ossessivo è sempre
lo stesso: “come posso fare ad uscirne
fuori?”.
Sono diciotto anni che porto avanti questa lotta contro me stesso e ogni volta
che sto per uscirne tornano gli antichi
fantasmi, le mille paure su quello che
mi aspetta nel mondo esterno, le mille
domande su quello che farò. Sento il faticoso peso della mia esistenza e mi sento inadeguato ad affrontarla con la mia
fragilità, con le mie paure, con
il mio dolore. Dopo il percorso
fatto in comunità pensavo che il
mondo fosse mio, che fosse arrivato il tempo di rispettare me
stesso e vivere una vita normale
senza fare più ricorso all’ “aiuto”
delle sostanze. Ma anche stavolta ho preferito scegliere la via
più facile e sono ricaduto. Sono
ricaduto nella fase del passaggio comunità – rientro e sono
ripiombato nella squallida vita
del tossico. Quante volte mi sono chiesto perché, ma intanto
ho continuato a farmi del male. Sono stati dieci giorni: dieci
giorni d’inferno sulla terra. Ero
consapevole di quello che stavo
facendo e soprattutto di quello,
che per l’ennesima volta, avevo
perso, e cosciente che non mi
volevo bene per niente, ho ricominciato a vivere una vita di
espedienti, di menzogne, solo
per potermi fare la sera quando
rientravo a casa. È stato come
vivere in una spirale senza fine
che mi sprofondava nel nulla.
Sono stati giorni veramente
brutti pieni di dolore e di solitudine, praticamente mi sono
rivissuto tutta la mia tossicodipendenza in dieci giorni. Ed era
come rivedere un orrendo film
già visto. Quando uno di noi
ricade non è come quando un
bambino casca dalla bicicletta,
che può rialzarsi, medicare la
sua sbucciatura al ginocchio e
via… di nuovo in sella! Il nostro malessere non è come un
raffreddore che si può curare
nel giro di una settimana con
decotti, aspirine e indumenti più caldi. Per noi si tratta
di mettere in discussione una
vita intera quella personale e
quella familiare. Tutto ciò è
lacerante, devastante. I nostri
malesseri non sono visibili ad
occhio nudo perché sono ferite
profonde che ci portiamo nell’anima e nel cuore. Per me essere tossico ha significato negarsi la dignità e il rispetto per
me stesso e per chi avevo intorno, la facoltà di scegliere cosa
fare, la possibilità di vivere. Sono stato schiavo di una scelta
sbagliata, schiavo di me stesso.
Non è stato facile uscirne fuori
anche perché il mondo è pieno
di pregiudizi, ma faticosamente e con nuova determinazione
ci sto provando. Lo devo alle
persone che si prendono cura
di me, agli affetti familiari che
non sono mai venuti meno nonostante le delusioni che ho
dato loro, lo devo ai miei amici, ma soprattutto lo devo a me
stesso. In questo modo anche
i pregiudizi il marchio che in
periodi bui mi sembravano insormontabili, oggi mi sembreranno fardelli meno gravosi e
insopportabili. Voglio provare
a non sentirmi più un diverso,
la mia sensibilità metterla al
servizio di un progetto che mi
permetta di fare scelte e di tornare a vivere veramente.
Giovanni
17 dicembre 2006
attualita’ A proposito del nuovo decreto ministeriale della Turco sul quantitativo della cannabis
Non dimentichiamo la persona
I
l 13 novembre 2006 il Ministro
della Salute, Livia Turco, ha
emanato un decreto ministeriale
con il quale viene innalzato da 500
a 1000 milligrammi il quantitativo
massimo di cannabis, espresso in
principio attivo, detenibile a uso
esclusivamente personale.
Il nuovo valore-soglia di 1000 milligrammi di principio attivo della
cannabis, deriva dalla moltiplicazione per 40, anziché per 20 come
previsto dalla vecchia tabella varata dal precedente governo, della
“dose media singola”
pari a 25 milligrammi, cioè la “quantità
di principio attivo
per singola assunzione”.
Perciò tra tante polemiche di chi vorrebbe,
a sinistra, la legalizzazione delle droghe
e chi ritiene, a destra,
che questo provvedimento sia un incentivo per gli spacciatori,
ancora una volta la
legge pone l’accento
sul quantitativo di
sostanza stupefacente piuttosto che sulle
persone.
Si tende allora ad
oscillare tra maggiore e E quindi sbandierare chissà quali prominore quantità di princi- blema nel raddoppio o nel dimezzapio attivo della “sostanza”, mento delle dosi, è una strategia polima si perde di vista la “so- tica, per dire qualcosa agli elettori: “la
stanza del problema”: 20 nostra linea è migliore…”
o 40 dosi possono essere Gli estremi di questi due discorsi sono:
entrambe per uso perso- liberalizzare del tutto; proibire del tutnale o per spaccio…Di- to. Con evidenti storture che si profilapende dalla persona che no su entrambi i fronti:
utilizza quelle sostanze, Se liberalizzo, forse sto dicendo: “Non
non dalla quantità.
è vietato, quindi va bene…Prova tutte
Allora la questione delle le sostanze che vuoi”.
20, 40 o 100 dosi è solo una finzione Se proibisco, sto dicendo: “È vietato,
giuridica, un termine stabilito a tavoli- perciò non va bene, può essere pericono per dire qualcosa: fino a qui il fatto loso…lascia stare, ma se non ce la fai tu,
è illecito ma non punito, da qui in poi te lo impedisco io”.
è punito.
Tempo fa la Psicologia Sociale ha stuLa legge infatti ha bisogno di termini diato gli stili di leadership, distinguenoggettivi per definire la fattispecie del do in: stile Autoritario, stile Laissez
reato, e per questo fa fatica a definire e - faire e stile Democratico.
tollerare le differenze soggettive.
Mi pare che i poli di questo dibattito ri-
Cosa
cambia
alzare o
abbassare
la quantità
di
principio
attivo?
Perchè
tanto
rumore
senza
curarsi
invece della
persona
schiano di scivolare nell’eccesso:
la liberalizzazione nel “laissez faire” cioè in un disinteresse mascherato da libertà individuale;
il proibizionismo in uno stile autoritario che per essere rispettato deve imporsi con la forza e al
limite con la violenza, negando
la libertà individuale.
Questi due stili segnano il fallimento della relazione educativa
che è per sua natura democratica:
essi non richiedono di costruire
una relazione con l’altro all’interno della quale conquistare con
l’autorevolezza e con la propria
credibilità le persone da educare. I due poli, liberalizzazione e
proibizione, sembrano così due
facce della stessa medaglia:
fai come ti pare (basta che non
rompi…; fino al punto di istituire
le stanze del buco per non vederti in giro “fatto” e lasciarti drogare con il massimo rispetto delle
tua “libertà” di autodistruzione);
se non ti conformi alla norma ti
“isolo in un buco” (carcere o comunità per forza).
Ecco, credo che mettere dei “limiti certi”, definiti con la quantità di principio attivo, non sia
una vera e propria esigenza dell’educando quanto dell’educatore, perché l’educando ha bisogno
piuttosto di indicazioni di principio e
poi di sperimentarsi, con il sostegno di
figure di riferimento certe. Per fare un
esempio, non credo che mia figlia abbia
bisogno di un codice comportamentale, del genere: “se passi la strada senza
guardare a destra e a sinistra, ricevi
uno schiaffo; se reiteri il comportamento due schiaffi…” Ha bisogno piuttosto
che le dica: “attraversare la strada è pericoloso per questi motivi, e siccome
per me la tua vita è importante (e spero
di averti trasmesso questo valore già da
prima di questo messaggio) allora guarda bene a destra e a sinistra. Intanto
vieni che attraversiamo insieme questa
strada.”
Il Codice Penale è invece una scorciatoia per arrivare dove non si può più
arrivare con l’educazione: è la presa di
coscienza che il danno ormai è fatto.
Il recinto è rotto e i buoi sono scappati:
ma se li acchiappo… Con la pena infatti l’obiettivo non è tanto di rieducare il
condannato (l’art. 27 della costituzione) quanto di prevenire nuovi reati per
proteggere la società e punire il reo.
Di fatto credo che l’attuale Ministro
potesse anche risparmiarsi la drasticità dell’intervento legislativo con decreto, che può nascondere altri tipi di
interesse, e consentire alle truppe sul
fronte (servizi sanitari, comunità, forze dell’ordine, magistratura, ecc…) di
continuare nel lavoro già intrapreso da
anni di integrazione e collaborazione,
magari favorendo un maggiore dialogo
sui presupposti impliciti degli interventi attuati.
Riduzione del danno: si, no; fino a che
punto? Quanto la cronicità è implicita
nella diagnosi di tossicodipendenza e
quanto è conseguenza dei trattamenti
svolti?
Interventi coatti: coartati da chi? Dalla
legge, dalla famiglia, dal medico psichiatra, dal sentire sociale? Coartati
come: con la legge, con il ricatto dell’alternativa, con la paura delle conseguenze morali, penali, sociali, relazionali, di
salute?
Libertà di cura: libertà di non curarsi?
Libertà di curarsi dove e come si ritiene
più opportuno? Nel soggetto tossicodipendente c’è libertà finché c’è dipendenza? Ha bisogno della coercizione
per intraprendere il suo cambiamento?
Il rischio di continuare a legiferare e
intervenire per decreto è che si faccia
tanto chiasso sulla superficie del problema e si lasci poi senza attenzione il
fondo.
A conti fatti, sembra che ci sia un indulto ogni 3-5 anni di media e se hai
un buon avvocato (o un pool di avvocati), in un processo che ti vede imputato, non ti conviene patteggiare la pena
(anche se questo ti comporterebbe una
notevole riduzione della pena stessa)
ma tirare il processo alle lunghe, così
se il reato non dovesse decadere per la
prescrizione, puoi sempre contare sull’indulto.
Cosa cambia allora alzare o abbassare
la quantità di principio attivo? E perché
tanto rumore?
Lorenzo Brocchini
ma dove va a finire il tempo
citta’ La graduazione dei ragazzi che hanno terminato il programma riabilitativo
Ma dove va a finire il tempo? Ho
cercato in tutti i modi di fermarlo,
di non farmelo trascorrere addosso.
Non è stato possibile! A volte un
minuto sembra un giorno e un
giorno sembra un minuto. Vorrei
trovare un posto dove lo spazio –
tempo si possa fermare e mettermi
ad osservare gli occhi di un vecchio
e gli occhi di un bambino perché
in entrambi trovo la serenità, la
volontà, la consapevolezza, la
tranquillità, che non trovo in
questo mio tempo. Negli occhi di
un vecchio c’è la consapevolezza,
l’esperienza, il tempo passato
vissuto e il tempo del riposo. Negli
occhi di un bambino c’è la voglia
di sapere, conoscere, imparare,
la volontà di camminare per poi
correre. Il desiderio più
grande è quello di capire
e ritrovare i miei occhi
che non sanno più cosa
fare! Dove guardare!
Esito nell’andare avanti
e non voglio tornare
indietro i miei occhi
sono fermi e il tempo
passa e mi domando: “Dove andrà
a finire questo mio tempo?”.
Mc Cartney
Una giornata particolare
E’
arrivato il giorno delle graduazioni.
Graduarsi nel nostro gergo
significa vedersi riconosciuta la fine
del programma, è il compimento
del contratto stipulato con l’Oikos
iniziato con l’entrata in accoglienza, è
la ripartenza dalla nostra casa con le
proprie gambe e ci tenevo a scrivere
qualcosa a questi ragazzi: finalmente la
partenza! Certo, è come un partire, e
voglio augurarvi di non dimenticare mai
ciò che serve: a chi parte di solito serve
un bagaglio e quello preparato durante
il nostro programma spero sia il più
completo possibile, e perché no, anche
pesante, perchè possiate ricordare
la fatica e la pazienza occorse per
riempirlo. Vi auguro di avere sete e fame
qualche volta: che possano ricordarvi
della sete e della fame di umanità che
avevate quando siete arrivati. Vi auguro
momenti di silenzio, tratti di strada
fatta senza parole perché nel silenzio
ci si può mettere in ascolto di Dio ed
esso sa far luce sulle nostre paure. Vi
auguro di potervi fermare ancora sotto
il cielo stellato come accadeva in CT
assaporando il tempo che si ferma e che
si impregna di significato. Credo che
chi si è messo alla ricerca del proprio
senso della vita possa sentire l’eco della
propria anima risuonare nel profondo
delle viscere.
È questa eco che cambia la vita, che fa
nuove tutte le cose. Abbandonare le
sicurezze ieri faceva paura, oggi diventa
il modo di liberaci da una quotidianità
povera. Il termine strada non fa più
paura perché non è più abbandono ma
sapersi mettersi in ricerca; sapere e non
ancora vedere.
Avete iniziato un’evoluzione e vi auguro
che non termini mai, che il bisogno di
cambiare, crescere, conoscere siano
tutti termini carichi di gioia. Certo ci
vuole coraggio, coraggio per ammettersi
che l’uomo può sbagliare. Non c’è più
l’operatore a seguire i vostri passi e se
capitasse di perdere le tracce? I punti
di riferimento? Quando capiterà di
sentirsi piccoli e deboli? Allora in questi
momenti vi ricorderete della strada
percorsa insieme e della cerimonia delle
graduazioni che vi ricorda che siete
pronti per aprire, se necessario, nuovi
passaggi, nuove strade inventate per
essere più liberi.
Vi siete allenati ad ascoltare il vostro
cuore ed avete capito che può diventare
contemplazione. In più di un’occasione
sono rimasto stupito scoprendovi dei
poeti, non mi riferisco al senso stretto
del termine, ma poeti nella capacità di
godere di ciò che non si vede ma che
si intuisce e si sente; capaci di cogliere
il senso profondo delle cose e delle
situazioni, di attingere al di dentro delle
cose il loro valore di simbolo. Avete
affinato la vostra sensibilità e siete pronti
per sorridere al mondo. Mi permetto
di ricordare che anche la stanchezza è
compagna inseparabile di ogni uomo
ma non lasciate mai che degeneri in
sfiducia. Graduarsi è partire, partire
è non sentirsi più al centro del mondo
ma nel mondo. Ogni strada è una tra
un milione di strade possibili, ma una
via non è mai soltanto una via perché
implica una scelta e quando vi troverete
in difficoltà nella scelta domandatevi:
“questa strada ha un cuore?” Se ce l’ha,
allora è una buona strada, se non ce l’ha,
è da scartare.
Francesco - Kairos
Hanno contribuito alla redazione degli articoli: Alfonso Napolitano, Ruby Tuesday, Kant, Massimetto, Giovanni, Amalia, Luisa, Alessio e Andrea.
Si ringraziano inoltre i genitori e gli operatori che, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione di questo giornale.
I quadri riprodotti all’interno dell’inserto sono stati realizzati dai ragazzi ospiti delle comunità terapeutiche dell’Oikos.