La Popular Music

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Franco Liberati
Direttore della Scuola di musica e tecnologia
dell’Istituto italiano di tecnologie musicali
La Popular Music
Fenomeno sociale e tecnologico
La Popular Music può essere considerata come la matrice dell’espressione popolare della cultura musicale dei popoli, espressa nelle forme e
nei contenuti come rappresentativa di un territorio o, ancor meglio, di
un’area geografica ben definita.
Nata per definizione come alternativa alla cosiddetta musica colta,
muove i suoi primi passi negli Stati Uniti nella seconda metà dell’ottocento ma, seppur in forma meno codificata, contemporaneamente si diffonde anche in Europa.
Alcune scuole di pensiero concepiscono popular anche il jazz, anche
se i più radicali sottolineano distinzioni di stili e di forma.
L’aspetto che caratterizza sin dalla nascita la Popular Music è l’aspetto tecnico e tecnologico; infatti, sin dagli albori, la larga diffusione della
musica Pop trova immediato riscontro nella necessità di diffondere attraverso supporti le canzoni e le opere in genere di grande riscontro.
Tra i precursori della musica Pop troviamo Stephen Foster1 (Pittsburgh 1826 – New York 1864), con la sua celebre «Oh! Susanna», e le
prime forme di rappresentazioni dal vivo dei minstrel show2.
1 Conosciuto come «il padre della musica americana», fu il più importante compositore e scrittore statunitense di canzoni del XIX secolo. Ancora oggi le sue canzoni rimangono conosciute e popolari in tutto il mondo dopo più di 150 anni dalla loro
composizione.
2 Il minstrel show (o minstrelsy), è considerato la prima forma teatrale originale statunitense, e fra il 1830 e il 1840 ebbe un ruolo fondamentale nella nascita dell’industria discografica americana. Consisteva in una miscela di sketch comici, varie-
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Il movimento Pop statunitense dette vita ad una nuova era editoriale,
che ebbe in Tin Pan Alley3 il principale artefice con la nascita del fonogramma, prima forma di supporto sonoro che ebbe nei decenni successivi tutte le forme evolutive dai cilinders ai compact disc.
La nascita dell’ industria discografica e quindi delle prime compagnie
discografiche è proprio la logica conseguenza di un crescente interesse
nei confronti della Pop Music e della possibilità di fruirne attraverso
sistemi di riproduzione meccanici.
La North American Phonograph Company ebbe luce intorno al 1890 proprio dal fonografo di Edison e, successivamente, diventa la ormai celebre
Columbia Phonograph Company, considerata la più antica etichetta fonografica.
In Europa, Emile Berliner 4 costruisce il primo grammofono e, di conseguenza, nascono la “ Berliner Gramophone Company ” (Berlino,1895),
“ la Gramophone Co. Ltd. ”(Londra, 1899), ed a seguire filiali in tutti i
paesi europei.
L’invenzione di Berliner crea i presupposti per la prima forma di pro-
tà, danze e musica, interpretati da attori bianchi con la faccia dipinta di nero, cioè in
Blackface o (specialmente dopo la guerra civile americana) da Afroamericani sempre
con la faccia dipinta di nero.
I Minstrel show rappresentavano i neri in maniera stereotipata, e quasi sempre
offensiva: in questi spettacoli erano immancabilmente mostrati come ignoranti, pigri
e superstiziosi, e veniva accentuato in maniera caricaturale il loro amore per la musica.
3 Tin Pan Alley (cioè «Vicolo della padella stagnata»). Un isolato compreso fra
Fifth Avenue e Broadway in cui avevano sede un microcosmo di ditte coinvolte nel
business della musica popolare: autori di canzoni (publishing house), studi di registrazione, talent scout, manager, eccetera. Esso diede il nome all’industria musicale
newyorkese che dominò il mercato della musica popolare nordamericana tra la fine
del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo secolo.
In seguito il termine fu usato per designare l’intera industria musicale.
Uno dei nomi più famosi associati a Tin Pan Alley è sicuramente quello di
George Gershwin che iniziò a lavorarvi come song plugger (un pianista che suonava
le nuove canzoni per promuovere la vendita degli spartiti).
4 Emile Berliner (20 maggio 1851 – 3 agosto 1929) Inventore tedesco, impiegato
della Bell Telephone Company, divenne famoso per aver utilizzato il disco al posto
del cilindro nei sistemi di riproduzione del suono, sviluppando l’idea di Charles
Cros. Oltre che inventore del disco Berliner è anche l’inventore del grammofono, che
brevettò nel 1887.
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duzione in serie attraverso la possibilità di stampare un numero illimitato di copie di dischi da un’unica matrice.
Da quel momento la tecnologia dedicata al settore si è sviluppata di
pari passo con le diverse forme di popular music generando un legame
imprescindibile che, a distanza di più di un secolo, continua a rappresentare una punta d’eccellenza nel settore creativo musicale.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito a un susseguirsi di innovazioni tecnologiche che hanno spesso determinato la nascita e lo sviluppo di
nuovi linguaggi musicali, pur mantenendo le identità popolari spesso
determinate dalla forma canzone o dal tema portante esposto da uno
strumento melodico.
Attraverso il diffondersi di supporti fonografici (o discografici) abbiano, inoltre, potuto concepire forme di crossovering, ovvero la possibilità
di proporre musiche di fusione tra diverse culture musicali; ad esempio
l’uso di ritmi afro-cubani nella tradizione melodica mediterranea, o le
stesse liriche mediterranee nella musica di matrice anglosassone quale il
rock o il blues, piuttosto che l’armonia jazz nelle ballate balcaniche o
nelle atmosfere orientali.
Negli ultimi anni la crisi dell’industria discografica ha generato un
paradosso: nonostante le tecnologie permettano ormai forme creative
potenzialmente illimitate, si è costituita una diffusa scuola di pensiero
per cui l’allineamento con i presunti dettami commerciali della distribuzione di prodotti musicali risulta essere un percorso privilegiato da moltissimi addetti ai lavori.
Le avanguardie del Rock, del Progressive, del Funk, della New Wave,
del Punk, delle nuove frontiere dell’ elettronica e del crossover che hanno
rappresentato le diverse fasi evolutive della popular music coerentemente con le rispettive fasi storiche e le innovazioni tecnologiche, oggi lasciano il passo ad un appiattimento verso forme generaliste proponendo su
larga scala cliché ormai consumati con l’unico obiettivo di coinvolgere
grandi masse con prodotti «usa e getta».
Le tecnologie dedicate alla produzione musicale offrono, per contro,
agli operatori del settore strumenti di elevatissima qualità dalle potenzialità creative ormai illimitate.
Ciò ha generato un’ anomalia, in particolare, dal punto di vista sociale: la musica ha sempre rappresentato, fino a qualche tempo fa, una
forma di espressione della società nella sua contemporaneità.
Escludere la musica dalla società, decontestualizzarla e renderla mero
ed esclusivo prodotto commerciale, ha generato - e continua a generare -
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processi involutivi che danneggiano non solo il settore della produzione
musicale, ma alimentano il degrado sociale e abbassano il profilo culturale dei popoli.
L’unica strada percorribile per concepire una controtendenza in tal
senso è quella di istituire nuove forme di educazione musicale nelle quali
gli aspetti tecnici e tecnologici relativi alla produzione musicale contemporanea rappresentino fonte di ispirazione e nuovi stimoli per elaborare
forme sonore innovative e linguaggi musicali diversificati in ogni loro
aspetto, li dove culture e stili di diversa provenienza possano fondersi
generando opere musicali di alto profilo culturale.