Guida San Marino Patrimonioo dell`Umanità

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Guida San Marino Patrimonioo dell`Umanità
San Marino
Patrimonio mondiale dell’Umanità
San Marino
Patrimonio mondiale dell’Umanità
Alto Patrocinio
Segreteria di Stato per il Territorio
Segreteria di Stato per il Turismo
Unità di Coordinamento Unesco
Collaborazioni
Azienda Autonoma di Stato per i Lavori Pubblici
Dipartimento Affari Interni
Ufficio Progettazione
Contributi
Biblioteca di Stato
Museo di Stato
Unità di Coordinamento Unesco
p. 5
2008 - Centri storici di San Marino,
Borgo Maggiore e monte Titano
iscritti nella Lista del Patrimonio
dell’Umanità
p. 7
SALUTO DELLE ISTITUZIONI
Ringraziamenti
Archivio fotografico Museo di Stato
Archivio fotografico Ufficio di Stato per il Turismo
Fondazione Cassa di Risparmio di San Marino - S.U.M.S.
Fotografie
Monica Silva
pag. 8, 12, 20, 21, 24, 26, 30, 46, 50, 56, 58, 60, 62, 64, 66, 68
Studio MW
pag. 18, 25, 35, 36, 63, 71, 76, copertina
Goffredo Taddei
pag. 14
Renzo Broccoli
pag. 70, 75
B.B.Tek srl
pag. 4
Progetto editoriale
Marina Turci, Cinzia Ceccoli,
Renzo Broccoli, Cristina Guglielmi
Art direction e impaginazione
Marina Turci, Cinzia Ceccoli
Pubblicazione a cura del gruppo vincitore del concorso
“Scopriamo San Marino Patrimonio dell’Umanità:
una nuova segnaletica per il sito dell’Unesco”.
p. 9
San Marino e l’Unesco:
dal Titano al Patrimonio dell’Umanità
p. 13
San Marino
Patrimonio tangibile e intangibile
p. 18
GUIDA AI MONUMENTI
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Prima Torre / Guaita / Rocca
San Marino Patrimonio dell’Umanità
2008
Centri storici di San Marino,
Borgo Maggiore e monte Titano
iscritti nella Lista del Patrimonio dell’Umanità
Il 7 Luglio 2008, durante la 32ma
Sessione, a Québec in Canada, il
Comitato del Patrimonio Mondiale
iscrive il Centro Storico di San Marino
ed il Monte Titano nella Lista del
Patrimonio Mondiale in base al criterio
(iii) e adotta all’unanimità la seguente
dichiarazione:
“San Marino è una delle più antiche
repubbliche del mondo e l’unica cittàStato che sussiste, rappresentando
una tappa importante dello sviluppo dei
modelli democratici in Europa e in tutto
il mondo. Le espressioni tangibili della
continuità della sua lunga esistenza
in quanto capitale della Repubblica, il
suo contesto geopolitico inalterato e le
sue funzioni giuridiche e istituzionali si
ritrovano nella sua posizione strategica
in cima al Monte Titano, nel suo
modello urbano storico, nei suoi spazi
urbani e nei suoi numerosi monumenti
pubblici. San Marino ha uno statuto
emblematico ampiamente riconosciuto
in quanto simbolo della Città-Stato
libera, illustrato nel dibattito politico, la
letteratura e le arti nel corso dei secoli.
Le mura difensive e il centro storico
hanno subito modifiche nel tempo,
comportando un intensivo restauro e una
ricostruzione tra la fine del XIX secolo e
i primi decenni del XX secolo - processo
che può essere considerato come parte
integrante della storia del bene e che
riflette gli approcci in mutamento della
conservazione e della valorizzazione
del patrimonio nel tempo”.
Motivazione con cui l’Unesco ha inserito
il sito nel Patrimonio Mondiale
dell’Umanità.
Criterio (iii): San Marino e il Monte
Titano costituiscono una testimonianza
eccezionale dell’istituzione di una
democrazia rappresentativa fondata
sull’autonomia civica e l’autogoverno,
avendo esercitato con una continuità
unica e senza interruzione il ruolo di
capitale di una Repubblica indipendente
dal XIII secolo. San Marino è una
testimonianza eccezionale di una
tradizione culturale vivente che perdura
da settecento anni.
Elenco dei paesi votanti: Australia, Bahrein,
Barbados, Brasile, Canada, Cina, Cuba, Egitto,
Giordania, Israele, Kenya, Madagascar, Marocco,
Mauritius, Nigeria, Perù, Repubblica di Corea,
Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Tunisia.
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San Marino Patrimonio dell’Umanità
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Saluto delle istituzioni
Segretaria di Stato per il Turismo, lo Sport,
la Programmazione Economica e Rapporti
con l’A.A.S.S.
Segretaria di Stato per il Territorio e l’Ambiente,
l’Agricoltura e i Rapporti con l’A.A.S.L.P.
In ogni continente i Beni iscritti sulla
Lista del Patrimonio dell’Umanità
rappresentano un’universalità di valori
che segnano il cammino di una civiltà,
una testimonianza per le generazioni
future. Questo riconoscimento che
è stato attribuito al nostro Paese, il
7 luglio 2008, è frutto di un lungo e
articolato percorso e onora, attraverso
la Dichiarazione di valore universale,
l’essenza dell’identità sammarinese:
“una delle più antiche Repubbliche
del mondo”. Le autorità di governo
sono consapevoli della necessità
di condividere questa ammirevole
e prestigiosa conquista con i propri
concittadini, ma anche con i visitatori
di questa piccola Repubblica, oggi
considerata un Bene appartenente al
Patrimonio dell’Umanità. Per queste
ragioni si sono compiuti con celerità
passi importanti e scelte strategiche
per assicurare, con ogni migliore buona
volontà, il piano di gestione, attraverso
un oculato programma di tutela, di
valorizzazione e di comunicazione.
La Legge Quadro UNESCO (n. 133 del
2009) per la tutela e la valorizzazione,
i continui interventi di restauro e
risanamento svolti in questi anni sui
beni immobili, il rifacimento delle
pavimentazioni con l’impiego esclusivo
della pietra di San Marino, la Legge
n. 190 del 2011 per la protezione e
utilizzo dello stemma ufficiale della
Repubblica, il concorso promosso
per il rifacimento della segnaletica
per il Sito Unesco, mostre, convegni
culturali, non sono che l’espressione di
un’unica volontà: custodire, divulgare e
condividere il patrimonio di una storia
universale.
Salutiamo pertanto con grande favore
la divulgazione della presente ricerca,
sostenuta e patrocinata dalle autorità
di Governo. Uno studio che documenta
con attenzione e cura il patrimonio
del nostro Paese attraverso la nuova
segnaletica Unesco.
Un lavoro importante che si svilupperà
secondo un percorso interattivo e
multimediale per una Città-Stato,
San Marino sul Monte, che intende
vivere appieno la propria storia con la
propria gente in un dialogo aperto col
mondo.
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San Marino e l’Unesco:
dal Titano al Patrimonio dell’Umanità
Edith Tamagnini
Ambasciatore, Delegato Permanente della
Repubblica di San Marino presso L’Unesco
La sovranità di San Marino, rimasta
intatta nei secoli, vive anche in un mito
senza tempo: la libertà. Una libertà
che si ritrova nella bandiera, negli
stemmi, nelle espressioni visive della
storia della Repubblica.
La Città sul Monte inserita in un
paesaggio di straordinaria incisività
esprime, insieme alle rocche del
Titano e la Cittadella fortificata, il
patrimonio intangibile e tangibile,
iscritto il 7 luglio 2008 sulla Lista del
Patrimonio Mondiale. Per rendere più
agevole la percezione del complesso
percorso diplomatico che ha consentito
di ottenere l’ambito riconoscimento,
per valorizzare il patrimonio storico
e urbano, è stata data alla stampa
la presente pubblicazione, che ha
lo scopo di essere una guida sui
monumenti della Repubblica ed un
incentivo ad approfondirne i valori.
Il 18 ottobre 1974, San Marino diventa
il 133mo Stato Membro dell’Unesco.
Si tratta di una tappa politica
essenziale per un piccolo Stato come
il nostro che, per la prima volta, entra
a far parte della grande famiglia delle
Nazioni Unite.
L’Unesco, creata il 16 novembre 1945
con il contributo dei più celebri filosofi
del mondo, è l’Organizzazione dell’ONU
che ha come missione l’edificazione
della pace attraverso l’educazione,
la scienza, la cultura e l’informazione.
Nel 1960, una grande campagna salva
il famoso tempio di Abu Simbel, in
Egitto, dall’inondazione del Nilo.
La comunità internazionale comprende
quanto sia importante proteggere
Beni con un valore universale.
Si intraprende così il percorso che
conduce nel 1972 all’adozione della
Convenzione per la protezione del
Patrimonio Mondiale, Culturale e
Naturale, che celebra, il 16 novembre
2012, il quarantesimo Anniversario.
Attualmente i Beni iscritti sono 936,
in 188 Paesi.
Come tutti gli Stati che hanno
aderito, il nostro Paese ha facoltà di
candidare il Bene che ritiene avere
un valore eccezionale sul proprio
territorio. L’iter che porterà la
candidatura sammarinese al successo
dell’iscrizione sulla Lista è arduo e
complesso, poiché nel frattempo oltre
al regolamento della Convenzione
San Marino Patrimonio dell’Umanità
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sono state approvate le “Linee Guida”
del febbraio 2005, che rendono la
procedura ancora più rigorosa.
Dopo un indimenticabile affascinante
percorso e non poche battaglie, il 7
luglio 2008 con una vittoria unanime
San Marino entra nel Patrimonio
dell’Umanità. Oggi tutto questo è
parte di una storia e di una vittoria
condivisa con tutti i Sammarinesi che
hanno saputo difendere strenuamente
la libertà di questa Terra nel corso di
secoli.
I criteri che consentono, su giudizio del
Comitato, l’iscrizione di un Bene sulla
Lista del Patrimonio dell’Umanità sono
solo dieci.
In base al primo articolo della
Convenzione del 1972 e delle
Linee Guida per l’attuazione della
Convenzione sul patrimonio mondiale
(2 febbraio 2005, criterio III) San Marino
rappresenta un caso eccezionale di
una tradizione culturale e di una città
storica vivente.
Il Bene che è stato proposto per
l’iscrizione (55 ettari) include il Centro
Storico di San Marino con le sue
mura difensive, il Monte Titano per
il valore del paesaggio e dell’habitat
naturale, Borgo Maggiore con il suo
Centro Storico fino al Sacello del
Santo Marino, fondatore dello Stato.
Un paesaggio storico urbano in cui il
patrimonio intangibile, rappresentato
dalle istituzioni della Repubblica,
vive ancora le proprie funzioni nel
patrimonio tangibile, negli antichi
palazzi e i monumenti.
L’Unesco ha riconosciuto anche il
valore dei lavori di restauro di Gino
Zani, basati su studi approfonditi,
per cui la Città, modellata nella sua
tipica pietra arenaria, divenne nel
suo insieme espressione dell’identità
nazionale ricercata attraverso
un’immagine idealizzata del Centro
storico.
Non poteva esserci un’attestazione più
consona per questa antica Repubblica
che è un modello di democrazia
rappresentativa e di pace nel mondo.
Un modello che già i grandi della
storia hanno compreso nel valore e nel
fascino. Così Napoleone Bonaparte,
che diceva: “Guardate San Marino
come esempio di libertà”, così Abramo
Lincoln che scriveva ai Capitani
Reggenti “…benchè il Vostro Stato sia
piccolo nondimeno esso è uno dei più
onorati di tutta la storia…”.
Un territorio che ha saputo,
combattendo contro i marosi della
storia e dei potenti, mantenere la
sua piena sovranità nonostante i vari
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tentativi di annessione.
Quali sono, ora, le sfide più importanti?
L’ambito riconoscimento è stato
percepito non come un punto di arrivo,
ma un punto di partenza.
In un’era sempre più globalizzata,
è bello pensare che San Marino
sia entrato nella Lista soprattutto
come simbolo di pace a riprova che
piccoli e grandi Stati possono restare
indipendenti. Considerando anche che,
oggi, la distinzione tra piccoli e grandi
non dovrebbe più esistere, in quanto
esiste un solo grande villaggio che si
chiama Terra, un pianeta da amare
e proteggere per i suoi valori e per
l’umanità. E San Marino è pienamente
consapevole della necessità di
perseguire i suoi antichi valori di
libertà e democrazia per le generazioni
future.
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San Marino
Patrimonio tangibile e intangibile
“Una società non può vivere, perpetuarsi rinnovandosi, se non coronando la realtà
con l’immaginario. (..) Pochi paesi esprimono così bene quanto San Marino nelle
sue forme visibili la riuscita di un destino.”
Jacques Le Goff
Chi visita per la prima volta San Marino
non può che restare affascinato dalla
magnifica vista che si gode da questo
balcone naturale sulla riviera adriatica e
sul Montefeltro. Ma è solo immergendosi
nella conoscenza del centro storico che
si ritrova, in un continuum fra storia
e architettura, l’essenza stessa della
piccola Repubblica.
Il racconto agiografico della vita del
Santo Marino fissa la data di fondazione
della comunità indipendente da altri
poteri e territori alla fine dell’Impero
Romano.
Gli atti dell’archivio di Stato e degli
archivi storici dei territori limitrofi
testimoniano che a metà del XIII
secolo San Marino disponeva già
della propria autonomia giuridica.
Il primo documento cui si fa risalire
l’attestazione di indipendenza
è del 1296.
Immutato nella estensione geografica
dal XV secolo, con l’annessione dei
castelli di Serravalle e Montegiardino,
a seguito delle lotte contro la famiglia
Malatesta, il territorio della Repubblica
è, da allora, di 62 chilometri quadrati.
Al pari del territorio anche
l’ordinamento istituzionale che deriva
dagli statuti del 1295-1302 è rimasto
pressoché immutato nei secoli.
Da allora la Repubblica è retta
da due capi di stato che operano
collegialmente con paritetico potere
di veto l’uno sull’altro. La loro carica
dura solo sei mesi per evitare la
concentrazione del potere politico.
I Capitani Reggenti, cui spetta il titolo
di Eccellentissimi, sono nominati dal
parlamento, già Consiglio Principe
e Sovrano, quando la carica era
ereditaria, ora Consiglio Grande
San Marino Patrimonio dell’Umanità
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e Generale, eletto a suffragio universale.
Il Consiglio è costituito, da sempre,
da 60 membri fra cui vengono scelti
i due che ricopriranno il ruolo di Capi
di Stato.
Gli statuti elencano e normano anche
le altre istituzioni: Il Congresso di Stato
(Governo), l’Arengo dei capi famiglia
(funzioni referendarie, petizioni di
interesse pubblico), il Consiglio dei
Dodici (istanza giuridica) e le Giunte
di Castello (una per ciascuna delle
nove entità amministrative della
Repubblica).
È in queste istituzioni, nell’esistenza
continua nei secoli, nell’indissolubile
legame col territorio e con i luoghi in
cui si svolgono le azioni e le cerimonie,
che si attesta il valore di unicità della
realtà sammarinese.
L’ICOMOS accetta ed avvalla la
candidatura di San Marino perché
riconosce che il piccolo stato
rappresenta “un esempio di centro
storico ancora abitato che ha conservato
tutte le sue funzioni istituzionali.
Grazie alla sua ubicazione in cima
al Monte Titano, non ha subito le
trasformazioni urbane intervenute
dopo l’avvenimento dell’era industriale
fino ai giorni nostri. La sua struttura
urbana, sviluppatasi nel corso dei
secoli e circondata dalla terza cinta
concentrica, di mura del XV secolo, è
rimasta intatta, ad eccezione di alcuni
rari interventi effettuati a metà del XIX
secolo e dell’inizio del XX secolo (come
dimostrano le mappe storiche).
Il centro storico e i monumenti, riflettono
le diverse fasi dello sviluppo urbano, che
testimoniano ancora il collegamento,
mai interrotto nel corso dei secoli, tra
la struttura urbana e la base storica di
questo Stato autonomo. In questo senso,
l’insieme composto dal Monte Titano,
dal centro storico della Città e da Borgo
Mercatale rappresenta un documento
che attesta una cultura materiale, le cui
funzioni vengono associate all’esercizio
della sovranità e al proseguimento
degli obiettivi strategici contingenti.
La scala e il rapporto proporzionale
tra la montagna e il territorio dello
Stato, consolidati durante tutto il XV
secolo con un’ultima estensione dopo le
guerre contro i Malatesta, sono rimasti
inalterati, conservando di conseguenza
un equilibrio efficace tra l’azione
collettiva e il contributo dei singoli
cittadini alla difesa e alla gestione della
res publica”. (dal dossier Icomos)
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Tra gli edifici e gli elementi più
importanti del centro storico di San
Marino si devono ricordare le Tre
Torri e le mura di fortificazione con
le loro porte e i loro due bastioni, il
Palazzo Pubblico e altri edifici ad
uso governativo e amministrativo, la
Basilica del Santo (1835-1838) situata
sul sito dell’antica chiesa romanica, i
Conventi San Francesco (1361) e Santa
Chiara (1565-1609) entro le mura, ed il
convento dei Cappuccini fuori le mura,
il Teatro Titano (1777) e alcuni palazzi
che appartenevano a famiglie nobili.
A Borgo Maggiore, storicamente luogo
di mercati e fiere, si segnalano la Torre
Campanaria e i portici del mercato, le
cantine e le piazze.
San Marino Patrimonio dell’Umanità
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La forma urbana della città di
San Marino e di Borgo Maggiore
resta pressoché immutate fino agli
ampliamenti del XIX secolo. Entrambe
erano rimaste saldamente legate
agli elementi caratterizzanti, le mura
cittadine per San Marino, il sistema di
piazze per Borgo Maggiore.
Nel restauro compiuto fra il 1880 e
1894 da Francesco Azzurri dell’edificio
simbolo dello stato, il Pubblico
Palazzo, viene esaltata la radice
medioevale che diverrà da allora un
manifesto dei futuri interventi.
Sarà nei primi anni del novecento, con
i lavori di restauro e di ampliamento
della città di Gino Zani, che San
Marino assume il suo aspetto attuale.
Ridisegnò le tre torri, le mura e
numerosi edifici, tra cui le case Angeli
che si affacciano sul Pianello, la
facciata della Chiesa San Francesco e
il Teatro Titano.
Realizzò anche piazza Sant’Agata,
nonché la nuova via Donna Felicissima.
Nel 1935 elaborò un progetto per
l’intero centro storico di cui solo una
minima parte venne realizzata anche
a causa dei bombardamenti della
seconda guerra mondiale.
Dopo la seconda guerra ripresero i
cantieri dei portici di Borgo Maggiore
e dell’edificio della Cassa di Risparmio
di San Marino.
È questa la città che fa da sfondo
alla cerimonia di insediamento degli
Eccellentissimi Capitani Reggenti:
Piazza della Libertà, piazzale Domus
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Plebis, piazza Garibaldi, contrada delle
Mura, contrada Omagnano, contrada
Omerelli.
Nella sala del trono di Palazzo
Valloni, i Capitani Reggenti appena
eletti ricevono gli ambasciatori
accreditati; nella Basilica del Santo
assistono alla funzione religiosa e
nel Palazzo Pubblico, nella Sala del
Consiglio Grande e Generale, dopo
aver letto il giuramento in latino, si
compie il passaggio dei poteri con
il trasferimento del collare di Gran
Maestro dell’Ordine di San Marino.
Qui si svolgono i cortei, si schierano
i picchetti militari e la banda, ma
soprattutto è qui che i cittadini
assistono da secoli al perpetuarsi
delle cerimonie, al rinnovarsi delle
istituzioni che rappresentano l’unicità
della piccola città sul monte.
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Prima Torre / Guaita / Rocca
San Marino Patrimonio dell’Umanità
GUIDA ai monumenti
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San Marino Patrimonio dell’Umanità
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Prima Torre / Guaita / Rocca
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Sec. XII
Secoli XIII - XVII (restauri successivi)
XX Gino Zani (restauro stilistico)
Fortilizio militare di guardia e difesa è la Rocca Maggiore, o Prima Arx, già citata con questo nome fin dal 1253.
Attorno ad essa e all’interno del girone delle mura che da
essa diparte, si è costituito il primo nucleo abitativo di San
Marino. Fin dagli statuti del 1600 era previsto un custode
residente che doveva sorvegliare a vista l’intero territorio
limitrofo ed in caso di pericolo dare l’allarme suonando
la campana della torre. La stessa campana, ancora oggi,
annuncia ai sammarinesi la riunione del parlamento, il
Consiglio Grande e Generale. Era dotata di ponte levatoio.
Fino agli anni sessanta la Rocca è stata utilizzata anche
come carcere.
Veduta aerea
Nel primo cortile interno, oltre alla cisterna, troviamo la
piccola chiesa dedicata a Santa Barbara, patrona degli artiglieri. L’altare che si trovava anticamente all’interno del
torrione sud è stato sostituito da questa chiesa più ampia
restaurata negli anni sessanta. La lunetta duecentesca
che sovrasta il portale di accesso proviene da una chiesa
del castello di Acquaviva.
I cannoni presenti nel cortile furono regalati dai re italiani,
Vittorio Emanuele II e Vittorio Emanuele III, quale segno di
fraterna amicizia fra i due paesi.
Cortile interno
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ph. Monica Silva
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Prima Torre / Guaita / Rocca
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San Marino Patrimonio dell’Umanità
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Seconda Torre
Cesta / Fratta
Sec. XIII
Secoli XIV - XVII (restauri successivi)
Sec. XX Gino Zani (restauro stilistico)
La Seconda Torre o Cesta occupa la punta più elevata del
Monte Titano (m. 756 slm) e costituisce il secondo fortilizio militare a guardia e difesa di San Marino.
Era presidiata anticamente da un custode e, in caso di necessità, da una guarnigione di balestrieri.
Utilizzata nei secoli passati come carcere, ospita oggi il
Museo delle Armi antiche, un’ampia collezione di oltre
200 esemplari, di cui 700 esposti al pubblico.
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Seconda Torre / Guaita / Rocca
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San Marino Patrimonio dell’Umanità
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Terza Torre
Palatia Montalis / Montale
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Sec. XIII
Secoli XIV - XVII (restauri successivi)
Sec. XX Gino Zani (restauro stilistico)
Citata già nella Descriptio Romandiole del Cardinale Anglico del 1371 rimase in efficienza fino al sedicesimo secolo, ai tempi delle lotte contro i Malatesta.
Con l’annessione del castello di Montegiardino nel 1463 e
la distruzione del castello di Fiorentino nel 1479, la sua
funzione strategica cessò.
Fino al XIII secolo era una postazione di osservazione isolata fino a quando nel 1320 non fu costruita la muraglia
che la univa alla seconda torre.
Le mura di collegamento con la seconda torre sono state
utilizzate per anni quali cava a cielo aperto di materiale
pronto per la costruzione delle case del centro storico,
oggi non ne restano che poche tracce.
È oggi una Torre isolata, ubicata sul lato sud est del crinale del Monte Titano. Vi si accede da un’unica porta posta ad alcuni metri di altezza. Il locale interno è chiamato
il pozzo della torre ed è alto oltre sei metri. È circondata
da una folta vegetazione in parte autoctona ed in parte
posta a dimora negli anni venti del secolo scorso.
Restaurata nel 1743 e nel 1817 con il restauro del 1935
assume l’aspetto attuale.
Veduta aerea.
Sullo sfondo il castello
di Serravalle
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Seconda Torre / Palatia Montalis / Montale
San Marino Patrimonio dell’Umanità
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San Marino Patrimonio dell’Umanità
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Porta San Francesco
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Sec. XIV
Secoli XV - XIX (restauri successivi)
Sec. XX Gino Zani (restauro)
Porta principale del terzo girone delle mura, chiamata
anche Porta del Paese, costituisce l’ingresso ufficiale al
centro storico della Città di San Marino. Un tempo era
denominata Porta del Loco, termine che le deriva dal vicino convento di San Francesco. Edificata nel 1361 come
semplice posto di guardia sul terzo girone delle mura, nel
1451 viene ampliata e sopraelevata e coronata da merli.
La Porta, chiusa in passato ogni sera, oggi sempre aperta
è costituita da arco a sesto acuto sormontato da bertesca su cui è posto lo stemma in pietra della Repubblica.
Sotto la volta, due lapidi riproducono norme dello Statuto
relative alla difesa del Paese. Nella facciata interna due
stemmi in pietra ricordano l’antica amicizia fra la Repubblica e i Montefeltro.
L’epigrafe bronzea, collocata in occasione dell’anniversario del primo anno dall’inserimento nell’elenco dei siti
Unesco, riporta il testo della dichiarazione ufficiale.
“I centri storici di Borgo Maggiore ed il Monte Titano sono
stati iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco.
San Marino costituisce una testimonianza eccezionale di
democrazia rappresentativa fondata sull’autonomia civica e
sull’autogoverno, avendo esercitato senza interruzione dal
XIII secolo il ruolo di capitale di una repubblica indipendente.
Il sito per il suo valore universale merita tutela a beneficio
dell’umanità”.
Vista dall’interno
delle mura
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San Marino Patrimonio dell’Umanità
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Porta della Rupe
5
Secoli XV - XVI
Secoli XIX - XX (restauri successivi)
Posta al termine di Contrada Omerelli, è la porta di accesso alla Città salendo da Borgo Maggiore a conclusione
della Costa dell’Arnella, antico percorso, oggi solo pedonale, che mette in comunicazione la Capitale con l’antica
area destinata ai mercati settimanali. È adiacente al cinquecentesco convento di Santa Chiara, claustro monastico francescano recentemente restaurato e sede dell’università.
Come per la porta San Francesco anche qui una piccolissima abitazione posta al di sopra del varco di accesso ospitava il custode della porta che aveva il compito
di aprire e chiudere ad orari prefissati gli accessi alla
città. La porta, in posizione appartata ed a ridosso dello
strapiombo roccioso era difesa, dalla seconda metà del
cinquecento, dal grande torrione circolare che modifica
il disegno delle mura quattrocentesche per adeguarsi
all’introduzione delle armi da fuoco.
Nelle immediate vicinanze della Porta, al di fuori delle
mura, è stato realizzato nel 2007 un luogo di meditazione
e preghiera privo di simboli religiosi, perpetuando così la
vocazione di accoglienza del popolo sammarinese senza
distinzioni di razza o credo.
Ultimo tratto della
strada di accesso
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San Marino Patrimonio dell’Umanità
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6
Secondo girone
Secoli XIII - XIV
Sec. XX Vincenzo Moraldi, Gino Zani (restauro)
Il secondo girone di mura è parte del sistema difensivo
della Città che si sviluppò nel XIII secolo. Grazie al camminamento di coronamento ha costituito un ottimo sistema di risalita dal Paese alla Rocca detta Guaita.
Nelle mura del secondo girone si aprono la Porta della
Fratta e la Porta della Murata Nuova, modificate ed ampliate negli anni trenta per permettere il collegamento
con la zona di espansione del centro storico progettata
dall’ingegnere sammarinese Gino Zani.
Il numero e la distanza fra i torrioni di posta ci segnalano
un sistema di difesa adatto all’uso della balestra, precedente all’introduzione della polvere da sparo, quando i
torrioni saranno non più poligonali ma circolari per meglio resistere agli attacchi.
All’uscita della porta della Fratta, nella grande cava antica utilizzata per estrarre la pietra da costruzione, si scorgono ancora le tracce del luogo dove era solito lavorare
uno fra i più prolifici scalpellini locali, Romeo Balsimelli.
Ai piedi delle mura del secondo girone
il volto che Romeo Balsimelli scolpì
sulla viva pietra.
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Palazzo Pubblico
Sec. XIV
Sec. XVI Giovanbattista Belluzzi, Niccolò Pellicano
1884 - 1894 Francesco Azzurri
1994 - 1996 Gae Aulenti (restauro)
Il Palazzo Pubblico è il luogo nel quale si svolgono le cerimonie ufficiali ed è sede dei principali organi istituzionali
e amministrativi: la Reggenza, il Consiglio Grande e Generale, il Consiglio dei XII, il Congresso di Stato.
Eretto sulle vestigia della Domus Magna Comunis, il vecchio palazzo fu costruito fra XIV e XV secolo.
Addossato alle mura cittadine ingloba anche alcune torri di guardia, oggi di nuovo visibili grazie al restauro del
1994 ad opera dell’architetto Gae Aulenti.
Gli alti ambienti dei piani seminterrati, già magazzini dei
sali e cereali, furono divisi in due differenti piani per ospitare uffici prima del 1500.
L’attuale immagine dell’edificio si deve all’architetto romano Francesco Azzurri. Il Palazzo progettato in stile
neogotico fu inaugurato il 30 settembre 1894. La facciata,
sovrastata dalla torre dell’orologio con il trittico contenente le immagini di San Marino, Sant’Agata e San Leone,
è caratterizzata da grandi aperture a sesto acuto ed ha al
centro il balcone dal quale vengono annunciati i nomi dei
nuovi Capitani Reggenti.
Nella sala del parlamento una grande tempera murale
opera di Emilio Retrosi ricorda ai sammarinesi l’ideale di
libertà che ha caratterizzato nei secoli la vita della Repubblica.
< Cerimonia del Corpus Domini
> pagina successiva l’atrio d’onore
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Palazzo Pubblico
San Marino Patrimonio dell’Umanità
ph. Studio MW
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San Marino Patrimonio dell’Umanità
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8/9/10
Piazza della Libertà
Racchiusa fra Palazzo Pubblico (Domus comunis Magna),
la Casa piccola del Comune (Domus comunis Parva) e le
case Angeli risalenti al XIV secolo, la Piazza della Libertà
o Pianello ha al centro la fontana con la statua della Libertà (1876 opera di Stefano Galletti), dono della contessa
Otilia Heyroth Wagener.
Sotto la piazza, splendido balcone panoramico sul Montefeltro, si trovano le antiche cisterne per la raccolta
dell’acqua.
Norme rigide sull’accesso alle cisterne si trovano fin dagli
statuti più antichi. L’approvvigionamento idrico per un paese costruito direttamente sulla viva roccia era una questione fondamentale alla sopravvivenza. Ancora alla fine
dell’ottocento, durante il restauro del pubblico palazzo,
il cantiere dovette subire lunghe interruzioni nelle estati
per mancanza di acqua nelle cisterne a seguito di inverni
poco piovosi.
A terminazione delle case Angeli dove tutt’ora esiste una
fra le più antiche taverne sammarinesi, si può ammirare
l’elegante balaustra disegnata da Vincenzo Moraldi, l’architetto che per alcuni anni precedette il sammarinese
Gino Zani nei lavori di restauro della Città.
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Piazza della Libertà
San Marino Patrimonio dell’Umanità
al centro Domus Parva
a sinistra Palazzo Mercuri
Domus Parva
Sec. XVII
1932 Collamarini - Rastelli
La casa piccola del Comune venne restaurata nel 1932 da
Edoardo Collamarini e Gaspare Rastelli per la sede delle
Poste, assumendo l’immagine odierna.
Alla base della torre della Domus Parva è inserita una
pietra con le antiche misure di peso e lunghezza.
Con l’inaugurazione del Pubblico Palazzo nel 1894 il meccanismo dell’orologio della Domus Parva fu spostato nella torre campanaria del palazzo.
Gli antichi quadranti, rimossi negli anni del restauro, sono
stati recentemente collocati sulle mura cittadine in prossimità del teatro Titano.
Palazzo Mercuri
Sec. XVII
1987 Gilberto Rossini
Dimora signorile della famiglia Mercuri, fu costruito nel
XVII secolo su resti di abitazioni o mura preesistenti.
Al palazzo e alle case Angeli si appoggiava un tempo un
arco, avanzo di una delle più antiche porte fortificate di
accesso alla parte alta della Città. Acquistato dall’Ecc.ma
Camera a metà del XIX secolo, ha ospitato fino al 1963 il
tribunale Commissariale le cui sedute si svolgevano nel
salone principale del piano nobile. In quel momento alcune finestre e accessi del palazzo sulla retrostante contrada di Borgoloto furono chiusi per ragioni di sicurezza e di
allestimento interno. In occasione dei lavori di ristrutturazione curati dall’ing. Gilberto Rossini nel 1987-88, per
destinare il palazzo a sede istituzionale, fu commissionato all’artista sammarinese Walter Gasperoni un intervento decorativo ad affresco sulle volte del piano nobile.
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San Marino Patrimonio dell’Umanità
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Palazzo Pergami-Belluzzi
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Secoli XVI - XIX
1939 (restauri)
2001 Gilberto Rossini
Dimora signorile, di proprietà della famiglia Belluzzi sino
alla seconda metà del sec. XIX e successivamente della
famiglia Pergami, nel 1932 diventa proprietà della Camera di San Marino che vi insedia le scuole primarie.
Nel 1920 viene destinato a casa da gioco e altri servizi
pubblici.
L’edificio di impianto cinquecentesco, dopo numerosi interventi di restauro, ha perso i tratti distintivi originari di
cui restano visibili alcuni elementi architettonici decorativi. Nella torretta restaurata di recente è presente l’arco a
ogiva di una più antica struttura trecentesca.
Dal 2001 è sede del Museo di Stato grazie ad una ristrutturazione globale diretta dall’ingegnere Gilberto Rossini
che ne ha curato il progetto e gli allestimenti.
> a destra
San Marino risolleva
la Repubblica
Pompeo Batoni
(1708-1787)
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San Marino Patrimonio dell’Umanità
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Palazzo Begni con Oratorio
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Secoli XVI - XVII
Secoli XIX - XX (restauri)
1970 - 1975 arch. Luigi Pavan
Già Palazzo Ancaiani-Angeli, costruito fra il XVI e XVII sec., divenne poi proprietà
della famiglia Begni.
Le volte decorate del piano nobile presentano i cicli classici della decorazione
tardo settecentesca con temi legati alla mitologia greco-romana, alle arti, e allo
zodiaco. Fra le opere d’arte conservate spiccano, nel salone principale, le grandi
vedute del Monte Titano fatte dipingere per l’allestimento del padiglione sammarinese all’esposizione universale di Parigi del 1880.
Sulla facciata si trova lo stemma ufficiale in pietra che adornava la piccola stazione
di arrivo della ferrovia Rimini-San Marino che cessò la sua attività a seguito dei
bombardamenti della seconda Guerra Mondiale. Fino agli anni ‘60 sede del Collegio Belluzzi, oggi sede istituzionale.
L’attuale assetto lo si deve all’architetto Luigi Pavan che per alcuni anni ricoprì il
ruolo di sovraintendente ai monumenti della Repubblica.
Tela realizzata per il
padiglione sammarinese
all’Esposizione di Parigi
del 1880
L’oratorio dedicato a San Filippo Neri, oggi sconsacrato, nasce come Cappella privata della famiglia Maggio-Staccoli e successivamente delle famiglie Begni e Angeli in quanto confinante con gli edifici omonimi. Verso la fine del secolo XIX assume il nome di oratorio Belluzzi perchè in uso al vicino collegio. L’elegante cappella
è stata restaurata negli anni settanta mantenendo intatte le linee architettoniche
settecentesche ed oggi è nuovamente collegata al Palazzo Begni.
La grande pala d’altare raffigurante San Filippo Neri dipinta da Giovan Francesco
Guerriei detto il Guercino nel 1656 è una delle tele più belle del Museo di Stato.
Per colmare il vuoto lasciato dalla rimozione della tela nel 2005 fu commissionato
all’artista sammarinese Leonardo Blanco l’opera attualmente esposta.
San Marino Patrimonio dell’Umanità
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Palazzo Valloni
Secoli XVII - XVIII
Secoli XIX - XX (restauri)
Gino Zani - Gilberto Rossini - Simona Faetanini
Edificio costruito fra il XVII e il XVIII sec. quale ampliamento di una casa del 1477 di proprietà della famiglia
Belluzzi. Nel 1846-47 diventò proprietà dello Stato con
diverse destinazioni d’uso. Fu restaurato nel 1881, per
essere utilizzato come sede provvisoria di Governo, Consiglio e Archivio di Stato durante i lavori di riedificazione
del Palazzo Pubblico iniziati nel 1884. Nel 1899 diviene
Museo di Stato.
Nel 1937 cominciarono i lavori di restauro necessari a
renderlo idoneo a diventare sede definitiva del Museo,
Biblioteca e Archivio, ma tali interventi furono interrotti
a causa del bombardamento inglese del 1944; ingenti furono i danni al palazzo ed alle opere d’arte in esso contenute. Oggi è sede dell’Archivio e della Biblioteca di Stato.
In occasione della cerimonia di insediamento dei capi di
Stato, il primo aprile e primo ottobre di ogni anno, la coppia di Capi di Stato entranti saluta nella sala del piano
nobile il corpo diplomatico e consolare accreditato.
Sulle pareti della sala sono trascritti in ordine cronologico
i nomi dei sammarinesi che hanno ricoperto la carica di
capitano reggente iniziando da Oddone Scarito e Filippo
da Sterpeto che la ricoprirono nel 1243.
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Ara dei volontari / quartiere delle milizie
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Cava e loggia dei Balestrieri
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1927 Gino Zani
Monumento del 1927, opera di Gino Zani, in memoria dei volontari Sammarinesi che presero parte ai movimenti insurrezionali e alle guerre per l’indipendenza
d’Italia. L’Ara è posta tra due scale simmetriche che salgono l’una alla Torre delle
milizie, l’altra al Giardino dei Liburni. Il fulcro del Monumento è la Cappella sormontata da un obelisco alto nove metri, alla cui base è lo stemma della Repubblica
scolpito da Romeo Balsimelli. Sul muro prospicente alla cella è la lapide con i
nomi dei caduti.
A fare da sfondo al monumento le Logge dei Balestrieri, oggi sede di esposizioni
temporanee.
Aperta e utilizzata negli ultimi venti anni del XIX sec. per l’estrazione della pietra utile al restauro del vicino Palazzo Pubblico, nel 1935 Gino Zani vi progettò il
Palazzo degli Uffici. Di questo ambizioso progetto, interrotto dai bombardamenti
del 1944, non resta che l’alto basamento che sostiene la strada e fa da quinta al
monumento ai caduti. Dagli anni sessanta l’area è stata attrezzata per il tiro con la
balestra grande all’italiana.
Fin dal 1339 vigeva l’obbligo per i Capitani Reggenti di acquistare durante il loro
mandato una balestra grande da posta per implementare la dotazione di armi di
difesa dello Stato. Anticamente i tornei si svolgevano sul Pianello in occasione
della festa del santo (3 settembre) o per salutare la visita di illustri personalità.
La competizione fu da sempre considerata una festa popolare tant’é che fra i partecipanti il torneo del 3 settembre 1537 tirava anche Fra Leo del vicino convento
di San Francesco.
San Marino Patrimonio dell’Umanità
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Teatro Titano e piazza Sant’Agata
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Chiesa e convento dei Cappuccini
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1772 - 1809 - 1837 - 1902
1936 - 1941 Gino Zani (restauri e sopraelevazione)
1981 - 1986 Gilberto Rossini
L’edificio che sorge in Piazza Sant’Agata è stato oggetto di una vicenda costruttiva
assai articolata e che si snoda per tutta le fine del XVIII secolo, attraverso il XIX,
sino al 1902, anno in cui l’edificio fu ampliato con l’aggiunta dell’atrio e di una sala
per il ridotto. Uno dei principali restauri, comprensivo di sopraelevazione, lo si
ebbe nel 1936 ad opera di Zani.
Teatro all’italiana costituito da platea, due ordini di palchi e loggione con al primo
piano il palco reggenziale con annessi i salottini e la saletta ricevimenti.
Al piano superiore le pareti della bouvette sono state decorate da Bico Martelli
negli anni ‘60 con caricature di personaggi sammarinesi. Il sipario del 1846, raffigurante il Parnaso con le Muse e le Grazie, è opera del pittore Pietro Tonnini.
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1593 - Sec. XVII e XVIII
Secoli XIX - XX (restauri)
La Chiesa e il convento furono eretti nel 1549 in luogo della Cappella dedicata a
San Quirino, in memoria dello scampato pericolo per il tentativo di invasione del
capitano di ventura Fabiano da Monte avvenuto il 4 giugno del 1544.
Vi si accede da ampia gradinata in pietra che conduce al portico a cinque arcate
in mattoni sorrette da colonne monolitiche. In seguito, all’aula originale furono
affiancate, sulla sinistra, tre cappelle e un vano per la sagrestia. All’interno il soffitto è a volta a botte unghiata e in fondo all’aula compare il sontuoso tabernacolo
ligneo con al centro la Pala di Taddeo Zuccari. L’altare ligneo in noce si inserisce
perfettamente nella tradizione cinque-secentesca delle pale d’altare cappuccine
il cui massimo esponente fu Fra Liberato da Macerata. Dall’ingresso posteriore si
accede al convento e al piccolo chiostro provvisto di una vera da pozzo in pietra,
una grande cisterna di accumolo dell’acqua piovana.
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> pagina successiva
vista aerea della
Basilica e della
chiesa di San Pietro
Basilica del Santo
Secoli IX - XI
Sec. XVI
1826 - 1838 - 1855
Sec. XX: anni ’20 - ’60 - ’90 (restauri)
La Basilica, riedificata in stile neoclassico nel 1825, sorge
sul luogo dell’antica Pieve di San Marino il cui altare era
stato dedicato nel 1263, ma di cui si hanno notizie anteriori al 1000. Qui si radunava l’Arringo dei capi famiglia
prima istituzione democratica locale. La chiesa è caratterizzata da un pronao a otto colonne corinzie. Sul frontone
è l’iscrizione dedicatoria a San Marino. Sulla porta maggiore è presente lo Stemma della Repubblica. All’interno
sedici colonne corinzie formano le navate e un ambulacro
semicircolare intorno all’abside. La Basilica ha sette altari ed è adorna di statue che raffigurano i dodici Apostoli
e il Redentore e numerose opere pittoriche di pregio. A
sinistra dell’altare maggiore è presente lo scranno della
Reggenza costruito nel seicento in legno di noce. Dietro
l’altare troneggia la statua di San Marino che Adamo Tadolini scolpì nel 1830. Al di sotto dell’altare maggiore, una
piccola urna contiene le ossa di San Marino rinvenute il
3 maggio del 1586. A destra del presbiterio, in un monumento in marmo, vi è la teca d’argento del 1602 che racchiude la parte superiore del cranio del Santo. Massiccio
il campanile, già romanico, fu rinnovato nel cinquecento
e all’interno sono presenti sette campane fuse tra il 1961
e il 1963.
La Pieve fu aperta al pubblico il 5 febbraio 1838 e consacrata solennemente nel 1855 dal Vescovo del Montefeltro
monsignor Agostinucci.
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Basilica del Santo
San Marino Patrimonio dell’Umanità
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Chiesa di San Pietro
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Chiesa e convento di San Francesco
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Sec. I d.c.
Secoli IX - XI
1826 - 1838 Antonio Serra
1940 - 1941 Gino Zani (restauro e costruzione cripta)
La cappella primitiva a pianta cruciforme sorse, secondo la tradizione, dove San
Marino aveva edificato il sacello in onore dell’Apostolo Pietro. Tale cappella giunta
a noi nelle forme che assunse presumibilmente nel XI sec. fu in parte demolita nel
1826, durante i lavori di allargamento della Pieve. Oggi, dei quattro bracci identici
ne resta uno solo ma conserva un interessante copertura in pietra locale a coppi
ed embrici osservabile dagli attigui giardini Borghesi. Al suo interno conserva le
nicchie scavate nella roccia che la tradizione identifica come i letti di San Marino
e San Leo. L’altare di San Pietro proviene dall’antica Pieve. Il Monumento funebre
a Giovanni XXIII è opera dell’architetto Amos Luchetti Gentiloni. Sotto la chiesa
si trova la cripta, scavata da Gino Zani nel 1941. L’altare con la figura del Santo
accanto all’orso, che rammenta uno dei miracoli che la tradizione attribuisce al
santo Marino, è opera di Romeo Balsimelli. Gli scavi archeologici effettuati nell’occasione fecero emergere chiaramente come il luogo fosse in uso quale sepolcreto
già in epoca romana.
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Secoli XIV - XV
Secoli XVII - XVIII (ampliamenti, rifacimenti)
Sec. XX (restauri)
Chiesa e Convento furono costruiti nel 1361 “intra muros” dai Minori Conventuali a
seguito del permesso di spostamento di papa Clemente VII, per motivi di sicurezza, dalla Murata vecchia o “Serrone“.
Il complesso negli anni subì numerosi interventi. La facciata e il portico furono
riportati alle linee originarie per opera di Gino Zani. All’interno il Crocifisso ligneo
dell’altare maggiore risale al Trecento proveniente dalla primitiva chiesa.
Il campanile del 1405 venne ampliato nel sec. XVIII. Nella loggia inferiore del chiostro è visibile una lapide gotica che racconta la storia della chiesa.
Gli affreschi quattrocenteschi sono opera di Antonio Alberti da Ferrara.
Nella parete laterale, che si affaccia sulla Contrada San Francesco, si possono
scorgere le finestre trecentesche e i rilievi con i simboli delle maestranze comacine: un’ascia, un’incudine, due stelle, una mezza luna e un cane.
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Chiesa e convento di Santa Chiara
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Oratorio Valloni
Chiesa di San Giovanni Battista
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Secoli XIV - XVII
Secoli XVIII - XIX
Sec. XVIII
Sec. XX Gino Zani (restauri)
La prima parte del monastero fu quella edificata a ridosso del ciglio del monte e
della porta della Rupe. Nel 1565 ebbe inizio la costruzione delle mura per la clausura. I lavori, lasciati incompiuti, vennero ripresi nel 1580, quando si procedette
alla costruzione della chiesa, dell’infermeria e dei dormitori a seguito di cospicue
donazioni. Al convento è collegata la chiesa dedicata a Santa Chiara, alla quale si
accede sia dall’interno, sia esternamente tramite gradinata. La facciata della chiesa ha un portico costituito da quattro colonne di pietra, che sostengono tre archi a
tutto sesto. Elemento significativo sull’architrave del portale é l’iscrizione dedicatoria a Santa Chiara. L’interno ha una sola navata con il soffitto a crociera e lunette
laterali affrescate. Il catino dell’abside circolare è decorato a forma di conchiglia.
Nel 1980 ebbero inizio i lavori di restauro e di rifacimento dell’intero complesso
che oggi è sede di istituti culturali. All’interno è conservata l’opera murale di Enzo
Cucchi, SCALA SANTA del 1987, appositamente studiata per questi spazi.
Edificato nel XVIII secolo, l’Oratorio ha mantenuto gli originari caratteri architettonici anche dopo i restauri ad opera di Gino Zani nel 1934, anno in cui la Cappella
venne consacrata a San Giovanni Battista, patrono del Sovrano Ordine dei Cavalieri
di Malta.
La chiesa ad aula absidata è decorata con stucchi barocchi. Sull’altare è presente
un San Giovanni Battista in atto di predicare. Sopra le porte laterali sono posti i
busti di Alessandro Belluzzi, che eresse la Cappella, Gian Paolo e Pasio Antonio
Valloni, proprietari del contiguo Palazzo Valloni a cui anticamente si accedeva tramite la porta sulla parete destra.
L’esterno, pur con qualche vezzo tipico del periodo barocco, mantiene la sobrietà
dell’architettura sammarinese che predilige sempre l’uso della pietra locale al
posto dei marmi policromi, anche per gli edifici di maggior pregio.
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Cimitero di Montalbo
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Chiesa del Crocefisso
e Costa dell’Arnella
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b
1887 - 1910 Francesco Azzurri
Secoli XVI - XX
Eretto in forme neogotiche fra il 1887 e il 1910 su progetto di Francesco Azzurri,
il cimitero monumentale è raccolto in una cinta muraria rettangolare, costruita
con conci squadrati di arenaria locale; la cortina è definita da guglie ottagonali. Il
cancello in ferro battuto, retto da due pinnacoli a base quadrata, chiude il recinto
sacro. Il portico e la cappella si aprono con alte arcate ad ogiva.
La decorazione a tempera del quadriportico è opera di diversi artisti fra cui spicca
per la qualità delle immagini dipinte il sammarinese Rufo Reffi.
Fra i capolavori della scultura sammarinese i due leoni a grandezza naturale scolpiti nella pietra locale dal, già anziano e quasi cieco, Mansueto Mariotti.
Cappella votiva dedicata anticamente a San Rocco, protettore dal morbo della peste, fu restaurata negli anni trenta dopo un lungo periodo di abbandono.
La piccola chiesa ha pianta rettangolare e copertura in legno; la facciata riprende i
classici stilemi cinquecenteschi con portale, in pietra locale, e finestre ai lati.
All’interno si trova un palliotto settecentesco e immagini di santi cari alla tradizione popolare.
La cappella è ubicata all’inizio della “costa dell’Arnella”, percorso che, collegando
la Porta della Rupe a Borgo Maggiore, sin dall’alto medioevo unisce la città fortificata con la piazza del mercato. Lastricato con conci e fermacarri in arenaria locale, il percorso, oggi solo pedonale, è inserito in uno scenario naturale classificato
fra gli organismi storico monumentali del paese.
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BORGO MAGGIORE
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Torre civica dell’Orologio
1896 arch. Francesco Azzurri
1967 arch. Amos Luchetti Gentiloni
La nuova torre civica, voluta in sostituzione del precedente orologio cittadino posto sul seicentesco vecchio ospedale all’imbocco della contrada Sant’Antonio, che ancora
si ammira seppur mutilo, è una torre di pianta quadrata
sormontata da una cuspide poligonale.
Incuneata tra due edifici, ha un alto portale di accesso
inquadrato da un bugnato a finti conci; sopra ad esso la
scritta, simbolo del Castello di Borgo Maggiore, LIBERTAS. Il balcone sul fronte è sorretto da mensole in pietra
in aggetto; sul parapetto delimitato da due pilastini gli
stemmi di Borgo e San Marino.
In alto, sui quattro lati della torre, è posto l’orologio e, sopra di esso è visibile la cella campanaria. Il portone sul
retro funge da accesso privilegiato al meccanismo dell’orologio. Fu edificato nel 1896 come riporta la data incisa
in numeri romani.
Opera anch’esso dell’architetto romano Francesco Azzurri che lavorò al Palazzo Pubblico ed al cimitero di Montalbo riprende lo stile cinquecentesco.
Nel 1967 Amos Luchetti Gentiloni curando la ristrutturazione dell’attiguo edificio per la Cassa di Risparmio eseguì un primo restauro.
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Santuario della Beata Vergine
della Consolazione
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Chiesa di Sant’Antimo e Marino
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1962 - 1967 Giovanni Michelucci
La settecentesca chiesa della Beata Vergine della Consolazione, distrutta in seguito ai bombardamenti che colpirono la Repubblica nell’estate del 1944, fu ricostruita su progetto dell’architetto Giovanni Michelucci e aperta al culto nel 1967.
Il complesso presenta una pianta trapezoidale, irregolare, con una serie di percorsi interni che si sviluppano attorno all’aula principale, su due livelli diversi.
Al piano della superstrada, la prima aula ci richiama, per dimensioni ed orientamento, l’antica chiesa distrutta, scendendo si accede all’aula principale, più ampia, circondata dal deambulatorio sormontato dal matroneo continuo. L’originale
copertura in piombo, che le conferiva un senso di unicità cromatica non durò che
pochi anni e già a metà anni settanta fu sostituita dal rame conferendole l’immagine attuale. La luce naturale accentua l’elaborazione plastica degli interni, conferendo profondità o leggerezza a seconda dei momenti della giornata. È luogo in cui
il rapporto personale-intimo e quello corale-comunitario con il sacro convivono.
È riconosciuta dalla critica come uno dei capolavori dell’architettura moderna.
Fine sec. XVI
Sec. XVIII (ampliamento)
1863 - 1878 M. Reffi
1991 - 1992 arch. Maurizio Del Din
Costruita sui resti di una Cappella quattrocentesca, vi si accede da un portico,
sostenuto da colonne monolitiche, che è il prolungamento delle logge di Piazza
Grande. All’interno, il soffitto è voltato a crociera e sul lato sinistro si trovano tre
cappelle e l’ingresso alla sagrestia. La Chiesa di Sant’Antimo è luogo particolarmente significativo per i sammarinesi in quanto vi è custodita l’immagine di
Sant’Agata che il 5 febbraio di ogni anno è trasportata dal Borgo alla Pieve di San
Marino in ricordo del giorno della liberazione dalla breve dominazione dal Cardinale Alberoni nel 1740.
Il settecentesco palliotto in scagliola, riportante l’iconografia della passione di
Cristo, venne commissionato in occasione di un’importante trasformazione della
chiesa che ampliò ed allungò il presbiterio. Sulla parete di fondo una secentesca
crocefissione tela del Loli, proveniente dal Convento San Domenico di Forlì.
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Il sentiero va
percorso con
attenzione seguendo
il tragitto segnalato.
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abc
Percorso della Rupe
La rupe aspra e rocciosa che per tanti anni rappresentò
l’inespugnabilità delle rocche sammarinesi agli attacchi
nemici, fu piantumata a metà anni venti con lo scopo principale di dar lavoro agli operai e ai braccianti agricoli per
lenire le conseguenze della crisi economica post bellica.
Nell’arco di 5 anni oltre 100.000 piante dai vivai toscani
furono trasferite e messe a dimora su terrazzamenti artificiali e trincee di muretti a secco.
L’immagine del monte rimase comunque brulla fino ai
primi anni cinquanta quando la vegetazione iniziò ad assumere una discreta consistenza.
Oggi è, insieme al parco di Montecerreto posto sull’altro
versante, il polmone verde della Repubblica.
Qui nidifica il falco pellegrino, è abitat naturale di cervidi
selvatici, istrici e scoiattoli che non è difficile incontrare ai
bordi delle strade e nei percorsi interni.
Naturale complemento alla escursione è la visita al centro naturalistico a Borgo Maggiore in cui 5 diorami rappresentano i diversi abitat naturali presenti in Repubblica.
Il percorso è ad anello e si sviluppa per la maggior parte
nel bosco. Le parti più ripide sono attrezzate.
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Santuario della Tanaccia
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Sacello del Santo
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Area di culto, dedicata ad una divinità taumaturgica, frequentata già nella seconda
età del ferro (V-VI sec. a.C.). Fu in età romana repubblicana (seconda metà del III
secolo - I secolo a.C.) che i pellegrini vi accorsero più numerosi, abbandonata poi
nella media età imperiale. Vi sono state ritrovate statuette votive in bronzo, anticamente dorato che venivano fissate allo sperone roccioso con colature di piombo.
Riutilizzato in età tardoantica (IV-V sec. d.C.) per scopi militari e durante le guerre
tra Goti e Bizantini. A quest’epoca risalgono i ritrovamenti tipici dell’insediamento
stabile (cisterna, monete, frammenti ceramici e armi). I reperti sono in mostra al
Museo di Stato.
La tanaccia, piccola grotta naturale, fu utilizzata anche nella seconda guerra mondiale quale stazione di appostamento.
È questo il luogo che la tradizione popolare consacra quale primo rifugio del dalmata Marino, dopo aver lasciato Rimini ove lavorava come scalpellino nei cantieri
del porto nel III sec. d.C..
Secondo la tradizione agiografica nel tentativo di scacciare Marino dalle sue terre,
Verissimo, figlio di donna Felicissima, matrona romana proprietaria del Monte,
rimane paralizzato. La donna intercede con il Santo per la salute del figlio e come
ringraziamento della guarigione ottenuta gli dona il Monte Titano.
Il 3 settembre 301 d.C. è la data a cui si attribuisce l’inizio dello status d’indipendenza della prima comunità raccolta attorno all’eremita.
Per volontà popolare, in occasione del Giubileo del 2000, il luogo fu reso facilmente agibile e posto in sicurezza il ripido sentiero di accesso.
Splendido dall’alto il panorama sulle colline dell’entroterra della riviera adriatica.
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Gallerie Borgo e Montale
1928 - 1932
La ferrovia internazionale San Marino-Rimini, realizzata
a completo carico dell’amministrazione fascista italiana
fra il 1928 ed il 1932 a seguito di accordi in materia di
trasmissioni radiofoniche e trasporti, vide per la sua costruzione l’impiego di oltre 1000 operai.
I 32 chilometri del tracciato furono presto realizzati con
una media di avanzamento di 25 metri al giorno. Le 17
gallerie si trovano tutte in territorio sammarinese.
La ferrovia elettrica a scartamento ridotto per adeguarsi
alle elevate pendenze del terreno, fu inaugurata il 12 giugno 1932. Viaggiava su una sola linea in salita e discesa
per cui fu necessario realizzare delle stazioni di scambio.
Oltre alle vetture di Iª IIª e IIIª classe esisteva una vettura
saloncino per i capi di Stato e per gli ospiti illustri.
Nonostante la neutralità San Marino fu bombardata e
invasa. La ferrovia, seriamente danneggiata dal bombardamento inglese del 26 giugno 1944, il mese successivo
eseguì l’ultima corsa per trasportare gli sfollati da Rimini.
Negli anni del conflitto anche le gallerie furono attrezzate
per dare ospitalità agli oltre 100.000 italiani che chiesero
rifugio. Negli ultimi anni l’amministrazione è impegnataal recupero delle gallerie e del tracciato quale percorso
ciclo-pedonale.
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San Marino Patrimonio dell’Umanità
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Centri Storici di San Marino, Borgo Maggiore e Monte Titano:
storia di una candidatura.
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----- Perimetro sito ‘Centri Storici di San Marino, Borgo Maggiore e Monte Titano’
----- Buffer-zone del sito ‘Centri Storici di San Marino, Borgo Maggiore e Monte Titano’
Edith Tamagnini
Ambasciatore, Delegato Permanente della
Repubblica di San Marino presso L’Unesco
Si riassumono le tappe più importanti
del percorso che è stato necessario
per presentare la candidatura
sammarinese: risale al 10 dicembre
2004 l’invio della Lista indicativa, con
la quale sono illustrate le motivazioni
per l’ambito riconoscimento. Il Centro
del Patrimonio Mondiale approva la
richiesta e pertanto si procede alla
stesura del dossier, in lingua inglese,
che viene inoltrato il 2 gennaio 2006
all’attenzione degli esperti. Con
rammarico, si apprende che il dossier,
pur essendo preparato con la massima
cura, è respinto. Ciò accade in molti
casi. Inizia così la stesura di un nuovo
dossier, di circa duecentocinquanta
pagine, sempre redatte in inglese,
corredato di nuove indicazioni, mappe,
foto, che viene inoltrato al Centro del
Patrimonio Mondiale, il quale ne accusa
ricevuta il 31 gennaio 2007 e lo giudica
esauriente.
Il Centro Internazionale dei Monumenti
e Siti (ICOMOS) organo consultivo
dell’Unesco sottopone, a sua volta,
il dossier all’esame del Comitato
Scientifico Internazionale per le città e
i villaggi storici. Segue a San Marino,
nell’agosto 2007, una missione tecnica
da parte di un Esperto che ha il compito
di trasmettere all’Unesco un rapporto
dettagliato con le sue impressioni e un
giudizio sul Bene candidato; rapporto
che resterà riservato anche per le
autorità sammarinesi, tutto procede
nel massimo rigore. Quindi ICOMOS,
il 18 dicembre 2007, invia una lettera
per avere ulteriori chiarimenti relativi
agli elementi materiali e immateriali
del Bene proposto per l’iscrizione e
all’attuazione del piano di gestione.
Richiesta che viene puntualmente evasa
e che è oggetto di una valutazione resa
nota l’11 marzo 2008.
ICOMOS, nel suo documento di analisi,
riconosce il valore universale del Bene
candidato, tuttavia ritiene che debba
essere ulteriormente rinviata l’iscrizione
in attesa di nuovi indicatori. Questo
giudizio condizionerà moltissimo l’esame
e il voto degli Esperti del Comitato. Nel
frattempo, non è mai cessata un’intensa
campagna diplomatica per sostenere
la candidatura, la quale è, anche, una
eccellente promozione culturale
e turistica.
La Delegazione Permanente di San
Marino presso l’Unesco, composta
dall’Ambasciatore Edith Tamagnini e
dal Ministro Plenipotenziario Dominic
Bunford si accinge, il 1° luglio 2008,
a partire alla volta del Canada, per
sostenere un esame molto difficile.
Infatti partire, con una sentenza già
scritta di rinvio, è un atto di coraggio;
si ritiene necessario rappresentare la
Repubblica di San Marino con il massimo
dell’impegno, poiché è già un onore
essere arrivati all’esame finale. Esame
che si conclude con una storica vittoria
diplomatica: I Centri Storici di San
Marino, di Borgo Maggiore e il Monte
Titano, sono iscritti all’unanimità il 7
luglio 2008 sulla Lista, vittoria difficile
e proprio per questo ancora più bella,
che onora tutti i Sammarinesi.
82
Prima Torre / Guaita / Rocca
San Marino Patrimonio dell’Umanità
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INDICE DEI MONUMENTI
p. 20
1 Prima Torre
p. 57 18 Basilica del Santo
p. 25
2 Seconda Torre
p. 60 19 Chiesa San Pietro
p. 28
Terza Torre
20 p. 61 Chiesa e convento di San Francesco
4 p. 32
Porta San Francesco
p. 62 21 Chiesa e convento di Santa Chiara
p. 34
5 Porta della Rupe
p. 63 22 Oratorio Valloni
p. 37
6 Secondo girone
p. 64 23 Cimitero di Montalbo
p. 39
Palazzo Pubblico
p. 65 Chiesa del Crocefisso
e Costa dell’Arnella
3
7
8/9/10 p. 42
Piazza della Libertà,
Domus Parva, Palazzo Mercuri
p. 46 11 Palazzo Pergami Belluzzi
p. 48 12 Palazzo Begni con Oratorio
13 p. 51 Palazzo Valloni
p. 52 Ara dei volontari e Quartiere milizie
14 p. 53 15 Cava e loggia dei Balestrieri
p. 54 16 Teatro Titano e piazza Sant’Agata
p. 55 17 Chiesa e convento dei Cappuccini
24 p. 69
Torre civica dell’orologio
25 p. 70 26 Santuario della Beata Vergine
della Consolazione
p. 71 27 Chiesa S. Antimo e Marino
28 p. 72 abc Percorso della Rupe
p. 74 29 Santuario della Tanaccia p. 75 Sacello del Santo
30 p. 76 31 Gallerie Borgo e Montale
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Prima Torre / Guaita / Rocca
San Marino
Patrimonio mondiale dell’Umanità
“Una società non può vivere, perpetuarsi rinnovandosi, se non coronando
la realtà con l’immaginario. (..) Pochi paesi esprimono così bene quanto
San Marino nelle sue forme visibili la riuscita di un destino.”
Jacques Le Goff
Il 7 Luglio 2008, durante la 32ma Sessione, a Québec in Canada, il Comitato
del Patrimonio Mondiale iscrive il Centro Storico di San Marino ed il Monte
Titano nella Lista del Patrimonio Mondiale avendo riconosciuto che:
“San Marino e il Monte Titano costituiscono una testimonianza eccezionale
dell’istituzione di una democrazia rappresentativa fondata sull’autonomia
civica e l’autogoverno, avendo esercitato con una continuità unica e senza
interruzione il ruolo di capitale di una Repubblica indipendente dal XIII secolo.
San Marino è una testimonianza eccezionale di una tradizione culturale vivente
che perdura da settecento anni”.
Contatti
Unità di Coordinamento Unesco
[email protected]
whc.unesco.org
Info
www.visitsanmarino.com
www.sanmarino2000.sm
Ufficio informazioni turistiche
(+378) 0549.882914