Marilyn Monroe, l`ultimo sorriso

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Marilyn Monroe, l`ultimo sorriso
L’ESTATE
giovedì 2 luglio 2009
2009
L’UNIONE SARDA
IX
Le meraviglie sotto la crosta terrestre: a “Nuraxia” un video racconta i reperti trafugati
Cultura
Le meraviglie nascoste del suolo terrestre, le grotte misteriose,
le cavità scrigno di preziosi reperti. Il nuraghe Arrubiu di Orroli
è il suggestivo scenario della proiezione in programma domani pomeriggio alle 18 nell’ambito degli appuntamenti di “Nuraxia”, la rassegna di teatro, seminari, laboratori e incontri.
Domani pomeriggio il gruppo speleo-archeologico GCC “Cavità cagliaritane”, che verrà rappresentato da Marcello Polastri,
presidente della stessa associazione, terrà una conferenza con
Marilyn Monroe,
l’ultimo sorriso
una video-proiezione per illustrare l’esistenza - documantata
sistematicamente da una équipe speleo-archeologica - di complessi sotterranei celati sotto diversi nuraghi, disseminati nella
nostra Isola. Verrà inoltre proiettato un video-inchiesta inedito
sull’archeologia sarda, su reperti unici che, trafugati anni or
sono, sarebbero custoditi in musei privati, fuori dai confini della nostra regione. All’incontro interverranno Carmine Piras (archeologia sperimentale) e l’architetto Danilo Scintu.
In mostra a Porto Cervo le foto
di Lawrence Schiller
che ritraggono la grande attrice
due mesi prima della morte
DAL NOSTRO INVIATO
PIERA SERUSI
P
orto Cervo. Lawrence Schiller non
poteva sapere che stava consegnando al mondo gli ultimi momenti felici di una diva destinata a
diventare un’icona. Era il giugno
del 1962, Marilyn Monroe ha lo
stupore di una bambina davanti alla torta di
compleanno, gioca nell’acqua della piscina,
si lascia ritrarre stretta nell’accappatoio, ammicca all’obbiettivo con la naturalezza che
era la cifra del suo sex appeal. Due mesi dopo, quel corpo conturbante sarebbe finito sul
tavolo dell’obitorio dell’ospedale di Los Angeles. «Morte per uso prolungato di barbiturici», dichiarò dopo l’autopsia il coroner Naguchi. «Ma - aggiunse - non si può escludere la possibilità di un omicidio». Da quel momento Marilyn - morta a 36 anni in circostanze misteriose, nel pieno dello splendore
fisico e del dolore dell’anima - divenne immortale.
Dopo la morte di Michael Jackson, la mostra “Marilyn Twelve” organizzata dalla Rudolf Budja Galerie e che verrà inaugurata
domani al Colonna Pevero Hotel di Porto
Cervo, assume un significato che va ben al di
là del pur straordinario valore artistico dell’evento. È la riflessione sul senso della fama,
sull’incredibile valore aggiunto che la morte
prematura concede alle star: la vita per
l’eternità. Non esiste un’icona deceduta in
vecchiaia, né un mito proiettato nel firmamento della gloria dal letto di malattia. Marilyn come Michael Jackson, come James
Dean, come Janis Joplin, come Jimi Hendrix,
come Jim Morrison. Grandi e disperati fino
all’ultimo respiro, affascinanti e giovani per
sempre nell’immaginario collettivo.
Sono dodici gli scatti scelti tra quelli realizzati da Lawrence Schiller nel periodo in cui
Marilyn Monroe lavorava sul set di Something’s got to give, il film rimasto incompiuto. Dodici ritratti rimasti chiusi per quarantacinque anni negli archivi del grande fotografo, e che - pubblicati solo nel 2007 - vengono ora esposti per la prima volta in Italia.
Schiller cattura l’ultimo istante di felicità dell’attrice. Lui, tra i fotografi più importanti di
allora, era il ritrattista preferito da Marilyn
Monroe, nonché grande amico della diva.
Lei si lascia riprendere, è allegra, giocosa
nonostante vivesse un brutto momento. Il
1962 era l’anno della consacrazione del suo
successo ma anche della sua definitiva caduta. Dopo Gli spostati, di John Huston, le era
stato consegnato il Golden Globe come migliore attrice, ma la sua vita privata andava
a rotoli. A Hollywood si chiacchierava da
tempo di una relazione clandestina con il
presidente John Kennedy e del di lui fratello Robert, e intanto arrivava il divorzio dal
terzo marito, il commediografo e romanziere Arthur Miller (che per lei aveva scritto la
sceneggiatura di Facciamo l’amore e de Gli
spostati). Sempre più fragile, cercava sostegno nell’alcol e nei farmaci. Anche al lavoro
non era più l’attrice puntuale e disciplinata
tanto amata dai registi. I vuoti di memoria,
le crisi di pianto, i continui ritardi avevano
già fatto dannare Billy Wilder nel ’59 sul set
di A qualcuno piace caldo, ma diventarono
praticamente insopportabili l’anno dopo durante la lavorazione di Facciamo l’amore e
nel ’61 sul set de Gli spostati.
Capite allora quale sia il valore dei ritratti
fatti da Lawrence Schiller. Questi sono sicuramente tra gli scatti più preziosi del grande fotografo (poi scrittore e regista) che immortalò i personaggi famosi del tempo e le
notizie di cronaca destinate a entrare nella
storia. Nel 1962 era all’apice della carriera
e decise di riprendere la sua amica Marilyn
Monroe che stava attraversando un terribile momento; pensò di aiutarla a sentirsi an-
cora la donna più ammirata e desiderabile
del mondo. La luce negli occhi di lei, il sorriso ammiccante, le pose rilassate, dimostrano che Schiller era un grande professionista
e allo stesso tempo un amico prezioso. Erano anni che l’attrice non stava così bene; secoli che non rideva. Lui era riuscito nell’impresa nel momento in cui Marilyn si stava lasciando andare. Sul set di Something’s got to
give la diva era diventata ormai intrattabile,
tanto che la Fox decide di licenziarla per assenteismo. Fu riassunta solo grazie alla solidarietà dei colleghi che fecero pressioni sulla produzione, ma su quel set lei non tornò.
Morì nella sua casa di Brentwood, Los Angeles, poco prima di ricominciare le riprese,
nella notte tra il 4 e il 5 agosto 1962. Il corpo, disteso sul letto, venne trovato il mattino
L’UNIONE SARDA
Costumi e gioielli
della Sardegna
paese per paese
dopo dalla cameriera. Suicidio, così venne
archiviato il fascicolo riguardante la morte
dell’attrice; ma non venne comunque esclusa l’ipotesi che Marilyn fosse invece stata assassinata: lo stesso coroner Naguchi scrisse
nel suo rapporto di non poter escludere definitivamente l’omicidio. Sui tabloid fiorirono testimonianze, tesi, racconti, vennero addirittura indicati come possibili mandanti i
fratelli Kennedy. Quale che sia la verità, non
la si saprà mai. Di Marilyn Monroe restano
i suoi film, le sue straordinarie interpretazioni, il suo ultimo sorriso nei ritratti di Lawrence Schiller, una lapide al Westwood Memorial
Park di Los Angeles. Diceva: «Hollywood è
quel posto dove ti pagano mille dollari per un
bacio e 50 centesimi per la tua anima», e
non era la sua battuta migliore.
IL MITO IMMORTALE
Dopo l’addio a Michael Jackson, la mostra “Marilyn Twelve” diventa ben più che un evento artistico: è l’occasione per riflettere sul senso della fama, sull’incredibile valore aggiunto che la morte
concede alle star: la vita per l’eternità.
presenta la Mostra
Foto di Adriano Mauri
e Max Solinas
OLBIAEXPO
via Porto Romano, 8 - Olbia
inaugurazione giovedì 2 luglio
alle ore 18.00
INGRESSO GRATUITO
L’ANTEPRIMA NAZIONALE
Alcune delle dodici foto in esposizione fino al prossimo 9 luglio al Colonna Pevero Hotel: la grande attrice viene ritratta nel giugno del 1962 sul set di
“Something’s got to give”, il film rimasto incompiuto. Le immagini, pubblicate solo nel 2007 - erano
rimaste nascoste per 47 anni negli archivi di Schiller - vengono esposte per la prima volta in Italia.
la biblioteca
dell’identità
Comune di Olbia
In occasione della pubblicazione dell’ Enciclopedia “Costumi e gioielli di Sardegna, paese per paese”