Articolo Bresciaoggi

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Bresciaoggi, 20/03/2009
Il grande jazz di Soggetti
canta la tradizione ladina
L’interpretazione vocale di
Silvia Donati accompagna
alla riscoperta del fascino
delle valli trentine
Paolo Bornatici
L’affascinante mondo ladino, attraverso
i suoi antichi costumi, gli scenari
fiabeschi e l’incredibile musicalità della
sua lingua, incontra miracolosamente il
jazz, nell’intensa opera discografica
Encresciadum. Il cd, il primo prodotto
dall’Associazione La Grenz di Moena
(Trento) per la Caligola Records, vede
al piano il bresciano Roberto Soggetti,
che per questo progetto artistico ha
composto quasi tutte le musiche,
arrangiando e dirigendo un lavoro
particolarmente articolato e, per le
finalità, sicuramente impegnativo.
All’apparente durezza del ladino, un
tempo lingua diffusissima nell’area
alpina e oggigiorno ancora parlata da
una minoranza nelle valli dell’Alto
Adige, Soggetti - che nell’album
accompagna l’ottima interpretazione
vocale di Silvia Donati assieme a Pietro
Tonolo al sax, Roberto Rossi al
trombone, Paolo Trettel alla tromba,
Marco Privato al contrabbasso ed
Enrico Tommasini alla batteria - riesce
a contrapporre un linguaggio raffinato,
elegante, tra jazz e musica brasiliana,
con rare ma squisite contaminazioni di
blues
e
swing.
Un
viaggio
assolutamente coerente che stimola a
recuperare figure e luoghi della
tradizione epica del popolo ladino, a
cominciare dalla funzione allegorica del
mito; un mito senza tempo, ben lontano
dal facile consumismo folkloristico e
che Roberto Soggetti fa rivivere in tutta
la sua autenticità musicando i bei versi
di Fabio Chiocchetti, l’autore dei testi
che danno corpo a Encresciadum,
termine che nella sua non facile
traduzione, si riferisce ad «una tensione
verso qualcosa di cui si sente la
mancanza
e
che
si
desidera
ardentemente senza averla mai
posseduta». Un’attitudine, questa, da
ritenersi quasi obbligata in tempi così
"globalizzati" come quelli attuali e che
Soggetti e compagni fanno emergere
dal primo all’undicesimo brano, che
non a caso è Ensome (Sogno), il sogno
di «quando senza clamore... risorgerà il
«In effetti tra la
musica
brasiliana e il
ladino esiste
una forte
assonanza»
I testi messi in
musica dal
pianista
bresciano sono
firmati da
Fabio
Chiocchetti
Regno». Il tutto fondato su un sound
dove l’impronta latina, così come nella
primordiale derivazione linguistica del
ladino, è dominante, al punto da dare a
volte la sensazione di trovarsi non tanto
ai piedi delle Dolomiti, quanto piuttosto
sulla sabbia di Copacabana. «In effetti
- spiega il pianista bresciano - tra la
musica brasiliana e il ladino c’è una
forte assonanza, ma lo stile con il quale
ho composto si è delineato da sè, in
maniera del tutto spontanea».
IL DISCO TRASUDA dedizione
assoluta ed evidenzia un interplay
perfetto tra i musicisti. L’essenzialità
dei suoni cela sapienza compositiva e la
cantabilità
della
melodia
è
costantemente sorretta da raffinate
soluzioni armoniche, che grazie alle
seducenti timbriche dei fiati trovano
pieno compimento nell’intepretazione
di Silvia Donati. Il sentimento
melanconico di Encresciaudum, il cui
tema è stato volutamente ripreso da
Soggetti tra un brano e l’altro, regala al
disco un clima pacato ed elegante, con
atmosfere
che
inducono
alla
meditazione e all'abbandono.
I contenuti letterari e musicali
dell’album sono stati resi facilmente
accessibili grazie al libretto allegato
contenente i testi originali in ladino,
con tanto di traduzione in lingua
italiana e inglese. Un’opera da
custodire con gelosia.