Il settore dei giochi on-line: la predisposizione di un benchmark study
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Il settore dei giochi on-line: la predisposizione di un benchmark study
Tassazione dei redditi Il settore dei giochi on-line: la predisposizione di un benchmark study di Maria Giovanna Bosco (*) e Sarah Taha (**) L’approfondimento Il settore dei giochi online è in rapida espansione in Italia e nel resto del mondo, facendo segnare cifre record di profittabilità, considerato il contesto attuale. In questo articolo si presenta il trend del mercato, si evidenzia la problematica dell’individuazione della stabile organizzazione nello specifico del commercio elettronico e si presenta infine per sommi capi il risultato di un benchmark study didattico predisposto usando dati pubblici per una società italiana leader del settore: Games Italia S.r.L.. Un settore in espansione Il commercio elettronico rappresenta un’area ricca di interesse e criticità sia dal punto di vista economico che tributario. Sul versante economico, in particolare, il settore dei giochi e scommesse online ha mostrato una tendenza anticiclica durante la recente crisi, sperimentando una crescita sostenuta a dispetto del calo di occupati e fatturato proprio della maggior parte degli altri settori manifatturieri e dei servizi tradizionali. Sul versante tributario, ci si può chiedere se le Amministrazioni tributarie possano voler dedicare particolare attenzione alle imprese del settore, visto che mostrano un’elevata redditività. Si riporta ad esempio qui il recente caso della «Net Entertainment», società svedese di scommesse online, che per il periodo 2007-2010 si è vista addebitare maggiore imposte per oltre 14 milioni di dollari dal parte del fisco svedese, in relazione ad attività intercorse con la controllata estera a Malta1. Il settore delle scommesse online in Europa è caratterizzato da un repentino incremento nel volume d’affari nell’ordine del 15% annuo2, con circa 15.000 siti web funzionanti e profitti annui totali che nel 2011 hanno sfiorato i 10 miliardi di dollari3, (che secondo una stima dovrebbero raggiungere i 13 miliardi di dollari nel 2015). Invece il settore dei giochi e delle scommesse, sia nella forma tradizionale che quella supportata dalla tecnologia telematica, nel 2011 ha registrato 85 miliardi di ricavi, con un aumento annuo del 2,8%. Nel 2011 l’Italia ha registrato una quota di mercato del 24,3% nel settore dei giochi e delle scommesse su base europea, detenendo il primato nel continente4, seguita da Germania con (*) Transfer Pricing Consultant e Docente di Macroeconomia, Università Commerciale Luigi Bocconi (**) Studio Consulenti Associati Note: (*) I dati utilizzati per l’articolo sono reali, tuttavia il nome della società testata e delle sue collegate è stato modificato. L’articolo è svolto a puro titolo di ricerca accademica e di analisi economica. Non coinvolge la posizione della società oggetto di analisi né altre società reali. Alcuni materiali, dati ed informazioni possono essere realizzati e forniti da soggetti terzi e riflettono le loro opinioni personali. 1 http://www.reuters.com/finance/stocks/NETb.ST/key-developments/article/2669233 2 Commissione Europea, “Communication from the commission to the European Parliament, the council, the economic and social committee and the committe of the regions.Towards a comprehensive European framework for online gambling”. Strasburgo 23/10/2012. 3 “Casinos & Gaming in Europe” Marketline industry profile, settembre 2012. 4 “Casinos & Gaming in Europe” MarketLine industry profile, settembre 2012. n. 12/2013 25 Tassazione dei redditi il 15,1%, Gran Bretagna con il 13,8% e Francia con l’11,9% (Tavola 1). In Italia il settore delle scommesse è cresciuto rapidamente, raggiungendo un valore che si aggira intorno ai 25 miliardi di dollari. Il segmento più rilevante del mercato italiano è costituito dalle lotterie, che copre il 29% del settore di riferimento, seguito dalle scommesse sportive col 10,4% e i Casinò che rappresentano il 2,7%. Tavola 1 - Il settore dei giochi on-line Mentre l’Italia detiene il primato nel settore dei giochi tradizionali, nell’online gambling i cinque Stati che detengono le maggiori quote di mercato (ricavi lordi in valore assoluto) in Europa sono rispettivamente Gran Bretagna, Germania, Italia, Francia e Svezia. Il settore dei giochi e delle scommesse online comprende l’attività del bingo e casinò (online e nella sua forma tradizionale), incluse roulette, card games e slot machines; appartengono allo stesso settore le lotterie (private e pubbliche), le scommesse sportive (comprese quelle ippiche), i giochi multimediali, gli skill games e i giochi promozionali. Negli ultimi anni l’attività delle scommesse online si è diffusa esponenzialmente senza distinzione di età o ceto sociale, fenomeno riconducibile anche all’avanzamento tecnologico in voga nello specifico settore, all’ampio utilizzo di 26 n. 12/2013 internet così come dei mezzi di pagamento elettronici, che permettono di collegare giocatori situati in diverse parti del mondo. Rispetto ai tradizionali casinò o centri scommesse sportive, gli online poker players ad esempio, giocano gli uni contro gli altri e non contro il banco, ovvero la casa da gioco stessa. Punti chiave: la stabile organizzazione Pare opportuno domandarsi se le disposizioni normative internazionali redatte espressamente per le operazioni e-commerce possano ricondursi e soprattutto considerarsi adeguate al singolare settore dei giochi e delle scommesse online; ovvero se è più indicato che l’OCSE preveda ulteriori accorgimenti o una sezione aggiuntiva in relazione a tale settore oggetto di discussione. È infatti verosimile che attraverso la predisposizione di siti web attivi oltre i confini del territorio nazionale si possa agevolare il fenomeno di trasferimento illecito di reddito imponibile. Un recente documento OCSE (2013)5 ha sottolineato fortemente il problema dell’erosione della base imponibile e della rilocalizzazione dei profitti (Base Erosion and Profit Shifting, BEPS), andando di fatto a cogliere le criticità proprie di questo settore. Da un lato le Amministrazioni tributarie nazionali, a fronte di un trend di erosione della base imponibile e del gettito proveniente dalle imprese, hanno forte necessità di recuperare a tassazione i profitti eventualmente, anche lecitamente, rilocalizzati all’estero, specialmente per settori fiorenti e quindi in controtendenza. D’altro lato, le strategie di tax planning più aggressive delle imprese multinazionali sfruttano il vuoto normativo e la mancanza di coordinamento tra legislazioni nazionali per poter lecitamente sottrarre dalla base imponibile più reddito possibile. Le imprese che gestiscono i giochi e le scommesse on-line sono spesso imprese multinazioNota: 5 OCSE, 2013: “ Addressing Base Erosion and Profit Shifting” Tassazione dei redditi nali che hanno sedi offshore, ovvero in quegli Stati che permettono la gestione di tali attività senza imporre articolari restrizioni operative e amministrative; la disciplina del transfer pricing assume quindi un’importanza capitale, in particolar modo in riferimento alla questione della stabile organizzazione: nel sopraccitato settore, infatti, di sovente accade che le società esercitino attività d’impresa attraverso la predisposizione di un sito web, stabilendo però la propria sede in paradisi fiscali o in Paesi con regime fiscale agevolato. Per situare correttamente l’attività dei giochi e scommesse online, e individuarne le più rilevanti problematiche fiscali, occorre rifarsi al più generale concetto di commercio elettronico. Nella definizione della Commissione Europea, il commercio elettronico ha come oggetto lo svolgimento d’affari per via elettronica. In ambito OCSE, sono stati redatti specifici documenti di analisi relativi alle fattispecie peculiari dell’e-commerce, che hanno largamente ispirato il commentario al Modello di convenzione OCSE adottato il 28 gennaio 2003. In sintesi, in materia di transfer pricing l’OCSE ha concluso per l’applicabilità delle Linee Guida del 1995 nei confronti delle imprese operanti su internet. È opportuno ricordare che nella versione 2010 delle Guidelines non sono ripresi i concetti relativi alle attività e-commerce. Tale omissione non è motivata ma, implicitamente, si può dedurre che è pacifico, per l’impresa che si avvale della forma Virtuale per l’espletamento delle sue attività commerciali, fare riferimento alla versione del 1995, nella quale è indicata in maniera estesa la materia concernente l’e-commerce; argomento peraltro ripreso nel 2001 dal Technical Advisory Group (TAG) su richiesta dell’OCSE. La difficoltà più rilevante deriva dal fatto che il reddito non è più necessariamente collegato ad una sede fisica, e quindi si possono creare situazioni di incertezza riguardo la potestà impositiva esercitabile dalle diverse Amministrazioni finanziarie. Tali circostanze hanno portato l’OCSE a elaborare un documento6, in cui è stata ribadita l’applicabilità dei principi disposti dall’art. 5 del Modello OCSE (1995) al commercio via internet, senza modificare la definizione ivi prevista di stabile organizzazione. Al fine di rendere la definizione di permanent establishment più conforme al commercio elettronico, l’OCSE ha ritenuto opportuno costituire un gruppo di lavoro ad hoc, ossia il Business Profit Technical Advisor group (TAG) con l’incarico di verificare l’idoneità delle norme esistenti che regolamentano il regime impositivo transnazionale in materia di e-commerce ed eventualmente proporre una serie di cambiamenti alla disposizione normativa. Il Committee on Fiscal Affairs (CFA) nel 2000 ha reso pubblico il documento elaborato dal sopracitato gruppo; il testo conferma i principi generali su cui si basa la definizione di stabile organizzazione, proponendo l’integrazione del commentario OCSE all’art. 5, con lo scopo di rendere più comprensibile l’applicazione nell’ambito della net economy. La realtà virtuale delle transazioni telematiche Entrando nel merito della questione, nella realtà virtuale delle transazioni telematiche si possono individuare due elementi che supportano l’esercizio dell’attività d’impresa online e che identificano la stabile organizzazione: 1) il sito web e 2) il server. Il software non rappresenta di per sé una proprietà materiale, non essendoci un luogo tale da rappresentare una sede d’affari e non richiedendo l’impiego di macchinari, attrezzature o immobili che possano definire una sede fissa d’afNota: 6 OCSE, “Elettronic Commerce: Taxation framework Condition”, Ottawa, 7-9 ottobre 1998, p. 8, recepito nell’OCSE, Ministerial Conference «A Border World: realising the potential of global Elettronic commerce», Conference conclusions, par. 14. n. 12/2013 27 Tassazione dei redditi fari così come definita dall’art. 5 paragrafo 1 del Modello di Convenzione OCSE (1995). Il server, invece, è un’attrezzatura meccanica (tangible property) che ospita il sito web, contenendone i dati e rendendoli accessibili agli utenti. A tale scopo è necessario, dunque, accertarsi che tale apparecchiatura sia effettivamente adoperata per lo svolgimento dell’attività economica connessa all’esercizio d’impresa e rimanga tale per un congruo periodo di tempo. Il server, inoltre, potrebbe potenzialmente configurare una stabile organizzazione solo se svolge una funzione rilevante ed essenziale per il business dell’impresa non residente, e non una mera attività di supporto. A livello comunitario7 è stata definita l’esclusione della stabile organizzazione solo quando l’entità non residente sia titolare, in uno Stato comunitario, di un semplice sito web e non anche quando lo stesso abbia disponibilità di un server. Un server può essere ritenuto, pertanto, una stabile organizzazione di un soggetto non residente se, installato sul territorio di un altro Paese, è in grado di provvedere autonomamente all’intera operazione commerciale, dall’offerta alla chiusura del contratto, alla gestione del pagamento, alla spedizione del bene o prestazione del servizio. determinato risultato in termini di connessioni e aggiornamento tecnologico. Il nuovo Commentario al modello OCSE non riconosce lo status di stabile organizzazione all’ICP, poiché questi non ha la capacità di disposizione dello strumento telematico. A prescindere quindi dai rispettivi contratti, l’ICP non ha la proprietà del server né detiene alcun diritto di disporre di un determinato spazio sul disco fisso. Il Technical Advisor Group (TAG) originato presso il Committee on Fiscal Affairs (CFA) ha elaborato un documento di lavoro «Attribution of Profit to a Permanent Establishment Involved in Elettronic Commerce Transaction», con lo scopo di analizzare le metodologie di determinazione del reddito attribuibile alla stabile organizzazione nell’ambito del commercio elettronico. Se il server costituisce una stabile organizzazione estera dell’impresa, i redditi realizzati sono imponibili nello Stato della fonte come redditi d’impresa. • • Il server, quindi, può considerarsi stabile organizzazione se innanzitutto è situato in un luogo specifico dove viene svolto un esercizio d’impresa e tali attività non si esauriscono in una mera attività ausiliare o di supporto; e in secondo luogo se vengono soddisfatti i requisiti di permanenza di cui al Modello di Convenzione. L’impresa che amministra il server non necessariamente coincide con l’impresa che svolge la propria attività attraverso la pagina web ospitata dal server. In base agli accordi di web hosting, l’Internet Service Provider (ISP) fornisce uno spazio di memoria sul server che gestisce al fine di ospitare la home page dell’Internet Content Provider (ICP) e assicura una specifica capacità di trasmissione, garantendo all’ICP la piena disponibilità dei dati su internet, oltre un 28 n. 12/2013 • • • Criteri per individuare la presenza di stabile organizzazione di soggetto estero nel settore del commercio online Due sono gli elementi che supportano l’esercizio dell’attività d’impresa online e che identificano la stabile organizzazione: il sito web e il server. Occorre analizzare localizzare ed esaminare le funzioni svolte dal server: solo se l’ICP ne ha piena disponibilità, si configura la stabile organizzazione. La stabile organizzazione si configura se il soggetto estero mantiene la gestione diretta del sito e delle transazioni, lasciando che l’ISP fornisca solo l’accesso alla rete e lo spazio per ospitare il sito. La stabile organizzazione non si configura se l’ISP fornisce al soggetto estero, oltre all’accesso alla rete, anche servizi di gestione e manutenzione del server. In merito alla questione se la presenza di personale dedicato sia necessario per configurare una stabile organizzazione, l’OCSE si è espressa in maniera negativa; infatti, il server può essere considerao permanent establishment anche in assenza di personale collegato all’imprenditore. Nota: 7 Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 8 giugno 2000, n. 2000/3 I/CE. Tassazione dei redditi Predisposizione di un benchmark study: il caso Games Italia S.r.L. Games Italia è la società benchmark utilizzata nella presente analisi, le cui operazioni intercorse con società controllanti o collegate sono rilevanti per decretare la loro conformità in termini fiscali alle disposizioni normative riferite ai prezzi di trasferimento. Games Italia ha sede a Milano e opera principalmente sul mercato italiano nel settore del gioco e delle scommesse online. A partire dal primo gennaio 2011 sono decorsi gli effetti giuridici dell’operazione di incorporazione di Games Italia, società interamente posseduta dall’allora capogruppo Games Interactive Entertainment AG; in seguito, la denominazione si è modificata da Gioco Virtuale Italia a Games Italia S.r.l.. La ristrutturazione organizzativa si è resa necessaria per un progetto di razionalizzazione della struttura societaria e delle attività del gruppo in Italia. La società svolge la propria attività con l’ausilio delle piattaforme Games e Gioco Virtuale, quest’ultima di proprietà della controllante Games EMH (Tavola 2). Games Italia gode di un ottimo posizionamento di mercato: infatti, nell’esercizio conclusosi il 31 dicembre 2011 si sono raggiunti risultati positivi sia in termini di volumi d’affari, redditività e generazioni di flussi di cassa; ha chiuso con un utile che sfiora i 9 milioni di euro e una posizione finanziaria netta positiva di quasi 25 milioni. I ricavi delle vendite sono triplicati rispetto all’ammontare dell’esercizio 2010, e ammontano a poco più di 241 milioni di euro. Games Italia è controllata indirettamente da Games.Party, con sede in Gibilterra8; è la capogruppo che controlla direttamente Games EMH e indirettamente Games Italia, Games Interactive Entertainment, Games Service, Qgame Markets, Amantolo e HGP. La società opera nel settore del gioco e delle scommesse online, nel segmento delle scommesse sportive, giochi onNota: 8 La capogruppo ha ultimamente firmato una decina di accordi per lo scambio di informazioni con una serie di stati, tra cui si annoverano gli Stati Uniti, Regno Unito, Belgio, Finlandia, Groenlandia, che le ha permesso di ottenere la condizione di paese “White list” a livello OCSE. Tavola 2 - Società del gruppo che intrattengono rapporti con Games Italia S.r.L. n. 12/2013 29 Tassazione dei redditi line, casinò, poker e bingo. Il suo marchio è concesso in licenza in Gibilterra, Alderney8, Francia e Italia ed è quotata sulla London Stock Exchange da giugno 2005. Games.Party opera attraverso software di proprietà, che garantiscono maggior controllo e flessibilità sulla piattaforma tecnologica, in grado di cogliere rapidamente le opportunità e i cambiamenti di mercato, in termini di sfide internazionali, avanzamento tecnologico e cambiamento del contesto normativo. Games.Party è considerata una delle società leader del settore, e oltre a detenere alcuni dei più grandi casinò online del mondo FiestaCasino.com e TaraluckCasino.com, è la capogruppo della società FiestaPoker.com, che di gran lunga è il più grande sito di poker online al mondo. Tra gli altri brands si possono menzionare Reignpoker.com, PokerON.com e FiestaGammon. com. Il principale mercato di sbocco è sicuramente costituito dagli Stati Uniti d’America, grazie all’utilizzo diffuso di internet e alla popolarità dei giochi online, fomentata anche da programmi televisivi di fama internazionale. La società, inoltre, sta focalizzando la sua attività sul mercato europeo e asiatico, che vive un momento di congiuntura economica espansiva. Nel bilancio consolidato conclusosi il 31 dicembre 2011 i ricavi ammontavano a poco più di 690 milioni di euro rispetto ai 357 milioni registrati nell’anno precedente; le riorganizzazioni aziendali, nonché le operazioni straordinarie che hanno interessato il gruppo Games, origineranno 40 milioni di sinergie nel corso del 2012 e 65 milioni nel 2013. Il benchmark study è stato predisposto grazie alla disamina della documentazione contabile delle diverse società del gruppo e sulla base dei dati disponibili sul database Amadeus. Sono state selezionate, dopo aver applicato gli usuali criteri di filtro, otto imprese comparables, aventi sede in Italia, Malta, Belgio, Russia e Spagna. Di queste imprese, sono stati elaborati i relativi indicatori di profittabilità (ROS, Return On 30 n. 12/2013 Sales) per applicare il Transactional Net Margin Method ed elaborare l’intervallo statistico interquartile onde posizionare la tested party Games Italia (Tavola 3): Tavola 3 - Intervallo interquartile per il ROS delle imprese comparables Anno Interquartile range 2011 2.23% ➛ 8.85% 2010 1.37% ➛ 10.50% 2009 1.19% ➛ 11.06% Nell’anno prescelto per testare la “normalità” delle operazioni intercompany, ossia il 2011, Games Italia ha registrato una redditività del 4,93%. Ciò significa che il valore cade perfettamente all’interno del range di pertinenza, e quindi si può presumere che le transazioni intercorse tra le related parties siano state ispirate dall’arm’s lenght principle. Inoltre, si può notare che, non solo è ricompreso nell’intervallo di libera concorrenza, ma è un importo che si avvicina molto ai valori della media (5,43%) e delle mediana (5,83%). Conclusione Il risultato di tale ricerca ci suggerisce come il valore della redditività sia allineato a quelle delle società comparabili, e perciò si può assumere che la tested party abbia operato in condizioni conformi alle previsioni normative nazionali e internazionali. Come suggerito dalle esistenti Linee guida OCSE, se i valori della transazione tra related parties si posizionano all’interno del range di libera concorrenza, non è necessario alcuna modifica dei transfer prices. Pertanto, tale realtà imprenditoriale fino a prova contraria opera secondo criteri arm’s lenght, poiché l’indicatore di profitto è coerente con gli indici estrapolati dal paniere di imprese equiparabili. Nota: 9 Alderney è la più settentrionale delle Isole del Canale.