Dossier MBA

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Dossier MBA
DOSSIER MBA. In ripresa le iscrizioni in tutta Europa, Italia compresa
L'mba ti cambia
la vita?
Network e approccio interculturale richiesti dall'economia globale. Questi i principali
driver delle business school, che sfornano non solo manager open minded ma anche,
e sempre più, start-upper. Le testimonianze di chi ne sta beneficiando
mba full rime è in ripresa. La notizia arriva
fresca fresca dalle rilevazioni di Gmat, l'istituto del test di matematica per l'ammissione ai
master in business administration. In sostanza,
per l'edizione in partenza c'è stato un aumento
delle domande nella maggior parte delle scuole internazionali. Il 52% dichiara una ripresa fra "lenta, moderata
e forte" (era il 37% nel 2014), con il calo che si riduce al
44%, contro il 59% del 2014. L'altra bella notizia è che
il trend positivo, o quantomeno stabile, riguarda anche
l'Italia. Più application, del 10-15% sia in Sda Bocconi sia
al Mib School of Management di Trieste e, alla fine della
selezione, aule più numerose. Stabili le domande alla Luiss Business School e al Mip Politecnico di Milano, con
un contìnuo spostamento
sulle candidature straniere. «La ripresa delleconomia europea e
degli Stati Uniti crea ottimismo e fiducia
nel futuro. Si conta su un maggiore dinamismo del mercato del lavoro, che da
noi dovrebbe essere aiutato anche dal Jobs
Act, e quindi si decide di investire un anno
o più nell'alta formazione a tempo pieno,
fiduciosi nella possibilità di un significativo avanzamento professionale. Parliamo
di piccoli numeri, rispetto alla potenziale
platea (250-300 persone all'anno negli
mba accreditati Asfor in Italia), ma sono
segnali positivi. Sfide e complessità aumentano, e con esse la necessità di per- Vladimir Nanut, Mib
sone più qualificate che siano in grado di
gestirle», commenta Vladimir Nanut, presidente Asfor,
l'Associazione nazionale per la formazione manageriale e
direttore scientifico del Mib di Trieste.
L'mba ti cambia la vita, a detta di chi l'ha fatto. Ed è
FORMAZIONE
unico il setting dell'apprendimento a tempo pieno per
un anno o due (negli Stati Uniti dura ancora due anni),
con il metodo dei casi analizzati e discussi in aula ogni
giorno, attraverso cui si affrontano tutti i fondamentali
della gestione d'impresa e ci si confronta con colleghi di
realtà diverse, sia aziendali che culturali (metodologia di
matrice anglosassone). Negli ultimi anni stanno prendendo piede con successo anche le formule part-time,
modulari, serali, con tanto lavoro a casa supportato dalle
tecnologie digitali e la possibilità di non lasciare il posto di
lavoro, ma il tempo trascorso in aula per un anno intero è
una esperienza particolarmente intensiva e pervasiva che
torna d'interesse. «Dopo i minimi storici degli ultimi anni
(-25%), ora stiamo risalendo la china per tornare ai livelli
pre-crisi, compresa una maggiore presenza di italiani»,
precisa Nanut. Tuttavia, lo sforzo generale delle Business
School italiane è di avere classi sempre più internazionali,
per favorire il network e l'approccio interculturale richiesto dall'economia globale. Alla Luiss Business School,
per esempio, la composizione dell'aula è arrivata al 50%
fra italiani e stranieri, con provenienza per lo più europea,
ma anche da Usa, Canada, Centro America, Giappone e
India. E per la seconda edizione dell'mba full rime della
Fondazione Cuoa di Vicenza le candidature arrivano
anche da Pakistan e da Etiopia (il 60-70% dell'aula in
partenza a novembre sarà internazionale). Un bel caso
di ponte culturale si è già avuto nella prima edizione,
con un partecipante etiope, 31enne, bachelor in Business
Management e impiegato in un'azienda pubblica che,
dopo il master, è rientrato nel suo paese come manager
del gruppo vicentino Pedon.
Ma cosa rende attrattivo un mba in Italia? «Litalian lifestvle prima di tutto; la ricchezza paesaggistica, di arte, storia e cultura in secondo luogo, ma anche il business
model della nostra Pini snella e flessibile», spie
Michela Peripoli, Custom and International Programs manager della Fondazione
Cuoa. L'aula dell'mba full rime di Sda Bocconi, con un
centinaio di partecipanti, è già da qualche anno fortemente internazionale (70%), percentuale che quest'anno sale
al 75%, con un 10% in più di presenze in aula, dopo tre
anni di leggera contrazione. «Alcuni segnali indicano una
ripresa, debole ma esistente, del tono dell'economia soprattutto in Europa e nel continente
nordamericano, mentre più incerta è
la situazione negli emerging markets.
Questo può avere comportato una riconsiderazione del progetto mba per
un candidato che decide di lasciare
il lavoro per fare il salto di carriera.
Per certi versi, la ripresa dei mercati
del vecchio continente può spiegare
perché, guardando l'Italia, le application di studenti stranieri abbiano un
trend positivo», conferma Stefano
Gatti, direttore del full rime mba di
Sda Bocconi.
Stefano Gatti, Sda Bocconi
Qiiali sono gli sboccili professionali principali? La consulenza, dopo qualche anno di arretramento, è in ripresa
(20%), il mercato di banche e finanza si è un po' ridotto
negli ultimi anni, mentre resta stabile l'industria con una
crescita delle multinazionali tecnologiche e del lusso (19%
del placement). «Nell'immaginario degli stranieri tutto
ciò che attiene a moda e Made in Italy è molto attrattivo,
ma poi la capacità di assorbimento non è proporzionata
alle attese. Infatti, tolte poche grandi aziende e i brand
acquisiti da multinazionali del lusso che hanno già la
cultura dell'mba, la Pmi italiana ancora non comprende
pienamente il valore aggiunto di un manager con l'mba
e non ha programmi di recruiting dedicati», commenta
Isabella Pinucci, responsabile del Career Service di Sda
Bocconi. In effetti, mentre nei paesi anglosassoni e nelle
multinazionali professionisti e manager con l'mba vengono contesi e valorizzati, nelle aziende italiane sono ancora
poco apprezzati, prevalendo una certa diffidenza per le
aspettative troppo elevate. «Eppure per un'azienda che
vuole espandersi una risorsa con l'esperienza e le competenze dell'mba è un investimento sicuro. Questi porta
un insieme di skill utilissime ad analizzare i mercati, sviluppare il business internazionale e facilitare il confronto
con partner, clienti e fornitori», spiega Francesco Tronci,
segretario di Nova, l'associazione degli italiani che hanno
frequentato l'mba nelle principali Business School americane e inglesi. Il manager, ingegnere gestionale, oggi è
vicepresident del fondo di investimento europeo Investindustrial e ha alle spalle due anni di mba ad Harvard e
tre anni a New York in Barclavs Capital. «Ciò che ti resta
tutta la vita dell'mba è l'abitudine a ragionare insieme e
a guardare i problemi da molteplici prospettive, come il
marketing, l'Hr, le operations, la strategia, la finanza e
FORMAZIONE
l'enduta. Inizialmente sono state usate risorse
personali e poi un round di seedcapitai'e ora è
stata ceduta con profitto», spiega il professore.
Le start-up nate tra compagni
Up sigmlicantly
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f-lat [rv; changel
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Down significanti)
Fonte: Gmac 2015
l'approccio a gestire situazioni complesse,
spesso con informazioni incomplete. Ad
Harvard c'era chi veniva da Boeing, chi
da Procter & Gamble, chi da McKinsev»,
racconta il manager 34enne.
Cresce l'interesse per
L'imprenditorialità
Federico Frattini, Mip
Edoardo Magnotta,
Strategytaty
L'mba è di sicuro un acceleratore di carriera per posizioni internazionali e per prepararsi alla direzione generale, per cambiare
industrv e impresa, ma sempre più spesso
nascono anche nuove imprese e si sviluppano
con solide competenze manageriali i familv
business. Come rileva Sarah Juillet, responsabile del placement della Cass Business
School di Londra, c'è un crescente interesse
per le iniziative imprenditoriali, oltre che per
il settore tecnologico e quello della salute. In
Sda Bocconi, per esempio, il 10% degli alunni
intraprende attività imprenditoriali o prosegue il business di famiglia: «È una percentuale
onorevole, perché fare impresa richiede più
sforzo, acume e assunzione di rischi che non
entrare in una organizzazione. In Italia poi
ci sono più complicazioni che altrove», rileva
Gatti. E di Sda Bocconi, per esempio, la
"paternità" di Scarosso, il sito di scarpe fatte a
mano nelle Marche, con pellami e artigianalità italiane, creato da due studenti tedeschi dell'mba, Marco Reiter, direttore austriaco dell'azienda, e Moritz
Offeney. L'azienda berlinese è stata
citata da Forbes per il rapporto fra la
produzione di altissima qualità e un
prezzo medio più basso della concorrenza dello stesso segmento produttivo, grazie alla disintermediazione
effettuata. «Questo è un esempio di
ciclo di vita completo, la start-up è
nata a seguito di un accurato studio
di fattibilità, è cresciuta ed è già stata
Gli mba di oggi puntano molto anche sulle
soft skill, come la motivazione, la gestione
di un team, la negoziazione, tutte qualità che
servono in azienda ma anche per realizzare
nuove attività. «Stiamo assistendo a un cambio di mentalità. C'è più voglia di rischiare,
più dinamismo e sta nascendo anche da noi
l'imprenditore seriale, che crea impresa per
poi rivenderla», racconta Federico Frattini,
direttore mba ed emba del Mip Politecnico
di Milano. Il 15-20% dei partecipanti agli
executive mba della Business School milanese
poi realizzano il proprio sogno nel cassetto,
mentre è il 10% dei partecipanti dell'mba filli
time (target un po' più giovane, sui 28-30
anni). Numerosi sono i casi di start-up, soprattutto digitali, nate tra i bandii di scuola,
daU'app Wardrobe che permette di costruire il
proprio guardaroba virtuale con la consulenza
di giovani stilisti, al dispositivo XMetrics, che
rileva tutte le informazioni biomeccaniche
durante il nuoto per monitorare la propria
prestazione, realizzato da Andrea Rinaldo
ed Emanuele Vazzoler, compagni di emba al
Mip e da Francesco Quartuccio dell'mba full
time. Spesso, infatti, le imprese che nascono
dai master in business administration sono
il frutto dell'iniziativa di compagni di corso,
che mettono insieme competenze, una nuova
mentalità e la fiducia coltivata tra i banchi.
«11 programma mba per me è stato uno spartiacque», racconta Edoardo Magnotta, cofounder di Strategytaly dopo l'mba filli time
in Luiss Business School nel 2011 e, da un
anno, anche a capo del marketing della scuola.
«È cambiata la mia percezione e concezione
di fare impresa e management: più sicurezza,
più vision e tanto network. Così è stato naturale fare una scelta diversa, di natura imprenditoriale, mettendo insieme skill e network
da cui è nata Strategytalv insieme a Maria
Raquel Fernandez, compagna di corso di
San Paolo». Ora la società, nata per aiutare
le Pini di premium e luxurv a creare valore e
successo nel mercato globale, sta evolvendo
verso un incubatore d'impresa con un altro
compagno di studi, Francisco Pellegrini, argentino di Cordoba, conosciuto all'Essec di
Parigi durante l'Exchange Program.
Il plus di una formazione
in gestione d'impresa
L'mba ha cambiato il modo di pensare anche
a un altro imprenditore, Franco Leoni che,
dopo studi matematici, alla fine degli anni
'90 investe nella propria formazione al Mib
School of Management di Trieste. «Il valore di
un ottimo mba sta non solo e non tanto nelle
mere competenze che acquisisci, quanto nel
modo in cui poi rielabori e riorganizzi queste
competenze nella tua personale prospettiva. Io
le ho rielaborate in un'ottica imprenditoriale.
L'mba ri cambia il modo di pensare e resta
tuttora una delle più belle esperienze della
mia vita». Dopo il master, nel 2000 Leoni è
cofondatore di Bets, distributore di macchinari
agricoli e macchine movimento terra, e presto
fonda la "propria" azienda, la Polonord Adeste,
di cui è presidente e general manager, specializzata nella memorizzazione dati (macchinari,
supporti ottici, memorie). Quindi nel 2010,
non soddisfatto, si lancia anche nel campo
delle energie rinnovabili, con la Leoni Energv.
Oggi anche il digitale è una grande opportunità per chi vuole fare impresa, opportunità che
con la solidità dei fondamentali in gestione
d'impresa di un mba è resa ancora più promettente. Come nel caso di Nextwin, la piattaforma di gaming web e mobile che permette agli
utenti di giocare con una moneta virtuale e,
in base alle vittorie conseguite, di accumulare
punti in classifica e profitto virtuale. «Unire al
gioco concetti statistici e la condivisione delle
esperienze tipiche dei social network ha un
importante impatto sociale. Abbiamo già listo
che si riducono drasticamente le giocate compulsive dei giocatori seriali», racconta Alessandro Salvati, fondatore e Ceo di Nextwin,
studente nel 2014 dell'mba della Luiss, che
viene dalla consulenza e ora fa l'imprenditore
a tempo pieno. Il sito si basa sul concetto di
addestramento e di divertimento, tenendo sotto controllo le proprie performance prima di
un'eventuale giocata reale (non su questo sito).
«Le soft skill maturate durante l'mba mi hanno
permesso di instaurare in poco tempo relazioni
utili al business e di gestire già un team di una
decina di persone», conclude il neoimprenditore, che già guarda oltreconfine.
Ga.F.
Atessandro Salvati,
Nextwin
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culturali e sociali
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