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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
Forlì LM MMP, II semestre a.a. 2011/2012
Corso di Sistemi della produzione televisiva – Professor Lucio SPAZIANTE
Tesina: “Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
Lisa Viola ROSSI – n. matricola 0000595758
INDICE
1.
INTRODUZIONE.
UNA PRODUZIONE CONVERGENTE.
UN CONSUMO CONVERGENTE.
2.
ANALISI E METODOLOGIA.
3.
IL TESTO.
SCHEDA TECNICA.
IL TITOLO COME MARCHIO.
DAL BRAND AL META-BRAND.
PARATESTO VISIVO.
APPARATO SCENICO.
COSTUMI DI SCENA.
MATERIALI VISIVI.
MODALITÀ RITMICHE.
PROTAGONISTA.
ALTRI PROTAGONISTI.
PERSONAGGI SECONDARI.
VOCE NARRANTE.
PUBBLICO.
COERENZA DEI TEMI.
RITMO DELLA TEMATIZZAZIONE.
CONTRATTO DI GENERE.
FORMATO ESPRESSIVO.
4.
ANALOGIE E DIFFERENZE CON ALTRI PRODOTTI.
5.
UNA DIFFUSIONE CROSSMEDIALE.
6.
CONCLUSIONI.
7.
BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA.
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TV has made entertainment itself the natural format
for the representation of all experience.
Neil Postman (1985)
Dans la vie, au début on naît, à la fin on meurt.
Entre les deux, il se passe des trucs.
Bref, c’est l’histoire d’un mec entre les deux…
Bruno Muschio, Kyan Khojandi, Harry Tordjman (2012)
Lisa Viola ROSSI
N. Matricola 0000595758
“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
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1. INTRODUZIONE.
Questo studio si propone di analizzare un caso concreto della cosiddetta “televisione convergente”:
Bref. è il nome della serie televisiva francese1 scelta come oggetto di tale indagine, poiché pare rispecchiare
pienamente la definizione di tale fenomeno, a cui Grasso e Scaglione (2010) hanno dedicato il volume
“Televisione convergente. La tv oltre il piccolo schermo”.
Partiamo da un assunto. La convergenza dei media non è un processo solamente tecnologico, ma
anche un cambiamento culturale – Henry Jenkins (2007) parla di “cultura convergente” -, in quanto i media
sono strumenti, ma anche ambienti in cui siamo immersi. Bref. è prodotto esemplare di questa fenomeno,
poiché vedremo come superi la definizione tradizionale di serie televisiva, divenendo un vero e proprio
brand2 e nodo di molteplici reti.
Bref. si è posto nella cultura giovanile francese come rappresentante di una corrente culturale, in
cui si identifica una intera generazione di spettatori3 o, in altre parole, un pubblico che, nella cultura
convergente, assume un ruolo meno passivo, ma anzi interattivo e co-protagonista. Nostra intenzione è
dunque indagare ed evidenziare le articolazioni di tale fenomeno, ovvero quali siano i tratti che fanno di
Bref. un prodotto convergente di successo.
Consideriamo ora, alla luce delle analisi di Grasso e Scaglione (2010), come le imprese mediali
forgino l’ambiente della convergenza con interessi, strategie e capacità di inserirsi creativamente e
tempestivamente su un terreno in costante evoluzione. Vediamo moltiplicarsi i percorsi che connettono
produzione e consumo: “La convergenza – scrivono gli autori - significa, in primo luogo, “divergenza” delle
piattaforme e dei device con cui si accede ai programmi”. Pertanto il broadcaster contemporaneo deve
saper sfruttare strategicamente la moltiplicazione delle vie d’accesso alla televisione, in vista di una
fidelizzazione dei propri spettatori in un contesto iperframmentato dei consumi che non garantisce
posizioni. Per questo abbiamo scelto di indagare Bref., poiché risulta un caso di “successo convergente”: un
successo difficilmente misurabile e controllabile, che si evidenzia per il fatto di riuscire ad innescare
discorso, a far parlare di sé sia nelle reti sociali di relazione, dai famigliari agli amici, ai colleghi (come
abbiamo potuto attestare da una osservazione del contesto online e offline, quest’ultimo a livello parigino),
sia nel più ampio panorama mediale, che vive dei rimbalzi, delle riletture e di circolazioni sempre nuove del
materiale già esistente. Questo successo è attestato inoltre non solo da un consumo “diffuso”, ma anche da
un consumo “attivo”, ovvero dall’abbondanza di rielaborazioni ludiche, ironiche, giocose (create non solo
dall’alto, a livello “istituzionale”, ma anche dal basso, spontaneamente, delle pratiche di grassroots), che il
testo originario ha stimolato e stimola anche a mesi di distanza dalla sua messa in onda. Il testo televisivo di
Bref. diventa chiaro esempio di “brand complesso, che ha nella messa in onda il suo fulcro, ma vive di
innumerevoli altre estensioni e temporalità”, per usare le parole di Grasso e Scaglione. Assume cioè una
dimensione reticolare, che si complica tenendo conto che molte delle sue estensioni possono essere
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Realizzata da Bruno Muschio e Kyan Khojandi (che riveste inoltre il ruolo di protagonista), la serie è stata prodotta da Harry
Tordjman (My Box Productions, Parigi) ed è stata diffusa nell’ambito della trasmissione Le Grand Journal di Canal+, dal 29 agosto
2011 al 12 luglio 2012.
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Il brand è il “fattore essenziale”, per citare Grasso (2010), ovvero “il marchio televisivo, legato a un programma, a una rete o a
un’intera offerta, capace di dare unità e coerenza a un testo che si disperde nei mille rivoli delle estensioni e che si raggiunge
attraverso forme di accesso intrecciate e complesse”. La vera novità è che va intenso come “frame d’azione, punto di incontro tra
produttore e consumatore”, per citare Lury-Arvidsson, che permette al programma di dare senso a testi sparsi tra differenti
piattaforme, attivando modalità di ingaggio.
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Nella pagina dedicata a Bref. sul forum di www.newsring.fr, troviamoi risultati di un sondaggio che chiedeva ai propri lettori “Bref
mostra la vera vita dei trentenni?”: il 57% dei votanti sceglie “Sì”. A corredo, scorriamo vari commenti a sostegno del voto, come
quello di Charles Perron, capo della direzione esecutiva di Staart TV, web tv francese che si occupa di arte e cultura (commento che
raccoglie 118 voti a favore e 24 contrari): “[Questa serie di] Canal+ non generalizza troppo, perchè la serie è girata a Parigi in un
ambiente abbastanza bobo [“bobo”, è la contrazione di “bourgeois-bohème”, e identifica un gruppo sociale composto da giovani
benestanti dal look alternativo, un concetto che in Italia potrebbe essere tradotto con “hipster”]: è una scelta figa. Se siete in
questa fascia, è normale che vi identifichiate nel protagonista.”
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prodotte anche dagli stessi spettatori. Infatti la televisione convergente non è più solo oggetto di
condivisione, ma elemento “smontabile”, soprattutto grazie alla rete. Il prodotto convergente diviene
risorsa materiale e simbolica “per orientarsi, per discutere, per interagire, tanto online quanto offline”. Bref.
è dunque oggetto televisivo di condivisione sociale, la cui vita si riverbera su altri media e altre merci,
attraverso estensioni specificatamente prodotte: siti web, pagine su social network, applies, dvd, libri,
trasmissioni “speciali” realizzate anche oltreoceano, penne Usb, giochi da tavolo, raccolte di figurine,
preservativi, T-shirt e, prossimamente, un film4. Con una coda lunga fatta di parodie sul web, articoli e
servizi sulla stampa e, addirittura, curriculum vitae in stile Bref5.
In questo studio, l’attenzione è stata posta all’incrocio tra produzione e consumo, fra estensioni
ufficiali e quelle realizzate dagli utenti/spettatori. Ciò, mappando per quanto possibile il testo come
prodotto esteso e complesso di discorsi e interazioni. Come osserveremo, tale case history risulta
interessante ai fini di un’analisi per il livello di approfondimento della convergenza, poiché si articola in
un’ampia gamma di possibilità che ne hanno determinato il successo. Permette inoltre di comprendere
alcune delle più diffuse e innovative opportunità di azione creativa attuate da un broadcaster attorno al suo
prodotto e come si muovono di converso gli spettatori.
Innanzitutto noteremo come il broadcaster di Bref. si configuri non più come editore tv classico
impegnato su un unico modello di business (la raccolta di pubblicità, per esempio), ma come editore
multimediale, che conglomera differenti funzioni, prova a trarne sinergie, opera su differenti mercati, a
livello internazionale (anche se su questo fronte è ancora carente, limitandosi comunque ai Paesi
francofoni) e non solo nel settore del broadcasting. Per produrre una tale galassia d’offerta incrocia tratti
tradizionali e innovativi, per una fruizione rituale del prodotto all’interno del palistesto tv, ma anche più
flessibile all esigenze di consumo degli spettatori. I fruitori contribuiscono a forgiare pratiche ed esperienze
inedite, talvolta del tutto impreviste (con i video parodia o le chat con gli autori, ad esempio), proprio
perché attorno al mezzo televisivo sono sorte modalità fruitive nuove che affiancano quelle
tradizionalmente consolidate: “pubblici performer, fan, multipiattaforma e partecipanti sono esempi di
come il pubblico televisivo assuma fattezze disparate e differenti da quanto rappresentato nel classico
stereotipo del couch potato6. Gli spettatori si muovono nell’abbondanza di un’offerta sempre presente per
eleggere alcuni prodotti televisivi a marchi identitari o, addirittura, a catalizzatori di comunità di gusto”, per
usare le parole degli autori di Televisione convergente. Il prodotto Bref. appare all’origine di un ampio
fenomeno di fandom7, comunità di appassionati che usano la rete e i suoi molteplici spazi e funzioni (dai
social network ai forum ufficiali) per creare prodotti ancillari a quelli televisivi, per commentare, glossare e
fare spoiling, definendo attivamente spazi e tempi di fruizione, grazie a tecnologie mobili ed interattive e al
linguaggio stesso della serie, in cui la brevità è caratteristica propria del marchio: ciò permette un maggiore
“addomesticamento” alle abitudini di consumo del singolo, una più sensibile personalizzazione del
consumo, più flessibile e adattabile a tempi e spazi a disposizione del fruitore.
Sottoliniamo tuttavia che Bref., legato fin dalla sua nascita a Canal+, è anche esempio di come la tv
resti il medium predominante nelle nostre culture [Barra, Penati, Scaglioni, 2010], ma sia investita essa
stessa dalla trasformazione – dal modello istituzionale economico ai linguaggi utilizzati e addirittura coniati
-, innestando tratti innovativi su strutture tradizionali.
UNA PRODUZIONE CONVERGENTE. Alla luce di quanto evidenziato da Barra e Scaglione nel capitolo
dedicato alla cosiddetta “produzione convergente”, sosteniamo dunque come Bref. si ponga pienamente
4
GRAMMATICO, A., (21 maggio 2012), Bref, bientôt un film ?, tvmag.lefigaro.fr/programme-tv/article/serie/69692/bref-bientot-unfilm-.html
5
Il più celebre è Bref CV Vidéo, pubblicato il 27 aprile 2012 (registra 522.801 visite al 12 gennaio 2013),
www.youtube.com/watch?v=qwIfvoPJbjE
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L’espressione ‘couch potato’, traducibile come “patate da divano”, sta ad indicare lo stereotipo dello spettatore passivo davanti
ad ogni forma di intrattenimento televisivo.
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‘Fandom’ è un neologismo che consiste nell’unione del termine ‘fan’ per ‘fanatic’ ed il suffisso ‘-dom’, che sta per ‘kingdom’.
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come prodotto convergente per varie ragioni. Realizza infatti il modello di un prodotto potenzialmente in
onda – o meglio, fruibile - 24/7 grazie a molteplici estensioni derivate dal prodotto televisivo, che lo
spiegano e completano mettendone addirittura in discussione la centralità, secondo Jenkins8 (opinione,
quest’ultima, tuttavia non condivisa dagli autori, che preferiscono il termine ‘estensioni’ del prodotto, per
evidenziare come aumentino il valore del brand, stimolando la formazione di un fandom, che viene
convogliato attorno alla narrazione principale). Bref., in quanto transmedia9, si caratterizza per tratti di
successo passati in rassegna dagli autori di Televisione convergente, come “la serialità, intesa come la
possibilità di proseguire la storia attraverso rilanci e cliffhanger, la soggettività, con la capacità di rileggere
la storia attraverso diversi punti di vista, e la performance, vale a dire l’iscrizione del prodotto mediale nelle
pratiche identitarie e comunitarie di persone e di gruppi più o meno organizzati”.
Svolgiamo ora una analisi del prodotto in base alle tre regole indicate da Barra e Scaglione
attraverso le quali un singolo programma può svilupparsi in narrazione più complessa: la matrice, la mimesi
e l’adeguatezza.
1.
LA MATRICE. Bref. diviene transmedia, aprendosi a possibilità di estensioni dall’alto e dal basso,
grazie alla ricchezza degli elementi testuali presenti nel testo d’origine, “matrice di contenuti, narrazioni ed
altri stimoli” (come ad esempio il caratteristico formato). Bref. genera prodotti e attività ancillari e li unifica,
attraverso tratti comuni e la valorizzazione del brand che tutto racchiude. In Bref. scorgiamo la presenza di
molteplici linee narrative, cui corrispondono differenti fasce di pubblico (si pensi alla variabile
generazionale, o a quella di genere; o ad esempio a coloro che apprezzano semplicemente le scelte
musicali, o a quelli che godono degli aspetti ludici del prodotto – si vedano i fan creatori del blog su Tumblr,
che analizzeremo più avanti) appassionate al programma. Molteplici linee narrative che trovano riscontro
nella testualità secondaria e terziaria legata al prodotto (dai preservativi al libro, dai giochi che citano quelli
degli anni ’90 alla playlist del programma scaricabile da www.deezer.com). Tra le linee narrative presenti in
Bref. ricordiamo: la storia del trentenne precario, nel lavoro10 quanto nelle relazioni di coppia; la condizione
dell’anziano solo (pensiamo alla signora che Je incontra al parco, accompagnata dal personaggio
immaginario ‘Solitudine’11); la crisi del padre di Je che, dopo avr lasciato la moglie (madre di Je)12 tenta
senza successo di “fare il giovane”; la condizione di disagio dei pendolari in una metropoli come Parigi13; il
fenomeno sempre più diffuso del cohousing14; la salute, dall’ipocodria15 all’importanza di salvaguardarla16;
l’uso (e forse l’abuso) di Facebook17; la comunicazione tramite sms e tra sessi18. Queste molteplici
narrazioni/chiavi di lettura, declinandosi anche sul versante delle estensioni e su quello dell’accesso,
permettono diverse possibilità di partecipazione (da colui che si limita ad essere “semplice” spettatore a
colui che interagisce con gli autori tramite una comunicazione univoca, come l’email, o interattiva, come la
chat; dal textual poacher (“bracconiere testuale”) al textual performer, ovvero colui che partecipa a giochi,
concorsi, acquista dvd, musiche e consuma tutto ciò che sta attorno al prodotto originario. In Bref., il
fandom diviene “meno di nicchia e più mainstream”, per usare le parole di Kirsten Pullen, grazie al
8
Con ‘transmedia storytelling’, Jenkins intende proprio tale fenomeno: una modalità di racconto nella quale i differenti elementi
che compongono la storia sono dispersi su varie piattaforme, e insieme concorrono a creare per lo spettatore un’esperienza di
fruizione unica. Ciò comporta il riconoscimento definitivo delle pratiche di grassroots che rivelatesi efficaci vengono progettate
professionalmente ex ante dagli autori, dando vita ad un vero transmedia.
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Si veda nota 8.
10
Bref. J'ai eu un job. – Episodio 12, trasmesso il 22 settembre 2011.
11
Bref. Je suis vieille. – Episodio 47, trasmesso il 20 febbraio 2012.
12
Bref. J'ai fait un repas de famille. – Episodio 5, trasmesso il 7 settembre 2011.
13
Bref. J'ai pris le métro. – Episodio 41, trasmesso il 24 gennaio 2012.
14
Bref. Je sais pas dire non. – Episodio 32, trasmesso l’1 dicembre 2011.
15
Bref. Je suis hypocondriaque. - Episodio 2, trasmesso il 21 novembre 2011.
16
Bref. J'ai fait un dépistage. – Episodio 25 del 3 novembre 2011.
17
Bref. J'ai fait une soirée déguisée. – Episodio 71, trasmesso il 18 giugno 2012.
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Bref. J'ai envoyé un texto. – Episodio 77, trasmesso il 5 luglio 2012.
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contributo fondamentale del web che permette un’immersione dello spettatore in un universo
immaginario condiviso, e riattiva il testo primario sollecitando, attraverso molteplici canali, il protagonismo
del suo pubblico.
UNA FICTION DETERRITORIALIZZATA. Alla luce di quanto spiegato da Innocenti e Pescatore,
osserviamo come Bref. rappresenti un caso di fiction deterritorializzata [Scaglioni, 2006], in quanto esempio
di “neo-serialità”. Vi si ritrovano infatti “universi iper-diegetici: universi vasti, dettagliati, di cui solo alcune
porzioni vengono di volta in volta perlustrate, ma di cui altre porzioni sono sempre suscettibili di
ampliamento e ricostruzione. Possono comparire personaggi nuovi, altri possono sparire, possono imporsi
nuovi mondi che non hanno a che fare con ciò che è la linea narrativa dominante, oppure l’intero universo
diegetico e i rapporti che lo regolano possono essere riconfigurati nell’arco di due o tre episodi”. Si pensi al
personaggio di Kehiron: solo alla fine si scoprirà essere un personaggio immaginario, e non un amico in
carne ed ossa, creato dalla mente del protagonista.
2.
LA MIMESI. Bref. presenta specifiche caratteristiche formali (lo stile visivo, i tratti iconici,
l’immaginario) che guidano in modo coerente l’ideazione e la realizzazione delle differenti estensioni e dei
luoghi di accesso. Questa è una conseguenza del suo essere brand: la fotografia, le grafiche e i colori, le
modalità di citazione, il tono dei vari pezzi che lo compongono, danno chiaramente l’impressione di una
sola ideazione e realizzazione, e di fatto tali processi hanno visto collaborare strettamente il trio TordjmanMuschio-Khojandi, al punto che essi appaiono quasi come un unico soggetto.
Lungo poche ma chiare direttrici si sviluppano dunque i testi secondari efficaci e coerenti, per un
progetto compiuto di arricchimento dell’esperienza dello spettatore, di potenziamento del brand, di
massimizzazione delle possibilità di accesso e delle occasioni di discorso intorno al programma.
3.
L’ADEGUATEZZA. Il tono del prodotto, ovvero i tipi di linguaggio e le modalità di ingaggio del
pubblico, vanno incontro alle esigenze e ai “territori” degli spettatori cui si rivolge, così da diventare un
punto di riferimento reale. Infatti la serie entra negli spazi che il suo target già frequenta, per lo più online
(creando account sui social network, Twitter e Facebook, ad esempio, ma anche organizzando tour presso i
negozi Fnac19 o al megastore Virgin di Parigi20), comunicando con il suo pubblico in modalità informali,
familiari, usando anche termini diffusi in verlan21, nonché provando a ingaggiarlo in base ad interessi
condivisi (ovverosia, come vedremo più avanti, questioni principalmente legate alla quotidianità della fascia
dei trentenni). Come avviene nel caso di fiction come Squadra antimafia o I Cesaroni, analizzate nel volume
di Barra e Scaglioni, a fronte di un consumo del web televisivo prevalentemente in orario lavorativo, anche
con Bref. viene attuata una strategia efficace che, oltre a prevedere l’uso di spazi in rete spesso bloccati
dalle aziende, come i social network (usati come luogo di interazione e promozione del prodotto e delle sue
estensioni), vede privilegiato il sito ufficiale di Canal+, per la pubblicazione dei singoli episodi. In questo
modo si raggiunge facilmente un pubblico adulto (oltre a promuovere il brand Canal+).
SPETTATORI INTRAPRENDENTI. Come viene sostenuto nel paragrafo di Barra e Scaglione dedicato a
tale soggetto, Bref. rappresenta un testo esteso che risponde alle esigenze dello spettatore intraprendente
contemporaneo. Sul terreno della rete il broadcaster crea infatti un rapporto più stretto con il testo e lo
spettatore, poiché vede incrociarsi dinamiche top-down e bottom-up, ovvero le esigenze di promozione del
prodotto alle spinte partecipative degli spettatori che eleggono il testo televisivo a luogo di investimento
emotivo e cognitivo; il testo si estende e accresce il proprio statuto di brand trovando seguito in loyal
community. Osserviamo come il rapporto tra testo e spettatore vada ad investire la quotidianità offline del
19
“L’équipe de "bref" en tournée dans les magasins Fnac”, www.fnac.com/L-equipe-de-bref-en-tournee-dans-les-magasinsFnac/cp18839/w-4
20
“Bref : l’équipe à la rencontre du public le 7 mars” (6 marzo 2012), series-tv.premiere.fr/News-Series/Bref-l-equipe-a-larencontre-du-public-le-7-mars-3210334
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Con ‘verlan’ si intende un codice linguistico usato per lo più dai giovani francesi, nato nei sobborghi parigini alla fine degli anni
‘70. Deriva dalla lingua francese, da cui prende le parole trasformandole attraverso una sorta di inversione sillabica. La stessa parola
"verlan” è in codice: significa “à l'envers”, ossia "al contrario". Una parola molto usata in Bref., è “meuf”, da “femme”, ovvero
“donna”.
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fruitore: come esemplificano Barra e Scaglione citando i prodotti derivati da Twin Peaks o True Blood,
anche Bref. si trasforma da prodotto culturale in oggetto e, soprattutto, brand che crea affiliazione,
identificazione e partecipazione. Grazie alla commercializzazione di merci come la T-shirt, i dvd, il libro o i
preservativi e tutto ciò che ricade nella categoria del merchandising di Bref., l’istantanea popolarità di un
programma, data dalla messa in onda televisiva, viene tradotta “in una “coda lunga” che sfrutta il piacere
affettivo, conservativo, collezionistico di settori dell’audience”. Un piacere affettivo che si traduce anche in
azione creativa, come testimonia la grande ricchezza di parodie ispirate alla serie.
Analizziamo ora le strategie messe in campo dal broadcaster di Bref. per piegare a proprio
vantaggio il rapporto fra testo esteso e spettatore intraprendente, in base alle quattro leggi passate in
rassegna dagli autori di Televisione convergente:
1.
LA LEGGEREZZA. Una caratteristica predominante di Bref. è la chiave del gioco, dell’ironia,
dell’umorismo e della parodia, indicate da Barra e Scaglione come uno degli elementi fondamentali da
usare nelle molteplici estensioni del testo (sia quelle secondarie, che terziarie) per ottenere maggiore
visibilità e diffusione. Questo aspetto contraddistingue tra l’altro lo stesso testo originario, in una dinamica
in cui ogni singolo prodotto si caratterizza per semplicità d’uso e compiutezza. Ciò permette di catalizzare
l’attenzione sul prodotto e sulle sue articolazioni, favorendone una virtuosa circolazione nel contesto del
web. Il testo di Bref. ha una matrice ricca e di per sé, citando Eco, “sgangherabile” in parti (come abbiamo
già notato sotto la voce ‘La matrice’). I singoli episodi si prestano ad essere usati come video virali, ognuno
è potenziale trailer del prodotto, poiché funzionano in termini promozionali, generando sia un consumo
produttivo in rete (il repackiging e la circolazione di frammenti del testo da parte del fandom), sia una
fioritura discorsiva relativa alla originalità del prodotto. Al tempo stesso, la produzione di estensioni come il
libro e i dvd, è mirata ad un pubblico più circoscritto e appassionato, funzionando come “coda lunga”.
Entrambi i prodotti si rivelano efficaci poiché giocati sulla dimensione ludica del rapporto tra
prodotto/estensioni e pubblico. Si pensi al libro: risulta pioniere di un genere editoriale (di fatto, è unico
pezzo della collana Hachette3000, inaugurata ad hoc e che riprende il suffisso ‘-3000’ caratterizzante tutti i
brand, da quelli alimentari a quelli di abbigliamento, che compaiono all’interno della serie), poiché mescola
l’intrattenimento all’informazione, e consente una lettura personalizzata e adattabile alle esigenze del
lettore, offrendo possibilità di lettura trasversali, “zapping” (non si può perdere il filo, poiché non è un libro
da leggere obbligatoriamente dall’inizio alla fine per coglierne il senso, ma è organizzato per singoli
argomenti della durata di qualche pagina e offre giochi, interviste, materiale fotografico e schede di
approfondimento brevi e dal tono leggero, con un linguaggio verbale e grafico molto “friendly”).
2.
LA COOLNESS. Il merchandising è il principale strumento di traduzione materiale in merce di un
testo culturale: anche Bref. se ne avvale. La materializzazione di un mondo in un brand, in una merce, è
possibile attivando un legame invisibile “alla moda” tra prodotto e merce, in virtù della produzione di
oggetti capaci di velare il rapporto tra oggetto e prodotto culturale. Pensiamo allo stesso marchio
caratterizzato dal suffisso ‘-3000’, che contraddistingue tutti i singoli prodotti immaginati nel corso degli
episodi (la bevanda Cola3000, per esempio): alcuni tra questi sono stati realizzati davvero (si pensi ai
preservativi Capote3000, prodotti dalla società Callvin, o alla collana editoriale Hachette3000). O pensiamo
alle due linee di T-shirt firmate Bref.: la prima riprende i titoli degli episodi della serie (www.bref-tshirt.fr),
mentre la seconda, che è stata presentata ma non è stata ancora lanciata ufficialmente (bref-tshirt.com), si
compone di una collezione di maglie che riportano stampate le frasi in pieno stile Bref., con ironia (ad
esempio, “Bref. J’aime pas les T-shirt à messages”): in entrambi i casi il rapporto tra serie e merce è velato
dal fatto che i titoli degli episodi possono risultare frasi talmente banali da non essere necessariamente
addebitate alla serie. È la struttura della frase che ne rivela il marchio. Dunque da prodotto di “cultura di
nicchia”, Bref., grazie al merchandising, diventa “prodotto mainstream”, configurando un approccio alla
cultura popolare mediatizzata profondamente ludico, non fanatico.
Evidenziamo infine un’altra strategia usata in Bref.: il cosiddetto product placement, ovvero la
modalità di inserimento di merci (come i già citati preservativi Capote3000), all’interno dello stesso
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prodotto originario: tali oggetti non si palesano in maniera esplicita e diretta, ma vengono mostrati come
uno degli elementi del mondo diegetico di Bref. In questo modo le merci rafforzano il loro valore,
ponendosi come una sorta di oggetto “alla moda”, e al tempo stesso gli autori si possono rivolgere ad un
target specifico, ovvero a quella fascia di pubblico che si identifica con il protagonista.
Se analizziamo Bref. relativamente al rapporto fra l’attivismo della casa di produzione e la creatività
dei fruitori, consideriamo due leggi connesse fra loro e presentate da Barra e Scaglione, rispettate anche in
questa serie: la compensazione e il rasoio.
1.
LA COMPENSAZIONE. Il rapporto tra produttori e spettatori è dinamico e la legge della
compensazione ci mostra come laddove i primi lascino degli spazi vuoti, un consumo produttivo della
cosiddetta “intelligenza collettiva”, attiva prevalentemente in rete, tenda a colmarli. Ciò riguarda in
particolare le estensioni. Confrontando Bref. con diversi esempi citati da Barra e Scaglione, notiamo come
gli spettatori, riconosciuta l’estrema “sgangherabilità” del testo, siano intervenuti operando una vera e
propria azione di disassemblaggio del programma: diffondono le sue colonne musicali o i suoi episodi più
particolari (ad esempio, Bref. J'ai pas eu de croquettes, diffuso il 21 dicembre 2011, che vede come
protagonista il cane di The Artist: ricorre su oltre dieci siti, come risulta da una ricerca su Google svolta il 20
dicembre 2012). Le estensioni terziarie di Bref. risultano per esempio essere pagine dedicate su
Wikipedia22, siti di ricerca e scambio di dettagli e curiosità sugli episodi23, o video della serie diffusi tramite
Youtube. Con ciò si sopperisce ad un’assenza produttiva, nello svolgimento di due funzioni principali: da un
lato, la costruzione di mappe e liste che facilitano la navigazione nel testo seriale, con una funzione di
reference, dall’altro il vero e proprio smembramento del prodotto audiovisivo, con una funzione di
deposito o archivio (episodi caricati su Youtube). La dinamica della compensazione investe anche le
pratiche di glossa, ossia la fioritura di discorso online attorno al prodotto, non solo in spazi ufficiali, ma
anche siti e forum creati dal basso, che tuttavia non riescono ad ottenere il successo dei primi in termini di
popolarità e densità di presenze e commenti: si pensi alla pagina Facebook della serie, che raccoglie oltre 3
milioni di fan decretandosi vero aggregatore del discorso online in modo decisamente più significativo
rispetto ad analoghi spazi non ufficiali. Da evidenziare tuttavia come le stesse parodie, estensioni terziarie
della serie, siano non solo sollecitate ma anche “guidate” dagli stessi autori ufficiali: si pensi che il libro
include addirittura la guida Come fare il tuo Bref.
La legge della compensazione implica due importanti corollari: il primo, chiarisce come la ricchezza
di estensioni secondarie inibisca la crescita di luoghi analoghi realizzati dagli spettatori, convogliando il
consumo produttivo e partecipativo sui canali ufficiali; tuttavia, nel momento in cui tale presenza diviene
carente, le estensioni terziarie si sviluppano immediatamente: si pensi alla pagina Facebook “Bref. Media
error 13 Solutions”, che raccoglie 1.307 “mi piace” (dato aggiornato al 29 dicembre 2012): creata il 12
giugno 2012, con lo scopo di pubblicare i link ai video degli episodi ritirati da Canal+, è stata tuttavia resa
inutile poiché gli stessi video segnalati su di essa sono stati rapidamente ritirati. Il secondo corollario mostra
come l’attività dei fruitori, vista ad esempio come interazione online o creazione di parodie, si metta in
moto poiché il programma è capace di stimolare un investimento affettivo: Bref. presenta le caratteristiche
per assurgere a ruolo di lovemark, ovvero di brand caricato di valore e di affetto (si pensi alla parodia Bref.
Je suis le sosie de Bref24).
2.
IL RASOIO. La legge del rasoio precisa come l’azione del broadcaster nel dare vita a un testo esteso
possa essere sviluppata e, soprattutto, mette in guardia da quelle azioni che si possono rivelare
controproducenti. Per lanciare l’uscita del dvd e in seguito del libro di Bref., Canal+ ha evitato una sorta di
“autoconcorrenza”, ritirando tutti i video degli episodi caricati online e, dopo un periodo di qualche mese in
22
La pagina Wikipedia dedicata alla serie è stata creata il 7 settembre 2011:
fr.wikipedia.org/wiki/Bref_(s%C3%A9rie_t%C3%A9l%C3%A9vis%C3%A9e)
23
Dettagli che sono raccolti e censiti sul blog bref3000.tumblr.com
24
www.youtube.com/watch?v=cxzC2SbH3MY, parodia di Stéphane Beuzon, diffusa il 30 dicembre 2011, registra 1 875 004 visite al
7gennaio 2013.
Lisa Viola ROSSI
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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
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cui al play corrispondeva il messaggio “Media error 13”, tutti i video pubblicati su Canal+ sono stati
sostituiti con un video promozionale del dvd (pubblicato su Youtube il 13 giugno 2012) e successivamente
del libro (pubblicato su Youtube il 18 novembre 2012). Ciò spinge a una compensazione, che si traduce nella
diffusione degli episodi su siti non ufficiali, o nell’acquisto di estensioni secondarie, come il dvd e il libro; la
legge della compensazione spinge a partecipare a spettacoli come la “serata Bref” nell’ambito del
Montreux Comedy Festival (trasmessa anche online e in diretta il 10 dicembre 2012 su France 4 e Rires &
Chansons25), o a non mancare all’appuntamento di beneficienza al Grand Rex - la più grande sala
cinematografica di Parigi (in cui si svolgono anche concerti e spettacoli teatrali) -, organizzato lo scorso 23
ottobre 2012, per raccogliere fondi per l’associazione “Un cadeau pour la vie”.
NETWORK DINAMICI. Il broadcaster tiene conto delle fasi della distribuzione, oltre che della
produzione. Le molteplici forme di accesso potenziano lo “scollamento” tra i ritmi dell’emissione e quelli
del consumo, mentre l’accelerazione dei tempi delle informazioni pone l’emittente al di fuori del
tradizionale sistema di routine produttive, costringendole a ripensarle per catalizzare un pubblico
frammentato e disperso. Pertando il broadcaster di Bref. cerca di seguire il suo prodotto attraverso i diversi
passaggi che compongono la sua storia di produzione e consumo nella sua complessità, attivando sinergie
con altri comparti per dispiegare al meglio le molteplici estensioni, dal cofanetto dvd alle T-shirt. Bref. in
quanto brand vede la disseminazione di contenuti negli spazi di discorso online e offline capaci di tenere
desta l’attenzione anche quando il programma non è in onda o è, addirittura terminato.
Consideriamo ora il prodotto alla luce di tre regole che cercano di indicare alcuni punti fermi utili
per seguire al meglio programmi sempre più complessi e sfuggenti.
1.
IL CICLO DI VITA. La dinamica temporale del prodotto televisivo convergente lavora in prevalenza su
tempi lunghi e in due fasi principali. Tuttavia in Bref. i tempi sono davvero molto stretti. Inizialmente il
broadcaster lavora in chiave promozionale: lo riscontriamo da una ricerca su Google, che rintraccia articoli
“di lancio” apparsi su Le Nouvelle Observateur26, Cosmopolitan27, Le Figaro28 e altri (spi0n.com,
meltybuzz.fr, lesnouveauxcinephiles.com, madmoizelle.com, realisatricerealisateur.over-blog.com), non
solo francesi (kevinmartel.be, huffingtonpost.ca). Su Canal+ ed il sito ufficiale, affiancati da Facebook e
Twitter, vengono promossi video con il backstage, gallerie fotografiche, concorsi, giochi, chat: tali estensioni
sono volte ad attivare dinamiche di discorso a cascata – il cosidetto buzz -, che catalizzano l’attenzione sul
prodotto e lo distinguono dalla concorrenza. Ciò vale in un secondo momento anche per i testi ancillari che
non sono più o non soltanto un investimento promozionale, ma divengono produzioni con una propria
sostenibilità e redditività economica: il fandom è addirittura disposto a pagare per giungere a conoscenza di
“bonus” (si pensi al libro), per conservare gli episodi (non più disponibili gratuitamente come nella prima
fase, propriamente promozionale: si veda il loro ritiro dal web in occasione dell’uscita dei dvd) o addirittura
per “indossare” (dai preservativi alle magliette) il loro “amato” brand.
2.
L’ISTANTANEITÀ. Per sfruttare al meglio le attività estensive e promozionali, la presenza di un
fandom e l’eventuale hype, occorre ben pianificare la temporalità della possibilità di accesso e di
conservazione del contenuto. Tale legge si suddivide in due momenti, che ritroviamo rispettati in Bref.:
nella prima fase si attuano dinamiche di catch-up, attraverso la messa a disposizione in forma gratuita e
non conservabile degli episodi della serie, per catalizzare l’attenzione di un pubblico disperso su un
prodotto televisivo e aumentare il dato di ascolto degli episodi successivi. Il brand si rafforza perché “in giro
se ne parla” e perché lo spettatore, dopo un primo avvicinamento, potrà decidere di continuare a seguirlo.
In una seconda fase, si mira a favorire un accesso volto ad un riallineamento (per consentire l’ingresso del
prodotto nei ritmi del singolo fruitore, in vista di una sorta di sofa-tv) e una ri-visione frammentaria si
25
Radio francese del gruppo NRJ.
leplus.nouvelobs.com/contribution/190051-bref-la-nouvelle-serie-sensation-de-canal.html
27
www.cosmopolitan.fr/,bref-la-nouvelle-serie-du-grand-journal-sur-canal,2510838,1480313.asp
28
madame.lefigaro.fr/societe/bref-trop-lol-260911-177194
26
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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
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sostituisce una volontà di conservazione e ri-visione sistematica, nonché persino di possesso dei contenuti.
La disponibilità non è più gratuita e le estensioni, come i dvd (lanciati solo pochi mesi dopo l’ultimo
episodio della prima e successivamente della seconda stagione) divengono fonte di profitto ulteriore per il
broadcaster. La forza del brand può permettersi tempi più lenti per l’uscita di altre estensioni – pensiamo
alle magliette o all’annunciato progetto cinematografico – data la sua persistenza presso il proprio fandom.
3.
IL “RITORNO”. La legge del ritorno evidenzia come nel sistema mediale contemporaneo le
espansioni e i testi ancillari (anche derivati dalla creatività terziaria) possano divenire oggetto di forme di
riappropriazione da parte del broadcaster, arricchendo il testo d’origine (pensiamo ai contenuti
supplementari contenuti nei dvd) o venendo trasmessi su canali minori (episodi caricati su altri siti meno
conosciuti di Canal+ o Youtube). Ciò a causa di una duplice spinta: da una parte la richiesta di contenuti da
parte di nuove reti e piattaforme (per esempio la nuova collana editoriale di Hachette, Hachette3000),
dall’altra l’esigenza dello spettatore, che vuole vivere appieno l’esperienza del consumo mediale
(producendo testi in prima persona o attendendoli da parte dell’industria). Come evidenziano Barra e
Scaglione, il confine tra il premio dato al fan che contribuisce creativamente al prodotto e lo sfruttamento
gratuito del suo lavoro a fini commerciali è sottile (si veda il ritorno in termini promozionali delle parodie di
Bref.: Stéphane Beuzon, tra i primi autori di parodie di successo, è stato anche invitato ad un contributo
durante la “soirée Bref” del 31 dicembre 2011, nonché alla trasmissione tv La Matinale di Canal+ del 4
gennaio 2012).
UN CONSUMO CONVERGENTE. In un contesto di produzione e distribuzione convergente, è dunque chiaro
che anche il consumo debba diventare tale, come ricordano gli stessi autori Barra e Scaglione. Le dinamiche
di relazione dello spettatore con le piattaforme, l’offerta e i prodotti sono caratterizzate da una logica
complessiva che possiamo definire di gestione della complessità. Tuttavia una ricerca e analisi empirica
focalizzata sulle pratiche di consumo non rientra nell’ambito di questo lavoro, più focalizzato sulla parte
produttiva e distributiva del testo. Considereremo quella parte di consumo “attivo”, un aspetto che va oltre
a ciò che sosteneva Iser sull’atto di lettura, inteso come processo di coinvolgimento con cui chi legge attiva
gli schemi del testo per nutrire il suo immaginario e esercitare la sua immaginaziona creativa. Il
coinvolgimento che intendiamo è quel processo che porta a creare e produrre estensioni terziarie, che
analizzeremo più avanti.
Sulla scorta di quanto osservato da Innocenti e Pescatore, notiamo infine come Bref. contribuisca
allo sviluppo di due fenomeni paralleli dal punto di vista della fruizione, entrambi difficilmente mappabili:
da un lato il declino, almeno parziale, dei media di massa e della fruizione di massa a vantaggio di fruizioni
parcellizzate e di audience ritagliate sul singolo prodotto; dall’altro, promuove forme di fruizione sempre
più legate a quella testualità diffusa che caratterizza il prodotto convergente: più che l’esperienza mediale,
è dunque questa nuova esperienza testuale a garantire la coesione delle audience e la continuità del
consumo. La tendenza cross-mediale, come osserveremo, prevede infatti una narrazione condotta
soprattutto dal fruitore: per questo la personalizzazione del prodotto dal punto di vista narrativo e delle
modalità di consumo diventa per il broadcaster una necessità primaria.
2. ANALISI E METODOLOGIA.
A fronte di uno scenario complesso e dinamico come quello attuale e alla luce della letteratura
consigliata nell’ambito del nostro corso, abbiamo spostato lo sguardo sulla serie Bref., in quanto l’abbiamo
ritenuta caso studio interessante nell’ambito del fenomeno della televisione convergente.
La metodologia di analisi di tale prodotto televisivo e delle sue estensioni, si è articolata nella
mappatura di spazi, pratiche e discorsi in rete, ricorrendo agli strumenti metodologici della analisi desk del
prodotto esteso e della virtual ethnography del web televisivo. Per fare questo ci siamo avvalsi di un uso
integrato dei motori di ricerca e abbiamo attuato ricerche focalizzate in ambienti specifici, dai siti ufficiali
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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
della serie ai social network, dai siti-repertorio come Youtube alle testate francofone. Evidenziamo come la
chiusura del campo etnografico presenti inevitabilmente un certo margine di arbitrarietà: tuttavia ci si è
ispirati al criterio della saturazione per tentare di dare un quadro il più possibile esaustivo del prodotto.
Abbiamo quindi sviluppato un’indagine alla luce delle analisi svolte su una serie di casi studio passati in
rassegna dagli autori in bibliografia.
Nel dettaglio, seguendo le proposte di Hine riprese in Televisione convergente, abbiamo costruito il
nostro campo di osservazione intorno al testo Bref. Innanzitutto, abbiamo preso in analisi: il prodotto
originario (studiando la serie e i contenuti supplementari, contenuti nel cofanetto dvd); il libro Bref.; i profili
sui social network (Facebook, Twitter, Google+), nonché i canali ufficiali e non (con video dedicati alla serie)
su siti-repertorio come Youtube e Dailymotion; i siti ufficiali (da Canal+ a www.breflaserie.com) e non
(come www.episodes-bref.com o bref-like.fr); gli articoli apparsi su testate francofone – non solo francesi -,
ritrovati attraverso link rintracciati su forum o attraverso vari motori di ricerca, al fine di compiere una
ricognizione complessiva della discorsivizzazione in rete e offline, mirata al massimo di apertura e
inclusione dell’eterogeneo, proporzionalmente alle risorse tuttavia limitate investite per tale indagine, il cui
svolgimento ha avuto luogo tra novembre 2012 e gennaio 2013.
Pertanto il presente lavoro analizza l’estensione, l’accesso e il brand, ovvero approfondisce i punti
salienti della trasformazione di quella filiera che lega la produzione al consumo: una trasformazione che
vede il prodotto divenire testo esteso, l’accesso moltiplicarsi e il brand assurgere a fattore cruciale per la
gestione dei programmi quanto delle reti. Con questa consapevolezza analizzeremo il nostro caso studio: ad
esempio, per sostenere il concetto di successo convergente, non terremo quindi conto solamente dell’esito
audiometrico della sua messa in onda, ma considereremo l’alto numero di fan su Facebook, followers su
Twitter, visite e parodie su Youtube e Dailymotion.
3. IL TESTO.
SCHEDA TECNICA.
Titolo
Regia
Protagonista
Sceneggiatura
Società di produzione
Società di distribuzione (per la tv e i dvd)
Collocazione in palinsesto
Frequenza di emissione
Effetti speciali
Post produzione
Formato
Paese d’origine/Lingua
Durata
Genere29
Produzione esecutiva
29
Bref.
Bruno Muschio, Kyan Khojandi
Kyan Khojandi
Bruno Muschio, Kyan Khojandi
My Box Productions (Harry Tordjman)
Canal+ (Trasmesso anche da AddikTV3 in Quebec, a partire
dal 27 agosto 2012)
Ore 20.30, fascia primetime, nell’ambito della trasmissione
Gran Journal di Canal +
Generalmente 3 volte a settimana, giorni feriali (variabili)
WIP Studio (Damien Maric)
Untitled Studios
1.77:1, a colori
Francia/Francese
Episodio: la durata originaria oscilla tra 90 e 105 secondi;
gli ultimi episodi durano fino a 2 minuti e 20 secondi
Serie: dal 29 agosto 2011 al 12 luglio 2012
Serie/Intrattenimento/Sitcom-Shortcom-Mobisodes-Spot
Fiction (tendenza all’ibridazione)
Anna Tordjman
Si veda la voce “CONTRATTO DI GENERE” (all’interno del paragrafo “IL TESTO”)
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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
Direttore della fotografia
Montaggio
Scenografia
Ingegnere del suono
Assistente di regia
Testi
Primo assistente operatore
Direttrice della produzione
Responsabile logistica
Macchinista
Costumista
Truccatrice
Color correction
Josselin Billot
Valentin Feron
Jérémy Duchier, Jérôme Canaple
Henri D'Armancourt
Fabrice Barnier
Anne Fromm
Stéphanie Varéla
Oriana Gay
Fabrice Triquenot
Jean François Reverdy
Marion Moulès, Matthieu Camblor
Amélie Langlet
Fred Fleureau
IL TITOLO COME MARCHIO. Il titolo della serie è vera e propria etichetta, un marchio del prodotto: Bref
non come “breve”, bensì “brevemente” (poiché tradotto dal contesto dei titoli degli episodi), si
contraddistingue per la propria durata o meglio per la sua densità. Bref. riesce infatti a produrre narrazioni
autosufficienti, in appena 100 secondi, strappando puntualmente il sorriso. Breve la durata degli episodi,
breve la durata dell’intera serie. Evidenziamo come Bref. si componga di sole tre stagioni: le prime due
sono composte da 40 episodi, mentre la terza è costituita da appena due episodi, che mettono fine alla
storia. Entrambi sono stati trasmessi al termine della puntata de Le Grand Journal del 12 luglio 2012, che ha
visto i protagonisti della serie intervistati in studio e in chat30. Ricordiamo che la fine di Bref. era stata
inoltre annunciata dagli autori e dal produttore sul sito ufficiale il 19 giugno 2012, con la seguente
spiegazione: “Siamo cresciuti con le serie americane, che molto spesso fanno ‘la stagione di troppo’, e non
vogliamo cadere in questa trappola che sappiamo arriverà”31.
Ricordiamo infine che ci sono inoltre 5 episodi che non rientrano all’interno delle stagioni:
1.
Bref. Je crois que j'ai croisé Michel Denisot (teaser, diffuso in agosto 2011)
2.
Bref. Télécom 3000 (uscito sul Amazon.fr il 28 febbraio 2012 per pubblicizzare il dvd, si pone come
sorta di “regalo a sorpresa ai fan” in quanto fu mimetizzato sul sito come fosse una normale pubblicità)
3.
Bref. J'ai pas eu de croquettes (girato sulla base della pellicola The Artist, con protagonista il cane
Uggie, diffuso il 21 dicembre 2011)
4.
Bref. Nous sommes 2 millions (diffuso nel marzo 2012)
5.
Bref. Plans cul réguliers (uscito sul web il 22 aprile 2012, a ridosso della trasmissione televisiva degli
episodi Bref. J'ai un plan cul régulier e Bref. Je suis un plan cul régulier)
DAL BRAND AL META-BRAND. Bref. è chiaro esempio della trasformazione del circuito televisivo. In quanto
testo convergente, non è semplicemente un programma, bensì testo esteso, “testo-rete”, in cui il corpus
dei singoli episodi messi in onda sono prodotto centrale affiancato da una miriade di estensioni, paratesti o
prodotti ancillari, realizzati sia da attori istituzionali che dagli stessi fruitori. Le forme di accesso si
moltiplicano e sono sia previste e dunque sfruttate dalle produzione, sia impreviste, creative, “pirata”: in
campo osserviamo strategie volte ad irregimentare tale sistema ramificato di testualità, attraverso la
costruzione di un brand. Questo infatti investe e dà vita a un panorama complesso di testualità,
incorniciando tutti i prodotti della filiera e crea dunque “bussole” che orientano il consumo.
Interessante notare come nella serie la costruzione del brand Bref. si intrecci ad un processo di
costruzione di un meta-brand, “-3000”: di tanto in tanto i prodotti che appaiono nella serie – che siano
alimenti o capi di abbigliamento - citano brand di successo e si trasformano sotto il cappello del meta-brand
30
31
www.canalplus.fr/c-divertissement/pid4293-c-le-tchat-avec-l-equipe-de-bref.html
bref. on arrête « bref. » (29 giugno 2012), www.breflaserie.com/blog/bref-on-arrete-bref
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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
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coniato dagli autori della serie: ad ogni logo noto viene aggiunto il suffisso “-3000”: si veda ad esempio
K3000 (che cita il gruppo Kellogg's), Cola3000, fino a Hachette3000 (il gruppo editoriale francese che ha
pubblicato il libro Bref. e che ha inaugurato appositamente la collana Hachette3000). Il personaggio di Bref.
trova un lavoro a Télécom3000, nei contenuti supplementari interpreta diverse parodie di pubblicità come
Repère3000 (logo di una sorta di uno spray per vestiario), Fresh’3000 (logo di una bevanda) o Slip3000
(brand di lingerie), e lo si vede scorrere gli annunci di Entrelle3000 (agenzia di annunci/incontri).
Il “suffisso brandizzante” si ritrova anche nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione che ha
coinvolto gli autori di Bref. e il sito Canalplus.fr, i quali - in collaborazione con l’associazione francese
Sidaction - si sono mobilitati per lanciare l’operazione Capote3000, dal 1 dicembre 2011, giornata mondiale
dedicata alla lotta all’Aids, al 15 dicembre 2011. Una campagna di sensibilizzazione che si è presentata
sotto forma di concorso (lanciato sulla pagina Facebook della serie): cento fan sono stati estratti a sorte per
ricevere in premio una confezione di Capote3000 (marca di preservativi che compare in diversi episodi di
Bref., in cui ogni pezzo si caratterizza per riportare citazioni della miniserie). Da allora, i Capote3000 sono in
vendita, a prezzo di mercato. Ma questo concorso non è l’unico che è stato lanciato dagli autori di Bref.,
utilizzando il meta-brand ‘–3000’: non va dimenticato il Test Psycho3000 che, pubblicato su Facebook lo
scorso 14 marzo 2012, metteva in palio 50 dvd della serie (ottenendo, al 23 dicembre 2012, 1.875 “mi
piace”, 144 condivisioni e 290 commenti, nonché articoli ad hoc es. su letsbuzzit.com). Per partecipare al
Test Psycho3000 gli utenti avrebbero dovuto scegliere tra un set di 4 risposte per ciascuna delle 8 domande
proposte (assurde le une come le altre) per sapere a quale personaggio della serie assomigliassero di più.
Ma Bref. non è solo brand: è al tempo stesso “macro-sistema diffuso”, che crea fenomeni di
passaggio al suo interno, tramite confini porosi e fenomeni di traduzione. L’accesso al testo e il flusso di
produzione-consumo si trasformano: si definiscono nuove forme di visione in anteprima al testo televisivo
– il video viene caricato su Youtube e il link diffuso sulla pagina Facebook nell’ora antecedente alla
trasmissione tv, prevista alle 20:30, e a seguire viene linkato attraverso Google+, dal profilo di Bref. Canal+.
Tutti episodi vengono messi ufficialmente online per poi essere ritirati e connessi ad un unico link, per
trasmettere i video promozionali sia del dvd, che del libro. In questo modo si crea una comunità estesa
costituita da molteplici sottocomunità tra loro indipendenti, poiché i modi e i tempi di fruizione variano
producendo spazi di discorso specifici e contenuti dedicati, ricreando forme di visione partecipata e
collettiva.
Interessante allora osservare in dettaglio le caratteristiche produttivo-formali, contenutistiche,
sociali, sedimentate all’incrocio tra produzione, distribuzione, pubblico e programmi che sono divenute
ormai punti fermi nel sistema televisivo.
PARATESTO VISIVO. Attorno alla costruzione del testo vero e proprio, Bref. presenta una sorta di cornice
che segna la separazione tra un episodio e l’altro. La struttura di tale cornice si compone di due sigle (come
osserviamo, non si tratta tuttavia di sigle da intendersi nel senso più tradizionale del termine):
SIGLA INIZIALE (3-4 secondi circa)
1. Scena introduttiva senza voice-over;
2. Cartello nero con la scritta in bianco “bref.”, comincia la narrazione in voice-over e la canzone dei
Carbon Kevlar ‘Coco Shaker’.
SIGLA FINALE:
3. Voice-over che pronuncia il titolo dell’episodio;
4. Flying step (immagini che scorrono rapidamente con un suono simile a un razzo per un 1 secondo
circa);
5. Cartello nero con i titoli di coda – estratto musicale variabile (generalmente musica elettronica,
della durata di 1 secondo circa);
6. Un’ultima scena senza voice-over (10 secondi circa);
7. Cartello nero con la scritta in bianco “bref.” – Estratto di Funkhop dei MiM.
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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
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APPARATO SCENICO. La prima ambientazione di Bref. è un interno, come nella maggior parte degli episodi
della serie ed in particolare è a camera presso un appartamento di Montmartre, a Parigi, setting che è
stato anche utilizzato nel corso del film Il favoloso mondo di Amélie di Jean-Pierre Jeunet (2001). Tuttavia
l’arredamento assume un ruolo di co-protagonista solo in un’occasione: Bref, J'ai monté un meuble,
episodio 35, diffuso il 13 dicembre 2011, in cui Je monta un armadio Ikea, brand low cost e mainstream
rispetto alla generazione target della serie.
Da un punto di vista di “effetto realtà”, scadente è l’ambientazione dell’episodio Bref. J’ai pris le
métro, girato all’interno di una stanza arredata “da vagone della metro” (poiché l’azienda dei trasporti
parigina, la Ratm, aveva comunicato agli autori l’impossibilità di girare dentro la metro ad appena 8 giorni
dalla data prefissata) 32. Tuttavia ciò permette, come ha spiegato Muschio, di dare più forza alla critica
mossa all’ente che ha in gestione la metropolitana parigina, poichè consente la realizzazione di un maggior
numero di idee (si pensi alla scena in cui un passeggero si getta dal vagone: il movimento del vagone è
ricreato muovendo la telecamera stessa, il tunnel della metro è stato allestito semplicemente oscurando la
stanza in cui “salta” l’attore; tale scena sarebbe stata realizzabile solo ricorrendo a effetti speciali, ma visti
gli imprevisti tempi ristretti per produrla, sarebbe stata tagliata).
COSTUMI DI SCENA. Ad una prima occhiata gli stilisti di Bref. sembrano avere un lavoro molto semplice:
vestire gli attori in un modo normale, in situazioni normali. Una sfida all’apparenza semplice, soprattutto
nel momento in cui l’abbigliamento del protagonista sembra appunto definito da scelte no-look. Tuttavia
occorre notare due aspetti: il primo, risiede nell’aspetto estremamente condensato della serie. Ciò richiede
la moltiplicazione di situazioni, e quindi dei costumi di scena, come fosse un lungometraggio. Il secondo
aspetto è la tecnica detta del crossboard, tipica del cinema. Per alleggerire i costi e la logistica, il calendario
dei girati è adattato al luogo delle scene. Perciò se la camera del protagonista serve nell’episodio 1, 7,22 e
34, tali scene vengono girate durante il medesimo giorno e pertanto occorrere ben curare per ognuno le
diverse scelte dello stile dell’abbigliamento, affidate a Matthieu Camblor e Marion Moulès. Per dare un
esempio dell’accuratezza seguita anche nelle scelte dei costumi di scena (per una coerenza stilistica colta
solo dai fan più appassionati), si pensi all’episoio 2 del 30 agosto 2011, Bref. Je remets tout à demain, dove
il personaggio immaginario di ‘Domani’ indossa la T-shirt “Io indosserò il domani”.
MATERIALI VISIVI. Alcuni episodi di Bref. si concentrano su alcuni materiali visivi che non sono solo di
supporto/spiegazione, ma divengono co-protagonisti della singola narrazione, tanto da evitare la fase di
girato tradizionale. Vediamo ad esempio tre episodi per i quali gli autori hanno ingaggiato Baptiste Firroloni
e Seb Cha, esperti di effetti speciali e fotografia. Si tratta di due episodi basati solo su una fotografia e su un
disegno, elementi centrali sui quali si articola l’intera narrazione attraverso zoomate rese possibili da una
cattura digitale di medio formato da 80 milioni di pixel. Il primo, Bref. J’aime bien cette photo del 16
novembre 2011, ha visto la collaborazione dello studio Rouchon per gli effetti speciali. Il secondo, Bref. J’ai
fait un dessin del primo maggio 2012, ha visto la collaborazione del disegnatore Boulet. Bref. J'ai envoyé un
texto, episodio del 5 luglio 2012, si avvale della collaborazione di Seb Cha, contattato dagli autori per
raccontare la scrittura di un sms da parte del protagonista a una ragazza sul modello del videoclip di
‘Menace de Mort’, che Seb Cha ha prodotto per il rapper francese Youssoupha.
MODALITÀ RITMICHE. Bref. ha ridefinito il ritmo della narrazione. Ha infatti un formato corto, ma un
montaggio molto più complesso di un normale lungometraggio, che si gioca tutto attorno alla nozione di
tempo: la concisione è la sua firma, ma anche la densità della narrazione. Evidenziamo come prima
caratteristica di Bref. non tanto la sua brevità, ma il fatto che sia condensato: le scelte nel ritmo
32
Lo scenografo Jérémy Duchier ha costruito una struttura in metallo che richiamasse quella di un vagone della metro, mentre
l’équipe del direttore della fotografia, Josselin Billot, ne ha curato l’illuminazione per dare l’impressione di essere all’interno di una
metro.
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dell’organizzazione del discorso che lo caratterizzano in modo distintivo sono dettate dal quasi
onnipresente voice-over ed da una tecnica di montaggio forse mai vista in una serie televisiva, che rende
ogni episodio estremamente dinamico, potente, provocatorio. Fluctuat.net ha descritto le influenze della
serie che vengono di fatto dal cinema, come il montaggio ultra-rapido di Trainspotting (Danny Boyle, 1995).
In Bref. vengono usate delle pietre angolari del montaggio, come la tecnica chiamata dagli autori
“banane/banane” e la tecnica “noir/blanc”. Con la prima si intende l’accoppiamento sistematico tra
discorso e immagine: se l’eroe dice “banana”, si vede una banana. Questo meccanismo si è imposto a causa
della velocità dell’esecuzione della serie, per facilitare la comprensione dell’azione svolta dal protagonista
da parte dello spettatore. Questa tecnica non ha tuttavia reso più complessa la scrittura o il girato. La
seconda tecnica, “noir/blanc” nel linguaggio degli autori di Bref., consiste in questo: la presenza di voiceover è noir, la sua assenza corrisponde al blanc. Lo stile Bref. si caratterizza per un’alta percentuale di noir
rispetto al blanc (con alcune eccezioni, come Bref. J'ai fait une soirée déguisée - partie 4, episodio del 2
luglio 2012).
A queste regole di base se ne sono aggiunte altre nel corso dell’evoluzione della serie: per non
annoiare e per non perdere la potenza del ritmo, si sono evitate formule divenute ben presto cult della
serie, come la frase “J Il m’a regardé/ je l’ai regardé/ il m’a regardé le regarder…” che ricorre fin dal trailer
di promozione della serie (Bref. Je crois que j’ai croisé Michel Denisot33, che ha generato un fenomeno
diffuso di buzz su Twitter a partire dal 29 luglio 2011). Ma anche la durata si è evoluta, mantenendo
inalterato il ritmo, “poiché – come spiegano gli autori - per le narrazioni più complesse occorrevano oltre
120 secondi”. Tuttavia l’obiettivo è sempre stato quello di restare in un massimo di 90 secondi, che gli
autori hanno realizzato lavorando sulla densità degli episodi, dunque in sede di montaggio. Una densità che
ha mantenuto inalterato il ritmo. Per mantere una coerenza della scrittura e della regia, si ricordi che il
lavoro è stato curato quasi esclusivamente da Muschio e Kyan, evitando dunque che numerosi interventi
potessero “diluire” i tratti caratteristici della serie.
Il ritmo è una delle colonne portanti della serie, che mostra la sua importanza nell’episodio Bref. Je
me suis préparé pour un rendez-vous. Le azioni del protagonista sono sincronizzate con il ritmo
caratterizzante la serie, a 120 battiti al minuto (“bpm”, ovvero “beat per minute” con cui si designa l’unità
di misura della velocità di una musica. Ad esempio, se le bpm è a 60, significa che c’è un battito per
secondo). “Il vantaggio di 120 bmp - come spiega Muschio - sta nel fatto che possiamo rallentare la scena
al bisogno, restando entro un ritmo semplice e naturale. Se per esempio avessimo adottato 80 bmp,
avremmo dovuto scegliere di montarlo a 120 bmp e scendere a 40 bmp per rallentarlo e ciò sarebbe
apparso alquanto bizzarro”. Da qui la scelta della musica elettronica34, che ha una cadenza di 120 bmp e
pertanto è stata considerata dagli autori ben adattabile alla serie. Pertanto è stata usata sistematicamente
nell’80% degli episodi, “come fossero videoclip musicali”, spiega Khojandi.
I dialoghi sono calati sui tempi della musica, si pensi a una frase (che è diventata citazione celebre
della serie, ricorrendo in vari episodi ed essendo da subito ripresa in numerose parodie) come “Il m’a
regardé/ je l’ai regardé/ il m’a regardé le regarder…”: si può sentire il ritmo generale della serie. Ma
esistono altri meccanismi più sottili. Ad esempio la musica non si ferma mai veramente, ma si passa a un
“sub” (un cambio di tono o del volume, che diviene appena udibile) composto in funzione di una scena ben
precisa. Un’altra regola che serve a mantenere il ritmo caratterizzante la serie è l’utilizzo di una voce che
non inizia meno di due immagini dopo un flying step. Ad esempio, nel noto flying step con cui si conclude
ogni episodio, che dura 11 frames, 9 immagini si susseguono in un solo frame l’ultima ne dura due.
La scelta del ritmo è anche dettata da una tecnica che riprende Le Rire di Bergson (1900), il quale
evidenzia come il meccanismo della risata sia calato sull’organismo umano. Ad esempio, come spiega
33
Michel Denisot è presentatore della trasmissione Le Grand Journal su Canal+.
Gli autori che hanno prestato o prodotto i loro pezzi per la serie sono: The Name, Carbon Kevlar, Neus, Chlorine Free, Disco
Mirage, Funky Skunk, Nameless, TorToZa, Ludovic Dessaint, Ben Mazué, Émile Simon, The Weasel and The Wasters, Dorion,
Valentin Féron, Mim e lo stesso Kyan Khojandi.
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Khojandi, “significa che se un uomo si mette il profumo per 3 volte, ciò fa ridere. Ma se lo stesso di mette 3
volte il profumo in modo meccanico, questo risulta veramente divertente”. La meccanicità è dettata dal
mantenimento di un ritmo.
In base a tale attenzione, gli autori riescono a ottenere episodi molto calibrati, anche se, come
abbiamo notato, la durata cambia. La durata originale degli episodi oscilla tra 90 e 105 secondi, mentre gli
ultimi durano fino a 2 minuti e 20 secondi. Ripetiamo: in Bref. non conta la durata breve, ma la sensazione
della brevità. Anche perché, come sostengono gli autori, un montaggio troppo rapido, con troppi tagli, che
dura ad esempio 47 secondi, non consente di comprendere nulla. Per questo servono regole che
consentano una compresione rapida della narrazione che sono impostate sul rispetto di un ritmo ben
definito. L’importante per gli autori non è fare una narrazione veloce, ma accelerata, da cui le tecniche della
compressione/decompressione e del flying step. La metafora fatta dagli autori è quella delle montagne
russe: “Se si cade continuamente, lo si percepirà solo all’inizio e basta”.
PROTAGONISTA. Il protagonista della sitcom è chiamato ‘Je’, ovvero ‘io’ poiché la narrazione è sempre in
prima persona e non è ne reso noto il nome. È un trentenne parigino (ha festeggiato i suoi 30 anni nel
46esimo episodio), disoccupato e celibe, che parla in prima persona, usando solo il pronome personale,
"Je". La sua vita appare un po’ banale, senza interessi, fino a quando non incontra una ragazza, Sarah, per la
quale avrà un colpo di fulmine che avvierà il racconto delle sue peripezie non solo sentimentali. Più che
l’eroe, Je è il punto di vista e il primo ambiente (mentale) della serie. Interpreta un ragazzo normale che
“subisce gli altri” e si definisce attraverso le sue azioni e le persone che lo circondano, a posteriori (nella
narrazione usa sempre il tempo passato prossimo). Si caratterizza per parlare veloce e molto con se stesso,
nella sua testa (ed il suo pensiero corriponde ai voice-over, facilitando un processo di identificazione), e si
caratterizza per essere abbastanza maniaco di cifre.
Lavoro, amore, famiglia, amici: queste le principali dimensioni narrate della vita di Je. La
rappresentazione della quotidianità di Je non è tuttavia edulcorata nè coperta da un velo di ipocrisia, anzi.
Discorsi ritenuti “problematici” in una tradizionale sitcom emergono con naturalezza grazie alla cornice
dell’ironia, che permette di incasellare questioni complesse all’interno di un discorso “leggero” e quindi
“facilmente digeribile”: si pensi alle relazioni che Je tiene con due ragazze contemporaneamente; il coming
out del fratello; la separazione dei genitori perché il padre si invaghisce di una ragazza molto più giovane;
l’importanza di rapporti sessuali protetti; il precariato.
Espediente narrativo utile a rafforzare il legame identitario con la propria fascia di pubblico, in Bref.
viene evocato anche un passato del protagonista – gli anni ‘90 - nel corso di un episodio (e verrà ripreso e
approfondito anche nel libro). L’episodio Bref. J'ai grandi dans les années 90 fa perno sulla scoperta, da
parte del protagonista, di una scatola dove custodiva gli oggetti distintivi, il “repertorio nostalgico”, della
sua generazione: il marsupio come accessorio “alla moda”, il tipico portafoglio con apertura a strappo, foto
di una sua band musicale, giocattoli dell’epoca, ovvero oggetti che evocano un vissuto che accumuna
nostalgicamente la generazione target di Bref., coeva al protagonista, ritraendo un “passato euforico”,
ovvero una sensazione nostalgica suscitata per “il non poter più fare certe cose”.
ALTRI PROTAGONISTI. Je non è il personaggio principale in ogni episodio. L'episodio 47 (Bref. Je suis vieille)
si concentra su una persona anziana (interpretata dall’attrice Françoise Bertin).
Nell’episodio 60 (Bref. Je suis un plan cul régulier), si racconta la storia dal punto di vista di Marla. Gli
episodi 72 e 73 (Bref. J'ai fait une soirée déguisée, parte 2 e 3), sono rispettivamente incentrati su Cette fille
(apprendiamo il suo nome, Sarah, solo nell’episodio Bref. J'ai fait une soirée déguisée - partie 4) e su “un
inconnu”, dove uno sconosciuto partecipa a una festa organizzata da un amico di Je. Elemento che ci fa
comprendere fin da subito chi sia il protagonista dell’episodio è il cambio di voce narrante (da attribuire
appunto al protagonista, in quanto il voice-over rispecchia il suo pensiero) e i primi piani dedicati fin da
subito al personaggio principale.
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PERSONAGGI SECONDARI. La sitcom si avvale della partecipazione di molti attori professionisti e non.
I personaggi principali sono:
Mikaël Alhawi: Ben
Alice David: Cette fille (Sarah)
Dédo: Julien
Blanche Gardin: Katie (jusqu'à l'épisode 41)
Jonathan Cohen: Charles (à partir de l'épisode 41)
Keyvan Khojandi: il fratello Keyvan
Bérengère Krief: Marla
Baptiste Lecaplain: Baptiste
Marina Pastor: la madre
Éric Reynaud-Fourton: il padre
In Bref. vi è anche la presenza di “personaggi immaginari”, che personificano diversi concetti:
Domani (per rendere l’idea della procrastinazione)/La solitudine (interpretata da Yacine Belhousse)
L’attesa (interpretata da Alexandre Barbe)
Mai (interpretata da Bruno Muschio)
Il contatore di menzogne (interpretata da Redouanne Harjane)
La libertà (interpretata da Romain Lancry)
Kehiron (che nasce come personaggio reale per trasformarsi in immaginario: spinge Je a essere più
disinibito nei rapporti con l’altro sesso).
Compaiono inoltre nel ruolo di comparse personaggi come:
- Norman Thavaud, Cyprien Iov (noti grazie al successo dei loro video sul web)
- Julien Donzé (noto per una parodia di Bref., è stato invitato a interpretarvi una parte)
- Alexis MacQuart, Alban Ivanov, Shirley Souagnon, Blanche Gardin, Issa Doumbia, Cédric Ben Abdallah,
Arnaud Cosson (comici)
- Erwan Marinopoulos (attore)
- Émilie Simon (cantante)
- Greg Romano, Laurent Tirard (registi)
- Adrien Ménielle (disegnatore)
- Lâm Hua (giornalista)
VOCE NARRANTE. L’uso della voce narrante è uno degli elementi caratterizzanti la serie. Ha sempre un
tono monocorde, uno stile informale (usa parole in verlan e termini ricorrenti nello slang giovanile francese,
ad esempio “plan cul” con cui si intende l’“amica-amante”) e rappresenta il pensiero di Je, espediente
narrativo che facilita una identificazione con il personaggio. Contribuisce a rendere comica e leggera la
narrazione, attraverso la cosiddetta tecnica “banane/banane” e la tecnica “noir/blanc” (si veda la voce
“MODALITÀ RITMICHE”).
PUBBLICO. Il pubblico non è esplicitamente convocato all’interno della sitcom, anche se ad esempio vi
ammicca (si pensi alla meta-narrazione di bref3000: in un episodio Je trova il blog dei fan creatori del blog e
vi legge insulti bonari a tale fetta di appassionati), ma è ben presente nelle estensioni del prodotto, dal libro
(entro il quale gli autori propongono giochi, origami e collezioni di figurine) ai social network, che stimolano
un’interazione anche a distanza di mesi dalla fine della serie.
In questo universo di estensioni, Il pubblico è in larga parte partecipante (si pensi alla quantità di
commenti, likes, considivisioni attuate sui social network) e diviene anche attore (comparsa) nella serie
stessa (nel caso di alcuni spettatori che si sono fatti conoscere dagli autori pubblicando le loro parodie
online). Ciò è possibile grazie alla forte ed immediata identificazione del pubblico con il protagonista, come
attestano le decine di migliaia di commenti lasciati sul web, sul modello “Ma sono troppo io!”. Secondo gli
autori Je è un antieroe, nel senso che non ha nè un atteggiamento, nè un apparire nè un entourage
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particolarmente affascinanti o alla moda: il coinvolgimento e l’identificazione nascono probabilmente dal
fatto che il pubblico conosce i suoi pensieri, ancor prima delle sue dichiarazioni/azioni.
Tuttavia è interessante evidenziare come secondo Muschio non vi sia una reale interattività tra
spettatori e autori, nonostante ad esempio il successo della serie sui social network: “Penso che i nostri fan
o follower non siano una comunità propriamente detta: è il nostro pubblico. Non discutiamo veramente
con lui, poiché gli diamo un prodotto finito. Non è una serie interattiva – argomenta l’autore -, perché il
pubblico non influenza le scelte dell’eroe. Noi pubblichiamo e voi commentate, è tutto abbastanza
unilaterale”. Occorre dunque distinguere la nozione di fan da quella di comunità organizzata intorno a un
prodotto: non vanno dimenticati gli appassionati che sono divenuti autori delle numerose parodie diffuse
sul web, e nemmeno le interviste e gli incontri che hanno visto interagire attivamente le due parti, sia
online che offline.
Importante risulta tuttavia considerare anche ciò che esprime in un’intervista uno dei fan più
appassionati, Jean-Philippe Siffert, tra gli autori di bref3000.tumblr.com. Egli dichiara: “È geniale poter
discutere apertamente di un episodio o di una scena con gli autori. Penso che la loro partecipazione ai
social network abbia contribuito molto al loro successo”.
COERENZA DEI TEMI. “Dans la vie, au début on naît, à la fin on meurt. Entre les deux il se passe des trucs,
Bref. c’est l’histoire d’un mec entre les deux…”.35 Questa è la frase rappresentativa della serie scelta da
Khojandi, Muschio e Tordjman, che ben sintetizza l’anima della narrazione del prodotto. Bref. è la storia di
una generazione precaria, in cui i rapporti nascono e finiscono tanto velocemente quanto la durata di un
episodi. Le narrazioni sono molteplici, ma risultano riconducibili ad un unico filo conduttore: la quotidianità
di un trentenne di oggi, con alcune digressioni che ne rafforzano l’universo e forniscono spunti per le
successive estensioni, calandolo in un contesto sociale che ne rafforza l’impressione di completezza (la crisi
del padre, il coming out del fratello, la vita sentimentale del coinquilino, la solitudine della signora anziana
che Je incontra al parco pubblico) e connotandolo di un tono veritiero: ciò dando spazio a aspetti
“sensibili”, come la vita sessuale del protagonista, ritenuti ancora dei tabù nella fiction francese. Bref.
rompe il tabù dell’autoerotismo, a cui, come sostengono gli autori, “raramente televisione e cinema hanno
reso omaggio in quanto routine sessuale amorale”. “Sarebbe una menzogna generale sulla mascolinità –
spiega Khojandi – sostenere che gli uomini non si masturbano. Ma per noi è un dovere, come futuri
genitori, parlarne ai nostri futuri figli. Occorre dire loro che non è un “male”. Come il consumo di video
porno, l’autoerotismo resta un tabù tradizionale e non esiste alcun personaggio di una serie francese che si
caratterizzi per tale attività che, gli autori evidenziano, “non è mostrata in Bref. per stigmatizzare il
protagonista, ma per renderlo più vero”. Tale sfaccettatura deriva da un’intenzione, come sottolineano gli
autori: “più racconti la verità nei dettagli, più il pubblico sarà coinvolto”. Il produttore Tordjman aggiunge:
“In Francia c’è la tendenza a creare personaggi molto dettagliati per ottenere una identificazione rapida.
Ma mancano spesso di realismo, e noi lo pretendevamo”. Inizialmente Je appare come un fallito, come un
solitario, tuttavia si scopre rapidamente che ha relazioni promiscue, con diverse ragazze e anche con un
uomo (evidenziamo come non scada in stereotipi o non faccia perno su una sorta di voyerismo). Chiariamo
inoltre che in Bref. non è raccontata solo la sessualità del suo protagonista – tuttavia “banale” secondo la
giornalista e blogger Maïa Mazaurette (“la sua sessualità è l’immagine della sua vita in generale: banale. La
subisce la maggior parte del tempo e quando si impegna attivamente, come quando rimorchia una vecchia
fiamma del liceo36, solo per vendetta, non è che un atto egoistico”), ma anche quella della sua famiglia. In
un episodio Je parla con il padre del fatto che abbia lasciato la moglie (madre di Je) per una relazione
sessuale con una giovane studentessa. “Vogliamo mostrare – dichiarano gli autori - che niente resta fermo
sessualmente, a qualunque età”. Anche il fratello Keyvan rientra in tale dimensione narrativa, quando
35
“Nella vita, all’inizio si nasce, alla fine si muore. Tra questi due [momenti], accadono delle cose. Bref. è la storia di un tizio tra
questi due [momenti]...”
36
Bref. J'ai couché avec Emilie - Episodio 33, trasmesso il 5 dicembre 2011.
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rivelerà la propria omosessualità (gli autori preferiscono parlare di “omosentimentalismo” per evidenziare
l’aspetto dell’amore verso una persona dello stesso sesso e da questo punto di vista provocano lo
spettatore intitolando un episodio “Bref. Je suis comme tout le monde”). “Non facciamo la morale – ci
tengono a evidenziare gli autori – ma occorre comunque rifletterci [sulla scelta di far fare coming out ad un
personaggio così apprezzato, ndr]. Sapevamo che Keyvan aveva successo tra le spettatrici, poiché
rappresentava un personaggio carismatico, il fratello presente, giusto e anche fidanzato... perciò abbiamo
voluto mostrare che anche lui poteva evolversi, senza mettere in discussione altri aspetti se non la sua vita
privata, che riguarda solo lui”.
RITMO DELLA TEMATIZZAZIONE. La sitcom è narrazione della quotidianità di Je (con alcune eccezioni che
abbiamo visto avere altri protagonisti): ogni episodio corrisponde a una storia autosufficiente (anche se si
rintracciano “indizi” di molteplici linee narrative che raccontano il percorso lavorativo o sentimentale del
protagonista, o riconducibili ad un’unica situazione, come una festa, si pensi ai 4 episodi consecutivi che
portano il titolo Bref. J'ai fait une soirée déguisée37).
Ogni episodio è dunque considerato come una unità temporale, come una sorta di cellula ritmica
basata sulla continua fedeltà o variazione rispetto ad un’attesa tematica. Prima un tema, poi un altro
coerente o all’opposto un altro del tutto arbitrario. Uno solo accennato, l’altro viene approfondito.
Analizzando queste procedure discorsive si verifica l’andamento ritmico-tematico fondamentale per
l’appeal della visione, che funziona come dispositivo anti-zapping.
CONTRATTO DI GENERE. In base alle definizioni date da Grignaffini, analizziamo il testo per quanto riguarda
il genere38, il formato39 e il format40. Considerando le 4 macroaree passate in rassegna dallo stesso autore,
in base ad un’osservazione delle routine produttive e distributive, dal tipo di rapporto stabilito con il
pubblico, dalle funzioni svolte all’interno del sistema televisivo, dalle caratteristiche di contenuto e di
forma, Bref. si colloca a cavallo delle etichette “intrattenimento” e “fiction”, poiché mentre la prima è
centrata sulla funzione di divertire (tuttavia altre caratteristiche che la definiscono non appaiono, se non in
alcune estensioni del prodotto, come le performance in diretta del protagonista, per esempio al Montreux
Comedy Festival del 10 dicembre 2012), la seconda fa perno sulla presenza di una forma di racconto. Non
manca tuttavia una dimensione “cultura-educazione”, volta a coprire una funzione sociale di educazione
(ad esempio sul versante della sensibilizzazione alla prevenzione dell’Aids, dal singolo episodio della serie al
prodotto derivato Capote3000).
Bref. rientra e si distacca dal macrogenere fiction per diverse caratteristiche. Vi rientra in quanto
rappresenta un racconto audiovisivo sin dalla sua presentazione “Dans la vie, au début on naît, à la fin on
meurt. Entre les deux, il se passe des trucs. Bref, c’est l’histoire d’un mec entre les deux…” : fonda cioè la
propria specificità sulla presenza di un’istanza narrativa (da intendersi come messa in scena di un mondo
possibile, popolato di attori e animato da eventi e passioni). Il protagonista tuttavia non viene visto
dall’esterno: parla in prima persona – non conosciamo il suo nome, lui è semplicemente “Je”, “io” – e la
relazione diretta con lo spettatore viene inscenata attraverso l’uso di un voice-over che rende noti i pensieri
37
Episodi che vanno dal 31° al 34° della seconda stagione, trasmessi il 18 giugno 2012, il 21 giugno 2012, il 28 giugno 2012 e il 2
luglio 2012.
38
Con ‘genere’ ci si riferisce principalmente alle caratteristiche comunicative del programma (il modo in cui produce significati
condivisi socialmente).
39
Con ‘formato’ ci si riferisce ad concetto legato al versante produttivo-distributivo. Occorre considerare dunque la durata dl
prodotto, il numero degli episodi e i modelli produttivi (in sutdio/in esterni; con o senza conduttore... etc).
40
Con il termine ‘format’, nozione che secondo Grignaffini nasce soprattutto per tutelare il diritto d’autore delle idee di un
programma e permetterne la commercializzazione, si intende uno schema di programma (dall’idea di base ai meccanismi di
svolgimento fino ai modelli produttivi e agli elementi scenici) che viene commercializzato sui mercati internazionali, corredato da
tutta una serie di informazioni riguardanti la possibile collocazione in palinsesto, le strategie promozionali etc. In aggiunta a questo
possono essere commercializzati anche materiali audiovisivi che possono essere utilizzati nelle varie edizioni (grafica, video
promozionali etc).
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del protagonista, anche e spesso in contrapposizione – rendendo comica la narrazione – con quanto in
realtà esprima esplicitamente nei dialoghi con gli altri personaggi. In Bref. vengono seguite regole narrative
che si avvalgono di ellissi, ovvero salti temporali che citano episodi passati, mentre l’apparato di ripresa è
occultato (negli episodi della serie, non nei contenuti supplementari che ad esempio mostrano scene del
backstage).
Tuttavia la serie si distacca dal macrogenere intrattenimento poichè non vede la presenza di un
conduttore nè di uno studio televisivo attrezzato e dichiarato come tale. Tuttavia gli autori, attraverso
diverse strategie multimediali, cercano abitualmente un contatto con il pubblico attraverso il
coinvolgimento diretto dello spettatore. Si pensi alle molteplici forme di divertimento che vengono
proposte dagli autori al proprio pubblico: non solo la fruizione della storia in sé, ma anche giochi e concorsi
agli “amici Facebook” (per lo più basati sulla fortuna: es. nell’ambito del Test Psycho3000 i vincitori erano
estratti a sorte tra coloro che rispondevano a una lista di domande assurde). L’etichetta “intrattenimento”
viene assegnata a Bref. proprio per la sua esplicita ed immediata finalità di divertire, ottenuta attraverso
una grande varietà di mezzi espressivi.
Torniamo ora a considerare all’ambito del macrogenere fiction. Per quanto riguarda il numero di
episodi, Bref. rientra sotto l’etichetta sitcom, ovvero situation comedy, un genere autonomo rispetto alle
series. Si tratta infatti di una commedia di situazione che prevede la presenza di personaggi fissi come le
series, una struttura ad episodi e la prevalenza di contenuti umoristici o anche propriamente comici.
Tuttavia la durata è nettamente minore rispetto alla tradizionale mezz’ora lorda (1’40” circa) e
l’ambientazione varia, non escludendo gli esterni. Ad innescare la comicità, come ci ricorda Grignaffini, è di
solito un meccanismo umoristico di base che è contenuto nell’idea stessa della sitcom: pensiamo ad
esempio alla classica situazione del “pesce fuor d’acqua”, che vede il protagonista inserito in un contesto
sociale e relazionale nettamente in contrasto con le sue caratteristiche psicologiche e comportamentali
(evidente in questo caso nell’episodio Bref. J'ai fait une soirée déguisée (partie 4), in cui Je attacca i
partecipanti alla festa di una sua amica, criticando la superficialità e l’ipocrisia dei rapporti umani. Ma alla
lettura comica si potrebbe affiancarne una drammatica, etichettando episodi come esempi di dramedy).
Una caratteristica comune delle sitcom statunitensi tralasciata in Bref. è la presenza delle risate registrate a
scandire i tempi comici (come in Arcibaldo41). Tuttavia, alla luce di quanto analizzato da Caretti (1984),
osserviamo la presenza di altri nodi testuali chiamati ad attivare la capacità di inquadrare il genere che
caratterizzano il nostro prodotto: come ad esempio la tecnica di montaggio “campocontrocampo” (articolata in due distinte inquadrature speculari), che è tipica delle sitcom tradizionali.
Sotto tale etichetta sottoliniamo inoltre come gli episodi siano sostanzialmente indipendenti (o standalone) ovvero i personaggi e le relazioni fra di essi siano statici, e gli eventi di ogni episodio si risolvano
nell'episodio stesso, ripristinando lo status quo. Gli avvenimenti degli episodi precedenti sono menzionati
solo raramente. Tale schema fisso, che vede i personaggi sempre uguali a se stessi episodio dopo episodio,
con l’unico elemento di variazione rappresentato dal mutare del problema da risolvere, è stato via via
messo in crisi dall’inserimento di elementi di continuità che vengono a legare gli episodi, attraverso la
creazione di rapporti sentimentali tra i protagonisti. Ne sono un esempio le vicende amorose di Je, che si
intrecciano alle narrazioni della sitcom: Je si innamora di “cette fille” (che si scoprirà chiamarsi Sarah),
prosegue la sua relazione con Marla, si frequenta e va a convivere con Sarah, lascia Marla, tradisce Sarah e
infine la lascia. O le vicende sentimentali del padre di Je, che lascia la madre perché si è innamorato di una
studentessa e rivoluziona così la sua vita, mentre il fratello Keyvan, lasciato dalla compagna, scopre la
propria omosessualità. Dunque l’evoluzione dei personaggi è strutturale alla storia, che altrimenti
perderebbe la sua forza.
La sceneggiatura, come nella tradizione di genere, è circolare, strutturata in tre atti: nel primo,
l’equilibrio iniziale viene rotto dall’interrompere sulla scena di un determinato problema (Je ha un colpo di
41
Arcibaldo, nome italiano delle due sitcom made in Usa, All in the Family (1971-1979) e Archie Bunker's Place (1979-1983), che fu
trasmessa in Italia tra il 1983 e il 1986 e, dal 23 gennaio 2013, sarà riproposta su Fox Retro.
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fulmine per Sarah), nel secondo si vedono le reazioni dei personaggi e i tentativi di soluzione (Je cerca Sarah
e tenta di conquistarla), nel terzo la questione viene risolta e si ristabilisce l’ordine (Je va a convivere con
Sarah ma infine, scoprendosi innamorato di Marla, l’ex compagna, la lascia). La dimensione narrativa è
vicina a quella della sitcom americana, più che italiana (tradizionalmente limitata a uno spunto vicino alla
tradizione del varietà, che non a quello della commedia). Alla luce di quanto spiegato da Grignaffini, Bref.
potrebbe dunque rientrare anche sotto l’etichetta di quella forma ibrida tra intrattenimento e sitcom
rappresentatata dalle cosiddette gag, brevi filmati in cui vengono messe in scena situazioni comiche su
canovacci narrativi spesso esili. Si tratta della versione televisiva di un genere cinematografico di grande
successo negli anni del muto e fino agli anni quaranta, in Italia chiamato “le comiche”, come il celebre
Benny Hill Show, Mr. Bean o la Premiata Ditta con Finché c’è ditta c’è speranza.
Per quanto riguarda le passioni suscitate negli spettatori è evidente il sottogenere “comico” mentre
la tonalità, ovvero le modalità in cui il testo presenta le proprie situazioni, è chiaramente quella della
commedia quotidiana, basata ampiamente sulle piccole grandi emozioni della vita di ogni giorno. Come
abbiamo visto in alcuni episodi, Bref. sfuma in quello che è stato definito dramedy, per l’intreccio tra
commedia e dramma, inevitabile per la volontà di raccontare in modo ironico la realtà che ci circonda, nei
suoi aspetti positivi o negativi, attraverso gli occhi del protagonista che affronta le situazioni, le risolve o ne
esce sconfitto. La tonalità dramedy, come sostiene Grignaffini, altro non è che consequenza delle centralità
acquisita dai protagonisti delle fiction contemporanee, cuore della serie che viene prima del meccanismo in
cui si trovano inseriti.
All’interno della macro-categoria della serialità42, in cui Bref. si colloca ma al tempo stesso da cui
prende le distanze per la sua contraddistintiva narrazione di breve durata (appena 10 mesi), riconosciamo –
per usare una distinzione effettuata da Eco (1985) – come il prodotto in analisi si declini in un prodotto
perfettamente ibrido tra miniserial e sitcom o, come hanno anche sostenuto Innocenti e Pescatore, sia
quella che è stata definita una “serie serializzata”43 (si veda ad esempio Buffy l’ammazzavampiri (19972003), analizzata dagli autori). La storia è serial in formato breve perché le puntate seguono un filo
cronologico (si pensi ad esempio allo svolgersi della narrazione della sua vita sentimentale). Tuttavia Bref. si
declina in sitcom, in quanto non solo ha un tono leggero, da commedia, ma anche perché si compone di
diversi episodi, ovvero narrazioni indipendenti l’una dall’altra, autosufficienti nell’economia della serie (si
pensi all’incontro tra Je e l’anziana al parco, racconto completamente “slegato” agli altri o ai 5 episodi
prodotti al di fuori dalle tre stagioni) ed è inoltre girato presso un numero ristretto di ambientazioni. Grazie
a tale ibridazione di genere, si legge un avanzamento della storia (Bref. non segue un andamento “a
spirale”, per usare le parole di Eco: da evidenziare che, di tanto in tanto, non solo il protagonista cambia –
Je cede il posto a Marla o allo sconosciuto che partecipa “abusivamente” alla festa -, ma lo stesso focus
narrativo passa spesso dalla sfera dei rapporti interpersonali del protagonista alla sua stessa interiorità (si
pensi all’intuizione degli autori di aver creato dei personaggi “immaginari”, che interpretano gli
atteggiamenti, i desideri, i sentimenti di Je). Il protagonista racconta il proprio passato (si pensi all’episodio
in cui ritrova una scatola che raccoglie, tra le altre cose, il suo vecchio portafoglio e marsurpio, alla moda
anni ’90) e la propria vita, come la si raccontasse a un diario segreto (si innamora, va a convivere, ha
un’avventura con la ex e con una vecchia compagna di classe, lascia la partner sessuale e poi se ne pente
perché si scopre innamorato di lei)44. Dunque scorgiamo la presenza di diversi spunti narrativi, che le
42
Con ‘serie serializzata’ si intende, usando la definizione di Cardini (2004), il prodotto culturale che deriva dalla tendenza a
parcellizzare una storia “in piccoli frammenti uguali tra loro non nel contenuto, ma nel formato”, al fine di mantenere vivi
“l’interesse e la curiosità per sapere cosa succederà dopo, accrescendo l’attaccamento e l’affezione alla storia” e moltiplicando “in
maniera esponenziale il consumo del supporto che la contiene [in questo caso, un supporto convergente]”.
43
I singoli episodi sono autosufficienti, caratterizzati da una anthology plot, da una storia centrale che si svolge in un solo episodio,
ma sono talvolta raccolti da una cornice, detta running plot, che si prolunga per più episodi: “viene così aggiunto un elemento di
progressione temporale e di parziale apertura narrativa”, spiegano gli autori de ‘Le nuove forme della serialità televisiva’.
44
È un modo per rendere più credibile il personaggio, come sostiene Cardini (2004): “È necessario costruire il loro passato e
prevedere uno sviluppo futuro, ed è importante avvicinarli quanto più possibile alla sensibilità e all’esperienza del pubblico”.
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estensioni possono ben sfruttare. Un prodotto simile, per quanto riguarda i contenuti, che fa perno
soprattutto sulla vita sentimentale dei suoi protagonisti ma al tempo stesso fornisce un ventaglio di spunti
narrativi, la si ritrova in Friends (1994-2004).
Un tipico espediente della serialità televisiva che si ritrova in Bref. è inoltre quello che Innocenti e
Pescatore (2008) chiamano “what... if...”, di derivazione fumettistica, che permette digressioni che
strappano il sorriso allo spettatore e su cui fa perno talvolta l’intera narrazione episodica: tale espediente
diviene portante costruendo “realtà altre”, in cui il protagonista viene catapultato per realizzare i suoi sogni
di rivalsa (si veda Bref. Je me suis fait agresser, episodio 44 trasmesso il 2 febbraio 2012), ma che
puntualmente si scontrano infine con la realtà, che lo vede personaggio passivo.
Sulla scorta delle categorizzazioni di Innocenti e Pescatore, sosteniamo che Bref. sia anche
assimilabile al sotto-genere mobisodes, neologismo che deriva dalla combinazione delle parole ‘episode’ e
‘mobile’. Tale etichetta va riconosciuta agli elementi di una serie (in questo caso tutti gli episodi) che si
propongono in forma breve, tra 1 e 3 minuti, permettendo un rapido caricamento online e una fruizione
attraverso telefono portabile. Nel caso di Bref. si osservi l’applicazione mobile Bref. Appli, promossa dagli
stessi autori45). Utili alla promozione e alla diffusione di una serie, come nel caso di 24: Conspiracy (spin off
della serie 24, reso disponibile dalla Fox a partire dal gennaio 2005), i mobisodes rientrano a pieno titolo nel
panorama della produzione convergente, ovvero multipiattaforma, high concept46.
Oltre a mobisodes, Bref. è definibile, in quanto pensato fin da subito per la sua diffusione anche sul web (ed
esclusivamente sul web, si pensi all’episodio Bref. Télécom 3000 pubblicato sul sito di Amazon.fr), anche
con l’etichetta webisodes.
Un’ultima definizione possibile per Bref. è ‘spot fiction’, con cui si intende un prodotto composto da
episodi di breve durata (tra i 5 e gli 8 minuti), indipendenti l’uno dall’altro, articolati in narrazioni “spot”,
autosufficienti (della durata intorno a 1 minuto e 40 secondi): si pensi a Love Bugs (trasmessa
dal 2004 al 2007 da Italia 1, e basata sul format originale canadese dal nome Un gars, une fille, creato da
Guy A. Lepage, prodotto da Isabelle Camus e Hélène Jacques, e diffuso su France 2 tra l’11 ottobre 1999 e il
16 ottobre 2003). Potremmo anche definire Bref. come shortcom, per la struttura di alcuni episodi in cui la
telecamera resta quasi sempre fissa, come nel caso di Bref. Je me suis préparé à un Rendez-Vous (episodio 3
- 1° settembre 2011), ricordando la fortunata sitcom francese Caméra Café, creata da Bruno Solo, Yvan Le
Bolloc’h e Alain Kappauf nel 1994 e giunta in Italia nel 2003.
Alla luce delle analisi condotte, emerge una chiara tendenza all’ibridazione di genere, che vede
aggiunte variazioni innovative a cavallo tra le strutture a loop e a spirale (ne sono rispettivi esempi, citati da
Eco (1985) Little Orphan Annie e Charlie Brown): si pensi agli episodi costruiti sulla narrazione di una foto
come Bref. J'aime bien cette photo (episodio 28, trasmesso il 16 novembre 2011), che assume i caratteri di
flash-back in quanto “ritorno al passato” tuttavia ben radicato alla situazione del presente nella quale Je
stringe in mano la foto, la legge attraverso il voice-over e la valuta “davanti” allo spettatore.
Se si considera infine il centrale ruolo della musica, la cadenza, lo stile e la durata molto controllata degli
episodi di Bref. si potrebbe addirittura parla dei una sorta di commedia musicale di nuovo genere:
attraverso le scelte musicali, gli autori caratterizzano infatti personaggi, tipi di sequenza e temi affrontati,
rendendo talvolta Bref. più simile a un album di videoclip che a una serie televisiva.
45
La promozione è avvenuta attraverso un video, nel quale Kyan Khojandi illustra le potenzialità dell’applicazione:
www.canalplus.fr/c-divertissement/c-bref/pid4427-c-bref-l-appli.html
46
Con ‘high concept’ si intende un prodotto caratterizzato dalla grande vendibilità - grazie al look riconoscibile, ben definito e di
impatto -, adatto ad essere esperito su diversi supporti e venduto sui mercati interni e stranieri. Bref. non è invece considerabile
come franchise per la sua durata estremamente breve, anche se raccoglie un tale insieme di artefatti culturali, su canali differenti,
che è in grado di generare nel consumatore un’esperienza profonda sollecitata da più punti di vista (si veda la voce “LA MATRICE”,
nel paragrafo introduttivo) .
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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
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FORMATO ESPRESSIVO. Il formato espressivo di Bref. si pone come novità nel panorama francese per la
gestione molto matura di numerose ed importanti realizzazioni digitali ed effetti speciali47 - in totale se ne
contano 389 (nella prima stagione sono 157, in media 4 per episodio) - commissionati allo Wip Studio di
Damien Maric, che ha partecipato attivamente alla costruzione degli episodi. “L’arrivo di Wip – spiegano gli
autori - ha liberato la scrittura. Nella seconda stagione, c’è ad esempio l’episodio di un amico di Je che è
stato realizzato su fondo verde48: era audace per noi farlo, ma non volevamo fosse un gioco da ragazzi e
c’era chi poteva realizzare i nostri propositi”. Tuttavia Bref. non usa gli effetti speciali per ridurre il costo
della produzione: “Utilizziamo gli effetti speciali – spiegano Muschio e Khojandi - quando non abbiamo
alternative. Quando l’eroe uccide qualcuno, non andremo a uccidere qualcuno. Utilizziamo gli effetti
numerici [...]”. La serie è inoltre popolata di molteplici effetti speciali più discreti, come le numerose
interfacce che appaiono sullo schermo di Bref. (siti, programmi televisivi, pubblicità, sms): si pensi a due
episodi curati da Firroloni. Il primo, Bref. J'ai passé un coup de fil (episodio del 5 giugno 2012), si avvale
della tecnica dello split screen, tradotto letteralmente “schermo diviso”, che vede frazionare lo schermo in
diverse inquadrature. Il secondo, Bref. J'y pense et je souris (6 gennaio 2012), è organizzato come un
mosaico di immagini e filtri visivi. Un episodio che incarna la stretta relazione tra autori e Wip Studio è
“Bref, J'étais à côté de cette fille” del 18 gennaio 2011. L’idea di base era che Je e la sua compagna Sarah si
baciassero al rallenti usando la tecnica slow motion, con voice-over. Per gli alti costi delle telecamere
necessarie a girare la scena, il progetto viene cambiato: l’episodio viene ripensato in corso d’opera, usando
un obiettivo ultra grandangolare su sfondo verde per ricreare l’intero set e, al momento del montaggio, la
struttura dell’episodio viene ripensata (distinguendosi notevolmente da quella tradizionale degli altri
episodi) per far “esplodere” la scena del bacio.
Bref. è una serie innovativa dunque anche perché presenta un mix perfetto di tutti i tipi di effetti
speciali, ovvero una gamma di sfide diverse realizzate anche grazie alla partecipazione di Wip Studio fin
dalla fase di scrittura delle sceneggiature. Osserviamo, sulla scorta delle dichiarazioni degli autori, 4
categorie di effetti speciali:
1.
Gli effetti che fanno risparmiare soldi (ad esempio, volti ad aggiungere l’arredamento di un luogo)
2.
Gli effetti che fanno risparmiare tempo (ad esempio, volti a evitare il travelling49)
3.
Gli effetti che abbelliscono la realtà (come l’aggiunta di un contatore che segue il protagonista)
4.
I grandi effetti speciali notati dal grande pubblico (come il muro che esplode, la ricostruzione di
Parigi, il tempo che cambia alle spalle del protagonista)
Bref., grazie agli effetti speciali utilizzati, ha avuto un grande successo al di fuori della Francia,
secondo Maric: “Mi ritrovo invitato a Dubai, in Belgio, in Lussemburgo. Gli altri Paesi si interessano,
vogliono ispirarsi a Bref. per rivoluzionare la loro fiction. E in Francia, niente. È sufficiente guardare alla
qualità della fiction francese, non si può dire che se la passi bene”. E aggiunge: “Chris Carter diceva: ‘in un
formato, se non ci sono effetti speciali, ci sono tre cose negative per i produttori: la perdita di soldi, la
perdita di tempo e la perdita di spettatori”.
È utile ricordare, per illustrare al meglio la qualità degli effetti utilizzati in Bref., anche altri episodi
dlla serie. In questo senso Bref. J'ai fait un rêve, episodio del 31 ottobre 2011, incarna al meglio la gamma di
effetti speciali della serie. L’idea di base era creare un episodio fondato sugli effetti speciali, con una vera
sensazione di sogno (che, aggiungiamo, cita a David Lynch). Come spiega Muschio, l’obiettivo era riuscire a
47
Un video “riassuntivo” del lavoro svolto da Wip Studio per Bref., lo si trova all’indirizzo
www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=PMLYHpbgrVg#!
48
La “tecnica dello sfondo verde”, ampiamente usata anche nel cinema, chiamata "bluescreen" o "greenscreen" in base al colore
dello sfondo (per l’appunto, blu o verde) davanti al quale sono ripresi gli attori, consente di creare veri e propri effetti speciali,
poiché lo sfondo uniforme può essere bucato (ovvero eliminato) per sostituirlo con altre riprese, animazioni grafiche o con
immagini statiche.
49
Il travelling è una tecnica di ripresa che consiste in movimenti di macchina complessi, che uniscono alle possibilità dinamiche di
panoramiche e carrelli quelle di far salire e scendere la cinepresa, come ad esempio riprendere un personaggio che guida una
macchina.
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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
ricreare quella sensazione onirica in cui “momenti della nostra vita si mescolano con cose che non hanno
niente a che vedere con essi”. La scrittura dunque non poteva partire da zero, secondo gli autori, ma
doveva rifarsi agli elementi degli ultimi venti precedenti episodi, ponendosi tuttavia come un “primo”
episodio. “Bref. – spiegano gli autori - ha rappresentato una formazione accelerata per noi, in veste di
registi, per la gestione degli effetti speciali. [...] Sapevamo che non sarebbe stato divertente, ma strano.
Troviamo divertente ciò che è strano”.
Bref. ha anche ingaggiato Romain Sigaud dello studio Pixar, che si occupa di effetti speciali,
animazione e regia per produrre due episodi della seconda stagione. Il primo, Bref. J'ai fait une dépression,
episodio dell’11 luglio 2012, intende raccontare la lotta di Je contro la depressione che lo ha colpito: la
narrazione si svolge all’interno di un universo formato beat'em all (anche detto scrolling fighter, è
un genere di videogioco che vede l’eroe chiamato a combattere contro un numero spropositato di nemici in
un contesto urbano). L’episodio si ispira esplicitamente a Supermario Bros: la grafica dall’aspetto vintage è
ad opera di Mathieu Gueritte, pixel artist, l’animazione 2D è stata invece curata da Sigaud. Il secondo
lavoro, sempre affidato a Sigaud, è Bref. Je suis né, trasmesso il 10 luglio 2012. Si tratta di un imponente
progetto di full animation, con un approccio mash up già sperimentato da Sigaud in Micmacs à tire-larigot
(film di Jean-Pierre Jeunet, uscito nelle sale il 28 octobre 2009), per il mix di tecniche usato (girato,
immagini acquistate da un archivio, animazione). L’episodio si avvale inoltre della collaborazione di Lucas
Valerie (animazione), Arnaud Philippe-Giraux (Mate Painting) e Antoine Arditti (compositing) ed è stato
prodotto in un mese.
L’ultimo episodio della serie Bref. (12 luglio 2012) si caratterizza per un formato espressivo ancora
diversa. È girato in un parco e la telecamera inquadra di volta in volta diversi attori, il voice-over interpreta
il pensiero di ognuno, con le voci di ognuno: Je cede il passo a sconosciuti che divengono protagonisti per
qualche secondo dell’episodio, l’uno dopo l’altro e Je appare solo alla fine, come comparsa. Questo
episodio rappresenta dunque una sorta di “passaggio del testimone”, come spiegano gli autori, per
esprimere un messaggio conclusivo: “bref., sei tu, è tutti”. Gli autori istituzionali passano dunque
esplicitamente il testimone agli autori del fandom, che nel frattempo, fin dalle prime settimane di messa in
onda, avevano già impugnato tale testimone, producendo una grande ricchezza di parodie che ne
rappresenta, tuttora, la coda lunga.
4. ANALOGIE E DIFFERENZE CON ALTRI PRODOTTI.50
Analizzando questo prodotto emerge in modo evidente il ruolo ispiratore del cinema, come è stato
anche dichiarato dagli stessi autori di Bref. Il duo Muschio-Khojandi prende a prestito l’universo narrativo di
film, più o meno noti, riproponendone linguaggi e tecniche. Bref. è dunque esempio di quella “passione
ormai trionfante per la citazione” di cui parla Casetti (1984), anche se il desiderio di originalità, “che portava
all’invenzione di nuove immagini e di nuovi suoni” è comunque sempre ben presente: si pensi per esempio
ai pezzi musicali scritti dallo stesso Khojandi appostitamente per la serie.
Entrando nel dettaglio riconosciamo in Bref., anche sulla base di alcune interviste rilasciate dagli
autori stessi, le seguenti influenze:
Il tono del voice-over richiama il film Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese (1990);
L’impiego caratteristico della prima persona da parte del protagonista, Je, ricalca Le regole
dell'attrazione di Roger Avary (2003);
Fight Club di David Fincher (1999), per il fatto che l’eroe non ha nome, la sua compagna si chiama
Marla e parla con un personaggio immaginario creato dalla sua mente;
Trainspotting di Danny Boyle (1996) per il montaggio ultra-rapido;
Lo strappo di Guy Ritchie (2000) per il montaggio molto spezzato e frenetico e l’uso di split screen;
50
In proposito si veda inoltre la voce “IL CONTRATTO DI GENERE” (all’interno del paragrafo “IL TESTO”).
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L'isola dei fiori di Jorge A. Furtado (1989) per la cosiddetta tecnica banane/banane ed il voice-over,
le frasi brevi e le digressioni causa-effetto riprese e arricchite nel corso della narrazione;
Lola corre di Tom Tykwer (1998) per la tecnica narrativa simile a quella di un lungo
videoclip/videogioco;
I film di Darren Aronofsky (per il montaggio di scene estremamente brevi e split screen, tecniche
talvolta simili a quelle utilizzate per un video clip musicale);
Steve Jobs (per lo stimolo ad innovare tecniche e formati: “niente è impossibile” secondo il
produttore Harry Tordjman);
gli episodi 53, 54, 55 e 5651 contengono allusioni dirette al film La Cité de la peur di Alain Berbérian
(1994);
Il riso. Saggio sul significato del comico di Henri Bergson (1900) per i meccanismi comici attuati in
alcuni episodi;
Il trio francese de Les Inconnus e gli autori di Futurama condividono con gli autori di Bref. la voglia
di “giocare” con i propri spettatori più appassionati: ad esempio, invitano i propri fan a premere il pulsante
‘pausa’ per scovare indizi, citazioni, running gag, posti all’interno degli episodi, ponendo loro delle
domande attraverso la mailing list di bref3000.tumblr.com come ad esempio: “Chi c’era sul Player 3000?”,
“Chi è Peter Woodboy?” “Cosa fa l’eroe all’inizio dell’episodio Bref. Je suis vieille?”;
L’episodio Bref. J’ai pris le métro (24 gennaio 2012) è stato girato all’interno di una stanza arredata
attraverso pochi ma efficaci espedienti da vagone della metro52. La ricostruzione scarna ma efficace del set,
rimanda a Dogville di Lars von Trier, film girato in un unico spazio arredato solamente di alcuni segni
marcati sul suolo.
Un tema che contraddistingue Bref. da altre serie è il racconto di come Je cada in depressione: si
vede il protagonista affrontare una situazione pesante in cui si sente solo, senza veri amici e in cui ha
difficoltà finanziarie nonché di convivenza con il suo coinquilino Baptiste e, sotto costante pressione, ha
una crisi di nervi durante una festa, a cui tuttavia non segue una risoluzione positiva: “La nostra scelta
conclusiva – spiegano gli autori - sembra strana. Ma ci siamo detti che nella vita reale, ci sono delle tappe:
dopo una crisi, la vita sembra diventare normale, si ha l’impressione che vada tutto bene ma poi arriva la
depressione”.
Osserviamo tuttavia come il protagonista non sia un eroe nuovo: secondo gli autori, “rappresenta
una citazione dei modelli di personaggi passivi come Charlie Chaplin, Buster Keaton, Larry David”. Nelle
vesti di “magnifico perdente”, Je ricorda tra gli altri George Costanza, il divertente personaggio secondario
della serie Seinfeld, una sitcom statunitense di successo trasmessa originariamente dalla Nbc tra il 1989 e il
1998, che si distinse subito dalle tipiche sitcom dell'epoca (che vedevano come protagonisti o un nucleo
familiare o dei colleghi di lavoro ed erano basate su un tema preciso o su collaudate situazioni comiche),
poiché molti episodi di Seinfeld si concentravano sulle minuzie della vita di tutti i giorni, proprio come in
Bref. Inoltre, come osserva Mittell, Bref. ricalca gli episodi della serie statunitense in quanto rifiuta di
conformarsi alle norme di chiusura della story lines: conclude gli episodi con situazioni insostenibili per i
personaggi ma, tuttavia, questi non verranno risolti nell’episodio successivo (ciò lo si ritrova ad esempio in
Bref. Je me suis fait agresser (2 febbraio 2012), che termina con un espediente narrativo tipico del cinema
horror come cliffhanger (il volto della bambina che ha appena salutato Je si trasforma in quello del suo
aggressore)). Tuttavia in Bref., tanto quanto in Seinfeld, queste scelte conclusive intendono suscitare non
tanto un effetto di suspense, quanto piuttosto un inevitabile effetto comico finale.
Evidenziamo inoltre come Bref., in linea con la tendenza delle serie contemporanee evidenziata da
Innocenti e Pescatore, si proponga sempre più come una sorta di meta-fiction, poiché “può vantare una
51
Episodio 53: Bref. Y a des gens qui m'énervent (19 marzo 2012)
Episodio 54: Bref. J'ai aucune mémoire (22 marzo 2012)
Episodio 56: Bref. J'ai grandi dans les années 90 (29 marzo 2012)
Episodio 61: Bref. J'étais dans la merde (19 aprile 2012)
52
Si veda la voce “APPARATO SCENICO” (all’interno del paragrafo “IL TESTO”).
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struttura autoriflessiva sul proprio statuto di oggetti appartententi al mondo della comunicazione”. Infatti,
ricalcando tecniche o espedienti narrativi propri di film cult come Fight Club, punta “sulla capacità
dell’audience di cogliere tali riflessioni e riferimenti, capacità essenziale al funzionamento del meccanismo”
[Olson, 1987].
Un’altra caratteristica attribuita a Je è la sua debolezza e normalità rispetto al suo gruppo di amici,
come JD della serie Scrubs, Fry di Futurama, Ted Mosby di How I met your mother e Parker Lewis: “L’eroe –
spiegano gli autori – è la finestra del pubblico: più il personaggio è neutro, possedendo i piccoli difetti di
tutti, più ci si identifica”. Questa caratterizzazione del personaggio lo distingue da quelli della tradizionale
serialità italiana: l’eroe non è perfetto, anzi appare appunto e soprattutto come loser, tuttavia è in
evoluzione, le sue storie sono orientate alla vita privata e alle relazioni sociali, e la narrazione è
multilineare. Un modo per non lasciare che altri ruoli riscuotessero maggiore attenzione o simpatia da
parte del pubblico rispetto a Je, come Sheldon di The Big Bang Theory, Barney Stinson di How I Met Your
Mother o George Clooney in Urgences, è stato quello di bilanciare le presenze dei vari personaggi secondari
(come Kehiron con Baptiste) e creare un gruppo di persone abbastanza interessante che girassero attorno a
Je: gli autori hanno cercato di curare l’equilibrio di tali personaggi, permettendo comunque una
identificazione saltuaria con l’uno o con l’altro, come avviene in Friends.
La serie in analisi si differenzia da altre anche per l’aspetto strettamente creativo/produttivo. Spesso la
creazione di una serie presenta infatti una opposizione tra produzione e autori/registi, ma Bref. si
differenzia anche da questo punto di vista: “Noi abbiamo voluto rompere – spiega Tordjman - questa
tradizione. Negli Stati Uniti esiste colui che si chiama ‘show runner’, creatore e anima della serie, dall’inizio
alla fine. Una figura che tradizionalmente non esiste in Francia: la ritroviamo solo in due serie di formato
corto, Kaamelot e Bref”. Tale figura si concretizza nella stretta collaborazione tra Tordjman, Muschio e
Khojandi, che è stata consacrata tra i tre con la firma del contratto con Canal+. Tale collaborazione li vede
impegnati su tutti gli aspetti della produzione, dalla scrittura alla gestione delle estensioni secondarie, al
montaggio alla promozione, dagli annunci sui social network alle interviste, fino ai tweet. Non
dimentichiamo che Bref. è anche pionere, nella fiction francese, per la caratterizzazione semi-geek non solo
del suo protagonista, ma anche i suoi autori.
La serie è costata molto, ma il budget non è noto e, dunque, non è possibile fare paragoni in merito.
Tuttavia si pensi solo ad un dato, legato al tempo impiegato per girare ciascun episodio. “Per due secondi di
video - spiega Muschio - occorrevano mediamente ben due minuti di dialogo”. A ciò aggiungiamo che
ciascun episodio comportava infatti un lavoro di post-produzione di circa un mese. In proposito,
sottolineiamo un ultimo dato che distingue Bref. dai tradizionali prodotti seriali: la serie in analisi ribalta
infatti il rapporto tra il tempo della storia e quello della visione, poiché l’imperativo è infatti comprimere e
condensare l’intera narrazione, in linea con quanto imponga la cosidetta Snack Culture che ricerca un
prodotto consumabile “nel tempo di uno snack”.
5. DIFFUSIONE CROSSMEDIALE.
Usando la griglia di analisi desk fornita da Penati in Televisione convergente, articoliamo la nostra
indagine su Bref. intorno ai tre principali “campi di forza”: l’accesso, l’estensione e il brand.
1.
L’ACCESSO. Lo scenario multi-televisivo presenta anche per Bref. dei contesti di programmazione
non lineari, con le finistre di distribuzione dei programmi dispiegate su differenti piattaforme :
principalmente Canal+, canale della televisione generalista francese, privato e a pagamento, basato
principalmente su cinema e sport, e il sito web dello stesso. Il sito ottiene inoltre visibilità attraverso i link ai
singoli episodi pubblicati poco prima della messa in onda sui social network, Facebook e Twitter.
2.
LE ESTENSIONI. Le estensioni propongono allo spettatore un’esperienza multiforme e variegata
capace di seguire gli spettatori attraverso le loro abitudini di accesso ai media e ai prodotti culturali –
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creando veri e propri universi crossmediali grazie a iniziative di merchandising, opportunità di interazione
attraverso contest, forum, social network etc. – sviluppando pratiche di transmedia storytelling, per citare
Jenkins, che coinvolgono lo spettatore nei confronti del testo primario e radicandone i simulacri
nell’esperienza della vita quotidiana. Si evidenziano nuovi indicatori di successo del prodotto, che
oltrepassano il semplice dato audiometrico (si pensi al numero di visitatori ad una parodia, o il numero di
parodie pubblicate sul web). Da non dimenticare l’universo di estensioni terziarie, le grassroots, prodotte
da un’attività spontanea e creativa delle culture di fandom, che spaziano dai forum di spoiling ai video
parodia53. Parodie anche d’autore, come nel caso dell’attrice comica francese Florence Foresti, che insieme
ad una comparsa d’eccezione, la giornalista Melissa Theuriau, diffonde (il 19 ottobre 2012 , ovvero poche
settimane dall’inizio della serie) la “sua” parodia di Bref., nell’ambito di una trasmissione che vedeva ospite
lo stesso Kyan Khojandi (e online al sito bcove.me/8czbsfg0, linkato sul profilo G+ di Bref.).
Procediamo con ordine. Il sistema della testualità ancillare sviluppata intorno ai prodotti televisivi è
un mosaico che può essere ricostruito e catalogato a partire da specifiche categorie, che rendono ragione
delle principali logiche e direttrici di diramazione dei prodotti. La principale suddivisione permette di
distinguere tra le estensioni top-down, concepite e sviluppate dalle industrie mediali intorno ai programmi
televisivi, e quelle bottom-up, scaturite dall’investimento passionale dei fan dei prodotti. Nelle analisi delle
estensioni terremo in considerazione, se possibile, parametri come la fonte di origine del testo ancillare, il
suo stile, le motivazioni che lo legano al prodotto di partenza, l’eventuale collaborazione di brand diversi a
quello dell’emittente e il successo commerciale dell’estensione stessa.
Consideriamo innanzitutto le estensioni che moltiplicano l’accesso al testo primario (il cosiddetto
accesso multipiattaforma). Per esempio, le pagine sui social network, gestite direttamente da Khojandi e
Muschio (già precedentemente promotori di due comunità su Facebook, rispettivamente il Festival de Kyan
e La Bande Pas Dessinée) e create per avere un feedback del loro lavoro. Solo su Facebook, ritroviamo due
pagine ufficiali dedicate e gestite dagli autori, Bref e Amer de Toi (quest’ultima richiama il nome della
canzone composta da Je, in occasione del suo primo concerto). “Nel momento in cui Bref. è stato trasmesso
per la prima volta – fanno sapere gli autori - sul Grand Journal, eravamo in studio: la prima cosa che
abbiamo fatto è stata andare su Twitter”: in questo modo Muschio e Khojandi scoprono che Bref. era la
serie più discussa e condivisa in Francia. “Leggendo i tweets ci siamo resi conto dell’impatto che aveva bref.
sui social network. Ciò era più importante per noi delle cifre dell’audience televisiva”. Tordjman fa loro eco:
“I social network sono la nostra Médiamétrie”. Alla luce di questo successo sui social network, i tre autori
ottengono da Canal+ che gli episodi possano restare disponibili online oltre i 7 giorni abituali, ovvero fino
all’uscita del primo dvd, per non attuare un’autoconcorrenza. Il risultato di questa scelta è nella cifra di
oltre 250 milioni di visite al sito di Canal+: il web supera la televisione. Le altre cifre di Bref. sulla rete sono
impressionanti: al 3 gennaio 2013, Facebook conta 3.286.479 di fan, mentre Twitter registra 365.927
follower, entrambi i dati raggiunti in tempi molto ristretti. A queste estensioni aggiungiamo:
i supporti dvd54 (evidenziamo che il primo ha raggiunto la vetta della classifica delle serie best seller
in Francia, superando quelle americane), il cui acquisto è diventato espressione di un investimento
passionale sul programma che sfocia nel desiderio della sua conservazione o nel collezionismo;
i siti ufficiali (Canal+), che in questo caso propone un archivio ufficiale dei video deputato alla
replica o al recupero in streaming (fino al ritiro prestabilito con gli autori in occasione dell’uscita dei dvd).
53
Bref, Je suis le sosie de Bref, pubblicato da Max Dalle il 30 dicembre 2011, registra 1.813.049 visitatori al 20 dicembre 2012,
https://www.youtube.com/watch?NR=1&v=cxzC2SbH3MY&feature=endscreen
In seguito al buzz di tale video, il sosia del personaggio di Bref., Stéphane Beuzon, partecipa alla trasmissione La Matinale di Canal+
del 4 gennaio 2012, per essere intervistato da Maïtena Biraben e altri suoi giornalisti (si veda l’estratto della puntata pubblicato il 5
gennaio 2012: www.youtube.com/watch?v=XNQHUHis0CU).
54
Il primo dvd, contenente tutti gli episodi della prima stagione, è uscito il 6 marzo 2012. Il secondo è uscito il 23 ottobre 2012,
stesso giorno di uscita anche del cofanetto che contiene l’intera serie.
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l’applicazione mobile Bref. Appli, disponibile per iPhone, iPad e Android, che non solo permette di
vedere gli episodi della sitcom, ma anche di accedere a contenuti supplementari come sms scritti ad hoc
dagli autori, guardare e commentare foto, o ascoltare la musica di Bref.
Nell’ambito della testualità terziaria le differenti possibilità di accesso si concentrano intorno alla
condivisione illegale di file attraverso il download o lo streaming su portali come Youtube o Dailymotion o
legale, ma di sicuro minor successo, di video on demand su iTunes (tra l’altro boicottati dallo stesso
Muschio55). Attualmente però non si è ancora verificata la possibilità di localizzazione del prodotto al di
fuori dei confini francofoni e non si ritrovano casi di comunità di funsubber che abbiamo reso disponibili i
sottotitoli con la traduzione del testo. Tuttavia anche le parodie del pubblico, anche non professionista,
risultano una porta di accesso al prodotto d’origine.
La seconda direttrice di sviluppo della testualità ancillare è quella alla base della creazione di
estensioni narrative e diegetiche, ovvero ispirate al testo primario, che diano informazioni supplementari o
alternative rispetto a quelle contenute nel corpus di episodi in onda, con la presentazione di artefatti
narrativi o calchi di elementi diegetici. Questi completano il mondo della storia, approfondendo i
personaggi, eventi e ambienti caratteristici del testo primario, anche attraverso prodotti dallo status
differente. Per esempio, attraverso i bonus contenuti nei dvd, i contenuti del libro (interviste, mappe,
schemi di lavoro, focus sugli attori e su alcuni episodi, spiegazioni, ritratti e analisi, commenti di esperti e di
fan, giochi, link, figurine, origami e persino una guida “Crea il tuo Bref.”56), le interviste realizzate nel corso
di altri programmi tv e riprese anche sul web, gli eventi: come quello del 31 dicembre 2011, quando Canal+
trasmise Bref. La spéciale57, un programma di una sola serata dedicato alla serie che, in presenza degli
autori, degli attori e di alcuni fan, diffuse le repliche di tutti gli episodi della prima stagione, nonché
parodie58 e Bref. Le documentaire, un documentario di 30 minuti realizzato da Olivier Montoro. Una “serata
55
Interessante notare come la vendita dei Vod di iTunes sia stata boicottata dallo stesso autore di Bref., Bruno Muschio, che lo
scorso maggio 2012 ha pubblicato un tweet pro-boicottaggio (lamentandone i prezzi troppo alti, non concordati: 16,99 euro per i
primi 40 episodi, 2.99 euro per 5 episodi): “A quelli che dicono che gli episodi di Bref sono troppo cari su iTunes : AVETE RAGIONE
VOI. Non comprate questa merda. Date un brutto voto. (Grazie di RT).”
56
La guida “Come fare il tuo Bref. – Prevedete di non aver nient’altro da fare per due giorni. Fare un Bref. è lungo” , contenuta nel
libro, descrive le tre fasi di realizzazione: scrittura, girato, montaggio. Eccole nel dettaglio, così come vengono spiegate dagli autori:
La fase di scrittura si articola in: scelta del tema (possibilmente che stia a cuore all’autore o che faccia ridere); scrittura di frasi
corte, sia per i dialoghi che per il voice-over; usare il passato prossimo e la prima persona singolare (prestare attenzione al fatto che
un foglio A4 rappresenta quasi un minuto di video: la lunghezza ideale è un foglio e mezzo); scrivere cose che facciano ridere,
descrivere le azioni nel dettaglio e prevedere che ciò che il personaggio dirà sarà la stessa cosa che ripeterà il voice-over, o il
contrario; dare cifre precise; non esitare a trovare idee originali per raccontare la storia.
La fase di girato si articola in: trovare degli attori (fra i vostri amici, perché se li pagate è meno divertente e più caro); se non li
trovate, usate le miniature dei personaggi di Bref. fornite nella pagina accanto; trovare una telecamera e, se usate un telefono,
tenetelo orizzontale; filmate quello che avete scritto, ogni inquadratura deve illustrare quello che dice il voice-over; fate delle
inquadrature ravvicinate dei visi dei vostri personaggi, in modo da rafforzare la vicinanza; fate delle “inquadrature razzo”, ovvero
prendete la telecamera giratela verso di voi e accelerate l’inquadratura in sede di montaggio, mettendo un rumore d’aereo; fate
qualche sequenza più lenta dopo una sequenza di inquadrature rapida, aggiungendo una frase breve: si chiama “decompressione”;
dopo una decompressione mettete un “flying step”.
La fase di montaggio: strutturare l’episodio con introduzione senza voice-over, poi mettere un breve cartello con la scritta “bref.” e
cominciare il voice-over. Alla fine, dopo il cartello con i titoli di coda, mettere una ultima scena e il voice-over che legge il nome
dell’episodio; mettete una buona musica elettronica come “Kidding” dei The Name; l’elettronica non è obbligatoria, ma valorizzerà
il montaggio; oppure usate altri pezzi più rock o dolci, deciderete in base al tema del vostro episodio; adottate la tecnica
“compressione/decompressione”: il voice-over parla molto veloce in modo ininterrotto, su una catena di scene brevi e,
improvvisamente, si calma per qualche secondo; la musica si abbassa fino a diventare quasi silenzio (questa è la
“decompressione”); fate dei “flying steps” (termine con cui si intende quando le immagini scorrono veloci, e montarvi sopra un
rumore strano) e montateli: uno dopo l’introduzione del tema da parte del voice-over, uno dopo una decompressione e uno prima
dei titoli di coda; tagliare le scene inutili: 1 minuto e 30 è un buon formato; pubblicare su internet, condividere e mettere ‘mi piace’.
57
Le Blog Tvnews, « Bref., la spéciale ce 31 décembre en clair : détails et teaser » (30 dicembre 2011),
www.leblogtvnews.com/article-bref.-la-speciale-le-31-decembre-en-clair-details-92279335.html
58
Ricercate e stimolate da Canal+ in vista di Bref. La spéciale del 31 dicembre 2011 (si veda tvmag.lefigaro.fr/programmetv/article/people/66814/le-heros-de-bref-parodie-par-son-sosie.html)
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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
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Bref. ” ha avuto luogo anche in un contesto teatrale, nell’ambito del Montreux Comedy Festival (trasmessa
online e in diretta il 10 dicembre 2012 su France 4 e Rires & Chansons59) e un evento targato Bref. si è svolto
al Grand Rex di Parigi (lo scorso 23 ottobre 2012), per raccogliere fondi per l’associazione “Un cadeau pour
la vie”.
Ciò che risulta davvero innovativo in Bref. non è tanto tale proliferazione di prodotti ancillari,
quanto la pianificazione strutturata di queste tipologia di estensioni, volta a rendere il prodotto tv vero
marchio crossmediale, ed ampliando così i possibili ricavi economici legati allo sfruttamento del brand di
programma.
Sul versante delle creazioni grassroots, prendono vita alcune forme di fan art, di investimento
creativo sul mondo dei programmi televisivi, ideate da spettatori altamente partecipativi e visibili. Ad
esempio l’abbondanza di parodie che si ritrovano sul web (per raccoglierle è stato creato dal basso anche
un sito ad hoc: bref-like.fr), che indossano lo stile di Bref. per raccontare la propria quotidianità. Questo
fenomeno si è realizzato e si sta realizzando anche al di fuori dei confini dell’Esagono60, tuttavia sempre in
Paesi francofoni. Sono state anche girate parodie d’autore, bottom-up, i cui testi sono stati riprodotti sul
libro di Bref.: sono quella del rapper Orelsan61, della comica Florence Foresti62, dell’attore Alexandre
Astier63 e del regista Cédric Klapisch64. Uno spazio del libro è inoltre dedicato alla parodia di Jordi Le
Bolloc’h e Martin Daroundeau, due attori che hanno prodotto “Bref. J’ai voulu parodier bref., uno dei primi
video prodotti nel fandom (pubblicato il 20 settembre 2011 su Youtube) e che, al 3 gennaio 2013, registra
su Youtube 1.455.008 visite, 13.364 likes e 1.522 commenti. In seguito al buzz generato dal video, Le
Bulloc’h e Daroundeau sono stati intervistati, pubblicati su internet, alla televisione e sui giornali. Un’altra
estensione terziaria che dà la misura della passione che ha coinvolto alcuni fan è il prodotto
bref3000.tumblr.com. Si tratta di blog creato da un fan (Pierre), che avendo notato molti dettagli comparsi
nel corso dei primi episodi decise di recensirli, creandovi attorno una comunità. Come spiega uno dei fan
che gestiscono il blog, Jean-Philippe Siffert, un esempio di tali dettagli scovati e recensiti si trova
nell’episodio Bref. Je remets tout à demain, dove il personaggio di Domani indossa la T-shirt “Io indosserò il
domani”. Quasi quattrocento (390 per la precisione), sono i dettagli custoditi nell’archivio del solo Siffert. È
inoltre da evidenziare come l’équipe di Bref. inizi a intrattenere quasi da subito un rapporto di “gioco” con i
fan di bref3000.tumblr.com: il gioco consistiva in domande precise, che costringessero i fan ad analisi
accurate e quasi maniacali (es. “Chi è Delphine?” - è il soprannome di ‘Cette fille’ su Facebook, come si
scoprirà da un’inquadratura che vede Je davanti allo schermo di Facebook nell’episodio 52, Bref. Mon frère
a quelqu'un, trasmesso l’8 marzo 2012). Il rapporto ludico e “diretto” tra autori e questa nicchia di
appassionati si esplicita (secondo i criteri di lettura attenta dei bloggeur di Bref3000) nell’episodio Bref. J’ai
un pote à conditions générales (episodio 26 del 10 novembre 2011), laddove è girata una scena in cui Je
scova il sito di Bref3000 che parla di Bref. e vi si legge un messaggio “Hey, bref3000, sempre qui a mettere
le pause! Non hai una vita? Una fidanzata?”.
Terza direttrice di sviluppo è quella dei prodotti branded, estensioni che superano il concetto di
semplice merchandising, stategia consolidata di promozione dei prodotti televisivi, per dar vita a oggetti
che si propongono come paraphernalia dei programmi, radicando la loro brand identity nell’esperienza
della vita quotidiana, e sfonciando a volte in forme di collezionismo tipiche di un consumo “di culto”. Il loro
successo è proporzionale all’effetto di identificazione con i protagonisti e gli ambienti attraverso un
riferimento ideale al programma e un ricalco di oggetti che fanno parte della diegesi. Pensiamo ad esempio
59
Radio francese del gruppo NRJ.
Ad esempio, la parodia svizzera realizzata da Gzim Ilazi (5.479.375 visitatori al 31 dicembre 2012): www.tdg.ch/geneve/actugenevoise/La-version-genevoise-de-Bref-enflamme-youtube/story/16454355
61
Bref. J’ai failli arrêter de boire.
62
Brève.
63
Bref. J’ai ferme un œil et levé mon pouce.
64
Bref. Mon fils a eu 5 ans.
60
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a prodotti come le T-shirt o ai preservativi, che riportano frasi del testo primario, o alle figurine e ai giochi
contenuti nel libro.
Osserviamo inoltre come, data la crescente complessità che caratterizza la testualità convergente,
sempre più frequentemente nascono intorno al testo primario delle mappe che aiutano lo spettatore a
orientarsi nell’enciclopedia dei prodotti. Si tratta di forme di repackeged content: dal lato della produzione,
pensiamo a siti ufficiali come www.episodes-bref.com (con annesso profilo Twitter
twitter.com/episodesbref,
che
pubblica
video
ufficiali
e
parodie)
o
gli
stessi
www.facebook.com/Bref.?fref=ts e twitter.com/brefserie, che forniscono uno spazio di confronto e
commento oltre che una guida agli episodi, biografie, contenuti supplementari. Dal lato della testualità
terziaria citiamo uno spazio come Wikipedia, che propone una ampia e dettagliata descrizione dell’universo
Bref.
In quanto prodotto televisivo convergente, Bref. è concepito per dare vita a narrative debordanti
capaci di produrre una sorta di “realtà aumentata”. Questa prende vita attraverso alcune attività derivate:
per esempio, test per scoprire a quale personaggio di Bref. si somiglia, o videogiochi (solo potenziali, citati
all’interno della serie): Bref. incarna le vesti di Supermario Bros per raccontare la sua vita, i problemi
quotidiani, la depressione e la “risalita”. Questa citazione potrebbe dare spunto (si veda il concetto di
matrice) per una eventuale prossima realizzazione al di fuori del prodotto televisivo.
Non si dimentichi infine l’aspetto dell’interattività e dell’interazione sociale, che coinvolge tutte le
diverse modalità di contatto tra lo spettatore e l’emittente, online (ad esempio attraverso i social network)
e offline (attraverso i contest per promovere il libro, organizzati nell’ambito di un tour presso i magazzini
Fnac, in Francia). Questi eventi di incontro innescano interazioni sociali e aggregano un discorso diffuso,
mantenendo così viva l’attenzione sul marchio del prodotto, del canale e della piattaforma.
IL BRAND. Come abbiamo già avuto modo di osservare, la costruzione di un’identità del prodotto
3.
definita e forte rappresenta un fattore cruciale per mantenere alta l’attenzione dello spettatore e
guadagnare la sua fedeltà in un panorama di consumo complesso e frammentato. Per l’analisi del brand
occorre considerare i tentativi di definizione dell’immagine di prodotto da parte delle istituzioni mediali,
come le forme creative di pubblicità per promuovere il prodotto costruendogli intorno un clima di hype e
aspettativa: un ruolo ben svolto dai videi promozionali del libro e dei dvd pubblicati a “link unificati”.
Dall’altro lato, occorre anche indagare come l’immagine del brand venga filtrata dalla descrizione e dal
racconto di alcuni opinion leader (si pensi ad attori come Florence Foresti o Alexandre Astier, rapper come
Orelsan, registi come Cédric Klapisch, che hanno parodiato la serie, o al blogger e giornalista Lâm Hua - tra i
curatori del libro di Bref. – che, lo scorso 25 dicembre 2012, sulla sua bacheca Facebook, ha scritto: “Tous
ces messages super positifs sur le livre Bref... Ça me rend sincèrement fier et heureux pour la team.”), sia
attraverso forme tradizionali di commento di critica televisiva, sia nelle forme partecipative di blog di
personalità con una reputazione credibile sul web (molteplici gli articoli e i post dedicati a Bref. che si
rintracciano sul web).
Per concludere, considerando l’aspetto della fruizione che definiamo crossmediale, evidenziamo
l’uso delle nuove tecnologie, così come pianificato dagli autori di Bref.: la narrazione multipiattaforma
consente e addirittura stimola infatti diverse forme di esperienza mediale, ognuna caratterizzata da
differenti cornici di relazione con il prodotto. Accanto alle forme classiche, ne vediamo infatti altre più
aperte, caratterizzate da percorsi di visione individuali e esplorativi, effettuati in un regime di attenzione
variabile: da una più tradizionale posizione di consumo, gli utenti si spostano sempre più ad una condizione
di riutilizzo dell’oggetto, in base ai propri gusti e alle proprie necessità.
6. CONCLUSIONI.
"Non si poteva prevedere un tale successo", dichiarava Kyan Khojandi nell’inverno 2011 ai
giornalisti che gli chiedevano la ricetta di Bref. Eppure la serie ha conosciuto un successo folgorante,
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imponendo la sua identità forte grazie a strategie convergenti ben pianificate e molto innovative, come
abbiamo osservato nel corso di questa analisi, tanto da sembrare un prodotto ancorato alla cultura
giovanile francese da anni, sebbene sia stato diffuso solo per 10 mesi, dal 29 agosto 2011 al 12 luglio 2012.
In questo senso sosteniamo come Bref. sia un vero e proprio “mondo narrativo migrante”, poiché genera
un impatto sui fruitori che va al di là della singola occasione di visione, stimolando forme di
immedesimazione, orientamento dei gusti, la costruzione di gruppi di fandom e comunità online. È un
“quasi-mondo narrativo”, che entra nell’universo esistenziale dei fruitori e nella loro dimensione
comunicativa attraverso l’arredo discorsivo fornito dal prodotto e dalle sue estensioni. I codici e il
linguaggio targati Bref. traggono spunto dalle modalità discorsive del “trentenne medio” per coniarne di
nuove e, quest’ultime, vengono assimilate con successo dal fandom che crea, a sua volta, estensioni su tale
modello di discorso. Riteniamo Bref. un “universo diegetico”, perché consente un’esperienza che non si
limita al consumo, ma genera infatti una matrice narrativa da cui deriva una estrema abbondanza di
estensioni secondarie e terziarie. Bref. si può anche definire “ecosistema mediale/narrativo”, poiché in
quanto macro-oggetto culturale (ovvero entità dotata di una misura che si estende significativamente nel
tempo e nello spazio), è virtualmente sempre attivabile (prima grazie ai video caricati sul web, ora grazie ai
video on demand su iTunes e ai dvd) e testo migrante verso molteplici tipi di media, diventando T-shirt,
film, libro, performance teatrale etc, grazie alla sua capacità virale di insediarsi in habitat esistenziali.
Ricordando ciò che sosteneva Eco (in Travels in Hyperreality, 1986) sulla relazione tra culto e serialità
narrativa, riteniamo Bref. un’opera di culto, poiché allestisce un mondo completamente arredato, del quale
i fan-adepti possono citare caratteri ed episodi come se fossero aspetti del loro mondo intimo e personale,
e dove possono riconoscervi una competenza condivisa.
Dalle analisi svolte, appare evidente come il successo della serie sia da addebitarsi al fatto che ha
saputo rispondere alle esigenze della e-generation, adattandosi perfettamente alle modalità di consumo
dei media della fascia tra i 15 e i 30 anni (e meta-narrando tali abitudini anche nel corso della storia,
caratterizzando Je come semi-geek). Lo sosteniamo anche considerando la funzione tradizionale del titolo,
sottolineata da Casetti (1984), di “pre-riassumere” il prodotto. Il titolo di Bref. esprime infatti un
determinato messaggio: Bref., tradotto come “brevemente”, indica infatti, in quanto avverbio, la
predominanza della forma sulla sostanza. L’avverbio che viene elevato a titolo, non veicola un contenuto,
ma semplicemente una modalità espressiva. Pertanto siamo portati a sostenere che Bref. rappresenti la
realizzazione di una soluzione estetica pianificata nei suoi dettagli ed eplicitamente dichiarata al proprio
pubblico, che assume i ritmi e i tempi imposti dalla società della comunicazione e promette e in parte
concretizza (passando il testimone al proprio pubblico nell’episodio finale del 12 luglio 2012) la possibilità di
una variabilità infinita del contenuto, data una forma dichiarata (e addirittura “insegnata”, si pensi appunto
alla guida “Come fare il tuo Bref.” pubblicata sul libro) che è marchio del prodotto stesso.
Alla base di Bref. ci sono tre idee portanti: voice-over, prima persona e tempo passato. Nonché una
narrazione ipercondensata. Come sottolinea Alexis Benoist su Le Monde65: “il suo formato supercondensato
permette la sua diffusione “virale” nell’ambito dei social network”. Da un punto di vista del formato, Bref.
ben incarna infatti sin dalla sua concezione quella tendenza alla miniaturizzazione, dovuta ai processi di
“quotidianizzazione mobile” di cui parlano Innocenti e Pescatore, che permettono all’“uomo flessibile
moderno di rendere mobile la propria domesticità”. Al tempo stesso però vediamo come recuperi una
dimensione spettacolare aggiornata tecnologicamente e volta al gigantismo: si pensi al tour degli autori per
promuovere il dvd, o le serate Bref. sia a teatro sia in tv, nell’Esagono come oltreoceano, trasmesse in
diretta streaming e narrate su multipiattaforma. Evidenziamo tuttavia come il formato corto non sia una
novità in Francia (si pensi alla shortcom di successo Un gars, une fille su France 2 o Scènes de ménages,
spot-fiction francese liberamente tratta dalla spagnola Escenas de Matrimonio1 e trasmessa dal
9 novembre 2009 su M6). In proposito si esprime anche il giornalista Pierre Langlais su l’HuffPost66, che
65
66
www.lemonde.fr/idees/article/2011/11/24/bref-tocqueville-avait-raison_1608792_3232.html
www.huffingtonpost.fr/2012/06/01/bref-minute-vieille-scene-de-menage-comedies-courtes-arte-tf1_n_1561534.html
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scrive: “Quando guardate questo genere di serie, potete letteralmente fare zapping e tornare un minuto
dopo e vedere un nuovo sketch senza mai perdere il filo”. Questo formato permette dunque di seguire
quello che è stato definito lo “zapping della vita di un tizio”: si è anche parlato di “zapping inscenato” per
descrivere il formato di Bref. e spiegarne le ragioni della sua popolarità. Osserviamo infatti che gli episodi di
Bref. avrebbero potuto passare in secondo piano all’interno del grande contenitore de Le Grand Journal,
ma il ritmo serrato e la narrazione condensata che denota la serie rispetto al resto del programma ha
permesso di attrarre e catalizzare l’attenzione dello spettatore. Beneficiando dell’effetto sorpresa (non
erano noti i giorni della messa in onda, bensì variavano di settimana in settimana, con una frequenza media
di tre episodi per settimana, durante i giorni feriali), ogni episodio si è ritagliato uno spazio originale e
apprezzato nel contenitore del Grand Journal grazie a narrazioni leggere da commedia raccontate con
tecniche di montaggio collaudate da David Fincher e Guy Ritchie ma assolutamente nuove in un prodotto
pensato per la televisione).
In meno di un anno, la serie ha visto così percorrere le tradizionali tappe verso il successo per le
quali, normalmente, come osserviamo nelle serie americane, occorrono quattro, cinque o sei stagioni.
Grazie al buzz (alla promozione tramite passaparola consentita e sostenuta dai social network) Bref. è
riuscito a raggiungere un numero molto alto di fan su Facebook, anche tra gli utenti con pochi “amici”. I
primi video vengono da subito condivisi, corredati da commenti. La critica non può fare a meno di parlarne,
colpita dal buzz, ed insiste in particolare sull’aspetto dell’“American Dream” di Bref.: dal giorno alla notte,
Kyan Khojandi è diventato “le mec de Bref” (ovvero “il tizio di Bref”), elogiato da gran parte del pubblico e
dei giornalisti. Immediato è stato inoltre il manifestarsi l’universo delle parodie, che si sono moltiplicate
rapidamente e in modo più o meno riuscito. Il successo porta gli autori a realizzare la seconda stagione e
arrivano le prime critiche, come quella della giornalista Amélie Malissard pubblicata su Le Monde des
Séries67, che lamenta come gli autori non approfittino del successo di Bref. per portare la narrazione oltre
alla banalità del quotidiano e arrivando a scrivere “Bref è la bovinizzazione della società francese”, la
giornalista aggiunge una considerazione di attese disilluse: “Bref. non gioca sui codici dell’identificazione
per denunciare l’uniformizzazione”. Sul filone delle critiche mosse alla narrazione di Bref, ricordiamo il
commento del giornalista Benoist: “L’eroe della serie è un uomo mediocre, [..] Il fatto che una intera
generazione di trentenni si riconosca in lui rivela il degrado, la standardizzazione dei comportamenti e dei
modi di pensare”. Secondo Benoist questo fenomeno è ancora più inquietante se si considera la
dimensione su cui la serie si focalizza, l’intimità: il giornalista parla di “standardizzazione dell’intimità” e,
citando Tocqueville (in La democrazia in America, 1840), si chiede sarcasticamente se tale fenomeno
dimostri la realizzazione dell’idealtipo immaginato dal pensatore francese: “Vedo una folla innumerevole di
uomini simili ed uguali - scrive il pensatore normanno - che non fanno che ruotare su se stessi, per
procurarsi piccoli e volgari piaceri con cui saziano il loro animo”.
Interessante notare come l’équipe di Bref. abbia scelto di evitare le cosiddette “six seasons and a
movie” (espressione con cui si intende il percorso seguito dalle serie americane di successo, che tengono a
prolungare la loro durata): gli autori ne hanno annunciato la fine sul sito ufficiale ed improvvisamente le
critiche e i commenti si fanno più gentili, già nostalgici e ancor più appassionati, le parodie continuano ad
arricchire il panorama delle estensioni terziarie ed escono innumerevoli articoli che parlano del successo
della miniserie.
Un successo confermato dai numeri: il 6 ottobre 2011 Bref. ha toccato un picco di oltre 2,5 milioni
di telespettatori, il 9,5% dell’audience, mantenendo una media mensile di 1,814 milioni di telespettatori,
secondo Médiamétrie68. Tuttavia queste cifre sono relative, dato l’alto numero di persone che guardavano
la serie esclusivamente online (in modo particolare il sito di Canal+). Nonostante non sia consultabile il
numero di visitatori per ciascun video, possiamo constatarne il successo sul web anche dall’alto numero di
67
seriestv.blog.lemonde.fr/2012/04/29/semaine-des-lecteurs-bref-la-fin-du-reve
Società di capitali fondata da Jacqueline Aglietta nel 1985 a Levallois (Francia), con l’obiettivo di misurare l'audience e svolgere
studi di marketing rispetto ai media audiovisivi e di della comunicazione.
68
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parodie, che si sono sviluppate in tempi rapidissimi69 (da una ricerca su Youtube compiuta a partire dalle
parole chiave “parodie bref” otteniamo 4.950 risultati; se osserviamo il numero di visite a una delle parodie
più note, Bref. Je suis le sosie de Bref, ne contiamo 1.884.167 al 10 gennaio 2013; lo stesso Canal+ ha dedicato
loro diversi spazi istituzionali, come abbiamo già avuto modo di osservare) o dall’alto numero di visite di
episodi ufficiali caricati da utenti (Bref, J’etais toujours dans la merde: 143.251 visite). La misura del
successo di tale serie può anche essere letta anche tramite la pagina dedicata a Bref. sul sito Allocine.fr, che
raccoglie 157 voti del pubblico relativamente al gradimento: 62 utenti assegnano un punteggio di 5 stelle su
5, in 61 si esprimono con un 4/5, 16 votanti la giudicano con un 3/5, 18 votanti le attribuiscono tra 0 e 2
stelle. Ricordiamo anche il successo di un “dispositivo transmediale” che offre un gateway tra Internet e
televisione: è la timeline aperta dagli autori su Facebook lo scorso giugno 2012. Seguita da 3.294.308 fan (al
10 gennaio 2013), offre ai propri appassionati contenuti esclusivi, derivati dalla matrice testuale. Qui
emerge un altro aspetto centrale del programma: la nostalgia marcata degli anni Novanta. Ma mentre c’è
chi parla di Bref. quale esempio di una “Sociologia del trentenne disilluso” (definizione data dalla rivista Les
Inrocks: “Bref. – si legge - narra delle peripezie quotidiane di un’intera generazione nata sotto Mitterrand,
allieva di Chirac e nutrita da Sarkozy”), rileviamo che la fascia d’età di maggiore popolarità dei fan Facebook
è quella tra i 18 e i 24 anni, per lo più parigini. Sosteniamo con più forza quindi che il prodotto si rivolge
quindi ad un pubblico giovane, pressocché tra i 18 e i 30 anni. Ciò perché il protagonista incarna un mondo
in cui non è difficile riconoscere tratti comuni della condizione dei giovani di oggi: una più o meno marcata
dipendenza da internet (videogiochi, Facebook, siti porno), un certo grado di passività e procrastinazione,
insicurezza e depressione, la difficoltà di ottenere un (eventualmente, buon) lavoro, il desiderio di una
storia d’amore, i problemi di coppia, amicizie più o meno superficiali, legami familiari più o meno complessi.
Bref. ha dunque tutte le caratteristiche per essere considerato un format commercializzabile al di
fuori dei confini dell’Esagono, anche se non si sono ancora visti tentativi di traduzione, come accade spesso
per molte serie americane che vedono comunità di fan produrre sottotitoli da scaricare e montare sui video
originali. Tuttavia fin dalla sua nascita si è diffuso online in molti Paesi francofoni, come attestano articoli
pubblicati su giornali online che risultano registrati dal Belgio al Canada, dalle Antille70 alla Svizzera, dal
Maghreb alla Nuova Caledonia.
Osserviamo infine come Bref. riesca a essere politicamente corretto (non viene dato spazio alla
rappresentazione di atteggiamenti borderline, come l’uso di droghe o alcol – anche se in un episodio71 Je
racconta di essersi ubriacato e la timeline di Facebook raccoglie la foto dal titolo “Bref. Mon premier
joint.”72 -, nè vengono assunte/dichiarate posizioni politiche/religiose definibili), rompendo tuttavia dei
tabù esistenti nella fiction francese (come abbiamo detto, primo tra tutti l’autoerotismo, l’omosessualità e
la vita sessuale dei genitori). Da ciò arriva quasi naturalmente la promozione dell’uso dei preservativi (che
diventeranno anche estensione secondaria in forma di “merce”). Bref. si fa portavoce, rappresentando
come ovvia, dell’importanza della solidarietà tra familiari (si veda quando Je ospita il padre in casa,
nonostante non ne condivida le scelte, o l’immancabile sostegno del fratello nei momenti difficili), e
inscena un’empatia nei confronti dei più deboli (si pensi all’episodio Bref. Je suis vieille, in cui Je si avvicina a
una anziana sola per farle compagnia). Ricorda per certi versi Beverly Hills, 90210 e Dawson’s Creek
“pacchetto trentenni”, alla luce di quanto osservato nel libro di Innocenti e Pescatore.
Per concludere, torniamo alla già citata Snack Culture. Riteniamo che Bref. ne sia un buon prodotto
in quanto oggetto culturale consumabile con la voracità e la rapidità con cui si divora uno snack. Uno snack
che riscuote successo nella misura in cui stimola la fame nel proprio fandom, generando una fascia creativa
di spett-autori, ovvero fan che non solo attendono nuovi “bocconi-Bref.”, ma che, seguendo la “ricetta
69
DRYEF, Z., « Le pire et le meilleur des parodies de « Bref » sur Canal + » (29 settembre 2011),
blogs.rue89.com/series-telling/2011/09/29/bref-sur-canal-le-meilleur-et-le-pire-des-parodies-224087
70
Bwef. La version antillaise de Bref (una parodia che al 10 gennaio 2013 registra 1.419.649 visualizzazioni),
www.youtube.com/watch?v=WVFS7UFo3W8
71
Bref. Je me suis bourré la gueule. – Episodio 16, trasmesso il 3 ottobre 2011.
72
“Brevemente. La mia prima canna”, è una foto datata 1998 sulla timeline Fb di Bref (la scena ritratta non appare nella serie).
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Bref.”, si cimentano nella produzione di contenuti, fan fiction (per lo più parodie), dedicati alla serie e resi
disponibili sul web (e, aggiungiamo, difficilmente mappabili in modo esaustivo). Ogni episodio di Bref.,
riconosce l’esistenza e l’attività dei suoi fan (e l’espediente del voice-over che rappresenta il pensiero di Je,
va proprio in direzione di un’identificazione tra protagonista e spettatori, che si avvalgono del racconto in
prima persona), invitandoli (neanche velatamente) ad una lettura attenta e specializzata. Si pensi non solo
alla guida Come fare il tuo Bref., ma anche alla interazione tra autori e fan di bref3000.tumblr.com: una
interazione costante “di nicchia”, ma anche straordinaria e pubblica. Gli autori ammiccano loro
esplicitamente, se si considera il “patto comunicativo” tra i due, che esclude gli spettatori meno attenti: li
spiazzano e li gratificano, realizzando come abbiamo visto un esempio concreto di meta-narrazione. Tale
caso emerge in un episodio che mostra Je scorrere il blog in cui gli autori si rivolgono ai fan con offese
bonarie: è una sorta di scambio tra autori e fan reso possibile da un prodotto televisivo narrativamente
complesso che premia, come rileva Mittell (2006), l’emergere di quella maggiore consapevolezza dei
meccanismi narrativi e di un coinvolgimento accresciuto da parte dello spettatore verso il contenuto e il
formato del prodotto. Bref. sostiene tale consapevolezza, presentando e promuovendo un linguaggio ben
definito (si veda il gioco di ripetizione di frasi cult della serie, come “Il m’a regardé/ je l’ai regardé/ il m’a
regardé le regarder…”; l’uso del voice-over molto presente e quasi accavallato ai dialoghi, con tono
abbastanza neutro, quasi monocorde) e uno stile visivo di impatto (primissimi piani; tecnica
“banane/banane”; compressione/decompressione), che i fan apprendono e adottano fin da subito nelle
proprie produzioni.
Alla luce dell’indagine condotta, confermiano dunque la tesi espressa nella nostra introduzione: Bref. è
caso di successo convergente. Dimostriamo ciò, in conclusione, anche in base a tre fattori che definiscono il
rapporto con gli spettatori:
1. Il fandom di Bref. non risulta un fenomeno di nicchia (da un punto di vista strettamente
quantitativo, si veda l’enorme numero di fan, follower, visite ai video su Youtube o la ricchezza di
parodie diffuse). La dimensione culturale dell’esperienza audiovisiva passa dall’essere un effetto
collaterale delle dinamiche di consumo a essere un modello di tendenza: gli appassionati che
ragionano in termini di “amici mediali” nei confronti dei personaggi della nuova serialità ottengono
la loro rivincita.
2. Il fandom è una comunità visibile, visitabile e socialmente testualizzata: si pensi all’universo dei
blogger, ai membri dei forum ufficiali, ai fan delle pagine dedicate sui social network. Il fandom
interagisce con gli autori, svolgendo varie arrività come commentando episodi, partecipando a
concorsi, producendo parodie.
3. L’eroe protagonista non è più l’idealtipo stabile, il cui consumo si basa sul meccanismo di
ostentazione ripetuta della sua immagine, ma è un elemento collocabile in una concatenazione di
tipo sintagmatico: la concatenazione seriale conta più della ripetizione, l’eroe evolve, ha un passato
e un futuro, nel nuovo contesto di questa serie che si pone come modello convergente e dunque
pienamente postmoderno.
A questo punto sarebbe interessante, ai fini di un’analisi più completa del prodotto, scoprire quale
effetto sortirà l’uscita del film di Bref., annunciata nei mesi scorsi. Come prevedibile alla luce di altri
prodotti simili – come è avvenuto per Twin Peaks o Starsky & Hutch -, l’attuale intervallo di tempo tra la
serie e l’uscita del film, costruisce un sistema di attese che si radica nell’apprezzamento che lo spettatore
ha dimostrato nei confronti della serie e che gioca sul chiamare in causa la memoria spettatoriale, assieme
all’affezione nei confronti di un determinato universo narrativo che tuttavia, in questo prodotto, non
scompare mai del tutto, grazie alle innovative estensioni create dall’alto e dal basso e diffuse
pervasivamente, grazie ad un collaudato buzz, attraverso i social network (meno attivi rispetto alle
settimane successive al termine della serie, ma talvolta aggiornati).
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7. BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA
GRASSO, A., SCAGLIONI, M., (2010), Televisione convergente: la tv oltre il piccolo schermo, Cologno
Monzese, Rti
INNOCENTI, V., PESCATORE, G., (2008), Le nuove forme della serialità televisiva: storia, linguaggio e
temi, Bologna, Archetipolibri
GRIGNAFFINI, G., (2004) I generi televisivi, Roma, Carocci
SPAZIANTE, L., Materiali didattici relativi al corso di Sistemi di Produzione televisiva 2011/2012, AMS
Campus - AlmaDL - Università di Bologna
Estensioni secondarie:
KHOJANDI, K., MUSCHIO, B., (21 novembre 2012), Bref. Le livre, Paris, éditions Hachette3000
www.canalplus.fr/c-divertissement/pid3848-c-bref.html
KHOJANDI, K., KRIEF, B., MUSCHIO, B., Bref., - L'intégrale - Épisodes 1 à 82 - Édition collector 2 DVD + 1 livre
+ 1 clé USB pleine de surprises, www.canalplus.fr/c-divertissement/pid4293-c-le-tchat-avec-l-equipe-debref.html
www.facebook.com/Bref
twitter.com/brefserie
www.pluzz.fr/montreux-comedy-festival--2012-12-10-20h45.html
www.breflaserie.com
www.callvin.com/Preservatif-Callvin-Preservatif-bref.-Capote-3000,922.html
bref-tshirt.com
https://itunes.apple.com/fr/album/bref-original-soundtrack/id567257385
https://itunes.apple.com/fr/app/bref-lappli./id538443838?mt=8
La playlist di Bref., www.deezer.com/fr/playlist/91335771
Bref. La musique de la série, www.amazon.fr/bref-La-musiques%C3%A9rie/dp/B009NWP22M/ref=sr_shvl_album_1?ie=UTF8&qid=1355690530&sr=301-1
Canale Youtube, www.youtube.com/user/BrefSerie
bref. L'appli. Groupe CANAL+,
https://play.google.com/store/apps/details?id=com.waest.bref&feature=search_result#?t=W251bGwsMS
wxLDEsImNvbS53YWVzdC5icmVmIl0.
Lisa Viola ROSSI
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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
https://play.google.com/store/apps/details?id=com.bref.breftavie&feature=search_result#?t=W251bGws
MSwxLDEsImNvbS5icmVmLmJyZWZ0YXZpZSJd
Estensioni terziarie:
fr.wikipedia.org/wiki/Bref._(s%C3%A9rie_t%C3%A9l%C3%A9vis%C3%A9e)
www.allocine.fr/series/ficheserie_gen_cserie=10520.html
www.brefserie.com
bref3000.tumblr.com
Parodie della serie e altri video connessi,
www.youtube.com/results?search_query=bref.&oq=bref.&gs_l=youtube3..0l10.5877.6074.0.6232.4.3.0.0.0
.0.83.159.3.3.0...0.0.fuC_VdAGpfM
Rassegna stampa (in ordine cronologico):
HANNE, I., Bon, «bref.», et apres (30 settembre 2011), www.liberation.fr/medias/01012362846-bon-bref.et-apres
BENOIST A. per Fondapol (24 novembre 2011), "Bref.", Tocqueville avait raison !,
www.lemonde.fr/idees/article/2011/11/24/bref.-tocqueville-avait-raison_1608792_3232.html
RENAULT, E., «Bref, c'est un véritable court métrage à chaque fois», (19 marzo 2012),
www.lefigaro.fr/medias/2012/03/16/20004-20120316ARTFIG00401-kyan-khojandi-bruno-muschio-etharry-tordjman-invites-du-buzz-media.php
Bref: Un épisode spécial (et génial) avec plein d'invités (VIDEO) « Bref. Je suis vieille." : Un épisode très
touchant (VIDEO), (20 marzo 2012), www.programme-tv.net/news/tv/22178-bref-episode-special-genialplein-invites-video
SERISIER, P., Le Monde des Séries, Semaine des lecteurs – Bref., la fin du rêve, (29 aprile 2012),
seriestv.blog.lemonde.fr/2012/04/29/semaine-des-lecteurs-bref-la-fin-du-reve
NAHUM, A., Elle crée le buzz avec un CV parodiant une série télé (3 maggio 2012),
www.lefigaro.fr/emploi/2012/05/03/09005-20120503ARTFIG00367-elle-cree-le-buzz-avec-un-cvparodiant-une-serie-tele.php
GONZALES, P., La TNT révolutionne la production (8 maggio 2012),
www.lefigaro.fr/medias/2012/05/08/20004-20120508ARTFIG00469-la-tnt-revolutionne-la-production.php
ATHANASIADIS, C., Vidéos. Après "Bref" et "Scènes de Ménage", les comédies courtes s'invitent sur Arte et
TF1 (2 giugno 2012), www.huffingtonpost.fr/2012/06/01/bref.-minute-vieille-scene-de-menage-comediescourtes-arte-tf1_n_1561534.html
DENISOT, M. (Le Grand Journal), La critique, je la prends en compte (14 giugno 2012), www.programmetv.net/news/tv/33416-michel-denisot-le-grand-journal-critique
Lisa Viola ROSSI
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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
Fin de la série «Bref.» sur Canal + (29 giugno 2012), www.lefigaro.fr/flash-actu/2012/06/29/9700120120629FILWWW00503-fin-de-la-serie-bref-sur-canal.php
POUCHARD, A., Clap de fin - « Bref.. », c’est (bientôt) fini (29 giugno 2012),
bigbrowser.blog.lemonde.fr/2012/06/29/clap-de-fin-bref.-cest-bientot-fini
Bref., la mini-série de Canal+, tire sa révérence (29 giugno 2012 ),
quebec.huffingtonpost.ca/2012/06/29/bref-la-mini-serie-canal-plus-fin-videos_n_1637050.html
Le Boulengé M. Bref., "Bref." c'est fini (29 giugno 2012),
www.7sur7.be/7s7/fr/1540/TV/article/detail/1462355/2012/06/29/Bref.-Bref-c-est-fini.dhtml
Les auteurs de Bref. (Canal +) annoncent la fin de la série (29 giugno 2012), www.programmetv.net/news/tv/33722-auteurs-bref-canal-annoncent-fin-serie
KHAMAROU, H., Bref, c’est la fin d'une série "normale" : que nous restera-t-il en héritage ? (29 giugno
2012), leplus.nouvelobs.com/contribution/582974-bref.-c-est-la-fin-d-une-serie-normale-que-nous-resterat-il-en-heritage.html
FRAT, M., Bref : la der des der sur Canal + (1 luglio 2012), tvmag.lefigaro.fr/programmetv/article/serie/70677/bref-la-der-des-der-sur-canal-+.html
FERENCZI, A., Bref: les raisons du succès de la mini-série de Canal+ (12 luglio 2012),
www.huffingtonpost.fr/2012/07/11/bref.-raisons-succes-canal-mini-serie_n_1664906.html
MODALOR, S. , Bref., il y a une soirée spéciale bref. Au grand rex (24 settembre 2012),
www.grazia.fr/culture/news/bref.-il-y-a-une-soiree-speciale-bref-au-grand-rex-494456
VIDÉO | Florence Foresti parodie la série «Bref» (19 ottobre 2012), frca.divertissement.yahoo.com/news/vid%C3%A9o---florence-foresti-parodie-la-s%C3%A9rie%C2%ABbref%C2%BB.html
On a fait un jeu de société dans le livre de la série « bref. » (20 novembre 2012), haterz.fr/2012/11/livrebref
AFIFIA, B., La série bref sort son livre, ça s’appelle bref., le livre (23 novembre 2012),
www.konbini.fr/culture/bref-le-livre
BAUDIN, J., La série Bref. déclinée en préservatifs (23 novembre 2012), tvmag.lefigaro.fr/programmetv/article/serie/72750/la-serie-bref-declinee-en-preservatifs.html
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www.20min.ch/ro/entertainment/television/story/-Des-janvier-on-commence-a-ecrire-un-film-de--Bref-26522383
SIMON, N., Le gala de Bref (10 dicembre 2012), tvmag.lefigaro.fr/programmetv/article/divertissement/72998/le-gala-de-bref.html
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“Bref. Analisi di un caso di successo convergente”
« On va commencer à l’écrire dès janvier » (10 dicembre 2012), www.voici.fr/news-people/actupeople/bref-kyan-khojandi-et-ses-acolytes-vont-ecrire-le-film-473661
Kyan Khojandi : Bref, le film (10 dicembre 2012), maghreb.msn.com/news/entertainment/entertainmentnews/731800/kyan-khojandi-bref-film
VERGELY, J. (moderato da), «Bref» montre-t-il la vraie vie des trentenaires ?, www.newsring.fr/mediastech/163-bref-montre-t-il-la-vraie-vie-des-trentenaires
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