torre eiffel

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torre eiffel
Quel candelabro rovesciato a Campo di Marte
e i bulloni dimenticati da Monsieur Eiffel
INFORMAZIONE 124 Strutture.
Il monumento simbolo di Parigi, tra innovazioni tecnologiche e critiche feroci
Il 12 febbraio del 1856 fu brevettato in Inghilterra il convertitore Bessmer,
un tipo di forno che - superando i metodi di produzione precedenti, lunghi e costosi - permetteva di ottenere grandi quantità di acciaio a basso costo ed in tempi
rapidi, assicurando resistenza, omogeneità ed elasticità. Il nuovo sistema consisteva
nell’insufflare aria fredda sotto pressione nel ferro fuso. Questo faceva aumentare la
temperatura del metallo, mentre l’ossigeno dell’aria si legava al silicio e al carbonio,
facilitando la loro eliminazione. Dal momento che un buon acciaio vuole una percentuale tra 0,15% e 1,7% di carbonio, il flusso d’aria doveva essere interrotto prima
dell’eliminazione completa del carbonio.
Qualche decennio più tardi, l’invenzione di Sir Henry Bessemer avrebbe reso
possibile la risposta francese al Crystal Palace di Hyde Park, l’enorme edificio in ferro
e vetro con il quale Londra aveva celebrato nel 1851 la prima Esposizione Universale:
in un periodo storico di grandi progressi tecnologici – siamo nella seconda rivoluzione
industriale – la Francia era decisa a mostrare al mondo intero i progressi ottenuti nel
campo della metallurgia.
L’Esposizione Universale del 1889 a Parigi aveva appunto come tema principale
la manifestazione del progresso raggiunto dell’intera umanità e quindi anche quello
dell’impatto dell’industria sul mondo artistico. Nuovi materiali, quali l’acciaio, la
ghisa ed il vetro, si stavano imponendo nel mondo delle costruzioni. Per questo –
e con l’intesa che sarebbe stata smontata a fine manifestazione – dopo lunghe
discussioni fu autorizzata la costruzione nel cuore della capitale francese di una
torre destinata a diventare uno dei più famosi monumenti al mondo.
L’AUTORE.
L’ingegnere Carlo Pozzo
svolge la libera professione.
e-mail: [email protected]
Il progetto.
La costruzione.
Gli studi sul progetto cominciarono nel 1884, con la collaborazione degli
ingegneri Maurice Koechlin e Emile Nouguier e dell’architetto Stephen Sauvestre.
Nonostante tutti gli ostacoli – creati non solo dai parigini – la costruzione della
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© Dell640 / Depositphotos
Il progettista della Tour Eiffel era all’epoca uno dei più famosi ingegneri francesi, Alexandre Gustave Eiffel (1832-1923), che qualche
anno prima aveva messo la firma su un altro monumento destinato
a diventare famoso: era suo il progetto delle strutture sulle quali
si regge la Statua della Libertà, donata dalla Francia agli Stati
Uniti. A dirla tutta, Eiffel aveva ideato la torre per Barcellona,
come simbolo dell’Esposizione Universale che si sarebbe
dovuta tenere nel 1888. Ma il suo progetto era stato
rifiutato perché considerato troppo costoso e un po’
troppo bizzarro per la città catalana (1).
Gustave Eiffel non rinunciò all’idea e ripresentò il progetto tal quale alle autorità francesi,
che – in vista dell’Esposizione Universale di Parigi
del 1889 e del centenario della Rivoluzione francese – avevano bandito un concorso
per la costruzione di una torre all’interno dell’area dedicata all’evento. La struttura
avrebbe dovuto avere una caratteristica particolare: essere facilmente smontabile.
Furono presentate 108 proposte (fra le quali un enorme faro in grado di illuminare tutta
la città e una torre a forma di ghigliottina, per ricordare le vittime del Terrore...) e alla
fine la torre dell’ingegner Eiffel fu scelta quale attrazione principale dell’Esposizione.
INFORMAZIONE 124
Strutture L’ingegnere-costruttore.
Se la storia della torre Eiffel è abbastanza nota, non tutti sono andati oltre i brevi
cenni biografici sul suo intrepido ideatore. Alexandre Gustave Bönickhausen Eiffel
(Digione, 15 dicembre 1832 – Parigi, 27 dicembre 1923) era nato in un ambiente
agiato: suo padre, ufficiale, aveva sposato una donna d’affari, imprenditrice nel commercio del legno e del carbone, con una solida fortuna personale (5). La famiglia, di
origine tedesca, si era trasferita a Parigi nei primi anni del 1700. Il cognome originale
era Bönickhausen, ma siccome era difficile da pronunciare per i francesi, un antenato
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© Friday / Depositphotos
Torre Eiffel cominciò nel 1887, durò 26 mesi e fu completata
nel 1889. Come accennato, l’idea originale comprendeva lo
smantellamento dopo l’Esposizione Universale del 1900, ma
gli esperimenti di radiotrasmissione effettuati dall’esercito
francese prima della fatidica data giustificarono prima un rinvio
dello smontaggio e poi la salvezza della torre (2).
A questo riguardo, è curioso notare la strana scelta dei
chiodi ribattuti a caldo piuttosto che quella di semplici bulloni, facilmente smontabili, per assemblare le travi di una torre
considerata provvisoria. Forse l’ingegnere Gustave Eiffel in
realtà non voleva che la torre fosse smontata tanto facilmente,
e magari nemmeno tanto presto, cosa che invece avvenne
puntualmente per la struttura in acciaio e vetro (e bulloni) della
Galleria delle Macchine, un padiglione anch’esso costruito per
l’Esposizione Universale. Probabilmente, con quella scelta
tecnica, il progettista aveva cercato di proteggere la propria
creatura e di preservarla nel tempo.
Il cantiere nel Champ de Mars (una piazza d’armi successivamente trasformata in giardino pubblico) era stato aperto
il 28 gennaio 1887. Fra i curiosi che seguivano il lavoro degli
operai c’erano soprattutto gli abitanti del quartiere: dopo aver
sentito parlare del discusso progetto, non avevano il minimo
dubbio sulla rovinosa caduta di quel mostro di ferro che qualcuno aveva deciso di costruire accanto alle loro case (3).
Gli operai del coraggioso ingegnere impiegarono 26 mesi
per tirare su la torre di 300 metri e 51 cm e all’epoca i giornali
in tutto il mondo diedero ampio spazio agli strabilianti numeri
di quella nuova meraviglia.
In due anni di lavoro serrato, quaranta disegnatori avevano prodotto 1.333 metri quadrati di disegni: i piani contenenti
15.000 elementi strutturali che 2.500.000 rivetti, assemblati
dai montatori, avrebbero tenuto assieme. Per quanto ne sappiamo, la torre fu assemblata senza nessun errore e ogni rivetto
scivolò dolcemente nel foro al quale era destinato. Eiffel promise, e riuscì nel suo
intento, di ultimare la torre in 2 anni, 5 mesi e 5 giorni, in tempo per l’inaugurazione
dell’Esposizione Universale, con soli 250 uomini, senza che ci fosse un solo incidente.
Pur con i suoi 7.300.000 chili di peso, la Dame de Fer de Paris è un esempio di
leggerezza e resistenza: la struttura della torre ha un peso inferiore a quello del cilindro d’aria che la circoscrive. C’erano cinque ascensori e una scala di 2.710 gradini:
347 fino al primo piano, 674 fino al secondo, 1.585 fino al terzo. La piattaforma del
primo piano, a 57 metri dal suolo, era ampia 4.010 metri quadrati, la seconda (a 116
metri) 1.300 e la terza (a 276 metri) 270.
Il 31 marzo 1889 l’onore di piantare il tricolore in cima alla torre fu concesso
ovviamente a monsieur Gustave Eiffel. Il successo di quella nuova ingombrante presenza nel panorama parigino fu enorme. Due milioni di persone, vincendo la paura,
si avventurarono sugli scalini della torre durante la Exposition Universelle e l’incasso
dalla vendita dei biglietti coprì quasi interamente le spese di costruzione. Il monumento
mantenne per 41 anni il record di edificio più alto del mondo: fino al 1930, anno in
cui fu completato il Chrysler Building a New York (4).
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Alexandre Gustave Bönickhausen Eiffel
(foto da Wikipedia).
In basso, il viadotto di Garabit,
nel Dipartimento di Cantal.
© phb.cz / Depositphotos
di Gustave aveva aggiunto la parola Eifel, dal nome della regione tedesca al confine
con la Francia in cui era nato. Alexander Gustave cambiò ufficialmente il suo cognome
in Eiffel nel 1879(6), eliminando definitivamente quel Bönickhausen che ancora lo
teneva legato alla sua terra di origine.
È possibile che avesse deciso di cambiare prima della partecipazione al concorso
per la realizzazione della torre da esibire nell’Esposizione Universale del 1889, ben
conscio del fatto che i francesi difficilmente avrebbero accettato di dare al simbolo
dell’evento un nome così evidentemente tedesco.
Monsieur Gustave Eiffel non era un ingegnere strutturista, ma chimico: dapprima
(nel 1843) era entrato al Collège Sainte-Barbe, poi nel 1855 fu ammesso all’École
centrale des arts et manufactures a Parigi e quindi all’École polytechnique, dove portò
a termine in modo brillante i suoi studi, ottenendo il diploma di ingegnere chimico nel
1855. Il corso di studi dimostra quanto, a quel tempo, l’ingegneria fosse insegnata
in modo più ampio e completo, interessando ogni suo ramo: era per così dire meno
settorializzata, rispetto ai nostri giorni.
Dopo essere stato impiegato per qualche mese alla polveriera di Châtillon-surSeine, poi alla Compagnie des chemins de fer de l’Ouest, Eiffel nel 1856 incontrò
Charles Nepveu, ingegnere anch’egli e imprenditore specializzato in costruzioni
metalliche che, grazie ai progressi della metallurgia, conoscevano in quegli anni una
grande diffusione. Il giovane ingegnere diede ben presto prova del suo talento. Nel
1858 la sua prima grande realizzazione, in collaborazione con Paul Régnauld, fu il
ponte ferroviario Saint-Jean (noto come la passerelle) a Bordeaux, sulla Garonna,
lungo 509,69 metri. Qui, a soli ventisei anni, assunse la direzione del cantiere. Eiffel
utilizzò allora per la prima volta l’aria compressa per la realizzazione delle fondazioni
a pile tubolari, affondate a 16-17 metri al di sotto del livello medio delle acque. Tale
ponte, collegamento delle linee ferroviarie della Compagnie des
chemins de fer du Midi e della Compagnie du chemin de fer de
Paris à Orléans, valse a Eiffel una prima notorietà nel campo delle
costruzioni metalliche(5). Durante i lavori di costruzione, fra l’altro,
egli salvò la vita a un operaio caduto nel fiume, tuffandosi in suo
soccorso.
Nel 1866 Gustave Eiffel decise di fondare la propria società,
acquisendo alcune officine di costruzioni metalliche vicino a Parigi, a
Levallois-Perret. L’impresa ottenne molte importanti commesse per
viadotti ed edifici a struttura metallica. Fu così che, raccomandando
l’utilizzo dell’acciaio per le sue qualità di resistenza, d’elasticità e di
leggerezza, ma anche per la facilità di stoccaggio e di assemblaggio,
Gustave Eiffel costruì centinaia di opere metalliche in tutto il mondo,
tra cui la stazione di Budapest (1876), i viadotti di Porto sul Douro
(1878) e di Garabit (1885) in Francia, il ponte più alto del mondo
sino a quel momento. Ma anche l’armatura interna della Statua della
Libertà (1884) e la famosa cupola dell’osservatorio di Nizza (1886).
L’apice della celebrità ovviamente fu raggiunto con la costruzione della torre in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi
del 1889. Tra le fonti di ispirazione, qualcuno ricorda la Galleria
Vittorio Emanuele II di Milano, con le sue strutture di ferro a vista (5).
Nel 1885 fu chiamato a collaborare per la realizzazione del Canale
di Panama, ma l’impresa naufragò a causa delle enormi difficoltà
finanziarie, che portarono al suicidio del banchiere francese finanziatore e a guai giudiziari per lo stesso Gustave Eiffel. Inizialmente
condannato dal Tribunale francese a due anni di prigione ed a ventimila franchi di
ammenda, fu poi riabilitato grazie ad una nuova inchiesta.
Negli anni seguenti Eiffel lasciò la direzione della sua impresa per dedicarsi
(all’età di 57 anni) allo studio della meteorologia e dell’aerodinamica, sfruttando
anche le conoscenze derivategli dalla costruzione della torre. Costruì, nel 1909 e
nel 1912, due gallerie del vento e dimostrò sperimentalmente il principio del moto
relativo: le forze esercitate su un corpo in quiete immerso in un flusso d’aria sono
uguali a quelle che subisce lo stesso corpo muovendosi alla stessa velocità nell’aria in
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Strutture quiete (5). Pubbblicò uno studio su “Recherches expérimentales sur la résistence de
l’air” (1907) e i suoi lavori su questo campo di ricerca appena nato furono ammirati
in tutto il mondo.
Eiffel non era particolarmente brillante nei comportamenti o nei discorsi ma
era una persona sicura, metodica, calma ed introversa, con la tranquillità tipica del
matematico che analizza il problema, sicuro poi della soluzione trovata. Durante la
prima guerra mondiale, Eiffel si occupò di ricerche sulle eliche, sulle ali d’aereo e
sui proiettili. I suoi lavori portarono, nel 1917, alla concezione di un aereo da caccia
monoplano. Dopo il conflitto, nel 1921, fece dono di tutte le sue opere allo stato
francese. Eiffel morì nel 1923, all’età di 91 anni.
L’estetica della torre.
Abbiamo visto dunque che Gustave Eiffel era specializzato nelle costruzioni in
acciaio ed in particolare nelle strutture dei ponti ferroviari: la torre parigina rappresenta
lo sbocco naturale degli studi da lui intrapresi sugli alti piloni metallici dei viadotti.
Ed a ben riflettere, la stessa torre Eiffel non è altro che l’insieme di quattro arcate
da ponte che si incontrano in sommità, insieme poi irrigidito, a tre diversi livelli, da
strutture trasversali che formano le piattaforme nei rispettivi piani.
La struttura iniziale, più semplice, fu successivamente arricchita da elementi di
abbellimento, che rispecchiavano l’architettura eclettica dell’Ottocento. Caso emblematico è quello degli archi che si aprono dalla base fino al primo livello della torre,
posto a circa 50 metri d’altezza: non sono portanti, ma appesi alla struttura. Questi
elementi, evidentemente privi di qualsiasi funzione statica, rappresentano quindi
una sorta di inutile peso e di dipendenza dalle forme classiche, alla quale anche il
progettista era stato costretto a sottomettersi (7).
Nonostante il grande successo fra il pubblico, la nuova arrivata nel panorama
parigino non piacque a parecchi tra gli intellettuali dell’epoca: nel 1890 Paul Verlaine,
avventuratosi un giorno in carrozza nel Campo di Marte, alla vista della sagoma della
torre iniziò a strepitare verso il vetturino: «Tornate subito indietro... non ho mai visto
un simile orrore. È ignobile! Si direbbe un candelabro rovesciato». Un anno dopo,
Guy de Maupassant in una lettera spiegava ad un amico: «Ho lasciato Parigi per non
vedere più la torre... che mi dava fastidio» (3).
Poeti, artisti o scrittori furono tutti sostanzialmente concordi: non si poteva
lasciare che un ingegnerucolo di periferia, quale era ai loro occhi Monsieur Gustave
Eiffel, sfregiasse il cielo della capitale. Nel 1887 la costruzione della torre non era
ancora iniziata eppure gli attacchi erano già furibondi: Léon Bloy la definì «un lampadario davvero tragico». Fra i critici c’erano personaggi del calibro di Balzac e Dumas.
Tanti firmarono una protesta degli artisti inviata alla direzione della Exposition Universelle 1889, l’organo committente della gara per la costruzione della torre, in cui si
sosteneva che «l’inutile e mostruosa» struttura andava immediatamente bloccata nel
nome del «buon gusto». Non era altro che una «Torre di Babele» moderna; un’assurda
«carcassa nera in attesa di essere riempita di pietre o mattoni»; una mela avvelenata
dall’«immaginazione mercantile», prodotto della «commerciale America» (8).
Conclusioni
La torre Eiffel è particolarmente rappresentativa di un periodo storico, quello della seconda rivoluzione industriale, caratterizzato dal grande sviluppo della metallurgia,
dalle grandi invenzioni e dalla fiducia nel progresso della tecnologia. È utile ricordare
che nella seconda metà dell’Ottocento l’Europa occidentale estese e consolidò la
propria presenza nel mondo grazie alla propria superiorità nel campo scientifico e
tecnologico, alla potenza industriale e capitalistica ed al dominio incontrastato nel
commercio mondiale.
La costruzione della torre fu un passo importante per l’ingegneria, che affermò
il proprio ruolo attraverso la padronanza del calcolo strutturale, ma anche per l’architettura, la quale – sebbene in un primo momento si fosse dimostrata impreparata
nella risposta all’avvento massiccio dei nuovi materiali quali la ghisa, l’acciaio ed il
vetro – beneficiò poi di una notevole spinta verso la modernità.
Carlo Pozzo
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Bibliografia
1) da wired.it:
http://tinyurl.com/ojr4kvn
2) http://tinyurl.com/qdd49wj
3) http://tinyurl.com/nrv3sw4
4) http://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Eiffel
5) http://it.wikipedia.org/wiki/Gustave_Eiffel
6) da famigliacristiana.it:
http://tinyurl.com/oynna5u
7) http://tinyurl.com/ngemq78
8) da corriere.it:
http://tinyurl.com/nqeurq2

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