Ritorno alla Vita

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Ritorno alla Vita
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21.04.2005
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Ritorno alla Vita
Sulle tracce degli ultimi ostaggi delle SS
Foto: Hermann Oberhofer
Hotel „Lago di Braies“
L’Hotel “Lago di Braies” conserva una
documentazione sul trasporto dei Sippenhäftlinge
e dei prigionieri speciali da Dachau a Villabassa e
al lago di Braies negli ultimi giorni del
secondo conflitto mondiale.
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È
una storia avvincente come un romanzo giallo. Essa
è stata documentata dal noto scrittore e giornalista
Hans-Günter Richardi di Dachau nel libro “SS-Geiseln in
der Alpenfestung – Die Verschleppung prominenter KZHäftlinge von Deutschland nach Südtirol” (Ostaggi delle
SS nella Alpenfestung – La deportazione dalla Germania
all’Alto Adige di famosi internati nei lager) nonché nella
mostra “Ritorno alla vita” che, in occasione della ricorrenza del sessantesimo anniversario nel 2005, viene presentata a “Casa Wassermann” a Villabassa.
Prigionieri di 17 paesi europei
La mostra, corredata da un’ampia documentazione, illustra estesamente l’odissea dei 133 prigionieri provenienti
da 17 paesi europei deportati dalle SS
dalla Germania in Alto Adige, dove l’SS-
Foto: archivio Richardi
Obergruppenführer Dr. Ernst Kalten-
Dietro all’operazione
che aveva come obiettivo l’utilizzazione degli
ostaggi c’era l’SSObergruppenführer Dr.
Ernst Kaltenbrunner.
brunner, capo della polizia e del Servizio di sicurezza, voleva utilizzarli come
ostaggi per trattare con gli alleati occidentali. Le SS avevano intenzione di resistere nella Fortezza Alpina finché
l’avversario non fosse stato disposto a
negoziare i termini della capitolazione.
Foto: proprietà privata
Un immagine che nel maggio del 45 fece il giro del mondo:
i detenuti liberati dalle SS davanti all’hotel “Lago di Braies”.
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Foto: Hermann Oberhofer
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Una scenografia
maestosa: la Croda
del Becco si rispecchia
nel Lago di Braies.
Fra gli ostaggi delle SS si trovavano
personalità illustri quali l’ex cancelliere austriaco Kurt von Schuschnigg con
moglie e figlia, l’ex primo ministro francese Léon Blum con la consorte, l’ex
primo ministro ungherese Miklós von
Kállay, il comandante in capo dell’esercito greco, generale Alexandros Papagos con tutto il suo stato maggiore,
il tenente sovietico Wassilij Wassiljewitsch (nipote del commissario del
Gabriel Piguet,
vescovo di ClermontFerrand, che nel campo concentramento di
Dachau in segreto
ordinò sacerdote il
compagno di prigionia
Karl Leisner, successivamente beatificato.
popolo agli affari esteri dell’URSS, Wjatscheslaw M. Molotov), Mario Badoglio
(figlio del maresciallo d’Italia Pietro Badoglio), Nikolaus von Horthy (figlio del
reggente dell’impero ungherese ammiraglio von Horthy), il vescovo francese
di Clermont-Ferrand Gabriel Piguet,
l’ex capo di stato maggiore tedesco e
generale d’armata Franz Halder con la
consorte nonché numerosi familiari del
conte Claus Schenk von Stauffenberg,
autore dell’attentato del 20 luglio 1944
contro Adolf Hitler.
Foto: archivio Richardi
colonnello di stato maggiore tedesco
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La liberazione
a Villabassa
Nell’aprile del 1945 i prigionieri, provenienti dai campi di concentramento
di Buchenwald e Flossenbürg, furono
riuniti nel lager di Dachau. Da lì furo-
Foto: proprietà privata
no trasportati sotto la sorveglianza di
Il capitano Wichard
von Alvensleben.
un reparto speciale delle SS e delle SD
prima a Innsbruck e poi a Villabassa,
dove il 30 aprile 1945 una squadra di
soldati della Wehrmacht al comando
del capitano Wichard von Alvensleben
li liberò dalle mani delle SS.
La Wehrmacht prese i prigionieri sotto
la propria protezione e li portò all’hotel „Lago di Braies“, dove furono accolti
con grande simpatia e straordinaria
Foto: Emma Heiss-Brunner
disponibilità dall’albergatrice Emma
Emma HeissHellenstainer.
Heiss-Hellenstainer. L’intensa corrispondenza degli ex ostaggi delle SS con
l’albergatrice testimonia l’affetto e la
gratitudine che li legò per sempre ad
Emma Heiss-Hellenstainer, che aveva
aperto loro le porte per il ritorno alla
vita.
Foto: archivio dell´hotel
L’albergo “Lago di Braies” visto con gli occhi di un artista:
il quadro di R. A. Höger ritrae la sua posizione unica sulle sponde
del lago più bello delle Dolomiti.
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Foto: British Pathe
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Vera von Schuschnigg, moglie del ex cancelliere austriaco, con la
figlia “Sissy” al termine della loro odissea.
L’Europa unita
a Braies
Per Isa Vermehren, che successivamente si fece suora, le giornate trascorse nella solitudine ristoratrice di
Braies rimasero un ricordo indelebile.
Nella pacifica ed armonica convivenza
degli ex prigionieri provenienti da nazioni diverse e nemiche Isa Vermehren
vide per la prima volta realizzata
“Ci sentivamo tutti abitanti della stessa casa Europa, cittadini di un mondo
solo”, scrisse nel suo libro “Reise durch
den letzten Akt” (Viaggio attraverso l’ultimo atto). “Le frontiere nazionali non
erano più un ostacolo insormontabile,
ma soltanto lo steccato e il giardino del
vicino, il cui cancello era spalancato e
invitava ad entrare. Un sogno pareva
essersi avverato, anche se in forma di
microcosmo: un’Europa unita e serena, un mondo gioioso e unico in cui
regna la pace.”
Foto: proprietà privata
un’Europa unita.
La cabarettista Isa
Vermehren, che più
tardi si fece suora, si
trovava come Sippenhäftling nelle mani
delle SS.
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L’arrivo
Foto: archivio Hotel “Lago di Braies”
degli americani
Il 4 maggio 1945 al Lago di Braies giunsero dei soldati americani che presero
in consegna gli ostaggi liberati. Con due
trasporti l’8 ed il 10 maggio 1945 gli
illustri personaggi vennero trasferiti
nell’Italia meridionale dove la loro odissea attraverso mezza Europa si con-
L’albergo “Lago di
Braies” con la sua
architettura di grande
fascino nel 1931.
cluse.
“Dopo aver lasciato il Lago di Braies”,
scrisse da Roma il segretario di stato
Foto: British Pathe
ungherese Andreas von Hlatky il 7 giu-
I prigionieri liberati
il 5 maggio 1945 si
presentano davanti
all’albergo ai giornalisti e ai fotografi.
gno 1946, „andammo a Verona, il giorno successivo da Villafranca raggiungemmo Napoli in aereo quindi proseguimmo con la nave per Capri. Alcuni
del gruppo però tornarono in patria direttamente da Napoli (inglesi, russi,
francesi, greci ecc.)“.
Conservare
il ricordo
L’archivio dell’hotel “Lago di Braies”
conserva preziosi documenti sul trasporto degli ostaggi in Alto Adige e sul
Foto: Herbert Thalhammer
Soldati americani e ostaggi liberati giocano a pallavolo al lago di Braies.
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loro soggiorno sul lago dopo la liberazione. Sulla chiesetta dell’hotel una targa con i nomi dei prigionieri ricorda gli
eventi dell’ aprile e del maggio 1945.
briel Piguet – che di nascosto nel campo di concentramento di Dachau aveva ordinato sacerdote Karl Leisner, successivamente beatificato dal Papa – il
6 maggio 1945 celebrò una messa di
ringraziamento per la salvezza degli
ostaggi.
Foto: Hermann Oberhofer
Nella chiesetta sul lago il vescovo Ga-
Un piccolo santuario
tra le montagne: la
cappella privata della
famiglia Hellenstainer,
consacrata nel 1904.
Incontro con la storia
L’albergo “Lago di Braies” Vi offre la possibilità di rivivere quegli eventi direttamente dove si svolsero e di esplorare il luogo in cui, alla fine della seconda guerra mondiale, fu scritta una pagina di storia europea. Le stanze
dell’hotel sono arredate ancora oggi come le avevano
trovate i prigionieri 60 anni fa. Le stanze 125/126 erano
state ad esempio assegnate al grande industriale Fritz
Thyssen e a sua moglie, nella stanza 202 era stato alloggiato il principe Federico Leopoldo di Prussia e la stanza 321 aveva ospitato il sindaco di Vienna Dr. Richard
Text: Hans-Günter Richardi
Foto: Hermann Maria Gasser
Schmitz.
Abitare in un’atmosfera ricca di
storia: scorcio della camera 369.
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Foto: Hermann Maria Gasser
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Hotel
„Lago di Braies“
I-39030 Braies (BZ)
Tel. +39 0474 748602 – Fax +39 0474 748752
E-mail: [email protected]
www.lagodibraies.com