Alpe di Siusi Magazine - Meine Passion Seiser Alm

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Alpe di Siusi Magazine - Meine Passion Seiser Alm
Estate 2013
ALPE
Alpe di Siusi Magazine
Castelrotto
Kastelruth · Seis
Siusiam
allo
Schlern
Sciliar· Völs
· Fiè allo
am Schlern
Sciliar · ·Alpe
Seiser
di Alm
Siusi
Talento naturale
I campioni della mietitura a mano
Via ferrata
Il sogno di una vita di Max
Mercato contadino
Varietà naturale
www.alpedisiusi.info
Foto: Helmuth Rier
Editoriale & Sommario
Cari ospiti!
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rascorrere l’estate nell’area vacanze Alpe di Siusi significa godere di belle e rilassanti vacanze
a stretto contatto con una natura
incontaminata, dove l’avventura la
fa da padrona. Fare escursioni o arrampicate, andare in mountain bike, cimentarsi nel parapendio,
nell’equitazione o nel nuoto, gironzolare oppure
oziare, qualsiasi cosa decidiate di fare, per tutta la
vacanza dimenticherete la quotidianità. Gli articoli
nelle prossime pagine saranno uno spunto per provare qualcosa di diverso dal solito dove le emozioni
indimenticabili sono garantite.
Protagonisti indiscussi di questo numero sono Brigitte Goller, David Tirler e la falciatura ad alta velocità. Ed è di loro due e della loro passione che
vogliamo parlare. Dai rigogliosi prati degli alpeggi
saliamo a quote da capogiro guidati dal gestore del
rifugio di Max Aichner. L’articolo “Sulla via ferrata
Maximilian” ci porta sulle tracce di quest’uomo
straordinario e ci mostra di cosa una persona sia
capace, guidata dal sogno della sua vita. Anche Daniel Anrather ha realizzato il sogno della sua vita,
fondando un birrificio tutto suo. Oltre alla degustazione della birra prodotta dal birrificio più giovane e sito più in quota, i buongustai potranno
deliziarsi anche con una ricetta davvero golosa: i
canederli di prugne. Amate la frutta fresca e le verdure appena raccolte? Allora unitevi ai visitatori
dei mercati di Castelrotto, Siusi allo Sciliar e Fiè
allo Sciliar e gironzolate fra le bancarelle dei mercati contadini.
A tutti gli appassionati di sport, il programma di
quest’anno propone una sfida particolare: la prima
Mezza Maratona Alpe di Siusi. Gli escursionisti apprezzeranno il Geotrail di Bulla e il Sentiero Oswald
von Wolkenstein: scoprirete il passato geologico
delle Dolomiti oppure vi immergerete nel mondo
dei castellani e delle loro figlie. L’articolo “Cavalli
dorati per l’ugola d’oro” ci avvicinerà alla passione
di Norbert Rier per i cavalli avelignesi. E, nell’intervista di ALPE, vi presentiamo l’uomo che per 13
anni ha plasmato il turismo in Alto Adige: Christoph
Engl, direttore di Alto Adige Marketing (SMG).
Pagina 4
Max Aichner e
la sua via ferrata
Pagina 8
1a Mezza Maratona
Alpe di Siusi
Pagina 10
Come fa la conchiglia
ad arrivare in montagna?
Pagina 14
Intervista con lo specialista
di turismo Christopf Engl
Pagina 18
I campioni provinciali
della mietitura a mano
Pagina 22
ALPE vorrebbe anche essere un’utile guida per la
vostra vacanza: oltre ad informazioni importanti
sui servizi pubblici e dati interessanti, presenta
molti consigli circa i migliori ristoranti, trattorie e
punti d’incontro, così come numerose e allettanti
possibilità per lo shopping nei paesi dell’altopiano
e dintorni. Questo magazine contiene anche un
programma dettagliato di eventi, appuntamenti
culturali e ricreativi, da vivere in compagnia. Se
deciderete di partecipare, l’album delle vostre vacanze sarà ricco di momenti felici e indelebili.
Norbert Rier e
i suoi avelignesi
Vi auguriamo di trascorrere un meraviglioso e indimenticabile soggiorno, all’insegna di benessere
e relax.
Pagina 40
Eduard Tröbinger Scherlin - Presidente
Pagina 26
Un percorso tematico
in onore di Oswald
von Wolkenstein
Pagina 30
La birra Antonius: L’arte
di birrificazione a Fiè
Pagina 34
I mercati contadini
di Castelrotto, Siusi e Fiè
Pagina 38
Anteprima
estate 2013
Anteprima
inverno 2013/14
Pagina 42
Visto & sentito
per Alpe di Siusi Marketing e le Associazioni
Turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar,
Fiè allo Sciliar e Alpe di Siusi.
Estate | ALPE 3
Sulla via ferrata Maximilian
Max Aichner, il costruttore del
rifugio “Alpe di Tires” (sul fondo)
si dedica ancora alle escursioni
nelle sue montagne
Arrampicata con Max Aichner, gestore di rifugio.
» A
4 ALPE | Estate
rrampicarsi sulle montagne a ottant’anni?
È possibile: basta chiamarsi Max Aichner.
Perché Max ha trascorso tutta la sua vita
sui monti e insieme a noi saltella sulla via ferrata
che lui stesso ha ideato, realizzato e messo in sicurezza più di cinquant’anni fa. E della quale ovviamente conosce ogni singolo passo e ogni appiglio.
parte e sul gruppo del Catinaccio dall’altra. Max
non ha neppure il fiatone quando inizia a raccontare la sua storia. È la storia dell’Alpe di Tires e della
via ferrata Maximilian. Una storia lunga e un esempio di come un uomo possa realizzare qualunque
cosa, se crede fortemente in un’idea, e niente e
nessuno potrà impedirglielo.
“Guarda qui: ho trapanato tutto io” dice mentre ci
mostra orgogliosamente alcuni morsetti e come li
ha fissati, come se dovessero durare in eterno. Poi
ci sediamo sul crinale e godiamo dell’imponente
panorama a tutto tondo, sull’Alpe di Siusi da una
Il rifugio “Alpe di Tires”, il sogno di una vita.
Max è cresciuto a Tires sul Catinaccio. Un’infanzia dura, con sei fratelli, quasi nulla da mangiare
in casa, il padre che si guadagna la sopravvivenza
come facchino nei rifugi. Max impara a fare il tap-
pezziere, ma in paese non c’è praticamente lavoro. Da militare finisce nei paracadutisti, impara
a sciare, tornato a casa fa l’esame di guida alpina e
porta avanti la tradizione di famiglia: col mulo garantisce gli approvvigionamenti del rifugio Vajolet.
I fratelli maggiori lo aiutano nella costruzione del
rifugio Bergamo e Franz, anch’egli guida alpina, ha
un’idea. Vuole costruire insieme a Max un altro rifugio, lassù, sotto i Denti di Terrarossa, proprio lì
dove da sempre si incrociano i sentieri dei cacciatori, dei contadini e dei pastori. Niente da dire: è
davvero un bel posto. Ma si tratterebbe di un’impresa audace, in un posto totalmente isolato, senza
vie di accesso, senza teleferica e senza mezzi finanziari. Tutti considerano i due fratelli dei pazzi.
Franz comincia a sudare freddo, si ritira dal progetto e invece che costruirne uno nuovo, va a gestire un vecchio rifugio.
Max invece non si rassegna. Ha 25 anni quando riesce a trasformare in realtà il suo sogno e nel 1957
sferra il primo colpo di vanga a quasi 2500 m di altitudine. Per tre estati passa il suo tempo in completa solitudine in un piccolo riparo, spiana il posto
a colpi di vanga e piccone, produce completamente
a mano oltre 3000 mattoni in calcestruzzo, fino a »
Testo: Rosa Maria Erlacher
Foto: Helmuth Rier
Estate | ALPE 5
che – tre anni più tardi – con l’aiuto di un muratore
inizia la posa dell’edificio.
La gioia di Max:
Max si sta godendo le
vedute mozzafiato alla
via ferrata Maximilian
“I materiali da costruzione, come le travi in legno,
il cemento e le tegole del tetto, le ho trasportate
inizialmente in spalla da Tires” ricorda oggi Max.
Rabbrividisco all’idea della faticosa salita lungo
il sentiero terribilmente ripido attraverso il Buco
dell’Orso. Una volta costruito il rifugio, Max si scavava a poco a poco una via verso la Val di Fassa.
Sulla stessa, ora con il trattore il trasporto avviene
molto più comodamente.
Sembra impossibile, ma il coraggioso Max trovò
persino il tempo di andare a cercar moglie. La bella
Laura, di Castelrotto, sembrava fatta apposta per
lui: una che conosceva la fatica, era molto socievole e amava le montagne come lui. Si sono sposati nel 1962 e in estate Laura si trasferiva insieme
a lui nella casetta appena costruita. Il sorriso malizioso di Max vale più di mille parole: “Sono cinquant’anni, adesso”. Già l’anno successivo al matrimonio ampliò il rifugio, costruendo una stube
più grande, una cucina più ampia e aggiungendo al
primo piano un dormitorio con 25 materassi.
6 ALPE | Estate
Tempo di percorrenza:
ca. 3,5 ore
Percorso: Dal rifugio “Alpe di
Tires” (2.440 m) poco più a sud
si sale per la prima ferrata, si entra in una gola stretta e poi si
sale verso la forcella, si prosegue a sinistra fino al crinale e
poi sulla cima del Dente di Terrarossa (2653 m). Proseguendo
verso ovest si passa sotto una
porta di roccia, scendendo verso
la forcella di collegamento e da
qui verso la Forcella di Terrarossa
(2556 m) (qui in caso di necessità
si può fare ritorno al rifugio). Si
prosegue quindi salendo verso
Era un passo enorme, e anche un po’ azzardato,
come Max dovette ammettere poco dopo. “Avevamo uno dei primi rifugi privati e tutti gli escursionisti facevano un ampio giro tutto intorno a
noi” racconta oggi. E perché? “Perché allora gli
escursionisti tradizionalmente si fermavano
solo nei rifugi dell’Alpenverein, dove ricevevano
sconti se erano soci” ci spiega.
Non è stato un avvio fortunato, ma Max non
sarebbe Max se non fosse riuscito anche dove
l’impresa sembrava impossibile. “Dovevo offrire
qualcosa di speciale, in modo che le persone si
fermassero anche a passare la notte”, mi spiega
così la sua smaliziata “strategia di mercato”.
Quindi rispolverò le sue conoscenze di guida alpina e pensò a quello che oggi si chiamerebbe
un percorso avventura, che valesse assolutamente la pena di andare dall’Alpe di Siusi al rifugio “Alpe di Tires”, una via ferrata nel mezzo
della roccia dolomitica con panorami straordinari ed emozioni indimenticabili, che ha realizzato lui stesso e che ha voluto anche mettere in
sicurezza di persona, per i meno allenati. E così
per due estati Max passò il suo tempo con martello e scalpello a trasportare in altitudine tonnellate di chiodi e funi d’acciaio e lì fissarli, per
poi aprire nel 1969 al pubblico la via ferrata Maximilian (che battezzò con il nome del proprio
santo patrono). Max aveva fatto a tutti gli effetti
i conti giusti: gli alpinisti si innamorarono della
ferrata Maximilian e ben presto anche del rifugio Alpe di Tires.
La via ferrata Maximilian
La via ferrata Maximilian supera
l’intera forcella dei Denti di Terrarossa ed offre una splendida
visuale a tutto tondo sull’Alpe di
Siusi da una parte e sul gruppo
del Catinaccio dall’altra. La ferrata a livello tecnico non è eccessivamente complicata, ma ci sono
tratti aperti e senza appigli e in
parte è a picco sul crinale frastagliato. Passo sicuro e assenza di
vertigini sono indispensabili.
Le vie ferrate “Maximilian” e “Laurenzi”.
est fino al punto più elevato
dell’altipiano dello Sciliar, la Cima
di Terrarossa (2.655 m). Lungo il
sentiero n. 4 si fa ritorno al punto
di partenza.
Il rifugio Alpe di Tires (con possibilità di pernottamento, www.
tierseralpl.com) ai piedi dei Denti
di Terrarossa è raggiungibile
dall’Alpe di Siusi a piedi in circa
2,5/3 ore. Dalla stazione a monte
della cabinovia Alpe di Siusi, si
segue il sentiero n. 7 (o con la
seggiovia panoramica) fino all’Alpenhotel Panorama, poi si prosegue sul sentiero n. 2 fino ai piedi
della Forcella dei Denti di Terrarossa e seguendo le serpentine
in salita fino alla forcella e oltre,
lungo il sentiero n. 2, si arriva in
pochi minuti a sud-ovest al rifugio Alpe di Tires. Discesa: dal
rifugio si scende lungo l’ampia
strada forestale (contrassegno 4)
attraverso la piccola e ripida valle
verso est fino al Dialer, e poi a
sinistra lungo la via pedonale n.
7 fino al Rifugio Molignon, e da
qui lungo l’ampia forestale (sempre contrassegnata col n. 7) attraverso i pascoli dell’Alpe di Siusi
fino al punto di partenza. Dal rifugio Alpe di Tires, ca. 2,5 ore.
Il sole ha superato lo zenit da un pezzo, quando ci
decidiamo a scendere dalla Cima di Terrarossa.
Max indica verso il Catinaccio. “Laggiù la ferrata
Laurenzi conduce dal Molignon fino al Catinaccio d’Antermoia – mi racconta – quella è dedicata a mia moglie Laura e l’ho costruita all’inizio
degli anni Ottanta, bella lunga e molto esposta.
In realtà solo per esperti” mi strizza l’occhio. Ho
capito, non fa per me. A dire il vero la via ferrata
Maximilian ha risvegliato la mia voglia di avventura ed ora ho davvero bisogno di una bibita fresca al rifugio Alpe di Tires. Si leva un saluto cordiale appena il vecchio Max, padrone del rifugio,
entra nella sua stube e viene accolto anche dalla
figlia e del genero che portano avanti con entusiasmo la grande opera della sua vita. «
Estate | ALPE 7
Seiser Alm | Alpe di Siusi
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La corsa torna protagonista sull’altipiano più grande
d’Europa. L’Alpe di Siusi Running, dedicata agli appassionati della corsa in altitudine, prende il via il
7 luglio 2013 con la prima Mezza Maratona Alpe di
Siusi. Una gara che, partendo e arrivando a Compaccio, consente di misurarsi sulla distanza della mezza
maratona di 21,0975 lungo i saliscendi montani inseriti nel Running Park Alpe di Siusi e rappresenta una
sfida eccezionale per i suoi 500 metri di dislivello e
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8 ALPE | Estate
per i panorami mozzafiato che offre. Un percorso
che, incorniciato dalle Dolomiti, attraverso pascoli
e prati fioriti, si sviluppa su un tracciato circolare
con viste spettacolari.
Fianco a fianco ai partecipanti alla Mezza Maratona,
pronti a dare preziosi suggerimenti, correranno
maratoneti kenyoti di fama internazionale che,
dal 29 giugno al 13 luglio, torneranno ad allenarsi
su questi tracciati perfetti. «
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Sommer | ALPE 9
Come fanno le
conchiglie ad arrivare
sulle montagne?
» Q
uesta – racconta il dott. Nössing tenendo alta in mano la brochure, mentre il suo viso abbronzato si illumina –
questa è una cosa unica al mondo: che ci crediate
o no una pubblicazione geologica in quattro lingue
non esiste da nessun’altra parte”. Il dott. Nössing e
la sua collega, una giovane geologa perfettamente
bilingue, hanno appena congedato i circa 40 partecipanti all’ultima escursione del “Geotrail di Bulla”
e ora si scambiano le impressioni di questo pomeriggio pieno di stimoli nei locali dell’Hotel Pinei.
La verità è che dopo un’intera vita spesa con successo al servizio della geologia, il dott. Nössing,
da poco eletto geologo-capo della Provincia Autonoma di Bolzano, è ancora in grado di entusiasmarsi quando racconta dell’attrazione del “Geotrail di Bulla”.
Testo: Silvia Rier
Foto: Helmuth Rier
10 ALPE | Estate
Bulla è una delle tre frazioni di lingua ladina del Comune di Castelrotto e giace un po’ defilato oltre il
Passo Pinei (1.437 m), che da sempre rappresenta
il confine culturale e linguistico di Castelrotto: da
una parte dominano la cultura e le usanze tedesche, dall’altra quelle ladine o reto-romane. Il paesino di 180 anime di Bulla ha avuto una sua importanza nei secoli passati perché qui si incrociavano
le due strade per gli alpeggi di Castelrotto e della
Val Gardena. Il Passo Pinei in sé ha proprio l’aspetto di un alpeggio: in particolare l’odore inconfondibile, che i primi caldi raggi di sole risvegliano
dall’erba alta e sottile, con i suoi innumerevoli fiori
e le erbe aromatiche, sembra indimenticabile e riempie di gioia.
È qui, in questo punto di scissione e raccordo fra
due culture, che ha inizio il sentiero del “Geotrail
di Bulla”, inaugurato nell’estate del 2011, dopo due
anni di costruzione.
Ma qual è la sua storia? E perché si è deciso di
collocarlo proprio qui, ai margini del Parco Naturale dello Sciliar e ai piedi delle Dolomiti, dichiarate dall’UNESCO Patrimonio naturale? Il dott.
Nössing sorride luminoso: “Quello che per i costruttori di strade è spesso una maledizione, è
una benedizione per i geologi” dice e ci racconta
che la strada per Bulla era stata costruita su un
terreno particolarmente friabile ed instabile ed è
stato necessario chiuderla. Per secoli, fino a quel
momento la vecchia strada ai piedi del Bullaccia
era stata famosissima, anche se solo nei circoli
scientifici e in particolare geologici. Ma cosa ha
potuto attirare per così tanto tempo i grandi luminari della geologia dei quattro angoli della Terra
Il Geotrail di Bulla: storia
geologica, scritta in pietra e
avvincente come un action thriller
in questo paesino che, per quanto grazioso, è anche piuttosto modesto e inaccessibile? “È per via
– racconta il dott. Nössing – del cosiddetto ‘Profilo del Bulla’, un affioramento geologico fra i più
belli del mondo”. Nella stratificazione geologica
di questo “Profilo del Bulla” è scritta nientemeno
che la storia dell’immane catastrofe che ha causato
cambiamenti epocali all’ambiente: questo evento
conosciuto come Estinzione di massa del Permiano-Triassico, ha avuto come conseguenza, circa
252 milioni di anni fa, l’estinzione di circa il 90%
delle specie viventi di allora: la fine del mondo, in
pratica. Si provi ora a figurarsi nella mente questo
lasso temporale: 252 milioni di anni (e ci troviamo
agli albori della storia della Terra…): sì, le escursioni
geologiche sono sempre anche una sana lezione di
umiltà, se vogliamo.
Durante i lavori di realizzazione della strada nuova
ci si è accorti di come questo “cinema della storia geologica” avrebbe potuto attirare un pubblico
molto più ampio senza grossi sforzi, e così all’inizio
del 2006, guidata dal prof. Rainer Brandner (dell’Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università
di Innsbruck) e dal dott. Lorenz Keim (dell’Ufficio
Provinciale di Geologia e Prove Materiali), si è costituita un’équipe con il compito di definire e co-
struire un percorso didattico geologico attorno a
questo “Profilo del Bulla”. Ma qual era la visione
alla base di questo progetto? Portare le Dolomiti,
questi “Monti Pallidi” Patrimonio Naturale dell’Umanità secondo l’UNESCO, più vicine alle persone,
raccontare la storia di questo panorama montano
unico e aprire la mente al mondo naturale in cui
viviamo.
Fedele al proprio compito, il “Geotrail” non
presenta nessun grado di difficoltà, è quindi percorribile senza problemi anche da bambini e anziani, purché siano un po’ abituati a camminare in
montagna. Nella sua parte superiore il percorso
segue un sentiero antichissimo, il “Troj d’Ancion”,
passa poi a sfiorare l’idilliaco paesino di Bulla e ritorna al punto di partenza lungo la vecchia strada
chiusa di Bulla. Il “Geotrail” è ritmato da otto tavole esplicative molto dettagliate, ciascuna dedicata ad uno specifico tema geologico: qui si potrà
vedere come si generano le rocce e i complessi
rocciosi, si potrà comprendere come si trasformano, come si muovono e come sono composte,
ci si stupirà di eventi che hanno letteralmente
scosso il pianeta, come nel caso dell’Estinzione
del Permiano-Triassico o della frana di Pontives,
e si correrà il rischio di veder franare anche qual- »
Tra luglio e agosto
tutti gli interessati
hanno la possibilità
di avviarsi per un’escursione geologica
sul Geotrail di Bulla
con il dott. Ludwig
Nössing. Le escursioni si terranno ogni
mercoledì con partenza alle ore 13.30.
Iscrizioni & informazioni presso l‘Ufficio
informazioni di
Castelrotto
Estate | ALPE 11
Famoso nel mondo: Il profilo
di Bulla, una quasi completa
registrazione della più grande
estinzione di massa nella
storia di circa 252 milioni
di anni fa
che vecchia convinzione — e non solo per il fatto
che questa nostra “terra fra i monti” un tempo si
trovava parecchi chilometri più a sud, all’altezza
dell’attuale Niger, e che quindi è a tutti gli effetti
“immigrata”.
stra guida esperta ci mostra la meraviglia delle numerose specie di fiori che decorano queste rocce
nude e che lungo il Troj d’Ancion sono potute crescere indisturbate per anni, visto che con l’avvento
della motorizzazione il sentiero fu pressoché abbandonato.
Un mondo
mer aviglioso
da scoprire
Per quanto bella e precisa, nessuna tavola
Post Scriptum
Il dott. Lorenz Keim,
ideatore e personalità
creativa del “Geotrail
di Bulla” è venuto a mancare durante una frana
nella primavera del 2011.
Nel suo “Geotrail”
continua a vivere
indimenticato.
esplicativa sarà mai in grado di sostituire la competenza di una guida esperta, anche solo per il
fatto che non è possibile fare domande a un cartello. Effetti collaterali del percorso geologico Geotrail? Ce ne sono parecchi: dietro ogni curva si
aprono panorami mozzafiato sulla “più bella architettura del mondo”, più in là si aprono scorci “dentro” le Dolomiti, come sottolinea il dott. Nössing
con verve, e come omaggio di benvenuto, la no-
Dopo circa quattro ore, gli escursionisti fanno ritorno al Passo Pinei, possono riempirsi ancora una
volta i polmoni dell’incomparabile profumo dei
pascoli e riprendere la via di casa, soddisfatti nel
corpo, nello spirito e nei sensi. Chi volesse trasformare questa escursione pomeridiana in una gita di
un giorno intero può semplicemente aggiungere
al mattino la camminata da Castelrotto a San Michele al Passo Pinei. «
Nei quattro piani del Museo Archeologico
scoprirete la nuova mostra permanente
dedicata ad Ötzi e al suo mondo, la mostra
temporanea 2013 mysteriX, pensata per le
famiglie, e poi visite guidate, eventi e incontri.
Il Museo Archeologico, uno spazio da visitare
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12 ALPE | Estate
Il modello di successo
“Alto Adige”
Cos’ha l’Alto Adige che non hanno altre regioni turistiche? Secondo
Christoph Engl l‘area vacanza può puntare soprattutto ai beni di lusso
del futuro: tranquillità, spazio, attenzione, sicurezza, esperienza, tempo.
»
Intervista: Elisabeth Augustin
Foto: Helmuth Rier
14 ALPE | Estate
Il bolzanino Christoph Engl ha
diretto l’Agenzia Alto Adige Marketing (SMG) per 13 anni con autorevolezza e competenza e si è
conquistato un buon nome come
specialista di turismo anche oltre
i confini della provincia. Il direttore dell’SMG è riuscito a rafforzare il brand Alto Adige e a posizionare ancora meglio l’area
vacanza sul mercato internazionale grazie anche alla collaborazione con il comparto economico
e con gli operatori turistici altoatesini. In questa intervista ad
ALPE Christoph Engl, che si dimetterà dalla sua posizione di
leader nell’estate 2013, traccia un
bilancio consuntivo della sua
esperienza e sottolinea i punti di
forza della destinazione turistica
“Alto Adige”.
ALPE: Direttore Engl, sappiamo
che a breve si dimetterà dalla
carica di responsabile del turismo altoatesino per dedicarsi a
nuove sfide. Come può riassumere la Sua esperienza?
Christoph Engl: Ho avuto l’opportunità di svolgere per diversi
anni uno dei lavori più entusiasmanti e densi di responsabilità
che questa regione possa offrire.
E di questa opportunità sono infinitamente grato. Mi è stata accordata fiducia, pur essendo risaputo che sono un uomo d’azione
più che di compromesso. L’Agenzia Alto Adige Marketing è oggi
un centro di competenza per il
marketing di destinazione riconosciuto a livello internazionale
e questo va a tutto vantaggio del
territorio altoatesino. Il team dei
collaboratori è ormai perfettamente rodato, è stata creata una
rete solida e sono stati formulati
piani molto chiari per il futuro.
Ora l’SMG può anche permettersi di affidarsi a una nuova direzione e consentirmi di affrontare
qualcosa di nuovo.
Qual è, fra quelli che ha dato,
il contributo personale che
ritiene più importante?
Che l’Alto Adige sia oggi percepito come una destinazione rico-
noscibile in un unico marchio di
successo, è un fatto che mi riempie di gioia ogni giorno. Vengono
organizzati con cadenza quasi
settimanale viaggi studio da
tutta Europa per venire a verificare il modello di successo del
marchio Alto Adige. Oggi ai congressi siamo noi a tenere interventi che fino a qualche anno fa
ci limitavamo ad ascoltare. Università e scuole di specializzazione analizzano il modello Alto
Adige quando trattano di marketing di destinazione.
È riuscito a realizzare gli
obiettivi che si era posto?
In Alto Adige siamo riusciti a definire una strategia di sviluppo
comune a molti ambiti. Abbiamo
definito alcune questioni e le abbiamo perseguite con consequenzialità: ormai non si trova
più nessuno nei comprensori sciistici che inneggi agli après ski,
c’è consenso sul fatto che la nostra forza risiede nei prodotti locali e nella cultura del quotidiano
e che bisogna copiare il meno
possibile dagli altri per avere successo. Questo è ciò che distingue
oggi l’Alto Adige dalle altre destinazioni, che non sono ancora riuscite a chiarire ai propri clienti i
valori in cui credono. Questi
erano gli obiettivi che ci eravamo
fissati e che sono stati raggiunti.
Ma resta comunque ancora molto
da fare.
L’Alto Adige conta annualmente oltre sei milioni di
ospiti. Quali sono i principali
punti di forza e i motivi di
preferenza di quest‘area
vacanza così amata?
Quando si chiede alle persone di
riferire le proprie impressioni
dopo un viaggio, spesso ci si
sente rispondere: “Per alcuni
giorni o settimane è stato molto
bello, però non mi piacerebbe vivere lì”. L’Alto Adige in questo
senso è in grado di alimentare
sentimenti completamente di-
versi. Chiunque abbia avuto
modo di fare reale esperienza del
territorio altoatesino, deve potersi dire: “Potrei immaginarmi di
vivere qui, non solo di farci le vacanze”. Quando l’ospite lascia la
nostra regione, a livello emotivo
ha già archiviato l’Alto Adige
come un progetto da ripetere. Chi
invece deve farsi un’idea della nostra provincia senza averne mai
avuto reale esperienza, deve potersi immaginare l’Alto Adige
come una sorta di piccolo paradiso, non dissimile dal giardino
dell’Eden. Anche questa immagine rispecchia la visione di un
ambiente realmente vissuto, non
quella di un pacchetto turistico.
In quali ambiti l’Alto Adige
può ancora migliorare?
In Alto Adige serve un pensiero
aperto. In uno dei luoghi vissuti
più amati d’Europa non basta
avere prestazioni eccellenti solo
in ambito strettamente turistico.
Ovviamente anche queste fanno
parte dell’offerta e sono un punto
fondamentale di quello che viene
richiesto dal cliente. Gli hotel di
fama mondiale insieme alle chicche nascoste dell’agriturismo, i
ristoranti stellati insieme alle
proposte gastronomiche regionali più autentiche nei rifugi, l’offerta invernale basata su tecnologie all’avanguardia insieme
all’ospitalità cordiale degli alloggi »
Lo specialista di turismo
Christoph Engl: l’area vacanze
Alpe di Siusi è qualcosa
di unico in tutti i sensi.
»
Estate | ALPE 15
In Alto Adige ...
... sono stati registrati nel
2012 per la prima volta oltre 29 milioni di pernottamenti in un anno, ovvero
1,8 punti percentuali in
più rispetto all’anno 2011.
Questo avanzo è da ascrivere principalmente agli
ospiti provenienti dalla
Germania, che hanno contribuito nel 2012 con circa
650.000 pernottamenti
in più (più 4,8%). Anche
gli ospiti svizzeri, che nel
2012 hanno registrato oltre 1,3 milioni di pernottamenti, hanno accresciuto
la loro presenza di un sostanziale 11,9%. Sono stati
invece significativamente
inferiori i pernottamenti
dei cittadini italiani: da
10,18 milioni nel 2011 sono
passati a 9,8 milioni nel
2012 (-3,7%).
Per l’undicesima volta di
serie, Castelrotto ha raggiunto nel 2012 la prima
posizione nella classifica
dei comuni turistici di
maggior successo dell’Alto
Adige. Il 4,5% dei pernottamenti registrati dalle
strutture ricettive altoatesine sono stati registrati
nel comune di Castelrotto.
16 ALPE | Estate
Nel comune, nel cui territorio sono presenti quattro associazioni turistiche,
si contano nel 2012 oltre
45.000 pernottamenti in
più rispetto al 2011, ovvero
una crescita del 3,5%.
Se si va a considerare la
crescita rispetto alle singole associazioni turistiche, le strutture ricettive
che fanno capo a quella
dello Sciliar (Castelrotto)
hanno registrato la crescita maggiore in assoluto
con 30.322 pernottamenti
in più: in totale l’Associazione Turistica dello Sciliar
ha contato mezzo milione
di pernottamenti.
La seconda associazione
turistica più rilevante nel
comune di Castelrotto è
quella dell’Alpe di Siusi,
con 327.000 pernottamenti ed una crescita di
21.774 unità.
di Ortisei, ma che si trovano nel territorio comunale di Castelrotto (come
Bulla o Oltretorrente)
hanno dovuto invece incassare una riduzione di
circa 9.000 presenze e
hanno registrato nel 2012
un totale di poco più di
221.000 pernottamenti.
Un contributo all’aumento
delle presenze lo ha sicuramente fornito l’allargamento dei posti letto di
circa 160 unità, create nel
2012 a Castelrotto, che
tuttavia, rispetto al totale
di 8.840 posti letto, ha
una portata relativa.
L’Associazione Turistica di
Siusi ha aumentato le presenze di circa 1.900 unità
per un totale di 282.000
pernottamenti.
Il comune di Fiè allo Sciliar, di dimensioni inferiori, nella classifica delle
località turistiche dell’Alto
Adige si è piazzato al
33esimo posto. Rispetto
ad altri comuni Fiè ha potuto registrare una crescita dei pernottamenti
di un buon 9,8%. Nel 2012
sono stati registrati in
totale 339.235 pernottamenti.
Le aziende che fanno capo
all’Associazione Turistica
Fonte: Südtiroler
Wirtschaftszeitung
a conduzione familiare: queste sono le
prestazioni fondamentali che trasformano la regione in un’offerta irresistibile per ospiti e clienti. Di questo concetto di ambiente realmente vissuto
fanno parte anche l’approvvigionamento sostenibile dell’energia dell’intera regione, un concetto di trasporto
pubblico a livello macroregionale, con
standard di comfort pari a quelli di una
grande città, prodotti dell’agricoltura
regionale come base della gastronomia
e dell’economia domestica, edifici a risparmio energetico e sfruttamento con
pianificazione a lungo termine delle
aree edificabili, ormai sempre più
scarse.
Alcuni anni fa Lei ha contribuito in
modo sostanziale alla creazione del
marchio “Alpe di Siusi”. Che cos’ha
l’”Alpe di Siusi” che “l‘Altipiano
dello Sciliar” non aveva?
È un concetto facilmente assimilabile,
che al tempo stesso sa esprimere riconoscibilità ed attrattiva. La carta dell’altipiano più esteso d’Europa è senza
dubbio la migliore che si possa giocare.
Troppo spesso i nomi promozionali dei
territori derivano da compromessi fra
gli interessi locali che servono solo agli
equilibri interni e che invece alla clientela non dicono nulla. Chi invia messaggi chiari, riceve di ritorno risposte
concrete dal mercato. Purtroppo, anche
in Alto Adige, lo si fa ancora troppo
poco.
Su cosa può puntare in particolare
l‘area vacanze “Alpe di Siusi”?
Sempre sui suoi punti di forza, tra i
quali ovviamente il fatto che l’Alpe di
Siusi è qualcosa di unico, per il suo paesaggio, ma anche per le possibilità che
offre a livello escursionistico sia in
estate che in inverno. Tra i punti di
forza individuiamo anche i suoi paesi,
che sono rimasti tali e hanno mantenuto il loro carattere peculiare, la vicinanza alla città di Bolzano, il morbido
paesaggio montano con le numerose
possibilità di fare esperienze nella na-
tura a mezza quota. La maggior
parte delle strutture ricettive è in
ottimo stato e la popolazione locale sa che si può vivere bene di
turismo contando gli uni sugli altri. In ogni caso sarebbe auspicabile una più coerente realizzazione degli obiettivi che ci si è
autoimposti in conseguenza del
“dossier Malik”.
Un tempo erano soprattutto
l’aria fresca e l’acqua cristallina
a spingere la gente a venire in
montagna. Cosa cerca oggi chi
opta per la vacanza fra i monti?
Soprattutto i beni di lusso del futuro: tranquillità, spazio, attenzione, sicurezza, esperienza,
tempo. Questi beni, soprattutto
nelle regioni che non vogliono
aprirsi a un turismo di massa, devono essere sempre più percepibili. Per il territorio dell’“Alpe di
Siusi” pensare a come creare sulla
base di quelli la migliore offerta
possibile dev’essere un pensiero
costante.
Lei stesso da oltre 20 anni
trascorre con la famiglia la
cosiddetta villeggiatura
estiva a Fiè allo Sciliar. Che
cosa si gode di più nel Suo
poco tempo libero?
Quasi tutti i giorni salgo velocemente in mountain bike o di corsa
fino al Laghetto di Fiè, per dare al
giorno che finisce un nuovo fresco
slancio con un bel tuffo nell’acqua
sottile.
Dove la condurrà la Sua nuova
strada professionale e perché?
Quella di lasciare la SMG e professionalmente l’Alto Adige è una decisione personale. È conseguenza
dei progetti che ho fatto per la
mia vita e anche della convinzione
che dopo 13 anni si corra il rischio
di assuefarsi. L’SMG ha ormai concluso gli anni estremamente impegnativi ma coronati da successo del suo consolidamento e non
voglio rimanerci legato. All’alba
dei miei 50 anni ho ancora buone
possibilità di dedicarmi ad un
nuovo ambito. Dal 1 settembre
sarò direttore e partner della
BrandTrust, con sede a Norimberga. L’azienda si occupa di consulenza manageriale alle imprese
e agli enti, specificatamente negli
ambiti della marca, delle strategie
di marca e di gestione della
stessa.
Tranquillità e spazio sono
fra i beni di lusso del futuro,
un tuffo nel Laghetto di Fiè
è un piacere speciale.
ALPE e l’area vacanze dell’Alpe
di Siusi ringraziano Christoph
Engl per il suo impegno e gli
augurano buona fortuna
per il suo futuro! «
Estate | ALPE 17
L’affilatura della falce
è un’arte temeraria, che
dev’essere imparata.
Tagliando traguardi
a filo di lama
»
C
’era una volta un bambino che guardava con ammirazione il nonno mentre batteva e affilava la falce. In particolare lo affascinavano i movimenti
veloci e precisi della pietra sulla lama e di nascosto il ragazzino si avvicinò alla falce e provò a fare
come faceva il nonno: un taglio profondo sul pollice, il sangue sul fazzoletto e lacrime di dolore che
non riusciva a reprimere non poté tenerli nascosti
a lungo e si buscò la giusta ramanzina. Ma sbagliando si impara e crescendo imparò anche l’elegante movimento della falciatura.
Ma quest’antica arte della mietitura è ben lontana
da quello che fanno oggi Brigitte Goller e David
Tirler. Ed è di loro due e della loro passione che
vogliamo parlare.
Testo: André Bechtold
Foto: Helmuth Rier
18 ALPE | Estate
David Tirler è originario del maso Untermulserhof
(Castelrotto) e a otto anni ha lavorato per la prima
volta come pastore presso un contadino del vicino
paese di San Michele. Il vecchio contadino mieteva i ripidi pendii a mano ma disse a David che
era ancora troppo piccolo per farlo. La cosa suonò
al ragazzino come una sfida e nelle estati successive si impegnò ad apprendere l’arte della mietitura, ma anche della battitura e dell’affilatura, finché divenne un professionista e Anton Schieder di
Castelrotto – uno dei più bravi mietitori dell’Alto
Adige – lo chiamò per partecipare ai campionati
provinciali altoatesini di mietitura a mano. Era il
2002, David aveva 21 anni. Tre anni dopo era campione provinciale e aveva sconfitto il suo scopritore e mentore Anton Schieder.
Se si osserva la falce di David ci si accorge subito
della sua straordinaria lunghezza: con i suoi 140
cm è lunga quasi il doppio di una falce normale.
Il manico invece è più corto rispetto ad un’usuale
falce da lavoro, per cui il rapporto fra questo e la
lama consente di migliorare l’effetto leva. Il che
però comporta da parte dei mietitori un uso molto
maggiore delle ginocchia. Il movimento morbido
della “normale” mietitura, simile al Tai Chi Chuan,
va così a perdersi, ma qui si tratta a tutti gli effetti
di uno sport. E la cosa diventa molto più evidente
quando si osserva il campo da competizione. Gli
uomini hanno a disposizione un appezzamento
di 10 x 10 m (100 m2). Ogni lato dista dall’appezzamento vicino circa 2 metri. Da una prospettiva
aerea sembra uno di quei giardini barocchi con
aiuole a scacchiera. Mietitori come David Tirler riescono a mietere un campo di queste dimensioni
in poco più di due minuti, il che significa un metro quadrato al secondo. Mietitura in alta velocità,
quindi, con tanto di tifo scatenato da parte di colleghi mietitori e fan.
Come mietitore David ha poche fan femminili; come cavaliere della Cavalcata Oswald von
Wolkenstein gli va decisamente meglio. Brigitte
Goller invece come mietitrice ha catturato l’attenzione di intere schiere di uomini. È originaria
del maso Moandlhof (Castelrotto) ed è arrivata alla
mietitura sportiva nel 2006 grazie al fratello, presidente dell’associazione dei giovani agricoltori. Si
capì fin da subito che si trattava di un talento naturale: Brigitte impugna la falce quasi come se ce
l’avesse nel sangue. E a forza di allenarsi in compagnia e in allegria, la mietitura sportiva è diventata la sua passione. Nel 2008 ha conquistato per
la prima volta il titolo provinciale e si ricorda piena
di orgoglio di questo primo traguardo: “È stato fan- »
»
Estate | ALPE 19
Brigitte Goller:
un talento naturale
della mietitura a mano
David Tirler durante la
mietitura in velocità: un metro
quadrato in un secondo
tastico, pazzesco, strepitoso!”. Da allora è considerata una delle migliori mietitrici a mano dell’Alto
Adige.
Nel corso delle competizioni le donne devono
mietere un appezzamento di 7 x 5 m, quindi 35
m2. Mietitrici come Brigitte ce la fanno in poco più
di un minuto, e hanno quindi una media di mezzo
metro quadrato al secondo: anche qui tempi da
record. Per i campionati europei che si terranno a
Dobbiaco (6 - 8 settembre 2013) Brigitte si è posta come prima meta la qualificazione altoatesina,
che non vede con troppa difficoltà. Il campionato
europeo in sé sarà più difficile soprattutto perché le mietitrici svizzere praticano lo sport a livello quasi professionale. Ma proprio per questo Brigitte spera in un posticino sul podio e si è
sottoposta ad un allenamento speciale, durante
il quale è assistita dal suo David Tirler, factotum
personale, a meno che anche lui non sia occupato
a far ondeggiare la falce contro la dura concorrenza maschile. È lui che si prende cura della falce
di Brigitte, che la batte e l’affila perché sia perfetta
per il campionato. E i fan di Brigitte hanno anche
20 ALPE | Estate
già trovato lo slogan ideale: “Go, go, go – Goller
for Gold”.
David Tirler & Brigitte Goller
durante l’allenamento comune
Cos’è che attrae così tanto di questo sport, che non
prevede premi in denaro ed è sostenuto dall’Unione Giovani Agricoltori Sudtirolesi? “Le coppe
che si vincono sono personalizzate, non sono solo
dei normali calici di metallo scadente!” rispondono
i due quasi all’unisono. Ma più importanti ancora
sono il senso di comunità, lo spirito di squadra, l’allenamento comune e la festa dopo la competizione.
C’era una volta un uomo che guardava con ammirazione un giovane mietitore e una giovane mietitrice
mentre mietevano un campo fianco a fianco, a velocità quasi incredibile a vedersi. In particolare lo colpivano i loro movimenti possenti e al tempo stesso
aggraziati e di nascosto l’uomo si avvicinò alla falce
e provò a fare quello che facevano loro. Però purtroppo, anche se nessuno nasce “imparato”, questa
cosa della falce bisogna avercela un po’ nel sangue.
L’unica consolazione dell’uomo fu che almeno poté
osservare i potenziali vincitori del campionato europeo durante il loro allenamento. «
Estate | ALPE 21
»
Cavalli dorati
per l’ugola d’oro
Su temi come “patria” e “amor patrio” Norbert Rier non è uno che lascia
le cose a metà: per questo è diventato una delle icone della provincia, sia come
cantante di successo che come allevatore dei celebri cavalli avelignesi.
»
Testo: Silvia Rier
Foto: Helmuth Rier
22 ALPE | Estate
N
o, non serve essere fanatici dell’ippica per lasciarsi irretire dal fascino
di questi quadrupedi. Vi è mai capitato, durante una gita in malga in una
bella domenica di sole, di incontrare un esemplare
o un’intera mandria di questi bonari amici biondi
dalle gambe lunghe? Allora sapete di cosa stiamo
parlando. I cavalli avelignesi o haflinger non dispongono solo di una particolare bellezza, ma anche di un vero e proprio carattere d’oro. Per farla
breve, è un cavallo di cui innamorarsi.
Norbert Rier, carismatico leader dei “Kastelruther
Spatzen”, la band di musica popolare di maggior
successo di tutti i tempi, non ha il minimo dubbio
in proposito e si può stare certi che sa di cosa sta
parlando. Le sue scuderie sono fra le più grandi e
lui stesso è considerato uno dei maggiori allevatori
della provincia. Purtroppo i “Kastelruther Spatzen”
lo impegnano spesso in tour, ma la cosa non sembra impedirgli di dedicarsi con grande devozione e
ogni volta che può al terzo grande amore della sua
vita. Persino durante le tournée sfrutta ogni occa-
sione per incontrare gli allevatori dei paesi oltreconfine e scambiare consigli preziosi. Al momento
è a casa per qualche giorno ed è particolarmente di
buon umore in questo luminoso giorno d’inverno.
“Sì – ammette – i cavalli avelignesi hanno molto in
comune con le belle ragazze. Però – aggiunge con
un sorriso sornione – sono più fedeli”.
A pochi metri dalla porta di casa, davanti alla loro
stalla, razzolano cinque giovani giumente. “Guarda
– dice Rier indicando gli animali affascinanti e ben
proporzionati, con il loro colore caratteristico –
non per niente vengono chiamate anche ‘Volpi dorate’. Com’è possibile non innamorarsi di loro?” E
in effetti sono un vero piacere per gli occhi questi
quadrupedi, molto lontani da tutto quello che fino
a pochi decenni fa era associato al nome “Haflinger”: piccoli, tarchiati, rotondi, pesanti. Bestie da
soma per il lavoro nei campi di montagna: possenti, resistenti, modesti, dal passo sicuro. Gli avelignesi erano di fatto tutto questo, fino a che all’inizio del XX secolo è cambiata la loro destinazione
d’impiego: da “bestia da soma, garzone a quattro
zampe, soldato” (durante l’impero asburgico ma
anche nelle due guerre mondiali) è diventato il “cavallo nazionale sudtirolese”. Oggi, dopo circa 150
anni di selezione e allevamento accurati è uno dei
cavalli preferiti per lo sport e il tempo libero. Non
è un’opera da poco se si considera quanto sia giovane la razza e quanto sia ristretto il suo luogo di
provenienza, nonché quanto fosse povera la popolazione che lo abitava fino a qualche tempo fa.
E corsa molta acqua sotto i ponti delle montagne
del Sudtirolo da quando nel 1874 a Sluderno (Val
Venosta) venne al mondo il padre di tutti gli avelignesi: 249 Folie. Questo figlio di un mezzosangue orientale (“El Bedavi XXII”) e di una nobile giumenta è stato il capostipite della linea di sangue
classica degli avelignesi, che ne conta sette. “È il
suo buon carattere – dice Nobert Rier – che contraddistingue questo cavallo da tutti gli altri”. Ed è
proprio a questo buon carattere e alla sua poliedricità che l’avelignese deve il suo incredibile successo degli ultimi anni: non c’è niente, secondo
Norbert, che un avelignese non sia in grado di fare
con un buon addestramento. Nell’ippoterapia e
nell’equitazione terapeutica ha già saputo conquistarsi un ruolo di primordine.
Perbeni, con i piedi per terra,
indipendenti: il paesaggio
rispecchia i suoi abitanti
e i loro animali.
Per Norbert non ci sono mai stati dubbi: come contadino la pensa esattamente come suo padre e i
suoi avi. Da quando era bambino è abituato a con- »
Estate | ALPE 23
Altoatesini purosangue:
Norbert Rier e i suoi
cavalli avelignesi
senza auto-mobile
Da allora alcuni cavalli dell’allevamento di Norbert hanno vinto concorsi in cui sono state premiate bellezza e prestazione sportiva. Un sorriso
sbiadito e quasi malinconico compare sul viso di
Norbert quando, parlando di prestazioni, arriva
a raccontare del suo stallone preferito, Amsterdam. Questo stallone pluripremiato e vicecampione del mondo, per questa stagione di monta
non si trova nella sua stalla, bensì in Baviera e tornerà al maso Fuschghof solo nel corso dell’estate.
Ma Norbert va molto orgoglioso anche di Olivia,
una figlia di Amsterdam e “Miss Italia”, i cui geni
derivano al 100% dal suo allevamento – il coronamento di tutti i suoi sforzi di allevatore. “Ovviamente – dice Norbert – come essere umano finisci per dare il cuore a questi meravigliosi cavalli ed
è sempre un momento particolarmente difficile
quando ci si deve separare da loro, anche se solo
temporaneamente per la riproduzione. In questi
casi – prosegue – faccio sempre estrema attenzione a chi appartengono le mani in cui metto i
miei animali. Per me è importante che ovunque
vadano vengano trattati bene e rispettati, ma che
soprattutto vengano accolti col cuore.”
“Sarebbe ora però – dice e ride – che arrivasse finalmente l’estate”. Per adesso devono avere ancora pazienza, Norbert e i suoi avelignesi: siamo
solo a febbraio e dovranno passare ancora diverse settimane prima che le giumente coi loro
puledri e i giovani cavalli possano essere portati
all’alpeggio dove trascorrono i mesi estivi in libertà, come è giusto che sia. “Perché l’alpeggio
ha bisogno degli animali e gli animali hanno bisogno dell’alpeggio” afferma Norbert, e questo non
cambierà tanto facilmente, almeno non se dipenderà da lui. «
24 ALPE | Estate
Komma Graphik - Foto: Helmuth Rier
siderare gli avelignesi quasi come membri della
famiglia. In ogni caso, a quei tempi erano in pochi che potevano pensare all’allevamento ed è
solo un caso se Norbert è finito per occuparsene.
Circa venticinque anni fa voleva comprare una
puledra dal suo buon amico Erhard Jaider di Castelrotto. Ma tra i tre cavallini in vendita Norbert
non riusciva proprio a decidersi e alla fine decise
di acquistarli tutti e tre. “Uno per ciascuno dei
miei (allora ancora) tre figli”, dice con un sorriso
da furbetto. Ora di figli ne ha quattro e di cavalli
quasi trenta. Una foto di queste prime tre puledre
è appesa ancora oggi nella cucina del suo maso,
il “Fuschg”.
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22 luglio 2013 - 8:24
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Passeggiare,
giocare e imparare
Il sentiero Oswald von Wolkenstein a Siusi.
»
Testo: Rosa Maria Erlacher
Foto: Helmuth Rier
C
ome ci si curava il mal di gola nel Medioevo? I bambini scoppiano a ridere
e in effetti la risposta è davvero divertente: “Ci si appendeva al collo il becco
di una gazza”. Questo il metodo infallibile dei secoli bui, scritto nero su bianco su una delle tavole
informative del sentiero Oswald von Wolkenstein,
una delle passeggiate letteralmente più spettacolari attraverso la Selva di Castelvecchio fino a Siusi
ai piedi dello Sciliar. Il sentiero è spettacolare anche perché segue le tracce della vita del famoso
poeta Oswald von Wolkenstein e consente di scoprire come si svolgeva la vita quotidiana nel tardo
Medioevo. E anche perché ci si può rapidamente
trasformare in un cavaliere o in una dama di un
castello, in principi e re e prendere posto su troni
imponenti o osservare imperiosamente i propri
dominii nella valle, dalle possenti rovine di un castello. E poi ancora perché capiterà spesso di incrociare creature strane e fare incontri un po’ magici:
una strana faccia che compare ai lati del sentiero,
una strega scolpita nel tronco di un albero, che ci
ricorda che ci troviamo nell’area vacanze Alpe di
Siusi, l’altipiano delle streghe e degli stregoni; oppure mitiche creature delle fiabe, che spuntano
tra gli alberi, o numerose stazioni (per l’esattezza
quindici) che consentono di fermarsi un po’ a giocare, ma che forniscono anche informazioni interessanti sul Parco Naturale dello Sciliar-Catinaccio,
sulla nascita delle Dolomiti, sulla vita quotidiana,
sulle piante e gli animali del Medioevo, e ovviamente anche su Oswald von Wolkenstein. Nel XV
secolo questo poeta era entrato in possesso di Castelvecchio dopo una lunga lite sull’eredità, ed
aveva deciso di stabilirsi lì con la sua famiglia ricordando con nostalgia gli anni in cui aveva girato il
mondo, lui che come poeta, cavaliere e agguerrito
avversario del principe della regione, aveva trascorso numerosi anni al fianco di re e imperatori
viaggiando per tutta Europa e come pellegrino persino in Medio Oriente, fino in Armenia.
Quasi all’inizio della nostra passeggiata raggiungiamo le rovine di un castello. Non è rimasto molto
di Castel Salego, che le fonti dicono risalire almeno
al XII secolo. Probabilmente qui aveva residenza »
Scoperte lungo il sentiero:
uno stemma cavalleresco, una
spada cavalleresca, una dama
e le rovine di Castelvecchio
Il sentiero Oswald von Wolkenstein
Punto di partenza:
Stazione a valle della cabinovia Alpe di Siusi
Destinazione dell’escursione:
Stazione a valle della cabinovia Alpe di Siusi
Parcheggio:
Stazione a valle della cabinovia Alpe di Siusi
Durata: 1h 40 min
Lunghezza: 7,8 km
Dislivello in salita: 220 m
Dislivello in discesa: 220 m
Difficoltà: percorso tematico semplice,
interessante passeggiata per famiglie
26 ALPE | Estate
Dall’accesso della stazione a valle della cabinovia Alpe di Siusi
parte una strada asfaltata fino all’Hotel Salegg. Qui subito a sinistra si sale per il
sentiero Oswald von
Wolkenstein. Il sentiero sale morbidamente attraverso la
Selva di Castelvecchio
in direzione Bagni di
Razzes. Qui si devia
poco dopo a sinistra
in direzione “Siusi”
e in una mezz’ora si
raggiunge di nuovo il
punto di partenza. Se
invece si prosegue sul
sentiero si trovano ancora alcune stazioni. Il
percorso tematico termina all’incrocio con
una strada forestale.
A destra si raggiunge
con una camminata di
una decina di minuti
l’Hotel Bad Ratzes (che
ha un bel parco giochi). Eventualmente da
qui si può proseguire
l’escursione verso il
sentiero geologico. A
sinistra seguire l’indicazione per Siusi. In
mezz’ora si ritorna alla
stazione a valle della
cabinovia Alpe di Siusi.
Estate | ALPE 27
JÄGERSTUBE
Un’avventura non solo
per bambini: libro delle
storie, mitiche creature
e rovine in mezzo al bosco
un ramo del casato dei signori di Castelrotto. Nel
XVI secolo passò di proprietà alla famiglia Wolkenstein e fu lasciato successivamente andare in rovina. Secondo la leggenda però, le rovine nascondono un passaggio sotterraneo che conduce fino
a Castelvecchio, in cui sono ancora sepolti tesori
d’oro e d’argento a cui fa la guardia una dama dai
capelli d’oro. La poverina, si racconta, è ancora lì
che aspetta un eroe coraggioso che finalmente
la liberi. In cambio l’eroe può tenersi tutto il tesoro. I bambini partono alla ricerca dell’ingresso…
Peccato: non c’è nulla da trovare; probabilmente è
stato ricoperto, si consolano alla fine.
Quindi si può proseguire, passando accanto a un
destriero di legno, e seguendo le indicazioni del
sentiero “Verso il libro delle storie”. Sotto una roccia imponente possiamo sfogliare un libro d’acciaio (e ci sarà bisogno di tutta la mano per farlo)
in cui sono raccolte storie leggendarie.
Attraverso le alte cime degli alberi il sole filtra e illumina piccoli angoli paradisiaci, dove dei ripari costruiti con rami, muschio e pigne invitano a usare
la fantasia per inventare giochi entusiasmanti. Lì
accanto uno stemma cavalleresco, di fianco un
trono intagliato che sembra suggerire di fermarsi
a riposare qualche secondo. Ma subito la curiosità
dei bambini li spingerà a proseguire da un cubo informativo all’altro. Quali erano gli animali che un
tempo abitavano questo bosco? Quali erbe si usa-
28 ALPE | Estate
vano, per curare certe malattie? Com’era la vita nei
castelli? Cosa mangiavano le persone nel Medioevo? Come si sono formate quelle belle montagne
bianche sopra la Selva di Castelvecchio? Perché
è stato creato proprio qui il primo parco naturale
dell’Alto Adige? Il branco di piccolo scatenati si assembra attorno alle tavole, gli adulti leggono, i più
piccoli ascoltano con attenzione. Così sì che imparare è anche divertente, in mezzo alla natura, senza
forzature e in modo interattivo, come se fosse un
viaggio nel tempo.
Ed ecco che ci troviamo davanti al prossimo castello arroccato. In un attimo raggiungiamo le mura
rovinate dal tempo: che vista spettacolare!
Oggi un grazioso paesino si stende ai piedi del castello, lo sguardo si fa strada attraverso i campanili
delle molte chiese, ma l’ombra della Punta Santner in inverno si allunga fino alla Selva di Castelvecchio. E se si chiudono gli occhi sembra quasi di
sentire nel vento le parole di Oswald che così sognava l’arrivo della primavera:
“Passati ormai sono i dolori del mio cuore
Da quando anche le nevi hanno deciso
di sciogliersi
E scorrere giù dall’Alpe di Siusi
Questo sì m’è assai gradito
E sento di uccelli e uccellini il cinguettio
Nella mia selva di Castelvecchio”
10 anni fa la famiglia Urthaler azzardò un investimento unico e raro. Un progetto in legno che, per le ingenti dimensioni, nessuno aveva ancora osato realizzare. Così, come pionieri di questo progetto, erano all’oscuro dell’aspetto
che avrebbe avuto l’Albergo a distanza di 10 anni e soprattutto ignoravano
che sarebbero stati fautori di una nuova generazione alberghiera. La qualità
senza compromessi ha un prezzo, ma ricompensa ancor oggi. Ed è così che la
famiglia Urthaler ha deciso di integrare l’offerta con il ristorante Jägerstube,
il connubio ideale tra la tradizionale Stube ricca di legno e ricordi antichi che
ospita, nel suo esclusivo ambiente, pietanze di elevata e moderna Cousine! Il
vostro palato riconoscerà nella moderna cucina i sapori antichi e perduti esaltati dalla consapevole esperienza negli acquisti e genuinità dei prodotti, nonché dalle abilità di accostare sapori e consistenze con bilanciato equilibrio.
Troverete tutto questo ESCLUSIVAMENTE nel nostro
Hotel Urthaler***** (nell’anticamera del settimo cielo)
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Antiprima
dalla nostra carta
gourmet:
Foie gras francese
e selvaggina: Terrina
di fegato d’anatra
e creme brûlée
con prosciutto di cervo
e mango selvatico
Cotoletta di rombo
su baccalà con bergamotto
e mandorle di terra
Filetto di manzo grigliato
con triangolo brasato
in vino Banyuls
con broccoli e Lardo
Mela brasata con
Cherimoya su cioccolato
“Tanariva” e nocciola
SEISER ALM URTHALER*****
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Antonius: La birra
giovane di Fiè allo Sciliar
Giovani, freschi, dinamici:
i birrai e la loro birra
Da marzo 2012 una giovane coppia di imprenditori ha deciso di ravvivare la scena locale
in fatto di birra e di dare vita al piú giovane ed elevato birrificio dell’Alto Adige.
Oggigiorno l’Alto Adige è conosciuto come terra di
vini, ma manca completamente una cultura della
birra: la birra qui viene semplicemente “bevuta”,
mentre per il vino si parla di una cultura in tutti i
suoi aspetti, anche a dispetto del fatto che la birra
accompagna la storia e il destino dell’uomo da oltre
6000 anni e che ancora oggi, grazie ai suoi elevati
principi nutritivi, viene considerata un alimento: il
consorzio tedesco della birra riconosce questo nettare dorato come un “alimento sicuro da 496 anni”.
Gli altoatesini però continuano a preferire il vino:
solo Anrather non si è lasciato influenzare da questo contesto relativamente “ostile”. Era poco più
30 ALPE | Estate
che maggiorenne quando ha annunciato alla famiglia che avrebbe aperto un birrificio. Sono dovuti
passare poi quasi altri 10 anni ed alcuni piccoli fallimenti, prima che il suo sogno di una vita non fosse
più solo tale e che potesse spillare a Fiè allo Sciliar la sua prima birra autoprodotta. Uno dei primi
ostacoli che si è trovato a dover superare è stata la
sua fidanzata che non beve birra. Ha dovuto prima
convincerla dei pregi, della varietà di gusto e del
potenziale creativo di questa bevanda, con la quale
lei – altoatesina doc – non aveva mai avuto granché a che fare. Gli sforzi di Anrather sono stati evidentemente coronati da successo: oggi gli occhi di
Karin Obrist si illuminano mentre ci conduce attraverso il birrificio e ci assicura che “la birra nella sua
struttura è molto più complessa del vino, e molto
più creativa. Chissà – sorride – forse diventerò
sommelière di birra”.
»
E
invece sì, sei proprio complicato” afferma Karin Obrist mentre guarda fisso
il suo compagno di vita e d’affari, Daniel
Anrather. Entrambi siedono a un grande tavolo
nella cantina della “Birreria privata Antonius” a
Sant’Antonio, una frazione del comune di Fiè allo
Sciliar. Si è quasi tentati di credere alla giovane
donna dal viso vivace e aperto: una natura molto
più semplice di quella di Daniel Anrather, unico
erede della famiglia di gestori del “Cavallino bianco” di Bolzano, forse non sarebbe stata in grado
di fondare, a soli 27 anni, la birreria in tutti i sensi
più giovane e più elevata dell’Alto Adige. Probabilmente, riflette Daniel, senza l’aiuto della sua compagna sarebbe ancora oggi a lavorare nella cucina
del locale dei genitori, facendo i suoi vari tentativi di birrificazione, in Alto Adige ci sarebbe come
negli ultimi 70 anni un unico birrificio e lui oltrepasserebbe ancora tutte le settimane due confini verso nord per degustare le varietà di birre
d’oltralpe e lasciarsi ispirare. Perché, secondo Anrather, è proprio la varietà che mancava in Alto
Adige; non è necessario che ci siano più di 1200
varietà come al nord, ammette maliziosamente,
ma che ce ne sia più di una sola non sarebbe male.
Se fino a qualche decennio fa la birra era malvista
in tutta la gastronomia di alto livello, a partire dal
nuovo millennio molti ristoranti e locali di rango
hanno un’ampia proposta di birre, che richiede consiglio e competenze specifiche. Ormai la birra non è
più solo la bevanda delle feste campestri e delle sagre di paese, come sembra confermare anche il look
elegante dei bicchieri di casa “Antonius”.
“Guardi – riprende Anrather - io vengo da Caldaro, Karin da Chiusa ed entrambi viviamo a Bolzano. La nostra birreria però si trova a Fiè allo
Sciliar. Abbiamo preso in considerazione molte
possibili località, ed avremmo potuto trovare una
posizione decisamente più comoda e a buon mercato per la nostra azienda. Ma qui e solo qui l’acqua
dello Sciliar sgorga direttamente dalla montagna,
ed è esattamente ciò che serve alla nostra birra. E
visto che, benché spesso si tenda a dimenticarlo, la
birra è composta fino all’80% da acqua (a seconda
della gradazione) non abbiamo avuto dubbi: la no- »
Testo: Silvia Rier
Foto: Helmuth Rier
Estate | ALPE 31
conservazione del prodotto: il processo di birrificazione dura quattro settimane, dopodiché la birra
Antonius deve essere consumata entro sei mesi.
Pianificazione e logistica devono di conseguenza
funzionare alla perfezione, ma per fortuna ha il suo
generale che si occupa di tutte le questioni pratiche, dice Anrather ridendo.
Non è poi così complicato, ammette Karin (il generale), perché la domanda della birra di Fiè allo Sciliar supera decisamente l’offerta. L’hanno richiesta
persino in Baviera (!) e la giovane coppia ha dovuto
ampliare l’azienda quasi subito dopo l’apertura: l’iniziale capacità è stata triplicata ed elevata agli attuali 30.000 hl. Eppure sono rimaste le stesse otto
mani ad occuparsi dell’intero processo: oltre a Daniel e Karin e al mastro birraio c’è solo il giovane apprendista Erich Silbernagl di Castelrotto. Erich in un
paio d’anni – dice Anrather con orgoglio – sarà uno
dei pochissimi mastri birrai dell’Alto Adige.
Canederli di prugne
Questi canederli dolci di pasta di patate, con ripieno di frutti di stagione, si trovano spesso
sulla tavola altoatesina. Sono un dessert molto amato, in particolare dai bambini.
Pasta di patate:
800 g di patate fresche bollite
250 g di farina
5 cucchiai di semolino
50 g di burro
2 uova
Sale
20 prugne
150 g di burro
100 g di pangrattato
Cannella
Zucchero
Preparazione
Bollite le patate con la buccia. Spellatele ancora calde, passatele nello schiacciapatate e lasciatele raffreddare. Aggiungete la farina, il burro lasciato ammorbidire, le uova e una presa di sale
e lavorate il tutto fino a ottenere un impasto omogeneo. Se l’impasto è troppo appiccicoso e
non si lascia lavorare, aggiungete farina. Formate con l’impasto una palla e lasciatelo riposare.
Nel frattempo in una pentola grande fate bollire abbondante acqua leggermente salata.
Lavate le prugne, asciugatele e privatele del nocciolo. Inserite in ogni prugna mezza zolletta
di zucchero.
Stendete la pasta di patate su una superficie infarinata, per un’altezza di ca. 1 cm.
Prendete piccoli pezzi di pasta, avvolgeteli intorno ad ogni prugna e formate uno gnocco.
Immergeteli nell’acqua bollente e abbassate il fuoco, facendo bollire i canederli per 10 minuti.
Nel frattempo sciogliete in una padella i 150 g di burro e aggiungete il pangrattato e lo
zucchero. Fatevi rosolare il canederlo rigirandolo più volte. Infine cospargete il canederlo
di cannella e passatelo nel pan grattato.
A Fiè allo Sciliar,
oro blu diventa
oro liquido
Foto: Helmuth Rier
Sì, hanno già alcune nuove idee, ammette la coppia di imprenditori ridendo. E noi non possiamo
che credere loro sulla parola: nonostante la giovanissima età (Daniel ha 27 anni, Karin ne ha 30)
sono riusciti a mettere in piedi dal nulla un’azienda
florida in pochissimo tempo. Però non vogliono rivelare nulla di preciso, quello che ci hanno detto
finora deve bastare, sorride Anrather: “La birra è
la mia grande passione, è composta in gran parte
da acqua e l’acqua migliore l’abbiamo trovata qui”,
conclude mettendo un braccio attorno alle spalle
della sua compagna e lanciando un fischio ai tre
cani che la coppia ha salvato dalla strada e che ora
devono proprio essere portati a passeggio. «
stra birreria doveva sorgere qui, la nostra birra doveva chiamarsi Antonius, e poi sì – aggiunge infine
– la bellezza del posto e il calore delle persone che
lo abitano hanno agevolato la nostra scelta”.
Nel frattempo, continua a raccontare Anrather, è
diventata prassi quella di arricchire l’acqua del posto a seconda delle esigenze del mastro birraio e
della birra. Questa prassi è piuttosto diffusa, e non
contraddice il famoso editto sulla purezza (Deutsches Reinheitsgebot) del 1516. Ma Anrather vorrebbe una birra il più genuina e pura possibile e
quindi non solo utilizza esclusivamente acqua di
fonte naturale e non trattata, ma rinuncia anche
al processo di pastorizzazione che viene invece
utilizzato quasi ovunque in virtù di una migliore
32 ALPE | Estate
Estate | ALPE 33
Come appena colto
“Voglio conoscere la storia di una pietanza. Voglio sapere da dove arriva il cibo. Mi piace immaginare
le mani di chi ha coltivato, preparato e cucinato quello che mangio” sono le parole di Carlo Petrini,
fondatore di Slow Food. La sua idea è stata di organizzare dei mercati dove i contadini potessero
vendere i propri prodotti. Un’idea che si è diffusa in pochissimo tempo in tutto il mondo e che
nel 1992 è stata messa in atto anche dai contadini di Castelrotto.
Molti sono i clienti che ogni settimana fanno visita al “loro mercato”, il martedì a Siusi, il venerdì
a Castelrotto o il sabato a Fiè. Al mercato contadino di Siusi partecipano gli stessi venditori di Castelrotto. Per i clienti che desiderano acquistare
in grandi quantità, il mercato è particolarmente
comodo perché facilmente raggiungibile in macchina. Ma i mercati contadini sono molto amati
soprattutto per l’atmosfera particolare, completamente diversa da quella del supermercato.
Qui si trovano mele di diverse varietà, si possono
assaggiare ciliegie ed altri frutti, e nel frattempo
si possono ascoltare le contadine che raccontano
quanto tempo occorre per cuocere la marmellata
di pesche in modo che mantenga il gusto della
frutta, o quali mele sono più adatte per preparare
34 ALPE | Estate
un delizioso strudel sudtirolese. Anche alla bancarella delle erbe del maso Pflegerhof di Sant’Osvaldo c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire.
Martha Mulser si è data il compito, insieme alla figlia Cornelia, di riscoprire tutte le antiche varietà
di piante utili. Ad esempio pomodori che crescono
anche a 1000 metri di altitudine, o antiche specie di verdure come la pastinaca o il chervis. Ogni
anno i clienti sono felici di ritrovare diverse varietà
di basilico, di salvia ananas, di menta citrata, o la
profumatissima verbena odorosa. Oltre a queste
la contadina propone anche pomate alle erbe, sciroppi, sali aromatici e molte interessanti tisane.
Molti contadini vendono i loro prodotti anche direttamente al maso e alcuni clienti sfruttano questa possibilità durante la settimana.
»
I
l primo mercato contadino dell’Alto Adige.
Hanno iniziato timidamente, i contadini di Castelrotto, con il loro primo mercato: all’inizio
vendevano patate, verdura, frutti di bosco e frutta
in generale, che producevano nei loro masi. Erano
soprattutto gli ospiti in villeggiatura estiva a trovare entusiasmante l’idea di poter acquistare prodotti freschi del circondario. “All’inizio gli abitanti
di Castelrotto ci hanno preso un po’ in giro. Ma poi
sempre più clienti ci hanno garantito la loro fiducia ed ora abbiamo una clientela fidelizzata tra gli
abitanti del luogo. I primi aspettano fin dalla mattina presto alle sette e mezza nella piazza del paese” racconta Burgi Schieder, contadina del maso
Lafreider, che da vent’anni vende frutta e verdura
al mercato contadino. Ogni anno il gruppo dei
venditori deve valutare come si sta sviluppando il
mercato. I nuovi prodotti sono sempre benvenuti,
come è accaduto due anni fa con la bancarella dei
formaggi di un giovane contadino di Castelrotto.
Testo: Barbara Pichler
Foto: Helmuth Rier
Alle bancarelle si fanno chiacchiere con i contadini e si può verificare la merce, vengono scambiati
consigli e suggerimenti preziosi su come preparare
e utilizzare al meglio la frutta e la verdura. I contadini conoscono molto bene ciò che vendono e
sanno cosa se ne può ricavare. Quello che si trova
in questi tre mercati rispecchia il panorama culturale dell’area vacanze Alpe di Siusi: per lo più frutta
e verdura e altri prodotti che crescono tra i 600 e
i 1000 metri di altitudine. I contadini tendono a
rispettare la tradizione. Anche l’arte culinaria rimanda alla cucina solida e genuina dell’Alto Adige,
ma sempre con uno sguardo alle tavole del sud e
questo trend lo si ritrova anche nei mercati. La varietà dei prodotti e l’amore per la sperimentazione
dei contadini non hanno confine: gli orti altoatesini
sono un paradiso di cui - in epoche di scandali alimentari - sempre più persone desiderano servirsi.
Da diciasette anni a Fiè i contadini vendono i loro
prodotti al mercato. Ha iniziato modestamente
Appuntamenti
Castelrotto: ogni
venerdì dalle ore 8.00
in piazza Kraus
(07/06 – 25/10/2013)
Siusi: ogni martedì
dalle ore 8.00 in
piazza O.v.Wolkenstein
(09/07 – 24/09/2013)
Fiè allo Sciliar:
ogni sabato dalle
ore 8.00 in Piazza
della Chiesa
(01/06 – 26/10/2013)
Estate | ALPE 35
Freschi e naturali
Gretl Verant, del maso Fingerhof
di Aica di Fiè, partecipa fin dall’inizio ed è ancora entusiasta dell’idea, anche perché si tratta di un
introito in più per il maso. “Il lavoro nei campi durante la settimana è molto faticoso, perché
per una produzione così piccola
dobbiamo fare tutto a mano. Ma
nel corso degli anni i clienti hanno
imparato ad apprezzare i nostri
prodotti e col fatto che siamo noi
stessi a vendere alla bancarella,
le persone finiscono per conoscerci e si instaura un rapporto
di fiducia. È una gioia ogni sabato
poter rivedere i miei clienti” racconta Gretl Verant. Ogni nuova
idea commerciale ha bisogno di
tempo e di perseveranza, ammette Günther Tschager di Aica
di Fiè. Ha ereditato il lavoro al
mercato contadino da sua madre,
contadina del maso Untergamper
e venditrice entusiasta. Anche lei
amava la vita di mercato e poter
presentare lì frutta e verdura prodotte con amore. Ora il giovane
contadino è presente tutti i sabati al mercato contadino, mentre al lavoro nei campi partecipa
tutta la famiglia. “Il lavoro agricolo – racconta Günther Tschager – è sempre una sfida, anche
solo per le continue sorprese del
tempo atmosferico. Serve molta
passione e molto impegno, altrimenti il lavoro non riesce”. «
36 ALPE | Estate
» Gustosi prodotti freschi rivitalizzano corpo, anima e mente.
Nella natura, si cela l’energia che ci mantiene sani e vitali.
I nostri agricoltori offrono solo il meglio della natura: frutta e verdure fresche, erbe, aceto, crauti, uova di galline allevate a terra, formaggi,
pane, carne, miele, succhi e sciroppi, confetture e marmellate piene di frutta fresca, vino e molto altro. Nell’ambiente naturale e soleggiato di
Castelrotto, Siusi e Fiè allo Sciliar crescono varie specialità acquistabili direttamente dai nostri appassionati agricoltori presso le rispettive aziende,
ai mercati contadini oppure in negozi ben selezionati. Quello che arriva in tavola dipende fortemente dal gusto e dalle pretese del consumatore.
I nostri contadini danno il meglio di sè per offrire una varietà di delizie nostrane di altissima qualità. Sta al consumatore fare la scelta!
Delicio Succo di mela
Maso Lafreider Hof
Erbe bio Maso Pflegerhof
Siusi allo Sciliar · S. Vigilio, 15 · Tel. 0471 705 184
www.simmelemueller.com · [email protected]
Castelrotto · Tisana, 31 · Cell. 329 333 58 58
www.lafreiderhof.com · [email protected]
Siusi allo Sciliar · S. Osvaldo, 24 · Tel. 0471 706 771
www.pflegerhof.com · [email protected]
Succo di mela | aceto di mela | sidro di mela | mele
Vendita diretta al maso,
nei negozi dell’area vacanze Alpe di Siusi,
in alberghi e ristori selezionati - vendita online
Frutta fresca | verdura | confetture | succo di mela
Giugno/luglio: ciliege | da Agosto mele
Vendita diretta al maso oppure presso
i mercati contadini di Castelrotto e Siusi allo Sciliar
Vasta scelta di prodotti a base di erbe
più di 500 differenti tipi di piante erbologiche
Bottega: lunedì a sabato: ore 10-18 in orario continuo oppure
previo appuntamento telefonico (visite guidate al maso)
Maso Puntschiedhof
Caseificio Aziendale Zu Fall
Destilleria Zu Plun
Siusi allo Sciliar · S. Vigilio, 11 · Tel. 0471 705 219
Cell. 328 206 08 64
holiday-home24.com/[email protected]
Siusi allo Sciliar · S. Valentino, 16 · Tel. 328 456 17 35
www.fallhof.com · [email protected]
Siusi allo Sciliar · via Alpe di Siusi, 9
Cell. 335 600 95 56 · www.zuplun.it · [email protected]
Formaggio morbido, da taglio e stagionato
a base di latte crudo di produzione propria
Bottega del maso: venerdì dalle ore 16 - 19 oppure presso
i mercati contadini di Castelrotto e Siusi allo Sciliar
Una vasta scelta di distillati | grappa
gin | ron | aceto balsamico
Vendita e degustazione previo appuntamento telefonico
oppure in negozi selezionati dell’area vacanze Alpe di Siusi
Frutta | verdura | vasta scelta di mele | succo di mela
Vendita diretta al maso oppure presso
i mercati contadini di Castelrotto e Siusi allo Sciliar
Tenuta Bessererhof
Tenuta Gumphof
Biolandhof Maso Hanig
Fiè allo Sciliar · Novale di Presule, 10 · Tel. 0471 601 011
Cell. 338 323 05 50 · www.bessererhof.it
Fiè allo Sciliar · Novale di Presule, 8 · Tel. 0471 601 190
Cell. 335 129 39 15 · www.gumphof.it · [email protected]
Fiè allo Sciliar (Aica di Fiè) · Aica di Sopra, 22
Tel. 0471 601028 · www.hanighof.com
Pinot Bianco | Chardonnay | Sauvignon | Sylvaner
Gewürztraminer | Moscato Giallo | Kerner | Zweigelt
Vendita diretta al maso (vendita, visite guidati alla tenuta
e degustazioni vini previo appuntamento telefonico)
Pinot Bianco | Sauvignon | Gewürztraminer
Vernatsch | Pinto Nero dell’Alto Adige
Vendita e degustazioni diretta al maso previo
appuntamento telefonico oppure in negozi selezionati
Distillati | succo di mela e uva | sciroppi | lamponi
mele | noci | confetture di frutta
Vendita diretta al maso previo appuntamento telefonico
oppure al mercato contadino di Fiè allo Sciliar
Maso Hiebler Hof
Maso Partschiller Bioland
Maso Prackfoler Hof
Fiè allo Sciliar · via Sciliar, 45 · Tel. 0471 725 146
www.hieblerhof.it · [email protected]
Fiè allo Sciliar · Novale di Fiè, 17 · Tel. 0471 725 254
www.partschillerhof.it · [email protected]
Fiè allo Sciliar (Aica di Fiè) · Aica di Sotto, 10
Tel. 0471 601 532 · www.prackfolerhof.it
Vasta scelta di miele
cera d’api | candele | fogli cerei
Vendita diretta al maso per tutto l’anno
oppure al mercato contadino di Fiè allo Sciliar
Lamponi freschi | sciroppo di sambuco | marmelate
sciroppi di frutta | aceto di lamponi e di vino
Vendita diretta al maso previo appuntamento telefonico
oppure presso il ristoro “Bios” a Campodazzo (Fiè)
Confetture | sciroppo di sambuco | vini
idee regalo naturali | cuscini d’erbe | candele ecc.
Bottega del maso: martedì e giovedì dalle ore 15 alle 18
oppure previo appuntamento telefonico
Maso Salmsein - Biohof
Maso Tschoyhof
Maso Untergamper Hof
Fiè allo Sciliar · S. Costantino 42 · Tel. 0471 708 038
www. salmsein-biohof.com · [email protected]
Fiè allo Sciliar · via Christophbild, 4
Cell. 339 573 22 95 · [email protected]
Fiè allo Sciliar (Aica di Fiè) · S. Caterina, 22
Cell. 349 392 43 79 · [email protected]
Speck e carne bioligica di produzione propria
patate | cereali di montagna | pane | laghetto bio
Bottega del maso: martedì ore 17 - 19, sabato ore 7.30 - 11.30
oppure previo appuntamento telefonico
Composizioni di fiori secchi | mazzi di fiori
figure di fieno | sacchetti profumati | decorazioni
Bottega del maso: martedì bis giovedì dalle ore 8 alle 12
oppure al mercato contadino di Fiè allo Sciliar
Uova | lamponi | noci | prugne
verdure | patate | crauti
Vendita diretta al maso previo appuntamento telefonico
oppure al mercato contadino di Fiè allo Sciliar
www.alpedisiusi.info/prodotti
Sommer | ALPE 37
Foto: EOS/Frieder Blickle, EOS/Max Lautenschläger
anche qui, nel cortile di un ristorante. Nel frattempo il mercato
contadino è cresciuto e le bancarelle di Fié hanno trovato posto tutti i giovedì nella piazza del
paese. I contadini vendono frutta
e verdura, marmellate, sciroppi,
grappe, miele, formaggi e mazzi
di fiori ed erbe secchi. Nel corso
di tre grandi mercati estivi le contadine di Fiè cucinano le specialità contadine tipiche, mentre i
viticoltori della zona offrono ottimi vini.
Foto: SAM/Helmuth Rier
Anteprima estate 2013
> 7/8 giugno 2013
> 14 - 16 giugno 2013
> Luglio 2013
> 9 - 29 luglio 2013
> Estate 2013
> Estate 2013
> 25 agosto 2013
> 1 - 31 ottobre 2013
Grande Open Air dei
Kastelruther Spatzen
31° Cavalcata
Oswald von Wolkenstein
Schlern International
Music Festival
Estate:
Tutti in famiglia!
Escursioni per gli amanti dei
fiori
Festa tradizionale
del Bullaccia
36a Dispensa di Fiè
L’open air dei Kastelruther Spatzen
giunge nel 2013 alla sua 17a edizione.
Migliaia di fan attesi a Siusi per applaudire i beniamini, pronti ad esibirsi sullo sfondo di uno spettacolo
musicale senza eguali.
Nessun altro evento riesce a fondere
così sapientemente storia, sport, tradizione, cultura e folclore come la
celebre cavalcata intitolata ad
Oswald von Wolkenstein. Il tradizionale spettacolo equestre è celebrato
ogni anno sullo sfondo di un paesaggio unico e di fronte ad un pubblico
in visibilio. Il torneo storico ha inizio
al Castel Forte a Ponte Gardena: vessilli al vento, i cavalieri passano di
torneo in torneo mettendo alla
prova le loro doti di velocità, abilità e
governo del cavallo. Spirito di squadra, coraggio e amore per l’animale:
questi i requisiti fondamentali chiesti ad una squadra che voglia aggiudicarsi il prestigioso concorso. Al
termine delle sfide, la solenne premiazione a Castel Prösels fra la
pompa e lo sfarzo tipici del grande
poeta e cantore lirico. La presentazione delle squadre partecipanti e la
grande festa si terranno nella località
di Castelrotto.
Luglio – Mese del
Running e della Mezza Maratona Alpe di Siusi
Come le precedenti, anche l’undicesima edizione dello Schlern International Music Festival offre l’insolita
possibilità di ascoltare concerti di
musicisti di fama mondiale nel territorio dell’Alpe di Siusi. Gli ospiti più
importanti del festival 2013 sono il
pianista russo Nikolai Lugansky, riconosciuto nei circoli musicali come
“fenomeno pianistico di prima
classe”, Yuri Bashmet, un superlativo
violinista del nostro tempo, la splendida violinista Dora Schwarzberg e il
famoso direttore d’orchestra e violoncellista Alexander Rudin. Parteciperà, inoltre, nuovamente anche il
baritono di fama mondiale Vladimir
Chernov.
Il programma del festival prevede
anche quest’anno, oltre al concorso
internazionale, corsi di approfondimento e workshop, circa 30 concerti
pomeridiani e serali, a cui parteciperanno riconosciuti professori di musica e giovani artisti provenienti
dall’America del Nord e del Sud,
dall’Asia e dall’Europa.
Tutti i concerti, i corsi e i workshop
sono aperti gratuitamente al pubblico. Solo i concerti delle grandi star
sono a pagamento.
In estate l’Alpe di Siusi si trasforma
in un paradiso magico per i bambini:
uno straordinario programma di
esplorazioni della natura e spedizioni
sul campo accompagna bambini e
adulti lungo un viaggio all’insegna
della scoperta di un ambiente naturale unico, la regione dell’Alpe di
Siusi.
Assieme alla strega Martha, grandi e
piccini vanno sulle tracce di streghe
e stregoni. Si può scegliere tra una
passeggiata notturna tra fate e folletti assieme alla strega Martha, creare delle streghette d’erbe oppure
ricercare magici simboli; lo spasso e
il mistero sono garantiti.
Coloro che invece preferiscono
esplorare la vita di un maso lo possono fare con il programma “Un universo in fattoria”. Oltre vedere da
vicino mucche e cavalli le famiglie
scopriranno anche come il grano
viene trasformato in farina e la farina
in pane.
Nel territorio dello Sciliar nel corso
dell’anno si possono trovare oltre
790 piante da fiore e felci dai più diversi aspetti e di diversa provenienza. Sui prati delle malghe, sui
pascoli e sui ghiaioni spuntano tipici
fiori alpini e molte altre rarità botaniche. Nel corso dell’anno l’Ufficio Parchi Naturali organizza in collaborazione con le associazioni turistiche
dei comuni del Parco Naturale circa
30 escursioni guidate con l’esperto
escursionista e naturalista Riccardo
Insam.
Domenica, 25 agosto, si terrà all’Alpe
di Siusi la Festa tradizionale del Bullaccia, dove i visitatori potranno conoscere la lavorazione del fieno, assistere alla Santa Messa e assaggiare i
piatti tipici contadini cucinati dalle
contadine direttamente sul posto su
fuoco aperto.
Dopo un brunch tradizionale i „Goaßlschnöller“ convocano alla Santa
Messa alle ore 11.00. Dalle ore 12.00
in poi si potranno gustare canederli
in brodo, con crauti e altri piatti salati e dolci tradizionali. Dopo pranzo,
oltre ad assistere al duro, ma interessantissimo lavoro all’Alpe, i bambini
potranno anche saltare nel fieno.
> Estate 2013
Estate a Castel Prösels
L’estate a Castel Prösels riserva anche per il 2013 serate superbe e matinés d’incanto. Il prezioso repertorio
degli artisti, musicisti e cantanti, spazia dalle morbide sonorità della musica classica alla genuinità della musica popolare fino alle eleganti note
del jazz. E per chi non assiste ai concerti, l’opportunità di esplorare le
antiche mura è comunque offerta
dalle visite guidate, organizzate durante l’intera stagione più calda.
www.schloss-proesels.it
www.ovwritt.com
Con la 1a Mezza Maratona Alpe di
Siusi in data 7 luglio, l’allenamento
dei maratoneti keniani e la Running
Shoe Experience, il mese di luglio è
all’insegna del running. La mezza
maratona all’Alpe di Siusi, l’altipiano
più vasto d’Europa, è non solo una
gara affascinante per il panorama
mozzafiato delle Dolomiti, ma è anche una sfida particolare per le sue
500 m di dislivello.
Per la seconda volta consecutiva,
quest’anno saranno presentati al
pubblico i nuovi modelli delle collezioni di scarpe da running dell’anno
2014. Per tutti coloro che vogliono
testarli lungo i tracciati del Running
Park Alpe di Siusi, l’appuntamento è
per il 28 e il 29 luglio con Alpe di
Siusi Running Shoe Experience.
Dal 29 giugno al 13 luglio 2013, i
migliori maratoneti keniani ritorneranno ad allenarsi sull’altipiano più
grande d’Europa dove si prepareranno per i prossimi appuntamenti
podistici. Il 7 luglio saranno i maratoneti keniani stessi a correre fianco a
fianco con i partecipanti della mezza
maratona all’Alpe di Siusi. Un appuntamento da non perdere per tutti gli
appassionati della corsa!
www.alpedisiusi.info
www.alpedisiusi.info
> 9 luglio - 12 agosto 2013
Summer Classics
di Siusi allo Sciliar
Agli appassionati di musica classica,
Siusi propone anche quest’anno una
serie di straordinari concerti. Artisti
italiani con alle spalle esperienze internazionali si esibiranno sulle note
di grandi compositori. Con il suo alto
livello, la “Summer Classics” è da
tempo parte integrante del programma culturale estivo proposto, ai
piedi dello Sciliar, ad un pubblico
estasiato di residenti e villeggianti.
Uno spunto per i buongustai e gli
amanti della cucina locale: la Dispensa di Fiè allo Sciliar. Dal 1978 i
ristoratori della località invitano a
partecipare all’Ottobre gastronomico, pronti a sorprendere ancora
una volta con la rivisitazione di piatti
tradizionali. Piatti creati con amore e
serviti con altrettanta passione.
Piatti originali eppure antichi. L’ottobre culinario di Fiè: un’occasione da
non lasciarsi sfuggire.
www.voelserkuchlkastl.com/it
> 11 - 13 ottobre 2013
Festa dei
Kastelruther Spatzen
La tradizione ha un nome.
29 anni di “Festa dei Kastelruther
Spatzen”: l’occasione per festeggiare
è ancora più grande, fra migliaia di
fans radunati sotto il grande tendone
di Castelrotto. Un’emozione davvero
senza eguali.
www.schlernmusicfestival.eu
www.alpedisiusi.info/running
38 ALPE | Estate
Estate | ALPE 39
Foto: SAM/Helmuth Rier
Anteprima inverno 2013/14
Running oder
Halbmarathon
> Dicembre 2013
> 7 dicembre 2013
> 8 dicembre 2013
> Inverno 2013/2014
> 16 gennaio 2014
> 19 gennaio 2014
> 9 marzo 2014
Natale a Castelrotto
Krampus a Castelrotto
High Speed Race
Per la settima volta gli abitanti di
Castelrotto rivelano i segreti delle
loro antiche usanze natalizie. Le contadine di Castelrotto allietano poi gli
ospiti del Mercatino a suon di biscotti di panpepato, dolci natalizi,
panforte e krapfen.
Chi sono i Krampus e cosa fanno a
Castelrotto? Nelle zone di lingua tedesca, i Krampus sono dei diavoli travestiti che accompagnano San Nicolò, nella tradizionale sfilata lungo
le strade del paese. Ma mentre San
Nicolò regala doni ai bambini buoni,
il Krampus, con i suoi campanacci e
la sua maschera incute timore in
grandi e piccini. In data 7 dicembre
2013 gruppi di Krampus provenienti
da Italia, Germania e Austria si incontreranno a Castelrotto e muniti
di abiti e maschere artigianali si presenteranno al pubblico presente.
Si inizia alla grande con l’High Speed
Race, emozionante gara ad alta velocità sugli sci. L’High Speed Race non
si presenterà come una semplice
gara di alta velocità, ma come un
gioco di squadra. Ciascun team composto da 4 persone, di cui almeno una donna – sfiderà i grandi
campioni sulla pista Punta d’Oro. Ai
vincitori andrà un trofeo veramente
speciale.
Fantasmi d’inverno
a Castel Prösels
Alto Adige Moonlight
Classic Alpe di Siusi
Torneo invernale
di golf all’Alpe di Siusi
La gara „Il Nastro
Azzurro dell’Alpe di Siusi“
Maestoso e ben conservato, il castello troneggia nel borgo di Presule,
presso Fiè allo Sciliar, richiamando
visitatori anche nella stagione più
fredda. Dopo un salto agli eleganti
arsenali, ai saloni principeschi e alle
ripidissime scale a chiocciola, la visita guidata si conclude nel salone
dei cavalieri fra note musicali e specialità gastronomiche altoatesine.
Che stupore, per la luna, quando
farà capolino da dietro le Dolomiti…
Al suo sorgere sarà infatti al via una
maratona di fondo quanto mai insolita nel suo genere. L’appuntamento
per le centinaia di fondisti partecipanti è a Compaccio. Armati di sci e
torcia, eccoli scivolare silenziosamente nella notte, fra il candore del
paesaggio invernale, lungo i 20 o 36
km del tracciato che li ricondurrà al
punto di partenza. L’evento si prospetta unico ed emozionante anche
per i tanti spettatori della „Moonlight Classic“ dell’Alpe di Siusi.
Giocare a golf sulla neve e rallegrarsi di un panorama mozzafiato: in
data 19 gennaio, tutti gli appassionati di golf potranno provare l’ebbrezza di questo evento speciale. Si
gioca su 9 buche che hanno una lunghezza tra i 61 e i 1150 m. Con gli sci,
snowboard o slitta si va di buca in
buca. I fairways sono bianchi invece
che verdi, i green white e le palline
da golf si differenziano dalla bianca
neve grazie ai loro colori scintillanti.
La gara del “Nastro Azzurro” è una
combinazione alpina di discesa libera e slalom, che risale all’anno
1947, quando un gruppo di giovani
cercava di rilanciare il turismo invernale dopo l’atroce guerra. All’epoca,
la gloriosa gara contava oltre 250
partecipanti, assurgendo ad evento
sportivo della provincia. Un’idea originale, la valutazione di una combinazione alpina di discesa e slalom,
non poteva che raccogliere consensi
(anche fra i meno avvezzi alle gare).
> 2 - 9 marzo 2014
Il più veloce di ogni categoria si aggiudica il Trofeo Nastro Azzurro, il riconoscimento deputato un tempo
alle navi di lusso più veloci nel compiere la traversata dell’Atlantico.
Il 13 e il 14 dicembre l’appuntamento
è anche con i „Kastelruther Spatzen“,
e le loro note musicali: l’ideale per
favorire l’atmosfera di raccoglimento
che precede il Natale.
Appuntamenti
> 5–8 dicembre 2013
> 13–15 dicembre 2013
> 20–22 dicembre 2013
> 27–29 dicembre 2013
www.kastelruther-weihnacht.com
www.schloss-proesels.it
> 21 dicembre 2013
Alpe di Siusi
Snowpark Opening
L’Alpe di Siusi Snowpark si presenta
puntuale e preparato alla perfezione
per la stagione attuale. Il divertimento è garantito, corredati da
buona musica, cibo e bevande.
www.kinglaurinpark.it
> 4 gennaio 2014
Fan & Fun con Denise
Karbon e Peter Fill
La tradizionale gara dei Fan Club è
un appuntamento agonistico e mondano al tempo stesso. A mescolarsi
fra gli appassionati di sci che si misurano all’Alpe di Siusi, anche Denise
Karbon e Peter Fill.
Informazioni alle pagine
www.denisekarbon.it e
www.peterfill.com
www.moonlightclassic.info
Swing on Snow
Swing all’Alpe di Siusi! Sullo sfondo
dorato delle sue distese di neve baciate dal sole, le note musicali di diverse band allieteranno per una settimana le imprese di sciatori e
boardisti fondendosi con la dolcezza
del paesaggio. Ritmi travolgenti e
toccanti pervaderanno al mattino le
piste dell’Alpe per poi spostarsi nei
rifugi e ristoranti a pranzo. A partire
dalle ore 21, nei locali di Castelrotto,
Siusi e Fiè allo Sciliar saranno in
programma „concerti after-hour“.
E inoltre:
> 1 febbraio 2014
Raiffeisen Ski King
www.kinglaurinpark.it
> 1 marzo 2014
Alpe di Siusi Snowboard Event
www.kinglaurinpark.it
> 5 aprile 2014
Matschweekend
www.kinglaurinpark.it
www.dasblaueband.it
www.swingonsnow.com
40 ALPE | Estate
Estate | ALPE 41
Foto: Golfclub St. Vigil Seis
Visto & sentito
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Con tutta probabilità, Oswald von Wolkenstein non si è mai dedicato al gioco della pallina bianca, ma sicuramente era a conoscenza
dell’esistenza di questo famoso gioco con mazza e palla che a quanto pare risale agli antichi Egizi. Da allora, molta acqua è passata sotto
i ponti dello Sciliar e per tutti gli appassionati di golf si promette un’estate 2013 a tutto swing nel nuovo campo da golf a San Vigilio di Siusi.
Foto: SAM
Corsa dei Krampus a Castelrotto
Il 7 dicembre si svolge la seconda Corsa dei Krampus di Castelrotto.
Oltre 500 “Tuifl” (diavoli) provenienti da Alto Adige, Austria, Germania
e Svizzera hanno già preso parte alla prima edizione della gara nel 2011.
Anche quest’anno parteciperanno oltre 30 gruppi pronti a sovvertire
l’ordine del paese di Castelrotto. Lungo gli stretti vicoli del centro storico si vedranno sciamare queste orribili figure demoniache che trasformeranno Castelrotto in una sorta di calderone delle streghe.
Dell’organizzazione e del programma collaterale si occupa l’associazione “Kastelruther Tuifl” (diavoli di Castelrotto).
Foto: Helmuth Rier
Shooting per Quiksilver all’Alpe di Siusi
La famosa firma della moda “Quicksilver” ha catturato
dall’alba al tramonto una serie di salti spettacolari allo
Snowpark dell’Alpe di Siusi. Campioni di freeride come Teo
Konttinen, Ulrik Badertscher, Kim Rune Hansen, Billy
Morgan, Sparrow Knox, Dan “Danimals” Liedahl e Zebbe
Landmark si sono trovati insieme sull’altopiano più grande
d’Europa per uno shooting di gruppo. La crew si è innamorata
dell’incredibile panorama delle Dolomiti e ha già detto che
intende tornare anche il prossimo anno. Oltre a “Quicksilver”,
anche i marchi “Chervò” e “Tatonka” questo inverno hanno
realizzato i loro servizi fotografici all’Alpe di Siusi.
colofone. ALPE: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St.
Editore: Alpe di Siusi Marketing, Via del Paese, 15, 39050 Fiè allo Sciliar, Tel. 0471 709 600, Fax 0471 704 199, [email protected].
Capo redatore: Alex Andreis. Redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Barbara Pichler, Silvia Rier, Michaela Baur, André Bechtold, Daniela Kremer.
Pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. Traduzioni: Perkmann Translations. Impaginazione: Komma Graphik. Stampa: Litopat, Verona. Tiratura: 50.000 copie
42 ALPE | Estate
Il Vostro nuovo supermercato Coop nel cuore di Castelrotto Vi offre un‘ ampia offerta di prodotti di prima
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biologica e del commercio equo e solidale. Al banco vendita ci sono Heinz, il mastro macellaio della conosciutissima Macelleria Silbernagl che vi offrirà dello speck tipico del luogo e la signora Helga, cuore ed anima del
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