ho la vitiligine… e adesso?

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ho la vitiligine… e adesso?
HO LA VITILIGINE… E ADESSO?
CONOSCI, TRATTA, VIVI
DISCLAIMER
Le informazioni contenute sono frutto di ricerche personali ed esperienze condivise in gruppi di
pazienti affetti da vitiligine. Non può pertanto rappresentare un manuale alla cura o alla diagnosi
della vitiligine, né costituire un’alternativa al parere medico.
Si prega di segnalare ogni eventuale errore, omissione al fine di perfezionare un lavoro che, con i
suoi limiti, non è altro che una guida alla comprensione della vitiligine scritto da chi ne è affetto.
Il progetto non ha fini di lucro ed è vietata la riproduzione anche parziale a tali fini da parte di terzi
Alcune delle immagini utilizzate sono liberamente prese dal web con licenza CC, nel caso violassero
la normativa sul copyright potete chiederne la rimozione all’indirizzo mail
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Ver. 1, 30.05.2016
INTRODUZIONE
Molti di noi conoscono la vitiligine: l'hanno vista, ne hanno sentito parlare; molti di noi non la riconoscono
immediatamente quando si manifesta su se stessi o su una persona cara. Guardi quelle piccole macchie
chiare, comparse all'improvviso e hai il dubbio che sia qualcosa di cui hai sentito parlare; pensi che forse ti
sbagli e cominci ad avvertire un senso di disappunto che diventa quasi subito paura perché pensi ai casi
più gravi di vitiligine, a quei volti visti sulle riviste mediche, per strada, sul web.
Molto probabilmente tu non diventerai così, la vitiligine non è sempre così aggressiva.
Esistono altre patologia della pelle che si manifestano in maniera simile e quindi è importante arrivare ad
una diagnosi sicura, perché la tua paura presto sarà sostituita dal bisogno di saperne di più e dal bisogno di
trovare soluzioni. Per questo è importante la guida di chi ha fatto il tuo stesso percorso, di chi ha condiviso
i tuoi stati d'animo ed il tuo smarrimento. La vitiligine non è una malattia grave, non ti porterà
all'invalidità, non pregiudicherà la tua salute dal punto di vista prettamente fisico, la vitiligine toglierà,
lentamente, il colore della tua pelle e tenterà di togliere anche il colore alle tue giornate. Tenterà, ma non
è detto che ci riesca...vediamo cosa si può fare per contenerla e gestirla al meglio.
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CHE COS’È?
La vitiligine è una malattia non contagiosa, caratterizzata dalla
perdita progressiva di melanina che ha come funzione principale
quella di colorare la pelle e proteggerla dai raggi UV, con
conseguente comparsa delle tipiche macchie cutanee bianche.
Colpisce
circa
l’1-2%
della
popolazione
indipendentemente da età, razza, sesso o ceto sociale.
mondiale
Attacca principalmente la pelle, i peli e le mucose ma sono
fortemente sottostimati gli aspetti psicologici e sociali ad essa
implicati.
Incidenza della vitiligine
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CAUSE
La vitiligine, sorprendentemente, ha origine sconosciuta. Numerose ipotesi sono state formulate ma
nessuna riesce a spiegarne completamente il meccanismo che ne causa la comparsa.
Molteplici fattori sono implicati nello sviluppo della malattia: stress, scottature, difetti di adesione,
stress ossidativo, suscettibilità genetica, accumulo di perossido di idrogeno e immunità. Fattori che
possono agire indipendentemente o contribuire l’un l’altro alla comparsa delle aree depigmentate.
Al momento, comunque, la teoria maggiormente accreditata è quella autoimmune secondo cui il
sistema immunitario attaccherebbe il melanocita che distrutto o reso incapace di produrre melanina
porta alla conseguente perdita del pigmento.
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CAUSE
In breve possiamo riassumere le cause della vitiligine nella
cosiddetta teoria della convergenza, secondo cui la
compartecipazione di più meccanismi, in presenza di
predisposizione genetica e ad altri fattori ambientali,
sarebbero responsabili del danno a carico dei melanociti.
La vitiligine può essere, quindi, descritta come un mal
funzionamento di un ingranaggio complesso al quale
concorrono fattori come:
▪ Risposta autoimmunitaria
▪ Melanocitorragia
Melonocito
rragia
Stress
ossidativo
Autoimmunitaria
▪ Stress ossidativo
▪ Altri fattori
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PREPARATI ALLA VISITA DERMATOLOGICA
COME VIENE DIAGNOSTICATA?
La vitiligine può essere spesso confusa con numerose patologie che
presentano come caratteristica principale la perdita del colore della
pelle. Si porrà, quindi, diagnosi differenziale con altre patologie
come:
▪ Nevi acromici
▪ Pityriasis alba
▪ Tinea versicolor
▪ Lebbra, solo per citarne qualcuna.
È essenziale ottenere una diagnosi dal dermatologo.
Lampada di Wood
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COME VIENE DIAGNOSTICATA?
Al buio, attraverso l’esposizione della pelle alla lampada di Wood il dermatologo sarà in grado di
evidenziare le chiazze di vitiligine dalla cute sana.
Questo è possibile grazie alla capacità di alcune strutture cutanee di assorbire i raggi emessi ed emetterli
nuovamente ad una lunghezza d’onda differente. La presenza di un cromogeno, la tetraidrobiopterina,
nella cute con vitiligine porta alla caratteristica colorazione bianco latte.
L’assorbimento di tale luce, però, non è caratteristica esclusiva della pelle. Farmaci topici, deodoranti,
creme, residui di sapone, trucchi, autoabbronzanti, potrebbero dare la stessa fluorescenza;
Tienilo a mente quando andrai dal dermatologo!
Questo è il motivo per cui alcuni dermatologi preferiscono un esame ad occhio nudo limitando l’utilizzo
della lampada ai fototipi più chiari.
Attraverso la luce di Wood è possibile, inoltre, stabilire l’eventuale attività o stabilità della malattia e,
conseguentemente, di scegliere il migliore trattamento per il caso specifico.
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COME VIENE DIAGNOSTICATA?
In definitiva, la diagnosi della vitiligine attraverso la luce di
Wood è:
▪ Innocua
▪ Indolore
▪ Di breve durata
▪ Sicura per la pelle
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QUALI DOMANDE PUÒ FARMI IL DERMATOLOGO?
Ecco alcune domande che potrebbe farti il dermatologo:
▪ Quando hai iniziato a notare le prime macchie chiare sulla tua pelle?
▪ Hai subito scottature nelle zone interessate dalla vitiligine?
▪ Come reagisce la tua pelle al sole?
▪ Hai avvertito prurito prima dell’insorgenza della macchia?
▪ Svolgi un’attività lavorativa o un hobby che ti espone a sostanze chimiche o solventi?
▪ Qualcuno in famiglia soffre di vitiligine, patologie tiroidee o altre malattie autoimmuni?
▪ La vitiligine influenza la qualità della tua vita?
Queste domande indirizzano il medico verso la scelta di ulteriori esami e verso un trattamento mirato.
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SONO PREVISTI ULTERIORI ESAMI DI LABORATORIO?
Diagnosi certa
• Anti-TPO, anticorpi tireoglobulina
• TSH e altri test, se necessario, per valutare la funzione della tiroide o di diagnosi (ad esempio,
gli anticorpi anti-TSHR se malattia di Graves)
• Autoanticorpi (solo se i parametri di laboratorio della famiglia del paziente indicano un forte
rischio di malattie autoimmuni aggiuntive)
• Visita endocrinologica/immunologica se è stata rilevata una sindrome autoimmune multipla
• Dosaggio vitamina D
Diagnosi incerta
• Biopsia cutanea
• Altri test se necessario (micologia, biologia molecolare…)
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CHE TIPO DI VITILIGINE HO?
CHE TIPO DI VITILIGINE HO?
Potrai capire il tipo di vitiligine in base alla distribuzione delle macchie in generalizzata o
localizzata.
La vitiligine generalizzata è la forma più comune, colpisce bilateralmente e simmetricamente più
zone del corpo. A sua volta può essere distinta in 3 forme:
Vitiligine acro-faciale se interessa prevalentemente il viso, le mani, piedi;
Vitiligine volgare se la depigmentazione colpisce aree esposte ai raggi solari, regioni periorifiziali,
pieghe della cute, aree colpite da traumi o soggette a sfregamento, zone di compressione da parte
di cintura, reggiseno, intimo ecc. o aree con prominenze ossee;
Vitiligine universale che colpisce la quasi totalità della pelle con risparmio di piccole aree
normalmente pigmentate.
La vitiligine localizzata, al contrario, colpisce una sola regione cutanea, questa a sua volta si
distingue in:
Vitiligine focale se la lesione compare in modo casuale
Vitiligine segmentale se le lesioni depigmentate si dispongono nelle aree tipiche di uno o più
dermatomeri. Quest’ultimo tipo di vitiligine non condividerebbe gli stessi meccanismi delle altre
forme, ha generalmente esordio precoce ed è caratterizzata da una certa stabilità.
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CHE TIPO DI VITILIGINE HO?
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COME VIENE CURATA?
COME VIENE CURATA?
Non esiste una terapia standard per trattare la vitiligine. Esistono, piuttosto, differenti approcci
più o meno validi che possono aiutare chi ne è affetto a ritrovare il colore della pelle.
Nessuna terapia, infatti, è in grado di promettere risultati certi a tutti i pazienti potendo offrire
soltanto risposte variabili da caso a caso.
Ogni paziente dovrebbe essere a conoscenza che il trattamento è individualizzato e si consiglia di
evitare facili scorciatoie, come provare cure destinate ad altri pazienti, onde evitare fallimenti o
peggio rischi associati all’utilizzo di farmaci.
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COME VIENE CURATA?
Ad oggi, non esistono farmaci con indicazione per la vitiligine ma
empiricamente vengono prescritti farmaci, integratori o cosmetici che
hanno mostrato una qualche efficacia, quasi sempre parziale e
certamente mai definitiva.
I trattamenti ad oggi maggiormente prescritti, tentano di far nascere e
proliferare cellule pigmentate da 3 fonti:
▪ Melanociti epidermici non colpiti dalla depigmentazione;
▪ Migrazione dal confine della lesione. Ripigmentazione marginale
▪ Melanociti presenti in serbatoi alla base del bulbo pilifero per
migrazione dalla radice verso l’epidermide. Ripigmentazione
perifollicolare
Cerchiamo adesso di capire quali sono i trattamenti disponibili e la loro
efficacia
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QUALI TRATTAMENTI SONO DISPONIBILI?
QUALI TRATTAMENTI SONO DISPONIBILI?
In primo luogo è importante individuare e conseguentemente evitare i fattori scatenanti. Traumatismo,
stress ossidativo, esposizione a sostanze chimiche, per esempio, possono svolgere un ruolo primario
nella comparsa di nuove lesioni.
Numerose opzioni sono state utilizzate o sperimentate per il trattamento della vitiligine, tra questi
ricordiamo i corticosteroidi topici, gli inibitori della calcineurina, la fototerapia, gli psoraleni, gli steroidi
orali e gli immunosoppressori, gli antiossidanti o trattamenti misti fino ad arrivare all’approccio
chirurgico, utile però per pochi eletti.
In caso di vitiligine diffusa e refrattaria ai trattamenti si può, inoltre, prendere in considerazione la
strada della depigmentazione.
Farmaci topici
Farmaci sistemici
Fototerapia
Approcci misti
Antiossidanti
Chirurgia
Depigmentazione
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CORTICOSTEROIDI TOPICI
Utilizzati già dagli anni 50 sono il trattamento di prima scelta per la vitiligine localizzata in particolare in
aree cutanee esposte al sole, in lesioni di recente comparsa e nei fototipi più scuri. L’utilizzo a breve
termine è sicuro ed efficace sia per bambini che per adulti se utilizzati sotto stretto controllo medico.
Non è stata stabilita la durata ottimale della terapia né i tempi di applicazione per limitare gli effetti
avversi tipici dei corticosteroidi topici. Tra questi ricordiamo i più comuni e temibili:
▪ Atrofia della pelle, ossia pelle molto sottile, secca e fragile;
▪ Teleangectasia, dilatazione di piccoli vasi sanguigni superficiali;
▪ Ipertricosi, aumento della pelosità;
▪ Manifestazioni acneiformi;
▪ Strie cutanee, molto simili alle comuni smagliature.
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CORTICOSTEROIDI TOPICI
Ricorda che i corticosteroidi:
▪ Non devono essere usati in automedicazione
▪ Possono dare fenomeni di fotosensibilizzazione
▪ La loro attività è influenzata da numerose variabili
come età del paziente, zona da trattare, tipo di
formulazione (oleosa o acquosa), estensione della
superficie trattata.
▪ L’utilizzo continuato può portare alla comparsa di
effetti sistemici e/o topici importanti, rari nell’adulto,
frequenti nel bambino.
▪ Possono sensibilizzare e provocare allergie da
contatto
Grado assorbimento cutaneo in relazione alla zona trattata
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CORTICOSTEROIDI TOPICI, QUANTO APPLICARNE?
Se il tuo medico ti ha dato istruzioni precise tieni presente il suo
consiglio. In caso contrario, quanto segue ti aiuterà a stabilire la
quantità corretta da applicare.
Tale quantità viene comunemente stabilita utilizzando il dito
indice come unità di misura (FTU).
Una fingertip unit (FTU) è la quantità di crema spremuta dalla
punta dell’indice fino alla prima falange. Essa è sufficiente a
trattare una superficie di pelle pari a due palmi di mano.
Considera:
Per l’adulto ,l’indice dell’adulto
Per il bambino, l’indice del bambino
Un’unità FTU
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INIBITORI CALCINEURINA TOPICI
Di più recente uso, presentano un buon profilo di sicurezza e sono indicati come alternativa ai
corticosteroidi topici quando questi sono controindicati.
Avrebbero un meccanismo d’azione misto. Sono degli immunomodulatori che hanno mostrato di
essere in grado di aumentare la migrazione e la differenziazione dei melanociti.
Anche in questo caso non ci sono informazioni sul periodo di trattamento ideale. I primi risultati si
presentano generalmente dopo 10 settimane. L’applicazione di due volte al giorno ha mostrato risultati
migliori rispetto alla singola applicazione.
Le reazioni avverse maggiormente riportate sono bruciore, prurito ed eritema.
Un’interazione particolare di questi farmaci è con l’alcool che causerebbe il cosiddetto facial flushing,
una fastidiosa sensazione di calore e veloce arrossamento del viso.
Al momento non è raccomandato l’uso combinato con gli UV, per quanto spesso prescritto.
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ANALOGHI DELLA VITAMINA D
Farmaci ampiamente usati per trattare la psoriasi e altre affezioni cutanee, sono stati proposti come
off-label per il trattamento della vitiligine, nonostante la carenza di evidenze scientifiche.
A questa pratica, volente o nolente ti ci abituerai presto!
Secondo alcuni studi questi farmaci sarebbero in grado di agire sulla risposta immunitaria, interferire
con la maturazione e differenziazione dei melanociti ed aumentare la melanogenesi interagendo con
specifici recettori.
Alcuni studi attestano risultati migliori in combinazione con trattamento PUVA o n-UVB rispetto alla
monoterapia.
Dalla nostra esperienza l’uso di questi farmaci non è diffuso.
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KELLINA
La Kellina è un principio attivo di origine vegetale ricavato da Amni Visnaga L.
Dal punto di vista chimico è un furanocromone molto simile agli psoraleni con
cui condivide le proprietà fotosensibilizzanti.
Non esiste un protocollo specifico per l’utilizzo della Kellina che al momento
viene prescritta in differenti concentrazioni, dall’1% al 5%, e modalità di
applicazione. Generalmente è applicata topicamente 30 minuti prima
dell’esposizione solare, giornaliera e graduale, fino ad un tempo limite di 20
minuti.
Effetti avversi comuni includono ustioni, eritema, prurito, eruzioni cutanee.
Poco prescritto l’utilizzo per via orale a causa di possibili fenomeni di tossicità
che includono, oltre agli effetti sopra descritti, nausea, vomito, cefalea,
inappetenza, stipsi e insonnia.
Amni Visnaga L.
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PSEUDOCATALASE
È un trattamento topico basato sull’ipotesi patogenetica secondo cui negli strati superiori della pelle
affetta da vitiligine si accumulerebbe perossido di idrogeno che può causare depigmentazione.
In condizioni normali la pelle riesce a scindere piccole quantità di perossido di idrogeno in acqua e
ossigeno grazie all’intervento dell’enzima catalasi, tuttavia nei pazienti con vitiligine questo enzima risulta
meno efficiente con conseguente danno al melanocita.
Questa terapia prevede l’applicazione topica di una crema a base di pseudocatalase, due volte al giorno,
seguita da esposizione UVB a banda stretta.
Il controllo della malattia si otterrebbe entro 2-4 mesi ed è considerato un trattamento sicuro; gli effetti
secondari includono inscurimento della pelle e aumento della sudorazione.
Le grandi aspettative hanno portato sedicenti venditori a proporre prodotti chiamati pseudocatalase, non
è difficile infatti imbattersi in prodotti truffa sui principali e-commerce o siti di vendita diretta.
Risparmia tranquillamente i tuoi soldi e il tuo tempo!
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QUALI TRATTAMENTI SONO DISPONIBILI?
Fototerapia
PUVA
Narrowband
UVB
Laser a
eccimeri
Sole
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FOTOTERAPIA PUVA
Associa la somministrazione per via orale o topica di sostanze
fotosensibilizzanti, gli psoraleni, con l’esposizione a raggi ultravioletti A
(UVA).
Psoraleni
Terapia efficace ma con risultati poco stabili alla sospensione, spesso
associata a comparsa di effetti collaterali locali quali eritema, prurito,
ustioni, iperpigmentazione fino a problemi di tossicità epatica che
rendono il trattamento controindicato in gravidanza, allattamento, in
bambini al di sotto dei 12 anni e in soggetti con patologie epatiche.
Esposizione raggi
ultravioletti A
La durata del trattamento è di circa un anno e prevede due/tre
trattamenti settimanali.
UVA
Scarsi i risultati per mani e piedi.
Una variante è l’associazione con Kellina che prende il nome di KUVA.
PUVA
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FOTOTERAPIA NARROWBAND UVB
Al momento rappresenta la terapia di scelta per la vitiligine attiva e/o diffusa per via degli effetti
collaterali meno frequenti ed un’efficacia paragonabile alla terapia PUVA senza richiedere agenti
fotosensibilizzanti.
Gli UVB a banda stretta sono facili da eseguire anche se è obbligatoria una vera e propria dosimetria
per ottenere risultati ottimali dal trattamento.
Dopo aver considerato il fototipo del paziente verranno proposti trattamenti con dosi iniziali molto
basse di NB-UVB al fine di stabilire i valori di Minima Dose Eritematogena (MED) nella pelle con
vitiligine che sono in media solo il 35% inferiori a quello della pelle normalmente pigmentata dello
stesso individuo, questo dato evidenzia la capacità di fotoadattamento della pelle con vitiligine.
Il trattamento è di solito somministrato due o tre volte a settimana finché c'è ripigmentazione.
L'estensione e/o l'attività della malattia non sembrano influenzare la probabilità di ripigmentazione.
In definitiva, gli UVB a banda stretta sembrano essere più efficaci di altre fototerapie. Non molti
studi, tuttavia, hanno valutato la persistenza della ripigmentazione a lungo termine dopo la
sospensione di NB-UVB, che mostra tassi di recidiva variabili dal 21% e al 44% entro 1 anno, e del
55% entro i 2 anni.
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LASER A ECCIMERI
È un dispositivo approvato dalla FDA per il trattamento della
psoriasi e della vitiligine in grado emettere UVB monocromatico
ad una lunghezza d’onda di 308 nm.
Il raggio viene focalizzato da una fibra ottica direttamente sulle
zone da trattare con sedute di pochi minuti che eliminano
l’esposizione del paziente a radiazioni dannose.
Solitamente il viso migliora dopo 2 mesi, risultati più lenti si
ottengono anche su mani e piedi. Il trattamento può essere
protratto per circa 18 settimane.
La ripigmentazione è di tipo perifollicolare a gettoni che via via
si allargano fino a colorare l’intera chiazza di vitiligine.
Tale metodica, per quanto efficace, presenta costi elevatissimi
che spesso portano i pazienti ad abbandonare prima di aver
ottenuto i risultati sperati.
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SOLE, AMORE E ODIO
Sfatiamo definitivamente il falso mito che chi ha la vitiligine non può prendere il sole.
Il sole rappresenta, infatti, la migliore arma per combattere la vitiligine. Se è pur vero che alcuni tipi di vitiligine
si scottano facilmente, nella maggior parte dei casi i benefici superano di gran lunga gli effetti collaterali, in
particolare se l’esposizione è controllata con tempi e modalità ben precisi.
I benefici derivanti dall’esposizione solare sono molteplici: produzione di vitamina D che vedremo avere un
ruolo terapeutico sempre più preminente, stimolazione dei melanociti perifollicolari oltre ai noti effetti
immunoregolatori, solo per citarne qualcuno.
Poche regole da seguire ma fondamentali:
 Non esporti negli orari centrali della giornata, soprattutto nei periodi estivi.
▪ Le esposizioni lunghe ma discontinue non offrono benefici maggiori rispetto a piccole esposizioni su base
giornaliera e con incremento graduale.
▪ Evita di scottarti, potrebbero comparire nuove chiazze o aumentare quelle esistenti, fenomeno di Koebner
▪ Con vitiligine in fase attiva è preferibile prima arrestare la progressione e solo successivamente procedere
all’esposizione terapeutica
Di contro l’esposizione solare evidenzia maggiormente le aree acromiche ed è questo il motivo principale per cui
il maggiore interesse nel cercare soluzioni alla vitiligine da parte del paziente è il periodo estivo. Per ovviare al
problema estetico è possibile ricorrere a filtri solari e/o camouflage.
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DEPIGMENTAZIONE
Trattamento riservato agli adulti con vitiligine severa, quando le zone
interessate superano il 50% della superficie corporea.
Il pigmento viene perso attraverso l’utilizzo di idrochinone,
monobenzone, laser, crioterapia o altri agenti depigmentati sistemici per
un periodo variabile da paziente a paziente con una durata di circa due
anni. Alcuni agenti depigmentanti riescono ad avere azione sia locale che
sistemica, per cui anche zone lontane dalla zona trattata possono essere
interessate da depigmentazione.
La scelta accurata dell’agente depigmentante è importante per un buon
risultato. Esso dovrà essere potente, rapido, selettivo nei confronti dei
melanociti, non tossico e con effetti collaterali minimi. La variabilità delle
caratteristiche di tali agenti rende il trattamento applicabile solo sotto
stretto controllo medico.
Gli effetti collaterali sono rappresentati da arrossamento, pelle secca,
prurito ed eruzioni cutanee.
Gli effetti sono in gran parte irreversibili.
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TERAPIE SISTEMICHE, CORTICOSTEROIDI
Il trattamento con corticosteroidi orali viene preso in considerazione in presenza di vitiligine a decorso
rapido per limitare la progressione. Questi hanno mostrato di essere capaci di arrestare
temporaneamente la progressione e di indurre pigmentazione fino al raggiungimento della stabilità,
dopo, invece, sembrerebbero poco efficaci.
La stabilità si ottiene con tempi variabili da poche settimane a mesi; una volta ottenuta la stabilità il
trattamento va lentamente sospeso per integrare ulteriori modalità che possano incrementare la
pigmentazione.
Già nel 1989 il dott. Pasricha sperimentò piccole dosi di cortisone per via orale da assumere due giorni
consecutivi a settimana osservando l’arresto della malattia nell’89% dei casi e ripigmentazione nell’80%.
Pur avendo profilo farmacocinetico, meccanismo d’azione e struttura simili i corticosteroidi variano tra
loro per quanto riguarda emivita, capacità di ritenzione di sodio e relativa potenza antinfiammatoria.
La scelta della molecola più adatta è compito esclusivo del dermatologo.
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ANTIOSSIDANTI,
STRESS OSSIDATIVO
E RADICALI LIBERI
ANTIOSSIDANTI, STRESS OSSIDATIVO E RADICALI LIBERI
Chiunque nella propria vita ha sentito parlare degli antiossidanti.
Una persona con vitiligine, inevitabilmente, sarà costretto a farsi
una certa cultura.
Per capire cosa sono va spiegato che cosa è lo stress ossidativo.
Il tipico esempio per spiegare lo stress ossidativo è quello della mela
esposta all’aria. L’interazione tra l’ossigeno dell’aria e gli enzimi
ossidativi della mela causano il processo di ossidazione che porta
all’imbrunimento della sua superficie. La reazione una volta
innescata si autopropaga e danneggia le altre strutture.
Questo può avvenire anche nel nostro organismo quando è
sottoposto ad eccessivo stress ossidativo.
Lo stress ossidativo, oltre a causare l’invecchiamento, è uno dei
fattori che portano all’instaurarsi di numerose patologie croniche tra
cui diabete, ipertensione ma anche tumori e malattie degenerative.
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ANTIOSSIDANTI, STRESS OSSIDATIVO E RADICALI LIBERI
La formazione dei radicali liberi può essere riassunta come il prodotto dell’interazione tra il nostro
organismo con l’ambiente esterno e alcuni processi endogeni.
Tale processo è inevitabile.
Il problema, quindi, non è lo stress ossidativo in sé ma piuttosto la sua gestione da parte
dell’organismo.
Numerosi, infatti, sono i meccanismi che il nostro corpo attua per difendersi dai radicali liberi ma, se
non bastasse, gli antiossidanti, assunti per via orale o applicati localmente, possono essere utili
coadiuvanti.
Per quanto, come vedremo, l’alimentazione non abbia un ruolo centrale nella patogenesi della
vitiligine e una relazione, al momento, non è stata dimostrata, nell’ambito degli antiossidanti potrebbe
rappresentare parte di una cura completa, a meno di cercare integrazioni, talvolta utili, altre inutili
quanto costose.
Inoltre, il cibo stesso può promuovere la formazione di radicali liberi, basta pensare a cibi cotti alla
griglia, affumicati, uso di oli cotti a temperature elevate, alimenti trattati con inquinanti.
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PRINCIPALI FONTI DI RADICALI LIBERI
Radiazioni
Fumo di sigaretta
Farmaci
Eccessiva attività
fisica
Raggi UV
Inquinamento
Infiammazione
Metabolismo
Alcuni tipi di
cotture
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ALCUNI ANTIOSSIDANTI PER LA VITILIGINE
Ginkgo Biloba
Polypodium Leucotomos
Emblica
Vitamina E
Vitamina C
Carotenoidi
Acido alfa lipoico
SOD
Resveratrolo
EGCG
Picrorhiza kurroa
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TERAPIE CHIRURGICHE
TERAPIE CHIRURGICHE
Molti pazienti non rispondono alle terapie classiche. Per
questi la chirurgia può rappresentare una soluzione
efficace.
Esistono diverse tecniche chirurgiche per il trattamento
della vitiligine tuttavia sono limitate ad alcuni casi.
In particolare:
▪ Vitiligine segmentale o unilaterale
▪ Vitiligine focale se le lesioni sono stabili da 6 mesi a 2
anni
▪ Lesioni con ripigmentazione spontanea
▪ Assenza di nuovi fenomeni di Koebner
▪ Se i precedenti tentativi terapeutici hanno fallito
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TERAPIE CHIRURGICHE
INNESTO
TRAPIANTO DI CELLULE
La pelle normale è utilizzata come tessuto donatore
e poi innestata chirurgicamente sulle aree di
vitiligine. I nuovi innesti inizieranno quindi a
produrre il pigmento.
Melanociti e cheratinociti (le cellule dello strato
superiore della pelle) sono prelevati chirurgicamente
dal paziente in anestesia locale e poi messe in coltura
in laboratorio. Le cellule vengono applicate sulle aree
depigmentate della pelle.
I candidati per questo trattamento hanno vitiligine
stabile da almeno 6 mesi.
Adatta sia in pazienti con aree limitate di vitiligine
che in quelli con malattia più estesa.
Questa terapia viene somministrata in aree di
vitiligine limitata e stabile da almeno 6 mesi.
Altissimo tasso di successo (95%).
Alto tasso di successo (80-90%).
Terapie di prima scelta
Stabilità
Terapie chirurgiche
Mantenimento con fototerapia
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TERAPIE CHIRURGICHE
Le terapie chirurgiche non sono scevre di effetti secondari.
Elenchiamo gli svantaggi a titolo informativo:
▪ Sono operatore dipendente
▪ Ipercheratosi
▪ Formazione di tessuti cicatriziali
▪ Pigmentazione irregolare
▪ Infezioni
▪ Fallimento del trapianto
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TERAPIE ALTERNATIVE
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PROTOCOLLO
COIMBRA
Alte dosi di Vitamina D per la cura
delle malattie autoimmuni
METODO COIMBRA
▪ Chi è il dott. Coimbra?
È un neurologo, professore della UNIFESP e ricercatore
nell’ambito delle malattie del sistema nervoso e delle
malattie autoimmunitarie.
Poco più di 10 anni fa, ha iniziato a utilizzare un metodo
che si basa quasi esclusivamente sull’uso di vitamina D
per combattere gli effetti delle malattie autoimmuni.
Per il dott. Coimbra la vitamina D deve essere
considerata come un ormone.
All’inizio del secolo scorso è stata scoperta la sua
presenza nell’olio di fegato di merluzzo. Avendo già
individuato la vitamina A, alcuni tipi di B e il complesso C,
i ricercatori hanno immaginato di essere di fronte alla D.
Da alcuni decenni, però, è noto che la sua struttura di
base è uguale a quella degli ormoni steroidei.
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METODO COIMBRA
▪ Perché la Vitamina D?
La risposta la fornisce il dott. Coimbra in un’intervista:
“La differenza tra la vitamina D e i farmaci convenzionali utilizzati nel trattamento di malattie autoimmuni è che la
vitamina D è un immunoregolatore, non un immunosoppressore. Mentre gli altri farmaci sopprimono il sistema
immunitario nel suo complesso, lasciando il corpo suscettibile alle infezioni. La vitamina D è l’unica sostanza in grado di
inibire selettivamente la reazione chiamata “Th17″, che è causata dalle malattie autoimmuni”.
▪ In cosa consiste il trattamento?
Il protocollo Coimbra consiste nell'utilizzo di alte dosi di vitamina D che vengono sempre calcolate paziente per
paziente durante la visita medica, nell'assunzione di un preparato galenico, anche questo conseguente allo stato
generale del paziente, e assunzione di omega 3.
Ogni due mesi bisognerà sottoporsi ad analisi di controllo; seguire una dieta priva di alimenti ricchi di calcio (latte,
frutta secca..) e bere almeno 2/2,5 litri di acqua al giorno con un contenuto di calcio inferiore a 12 mg./litro al fine di
scongiurare un eccessiva assunzione e conseguente accumulo di calcio. E' indispensabile svolgere almeno 30 minuti di
attività fisica al giorno.
Sull'efficacia del protocollo, per la cura della vitiligine, al momento, ci sono poche testimonianze trattandosi di una
terapia di recente applicazione.
Questo trattamento deve NECESSARIAMENTE essere eseguito sotto controllo medico.
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ALTRE TERAPIE COMPLEMENTARI E ALTERNATIVE
Nome scientifico
Mecc. d’azione
Nome scientifico
Mecc. d’azione
Angelica sinensis
Fototossico
Prunella vulgaris
Immunomodulante
Atractylodes japonica
Fototossico
Prunus persica
Cassia occidentalis
Migrazione e
differenziazione
melanoblasti
Rehmania glutinosa
Antiossidante
Salvia miltiorrhiza
Antinfiammatorio,
antiossidante
Sesamum indicum
Antiossidante
Tribulus terrestris
Fototossico
Xanthium strumarium
Fototossico
Gentiana scabra
Antinfiammatorio
Lycium chinense
Antiossidante
Picrorhiza kurroa
Fototossico
Pleuropterus multiflorus
Antiossidante
Polygala tenuifolia
Fototossico
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DOMANDE FREQUENTI
DOMANDE FREQUENTI
▪ Come evolve la vitiligine?
La vitiligine non segmentale è una malattia del tutto imprevedibile
ma, nella maggior parte dei casi, dopo un periodo di rapida
insorgenza si assiste ad un periodo di stabilità o lenta
progressione.
Circa 1/3 dei soggetti affetti da vitiligine può notare una
regressione spontanea conseguente ad un periodo di stabilità.
Questo è riscontrabile soprattutto in aree esposte ai raggi solari
con risultati buoni per il viso e il collo.
Solo in una piccolissima percentuale di casi si assiste alla
regressione spontanea e completa della malattia.
La vitiligine segmentale tende, invece, a diffondersi rapidamente
all'esordio, divenendo successivamente stabile. Tuttavia risulta più
difficile da trattare.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Quanto è grave la mia vitiligine?
Questo tipo di valutazione, dal punto di vista del paziente, è piuttosto soggettiva e dipende da vari fattori personali. Ogni persona ha,
infatti, una propria percezione della gravità della vitiligine, spesso prodotto di più fattori non strettamente correlati alla malattia;
Ambiente in cui si vive, professione che implica contatto diretto con il pubblico, senso dell’estetica, età di insorgenza, accettazione di
se stessi e altri fattori possono influire decisamente sulla valutazione. Persone con piccole aree depigmentate ad esempio possono
vivere infinitamente peggio l’ansia di un peggioramento rispetto a persone con malattia più estesa.
Dal punto di vista dermatologico, ovviamente, una valutazione della gravità deve cercare di essere il più oggettiva possibile. Per questo
motivo, nonostante non esista un metodo standardizzato e riproducibile per valutare la funzione o la gravità di una patologia cutanea
sono stati proposti diversi sistemi di punteggio atti a migliorare la pratica e la ricerca clinica.
Per quanto riguarda la vitiligine il sistema prende il nome di VASI (vitiligo area-scoring index) ed offre misure accurate degli indici di
gravità della malattia con l'obiettivo di valutare la risposta al trattamento e i cambiamenti nella zona interessata. Il suo nome è
concettualmente derivato dal punteggio PASI, sistema di punteggio per la valutazione della psoriasi.
Ai fini della valutazione, la superficie cutanea viene suddivisa in sei aree distinte: mani, arti superiori, estremità inferiori, piedi, tronco,
testa / collo; viene poi valutata visivamente l’area interessata da vitiligine e attribuita una percentuale che rappresenta il grado di
depigmentazione. Attraverso una formula, infine, viene calcolato il punteggio VASI.
Altri sistemi sono stati proposti e ne elencheremo alcuni a titolo informativo: VTEF, Vitiligine Disease Activity Score (VIDA), Potential
Repigmentation Index (PRI), Vitiligo Extent Tensity Index (VETI) score.
Se volessi approfondire puoi leggere Vitiligo Extent Tensity Index (VETI) score: a new definition, assessment and treatment evaluation
criteria in vitiligo.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Dopo quanto tempo vedrò i risultati del trattamento?
Non esiste una risposta precisa a questa domanda. I fattori da considerare sono molti:
▪ Tipo di trattamento;
▪ Fototipo;
▪ Costanza nella cura;
▪ Attività della malattia;
▪ Zona trattata ed estensione;
▪ Periodo di trattamento, la vitiligine migliora anche spontaneamente nel periodo estivo per
maggiore esposizione solare.
Non tutti rispondono in ugual modo alla stessa terapia, inoltre molti farmaci sembrano avere
maggiore efficacia se usati tempestivamente su lesioni di recente comparsa.
Aree con maggiore probabilità di ripigmentazione sono: viso, collo, addome. Zone come
mani, piedi, gomiti, di contro, sono più resistenti ai trattamenti; la causa è da imputare al
maggiore spessore cutaneo che rende i prodotti topici meno accessibili e al maggiore
traumatismo di queste aree.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ La gravidanza può avere ripercussioni sulla vitiligine?
Molte donne vedono insorgere la vitiligine durante il periodo della
gravidanza. Un periodo delicato in cui l’assetto ormonale cambia, in
cui la mamma è esposta ad una carenza di vitamina B12 e Ferro che
aumentano la probabilità di sviluppare vitiligine.
Non meno importante è lo stress emotivo associato alla gravidanza.
In particolare nel primo trimestre di gravidanza è assolutamente
fondamentale consultare il dermatologo, oltre che ovviamente il
ginecologo, per valutare tutti i rischi associati al trattamento della
vitiligine e concordare quello più adatto.
In linea di massima risulta sicuro il trattamento con UVB per piccole
aree acromiche, utili i corticosteroidi topici ma solo quelli che non
attraversano la barriera feto-placentare. Sconsigliata invece
l’associazione vitamina D ed n-UVB, cortisonici sistemici ed alcuni
topici, psoraleni o altri agenti fotosensibilizzanti, terapie a base di
prodotti naturali di cui non si conoscono gli effetti sul feto.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ E viceversa, può la vitiligine complicare la gravidanza?
Tutti gli studi condotti per verificare se i pazienti con vitiligine avessero tassi aumentati di complicazioni
gestazionale confermano non c’è associazione tra vitiligine ed esiti avversi della gravidanza.
Le pazienti con vitiligine, quindi, non devono essere gestite in modo diverso dalla popolazione generale.
Goditi questo momento con serenità, cerca di interrompere il ciclo stress-vitiligine-stress, parlane con chi
c’è già passato, concorda con i medici una terapia adatta alla gravidanza.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Mio figlio avrà la vitiligine?
Questa è senza dubbio una delle domande che più affligge chi è colpito
da vitiligine conoscendo perfettamente il disagio, le emozioni e cosa
voglia dire convivere con la vitiligine.
In generale il rischio di sviluppare vitiligine è di circa l’1%,
indipendentemente dal sesso. Anche se non del tutto confermato
sembra che il rischio sia lo stesso in tutto il mondo.
Una persona con vitiligine ha circa il 5% di probabilità di avere un figlio o
fratello/sorella con vitiligine. Soltanto 5 volte superiore rispetto alla
popolazione generale.
Sembra un valore elevato, in realtà non lo è.
Questa maggiore probabilità rispetto alla popolazione generale indica un
ruolo della genetica nella comparsa della malattia, fortunatamente un
ruolo piccolo basti pensare che un gemello identico ha una probabilità di
circa il 23% di svilupparla.
In definitiva tuo figlio avrà la vitiligine? PROBABILMENTE NO!!
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DOMANDE FREQUENTI
▪ «Cosa sono quelle macchie sulla tua pelle»?
La bella stagione, il sole, l’abbronzatura, le chiazze che diventano più evidenti ed inevitabilmente ti sarà
posta la fatidica domanda: «cosa sono quelle macchie sulla pelle?»
Di solito il pregiudizio nei confronti del nostro interlocutore ci porterà a reagire come se fossimo
accusati di chissà quale delitto, dando in automatico un’accezione negativa. In realtà questo non è quasi
mai vero!!
Se ci pensi bene questa domanda può provenire da persone profondamente diverse tra loro per
cultura, mentalità, conoscenza.
Da quella che è la nostra esperienza è importante spiegare cosa sia la malattia, in modo chiaro, sempre,
evitando atteggiamenti di pregiudizio verso il nostro interlocutore. Soprattutto i bambini pongono la
domanda per semplice curiosità e tendenzialmente comprendono benissimo.
Quindi, niente panico! La vitiligine è una patologia in gran parte sdoganata, lontana dal pregiudizio e
dall’ignoranza di qualche tempo fa.
E se qualcuno non dovesse capire? Siamo sempre noi che scegliamo a cosa dare importanza
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DOMANDE FREQUENTI
▪ «Cosa sono quelle macchie sulla tua pelle»? Alcune risposte
E' Vitiligine , una
patologia che colpisce la
pelle, in certe zone del
corpo ho assenza di
melanina, non è
contagiosa e non esiste
una cura definitiva
Rossana
Oggi con Giulia,
6 anni.
G: ma perché
hai le mani color
rosa pelle.
R: perché io ce
l'ho così, sono
colorata.
G: ah sei figlia
dell'arcobaleno
Romina
La mia risposta di solito viene
data ai bambini quindi è molto
semplice: dove la pelle è chiara
manca il colore, nemmeno il sole
la fa abbronzare, ma la cosa
bella è che non fa male e non si
attacca alle altre persone.
Sara
Anche io rispondo in genere,
semplicemente che sono zone
della pelle che non si colorano...
Con qualcuno approfondisco
pure il discorso. Non nego che gli
sguardi indiscreti suscitano
ancora occhiatacce fulminanti
come risposta..
Salvatore
Lo chiesi 16 anni fa in maniera
assolutamente tranquilla ad un amico
appena conosciuto... (io non l 'avevo
ancora, né sapevo cosa fosse)... Lui mi
rispose semplicemente "mancanza di
melanina...è pelle che non si abbronza
... Vitiligine.."
Ecco, è quello che ad oggi rispondo io
in maniera molto tranquilla ai pochi
che ancora non lo sanno.
Viviana
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DOMANDE FREQUENTI
▪ «Cosa sono quelle macchie sulla tua pelle»? Alcune risposte
Sono 1,96, faccio
palestra, peso 115 kg,
sarebbe da stupido
chiedermelo :)
Luca
Non la vivo come
una intrusione
nella mia vita
privata ma come
un suo tentativo di
avvicinarsi e capire
di più.
Roberta
Mio figlio aveva appena 4 anni e le domande più
che altro le riceveva e le riceve dai coetanei. Non
so perché ma la maggior parte gli chiede se si è
bruciato e dopo se gli fa male... Prima che
imparasse a pronunciare la parola vitiligine gli
dicevo di rispondere che è una malattia che
colpisce le persone quando sono troppo belle... la
faccia di alcuni bimbi me la ricordo ancora ... oggi
sa perfettamente cos è e cosa rispondere
(mancanza di melanina)... Alcuni genitori dei
bambini invece, a me chiedevano se fosse
contagiosa... comunque lo prendono in giro per la
R moscia e non x la viti...
Nicoletta
Io sinceramente rispondo dichiarando
quella che è Vitiligine. Anche se in realtà
finora solo i bambini me lo hanno chiesto.
Ho notato che quasi nessuno di primo
acchito se ne accorge, ed ho una vitiligine
molto estesa anche in viso, ma sembra
essere l'ultima cosa di cui la gente si
accorga, o magari sono io che non ci faccio
caso perché semplicemente non è un
problema.
Annika
A me...meglio non lo chiedano!
Adoro parlarne, e parto con un
trattato sulle autoimmuni per
passare al senso della vita
transitando per la riflessione
sull'autostima .
Non mi sono mai sentita offesa o
amareggiata da domande o sguardi.
Il più delle volte è semplice curiosità.
Delia
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Quali sostanze possono peggiorare la mia condizione?
Come abbiamo visto non si conoscono perfettamente le cause
che portano al manifestarsi della vitiligine, ma sappiamo che è
sicuramente frutto della combinazione di più fattori. Oltre alle
possibili cause di cui abbiamo già parlato, un ruolo
nell’insorgenza o nel peggioramento della vitiligine può essere
assunto dall’esposizione ad alcune sostanze chimiche.
Noto è il caso dell’azienda cosmetica Kanebo. In seguito alla
commercializzazione di prodotti ad attività schiarente sono,
infatti, stati stimati quasi 10000 nuovi casi di vitiligine in
Giappone. Il responsabile è il Rhododenolo, un fenolo
naturalmente presente in molte piante che è in grado di legarsi
alla tirosinasi, inibendo l’attività della tirosina e aumentandone
la degradazione.
Meccanismo condiviso con altre sostanze.
Tirosina
Melanina
Rhododenolo
Melanina
Tirosinasi
Inibizione competitiva da Rhododenolo
Le chiazze indotte da queste sostanze sarebbero più facili da
trattare e, spesso, con le opportune terapie e la non
esposizione a tali composti, si risolvono completamente.
Visivamente uguali alla vitiligine vengono, tuttavia, classificate
in modo differente.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Quali sostanze possono peggiorare la mia condizione?
Il caso Kanebo offre importanti spunti di riflessione su una possibile
correlazione tra esposizione ad alcune sostanze chimiche ed
insorgenza o peggioramento della vitiligine.
Uno studio condotto da Ghosh et al, pubblicato nel 2009, ci
fornisce altre preziose informazioni a riguardo ottenute in seguito
alla valutazione di 864 pazienti osservando che il 65,6% dei casi in
esame ha visto insorgere la vitiligine ex novo in seguito ad
esposizione a sostanze chimiche. La comparsa è stata osservata
nelle zone di contatto nel 73,7% e si erano diffuse in altre aree nel
26,3% dei casi. Il volto (41,1%) e il cuoio capelluto (5,9%) sono stati
rispettivamente il sito più comune e quello meno coinvolto.
Onde evitare inopportuni allarmismi eviteremo di menzionare i
prodotti di uso comune che potrebbero contenere tali sostanze. In
primo luogo perchè sarebbe impossibile evitare tutti i prodotti che
le contengono, in secondo luogo perchè la risposta a queste
sostanze è assolutamente individuale.
Ci limiteremo, quindi, a riportare solo i principali agenti schiarenti
usati nell’industria cosmetica in attesa di una più adeguata
evidenza scientifica al riguardo.
Acido kojico
Arbutina
Acido
azelaico
Acido
ellagico
Acido
ascorbico
Idrochinone
Acido
glicirretico
Altri
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Dovrò trattare la vitiligine a vita?
Dal momento che non esiste una terapia definitiva e nessun metodo può garantire l’arresto della
patologia né che i risultati ottenuti possano essere duraturi nel tempo, la vitiligine è da considerarsi
come una patologia cronica che necessita, potenzialmente, di un trattamento a vita, almeno per il
momento.
Ti starai domandando «per quale motivo devo cominciare una terapia che probabilmente non finirò
mai?». I motivi sono i più disparati ne ipotizziamo qualcuno:
▪ È possibile arrestarne la progressione;
▪ Spesso curare la vitiligine vuol dire prendersi cura di se stessi, migliorare le proprie abitudini e
imparare a vivere in modo più salutare; la vitiligine per molti è stato solo un punto di partenza;
▪ Talvolta i risultati sono soddisfacenti e persistenti da non fare percepire più il disagio;
▪ Non avere il rimpianto di non averci provato.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ «per quale motivo devo cominciare una terapia che probabilmente non finirò mai?» Alcune risposte
Su mio figlio la trattiamo da 9 anni circa...
Anche se ultimamente per impegni vari e poca
voglia è troppo discontinuo. Sintetizzo dicendo che
come in tutte le cose della vita bisogna provarci!
Nicoletta
Perché a prescindere che tu abbia un raffreddore,
un dolore o un disturbo prendersi cura del
proprio corpo/mente ,se fatto in maniera
equilibrata (non gettando soldi al vento, né
tantomeno trasformarla in una cura ossessiva che
fa l'effetto contrario) , permette di migliorare la
qualità della vita
Gianantonio
Se ti fa stare meglio fallo
Simona
Conviene trattarla per tutta una serie di motivi che
sicuramente sono molto personali e cambiano da
persona a persona. C'è l'adolescente che lo fa per
sentirsi come gli altri coetanei, c'è l'adulto che è
ben contento di chiudere e fare terapia di
mantenimento per contenere i danni, c'è la
mamma che cerca di risparmiare al proprio bimbo
sofferenze psicologiche che non vengono superate
se non in età adulta e che non sempre si superano.
Ognuno ha una sua motivazione. Del resto perché
non trattarla? Arrendersi....mai.
Patrizia
Non posso rispondere avendo abbandonato le cure
perché richiedono troppi sacrifici in termini di
tempo e soldi; i benefici, almeno nel mio caso, sono
stati sempre transitori.
Maria
Io direi che, più che trattarla, conviene fare un
check-up del proprio stile di vita e modificarlo nel
modo più salutista possibile: spesso la vitiligine è
un "campanello di allarme" che ci fa vedere in che
modo trattiamo
male il nostro corpo e ci spinge ad occuparci della
nostra salute. Questo da solo dovrebbe già servire a
bloccarla e sarà utile per numerose altre cose. Nel
frattempo probabilmente avrete fatto amicizia con
le vostre macchie e capirete anche che potere fare
il tentativo di trattarla senza troppa angoscia, ma
perché ogni miglioramenti sarà lo specchio di un
miglioramento interiore. Buona rinascita!
Cristina
Conviene trattare la vitiligine perché ci sono
possibilità di ripigmentazione che fanno bene alla
psiche e alzano l'autostima, si può rallentare il
decorso, se non addirittura arrestarlo....la speranza
deve essere l'ultima a morire...in attesa di una cura
più risolutiva almeno ci ritroveremo a dover
ripigmentare un'area il meno estesa possibile.
Elisa
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Esistono prodotti o tecniche per mascherare la vitiligine?
I risultati dei trattamenti per la vitiligine sono visibili, il più delle volte, a
distanza di mesi, talvolta anni. Come affrontare questo periodo? Il primo
istinto è quello di nascondere la zona colpita dalla vitiligine: mani in tasca,
maglie a maniche lunghe, gonne lunghissime, colli alti anche nei mesi
estivi.
Fortunatamente non c’è
evidentemente innaturali.
bisogno
di
assumere
comportamenti
Puoi ricorrere, infatti, al camouflage, cioè l’uso di cosmetici,
autoabbronzanti o altre tecniche che mirano a coprire le imperfezioni.
Molti studi hanno investigato i benefici di questa tecnica evidenziando un
miglioramento degli indici di qualità della vita, in particolare nei fototipi
più scuri, al punto che numerose società di dermatologia consigliano
questa pratica.
Le tecniche utilizzate possono essere temporanee o permanenti. Ognuna
di queste può essere un’opzione in base a fototipo, zona interessata,
tempo a disposizione per l’applicazione ecc.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Camouflage temporanei
Autoabbronzanti
• Contengono comunemente DHA (didrossiacetone)
• La pelle assume la colorazione desiderata reagendo con le proteine ​dello strato corneo per
formare cromofori che variano dal giallo al marrone, chiamati melanoidine
• Si possono ottenere differenti colorazioni applicando più strati di prodotto
• È relativamente economico
Cosmetici
• Fondamentalmente studiati per il viso, contengono circa il 25% di pigmento in più rispetto ai
classici cosmetici;
• Molto efficace nel coprire o ridurre la discromia
• Disponibili in formulazioni differenti per renderle adatte ai diversi tipi di pelle o zone da trattare
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Camouflage temporanei
Il camouflage ideale dovrebbe:
▪ Avere una colorazione quanto più simile a quella naturale evitando, quando possibile, fastidiose discromie che
accentuano il problema più che mascherarlo
▪ Deve essere resistente al sudore
▪ Non deve sbavare macchiando vestiti
▪ Avere lunga durata
▪ Essere di facile applicazione, per rendere agevole l’uso quotidiano
▪ Essere ipoallergenico, non comedogeno, non fotosensibilizzante per evitare condizioni potenzialmente
aggravanti per la patologia stessa quali dermatite da contatto, acne o fotodermatiti
▪ Facile da rimuovere senza ricorrere a sostanze su base alcolica
▪ Possibilmente economico
Non esiste, ovviamente, il camouflage perfetto ma con un po’ di pratica il risultato potrebbe esserlo.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Quale formulazione scegliere?
L’offerta commerciale da parte delle aziende cosmetiche aumenta sempre di più ma non tutti i prodotti sono
adatti per coprire le chiazze di vitiligine per le quali esistono formulazioni specifiche e differenti dai comuni
cosmetici make-up.
Principalmente sono quattro i tipi di formulazioni:
▪ Emulsioni acqua in olio contenenti pigmenti in sospensione in olio minerale o vegetali (cocco, sesamo,
cartamo). L'acqua evapora dopo l'applicazione, lasciando il pigmento sul viso. Viene utilizzata soprattutto per
i pazienti con pelle secca.
▪ Emulsioni olio in acqua contenenti una piccola quantità di pigmenti emulsionati con acqua. Adatti per pelle
normale e mista.
▪ Formulazioni prive di olio. Contengono altre sostanze oleose, come il dimeticone. Sono adatti per le persone
con pelle grassa perché lasciano la pelle asciutta.
▪ Formulazioni senza acqua. Olii vegetali, minerali, lanolina, alcool e esteri sintetici formano la fase olio che può
essere miscelata con cere per formare una crema. Con queste formulazioni si possono incorporare elevate
concentrazioni di pigmento.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Ok! Ma in pratica come posso coprire le macchie?
Prima dell'utilizzo di qualunque prodotto per camouflage è buona norma eseguire un gommage delicato per
evitare un risultato poco omogeneo o a "chiazze". La pelle dovrà essere quindi perfettamente ripulita dai
prodotti o cosmetici usati precedentemente.
Come utilizzare un autoabbronzante
Per un miglior utilizzo di un prodotto autoabbronzante si consiglia di ricorrere all'aiuto di un pennello con le
estremità di dimensioni diverse. Agitare sempre il prodotto e stenderlo con il pennello, utilizzando la parte
stretta per le macchie più piccole, solo all'interno delle macchie di vitiligine; lasciar asciugare per qualche
minuto, agevolando eventualmente l'asciugatura con un getto di aria fredda. Dopo almeno 30 minuti
dall'applicazione stendere un sottile velo di crema idratante. Se si devono trattare zone come mani o avambracci
è consigliabile eseguire il trattamento prima di andare a dormire, per evitare il contatto con l'acqua.
Come utilizzare un cosmetico coprente
Idratare la pelle con un velo di crema; il prodotto deve essere steso, con una spugnetta umida, in quantità
maggiore sulle macchie di vitiligine ed infine. con una piccola quantità, uniformare il colorito della pelle. Si
consiglia di fissare il colore tamponando con una spugnetta inumidita in acqua ben fredda e di asciugare
tamponando con una velina. Alla fine un leggero velo di talco completerà la correzione.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Camouflage permanenti o semipermanenti
Cosa è il tatuaggio cosmetico?
Anche chiamato dermopigmentazione non è una cura. È, infatti, uno dei metodi atti a mascherare
alcune macchie cutanee tipiche di alcune malattie dermatologiche tra cui la vitiligine.
Può essere sia permanente che semi-permanente in base ai pigmenti utilizzati.
Usato soprattutto per la pigmentazione delle mucose, labbra, sopracciglia e cuoio capelluto tale
metodica è da valutare attentamente perché:
▪ Non esiste una metodica efficace per la rimozione se permanente;
▪ Il colore è diverso dalle aree cutanee sane che vanno incontro a cambiamenti facendo risultare la
colorazione chiara nel periodo estivo e scura nel periodo invernale;
▪ Può causare un’estensione della vitiligine;
▪ Possono comparire effetti collaterali derivanti da allergie al pigmento utilizzato, formazione di
cicatrici o infezioni.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ La psicoterapia può essere utile?
Prova a domandare ad una persona con vitiligine quale sia il motivo per cui ne
soffre e 8 volte su 10 ti risponderà che è causa di un trauma, un lutto, una
separazione, un trasferimento o comunque una situazione psicologicamente
provante.
La comunità scientifica non ha una voce unanime rispetto alla correlazione tra
psiche e vitiligine ma è evidente che, indipendentemente dal nesso causa/effetto,
chi soffre di vitiligine potrebbe aver bisogno di un supporto psicologico, trovando
giovamento sia dal punto di vista personale che della malattia stessa.
Troviamo assolutamente importante che un dermatologo possa assecondare i
bisogni di un paziente e indirizzarlo verso un completo approccio terapeutico che
passa anche attraverso la psicoterapia non escludendola a priori.
Scelta che dovrebbe essere richiesta e condivisa dal paziente al fine di vivere in
modo sano la terapia, senza forzature né costrizioni che potrebbero dare risultati
opposti a quelli desiderati.
Il ruolo della psicoterapia nella terapia della vitiligine, comunque, non è del tutto
chiaro ma, certamente, può aiutare il paziente ad affrontare l’impatto emotivo
della malattia.
69
DOMANDE FREQUENTI
▪ Ho maggiori probabilità di sviluppare un tumore della pelle?
Non vi è certezza assoluta sul legame cancro e vitiligine ma anche in questo caso le risposte fornite ai pazienti
sono le più disparate. Alcuni specialisti ritengono che i soggetti con vitiligine abbiano un rischio più elevato di
contrarre tumori cutanei ma sembrerebbe essere più una convinzione personale che non un’evidenza.
Alcuni recenti studi dimostrano, infatti, un rischio fino a tre volte inferiore di sviluppare tumori cutanei rispetto
alla popolazione generale.
Ovviamente questo non dimostra una protezione completa dal carcinoma della pelle e non ci può rendere
esenti dall’adottare idonee misure di protezione e minimizzazione del rischio. Come abbiamo avuto modo di
capire, infatti, anche alcune terapie attuali possono essere, addirittura, favorenti per il tumore cutaneo.
Cosa fare per ridurre i rischi?
▪ Utilizzare la protezione solare o indumenti protettivi;
▪ Evitare il sole nelle ore centrali della giornata;
▪ Effettuare controlli periodici dal dermatologo;
▪ Non effettuare terapie fai da te che prevedano l’utilizzo di lampade, immunosoppressori e fotosensibilizzanti.
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Posso donare il sangue?
A questa domanda è stato particolarmente difficile rispondere ma dopo
tanti tentativi siamo riusciti ad ottenere una risposta ufficiale. È notala
confusione su tale argomento. Di seguito il parere ricevuto:
Nulla osta alla donazione di sangue per i soggetti affetti da vitiligine .
«Essendo questa una malattia a genesi sconosciuta per la quale si ipotizza
una eziologia autoimmunitaria, ma che rientra tra le malattie
autoimmunitarie monorgano, alla luce dei nuovi decreti di selezione del
donatore pubblicati sulla gazzetta ufficiale di dicembre 2015: l’aspirante
donatore affetto da patologia autoimmunitaria è idoneo alla donazione,
purché la patologia sia monorgano, ben compensata : Sono esclusi
soggetti con malattia autoimmunitaria che coinvolge più organi o anche
monorgano se candidati a procedure che prevedano la somministrazione
di fattori di crescita.
È chiaro che il donatore al momento della donazione non deve assumere
farmaci che possono recare danno al ricevente ( es. cortisonici, antiblastici,
immunosoppressori o altri) per via sistemica, mentre non esiste
controindicazione all’uso di pomate per via topica.»
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QUALI SONO LE PROSPETTIVE DI CURA
FUTURE?
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DOMANDE FREQUENTI
▪ Quali sono le prospettive di cura future?
Le prime volte che parlerai di vitiligine con qualcuno potresti percepire
che non c’è e non ci sarà soluzione. Probabilmente i poco informati ti
porteranno a credere che di questa patologia non frega niente a nessuno,
che la ricerca è ferma e che ogni nuova ipotesi rappresenta soltanto un
vano tentativo… non perdere le speranze, non è così!!!
Sono varie le opzioni oggetto di dibattito da parte della comunità
scientifica. Dalle terapie per migliorarne i sintomi e riacquistare il colore,
alle nuove ipotesi sulle cause scatenanti, alle sperimentazioni di farmaci
già in uso per altre patologie che potrebbero essere efficaci anche per la
vitiligine.
Ti sentirai confuso/a quando capirai che gli studiosi percorrono strade
molto diverse tra loro; lo siamo anche noi ma sappiamo anche si sono
prefissati di raggiungere lo stesso traguardo seppure da punti di partenza
differenti. Il bello della scienza!
Di seguito parleremo brevemente delle ricerche più attuali, quelle che
lasciano maggiormente sperare noi pazienti.
73
DOMANDE FREQUENTI
▪ Quali sono le prospettive di cura future? Gli studi della dott.ssa Caroline Le Poole
La dott.ssa Le Poole è partita dal presupposto che la vitiligine sia una malattia autoimmune.
Questa ricerca mira ad approfondire il motivo per cui i pazienti sviluppano la vitiligine e
progettare un vaccino efficace per contrastarla. Lo studio conferma dati già pubblicati in
altre ricerche che avevano dimostrato che la proteina HSP70 attiva le cellule dendritiche
infiammatorie, un tipo di cellule immunitarie responsabili del danno alle cellule del
pigmento con conseguente perdita della colorazione cutanea.
Lo stress cellulare innescherebbe una risposta autoimmunitaria contro il melanocita. In
periodi di stress, i melanociti secernerebbero una proteina chiamata HSP70; si è ipotizzato
che bloccando tale proteina si potesse, conseguentemente, arrestare l’evoluzione della
malattia.
È stata quindi progettata una variante della molecola che funziona come «interruttore».
Questa proteina mutante soppianta l’HSP70 normale invertendo la risposta autoimmune. È
stata valutata, infine, la risposta immunitaria negli animali trattati, e se gli stessi
cambiamenti di attivazione del sistema immunitario potessero essere presenti anche in
campioni di pelle umana.
Al momento i ricercatori sono impegnati nella ricerca di fondi per continuare le ricerche e
stabilire se un eventuale trattamento possa risultare sicuro ed efficace.
Le Poole et al. Targeting HSP70 in autoimmune vitiligo
74
DOMANDE FREQUENTI
▪ Quali sono le prospettive di cura future? Gli studi del dott. Matteo Bordignon
Gli studi del dott. Bordignon portano ad una conclusione differente: la vitiligine NON
sarebbe una malattia autoimmune.
Il responsabile, infatti, sarebbe la proteina MIA presente nella pelle di pazienti con
vitiligine. In una recente intervista ha spiegato: «Oggi sappiamo che il meccanismo che
spiega tutte le caratteristiche cliniche della vitiligine si basa su un distacco dei melanociti
dalla membrana basale ad opera della proteina MIA con il supporto di alcune concause».
Parte tutto dalla costatazione che la pelle con vitiligine è una pelle strutturalmente sana,
mancante di segni tipici dell’infiammazione come rossore e calore, che la vitiligine
colpisce maggiormente aree soggette a traumatismo. In presenza di fattori favorenti
sarebbe la proteina MIA a portare alla perdita del pigmento.
Nella stessa intervista a pensallasalute.it il dott. Bordignon ha spiegato che i passi
successivi sono rappresentati dalla sperimentazione di una crema in grado di inibire
l’attività della proteina MIA. «Abbiamo approfondito le evidenze del nostro studio
pubblicato nel 2013. Adesso conosciamo con certezza la relazione tra proteina MIA e
vitiligine. La proteina MIA non ha nessuno inibitore naturale o sintetico e abbiamo
dovuto crearlo in laboratorio; l’abbiamo creato e lo stiamo sperimentando».
Dott. Matteo Bordignon, autore
degli studi sulla proteina MIA
Bordignon M et al. Role of alpha5beta1 and MIA (melanoma inhibitory activity) in the
pathogenesis of vitiligo. Journal of Dermatological Science 2013
75
DOMANDE FREQUENTI
▪ Quali sono le prospettive di cura future? Altre ricerche in corso
SCENESSE®: è un nuovo farmaco a base di afamelanotide, principio attivo simile all’ormone stimolante gli alfamelanociti, capace di accelerare la ripigmentazione della pelle quando usato insieme alla fototerapia n-UVB.
SCENESSE® è somministrato in centri specializzati come impianto sottocutaneo.
Photocil: Photocil è un farmaco topico (crema) che fornisce selettivamente NB-UVB quando si è esposti alla luce
solare. Ha lo scopo di proteggere dalle radiazioni non terapeutiche permettendo selettivamente il passaggio di
lunghezze d'onda a 308nm. Lo studio, attualmente in corso, si pone lo scopo di valutare la sicurezza e l'efficacia
nel trattamento della vitiligine.
Viticell: La sperimentazione, eseguita in cinque diversi centri dermatologici in Europa, tra cui l’italiano Istituto
dermatologico San Gallicano, ha come scopo quello di valutare l'efficacia della sospensione di cellule epidermiche
autologhe utilizzate per l’innesto in aree depigmentate.
Farmaci già in uso per altre patologie:
Tofacinitib: farmaco sperimentato in un singolo paziente all’Università di Yale con risultati documentati su viso e
mani nel giro di pochi mesi. Il farmaco è approvato dalla FDA per il trattamento dell’artrite reumatoide.
Bimatoprost: lo studio è stato sospeso in fase di reclutamento dei pazienti
Altri studi: e - caderine
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DIZIONARIO DELLA VITILIGINE
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▪
Atrofia cutanea: termine generico che indica un ▪
assottigliamento più o meno marcato della cute e dei
tessuti sottocutanei
Catalasi: enzima coinvolto nella detossificazione della
cellula da specie reattive dell'ossigeno.
Corticosteroidi, farmaci: gruppo di molecole con
proprietà antinfiammatorie e immunosoppressiva,
strutturalmente simile al cortisolo
Cromogeno: Capace di produrre pigmento.
Emivita: anche indicata con t1/2 è un parametro
farmacocinetico che indica il tempo richiesto per
ridurre del 50% la quantità di un farmaco nel plasma
o nel siero (nel sangue)
FDA: acronimo di Food and Drug Administration.
Ente governativo statunitense che si occupa della ▪
regolamentazione dei prodotti alimentari e
farmaceutici
▪
Fenomeno di Koebner: fenomeno caratterizzato dalla
comparsa, in sede di traumi (anche lievi) e di processi
infiammatori, di tipiche lesioni della dermatosi in atto ▪
Fotosensibilità: reazione esagerata della pelle, che
diviene maggiormente sensibile ai danni indotti
dall'esposizione solare.
▪
Fototipo: classificazione utilizzata in dermatologia,
determinata sulla qualità e sulla quantità di melanina
presente nella pelle. Esso indica le reazioni della pelle ▪
all'esposizione alla radiazione ultravioletta ed il tipo
di abbronzatura che è possibile ottenere tramite
▪
essa.
Idrochinone: prodotto sia di sintesi chimica sia di ▪
origine naturale, usato in dermatologia come agente
depigmentante
Immunità: In medicina, la condizione, innata o
acquisita, di refrattarietà di un organismo a una
malattia infettiva o all’azione di una tossina, o più
particolarm. alle sostanze chimiche proprie di un
microrganismo infettante o di un agente
contaminante in genere, contro le quali l’organismo
reagisce formando anticorpi capaci di una specifica
reattività con i composti chimici eterogenei (antigeni)
che hanno funzionato da stimolo, qualora essi ▪
tornino successivamente in contatto con l’organismo.
Talora, però, l’unione tra antigene e anticorpo è
seguita da fenomeni patologici (per es., in caso di
anafilassi); inoltre, situazioni immunologiche
particolari sono alla base di alcune malattie connesse
alla comparsa di anticorpi attivi contro le stesse
componenti dell’organismo (malattie autoimmuni).
Ipercheratosi: In medicina, ispessimento dello strato ▪
corneo dell’epitelio cutaneo o di una mucosa
Ipertricosi: Nel linguaggio medico, esagerato numero
e sviluppo dei peli, generalizzato oppure circoscritto a
una determinata regione del corpo
▪
Lampada di Wood: Lampada impiegata per la
diagnosi della vitiligine e altre malattie
dermatologiche
▪
Malattie autoimmuni: malattie connesse alla
comparsa di anticorpi attivi contro le stesse
componenti dell’organismo
Melanocita:
Cellula
dello
strato
basale
dell’epidermide, che sintetizza e secerne melanina
Melanogenesi: processo di biosintesi della melanina
Psoralene:
Composto
dotato
di
azione
fotosensibilizzante e pigmentogena; Lo p. e i suoi
derivati (psoraleni), ritrovati ubiquitariamente in vari
alimenti e in piante, sono in grado di assorbire i raggi
ultravioletti
e
pertanto,
combinandosi
fotochimicamente con il DNA, causano alterazioni
cellulari. Le radiazioni UV che danno luogo alla
fotosensibilizzazione sono comprese tra 320 e 400
nm. In medicina è possibile utilizzare le proprietà
degli p. per il trattamento di alcune malattie, grazie
alla fotopigmentazione per induzione della
melanogenesi.
Teleangectasia: In medicina, dilatazione dei piccoli
vasi sanguigni capillari del derma; si presenta come
un complesso di fini striature, ramificate o reticolate,
lineari o sinuose, di colorito rosso o bluastro, che
scompaiono temporaneamente sotto compressione,
e può essere ereditaria o acquisita, sia come
manifestazione secondaria ad altre malattie sia come
forma primitiva.
Teoria melanocitorragica: teoria patogenetica della
vitiligine secondo cui il melanocita abbandona gli
strati profondi dell’epidermide portando alla
comparsa delle macchie bianche.
Tirosina: Amminoacido non essenziale per l'uomo e
presente in molte proteine, dal quale l'organismo
ricava tiroxina, melanina e alcune catecolammine
Tirosinasi: enzima che catalizza la trasformazione
della tirosina in melanina
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RIFERIMENTI
▪ Medscape
▪ Intechopen.com
▪ http://www.ncbi.nlm.nih.gov/
▪ http://onlinelibrary.wiley.com/
▪ Vrfoundation.org
▪ umassmed.edu/vitiligo/blog
▪ vitiligosupport.org
▪ Sidemast
▪ American Vitiligo Research Foundation: AVRF
▪ Vitiligo - British Skin Foundation
▪ patient.info
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