La politica online del Movimento 5 Stelle
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La politica online del Movimento 5 Stelle
M5S. Un fenomeno difficile da decifrare, denso di ambiguità e tutt’altro che lineare. Caratterizzato da un’originaria «mediazione senza delega» che merita una valutazione accorta e scevra di preconcetti. A partire dall’interdipendenza tra mezzi tecnici e idee sociali il cui potenziale democratico non può essere dato una volta per tutte. La politica online del Movimento 5 Stelle di Maria Francesca Murru l successo del Movimento 5 Stelle alle elezioni amministrative del 2012 rappresenta uno degli eventi più eclatanti della politica nazionale degli ultimi mesi. Oltre alla conferma elettorale, proliferano le indagini demoscopiche che mostrano una crescita esponenziale del gruppo politico guidato da Beppe Grillo1. Tanto nelle risposte ai sondaggi, quanto nelle letture degli opinionisti, persiste un substrato comune che tende a decifrare gli eventi in corso come indizi inesorabili (e non necessariamente auspicabili) del nuovo che avanza. A incarnare simbolicamente tale istanza di novità è il web, considerato luogo di emersione di nuove discorsività politiche, nuove tematizzazioni e nuovi meccanismi rappresentativi che non trovano voce nella politica istituzionale. Eppure, se si prova a guardare da vicino la relazione tra il Movimento 5 Stelle e i vari luoghi di Internet in cui esso ha preso forma ed è diventato visibile, ciò Maria Francesca Murru che emerge è in realtà un fenomeno difficile da è assegnista di ricerca presso la Facoltà di decifrare, denso di ambiguità e tutt’altro che li- Scienze Politiche dell’Università Cattolica del neare. Sacro Cuore e svolge attività di ricerca Il comico ha iniziato a parlare nel 2005 attraver- teorica ed empirica presso l’OssCom so il suo blog in un periodo in cui nessun giorna- Centro di ricerca sui media e la le o televisione gli concedeva attenzione e visibi- comunicazione del medesimo ateneo. Tra i lità. In occasione della prima manifestazione di suoi temi di ricerca, la relazione tra media e piazza, il cosiddetto «V-Day», a una sostanziale infanzia e le varie forme della partecipazione indifferenza da parte dei media mainstream è cor- politica nell’ambiente dei media digitali. I dialoghi n. 2 giugno 2012 73 LA POLITICA ONLINE DEL MOVIMENTO 5 STELLE EVENTI&IDEE 74 risposta un’attenzione fitta, intensa ed estesa da parte della Rete. Come dimostra la rigorosa analisi condotta da Pepe e Di Gennaro (2009)2, l’evento ha avuto una fortissima risonanza nella blogosfera in termini sia quantitativi (in termini di post ad esso dedicati e di link incrociati che lo rilanciavano) che qualitativi (il 78% dei post analizzati esprimevano un parere favorevole nei confronti della mobilitazione). Lo stesso blog di Beppe Grillo è stato per anni ai primi posti della classifica internazionale Technorati Top 100, stilata sulla base del numero di link in ingresso e conserva tuttora il primo posto nella classifica dei blog italiani di BlogBabel 3. Ulteriore conferma della centralità della Rete ci arriva da statistiche più recenti, che risalgono al periodo immediatamente precedente alle amministrative del 2012. Secondo l’analisi svolta da Nielsen sul passaparola digitale, nel giorno di chiusura dei seggi (7 maggio 2012), si sono generati sul web circa 8.300 messaggi sul Movimento 5 Stelle, più del doppio di quanti rilevati nello stesso giorno per il Partito Democratico (poco più di 3.500 messaggi). Elemento ancora più rilevante è il fatto che la maggior parte di queste conversazioni si siano svolte su Facebook e non solo sui profili ufficiali del movimento, ma anche su quelli dei siti di «contro-informazione», come Informare per resistere, I segreti della casta di Montecitorio, Informazione Libera e di grandi testate giornalistiche come Il Fatto quotidiano, Corriere della sera, La Repubblica, L’Unità, La 7. Questo insieme di indizi ci ricorda che i mediatori tradizionali, i partiti e i mezzi di comunicazione mainstream, hanno perso il loro diritto di esclusiva; non solo non sono più gli unici centri di elaborazione del pensiero e delle opinioni politiche, ma sono stati sopravanzati dalle enormi possibilità di connessione e di condivisione che i social media mettono a disposizione dei cittadini. Eppure, una veloce occhiata alle migliaia di commenti che affollano la bacheca del profilo Facebook di Beppe Grillo, rivela un affastellarsi di opinioni scarsamente dialogiche e interattive. Il carattere stringato e necessariamente sintetico degli interventi non consente l’articolazione argomentativa e il loro numero eccessivo (che spesso arriva al migliaio) impedisce quel coordinamento dialogico che trasforma uno scambio comunicativo in una conversazione orientata alla condivisione. Diverso è il caso del forum presente sul sito del Movimento 5 Stelle. L’organizzazione tematica facilita l’aggregazione ordinata delle opinioni e a ogni post seguono lunghi e argomentati dialoghi in cui prevale la reciprocità del confronto e l’interazione effettiva e approfondita tra i molteplici contributi. Il forum invita a propordialoghi n. 2 giugno 2012 dialoghi n. 2 giugno 2012 MARIA FRANCESCA MURRU re idee che «diventeranno parte del programma delle liste civiche»; rimane però poco chiaro il modo in cui lo scambio di opinioni riesca effettivamente a trasformarsi in processo deliberativo e decisionale. La piattaforma a disposizione degli iscritti non prevede alcuno strumento informatico di articolazione del consenso e di supporto alle decisioni4, e nessuno dei partecipanti è in grado di verificare se e in che modo le sue proposte confluiranno nei programmi politici dei rappresentanti ufficiali che operano nelle istituzioni a nome del movimento. Qual è dunque la natura dei processi che prendono forma nei luoghi eterogenei del web popolati da simpatizzanti, elettori o militanti del movimento? Si tratta di un’aggregazione comunitaria su base prevalentemente emotiva? Di un vaglio puntuale, argomentato e interattivo delle molteplici opinioni che circolano nella cittadinanza italiana e che non trovano espressione nei partiti politici tradizionali? O forse del dispiegamento di un’autentica democrazia dal basso, partecipativa, decentrata e trasparente come l’invito al forum farebbe presagire? Le dinamiche che portano una collettività ad autoconcepirsi come un pubblico depositario di istanze politiche generali e inclusive sono essenzialmente processi di riconoscimento; ci si riconosce, gli uni con gli altri, come custodi di una medesima rappresentazione del mondo, portavoce di una volontà condivisa e di un comune orizzonte di valori. Per questo motivo, una lettura del Movimento 5 Stelle non può fare a meno di una ricognizione del suo contesto di incubazione e soprattutto del perimetro discorsivo da cui è scaturita la narrazione che ha saputo farsi soggetto e progetto politico. Il blog di Beppe Grillo è stato e continua ad essere il luogo costitutivo di quella catena di riconoscimenti che oggi osserviamo e mappiamo nei social media. In esso sono state gettate le basi di una forma peculiare di rappresentanza politica che ha trovato nella Rete il suo più importante cardine, simbolico prima che organizzativo. Con uno stile retorico e linguistico che è ormai marchio di fabbrica, il comico racconta scenari apocalittici5 di fine della democrazia davanti ai quali Internet è rappresentato come l’unico spiraglio di speranza. È qua che affiora quella paradossale «mediazione senza delega» che sembra dire «hai bisogno di me per fare ciò che puoi già fare da solo»: la soluzione alla tragedia in corso è dietro l’angolo, è a portata di click perché è il web a conferire potere agli inermi e consapevolezza ai disinformati; eppure c’è bisogno che Grillo la indichi, c’è bisogno del suo blog per rivelare quelle informazioni che in Rete sono 75 LA POLITICA ONLINE DEL MOVIMENTO 5 STELLE EVENTI&IDEE 76 già a disposizione, c’è bisogno dei Meet Up6 per acquisire autonomia organizzativa. Proprio nel momento in cui lo nega, Grillo svolge in realtà un ruolo decisivo nella misura in cui informa e dà forma a quella collettività che si raggruppa intorno alla sua figura pubblica, al suo blog e al Movimento 5 Stelle. In questo dar forma non c’è manipolazione alcuna, ma solo la ricomposizione discorsiva di quel mosaico di sentimenti sociali e istanze politiche che non ha ricevuto adeguata rappresentanza nei contesti deputati e che trova nei siti di social network amplificazione comunicativa, rafforzamento e aggregazione comunitaria. Tuttavia, quando alla mera identificazione è seguita la pianificazione di un’azione politica organizzata, Grillo ha scelto di rivendicare la titolarità di questa operazione di “messa in forma”, depositando il marchio del Movimento 5 Stelle7 e decretando l’espulsione di coloro che non rispettano i dettami di quel famoso non-statuto8 che è figlio non di un processo di partecipazione democratica, ma dell’inventiva di Gianroberto Casaleggio, presidente della società di marketing a cui fanno capo il blog e gli spettacoli del comico9. Davanti al potenziale democratico e centrifugo di Internet e delle reti sociali online, la presunta assenza di un portavoce – che si limiterebbe a “dissodare” il terreno dove i cittadini seminano10 – si è fatta in realtà presenza invadente e allo stesso tempo estranea a qualsiasi logica di trasparenza e di accountability. In mezzo a voci sempre più numerose che rimarcano la centralità dei social media nell’emersione del Movimento 5 Stelle, non possiamo quindi fare a meno di sottolineare la complessità e l’ambivalenza con cui questo intreccio di politica e comunicazione si manifesta. Grazie alle reti interpersonali e al forte investimento identitario e relazionale del passaparola che in essi si diffonde, i siti di social network hanno rappresentato una forte cassa di risonanza che ha dato propagazione ed efficacia alla potente narrazione politica proposta da Beppe Grillo. Ciò che invece non hanno consentito è stata la risoluzione dell’ambiguità intrinseca a quella «mediazione senza delega» da cui il Movimento 5 Stelle ha preso avvio. A distanza ravvicinata, si scopre così che gli orizzonti dispiegati dal nuovo che avanza non sono poi tanto inediti e soprattutto non è nella pura dimensione tecnologica che il loro significato politico trova sostanza ed espressione. A meritare una valutazione accorta e scevra di preconcetti, è piuttosto quella specifica interdipendenza tra mezzi tecnici e idee sociali il cui potenziale dialoghi n. 2 giugno 2012 Note 1 Si vedano per esempio i sondaggi pubblicati da Milano Finanza e l’Espresso: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/a-chi-sottrae-voti-beppe-grillo/2181517; http://www.datamonitor.it/datamonitor-per-milano-finanza-%E2%80%93-aumental%E2%80%99attesa-per-il-rilancio-economico-dell%E2%80%99italia-mentre-grillo-diventa-il-leader-piu-amato. 2 A. Pepe, C. Di Gennaro, «Political protest Italian-style: The blogosphere and mainstream media in the promotion and coverage of Beppe Grillo’s V–day», First Monday, vol. 14, n. 12-7, 2009. 3 http://it.blogbabel.com/classifica-blog. Anche in questo caso, il parametro principale utilizzato è il «BlogBabel Link», un indicatore che rileva i link in ingresso. 4 Un esempio di piattaforma tecnologica di questo tipo è rappresentata da liquidfeedback (http://liquidfeedback.org), attualmente utilizzata dal Pirate Party, un movimento presente in diversi Paesi europei e organizzato esclusivamente attraverso Internet (http://www.piratpartiet.se/international). 5 Nei primi post del mese di gennaio 2005, Beppe Grillo parla di un «mondo rovesciato», «ormai all’infarto», fatto di «parole terribili», rovinato da «non-scelte criminali»: http://www.beppegrillo.it/2005/01. 6 I meet up sono piccoli gruppi a base territoriale, ispirati alle idee e alle denunce del comico e organizzati tramite una piattaforma tecnologica (www.meetup.com) a pagamento da lui stesso sponsorizzata. 7 La notizia è stata riportata dal quotidiano online Lettera 43 e rilanciata da numerose fonti giornalistiche: http://www.lettera43.it/attualita/beppe-grillo-ora-si-fa-il-marchio_4367550495.htm. Inoltre, l’articolo 3 del cosiddetto «non-statuto», il documento fondativo del Movimento 5 Stelle, precisa che «il nome del MoVimento 5 Stelle viene abbinato a un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d’uso dello stesso». 8 Il non-statuto è consultabile sul sito del Movimento a questo indirizzo: http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Regolamento-Movimento-5-Stelle.pdf. L’espulsione si è verificata a danno di Tavolazzi, per ulteriori dettagli sulla vicenda si veda l’articolo de Il sole 24 ore a questo indirizzo: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-0525/tutti-contro-tutti-grillini-084625.shtml. 9 È stato lo stesso Casaleggio a dichiararlo in una lettera indirizzata al direttore del Corriere della sera e pubblicata dal quotidiano il 30 maggio 2012. 10 La metafora è stata usata dal neosindaco di Parma Pizzarotti che, pochi minuti dopo l’elezione, avrebbe dichiarato: «[Grillo] è il nostro aratro che dissoda il campo e noi poi lo seminiamo»: http://www.europaquotidiano.it/dettaglio/134859/i_cocopro_di_grillo. dialoghi n. 2 giugno 2012 MARIA FRANCESCA MURRU democratico non può essere dato una volta per tutte, ma varia al variare dell’equilibrio tra vincoli e opportunità in cui è inevitabilmente inscritto. 77