Casamercato, oggi l`ultima apertura
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Casamercato, oggi l`ultima apertura
LAVAGNO. Il megastore di Vago chiude i battenti, nessuna prospettiva per i dipendenti. L’assessore Moro: «Ci stiamo adoperando perché qualcuno subentri» Casamercato, oggi l’ultima apertura Il presidente Mosele: all’insediamento» «La Provincia rimane fermamente contraria «Casamercato» è arrivata al capolinea. Oggi è l’ultimo giorno di apertura del megastore della famiglia Giuliani, insediato dalla fine di giugno del 2007 nella zona artigianale-industriale di Lepia, a Vago di Lavagno. Poche le prospettive, a quanto pare, per i dipendenti, destinati alla mobilità, e ancora in attesa di comunicazioni. Domani il negozio resterà chiuso, ma il personale si presenterà al lavoro. «Questo aspetto», spiega Massimo Moro, assessore al commercio del Comune, «non è di nostra competenza. Come amministrazione ci stiamo adoperando perché qualcuno subentri a casamercato». Un passaggio di testimone non semplice per l’intricata situazione che ha accompagnato la nascita e la vita di questo megastore. «casamercato» era stato aperto un anno e mezzo fa alla presenza del sindaco di Lavagno, Dario Molinaroli, di don Luigi Verzè, presidente del San Raffaele di Milano e della struttura sanitaria «Quo Vadis» e del consigliere regionale Raffaele Bazzoni. Un centro commerciale che, secondo le aspettative, avrebbe dovuto garantire il lavoro a più di 150 persone. Purtroppo, nel giro di alcuni mesi i turni lavorativi, da due, si sono ridotti a uno e una parte dei dipendenti non si era visto rinnovato il contratto. Ora la chiusura mentre alcuni clienti rimangono in attesa della merce per la quale hanno versato la caparra. In questi mesi il megastore è stato al centro di tutta una serie di scontri tra casamercato, Comune, Regione, Provincia e Confcommercio. In discussione le aree effettivamente autorizzate alla vendita. Una contesa a suon di ricorsi al Tar Veneto e al Consiglio di Stato. «La chiusura di casamercato», commenta il presidente della Provincia, Elio Mosele, «ritengo vada ascritta a ragioni di economia di mercato e a vicende che probabilmente riguardano la situazione oggettiva dell’impresa. Dunque, non è collegata alla posizione assunta dalla Provincia, che rimane fermamente contraria all’insediamento, così come era stato avviato». «L’impatto ambientale di questa megastruttura», scrive il Pd in un suo manifestino recapitato ieri alle famiglie, «resterà per sempre una ferita nel territorio di Lavagno». Giuseppe Corrà
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