La Barriera Magazine 02
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La Barriera Magazine 02
La webzine ufficiale del sito www.labarriera.net Anno 1 - Numero 2, Ottobre 2010 L’ EDITORIALE Rieccoci di nuovo dopo la pausa estiva servita a molti di noi per ricaricare le batterie e riorganizzare un po’ di idee per l’autunno imminente. “L’inverno sta arrivando” diceva qualcuno di nostra conoscenza ma già le tempeste di novità sembrano imperversare i lidi di internet. Su tutti spiccano i trailer e le ultime indiscrezioni giunte dai set della serie televisiva che approderà a marzo grazie all’HBO. Le prime immagini presentate al pubblico non hanno fatto altro che incendiare ulteriormente i fans che già erano in trepida attesa. L’entusiasmo che sta accompagnando la produzione di Game of Thrones (La Guerra dei Troni, traduzione non ufficiale N.d.A.) ha sorpreso talmente tanto gli stessi autori ed i committenti che già si inizia a parlare della seconda stagione. Conosceremo nel dettaglio le ultime novità nel consueto articolo di approfondimento a cura di Sonia. In questo secondo numero di Barriera Magazine apriamo invece a due nuovi argomenti, uno dei quali ci riguarda molto da vicino, che torneranno ad accompagnarci in futuro speriamo con una cadenza piuttosto frequente. In primis abbiamo il piacere e l’onore di ospitare sulle nostre pagine Paolo Accolti Gil, editore e traduttore per conto di Italycomics della versione italiana a fumetti di The Hedge Knight e The Sworn Swords, quest’ultimo di recente pubblicazione. Grazie alla sua disponibilità abbiamo potuto intervistarlo e venire a conoscenza di alcuni retroscena legati alla produzione di questo comics. Una delle lamentele più ricorrenti legate al mondo di George Martin era la mancanza di brani musicali ispirati alle sue composizioni. Altri autori fantasy come Tolkien hanno portato vere e proprie vene compositive per innumerevoli gruppi metal e folk mentre per Martin nessuno lo aveva mai esplicitamente citato. Ma l’attesa è finalmente terminata grazie ai Blind Guardian, gruppo tedesco Power Progressive Metal di fama internazionale, che ha inserito nel loro recente lavoro distribuito a partire dal 31 luglio alcuni brani dedicati a Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Già famosi in tutto il mondo per la loro opera omnia Nightfall in Middle Earth ispirata al Silmarillion di Tolkien ed a singoli brani come Lord of The Rings, questa volta ci propongono due canzoni legate al mondo Martiniano con citazioni disseminate per l’intero album. Potrete quindi leggere una recensione con l’analisi delle tracce proposte. Altri articoli e nuovi approfondimenti vi aspettano all’interno della webzine e lascio a voi il piacere di scoprirli. Barriera Magazine tornerà a Dicembre dove speriamo di potervi regalare qualche gradita sorpresa alla quale stiamo lavorando da un po’ di tempo. Buona lettura! “LA SPADA GIURATA” A FUMETTI Giunge finalmente in italia il secondo capitolo in versione comics della serie Dunk&Egg. Abbiamo intervistato Paolo Accolti Gil, autore della trasposizione per conto di Italycomics. The Hedge Editor, editore e traduttore della versione a fumetti dei due racconti. [BM] Paolo, vuoi presentarti ai lettori di Barriera Magazine? La serie di Dunk&Egg, spinoff della saga Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco ambientata circa un secolo prima della trama narrata nei romanzi principali, è stata accolta con grande entusiasmo dai fan di Martin, voraci come sempre di nuove storie ambientate nel mondo di Westeros e ansiosi di entrare in possesso di nuove informazioni che permettano di conoscere sempre più a fondo gli intricati misteri che costellano l’universo Martiniano. A differenza della saga principale, che narra vicende corali raccontate dal punto di vista di molti personaggi, Dunk&Egg si focalizza su due personaggi principali, il cavaliere errante Duncan e il misterioso ragazzino Egg, e sulle loro avventure. In totale la serie di Dunk&Egg comprenderà nove racconti di cui però solo tre sono già stati completati: The Hedge Knight, The Sworn Sword e il recente The Mystery Knight. Purtroppo solo il primo di tali racconti è stato tradotto in italiano, con il titolo Il Cavaliere Errante, pubblicato all’interno dell’antologia Legends e successivamente nel volume I Re di Sabbia; al momento non si hanno notizie sulla possibilità di avere in lingua italiana il secondo ed il terzo racconto. Una sorte migliore l’ha avuta però la trasposizione fumettistica della serie, distribuita nel nostro Paese dalla Italycomics: dopo l’uscita del primo racconto nel 2004 è stato pubblicato il secondo, La Spada Giurata. Per questa ragione siamo onorati di avere ospite sulle pagine di Barriera Magazine Paolo Accolti Gil, iscritto sul forum di Barriera come [PAG] Beh, diciamo che da vent’anni mi occupo di fumetto professionalmente nel ruolo di traduttore e supervisore di pubblicazioni oltre che di avido gestore di librerie specializzate in fumetti. La mia ultima avventura, che si chiama Italycomics, è nata nel 2000 come fumetteria on-line e dal 2004 è diventata anche una casa editrice focalizzata principalmente sulla produzione nordamericana. Il Cavaliere Errante è stato il primo dei nostri “colpacci” ed è anche stato il (bellissimo) biglietto da visita con cui ci siamo presentati ai lettori italiani. [BM] Qual è precisamente il tuo ruolo nella realizzazione di un volume a fumetti quale La Spada Giurata? [PAG] Dunque, vediamo: mi occupo del contratto di licenza con il detentore dei diritti, poi della traduzione, della supervisione del lettering e dell’impaginazione. Infine, dato che sono un “hedge editor”, mi occupo anche della spedizione dei volumi stampati ai distributori, insomma il mio ruolo spazia da quello dell’imprenditore a quello del facchino. [BM] Dal momento della scelta aziendale di pubblicare un volume come La Spada Giurata sino alla sua uscita in fumetteria, quali sono le fasi da attraversare? Quanto tempo può passare prima che il volume arrivi sugli scaffali? [PAG] Avrei già risposto ma la domanda mi dà occasione di dire troppe cose! Per La Spada Giurata eravamo pronti già tre anni fa ma abbiamo dovuto continuare a discutere con alcuni rappresentanti della Marvel americana, che era subentrata nel progetto editoriale alla DBP, dopo che avevamo già acquisito i diritti attraverso la stessa DBP. Anni di attesa alla fine dei quali è stato inequivocabilmente chiaro che non avevano alcuna intenzione di agevolarci come avevano dichiarato nei primi contatti. Nel frattempo io continuavo a fare figuracce sul vostro ed in altri forum perché non potevo accusarli apertamente. Ce ne ha (perché in realtà parliamo di un singolo individuo) fatte di tutti i colori, dal chiederci di stipulare una polizza assicurativa per tre milioni di dollari (hai capito bene!) contro non si sa quale eventualità sino allo sbattermi definitivamente la porta in faccia accusandomi di essere “aggressivo e minaccioso” solo perché gli avevo detto che non potevo continuare a non dire nulla alle migliaia di lettori italiani che chiedevano spiegazioni. A questo punto ho giocato il tutto per tutto: ho spiegato la situazione a Martin in persona ed ai suoi agenti e… beh, lo abbiamo pubblicato quindi qualcuno è stato ridimensionato e qualcun altro aveva ragione. Preciso però che la ragione non ci sarebbe servita a nulla senza l’intervento di George Martin. [BM] Rispetto ad un libro, quali sono le peculiarità della traduzione di un fumetto? [PAG] Mah… non invidio affatto un traduttore di libri. Nella narrazione di tanti autori americani le descrizioni sono spesso piene di termini tra loro sinonimi che non è detto abbiano tanti corrispettivi in italiano. A parte questi, che nei fumetti mancano perché le immagini sop- periscono ad essi, non trovo differenze. [BM] Come ci si trova a dover lavorare con un’ambientazione già tradotta, almeno parzialmente, da altri? [PAG] In questo caso male. Nella mia precedente vita di traduttore negli anni ’90 mi chiamavano lo “Sgarbi dei Fumetti” perché non mi stancavo di ripetere che il rispetto verso l’autore originale era un obbligo e che frasi come “traduttore traditore” non sono altro che scuse per gente a cui fa comodo fare un lavoro di corsa. Quando ho affrontato la traduzione del primo The Hedge Knight, ho dovuto confrontarmi sia con l’edizione italiana di quella storia sia con i volumi Mondadori della saga principale e ovviamente già questi due differivano tra loro. Mi sono trovato davanti a scelte operate da altri la cui logica mi sfuggiva del tutto: alcune potevano rientrare nella voce “scelte” (per esempio non capisco perché chiamare ‘trono di ferro’ invece di ‘trono di spade’ però alla fin fine è fatto di armi fuse e in italiano suona meglio quindi è una scelta comprensibile), altre nel “mi gira di rendere il termine più comprensibile allo sciocco lettore” (e allora si usa Primo Cavaliere, come se parlassimo di cavalieri della tavola rotonda, invece di Mano del Re come dice Martin, magari proprio per discostarsi da quel termine), altre volte mi sono trovato di fronte a veri e propri errori. Diciamo che nel primo caso ho rispettato le scelte altrui anche se non le condividevo, nel secondo e nel terzo ho preferito rispettare Martin ad eccezione dei nomi di città importanti dove ormai il danno è stato fatto. [BM] In una situazione di ambientazione in comune con altri traduttori, come ti poni nel 2 caso tu debba affrontare nomi o toponimi mai tradotti fino ad ora, sapendo che la tua scelta potrebbe costituire un precedente per traduzioni future dei medesimi nomi? [PAG] Dubito di poter costituire un precedente per qualcuno… e per questo mi sono quasi sempre attenuto a lasciare tutto in originale. Coldmoat, dove si svolge buona parte di La Spada Giurata, ha rischiato di chiamarsi Fossofreddo ma in realtà doveva essere Fossato Freddo che suona troppo male quindi… [BM] Allarghiamo il campo: come vedi questo connubio tra il mondo dei fumetti ed il genere fantasy, rappresentato fino ad ora, almeno da noi, quasi completamente da titoli come Berserk? Ritieni che ci sia spazio per un solido mercato di genere? [PAG] Penso proprio di sì, soprattutto in casi come questo dove la cura degli autori è stata maniacale. Inutile poi menzionare tutto quanto è stato fatto su Conan che tuttora viene pubblicato anche in Italia. Il problema però non è tanto il genere quanto il mezzo: il fumetto sta conoscendo una crisi senza prospettive di ritorno ormai da anni e questo 2010 è stato devastante. Il nostro primo volume di The Hedge Knight fu, ed è tuttora, il nostro best seller. Sperando in vendite simili avevamo annunciato la ristampa ed il nuovo volume a 16 euro. Purtroppo gli ordini iniziali si sono dimostrati talmente bassi da costringerci a portare il prezzo a 18 euro, che è ancora basso in rapporto con i libri che hanno costi di stampa infinitesimali rispetto a un fumetto a colori, ma è pur sempre il 50% in più di quanto riuscimmo a farvi pagare la prima edizione sei anni fa. Purtroppo sono scelte obbligate. [BM] In base alla tua esperienza come editore, che atteggiamento pensi ci sia nel nostro Paese verso il genere fantasy? È ancora visto come letteratura di serie B o ritieni che ci sia un cambiamento in atto? [PAG] Aspetta che inizi l’adattamento televisivo de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, aspetta che altra gente resti catturata dai libri come del resto è successo a me che non lo conoscevo prima di scoprire The Hedge Knight ed altro che serie B! [BM] Parliamo del tuo rapporto personale con il mondo de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, inteso nell’insieme di saga e racconti correlaLa Barriera Magazine - OTTOBRE 2010 ti: ci puoi indicare un pregio e un difetto del mondo e dell’intreccio Martiniano, visti con gli occhi di un lettore? [PAG] Sappiamo tutti che di difetti ce ne è uno solo: i tempi di attesa tra un volume e l’altro! Martin dovrebbe vendersi i singoli capitoli a puntate! [BM] E con gli occhi di uno sceneggiatore incaricato di trarre un fumetto da un racconto di Martin? [PAG] Guarda, Ben Avery, sceneggiatore di entrambi i volumi a fumetti, ha trovato la soluzione migliore e più rispettosa: si è praticamente annullato. Posso garantire, avendolo verificato, che i dialoghi nei volumi a fumetti sono al 99% di Martin, presi pari pari dai libri. Avery ha fatto anche in modo che ciò che bisognava tagliare dalle descrizioni narrative fosse comunque descritto da Miller nel disegno. E di descrizioni ce ne sono perché leggendo si capisce che queste storie sono i ricordi narrati da un Duncan ormai divenuto comandante delle Guardie Reali. [BM] Da un punto di vista puramente realizzativo, sarebbe pensabile una trasposizione fumettistica della saga principale de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco? [PAG] Tutto è possibile, ho citato prima Conan i cui libri sono stati adattati in decine e decine di storie a fumetti da Roy Thomas. Il problema sarebbe solo la continuità grafica. Sono passati i tempi dei John Buscema capaci di seguire la stessa serie per anni senza mancare una consegna. Personalmente già tremo all’idea che un terzo volume di The Hedge Knight possa finire in mano ad altri rispetto Avery e Miller che ha saputo caratterizzare La Barriera Magazine - OTTOBRE 2010 CHI E’ LA MADRE DI JON SNOW? La saga di George Martin fornisce una serie di misteri e situazioni che stuzzicano le fantasie e le possibilità create nelle menti dei lettori. Una delle più argomentate riguarda la vera madre del ‘bastardo’ di casa Stark. Le lunghe attese che inframezzano le pubblicazioni dei volumi de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco consentono ai fan più accaniti di avere molto tempo per passare al vaglio il testo dei libri alla ricerca di suggerimenti, così tanto amati da Martin, sul proseguo della storia. Arrivano così a prendere corpo vere e proprie teorie, con tanto di valutazione dei pro e dei contro e vaglio degli indizi, e di certo una delle più famose è discusse è l’ipotesi che vede Jon Snow figlio di Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark, battezzata dagli utenti R+L=J. I due personaggi, ad un’analisi superficiale, restano ai margini della biografia ufficiale di Jon benissimo i personaggi. Ho letto più volte parole critiche nei confronti di Mike Miller. Invece è proprio il suo stile privo di eccessi e al tempo stesso accurato a far risaltare i personaggi di Martin. Dare The Hedge Knight in mano ad autori più famosi avrebbe reso la storia meno “Dunk&Egg” e più del “Jim Lee” di turno. Insomma, una volta trovato il disegnatore più adatto ma anche un editore disposto a sobbarcarsi la produzione di una serie regolare, non vedo ostacoli a realizzare anche la serie madre. [BM] Negli Stati Uniti si è appena conclusa la pubblicazione della versione fumettistica di Fevre Dream, l’horror scritto da Martin negli anni ’80 recentemente ripubblicato anche in Italia con il titolo Il Battello del Delirio. Ci potrebbero essere speranze per una versione Snow. Di lui sappiamo infatti che nacque nel sud di Westeros nel 283 durante le battute finali della Ribellione di Robert Baratheon, che spezzò il dominio Targaryen sul continente dopo trecen italiana del fumetto? [PAG] Effettivamente siamo interessati al titolo ma l’editore americano ha già un paio di riferimenti in Italia… vedremo. State certi che comunque non resterà inedito. [BM] Perfetto, grazie infinite per la partecipazione e le risposte. Speriamo di ripetere quanto prima l’esperienza, magari in occasione dell’uscita di The Mystery Knight. Un saluto a tutti voi e prima di dimenticarmi un ringraziamento particolare a quanti mi hanno dato una mano attraverso il forum de La Barriera! to anni. Eddard Stark lo portò quindi a Grande Inverno presentandolo come suo figlio bastardo, e decidendo di crescerlo nel castello ancestrale della casa Stark piuttosto che affidarlo ad un’altra famiglia. Nei libri finora pubblicati vengono nominate espressamente due donne che potrebbero aver partorito Jon: Ashara Dayne (AGOT 6, ACOK 45), la bellissima, tragica, lady di Stelle al Tramonto, di cui Eddard Stark era innamorato prima di sposare Catelyn Tully per ragion di stato, e la popolana Wylla (AGOT 11, ASOS 43), balia al servizio proprio della Casata Dayne. Dalle anticipazioni di ADWD sappiamo che viene nominata una terza figura femminile, ma per approfondire l’ipotesi dovremo attendere l’uscita del libro. Perché Rhaegar e Lyanna, quindi? È innegabile che la biografia di Jon Snow dipenda in maniera rilevante dalla cronologia della Ribellione di Robert, e di fatto quest’ultima trova nei personaggi di Rhaegar e Lyanna la sua ultima ragione di esistenza. Nel 281, l’anno della falsa primavera, ebbe infatti luogo il grande Torneo di Harrenhal, in cui il Principe Rhaegar Targaryen, vincitore, offrì la corona d’amore e di bellezza a Lyanna Stark, promessa sposa di Robert Baratheon, preferendola alla sua stessa moglie Elia Martell (ASOS 42). Dopo pochissimo tempo Rahegar e Lyanna sparirono e la situazione nel reame degenerò rapidamente: Brandon Stark, fratello maggiore di Lyanna ed erede di Grande Inverno, si recò ad Approdo del Re per chiedere soddisfazione del rapimento della sorella e venne a sua volta imprigionato da Re Aerys. Lord Rickard Stark venne convocato nella capitale e lì ucciso assieme al figlio. Da qui alla guerra il passo era inevitabile, e sono note le vicende che portarono al rovesciamento della monarchia Targaryen, dalla morte di Rhaegar sul Tridente a quella di Re Aerys, ucciso da Ser Jaime Lannister della Guardia Reale. Merita tuttavia menzione un episodio forse marginale ai fini bellici, in quanto avvenuto dopo che le armate ribelli avevano conquistato Approdo del Re e liberato Capo Tempesta dall’assedio in cui lo cingevano le forze dei Tyrell: Lord Eddard Stark, assieme ad una scorta di sei uomini tra cui Howland Reed, si reca fino a Torre della Gioia, una piccola fortezza sperduta tra le Montagne Rosse di Dorne, combatte un epico duello contro le Guardie Reali Gerold Hightower, Oswell Whent e Arthur Dayne, e, una volta guadagnato l’accesso alla torre, ritrova la sorella morente, che spira tra le sue braccia (AGOT 39). Si può ben dire quindi che Lyanna figuri tanto nelle scene iniziali quanto in quelle finali del conflitto civile che infiammò Westeros tra il 281 e il 283. Già da queste poche righe la teoria R+L=J inizia a prendere corpo: Lyanna scomparve dalla vita pubblica dei Sette Regni 3 per parte del 281, tutto il 282 e l’inizio del 283. Lo stesso fece Rhaegar, dal momento che sappiamo per certo che non era a corte al momento della morte di Rickard e Brandon Stark, e lo rivediamo invece a guerra inoltrata, all’inizio del 283, a condurre l’esercito realista alla Battaglia del Tridente. Di fatto nella catena degli eventi non c’è nulla che impedisca il concepimento di Jon in un qualche momento del 282, prima che i doveri di principe di Rhaegar richiamassero il principe ad Approdo del Re. Il semplice fatto che l’avvenimento non sia impossibile non implica però che sia realmente accaduto: occorre quantomeno un movente. E proprio per questa ragione diventa necessario tentare di sondare l’animo di Rhaegar Targaryen. La stessa nascita del Principe del Drago, a Sala dell’Estate nel 259, è già di per sé un mistero: pare infatti che essa sia da ascrivere al fallito esperimento di Aegon V e di suo figlio maggiore Duncan il Piccolo di riportare in vita i Draghi e alla loro conseguente morte (AFFC 36). Sin dall’infanzia Rhaegar mostrò, forse a causa delle circostanze 4 della sua venuta al mondo, un senso di predestinazione che lo portava a dare tutto sé stesso e ad eccellere in qualsiasi ambito si fosse cimentato. Vorace lettore sin da bambino la sua vita cambiò radicalmente dopo una particolare lettura che lo indusse a dismettere i panni dell’uomo di pace per vestire quelli del guerriero (ASOS 42). Dalle visioni di Daenerys nella Casa degli Eterni (ACOK 48) e da quanto rivela Maestro Aemon (AFFC 36) sappiamo che Rhaegar era passato dal pensare di dover essere egli stesso “il Principe che fu Promesso”, atteso dalle profezie, all’idea che dovesse essere uno dei suoi figli. Altri particolari della visione (ACOK 48) rivelano che Rhaegar era quasi ossessionato dal fatto che il drago, simbolo dei Targaryen, dovesse avere tre teste, e da questo discendeva per lui la necessità di avere un terzo figlio oltre ai due, Rhaenys ed Aegon, che aveva avuto da Elia. Elia, cagionevole di salute, non poteva avere altri figli? Rhaegar si innamorò di Lyanna al torneo di Harrenhal? I libri non ci danno queste informazioni. Di certo però Lyanna, agli occhi di Rhaegar, doveva essere la candidata ideale per un figlio che sarebbe dovuto diventare il Principe che fu Promesso ed al quale avrebbe dovuto attribuirsi la Canzone del Ghiaccio e del Fuoco. Chi meglio dei Targaryen, la stirpe del Drago, simboleggia il fuoco? E chi meglio degli Stark, signori del Nord in cui scorre puro il sangue dei Primi Uomini, rappresenta il ghiaccio? E che altro può essere il Principe che fu Promesso se non l’unione di questi due elementi? Non sappiamo se Lyanna fu sedotta e seguì Rhaegar di sua volontà o se fu rapita, non sappiamo se Rhaegar agì per amore o in ragione del convincimento di agire in ottemperanza ad una profezia, ma di fatto il movente, almeno per il Principe del Drago, è forte. Altri particolari che potrebbero far propendere alla R+L=J sono disseminati qua e là per la trama: la posizione geografica di Torre della Gioia, vicina al feudo della casa reale di Sala dell’Estate, o il fatto che Rhaegar avesse lasciato di guardia a Lyanna ben tre Mantelli Bianchi, tra cui il suo migliore amico Arthur Dayne (ASOS 9). Il fatto che considerasse Torre della Gioia più importante della guerra in corso contro le forze ribelli, unito alla sua certezza di stare adempiendo ad una profezia, è un indizio che può avvalorare l’idea di un figlio di Rhaegar e Lyanna. Le ultime parole di Lyanna morente (“Prometti, Ned!”) hanno un’interessante chiave di lettura nell’ambito del tema in oggetto (AGOT 39): avrebbe infatti perfettamente senso che Lyanna chiedesse a suo fratello di tenere nascosta la nascita di un figlio di Rhaegar, che Robert Baratheon, ancora insicuro sul trono appena conquistato, avrebbe voluto senza alcun dubbio morto quanto prima. Infine una delle visioni di Daenerys alla Casa degli Eterni mostra un fiore azzurro che cresce in un muro di ghiaccio (ACOK 48); il fatto che Jon si trovi alla Barriera e che le rose azzurre fossero i fiori preferiti di Lyanna viene generalmente considerato come una delle prove più forti della R+L=J. Indizi non legati alla vicenda possono però fungere da contesto per inquadrarne meglio la reale veridicità: i continui riferimenti al fatto che la Guardia Reale sia incaricata di proteggere i membri della famiglia regnante offrono un significato più profondo alla presenza di Hightower, Dayne e Whent a Torre della Gioia. Il riferimento al “letto di sangue” (AGOT 69), inteso come parto, ricalca inoltre il letto di sangue in cui Eddard ritrova Lyanna morente. I costanti, cupi, pensieri di Eddard alla promessa fatta alla sorella danno l’idea di un impegno gravoso, difficilmente spiegabile, ad esempio, con la richiesta di Lyanna di essere sepolta a Grande Inverno. Ma sono assolutamente in linea con l’idea di dover mantenere segreta l’identità di Jon, mentendo a sua moglie Catelyn ed al suo migliore amico Robert. Significativo inoltre il fatto che Eddard si riferisca sempre a Jon come ad una persona del suo sangue, e non come ad un proprio figlio (AGOT 7, AGOT 46): delicatezza verso la moglie, innata al RECENSIONE Wild Cards 1: L’Origine George R.R.Martin Wild Cards: L’origine Ed. Rizzoli Giugno 2010 Titolo originale: Wild Cards Traduzione di Riccardo Bentsik ed Anna Benucci Serva Prezzo €16.00 Pagine 420 20 settembre 1946: nonostante l’allerta dell’alieno conosciuto come dottor Tachyon, nessuno è in grado di impedire che il virus soprannominato Wild Cards si diffonda sul New York. Il virus distribuisce le sue carte, assi, jokers e dame nere: la stragrande maggioranza delle persone infettate muore, le altre subiscono delle mutazioni di vario tipo dotandosi di superpoteri o di malformazioni… o anche entrambe le cose. C’è chi ha la possibilità di passare tramite i muri o di volare, e chi si dota di un grande becco o di una proboscide al centro della faccia. È un libro di Martin che non è solo di Martin (nonostante il nome che campeggia a lettere cubitali in copertina, in omaggio ad una discutibile strategia di marketing): gli autori sono molteplici, tra cui nomi noti ai martiniani e non solo come Roger Zelazny (suo il personaggio più originale) e Melinda Snodgrass. È un’antologia di racconti decisamente singolare visti i continui incroci tra storie e personaggi, alcuni dei quali compaiono in più storie (basti pensare, oltre al già citato Tachyon, al Dormiglione, a Golden Boy o anche alla Grande e Potente Tartaruga, creatura primigenia di Martin stesso). Nato da un gioco di ruolo tra scrittori, ciascuno dei quali vi interpretava uno o più supereroi di sua invenzione, il libro ripercorre tramite le vicende dei protagonisti la storia d’America da Truman a Reagan, passando per la Corea ed il Vietnam, la commissione McCarthy e la morte di Kennedy, la Guerra Fredda ed il Watergate. La saga delle Wild Cards ha avuto inizio! di F. C. La Barriera Magazine - GIUGNO 2010 punto di essere espressa anche sotto forma di pensiero, oppure effettivamente Eddard non è il padre di Jon? Merita infine menzione il fatto che Eddard, ormai imprigionato, desideri parlare un’ultima volta proprio con Jon (AGOT 59), piuttosto che con uno dei propri figli legittimi. Un’ultima serie di indizi può essere trovata se si esce in qualche modo dalla storia narrata e ci si concentra sul rapporto tra scrittore e lettori, un rapporto che Martin ama trasformare in una sfida, con una serie di rimandi e richiami fitta e mai banale sia all’interno dei libri della saga sia verso il mondo reale. Ad esempio, il fatto che il corvo di Lord Mormont pronunci la parola “Re” in presenza di Jon potrebbe essere un indizio, avulso dalla trama dei libri, lasciato a bella posta da Martin stesso per giocare in qualche modo con i lettori (ACOK 7). Molto più significativa è tuttavia la leggenda, tramandata da Padre Bonaventura da Lama, di Bianca Lancia d’Agliano, ultima moglie di Federico II di Svevia Sacro Romano Imperatore: Federico era sposato e si innamorò perdutamente di Bianca Lancia. I due ebbero per un certo tempo una relazione clandestina e Federico tenne rinchiusa Bianca Lancia nella torre di Gioia del Colle. Bianca Lancia partorì Manfredi, STORIA E FONETICA DELLA LINGUA DOTHRAKI La trasposizione su grande schermo ha reso necessaria la creazione della lingua parlata dal popolo dell’est. Vediamo come l’esperto linguista David Peterson è riuscito a ricrearla mettendo insieme i pochi indizi forniti nei libri. Nella creazione della serie TV di Game of Thrones, i produttori Weiss e Benioff hanno incaricato l’esperto linguista David J. Peterson di creare un vero e proprio linguaggio per il popolo dei Dothraki. Inventare un linguaggio non è cosa semplice, sebbene Peterson sia uno dei maggiori esperti mondiali avendo inventato almeno una dozzina di essi. E’ lo stesso Martin ad affermare che, nell’ambito della stesura della saga, non si era posto questo problema in quanto bastava semplicemente scrivere che due personaggi stavano parlando una determinata lingua. di parto. Lo stesso Martin, tuttavia, invita a non cercare mai corrispondenze biunivoche tra la storia reale e gli eventi di Westeros: il gioco di somiglianze e differenze, evocato in maniera plateale e quasi spudorata dall’assonanza tra la torre di Gioia del Colle e la Tor re della Gioia, potrebbe essere quindi della misura giusta per costituire un’ulteriore ennesima prova per una delle teorie più amate e discusse dai fan de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. LO SAPEVATE CHE... Nelle Appendici, tra gli alfieri dei Lannister, compare un certo lord Tytus Peake, non meglio specificato. È verosimile che si tratti di un omaggio a Mervyn Peake, autore della trilogia fantasy dedicata al regno di Gormenghast, il cui protagonista, guarda caso, è Tytus of Gormeghast (Tito, nell’edizione italiana edita da Adelphi). che giunse effettivamente al trono, per poi lasciarsi morire. Certo, non tutto collima: Federico rinchiuse Bianca Lancia per gelosia e ciò non sembra intonato a quanto si sà di Rhaegar. Bianca Lancia si suicidò per l’umiliazione della prigionia e non morì La Barriera Magazine - OTTOBRE 2010 Speriamo che la tanto agognata uscita di ADWD possa portare nuovi elementi per fare luce su un mistero che tiene ormai sulle spine i lettori da quasi un quindicennio. di M. P. Con la messa in scena il realismo che traspare dai libri è venuto a mancare, ed è proprio per questo che Weiss e Benioff hanno deciso rivolgersi ad un linguista perché ricreasse un linguaggio ad hoc per il popolo Dothraki. Tra le varie proposte giunte sul loro tavolo ve n’erano alcune di linguisti di tutto rispetto tra i quali Bill Welden, conosciuto soprattutto per aver adattato i film de Il Signore degli Anelli. Alla fine la scelta finale è caduta su quella di Peterson. Il linguista, che fa parte della Language Creation Society, per creare il linguaggio Dothraki si è basato essenzialmente sui pochi indizi che ha potuto recuperare dai libri; nomi di persona soprattutto maschili, la successione nome-aggettivo. In tutto una trentina di parole, ma sufficienti, a suo dire, per cominciare a gettare le basi di una grammatica. Il fine ultimo era quello di creare un linguaggio che ricordasse in qualche modo le scene presenti nei libri. Il primo passo è stato quello di estrapolare una fonologia di base sfruttando le parole che aveva a disposizione. Ad esempio notando la posizione della /u/, che nei libri ap pare quasi sempre dopo la /q/, Peterson è risalito al suono /kw/. A seguito di questa ed altre considerazioni ha così creato un sistema sonoro a quattro vocali. Il secondo passaggio è stato ricreare un sistema morfologico, ovvero alcune parole basi che sarebbero servite successivamente per sviluppare paradigmi verbali, paradigmi dei casi e di altre derivazioni morfologiche. Partendo dalla parola “dothraki” che indica il popolo e quindi le persone, dalla parola “Vaes Dothrak” la città dei Dothraki ed dal verbo “dothrae” che significa “cavalcare”, Peterson ha individuato le lettere terminali di ciascuna di queste parole, e quindi /-k/,/-i/ ed /-e/, come possibili desinenze della radice “dothra”. Tuttavia, come egli stesso ammette, ha avuto molta libertà di inventare. Infine, per quanto concerne il vocabolario vero e proprio Peterson dice di essersi inspirato in modo preponderante ai libri, cogliendo alcune particolarità della vita dei Dothraki: la loro avversione per l’acqua salata, la loro abitudine di muoversi a cavallo e lo sdegno per coloro che si muovono a piedi. Tutti elementi che l’hanno aiutato a forgiare un migliaio di parole circa. Altre fonti di ispirazione sono state delle vere e proprie lingue, oltre ad alcuni tipi di linguaggi da lui stesso inventati. In particolare le desinenze dei sostantivi dothraki si rifanno al sistema del linguaggio Zhyler, le derivazioni verbali trovano fondamento nel Kamakawi come anche il sistema degli accenti è ispirato ad un linguaggio artificiale chiamato Gwedyr. All’interno del sistema dei casi vi è un elemento direttamente ispirato dalla lingua russa, le sonorità invece devono molto allo spagnolo ed all’arabo. Attualmente il vocabolario del linguaggio Dothraki conta circa 2356 termini. Gli attori che dovranno utilizzare questo linguaggio pare siano stati dotati di molto materiale da studiare, inclusa una guida alla pronuncia fonetica in file mp3 in cui Peterson recita tutte le battute, mentre sul set sono seguiti da personale predisposto per i dialoghi. Nonostante le speculazioni che si possono trovare nel web non esistono all’oggi programmi su un’eventuale possibilità di rendere il linguaggio Dothraki disponibile al pubblico ed ai fans della saga di Martin. Come affermato dallo stesso Peterson pare che l’HBO sia attualmente focalizzata sulla realizzazione della serie. di S. B. 5 GAME OF THRONES: LE ULTIME DAL SET Dopo la scelta degli attori principali sono continuati i casting di HBO per la ricerca dei ruoli secondari ed una serie di personaggi primari dei quali ancora si avevano defezioni. Ecco riassunte le ultime novità dalla produzione. L’HBO è nel pieno della lavorazione per la prima stagione di Game of Thrones, la serie fantasy basata su Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George Martin. Dopo l’uscita del primo trailer la produzione ha continuato a cercare attori per i vari personaggi, secondari e/o complementari, che ancora mancavano all’appello e che dovrebbero comparire in questa prima stagione. Il 27 luglio scorso sono incominciate le riprese ufficiali della prima stagione. Pare che il set sia blindatissimo ed è difficile reperire, da parte dei fans, materiale fotografico. Tuttavia l’HBO non ci ha lasciati a bocca asciutta ed ha rilasciato un secondo trailer ufficiale, dal titolo “Raven”, un filmato “dietro le quinte” con i commenti di George Martin, dei produttori Benioff e Weiss e di alcuni attori. Infine è disponibile un filmato di Gemma Jackson, uno dei designer della serie, in cui si mettono in evidenza le modalità con cui la produzione sta tentando di ricreare le ambientazioni e le atmosfere descritte da Martin. A questo proposito lo scrittore americano, di recente intervistato in Australia in occasione della WorldCon, ha affermato di aver dovuto condividere alcuni “se- greti” dei prossimi libri per aiutare gli autori nella stesura dell’adattamento. Martin ha inoltre aggiunto che tutti i costumi, le armi e gli accessori utilizzati durante le riprese sono stati creati appositamente dagli artisti dell’HBO, per questioni principalmente legate ai copyright. Per questo motivo non sarà la Valyrian Steel a sponsorizzare le armi di scena come si era ipotizzato inizialmente. Di recente le riprese sono state effettuate a Tollymore Forest nell’Irlanda del Nord, lo stesso luogo in cui è stato girato anche il prologo, ed a Malta, dove alcuni scorci delle città di Mdina e La Valletta (qui a fianco in figura) potrebbero fare da sfondo ideale ad alcune scene di Approdo del Re. Da alcune indiscrezioni pare che le riprese della prima stagione dovrebbero durare complessivamente 30 settimane. L’uscita di Game of Thrones, invece, resta confermata per la prossima primavera. di S. B. I volti ufficiali di “Game of Thrones” Petyr Baelish Aidan Gillen 6 Jorah Mormont Iain Glen Samwell Tarly John Bradley Robert Arryn Lino Facioli Pycelle Julian Glover Marillion Emun Elliot Ser Loras Tyrrel Finn Jones Gendry Joe Dempsie Yoren Francis Magee Ser Vardis Egan Brendan Mc Cormack Ian Mc Elhinney Jory Cassel Jamie Sives Jon Arryn John Standing Gregor Clegane Syrio Forel Conan Stevens Miltos Yeromelou Jeor Mormont James Cosmo Osha Natalia Tena Myrcella Baratheon Tommen Baratheon Doreah Roxanne McKee Irri Amrita Acharia Shae Sibel Kekilli Jon Umber Clive Mantle Renly Baratheon Gethin Antony Ciarda Bermingam Septa Mordane Susan Brown Janos Slynt Dominic Carter Ser Hugh Jefferson Hall Alliser Thorne Derek Halligan Mycah Rhodri Hosking Margareth John Vecchia Nan Aemon Peter Vaughan Rast Luke Mc Ewan Hodor Kristian Nairn Waymar Royce Rob Ostlere Lancel Lannister Rickon Stark Art Parkinson Mirri Maz Duur Mia Sotiriou Rakharo Elyes Gaber Ilyn Payne Wilko Johnson Eugene Simon Varys Conleth Hill Lysa Arryn Kate Dickie Pyp Josefh Altin Mord Bronn Jerome Flynn Aimee Richardson Mhagen Antonia Cristopher Callum Wharry Barristan Selmy La Barriera Magazine - OTTOBRE 2010 I BLIND GUARDIAN OMAGGIANO MARTIN Nell’ultimo lavoro del gruppo tedesco si possono trovare numerosi riferimenti a Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Dopo anni di attesa i fan possono ascoltare musica di alto livello ispirata al capolavoro di Martin. Con At the Edge of Time i Blind Guardian raggiungono il traguardo del nono studio album. Il gruppo tedesco, autore di un Power Metal melodico con forti contaminazioni sinfoniche e venature Prog, è da sempre apprezzato nella scena fantasy mondiale. I testi e le musiche da loro proposti hanno sempre tratto ispirazione da vari autori fantasy e leggende del Medioevo europeo. Tra gli autori che più hanno influenzato la produzione discografica spiccano Stephen King (dal suo romanzo “It” deriva il nome della band), Michael Moorcock e J. R. R. Tolkien. A quest’ultimo i Blind Guardian, soprannominati anche Bardi di Krefeld (la loro città natale), dedicano un intero concept album intitolato Nightfall in Middle-Earth, tratto dal “Silmarillion”, che per molti fan resta l’apice della loro carriera. Nell’ultimo lavoro i Blind Guardian tornano prepotentemente a trarre ispirazione da svariate opere fantasy tra cui spiccano La Ruota del Tempo di Robert Jordan e Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George Martin. L’album parte alla grande con Sacred Worlds, una scelta coraggiosa data la sua lunghezza (9:17). Tuttavia è necessario considerare le parti orchestrali di oltre due Direttore Andrea Fusco Redazione Matteo Patanè Francesco Casarotto Sonia Brambilla Marco Monchera Grafica Nicola Gennari La Barriera Magazine - OTTOBRE 2010 minuti aggiunte rispetto alla prima versione uscita nel 2009 come colonna sonora del videogames Sacred II. Il brano sfoggia subito tutto quello che ha reso grandi i Bardi di Krefeld: un Power Metal melodico con grandiosi cambi di atmosfera, inserti sinfonici e cori incisivi. In questi ultimi partecipa anche un membro dei Van Canto, i “Neri per caso dell’Heavy Metal”. Ad essa segue Tanelorn (Into the Void) che strizza l’occhio al passato piu metallico della band. La terza Road of No Release inizia come una lenta ballata sino a sfociare in una potente marcia metallica. In questa canzone è Hansi Kürsch a dominare la scena. La sua voce, a tratti sognante a tratti aggressiva, si intreccia magnificamente con la corale. Con Ride Into Obsession torna alle consue te cavalcate metalliche potenti ed efficaci che richiamano i Blind Guardian del passato. Altro brano di rilievo, situato a metá album, è Curse My Name nel quale troviamo forti richiami al folk inglese prima di sfociare a ritmiche veloci. Le seguenti Valkyries e Control the Divine sono due massicce mid-tempo ricche di patos, nelle quali spiccano maggiormente le doti vocali di Hansi, costantemente sopra le righe. Da notare in Valkyries un altro chiaro riferimento a Martin nella frase “It’s a feast for crows”, titolo di uno dei libri della saga. E si giunge ai due brani più esplicitamente tratti da Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Si parte con War of Thrones la cui versione dell’album è leggermente più corta di quella del singolo ed è arricchita dall’uso del pia- noforte. Anche in questo caso si tratta di una semiballata, formula che in questo album si dimostra essere un vero punto di forza della band. Chitarra acustica e pianoforte si sposano alla perfezione con la sezione ritmica e lasciano spazio a gene rosi inserti orchestrali mentre la voce ci accompagna verso la Barriera, prossima alla caduta, dove gli estranei avanzano e più a sud la Guerra dei Troni infuria. Nel testo della canzone inoltre troviamo quelli che potrebbero essere i pensieri di Jon Snow che dall’alto del muro di ghiaccio osserva la desolazione del mondo ai suoi piedi. A Voice in the Dark contrasta fortemente la precedente, lenta e malinconica, e ci propone un metal aggressivo e prepotente. In questa canzone i richiami alle cronache non sono espliciti, tuttavia li possiamo scorgere in qualche frangente di testo come “Believe in dark wings and dark words” (credi nel detto ‘ali oscure, oscure parole’). Altra nota richiama invece i Maestri della Cittadella nella frase “They send a sign when dead winter will come again” (manderanno un segno quando il mortale inverno farà ritorno). Chiude l’album l’arabeggiante suite Wheel of Time che con i suoi magnifici intermezzi strumentali fa da contrappeso all’opener dell’album e conduce alla sua conclusione. In questo ultimo lavoro i Blind Guardian sembra abbiano trovato il giusto equilibrio tra complessitá strutturale, efficacia melodica e ritmica e i ricchi cambi di patos, che da sempre contraddistinguono le loro canzoni. At the Edge of Time va sicuramente a collocarsi tra gli episodi migliori della loro discografia, un album che ha tutte le carte in regola per riscontrare successi anche in sede live. I Blind Guardian sono infatti già partiti con un tour europeo che ha toccato le città italiane di Roma e Milano rispettivamente il 12 e 13 Ottobre. di M. M. DISCLAIMER La Barriera Magazine è una webzine gratuita e non periodica, di sola distribuzione online. Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7 marzo 2001. CONSIGLI E SUGGERIMENTI Vuoi lasciarci la tua opinione, qualche consiglio o suggerimento per La Barriera Magazine? Viene a trovarci sul FORUM di www.labarriera.net. Le immagini pubblicate all’interno della webzine sono di proprietà dei seguenti autori e qui utilizzate per sole finalità di informazione: CERCHIAMO COLLABORATORI Italycomics (http://www.italycomics.it) Rizzoli Editore (http://rizzoli.rcslibri.corriere.it) La Barriera Magazine è alla ricerca di volontari che aiutino nella realizzazione della Webzine. Se siete interessati non esitate a scrivere a [email protected]! 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