lord black - Rifugio del cane di Venezia

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lord black - Rifugio del cane di Venezia
LORD BLACK
Quando suonai il campanello fu amplificato per tutto il canile con un suono che giudicai "esagerato", sembrava quasi che
la mia mano avesse innescato qualcosa di irreversibile ed ora non restava che aspettare.
Faceva abbastanza freddo ma ormai eravamo ben abituati ad un marzo che preannunciava la fine di un lungo inverno,
indossavo una giacca marrone col cappuccio, strano come la ricordi così nitidamente, quella giacca, mi accompagnò in
un'avventura che cambiò completamente la mia vita.
Le prime gabbie sulla destra contenevano due Kurzal, cani da caccia che erano nei miei
desideri, poi, appena dopo, un bellissimo forse incrocio di non so che razze e da lì gabbie
in ambo i lati con un corridoio largo circa tre metri ma la cosa che più prese i miei sensi
era l'incredibile rumore assordante dell'abbaio di 450 cani! Mi stupì che nessuno si fosse
mai lamentato di quel rumore e di come per la volontaria fosse una cosa normale!
C'era silenzio tra noi, un misto di insicurezza e incompetenza e in mezzo tutto quel
disastro, in fondo, prima della curva che porta alla fine del reparto, c'è la F8...
Quando mi vide era elegantemente seduto con le zampe davanti incrociate e intorno a lui
il silenzio, un Lord, silenzioso, l'unico che non si degnava di abbaiare perchè aveva ben
capito che non serviva a nulla! Poggiai lo sguardo a distanza tra la rete verde della "cella" e
Lui fece una cosa che solo gli amici fanno, si alzò di scatto con lo sguardo di chi stava
leggendo una pagina interessante di un libro riletto centinaia di volte proprio quando
arriva in treno che si aspetta da ore, quello sguardo diceva " dove sei stato???" Si arrampicò sulla gabbia e con silenzio
chiese, lo so, una piccola carezza che accontentai con un dito, delicatamente, con rispetto dicendo: " e tu?" .
Tornai al canile, lo feci più volte tanto che le volontarie mi aprivano solamente il cancello d'ingresso e, con voce distante,
mi urlavano: " la strada la sai veroooo? Ti fidi veroooo?".
Andavo durante orari che non sarei potuto entrare ma ormai avevano capito che tra me e Colpo di fulmine era nato
qualcosa, un'amicizia, ecco.
Un giorno, dopo esser restati soli, presi il suo muso tra le mie mani e lo avvicinai al mio sussurando una frase che poi
diventerà la nostra frase: Va tutto bene...Va tutto bene...Ci guardammo negli occhi, io all'epoca non sapevo cosa potesse
essere la sfida dello sguardo nel linguaggio canino, so solo che ci guardammo, non conosco nessuno che sia in grado di
riprodurre quello sguardo, vorrei essere un poeta per descriverlo ma quello sguardo diceva di capire, diceva che ormai ero
amico, ci sperava, ecco la parola magica, ci sperava, ne aveva bisogno, voleva crederci! Ma una cosa di sicuro capii in quel
momento: c'è un sentimento, molto profondo che non divide l'uomo dall'animale.
Mi alzai e feci la cosa più semplice che facciamo da adolescenti quando vogliamo che il primo amore ci cerchi per
dimostrare che siamo importanti ma non solo, volevo, sentivo che dovevo far capire a Colpo di fulmine che non ero li per
prendere qualcosa ma che anzi eravamo nella stessa barca e che, non era obbligato, poteva avere la mia fiducia , toccava a
lui decidere, mi alzai quindi e mi diressi verso la rete dandogli le spalle, chinandomi fino a mettermi in ginocchio,
lasciando silenzio e spazio tra noi ed avvenne in primo miracolo, silenziosamente sentii la sua presenza porgersi alla mia
sinistra, stretto al pavimento come potesse proteggerlo dall'esser sollevato e pentirsi di quello che aveva fatto,
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delicatamente ma con sicurezza appoggiai la mia mano su di lui accarezzandolo... Restammo così, è per un pò, sensazione
tenera...
Uscii e andai a casa, Solo...
Era il 4 aprile, il giorno di Pasqua e decisi di farmi accompagnare per salutarlo, questa volta per l'ultima volta, era passato
un mese da quella prima volta.
Fui inondato da tutti i cani, poveri, che non mi lasciano entrare e così
fui costretto a chiedere aiuto, venne una delle volontarie. Prese un
pezzo di quello che avevo nel sacchetto e lo mise sotto al naso di
Colpo di fulmine che rifiutò con fermezza, "non ha fame oggi" disse
ma io sapevo non era vero e provai a darglielo io, lo stesso pezzo che
mangiò con una pacata sicurezza. La volontaria, con aria euforica mi
disse di non muovermi, che sarebbe tornata subito e infatti, dopo
qualche minuto, si presentò con un guinzaglio, era di cuoio marrone
chiaro, glielo mise lei, me lo diede e fu un attimo, avevo pochissimi
centimetri tra la mia schiena e la porta aperta e li, velocemente, senza
pensare a nulla lo chiamai, per la prima volta, dai BLACK,
ANDIAMO! Black era un nome scritto da qualche parte dentro di noi, non ho altre spiegazioni...
Come se fosse una cosa normalissima Black uscì, per la prima vera volta dalla gabbia e si mise subito in un angolo tra due
celle facendo vedere i denti ad un cane troppo euforico per i suoi gusti, aveva bisogno di pace, non era abituato, mi fece
capire di come la libertà possa essere claustofobica per chi non la conosce. La chiusura è una cosa che quando impariamo
a gestire, diventa la nostra normalità, tanto da averne quasi nostalgia una volta usciti, io la provai con un periodo brutto
della mia vita ma li, in quel momento non avevo paura di quei denti e mi avvicinai...
Va tutto bene, va tutto bene...
Continuavo a sussurare guardandolo dritto negli occhi, così, piano piano, prendemmo la via d'uscita.
Da ogni gabbia uscivano offese, o forse gioie ma fatto stà che lui si fermava ascoltando, era troppo per lui! Erano urla di
avvertimento che percepiva come chi non può meritarsi tutto ciò, lo dimostrò abbassando la testa, come fanno i bambini
quando segnano un goal e non sono abituati agli applausi, si nascondono, però ora c'ero anch' io...
Va tutto bene Black, va tutto bene...
Una cosa, non ho mai, mai tirato il guinzaglio... Si decide in due...
Si aprì il cancello grande cancellando dietro noi tutte le urla e gli altri cani lasciati liberi, fummo fuori...
Silenzio, l'odore della prima erba era anche per me unica, li ho ben capito la parola EMPATIA! Camminammo senza
fretta fino ad arrivare in laguna e ci sedemmo. Sentivo il silenzio che Black, scrupolosamente, ascoltava , la pace e il vento
che portava odori completamente nuovi ma la cosa più buffa era che ero con un incrocio di rottwaller al mio fianco che
era stato 7 anni in canile ed ero perfettamente a mio agio, prendemmo sonno...
Lorena la responsabile del canile quel giorno, ci svegliò da un vigile sonno con una telefonata chiedendo come andava e
tornammo al rifugio.
Arrivati al canile c'erano tutti ad aspettarci con sorrisi enormi che davano mille domande ma la risposta era una sola,
Black non torna dentro! Lorena, come avrebbe fatto qualsiasi persona sensibile, non ci fece rientrare e mi portò il foglio
di pre-affido da firmare fuori, io e Black ora eravamo veramente uniti!
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Salimmo in macchina, prima io poi lui, ovvio avesse paura ma
andava tutto bene..Tutto bene...
Cosa volete che vi dica di più, che io ho cambiato la sua vita (come tutti dicono) ma che Lui ha completamente spazzato
via la mia ridandomi quello che realmente sono?
Volete che vi racconti come in due anni Black sia un altro essere?
Della sua imperialità nel camminare ora?
Di come ho capito che Black è un paciere con i suoi simili? Un saggio?
Di come non serve urlare?
Di come ci si capisce con uno sguardo quando la compagnia non è ben accetta?
Di come si smetta di fumare dopo 25 anni perchè fa del male a lui che per 7 non sapeva nemmeno cosa fosse il fumo?
Volete vi dica perchè ho smesso di leggere 4000 libri sull'addestramento lasciandomi guidare dal mio "cane"?
Di quanto è importante l'attivazione mentale?
Del fatto che, non io, ma lui sia stato bravo ad uscire da li!!!
Volete vi racconti cosa provai quella sera che mi arrabbiai e lui prese il mio braccio tra i suoi denti senza stringere? Mi
disse calmati amico...!
Io?
Io ora vivo con una persona che si chiama Black e non vedo l'ora di finire il lavoro per strare con lui, andare in un
"ristorante elegante" e pensare a cosa ci faceva un LORD in canile.
Ps. Giorni fa Black per la prima volta mi ha abbaiato perchè, euforico, voleva giocare...Ora quell'abbaio di gioia è il
risultato che si ottiene dandosi fiducia entrambi!
Maurizio e Lord Black
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