francesca chillemi
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francesca chillemi
news sanitarie dal mondo Marilab Trimestrale di informazione medico-scientifica_anno IV_n. 3_ luglio/settembre 2008_ distribuzione gratuita PERIODICO DI SALUTE E BENESSERE MALI DI STAGIONE Estate a finestre aperte: assordati da morire COSTUME Lisci come pupi: la depilazione al maschile CARDIOLOGIA Aiutate nonno a bere il giusto A TU PER TU CON FRANCESCA CHILLEMI “Per essere belle vietato digiunare e sedurre facendo gli uomini” 3 Sommario luglio/settembre08 Dica 33 - Il personaggio Bene a sapersi 6 25 Se le vacanze si... incolonnano 26 Ricette sicure con dosi abbondanti di H.A.C.C.P. Direzione - Redazione Intornoalsegno srl - Via Madonna delle Grazie, 125 06059 Collevalenza - Todi (PG) Tel. 075 8870032 - Fax 075 8870135 [email protected] 27 Sanità, tutti i nodi vengono al pettine Direttore responsabile Luca Marino 31 Sempre più day, sempre meno hospital Comitato scientifico Stamiatos Liaskos, Luca Marino, Andrea Fabbri, Massimo Mariani, Federica Razzi, Domenico Alberti Quando il neurologo è un pò elettricista FRANCESCA CHILLEMI: “Uova crude? No Grazie” di Valeria Bilancioni Mali di Stagione 10 Assordati da morire! 13 Vacanze finite, umore sottozero 14 Lisci come pupi: la depilazione al maschile 32 15 Estate, tempo di funghi Sane letture 16 Mangiare con l’afa, istruzioni per l’uso 30 17 Aiutate nonno a bere il giusto A quattro zampe 18 Vacanza a gogò purchè tuteli il bebè 34 21 È l’estate bellezza! Ma Bartali non abita qui... 22 23 Viaggio di solo ritorno a prezzi altissimi Anno IV - numero 3 - luglio/settembre 2008 Progetto grafico Intornoalsegno srl - Todi (PG) Stampa Miligraf srl - Formello (RM) Vivere sino a 120 anni: ecco spiegato come Quel tic a zampa sciolta Rubriche 19 Filo diretto 28 Info Marilab Marketing e pubblicità c/o Marilab srl - rif. Francesca Boldrini Tel. 06 56195237 - Fax 06 56195254 [email protected] Cristina Lucarelli - 335 8715700 La riproduzione e la ristampa, anche parziali, di articoli e immagini del giornale sono formalmente vietate senza la debita autorizzazione dell’editore. L’Editore è a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione. Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 423 del 19.10.2005 Finito di stampare nel mese di LUGLIO 2008 VIVENDI viene distribuita gratuitamente. PER CONTATTARE LA REDAZIONE DI VIVENDI, POTETE INVIARE UNA MAIL ALL’INDIRIZZO: Non dimenticate lo spazzolino! [email protected] [email protected] La salute vien mangiando 24 VIVENDI è una rivista trimestrale a carattere medico-scientifico edita da: Marilab srl Tutti pazzi per la pizza! 10 26 24 18 Editoriale a cura di Luca Marino La Sanità è alla resa dei conti. Nel senso che il fallimento del Piano di Rientro dal grosso buco economico, ha fatto la prima vittima. Si tratta dell’ex assessore Battaglia che ha pagato l’errore strategico di cominciare a tagliare in un settore, quello dei presidi accreditati, che ha costi certi (contro quelli “ballerini” della sanità pubblica) e per il quale una valanga di richieste si è riversata su strutture pubbliche inadeguate e carenti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti! Ma non vogliamo accompagnarvi alle vacanze con questioni tediose, seppure importanti per la nostra salute. è tempo di partire o, comunque, di rilassarsi. Un obiettivo che troppo spesso sfuma per colpa dei “caciaroni” o delle attività che provocano frastuono. Un rumore che, come ci spiega il neurologo, può portare anche a disturbi gravissimi. L’estate è anche voglia di spogliarsi e di liberarsi dell’inestetismo della peluria, una sindrome che si coniuga sempre più al maschile. Voglia di viaggi? Attenzione a come preparare la valigia per i figli e... non dimentichiamo lo spazzolino da denti, come raccomanda l’odontoiatra. La stagione è anche foriera di brutte sorprese che, dando ascolto ai consigli del medico, si possono evitare. Parliamo delle micosi, delle malattie sessualmente trasmissibili (attenzioni alle avventure di una notte!), dei disastrosi tentativi di tentare la scalata in bici del Passo del Pordoi o della depressione, in agguato quando si acuisce la solitudine da partenza (degli altri, amici o parenti che siano). Chi con il caldo riuscisse a mantenere la voglia di mangiare, scelga bene su quale cibo sfogare il desiderio: la dietologa ci insegna come abbinare il gusto alla giusta utilità idrosalino-vitaminica. Infine, con tante belle ragazze in costume da bagno, abbiamo scelto di farvi compagnia nella lettura con un’artista che ha iniziato proprio con quell’accessorio di abbigliamento la sua già interessante carriera: Francesca Chillemi ovvero Miss Italia 2003. Buona lettura, dunque, e buone ferie. di Valeria Bilancioni VIVENDI 6 Ora le odia ma in passato sono state il toccasana per non ammalarsi mai. FRANCESCA CHILLEMI, Miss Italia 2003, ci parla del suo rapporto con la salute e delle sue abitudini alimentari DICA 33 - IL PERSONAGGIO Uova crude? No, grazie! Adesso come ti regoli? Parto con una colazione salata, piuttosto che dolce, ed ho eliminato i dolcificanti preferendo le bevande amare o trattate con lo zucchero di canna. Per il resto mangio quello che è funzionale al mio organismo, non rinunciando a niente ma dosando carboidrati, grassi e proteine. 7 VIVENDI DICA 33 - IL PERSONAGGIO Q uando noi di Vivendi la contattiamo per concordare l’intervista dobbiamo rispettare una richiesta fondamentale: aspettare che lei cucini e richiamarla con tutta calma dopo il pranzo... Già... l’alimentazione, uno dei segreti di bellezza di Francesca Chillemi, Miss Italia 2003, oggi apprezzata conduttrice e attrice di fiction di successo. Per la nostra testimonial di benessere si parte da ciò che si mangia per sentirsi bene con se stessi. “Seguo un’alimentazione funzionale – racconta Francesca – che riesce a mantenere in equilibrio tutto l’organismo. È studiata sulla persona ed è stata necessaria dopo che, iniziando a lavorare nel mondo dello spettacolo, ho dovuto modificare il mio stile di vita, alterando il mio bioritmo e incorrendo in disordini alimentari”. E da piccola eri una bimba in salute? Direi proprio di sì. Mai sofferto di disturbi particolari e mai ricorsa alle cure dei medici. Fino a nove anni, però, ero inappetente, quindi i miei genitori mi davano tante vitamine per sopperire a questo disagio... E poi quelle uova... un incubo... A cosa ti riferisci? Alle uova crude, ogni mattina. Me le dovevo bere con un po’ di limone. Dicevano che facevano bene alla salute ma erano un vero tormento. Il ricordo, ancora oggi, mi fa rabbrividire. A proposito di cibo, raccontaci qual è il rapporto con l’alimentazione delle ragazze, durante il concorso di Miss Italia. Di cibo a Salsomaggiore ce n’è fin troppo. Nulla viene lasciato al caso e le concorrenti hanno a disposizione quello che serve per alimentarsi al meglio e ad arrivare in forma alla serata finale. Certo a volte la stanchezza fisica delle giornate di preparazione ti spinge a divorare tutto... mentre prima della finale si sta un po’ più attente limitandosi nella scelta del cibo. Insomma, vietato non mangiare! Certo. È sbagliato saltare i pasti o eliminare completamente un determinato tipo di alimento. Così non si raggiunge alcuno scopo e si rischia di compromettere il proprio organismo. Alle ragazze come me che spesso si guardano allo specchio desiderandosi diverse dico di imparare ad accettarsi così come sono. Nella vita bisogna capire che, spesso e volentieri, la differenza la fanno proprio i difetti e le imperfezioni, che rendono una persona unica e diversa da tutte le altre. L’attenzione al corpo fa fissare su un solo scopo e toglie il pensiero della vita. Il cibo invece è importante e, se si ha troppa paura di ingrassare, meglio affidarsi ad un nutrizionista per non sbagliare. Preferisci la medicina tradizionale o i rimedi alternativi come l’omeopatia? Fortunatamente non sono una ragazza che si affida alle medicine. Godo di buona salute e anche quando ho mal di testa o qualche malanno di stagione, cerco di resistere o magari prendo soltanto un’aspiri- Quando vai al mare come ti proteggi dal sole? In verità ho la pelle molto delicata che più che avere problemi sotto il sole si irrita spesso con le creme che non hanno un PH appropriato al mio. Sanità pubblica o privata? Pubblica sicuramente. La sanità deve essere per tutti e di tutti. Foto gentilmente concesse da Agenzia Vegastar e Ufficio Stampa Miss Italia. “Non ho mai provato i rimedi omeopatici. In casi di necessità meglio ascoltare più pareri medici prima di abbandonarsi ai rimedi fai da te o a qualcosa di nuovo rispetto al già conosciuto.” I tempi stanno cambiando. L’età media in cui una ragazza scopre il sesso, per esempio, è scesa a 12 anni. Ti ritrovi in questo ritratto della gioventù d’oggi? Assolutamente no. La donna sta perdendo il suo ruolo nella società. Sempre più donne giocano a fare gli uomini, credendo che un tipo di emancipazione del genere possa renderle migliori agli occhi degli altri. Non c’è niente di più sbagliato. Su questo mi sento molto meridionale. Mi piace la donna che riesce a sentirsi tale e appagata nella differenza di genere. Perché cambiare l’ABC di una volta? Essere donne, restando al proprio posto, è quanto di più edificante ci possa essere! Come è cambiata la tua vita dopo la vittoria al concorso di Miss Italia? Ho avuto tempi di lavoro sempre più stretti e ho imparato a gestire lo stress e le ore di sonno in meno. C’è voluto un po’ ma adesso riesco a proteggere me stessa dal cambiamento, restando sempre la Francesca di una volta. Quando posso vado in palestra e faccio lunghe sedute di Pilates... un tipo di allenamento che consiglio a tutti i lettori di Vivendi! 9 glossario VIVENDI 8 Vitamine: sono composti organici essenziali per l’uomo; sono incluse tra quei micronutrienti che devono essere assunti con la dieta quotidianamente poiché non vengono sintetizzati dall’organismo umano. La scoperta delle vitamine nacque dalla constatazione che una dieta a base di carboidrati, lipidi, proteine e sali minerali non era sufficiente a garantire lo sviluppo e la sopravvivenza degli individui ma che era necessario addizionare anche degli opportuni fattori di crescita. L’assunzione di vitamine deve essere costante nel tempo; attualmente però solo di alcune di esse sono note esattamente le quantità giornaliere raccomandabili (vitamine A, D, PP, acido folico, B1, B2, B6, B12). Per le altre si tende a far riferimento ad un intervallo di sicurezza. Il fabbisogno vitaminico varia a seconda dello stato fisiologico e/o patologico dell’individuo: età e sesso, ma anche in gravidanza e durante l’allattamento, per esempio, è necessario aumentarne l’assunzione. PH: è una abbreviazione chimica che sta per “potentia hydrogenii” e rappresenta la concentrazione di ioni idrogeno presenti nella composizione chimica di una sostanza. A seconda del valore di pH distinguiamo sostanze acide, neutre o basiche (alcaline). La scala di pH si estende dal valore 0, cui corrisponde la massima acidità, al valore 14, cui corrisponde la massima basicità. Il pH 7 è neutro. L’acqua ha pH 7, neutro. I saponi tradizionali hanno un valore superiore a 7, sono quindi alcalini, mentre la nostra pelle ha un pH acido, con un valore intorno al 5. glossario VIVENDI DICA 33 - IL PERSONAGGIO na, soprattutto quando so che devo lavorare e rimettermi in forma in tempi record. Non ho mai provato i rimedi omeopatici. Posso dire che, in casi di necessità, meglio ascoltare più pareri medici prima di abbandonarsi ai rimedi fai da te o a qualcosa di nuovo rispetto al già conosciuto. Francesca Chillemi nasce a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il 25 luglio 1985. Nel 2003 viene eletta Miss Italia con il numero 070, ricevendo la corona da Claudia Cardinale. Dopo la vittoria inizia a lavorare in TV, partecipando alla serie Un medico in famiglia 4 e ad alcune trasmissioni televisive di Rai Uno come I raccomandati, al fianco di Carlo Conti e dell’ex velina Giorgia Palmas, e Italia che vai, con Luca Giurato e Guido Barlozzetti. Tipica bellezza siciliana, nel 2004 cede la fascia e la corona di Miss Italia alla bionda piemontese Cristina Chiabotto, mantenendo il ruolo di testimonial di Deborah, principale sponsor del concorso. Nel 2005 conduce per Rai Uno Varietà - Aspettando Miss Italia, Sognando tra le note, Miss Italia: la sfida comincia e partecipa a Sanremo contro Sanremo, condotto da Carlo Conti; inoltre, diventa testimonial del marchio Miluna. Nel 2006 entra nel cast della serie tv di Canale 5, Carabinieri, dove interpreta il ruolo di Laura Flestero. Nel 2007 è coprotagonista con il ruolo di Verna in Gente di mare 2 e diventa testimonial della campagna di sensibilizzazione per la sicurezza stradale. È anche sul set de Il commissario Montalbano. DICA 33 - IL PERSONAGGIO UNA MISS IN DIVISA Il rumore è la principale minaccia nelle nostre giornate estive. La quantità del frastuono, soprattutto di notte, incide sui nostri equilibri, sino al punto di provocare conseguenze letali. E state, la voglia di riposo è messa in pericolo dal rumore. In un periodo dell’anno nel quale si tende a vivere all’aperto o in casa con le finestre spalancate, il fracasso diviene un elemento di disturbo forte. Una minaccia che altera gli equilibri biologici, turba la nostra personalità e suscita problemi di salute sino alla morte. Per comprendere il “peso” che il rumore ha nella nostra esistenza, permettetemi il ricorso ad un’immagine. La vista di un vasto prato verde evoca una sensazione di tranquillità maggiore rispetto a quella di una città piena di auto; ebbene, ciò non dipende soltanto dal piacere che evoca la visione di un tappeto verde rispetto ad un insieme di colori o di grigi ma anche dal silenzio che associamo all’idea del prato piuttosto che a quello della città. Il rumore di fondo, nella maggior parte dei casi non percepito coscientemente, è continuamente presente soprattutto nei centri abitati e, allo stesso modo delle sostanze tossiche ambientali, costituisce una forma di inquinamento. L’udito è tra i cinque sensi quello che ha il maggior potere di scatenare uno stato di allarme e di allerta generale dell’organismo. Già nel 600 a.C. i suoni elevati venivano considerati un problema, le professioni particolarmente rumorose infatti, come la lavorazione dei metalli, venivano allontanate dall’abitato cittadino. I suoni che contribuiscono all’inquinamento acustico non raggiungono la soglia dei 90 decibel (dB) oltre la quale si parla invece di “pericolo rumore” che può provocare danni uditivi specifici. Per avere un’idea della entità del suono, il fruscio delle foglie ha un’intensità di 20 dB, in discoteca o ad un concerto i suoni raggiungono gli 80-115 dB. Un rumore può iniziare ad essere fastidioso quando è superiore ai 40 dB di giorno ed ai 30 dB di notte. MALI DI STAGIONE Assordati da morire Specialista in Neurologia U.O.C di Neurologia Pol. Luigi Di Liegro Ospedale G.B. Grassi 11 VIVENDI MALI DI STAGIONE VIVENDI 10 Loreta Quaranta L’eccessiva esposizione a suoni di elevata intensità, presenti in casa o nell’ambiente urbano, può creare una serie di disturbi la cui gravità clinica è variabile e dipende, oltre che dall’entità e dalla frequenza del rumore, anche dalla sensibilità soggettiva individuale. L’inquinamento acustico influisce in maniera rilevante su molti aspetti della vita quotidiana e del benessere psicofisico, è infatti una delle principali cause del peggioramento della qualità della vita nei centri abitati. Gli effetti negativi oltre che sull’apparato uditivo possono ripercuotersi su vari organi ed apparati. In vari gradi l’inquinamento acustico può avere effetti sugli apparati: cardiovascolare (aumento della pressione arteriosa), respiratorio ed immunitario (aumentata prevalenza di infezioni), digerente (disturbi della digestione e gastrite), riproduttivo (modificazioni del flusso sanguigno utero-placentare) e sul sistema nervoso centrale (SNC). I problemi più comunemente riscontrati a carico del SNC sono i disturbi del sonno, della concentrazione, la sensazione di affaticamento, l’ansietà, l’irritabilità, l’annoyance, termine inglese che indica uno stato d’animo di disagio, fastidio, che modifica la capacità dell’individuo di relazionarsi con l’ambiente trasformandosi in una forma di stress. La maggiore fonte di inquinamento nelle città è costituita dal traffico automobilistico; ma anche aeroporti, fabbriche ed autostrade in prossimità di centri abitati, costituiscono un problema frequente. E nelle località turistiche diventa sempre più “ingombrante” la musica sparata nei pub e nelle discoteche oltre al fracasso di moto rombanti ed il vociare dei “nottambuli”. Negli ultimi anni si è verificata una cospicua produzione normativa da parte dei legislatori europei, nazionali e regionali sul tema dell’inquinamento acustico, sia in ambito lavorativo, sia in ambito civile. Essendo un problema conseguente allo stile di vita contemporaneo, è difficile ridurlo in maniera sostanziale. Tuttavia esistono delle strategie di difesa che possono ridurne l’impatto: finestre con doppi vetri, sistemi di insonorizzazione (rivestimenti di sughero o di tessuto su pareti e soffitti). Ed infine modificare alcuni comportamenti individuali può contribuire a tenere il rumore di fondo a livelli sotto-soglia; evitare di suonare il clacson, di ascoltare la musica o la TV a volumi troppo alti, produrre suoni fastidiosi in orari non consentiti, può avere un effetto benefico oltre che sui vicini di casa e concittadini, anche sul nostro apparato uditivo e sul sistema nervoso. Vacanze finite, umore sottozero VIVENDI 12 Psicologa e mediatrice familiare N el linguaggio comune diciamo di “essere depressi” quando ci capita di sentirci un po’ tristi per qualcosa: magari una brutta giornata sul lavoro, un’antipatica discussione con qualcuno o più semplicemente l’inizio della settimana o la fine delle vacanze. La tristezza è un’emozione umana ed è perfettamente normale attraversare dei momenti di sconforto in relazione a determinati eventi. “Non sentirsi bene” è un’espressione generica che può raccontare parecchie cose di un individuo. È l’espressione di un malessere fisico che può sottintendere un disagio psicologico spesso difficile da verbalizzare; più facile parlare del mal di stomaco, della cervicale o del mal di schiena. Ciò di cui si ha sempre maggiore consapevolezza è che un sintomo organico può essere la somatizzazione di un malessere interiore. Nel caso della depressione l’attenzione non va focalizzata solo su una condizione emotiva o affettiva; il 70% dei pazienti depressi, infatti, presenta dal principio anche sintomi fisici: dolenzie indefinite e diffuse, dolori addominali, mal di testa, inappetenza, insonnia. Questi casi rappresentano un’occasione per identificare l’eventuale MALI DI STAGIONE Annalisa Di Sabatino esordio di una sintomatologia depressiva, in una finestra di tempo in cui il medico di famiglia può avere un ruolo diagnostico, o quanto meno di sospetto e quindi di invio del paziente da uno specialista. Con il termine “depressione” gli psicologi indicano uno dei disturbi dell’umore, contraddistinto da una variegata combinazione di sintomi ed in grado di minare la capacità di una persona di affrontare la vita. La definizione scientifica oggi generalmente accettata è quella fornita dall’American Psychiatric Association nel “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali” (DSM IV-TR), nel quale, con il termine “Episodio Depressivo Maggiore” si fa riferimento ad un quadro clinico composto da sintomi di natura psichica (tristezza, disperazione, indifferenza, non provare sensazioni, vuoto interno, apatia, diminuita capacità attentiva e mnemonica, pessimismo, idee suicidarie, idee di rovina, auto-svalutazione, disistima, senso di colpa, ansia), psicomotoria (rallentamento, irrequietezza) e psicosomatica (insonnia o ipersonnia, senso di tensione, diminuzione di forze, vertigini, ipotensione, senso di peso sul petto e respiro affannoso, colite, perdita di appetito, perdita o aumento di peso, cardiopalmo, dolori diffusi). In generale è preferibile una definizione plurale - malattie depressive - per distinguere la forma di depressione minore, non sempre lieve, dove l’individuo conserva le sue funzioni professionali e capacità relazionali, da quelle forme appunto gravi, dove si manifesta la destrutturazione della mente - un vero e proprio sconquassa- Nel caso della depressione l’attenzione non va focalizzata solo su una condizione emotiva o affettiva; il 70% dei pazienti depressi, infatti, presenta dal principio anche sintomi fisici. mento, che può culminare nel tragico esito del suicidio; tra l’una e l’altra vi sono poi tutti gli stadi intermedi di gravità. La depressione è anche detta “il male oscuro” perché nascosto, come la maggior parte delle malattie mentali, per vergogna di un comportamento che devia, in maniera inspiegabile, dalla presunta normalità. Nascosta, la depressione, anche per una sua caratteristica intrinseca: l’isolamento dagli altri, la chiusura in se stessi dovuta alla perdita della speranza di guarire. Ma guarire si può, e si deve, a tutte le età; inutile colpevolizzare il malato, la famiglia (che può offrire un importante sostegno), la società, meglio invece rivolgersi ad un professionista del settore per avere una diagnosi tempestiva. 13 VIVENDI MALI DI STAGIONE La depressione è in agguato al rientro nella routine quotidiana. Come riconoscerla, cosa fare, come curarla. Con l’abbronzatura e l’esposizione in costume si incrementa anche negli uomini il desiderio di radersi i peli. Istruzioni per l’uso Con il caldo esplode la diffusione delle micosi cutanee, conseguenza dell’umidità prodotta dal sudore sul corpo. Come prevenirle e come trattarle U na volta i peli erano segno di virilità e di mascolinità. Oggi, invece gli uomini non si limitano più solo a radersi il viso. Depilarsi non è più un privilegio femminile o un tabù. Pionieri di questa nuova moda, che ci vorrebbe tutti glabri, tonici e con la pelle iper levigata, sono stati gli atleti. L’epilazione mette in risalto la muscolatura e, in alcuni casi, aumenta le performance sportive, oltre a facilitare ed esaltare l’abbronzatura. C’è anche un vantaggio igienico: i peli trattengono i cattivi odori provocati dalla sudorazione. Elemento che può, però, anche tradursi in condizione svantaggiosa: eliminare i peli significa ridurre la capacità attrattiva dei feromoni. Per depilarsi, dunque, ci sono ottime ragioni: 1) Si suda meno, quindi si puzza meno. 2) Ci si sente più freschi, più puliti, persino più tonici. 3) La prima volta che ci si strofina addosso al(la) partner, essa/o dice “oh, però!”. 4) Riducendo l’attrito e migliorando l’impatto aerodinamico, la depilazione favori- sce la pratica di diversi sport, il massaggio e vari trattamenti fisioterapici. I metodi più diffusi sono il rasoio, elettrico e non, e le creme depilatorie. Anche se, da alcuni anni, sempre più uomini ricorrono al laser per ottenere un risultato duraturo. I machi lo richiedono soprattutto per la zona toracica, il dorso e spesso anche per la barba, soprattutto quando si estende al collo e alle orecchie. La luce del laser colpisce il pelo e lo scalda, il calore prodotto viene trasmesso al bulbo, danneggiandolo, e quindi inibendo la ricrescita. Per rendere il risultato definitivo si devono effettuare più sedute di mantenimento. La cosmetica si sta adeguando velocemente alle richieste maschili. Oggi i prodotti depilatori “only for men” sono efficaci e indolori e facili da applicare su gambe, torace e schiena. È importante preparare la pelle con un esfoliazione delicata prima della depilazione e reidratare la zona trattata con un prodotto per il corpo a base di aloe e sostanze decongestionanti. La peluria maschile è molto diversa da quella delle donne: è più fitta e consistente e cresce in tutte le direzioni. Le obiezioni più comuni alla depilazione maschile, per quanto assumano forme fantasiose, alla fine sono quasi sempre riconducibili ad un unico tabù sociale: depilarsi è considerato bizzarro e poco virile. Poiché l’asportazione totale full-body è una soluzione che dona solo a chi abbia un fisico privo di difetti, e fa sembrare tutti gli altri dei polli spennati pronti per il forno, il consiglio per chi fosse curioso di provare è quello di ridurre drasticamente la lunghezza dei peli senza eliminarli del tutto. Il timore diffuso, poi, riguarda la ricrescita: il ritorno dei peli provoca disagio e pungiture? È una delle obiezioni (sensate) più frequenti quando si parla di depilazione. In realtà, chiunque pratichi la depilazione totale sa che la sensazione di prurito dovuta alla ricrescita si verifica solo le prime volte e per un tempo breve - al massimo un paio di giorni. Eventuali disagi dovuti al pungere della ricrescita si verificano quasi esclusivamente nelle zone in cui lembi di pelle sono continuamente a contatto (il caso classico è la zona perianale dove si uniscono i glutei). Tutta da dimostrare invece la teoria popolare secondo la quale tagliando i peli essi si rinforzerebbero e diverrebbero più lunghi e duri. Nonostante questo possa essere vero in alcune zone, il disagio dovuto al fenomeno è fortemente ingigantito, anche se probabilmente si verifica in misura limitata in qualunque zona in cui non siano mai stati tagliati i peli. Il che non ha mai impedito a nessuno di farsi la barba. Josè Maria Lops Dermatologo L’ estate è la stagione in cui più facilmente siamo colpiti dalle micosi cutanee. I “funghi” si sviluppano più frequentemente negli ambienti umidi e quindi nelle pieghe della pelle (inguinali, ascellari, interdigitali, sottomammarie e solco intergluteo) che d’estate sono di norma bagnate dal sudore. Quella più diffusa è la Pitiriasi Versicolor, anche detta “fungo di mare” perché spesso si evidenzia dopo un’esposizione solare, ma- nifestando delle macchie bianche di piccole dimensioni che spiccano sull’abbronzatura. Interessa generalmente il petto, la schiena e le braccia. Questa micosi non dà sintomi, non è contagiosa e qualche volta guarisce spontaneamente; potremmo considerarla un inestetismo più che una patologia. Tutte le altre micosi (la Tinea Pedis, la Timea Crucis, l’Intertrigine Candidosica) possono interessare qualunque parte del corpo, ma più spesso le pieghe cutanee. Questo avviene perché nelle pieghe più facilmente ristagna il sudore e negli ambienti umidi più facilmente si sviluppano le micosi. I sintomi più frequenti sono prurito e rossore cutaneo. Se può sembrare difficile ridurre la sudorazione, è sicuramente più facile non rimanere con indosso indu- menti bagnati, ad esempio dopo un bagno in mare. Questa scorretta abitudine, che mantiene un ambiente umido e macera la cute, facilita l’impianto delle micosi. La prevenzione si può basare su questi due semplici interventi: 1) non usare indumenti sintetici ma preferire quelli in cotone o in materiale “tecnico” che è specifico per mantenere la cute asciutta pur sudando; 2) non sottovalutare zone cutanee “arrossate”, che sono spesso l’anticamera delle micosi, contattando al più presto il proprio medico se queste persistono per più di due giorni. La terapia con antimicotici dura pochi giorni nella Pitiriasi Versicolor e fino ad un mese nelle altre forme di micosi. MALI DI STAGIONE Estate, tempo di funghi 15 VIVENDI MALI DI STAGIONE VIVENDI 14 Lisci come pupi: la depilazione al maschile È esplosa l’estate: il tempo del sole, dell’allegria, dell’energia manifesta. Messo da parte il torpore invernale, siamo indotti a modificare più o meno drasticamente le nostre abitudini, tra tutte anche quelle alimentari. Cosa cambia, o cosa dovrebbe cambiare, nella nostra alimentazione con l’avvento delle calde giornate estive? Sicuramente il primo cambiamento riguarda l’apporto calorico totale. Se l’inverno ci ha portato ad un’assunzione calorica medio-alta è tempo di diminuire le calorie introdotte con gli alimenti: non è infatti più necessario “velocizzare il carburatore” per difenderci dal freddo, al contrario cercheremo di diminuire l’impegno digestivo preferendo cibi freschi e leggeri. Il grasso superfluo non ci serve più, non dobbiamo più “isolare” il nostro organismo con uno strato di adipe, anzi dobbiamo permettere lo scambio più totale tra noi e l’ambiente esterno: l’energia invernale accumulata deve aprirsi all’esterno e liberarsi. Diminuiamo quindi il consumo di alimenti ricchi di grassi, soprattutto animali (burro, carni grasse, insaccati, formaggi grassi, yogurt interi, dolci, creme) e aumentiamo le entrate di grassi mono e polinsaturi (olio extra-vergine d’oliva, pesce azzurro, frutta Dietoterapista, specialista in nutrizione, malattie metaboliche, obesità. Specializzata in nutrizione clinica e disturbi del comportamento alimentare. Floroterapista con fiori italiani, di Bach e californiani. secca). Ricopriamo le nostre tavole di frutta (almeno 400 g al giorno) e verdure (almeno 500 g al giorno). I frutti e le verdure estive sono ricchissimi d’acqua al contrario di quelli tipicamente invernali perché la natura sa di cosa ha bisogno il nostro corpo in ogni momento dell’anno. Sotto il sole cocente dell’estate c’è bisogno di acqua e sali minerali (anguria, melone, pomodoro), per i raggi ultravioletti c’è bisogno di beta carotene (carote, melone, peperoni), per il sudore emesso e la conseguente perdita di minerali c’è bisogno di integratori naturali di potassio (albicocche, melone, pesche). Ma un’avvertenza vale più delle altre: beviamo tanta acqua! Se in inverno la quantità media raccomandata è di 1 ml per kcal consumata, in estate arriviamo a 1,5 ml per kcal. Sconsigliati vivamente gli alcolici ed i superalcolici: dissetano poco ed, in parte, vengono dissipati dall’organismo sotto forma di calore (cosa di cui certamente non abbiamo bisogno...). Inoltre, per prevenire le frequenti tossinfezioni alimentari tipiche di questo periodo, è importante consumare cibi freschi, cotti al momento e consumati subito. Antonio Di Florio Specialista in Cardiologia L’ acqua è la sostanza inorganica che tra tutti gli alimenti risulta la più necessaria, soprattutto sotto l’aspetto quantitativo. Infatti costituisce circa il 65-75% in peso del corpo nell’adulto e fa da veicolo a quasi tutti i processi metabolici. La sua assunzione è mista: in parte l’acqua è contenuta in molti alimenti (soprattutto ortaggi e frutta, ma anche carni e latticini), in parte si forma per degradazione degli alimenti nella digestione; in parte assumendo bevande, con le quali l’organismo compensa le sue necessità con lo stimolo della sete. L’acqua è, per definizione, un minerale. Chiamare “minerale” solo l’acqua da tavola venduta in bottiglie e più o meno gasata con anidride carbonica, è quindi inesatto. Il metabolismo idrico, estremamente complesso, è regolato da numerosi meccanismi, ed è inseparabile dal metabolismo degli elettroliti (soprattutto sodio e potassio); viene perturbato in numerose malattie (cardiache, renali, epatiche) e regolato volontariamente dal soggetto con le entrate (soprattutto bevande). Omettendo i complicati aspetti ormonali della regolazione dell’acqua, vorrei sottolineare che le perdite inevitabili di Aiutate nonno a bere il giusto 17 acqua (urine, feci, sudore, perspiratio) ammontano mediamente a 2,5 litri, ed altrettanto è il fabbisogno (30-40 ml/kg/giorno) coperto con le bevande (1,5 litri o più), con gli alimenti (0,5 litri) e con l’acqua endogena formatasi con i processi ossidativi (0,3 litri). L’entrata di acqua deve compensarne a breve termine l’uscita (bilancio idrico) perché la perdita di solo il 10% di acqua (poco più di 4 litri) provoca l’insorgenza di gravissimi disturbi funzionali e se raggiunge il 20% porta alla morte. Si può sopravvivere anche per un paio di mesi senza mangiare, ma non più di 5-6 giorni senza bere. Nei soggetti anziani è frequente un deterioramento dei centri ipotalamici deputati ad inviare a breve termine gli stimoli della sete; pertanto visto che con l’estate la sudorazione, ma soprattutto la perspiratio (perdita inconsapevole di liquidi con il vapore acqueo che emana dal corpo), aumentano considerevolmente (fino anche a 4 litri), bisogna abituare gli anziani ad assumere in continuazione piccole quantità di liquidi anche in assenza dello stimolo della sete. Tale abitudine preserverà il deterioramento di alcuni apparati a causa dello squilibrio idro-elettrolitico indotto dalle alte temperature e soprattutto dall’umidità. VIVENDI MALI DI STAGIONE VIVENDI 16 Mangiare con l’afa, istruzioni per l’uso Federica Razzi MALI DI STAGIONE L’acqua è un elemento indispensabile per l’equilibrio organico di noi tutti. Negli anziani l’alterazione dello stimolo della sete in estate potrebbe essere rischiosa Il caldo porta con sé la necessità di meglio calibrare l’alimentazione in ragione di kilocalorie, apporto idrico, introduzione di vitamine e sali minerali VIVENDI 18 Simona Piccinini Pediatra consulente Marilab F inalmente in vacanza! Dopo un anno di studio, lavoro e stress, è finalmente arrivato il momento di andare in vacanza a ritemprarsi e a recuperare tutte le energie consumate. Se la famiglia è allietata dalla presenza di un bebè, allora per tutelarlo bisogna seguire alcune semplici regole. A differenza degli adulti, infatti, il bambino ha bisogno di 2 o 3 giorni per adattarsi a un nuovo ambiente e alle relative differenze climatiche. Gli effetti post viaggio, i cambiamenti di clima e di abitudini possono rendere il bambino irritabile, fargli subire alterazioni dei ritmi del sonno, causargli stitichezza. È opportuno allora unire più giorni di vacanza (almeno una settimana) e garantire così al bambino il tempo necessario a superare lo “stress”. Inoltre è bene evitare di viaggiare nelle ore troppo calde, qualunque mezzo si usi, perchè il bimbo piccolo ha un sistema di adattamento alle temperature esterne (termoregolazione), molto meno efficiente dell’adulto. Dove andare? Mare o montagna? Sono domande inevitabili se vogliamo che la vacanza non si trasformi in un inferno o, peggio ancora, in un pericolo per il piccino. Mare Il mare è una destinazione decisamente indicata a tutti i bambini, specialmente a quelli soggetti ad allergie. L’esposizione al sole, poi, fa bene al bambino perché consente all’organismo di produrre vitamina D utile allo sviluppo della struttura ossea. A luglio e agosto è consigliabile portare il piccolo in spiaggia tra le 8 e le 10,30 di mattina e dopo le 4 del pomeriggio. Questi orari gli consentono, inoltre, di consumare i pasti principali a casa e di fare il sonnellino in tutta tranquillità. Montagna Il bambino può essere portato fino a quota 2.500 metri senza grossi problemi. Oltre ai 1500 metri di altitudine, la montagna è benefica anche per i bambini allergici ai pollini, grazie all’aria pura. In ogni caso, qualunque sia la destinazione scelta, è bene sapere che le vacanze non mancano di diritti per il bambino. La Società Italiana di Pediatria ha stilato un documento definito “La carta dei Diritti del bambino in vacanza” comprendente i seguenti punti: Diritto al rispetto Di fondamentale importanza nella vacanza di un bambino piccolo è il rispetto dei suoi tempi, con particolare riguardo soprattutto a quelli relativi all’alimentazione e al riposo. Diritto al gioco e al riposo Durante le vacanze i piccoli hanno il diritto di riposare, giocare e divertirsi liberamente, accantonando ogni impegno. Diritto alla sicurezza Ci sono delle regole conosciute ormai da tutti che però è sempre bene ricordare. Quando si viaggia in macchina, per esempio, bisogna sempre utilizzare il seggiolino appropriato all’età del bambino e, quando ha superato l’età del seggiolino, farlo sedere sui sedili posteriori, proteggendolo con la cintura di sicurezza. Viaggiare con un bambino in braccio, mette in serio pericolo la sua incolumità. Nel caso in cui si affronti un viaggio in auto senza aria condizionata, è sempre bene evitare le ore più calde della giornata. Se il viaggio è lungo, poi, bisognerebbe sempre prevedere delle soste durante il tragitto. portare biberon di acqua o camomilla e di latte se il piccolo è allattato artificialmente, pannolini per il cambio, salviettine umidificate e, a seconda della stagione e della destinazione, una copertina o un golfino di lana. Attenzione ai colpi d’aria (se viaggiate con i finestrini abbassati o con l’aria condizionata accesa) e ai colpi di caldo. Ricordarsi di chiudere i finestrini quando si Idratazione costante: far bere spesso i bambini, soprattutto durante le giornate più calde. Bisognerebbe però evitare le bevande gasate, quelle zuccherate e, soprattutto, quelle troppo fredde. Alimentazione sana: durante il periodo estivo è fondamentale far mangiare ai bambini frutta e verdura fresca. Infine, prima di organizzare una vacanza, è importante informare il proprio pediatra: lui è in grado di fornire utili suggerimenti o, eventualmente, segnalare specifiche controindicazioni. “ Invogliata dall’articolo uscito sull’ultimo numero di Vivendi, Aprile-Giugno, sulla collaborazione del paziente nel segnalare osservazioni e suggerimenti al Gruppo Marilab, scrivo questa mia lettera per significare, invece, l’attenzione ricevuta dal personale medico di questo complesso sanitario. Sono Remine Annunziata, abito a Fonte Meravigliosa, molto vicino al Marilab, sono vedova ed ho un figlio disabile di 41 anni e per ogni evenienza siamo seguiti da tantissimi anni dal centro Marilab. Alessandro, mio figlio, ha contatti per i prelievi domiciliari con la Dott.ssa Mignucci, il Dott. Benassi lo segue come Broncopneumologo, e per le emergenze (come di recente quando ha avuto uno strappo muscolare alla spalla) possiamo contare sul centro anche per l’esecuzione di lastre ed ecografie. Inoltre possiamo utilizzare l’ascensore per l’accesso. Debbo inoltre dire che anche io se non avessi il Marilab vicino mi trascurerei più di quello che faccio. Un grande elogio quindi a tutte le persone, ai Medici per la cortesia e per la disponibilità nel contattare i pazienti e nell’aiutarli a risolvere i loro problemi. Cordialmente. Remine Annunziata Attenni Gentili lettori questa rubrica vi riguarda. Si tratta di uno spazio espressamente dedicato a Voi ed alla Vostra voce. Questo filo diretto Vi darà la possibilità di segnalare eventuali osservazioni, richieste, suggerimenti sui servizi da noi erogati, sull’accoglienza delle nostre strutture, sulla professionalità del nostro personale. Allo stesso tempo consentirà alla Marilab di ottenere un riscontro immediato e realistico sul raggiungimento degli obiettivi di qualità prefissati ma soprattutto sul livello globale di soddisfazione alla clientela, che rappresenta per l’azienda un obiettivo primario e costante. A tal fine vi prego di contattare il n° 06 56195237 o di inviare un fax al n°06 56195254. In alternativa potrete inviare una e-mail al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]. Sarà mia cura rispondere personalmente alle segnalazioni. Le osservazioni più significative verranno pubblicate in questa rubrica nei numeri successivi di Vivendi. Daniele Marino FILO DIRETTO MALI DI STAGIONE Tutte le cose da sapere prima di partire per la villeggiatura quando in famiglia c’è un mini-turista Diritto all’attenzione Attenzione ai raggi solari: l’esposizione al sole deve essere graduale e mai durante le ore centrali della giornata. È necessario ricordarsi di proteggere la testa del bambino con un capellino e usare creme solari ad alta protezione anche quando gioca sotto l’ombrellone. Dopo ogni bagno, in mare o in piscina, la crema protettiva va applicata nuovamente. Un accorgimento da prendere soprattutto nel periodo estivo, ma che a seconda delle zone che si visitano è valido tutto l’anno, riguarda le punture d’insetti. È molto importante proteggere i bambini, in particolare durante le ore di riposo, e, in caso di bambini molto piccoli, sarebbe preferibile l’uso di una zanzariera. Più vicini, più chiari, più efficienti 19 VIVENDI Vacanza a gogò purchè tuteli il bebè “ percorrono strade o gallerie fortemente inquinate dai gas di scarico degli autoveicoli, attivando il circuito interno. NON FUMARE assolutamente nella vettura ed effettuare numerose soste per far prendere un po’ d’aria al bambino, per dargli la pappa e per cambiarlo. Da considerare che fino al primo anno di vita i neonati non soffrono di cinetosi, ossia di mal d’auto (ma anche mal di nave, aereo, treno). Informarsi sulla presenza di una assistenza pediatrica nel posto dove si va in vacanza o nelle immediate vicinanze. Medico Sportivo L a salute è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo come assenza di malattia. I risultati degli studi epidemiologici osservazionali e le acquisizioni derivate da ricerche scientifiche sperimentali hanno dimostrato chiaramente negli ultimi decenni gli effetti favorevoli dell’esercizio fisico sull’organismo umano e sulle sue funzioni. Il ciclismo è una disciplina alla portata di tutti e ben si presta, come sport aerobico, ad essere praticato anche a livello amatoriale da soggetti di tutte le età e di ogni livello sociale. D’estate, poi, vittime dell’influsso imitativo suscitato dalle imprese del Giro e del Tour, in molti si buttano a testa bassa sul pedale. Il recente successo di questo sport, praticato oggi da gruppi sempre più numerosi, è un indicatore prezioso che ci avverte che qualcosa sta cambiando in meglio negli stili di vita della popolazione. La valenza positiva derivante dalla pratica regolare e costante del ciclismo consiste in una serie di effetti protettivi generali, al primo posto dei quali porrei la diminuzione dell’insorgenza delle cardiopatie ischemiche. L’azione protettiva esercitata sarebbe Sempre più nutrite le schiere dei ciclisti per uno sport decisamente benefico. A meno che non ci si illuda di poter emulare i campioni fondamentalmente in relazione all’aumento medio della sezione dei vasi coronarici e quindi alla miglior irrorazione del muscolo cardiaco. Altri effetti generali comprendono una maggiore capacità cardio-respiratoria, la tendenza a normalizzare la pressione arteriosa, la prevenzione dell’osteoporosi, del sovrappeso, il miglior controllo delle malattie metaboliche quali il diabete, l’ipercolesterolemia e l’ipertrigliceridemia. Da non sottovalutare inoltre gli effetti favorevoli sulla salute mentale, quali la riduzione dello stress, la sensazione di benessere che l’esercizio fisico adeguato all’età e alle capacità individuali comporta, l’aumento dell’autostima per i risultati raggiunti e, non ultimo, anche un incremento dell’efficienza intellettiva in relazione all’affinamento di alcune capacità sensoriali (discriminazione visiva, tempi di reazione, etc.) che si traducono in una maggiore efficacia dei processi cognitivi. Ma se gli effetti benefici della pratica del ciclismo sono stati ampiamente descritti, non bisogna dimenticare che esistono anche rischi per la salute derivati spesso dall’impreparazione, dallo scarso allenamento, dall’imprudenza, e dalla mancata effettuazione di prove per l’accertamento dell’idoneità sportiva. Ritengo infatti che l’accertamento dell’idoneità medico sportiva (e la conseguente pianificazione di un piano di allenamento idoneo) costituisca da sempre un sistema di sorveglianza della popolazione che si dedica allo sport e sia nel contempo un ottimo momento di medicina preventiva. MALI DI STAGIONE Mario Pascone 21 VIVENDI MALI DI STAGIONE VIVENDI 20 È l’estate bellezza! Ma Bartali non abita qui... VIVENDI 22 S ole, mare e libertà tutti insieme danno la formula “afrodisiaca” dell’estate, stagione ideale per nuovi incontri e nuove passioni. La calda stagione vede ridursi lo stress e crescere il desiderio sessuale. Il tempo libero, la maggiore frequenza delle uscite serali, gli eventi nei locali e sulle spiagge: tutti elementi in grado di agevolare il desiderio e facilitare l’eccitazione. La probabilità di avere rapporti sessuali durante le ferie estive aumenta di 11 volte rispetto al resto dell’anno. Il 63% degli italiani sostiene di avere rapporti sessuali con maggiore frequenza durante l’estate: gli uomini riferiscono un aumento dell’attività nel 66% dei casi, mentre per le donne la percentuale scende lievemente al 60% (Studio dell’Istituto di ricerche Demoskopea). Sebbene dalla stessa indagine risulti che in estate cresce per il 57% anche il ricorso alla contraccezione, ed il preservativo è il metodo più utilizzato, ancora tre persone su dieci fanno ritorno dalle vacanze con “souvenirs indesiderati” quali le Malattie Sessualmente Trasmesse (MST). Nell’Europa Occidentale si verificano circa 17 milioni di nuovi casi di contagio all’anno, nelle età comprese tra i 15 e i 49 anni. Senza contare che oggi le MST più pericolose non colpiscono solo i classici ‘gruppi a rischio’: le fonti di infezione non sono più rappresentate esclusivamente dai rapporti mercenari, ma soprattutto da quelli occasionali che vedono tra i più giovani i preferenziali “eletti” al contagio. Per questo motivo la prevenzione resta un caposaldo della lotta alle MST: la promozione all’uso dei profilattici ed un’adeguata educazione sessuale dovrebbero trovare nella scuola la prima sede dove incrementare il livello di coscienza nella popolazione giovanile a maggior rischio. Avvisi preventivi sono utili inoltre per chi si reca nei paesi in via di sviluppo. Le malattie sessualmente trasmesse coinvolgono prevalentemente la sfera sessuale e riproduttiva, ma possono creare anche problematiche psicologiche ed economiche, poiché spesso costringono all’astensione dall’attività lavorativa. Inoltre, essendo indici di comportamenti sessuali ad alto rischio, possono presentarsi nello stesso individuo infezioni multiple che, per effetti sinergici o di interferenza, si presentano con quadri clinici complessi, spesso gravi o con tendenza alla cronicizzazione. L’uso del profilattico, quindi, risulta essere il mezzo più appropriato per la prevenzione delle MST! Attualmente i principali responsabili delle MST sono la Neisseria Gonorrhoeae, i Micoplasmi genitali, la Chlamydia Trachomatis, il Papillomavirus umano e il virus dell’Herpes Simplex. Non è da tralasciare tuttavia l’infezione da Treponema Pallidum che causa la sifilide, “il fuoco dell’amore che riscalda Andrea Fabbri Primario di Endocrinologia Ospedale S. Eugenio Roma Professore Associato di Endocrinologia Università di Roma Tor Vergata le acque” di Shakespeare, malattia venerea tutt’altro che “passata”, dall’incidenza annuale di 12 milioni di nuovi casi nel mondo! Le MST più aggressive, in particolare le infezioni da herpes, sono trasmissibili anche tramite baci e petting, sempre per contatto diretto con i liquidi organici infetti. La maggior parte delle MST si manifesta inizialmente nelle zone del corpo in cui è avvenuto il contatto e, mentre alcune di queste malattie sono semplicemente fastidiose, altre, se non curate, possono estendersi e causare danni irreparabili come sterilità, lesioni cerebrali o cecità. È quindi opportuno, oltre che responsabile, tutelarsi da simili “inconvenienti” cosicché delle vacanze estive possano restare solo fotografie ed una bella abbronzatura, e non la positività ai test di laboratorio prescritti dall’infettivologo! Francesco Ferrini Odontoiadtra I batteri del cavo orale non vanno mai in vacanza, soprattutto quando siete in villeggiatura e cambiate abitudini alimentari, cibi e bevande F in da piccoli ci è stato sempre raccomandato di lavare bene i denti perché quel nemico invisibile che è la placca batterica poteva provocarci quel fastidioso inconveniente che è la carie. In realtà quando si parla di placca batterica pochi sanno cos’è realmente e soprattutto non sanno gli effettivi danni che questa comporta. Si è portati spesso a credere che le patologie riguardanti la bocca siano esclusivamente inerenti ai denti, ma non è così; molti sono i batteri responsabili di una malattia se colpisce il parodonto, sostegno indispensabile per la stabilità e l’integrità del dente nella sua sede. Il parodonto è costituito da gengiva, legamenti ed osso e quando questi vengono distrutti dalle tossine di questi batteri il dente inizia a muoversi e, nei casi più gravi, cade. Per fortuna oggi abbiamo a disposizione tutti i mezzi necessari per contrastare e rallentare la formazione della placca batterica. Bastano poche procedure: uno spazzolino, del filo interdentale e un buon collutorio. Sono già iniziate le vacanze estive e si sa che in questo periodo si tendono a trascurare alcune abitudini giornaliere per rilassatezza o per pigrizia. Questo purtroppo non deve assolutamente accadere in quanto i batteri del cavo orale non vanno mai in vacanza: ne esistono più di seicento e anche se noi restassimo per lungo tempo senza mangiare e bere questi continuerebbero a prolificarsi, a dare luogo alla formazione della placca e a tutto quello che ne consegue. In vacanza si cambiano alcune volte le abitudini alimentari, i cibi sono diversi, si assumono per il caldo più bevande alcune volte troppo acide: tutto questo potrebbe recare danno alla nostra bocca. Si è visto che l’uso regolare di questi presidi igienici riduce sensibilmente l’incidenza di queste malattie, un pezzettino di filo interdentale passato tra tutti i denti, due minuti effettivi di spazzolamento con uno spazzolino di durezza media con qualsiasi dentifricio e poi alla fine un minuto di sciacqui con un buon collutorio, possibilmente tre volte al giorno, sono le armi giuste per combattere qualsiasi patologia del cavo orale. Tali oggetti, date le loro dimensioni, non costituiscono ingombro, motivo per cui devono diventare per noi dei buoni compagni di viaggio. La salute della nostra bocca, infatti, dipende molto dalla volontà che noi abbiamo nel seguire determinate regole di igiene orale. Ora che ci avviciniamo al periodo estivo, e quindi alle sospirate vacanze, non dobbiamo dimenticare tra le tante cose di mettere nella valigia i nostri piccoli alleati per la salute orale. Dopo tutto un bel sorriso ci rende sicuramente più belli. MALI DI STAGIONE Il turismo sessuale o la seduzione “fuori casa” sono trappole pericolosissime: le malattie sessualmente trasmesse sono tristemente in agguato. Non dimenticate lo spazzolino! 23 VIVENDI MALI DI STAGIONE Viaggio di solo ritorno a prezzi altissimi VIVENDI 24 Tutti pazzi per la pizza! è quasi sempre la domanda che mi viene posta a conclusione di una visita: “Mi lascia almeno una pizza a settimana...?”. Ebbene si, sembra proprio che non si riesca a farne a meno: la pizza con in suoi colori e profumi rappresenta sempre un momento di gioia e condivisione fra amici... Ma proviamo a vedere un po’ più da vicino questo meraviglioso piatto unico della dieta mediterranea. In generale, dietologi e nutrizionisti non sono mai stati teneri con questo alimento; spesso perché è proprio alla base di fallimenti nutrizionali in virtù dell’importante apporto calorico, altre volte perché ne viene sottolineata la scarsa digeribilità (“dopo aver mangiato la pizza mi gonfio da morire!”, “ mi peso il giorno dopo aver mangiato la pizza e sono 1 kg in più!”). La pizza, così come il pane e la pasta (le 3 “P” tanto amate dalle donne...) rappresenta uno dei capisaldi dell’alimentazione italiana, la base di una piramide alimentare che vede proprio i carboidrati complessi (di cui la pizza è fondamentalmente costituita) come maggiori rappresentati della dieta quotidiana. Cerchiamo di comprenderne meglio l’aspetto nutrizionale: l’INRAN (ex istituto nazionale di nutrizione) per pizza pomodoro e mozzarella fornisce la seguente ripartizione su 100 g di prodotto: 271 kcal, 52,9 g di carboidrati, 5,6 g di proteine, 5,6 g di grassi. Cosa dedurre? Sicuramente che l’apporto di carboidrati (circa il 73%) ben si allinea alle indicazioni della dieta mediterranea, ma laddove si vadano ad analizzare i grassi ci si accorge che l’80% sono di origine animale (ossia prevale la quota del grasso della mozzarella o di eventuale strutto nell’impasto su quella dell’olio di oliva aggiunto). In più, certamente si deduce che la pizza non è ipocalorica: in media una pizza comporta un’assunzione di circa 900 kcal, cioè quasi il 50% del totale delle kcal giornaliere. Ma se smetto per un po’ di pensare con la mente “professionale” e mi affido al cuore (e alla gola...), posso e voglio dire che sicuramente stiamo parlando di un prodotto genuino, buono ed universale che merita competenza e passione da parte di chi la prepara e di chi la degusta. Per centinaia di anni, insieme agli spaghetti ed al pesce, la pizza ha rappresentato una delle principali fonti di sostentamento per Un turista su dieci soffre di colon irritabile, una condizione che rende quasi insopportabile la villeggiatura Dott. Marco Emilio Bazuro U.O.C. Gastroenterologia Ospedale S. Eugenio C’ è chi in vacanza evita di andarci. E se proprio non può evitare di partire, lo fa a malincuore. Subendo le conseguenze di quello che comunemente si chiama “sindrome da cambio d’aria”. In realtà la vera sofferenza per questi “turisti” del disagio è conseguente alla sindrome da Colon Irritabile (o colite spastica), gran parte della popolazione, soprattutto nel meridione italiano. Non è consigliato abusarne, ma una pizza ogni tanto, magari semplice, è assai meglio di hamburger, panini o fritti di vario genere. Amata tanto anche dai bambini, può essere un ottimo pasto per chi è particolarmente inappetente o difficile nell’accettare cibi nuovi. Non dimentichiamo, inoltre, un’altra importante caratteristica positiva della pizza: consente una serata allegra fuori casa senza lacrime per il portafoglio! Federica Razzi affezione molto frequente (colpisce circa il 10% della popolazione), più diffusa nelle donne, caratterizzata da sintomi vaghi quali dolori e gonfiori addominali e disturbi dell’evacuazione. Non esistendo un substrato o patologia organica alla base del colon irritabile, non esistono test o analisi specifiche per la diagnosi e questa spesso avviene per esclusione. Caratteristicamente esistono tre varianti sintomatologiche: - a predominanza diarrea (dolore associato all’emissione di feci liquide, acquose, BENE A SAPERSI Se le vacanze si... incolonnano con sensazione di urgenza evacuatoria. Evacuazioni ravvicinate, spesso al mattino e spesso correlate ad eventi stressanti quali esami da sostenere, stress lavorativi, lunedì mattina); - a predominanza stipsi (dolore crampiforme all’addome inferiore, associato ad evacuazioni poco frequenti, spesso caprine, con sensazione di evacuazione incompleta e sforzo al passaggio delle feci); - a predominanza dolore/dolenzia (dolore o malessere generalizzato, associato a gonfiore, distensione addominale, meteorismo e flatulenza). Trattandosi di una sindrome a forte componente psicosomatica, molti pazienti sviluppano una serie di abitudini, comportamenti ed attenzioni tutte mirate direttamente o indirettamente all’evacuazione ed alla attenuazione dei propri sintomi, spesso impostando la propria giornata, la propria alimentazione, il proprio lavoro, le relazioni sociali e la propria vita in funzione del proprio colon. Spesso questi pazienti mal gradiscono i cambiamenti delle proprie abitudini ed in questo senso vivono male le vacanze o i viaggi proprio perché rappresentano cambiamenti stressanti. A ciò si aggiungono spesso i cambiamenti di clima e di alimentazione (che per i pazienti affetti da colon irritabile è spesso routinaria) nonché il rispetto degli orari, la convivenza forzata e la scarsa igiene locale. Quali consigli dare? Cercare comunque di evitare alimenti “pericolosi” (legumi, funghi, cavolfiore, cicoria, cocomero), tenere a portata di mano farmaci antispastici, prepararsi psicologicamente per tempo e favorevolmente all’evento e cercare... di dimenticarsi del proprio colon. 25 VIVENDI LA SALUTE VIEN MANGIANDO Gustosa e irrinunciabile, è la dannazione di chi vuole buttare giù qualche chilo di troppo. Ma ha anche i suoi vantaggi, almeno per la nutrizionista VIVENDI 26 Il sistema di autocontrollo alimentare, obbligatorio per legge nella ristorazione, ci tutela dalle tossinfezioni da fornello C on la stagione estiva aumenta il rischio di contrarre malattie dovute ad una inadeguata igiene degli alimenti che consumiamo sia a tavola che fuori casa. Visto il ritmo della vita moderna si fa uso sempre più spesso di cibi a lunga conservazione oppure c’è l’abitudine di pranzare fuori casa con il rischio di non conoscere la genuinità di ciò che mangiamo. Gli alimenti, infatti, possono subire facilmente contaminazioni di tipo biologico, chimico e fisico causando tossinfezioni, intossicazioni e infezioni, anche se oggi si parla di “malattie di origine alimentare”. Nell’ambito di tali malattie si possono distinguere : - intossicazioni alimentari causate da tossine prodotte dal microrganismo contaminante (per es. la tossina prodotta dallo Staphylococcus Aureus, il Clostridium Botulinum e il Bacillus Cereus); - tossinfezioni alimentari dovute a tossine prodotte da microrganismi patogeni all’interno del tratto gastro-enterico (per es. Clostridium Perfringens, Bacillus Cereus, Vibrio Colera); - infezioni alimentari provocate dall’ingestione di microrganismi e successiva moltiplicazione all’interno dell’apparato gastro intestinale, (per es. Salmonella Spp, Listeria Monocytogenes, Campilobacter Spp). Oltre ai più comuni agenti di tossinfezioni alimentari dobbiamo aggiungere i cosiddetti “patogeni emergenti” ricordando il Coli157, produttore di una enterotossina. Gli alimenti coinvolti sono generalmente uova, pollame, frutti di mare, verdure e formaggi freschi. Le cause comuni di contaminazione degli alimenti sono: cottura e riscaldamento scorretti, scarsa igiene del personale addetto alla preparazione o al confezionamento, contaminazione di utensili, attrezzature usate per la lavorazione dell’alimento, temperature non adeguate, contaminanti chimici e corpi estranei negli alimenti. Soprattutto durante l’estate è importante tenere sotto controllo tutto il processo perchè con le temperature più elevate c’è un maggiore rischio di contaminazione microbica e di conseguenza danni alla salute del consumatore. Un modo di tenere sotto controllo il processo di lavorazione e stoccaggio sino al prodotto finale è il sistema di autocontrollo alimentare (H.A.C.C.P.) divenuto obbligatorio sia per i piccoli esercenti che per la ristorazione. L’obiettivo del sistema H.A.C.C.P. è quello di garantire preventivamente la sicurezza dei prodotti alimentari. Anche la Marilab, da sempre attenta alla salute dei suoi clienti, da anni si occupa di H.A.C.C.P., con un laboratorio accreditato e all’avanguardia secondo gli standard internazionali. Luca Marino Direttore Sanitario Marilab Center Dott.ssa Maria Loredana Frassanito Biologo, Direttore Tecnico Marilab Center, Responsabile Laboratorio H.A.C.C.P. L’ avevamo detto da più parti e pure a gran voce, eppure nessuno ci aveva ascoltato! Avevamo avvisato sia il nostro caro assessore alla Salute (ormai ex), sia tutti i suoi funzionari e collaboratori più stretti, gli avevamo spiegato che i soli tagli apportati al nostro settore non avrebbero risolto il problema del deficit della Regione Lazio. La spiegazione, tra l’altro, è molto semplice e intuitiva: come si può pensare che fare dei tagli ad un settore che assorbe non più del 3% della spesa sanitaria globale possa essere una soluzione ad un buco di più di 500 milioni di euro? A questo passo falso, poi, va aggiunto che l’aver bloccato il budget destinato al privato accreditato ha in- L’assessore regionale “licenziato” ha pagato per non aver avuto il coraggio di tagliare posti letto in esubero e di ridimensionare il costoso apparato amministrativo ciso sull’unico capitolo di spesa con costi certi e definiti per le casse regionali. Scelta che ha dirottato un incremento di richieste delle medesime prestazioni nell’ambito degli ambulatori pubblici, dove invece i costi sono tutt’altro che chiari e senza dubbio più alti. Con il risultato che la spesa è impazzita ed il famigerato Piano di Rientro è clamorosamente fallito. Il bilancio finale è stata la caduta dell’assessore Battaglia che ha pagato per non aver avuto il necessario coraggio ad intraprendere soluzioni drastiche e impopolari, quelle stesse soluzioni che adesso il presidente Marrazzo, che nel frattempo ha avocato a sé la delega alla salute, sembra sbandierare come unica via da intraprendere. Si ritorna, infatti, a parlare di posti letto in esubero rispetto alla media nazionale e di eccessiva spesa per il personale e per tutto l’apparato amministrativo in generale delle Aziende ASL e Ospedaliere. La questione non è affatto semplice; il Servizio Sanitario Regionale richiede una drastica ristrutturazione in cui si riesca a mettere al centro degli interessi le esigenze di salute del cittadino e non più quelle di un sistema ormai arrivato al capolinea e senza vie di uscita. Forse, oramai costretti dalle esigenze di bilancio, i nostri governanti si convinceranno a dare più spazio a realtà virtuose ed efficienti come la nostra e metteranno mano seriamente ai veri sprechi a cui, per anni, utenti e operatori, abbiamo tutti insieme assistito impotenti. BENE A SAPERSI Sanità, tutti i nodi vengono al pettine 27 VIVENDI BENE A SAPERSI Ricette sicure con dosi abbondanti di... H.A.C.C.P. Marilab ARTOSCAN Presso il poliambulatorio Caffaro è stato recentemente installato l’apparecchio per risonanza magnetica Artoscan. L’elevato contrasto tissutale e le caratteristiche avanzate di questo sistema a basso campo magnetico permettono di acquisire immagini di alto valore diagno- cologia che verrà seguito dal Prof. Fabio Romeo, il quale esercita la professione oncologica specialistica dal 1992 con particolare riguardo alle neoplasie del seno, polmone, apparato gastro-intestinale e genito-urinario con una specializzazione in Oncologia generale, diagnostica e preventiva. Il Prof. Romeo è inoltre il - Polso - Caviglia - Avambraccio - piede - Gomito La particolare architettura di queste macchine consente di eseguire esami di risonanza magnetica in modo rapido, conveniente e confortevole: il corpo del paziente è situato al di fuori dello scanner, con solo il braccio o la gamba inseriti nel magnete durante lo studio, consentendo così di esaminare agevolmente anche i pazienti claustrofobici. A differenza dei sistemi ad alto campo magnetico, inoltre, le macchine a basso campo sono particolarmente silenziose, rendendo l’esame un’esperienza totalmente priva di stress. Per ulteriori informazioni si invita la gentile clientela a contattare il centro Caffaro ai numeri 06 5134191 / 06 51600997. coordinatore responsabile del Centro di Prevenzione Oncologica per i dipendenti della Regione Lazio. Per ogni richiesta di informazione si prega la clientela di contattare la infoline 06 561951. APERTURA DOMENICALE Si informa la gentile clientela che il servizio di apertura domenicale per i prelievi, per la radiologia e per l’ecografia (quest’ultima solo presso il laboratorio Gamma) finora effettuato presso i centri di Ostia (Marilab Center), di Acilia, Fiumicino e Roma (Via Caffaro e Via Francesco P. da Cherso) sarà momentaneamente sospeso durante il periodo estivo per essere ripristinato in data 14 settembre. BENE A SAPERSI centemente istituito il reparto On- - Parte inferiore della gamba 28 29 VIVENDI VIVENDI 28 Presso il Marilab Center è stato re- - Mano MALI DI STAGIONE INFO MARILAB ONCOLOGIA - Ginocchio VIVENDI stico nei seguenti distretti: VIVENDI 30 Ne “Il manifesto della lunga vita” il risultato delle ricerche dei pionieri della medicina predittiva e preventiva. Una realtà che supera le pratiche anti-aging C he orizzonti apre oggi la ricerca scientifica per migliorare la qualità della nostra vita? Il volume “Il manifesto della lunga vita. La rivoluzione della medicina predittiva” (2007, Sperling&Kupfer Ed.), tentando di dare una risposta si apre con una visione di Umberto Veronesi: “Se il pensiero scientifico ci aiuta a non avere paura della morte, tanto più ci può aiutare a non avere paura della vita: la più lunga e la più sana possibile”. Pubblicazione scientifica che sottolinea i complessi cambiamenti in atto nel mondo della medicina, e che fornisce al lettore gli strumenti per iniziare un percorso che rivoluzionerà la sua prospettiva di vita, il libro nasce dall’esperienza di due scienziati di fama internazionale: Paolo Marandola, urologo che alla fine degli anni ’60 creò al San Matteo di Pavia il pionieristico Laboratorio Sperimentale di Trapianto Organi, e Francesco Marotta, unico medico europeo ad aver conseguito un PhD in Giappone, paese dove dirige il Noguchi Medical Research Institute. I due scienziati hanno coordinato i contributi di una cinquantina di studiosi, quotati in tutto il mondo, tra cui l’uomo dei rivoluzionari test predittivi, il coreano Woo Chul Moon, urologo e biologo molecolare dell’università Joong Ang di Seoul. Il libro, di lettura agile e appassionante, raccoglie i risultati scientifici delle ricerche compiute negli ultimi dieci anni sulla “medicina predittiva”: compito della scienza è trovare la strada per limitare il deterioramento di corpo e cervello, creando la prospettiva di una vecchiaia felice, indipendente e priva di costi sociali. E ciò risulta oggi già possibile, grazie ai progressi compiuti nel campo della Medicina Preventiva, della farmacologia, dell’alimentazione: non è un caso che l’aspettativa di vita si stia sempre più allungando. Si tratta di una vera rivoluzio- Fabiola Caroni Caposala Coordinatrice Day Surgery Marilab L’ impiego di tecniche sempre più sofisticate nel campo anestetico ed in quello chirurgico stanno affermando anche in Italia un modo di affrontare gli interventi operatori. Modalità che rendono sempre meno traumatico il rapporto del paziente con la propria patologia umanizzando al massimo i processi dell’assistenza e ottimizzando l’organizzazione delle strutture sanitarie. Stiamo parlando del Day Surgery o chirurgia di giorno. La Day Surgery consente di erogare in un tempo breve (con ricovero di durata inferiore a 12 ore) prestazioni di elevata qualità, coniugando efficienza ed efficacia a costi contenuti e con una bassa percentuale di complicanze. Per i pazienti che necessitano di interventi chirurgici o procedure diagnostiche o terapeutiche con ricorso ad anestesia, (topica, locale o locoregionale) rappresenta una valida alternativa al ricovero ordinario. Si umanizza così l’assistenza, fornendo ai pazienti un trattamento appropriato in ambiente protetto, evitando il ricovero notturno e trasformando l’intervento chirurgico in un’interferenza minima nelle abitudini di vita, e non una situazione invalidante; la ripresa precoce delle normali attività e la rapida reintegrazione nell’ambiente familiare sono un Sempre più day, sempre meno hospital fattore determinante per la scelta di questo regime. Le finalità della Day Surgery sono fondamentalmente: 1) riduzione del disagio legato all’intervento; 2) sicurezza durante il percorso diagnostico-terapeutico; 3) porre al centro dell’attenzione il malato, utilizzando le prove di efficacia e garantendo la continuità delle cure anche dopo la dimissione. È importante che il personale abbia buone capacità relazionali e di comunicazione per individuare i disagi dell’utente e controllare le difficoltà, l’ansia e la paura legate al percorso chirurgico affrontato in brevissimo tempo. È necessario pertanto fornire adeguate informazioni sulle procedure. La paura del dolore, la possibilità di complicanze sono fattori che possono influire negativamente su questo nuovo modello organizzativo. Il tempo di contatto tra il personale sanitario e il paziente è molto più breve ed intenso rispetto al ricovero ordinario, per cui non ci possono essere malintesi, dimenticanze e trascuratezze. L’informazione deve essere globale, corretta, approfondita, semplice ed estesa ai familiari, tranquillizzando il paziente e fornendogli un valido aiuto per il periodo post-operatorio. Inoltre l’uso di nuove tecniche di anestesia, con effetto di breve durata e controllo del dolore, danno sicuramente dei benefici per l’utente e la sua famiglia: recupero post-operatorio precoce e rapida ripresa mentale e fisica. Con l’uso dell’anestesia locale il paziente partecipa attivamente, l’atmosfera quindi in sala operatoria è più rilassata con procedure standardizzate del personale e dei chirurghi, con manualità poco traumatica ed una musica gradevole o la proiezione di un film nell’attesa pre-operatoria anche per il familiare accompagnatore. Infine la dimissione pianificata con interventi educativi necessari, con recapiti telefonici comunicati in caso di necessità, e con le date dei controlli, nella scheda apposita, completano questo delicato percorso del paziente, in Day Surgery. BENE A SAPERSI ecco spiegato come 31 VIVENDI SANE LETTURE Vivere sino a 120 anni: ne concettuale e scientifica oltre che sociale: dalla Medicina Terapeutica della Malattia, che cerca di porre rimedio ai mali, si deve approdare allo sviluppo e all’utilizzo di una Medicina Preventiva e Predittiva: la Medicina “Rigenerativa”. Ma per dare sempre più valore allo stile di vita “anti-aging”, a base di dieta corretta, attività fisica, allenamento cerebrale fatto di meditazione, spiritualità e limitazione dello stress, ciascuno dovrà adottare un progetto di vita a lungo termine in cui la medicina predittiva svolga un ruolo fondamentale. Non è un caso che al primo posto tra le speranze scientifiche del 2008 la rivista statunitense Science ponga gli studi genomici, ai quali anche “Il Manifesto della Lunga Vita” attribuisce un ruolo fondamentale. Grazie alla recente mappatura del genoma umano è possibile fin da ora eseguire un accurato check up del nostro patrimonio genetico: basta analizzare il DNA contenuto in una goccia di sangue per eseguire dei test molecolari predittivi, che analizzino l’eventuale presenza di SNIPS (polimorfismi, micro alterazioni della struttura genetica) e quindi il possibile insorgere di tumori, alterazioni del sistema immunitario, neurologico ed articolare. Il tutto ben prima che la malattia si manifesti. Ed è proprio sfruttando questo “anticipo” che la medicina PREDI-PREVENTIVA propone una serie di strategie che possono fermare o rallentare l’avanzare della malattia: grazie ad una terapia molecolare, che con frammenti di RNA vada a correggere l’errore cellulare, o adottando una terapia di tipo “nutrigenomico” a base di probiotici, vitageni, chelanti dei metalli pesanti e integratori, compresi gli ormoni nel caso comincino a diminuire con l’età. Tutto questo, che sembra “futuribile”, è già presente e non richiede terapie invasive, perchè il viaggio verso una vita non solo lunga ma anche “in salute” richiede, grazie ai numerosi progressi scientifici messi in evidenza nel libro, strumenti che già esistono e che rimandano ad un semplice protocollo clinico: promozione della salute, diagnosi e valutazione, pianificazione della strategia e terapia di mantenimento. Perché “alla scienza non interessa l’eternità, ma restare in buona salute per almeno 120 anni sì”. La chirurgia di giorno non è solo un modello organizzativo ma un modo più umano e individuale di avvicinarsi alla sala operatoria SE CERVELLO E SENSI NON DIALOGANO VIVENDI 32 La Neurofisiopatologia consente diagnosi straordinarie attraverso la registrazione e la lettura delle rilevazioni dell’attività elettrica nel corpo L a Neurofisiopatologia è una branca della Neurologia che si occupa della diagnostica strumentale delle patologie del Sistema Nervoso Centrale e Periferico. Tale branca viene gestita dal Neurologo Clinico che ha acquisito una specifica competenza nell’utilizzo di metodiche diagnostiche, molte delle quali sofisticate come ad esempio l’Elettromiografia ed i Potenziali Evocati. Grazie all’uso di strumenti in grado di analizzare l’attività elettrica generata dal Sistema Nervoso, è possibile documentare l’eventuale sofferenza dei muscoli, dei nervi sensitivi e motori, delle radici spinali a livello della colonna vertebrale, delle vie di trasporto del segnale lungo il midollo spinale e le strutture dell’encefalo. La Neurofisiopatologia, oltre ad essere un supporto indispensabile per la diagnostica Neurologica, può fornire informazioni importanti e risposte spesso decisive sul piano terapeutico a vari Specialisti come Neurochirurghi, Ortopedici, Chirurghi della Mano, Fisiatri, Diabetologi, Internisti, Oculisti, Otorini, Urologi, Medici del Lavoro e Rianimatori. L’ELETTROENCEFALOGRAMMA L’elettroencefalogramma (EEG) è un esame che attraverso l’applicazione di un certo numero di elettrodi sullo scalpo consente di registrare l’attività elettrica cerebrale; tale esame può essere eseguito durante la veglia, durante il sonno e durante particolari condizioni di attivazione (iperventilazione, stimolazione luminosa intermittente). Ha una durata media di 30 minuti, non provoca dolore né effetti collaterali e non necessita di preparazione. Quando eseguire l’ l’EEG? L’EEG è l’esame diagnostico fondamentale in tutte le forme di epilessia, ed è un valido aiuto nella diagnostica delle lesioni dell’encefalo (tumori, ischemie, emorragie), malattie degenerative (demenze), malattie metaboliche, coma, traumi, cefalee. L’ELETTROMIOGRAFIA L’elettromiografia (EMG) è un esame che registra l’attività elettrica del muscolo in condizioni di riposo e durante l’attivazione volontaria e la risposta di un nervo ad una stimolazione elettrica. Tale esame viene eseguito quando si sospetta una patologia del muscolo (distrofia, miotonia), della giunzione muscolo-nervo (miastenia), del nervo periferico (polineuropatie, lesioni nervose), della radice del nervo o del motoneurone. Loreta Quaranta Specialista in Neurologia U.O.C di Neurologia Pol. Luigi Di Liegro Ospedale G.B. Grassi Come si esegue l’EMG? L’esame elettromiografico non è standardizzato, ha una durata variabile tra 30 e 60 minuti, in base al numero di nervi e muscoli esaminati necessari per una corretta diagnosi. Il medico, che esegue o supervisiona l’esame elettromiografico, sceglie i nervi ed i muscoli da esaminare a seconda del sospetto diagnostico, fondato sull’esame clinico e sui dati neurologici. Si tratta certo di un esame poco piacevole, ma facilmente tollerabile. Alcune persone sopportano con difficoltà le stimolazioni elettriche, altri le punture per l’applicazione degli elettrodi, ma di solito nessuno rinuncia all’esame per questo. L’esame non è pericoloso: gli apparecchi utilizzati rispettano tutte le normative di Legge e sono isolate elettricamente; gli aghi utilizzzati sono tutti sterili e monouso, vengono pertanto gettati via al termine di ogni esame. Non serve una preparazione particolare per eseguire l’esame, tuttavia è utile sapere che: - è consigliabile fare una doccia prima dell’esame per essere sicuri di rimuovere dalla pelle creme o lozioni, che impediscono il passaggio delle correnti elettriche; - la terapia in corso con eventuali farmaci non va interrotta; - al momento dell’esame portare referti di visite specialistiche o esami relativi al problema per cui si esegue l’elettromiografia; - non è necessario il digiuno; - è meglio indossare abiti comodi e facili da svestire; - segnalare al medico: > se si è portatori di pace-maker o stimolatori elettrici > se si è portatori di patologie infettive (es. epatite B o C) > se si assumono farmaci anticoagulanti (Sintrom, Coumadin) o Mestinon. Una volta terminato l’esame si può guidare e riprendere il lavoro; è possibile avvertire un leggero indolenzimento dei muscoli esaminati nelle ore successive all’esame con agoelettrodo. Quali sono le indicazioni ad eseguire l’elettromiografia? Le patologie per le quali viene più frequentemente richiesto l’esame elettromiografico sono: - le compressioni dei nervi periferici come la sindrome del tunnel carpale; - tutte le forme di lombo-sciatalgia e cervicobrachialgia, su base artrosica, discale (ernie e protrusioni) e post-traumatica, in cui può verificarsi un danno delle radici nervose a livello della colonna vertebrale; - le neuropatie periferiche che possono avere svariate cause (diabete, alcolismo, esposizione professionale a sostanze tossiche); - le malattie muscolari; - le lesioni traumatiche dei nervi periferici (da traumi, fratture, lussazioni, etc.). Vi sono inoltre patologie meno frequenti come le Neuropatie Ereditarie, la Miastenia Gravis e la Sclerosi Laterale Amiotrofica per le quali l’elettromiografia rappresenta uno strumento diagnostico fondamentale. 33 VIVENDI BENE A SAPERSI Quando il neurologo è un po’ elettricista BENE A SAPERSI Quando il dialogo tra il cevello ed i terminali sensoriali è alterato, è possibile studiarne le ragioni e la natura del problema. Lo specialista ha un valido strumento diagnostico nella registrazione dei potenziali evocati, elementi rilevabili come l’elettroencefalogramma (EEG) con elettrodi di superficie posizionati sulla testa. Mentre l’EEG descrive l’attività elettrica cerebrale di base, i potenziali evocati consistono nella reazione elettrica a determinati stimoli sensitivi. Con una particolare tecnica (ripetizione degli stimoli e sovrapposizione elettronica o ‘averaging’ dei singoli tracciati ottenuti) si riesce a filtrare il segnale dei potenziali evocati dal tracciato EEG. I potenziali evocati più frequentemente utilizzati sono i potenziali evocati somato-sensoriali (stimolo elettrico del nervo mediano del braccio o del nervo tibiale della gamba), i potenziali evocati visivi (stimolo tramite un’immagine di scacchiera in movimento su un monitor) e i potenziali evocati uditivi (stimoli acustici per ‘click’ di basso volume applicati tramite una cuffia). I potenziali evocati esaminano l’integrità delle vie di conduzione nervosa periferiche e centrali. I potenziali somato-sensoriali sono utili per la documentazione di disturbi sensitivi altrimenti non oggettivabili e la loro localizzazione a livello periferico o centrale. I potenziali uditivi localizzano processi dei nervi acustici oppure del tronco cerebrale, mentre i potenziali visivi sono spesso impiegati per la diagnosi di infiammazioni acute o croniche del nervo ottico associate ad esempio alla sclerosi multipla. Tali esami vengono richiesti in caso di lesioni del midollo spinale (da traumi, tumori, malattie degenerative), malattie demielinizzanti del sistema nervoso centrale. Quel tic a zampa sciolta Durante l’estate, con la diffusione delle pulci, aumentano i casi di prurito nei nostri Fido. A volte può nascondere altre cause. Daniela Fischetti VIVENDI 34 grattamento provoca come conseguenza infezioni batteriche con formazione di croste, pus, ed estese perdite di pelo. La diagnosi si basa sull’evidenziazione delle pulci o delle loro feci (piccoli puntini neri) che ritroviamo sulla cute dell’animale o sul suo giaciglio. La terapia sarà mirata alla loro eliminazione con trattamenti antiparassitari e somministrazioni di farmaci che alleviano la sintomatologia pruriginosa, tipo antistaminici o cortisonici nelle forme più estese. Altra forma di dermatite allergica è quella atopica in cui i soggetti colpiti hanno una tendenza ereditaria a sviluppare una risposta immunitaria abnorme in seguito ad esposizione a determinate sostanze che sono appunto gli allergeni. Anche in questo caso è presente un forte prurito. La dermatite atopica è purtroppo una malattia di difficile guarigione, che possiamo soltanto tenere sotto controllo con adeguate terapie; possiamo inoltre sottoporre il soggetto colpito a test allergici per una diagnosi certa e per selezionare ed eliminare gli allergeni. Un po’ come si fa con l’essere umano allergico. In ogni caso di prurito insistente dobbiamo sempre valutare che si possa trattare di una dermatite parassitaria o ectoparassitosi (Rogna Sarcoptica, Cheyletiellosi): in questi casi la diagnosi differenziale si avvarrà dell’ausilio di raschiati cutanei per identificare il parassita oltre che all’anamnesi, cioè l’età del soggetto, la presenza di altri animali, la sede delle lesioni, il luogo in cui vive ecc... Le dermatiti batteriche spesso sono piodermiti: vanno adeguatamente curate con gli antibiotici e rappresentano spesso delle complicanze secondarie delle forme allergiche pruriginose. MALI DI STAGIONE I l prurito nel cane può essere causato da svariate cause: le dermatiti più frequenti che ne conseguono sono le dermatiti allergiche, quelle parassitarie e quelle batteriche, spesso conseguenza delle prime due. Al primo posto come causa di prurito metterei le dermatiti allergiche provocate dal morso di pulci. La dermatite allergica dovuta a questo tipo di parassiti è molto frequente nei mesi estivi anche se può manifestarsi tutto l’anno (dipende dal grado di infestazione delle pulci) ed è dovuta all’azione allergizzante della saliva delle pulci. L’animale reagisce manifestando un forte prurito con intenso grattamento, leccamento e mordicchiamento di alcune parti del corpo: in particolare risultano colpite la regione dorsale, l’attaccatura della coda, la regione addominale e inguinale. L’intenso e insistente 35 VIVENDI A QUATTRO ZAMPE Medico Veterinario
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Luca Marino, Andrea Fabbri, Mario Pascone, Federica Razzi, Domenico Alberti
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Fraz. Rosceto - 06059 Todi (PG) Tel. 075 8870055 [email protected] Direttore responsabile Luca Marino Comitato scientifico Luca Marino, Andrea Fabbri, Mario Pascone, Federica Razzi, Domenico A...
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