Difendo il talento delle donne Le musiciste sexy
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Difendo il talento delle donne Le musiciste sexy
Spettacoli 63 Corriere della Sera Sabato 3 Marzo 2012 Il personaggio Tv e tecnologia La violinista olandese, 34 anni, debutta a Roma con Pappano e critica le collega Vanessa Mae «Difendo il talento delle donne Le musiciste sexy sbagliano» Janine Jansen: troppe scelte commerciali ROMA — Sono spuntate tante ragazze violiniste carine a cui il marketing discografico, spompato dalla crisi delle vendite, regala un talento tutto da immaginare. Nelle foto appaiono in calze nere e gambe all’aria. Ce n’è poi una (non è la sola) che al di là delle apparenze è molto quotata. Janine Jansen, olandese, 34 anni, stasera all’Auditorium di Roma suonerà per la prima volta con Antonio Pappano e l’Orchestra di Santa Cecilia; subito dopo li aspetta una tournée in Germania. Accanto alla Quinta Sinfonia di Prokofiev, il Concerto per violino di Brahms. Janine (che suona lo Stradivari Barrère del 1727 dato in prestito dalla Fondazione Elise Mathilde) vuol dedicarlo al principe del suo paese, Johan Friso, 43 anni, secondogenito della regina Beatrice, in coma irreversibile. La famiglia reale sta decidendo se dargli una morte dolce assistita. «In Italia avete il peso della Chiesa, ma non crediate che da noi sia meno straziante... Da una parte non vuoi perdere la speranza, dall’altra bisogna essere realisti. Io non so come mi comporterei. In passato ho suonato per lui, l’ho conosciuto, è una storia triste che fa pensare alla fragilità della vita. Il secondo movimento di Brahms, con l’oboe solista che sembra accogliere tutto il dolore del mondo, è perfetto... In realtà più che un Concerto è un pezzo molto sinfonico, ti fa capire subito se una collaborazione appena nata può con- tinuare». «Brahms — dice Pappano — qui ha creato una scrittura del tutto nuova per il violino, dai toni lirici, e di grande raffinatezza. Con una virtuosa come la Jansen sarà davvero una esecuzione memorabile». Il Times ha scritto che se si dovesse racchiudere l’essenza di Janine in una parola, quella parola sarebbe ener- La «rivale» Vanessa Mae, 33 anni, nata a Singapore. A destra Janine Jansen, olandese, 34 anni gia. Lei, però, nelle sue riflessioni usa un’altra parola, anzi due: cuore e emozione. A 6 anni, quando si gioca al Game Boy, lei studiava violino. Janine debuttò a 16 anni, diretta da suo padre (organista), nella Cattedrale di Utrecht, la città a venti chilometri dal villaggio dov’è nata, Soest, e dove ha vissuto fino allo scorso Natale. «Utrecht è una piccola Amsterdam, piena di canali, pittoresca e charming. La Cattedrale ha il problema dei riverberi, però è un luogo dove ho passato tanto tempo, ho tanti ricordi, lì ho suonato per la prima volta brani di Mozart, Mendelssohn... Vengo da una famiglia di musicisti, papà sopperisce alla tecnica con la musicalità, io co- Debutto su Canale 5 Panariello, 50 artisti sul palco ROMA — Dopo sei anni, Giorgio Panariello è pronto a tornare in tv. Lo farà lunedì in prima serata, in diretta e per la prima volta su Canale 5. Il suo one man show, «Panariello non esiste», andrà in onda dallo Studio 5 di Cinecittà: «Ho pensato questo studio come una sorta di Moulin Rouge, un contenitore per raccogliere artisti, ne saliranno sul palco 50», ha detto Panariello, definendo il programma come «un grande varietà». Con lui, Nina Zilli. minciai col piano e col canto, mancava una violinista in casa e... Con i miei fratelli ancora suono nel festival di musica da camera che ho fondato dieci anni fa». A proposito di marketing, per un cd di Bach Vanessa Mae si fece fotografare al mare. «Una scelta estrema, quello è business. Ne conosco tante di brave colleghe, Julia Fischer, Hilary Hahn, Viktoria Mullova, ci scambiamo opinioni, nessuna gelosia, non pensiamo che la carriera sia una gara fra noi». Lei ricorda spesso Gergiev e Ashkenazy. Con quali altri direttori vorrebbe suonare? «Claudio Abbado. E tra i giovani, Andris Nelsons e Yannick Nézet-Séguin». Perdoni l’intrusione nel privato, lei ebbe un love affair col violinista Julian Rachlin: due Stradivari sotto lo stesso cielo steccano? Sorride: «È passato qualche anno, ora siamo amici, suoniamo insieme». Dice che ha ragione Uto Ughi quando osserva che chi non ha talento mostra quello che ha. «Se stare al mare serve a far venire la gente ai concerti, va bene. Io sono più... classica». Questo non significa essere chiusi. Lei per esempio desiderava suonare con Sting. «Nel frattempo l’ho conosciuto, eravamo entrambi intervistati alla tv. Sting è un esploratore, anche se devo ammettere che lo preferisco nelle sue vecchie canzoni, con cui sono cresciuta». Parliamo di Internet, le riferiamo che mesi fa in diretta via satellite in un cinema romano a seguire un recital di Lang Lang c’erano due spettatori di numero. «Really? Un mio concerto da Los Angeles con Dudamel è stato trasmesso in centinaia di sale americane ed era tutto esaurito ovunque. Internet può aiutare, ma la musica dal vivo è insostituibile». Valerio Cappelli «Sky go», 25 canali anche su iPhone MILANO — Ormai la vera frontiera è portare la televisione fuori casa. Il salotto è antico. Ora i programmi preferiti si seguono su tablet e telefonini. E naturalmente le aziende si adeguano. Lo sta facendo Sky, lo sta facendo Mediaset (fanalino di coda la Rai). Ieri a Milano, l’amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Zappia, ha presentato il nuovo servizio «Sky go»: «I clienti di Sky HD, che sono il 73% delle oltre 5 milioni di famiglie abbonate — ha raccontato — potranno usufruire gratis di questo servizio. Che significa ben 25 canali, dall’informazione allo sport, dai documentari ai programmi per bambini, disponibili su iPhone, iPad, e personal computer». Una piccola rivoluzione nel mondo della televisione, destinata a cambiare in modo radicale il modo di usufruire della tv. Come, quando e dove si vuole. Continua Zappia: «Quest’anno investiremo in innovazione Andrea Zappia tecnologica una cifra che si avvicina ai 100 milioni, quasi il doppio rispetto al 2011. Circa 1 detentore di iPhone su 2 in Italia è un abbonato Sky, e l’83% dei nostri abbonati ha un pc: chi non riesce a cavalcare il cambiamento non può che esserne travolto». Questo significa anche che, in questo momento di crisi economica in cui è difficile trovare nuovi abbonati, è meglio puntare su servizi di qualità per i vecchi clienti. Felici i volti-Sky — Ilaria D’Amico, Alessandro Cattelan, Federica De Sanctis e gli sportivi — che non vedono l’ora di seguire i programmi preferiti sul proprio telefonino. Maria Volpe © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA «The woman in black» OK, il giornale che ti vuole bene. Radcliffe, la svolta horror senza la magia di Harry Potter di MAURIZIO PORRO R inasce la Hammer Film, storico marchio inglese del gotico e dell’horror di Dracula, rilanciando storie di notturni fantasmi alla Henry James e di lunghe vendette su indifesi piccini. Ma la totale prevedibilità dei misteriosi eventi di The woman in black, la scontata paranormalità della nera signora che appare non richiesta e l’acquiescenza agli stereotipi con bamboline e rumori sinistri, rischia di portarci a dormire come ghiri («ghiro di vite»?). Il marketing, ed anche il regista James Watkins, puntano tutto sul primo ruolo adulto dell’ex Harry Potter, il 22enne Daniel Radcliffe che, amante di relazioni pericolose, lasciati i maghi si butta sui fantasmi (dopo il successo del teatro a Broadway, prima nel ruolo ignudo di Equus e poi in un musical), mentre quando è libero presta la voce a un vampiro in tv. Qui è un serio avvocato, affettuoso papà single vedovo, in brumosa trasferta campagnola per questioni immobiliari legate a una casa rimasta orfana di proprietaria e gestirne l’eredità. L’antica magione è ai confini del mondo, su uno stretto sentiero spesso coperto dalla marea, ed è lì che il nostro vuol pernottare. Inquietanti apparizioni, stagni e paludi, visioni di bambine bionde vergini suicide peggio che nel romanzo di Eugenides, una madre impazzita di dolore per la morte del figlio che accudisce due cagnetti vezzosi, strani abitanti superstiziosi, tutto per la vendetta postuma della woman in black nella ghost story vittoriana in cui bisogna accontentarsi del dècor e, avendo l’inconscio di Erode, godere dell’insensata ma continuativa scomparsa di bambini. Il problema Trama prevedibile e troppi luoghi comuni per il primo ruolo «da adulto» del divo Ispirato a un libro di Susan Hill del 1982 (ed. Polillo) che ha vinto chissà come un premio intitolato a Somerset Maugham ed è già diventato un tv movie, storia radiofonica e opera teatrale, che grande bouffe!, il film sceneggiato da Jane Goldman è una summa delle convenzioni del genere. Si pasce di lunghi, stupiti primi piani brunetti e sbarazzini di Radcliffe, i cui occhi non hanno proprio il magnetismo della Garbo anche se ogni volta che si guarda attorno vede una bimba avvelenata, trucidata, suicidata. Scoperchiando bare, si vedrà che la partita non è finita e che l’ex maghetto non riesce più a «passare attraverso». A parte Radcliffe il resto del cast, fra villani, signore possedute e bamboline è obbediente a un racconto povero che vuol fare la sua figura coi famosi fichi secchi, apparecchiando con l’artigianato del secolo scorso spaventi di vecchia data, mancano solo il carillon e la maniglia che scricchiola e la tata sospetta. © RIPRODUZIONE RISERVATA italiadvertising.it Nuovo corso Daniel Radcliffe (nato Londra il 23 luglio 1989) in una scena di «The woman in black». È diventato famoso grazie alla saga di Harry Potter Ok Salute e Benessere, il mensile wellness di Oggi. Autorevole, dinamico e sempre attuale, ti aiuta a vivere meglio. 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