MARISA LAURITO SHOW BEATO GIOVANNI PAOLO II V

Transcript

MARISA LAURITO SHOW BEATO GIOVANNI PAOLO II V
MARISA
LAURITO
SHOW
BEATO
GIOVANNI
PAOLO II
V RASSEGNA
TEATRALE
“PREMIO
ARCO D’ORO”
GIRO
D’ITALIA A
CIVITA
CASTELLANA
Campo de’ fiori
2
SOMMARIO
Editoriale:
Un sogno nuovo.......................................3
L’intervista:
Marisa Laurito show!.................................5
Curriculum vitae:
Patrizia Casagrande..................................7
Francesco De Gregori...........................8
Suonare Suonare:
Io sono immortale....................................9
Per far bollire una rana......................11
Roma che se n’è andata:
Villa Glori...........................................12-13
Ecologia e ambiente:
L’etica di una nuova economia verde nella
Tuscia....................................................14
Un colpevole a tutti i costi..................15
Il nostro Papa Giovanni Paolo II...16.17
Giovanni Palo II il Papa di tutti.........18
Plantare funzionale di ROOT..............21
Un bel gesto di vita cittadina.............22
V Rassegna nazionale “Arco d’oro”....23
La Chiesa è
inquieta............................24
Come eravamo:
Cerase, viscioli e cerasoli marini..............25
Tuia Maria Adele campionessa italiana
delle due ruote....................................26
Ass. Artistica IVNA:
Riccardo Grattarola, visionario dello “scatto”.........................................................28
Oltre Google........................................29
Il Fumetto:
Dorohedoro............................................30
La rubrica dei cognomi.......................31
La società in conflitto.........................32
Alessandro Petronio medico e filosofo.................................................33
Il muro di Via del Forte......................34
Vorrei incontrarti fra cent’anni:
Filomena Basili........................................35
Foto & foto .........................................36
L’angolo del Bon Ton:
L’abito da sposa......................................37
Una “Fabrica” di ricordi:
I campi di Maggio...................................38
Nel cuore.............................................40
La periartrite di spalla........................41
La maestra Clara Mazzi fa l’appello
dopo 30 anni.......................................42
Mostra di arte sacra............................43
Le storie di Max:
I Camaleonti...........................................44
Il giro d’Italia......................................45
L’angolo del poeta...............................46
I nostri amici.......................................47
Agenda.................................................48
Oroscopo .............................................49
Messaggi....................................50-51-52
Roma com’era.....................................53
Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59
Annunci gratuiti..............................60-61
Numero unico......................................62
Selezione offerte immobiliari .......63-64
Foto di copertina:
Arcobaleno alle Cascate delle Marmore (TR),
di Cristina Evangelisti
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Campo de’ fiori
3
Un sogno nuovo
E
’ difficile che le mie parole possano avere grande eco, ma se esse prendono forza nel più profondo dell’animo, posso sognare di aver trovato
al mio fianco chi, con me, condivide un principio, un’idea. E’ vero, però, che le mie convinzioni restano
spesso utopie: ci vuol tempo per cambiare le cose… il problema che voglio affrontare questa volta è importante e
di Sandro Anselmi
delicato e la sua risoluzione sarebbe un grande risultato
civile e sociale. Si è tanto lavorato per aiutare le persone diversamente abili
nell’integrazione, nell’autonomia, e per dare loro un’identità, ma, stranamente non si è mai pensato che per garantire loro un’esistenza dignitosa, occorre
rivedere necessariamente la loro minima pensione sociale!
Questo significa innanzitutto dare loro rispetto per quello che sono, e cioè
esseri umani!
La condanna di chi deve cercare sempre sguardi diversi, sguar
di in cui cogliere l’umanità, la comprensione, l’amore; la preghiera costante per essere rispettati per quello che si è; avere
il terrore della solitudine, dell’ansia, della depressione… e
tener viva la fede e la speranza che tutto cambierà!
Volersi convincere che la vita è solo immaginazione, aria. Cercare lo spirito e non il corpo,
illudersi di essere tutti uguali…
Ma bisogna pur vivere! Come si può
con poco più di 300,00 € al mese?
Il mio sogno nuovo è che tutte le persone sensibili, le associazioni di categoria e, di conseguenza, le istituzioni, si facciano carico di ciò e
lavorino, quanto prima, per
risolvere questo problema a
chi non può parlare con le
parole, ma solo con il cuore...
Campo de’ fiori
MARISA LAURITO
5
SHOW !
TUTTI INSIEME ABBONDANTEMENTE
nata orchestra diretta da Fabrizio
Romano che esegue composizioni e
canzoni scritte appositamente per Lei
da Andrea Mingardi, Carlo Marrale
dei Matia Bazar, condite da famose
melodie napoletane e brani degli anni
venti. Insomma un bel ritorno dell’artista napoletana dedicato al pubblico
che la segue, ormai, da trentacinque
anni e che è accorso numeroso al
Teatro Sistina di Roma per rivedere
macchiette e personaggi interpretati
dall’ attrice più abbondante d’Italia…
in arte Marisa La Nuit.
di Sandro Alessi
Trentacinque anni di carriera e non sentirseli… Scoppiettante come nei primi tempi
della gavetta ma con un enorme bagaglio
di esperienza , Marisa Laurito sbarca al
Teatro Sistina con il suo nuovo spettacolo
“Show! Tutti insieme Abbondantemente” nato per festeggiare questo
momento felice dell’ artista napoletana. Ad
otto anni, sopraffatta dal clima della città
che ti fa respirare teatro nelle strade fin da
quando sei in fasce, decise di fare l’attrice.
Fare gavetta con un grande, come
Eduardo De Filippo, non è da tutti, tant’è
che rimase per sei anni nella sua compagnia passando dal teatro alla televisione
senza alcun problema, imparando dal
Maestro il mestiere di attore. “EDEN TEATRO” è stata la prima commedia musicale con Roberto De Simone e poi tanti spettacoli con De Filippo: “NIPOTI DEL
SINDACO”,
“GLI
ESAMI
NON
FINISCONO MAI”, “NATALE IN CASA
CUPIELLO”, “UOMO E GALANTUOMO”, e poi il primo da protagonista
con Tato Russo in “CAFE’ CHANTAN”, e
tanti altri come “LA PERLA REALE” con
Elvio Porta, “AMORI MIEI” con Ugo
Gregoretti, “NON TI PAGO” e “NU
TURCO NAPOLETANO” con De Filippo,
“BARILLA BOOGIE BAND” con Renzo
Arbore, “AGGIUNGI UN POSTO A
TAVOLA” di Garinei & Giovannini. Ad un
certo punto della carriera anche il cinema
apre le porte all’eclettica artista partenopea, e nel 1976 Marisa riceve una telefo-
nata da Luigi De Laurentis che stava cercando la protagonista, accanto a Manfredi
e Tognazzi, del film “LA MAZZETTA” per
la regia di Sergio Corbucci a cui seguirono
“PARI E DISPARI”, “A TU PER TU”
sempre con Corbucci, “L’ITALIA SE
ROTTA” e “MI FACCIA CAUSA” con
Steno, “CAFFE’ EXPRESS” di Nanni Loy.
Oltre trentacinque film che la portarono a
lavorare con Manfredi, Montesano, Nanni
Loi, Vittorio Sindoni, Pasquale Festa
Campanile, Maurizio Ponzi, Luciano De
Crescenzo. Ricordiamo tra l’altro che nel
1992 con “TIERRA NUEVA” film venezuelano con Antonio Banderas ha vinto il
Globo D’Oro come miglior attrice straniera.
E poi tanto Bagaglino grazie a Pingitore e
l’incontro con Renzo Arbore e “QUELLI
DELLA NOTTE”, Marisa La
Nuit,
primadonna
di
Fantastico, prima con
Baudo e poi con Adriano
Celentano, e poi conduttrice
di “DOMENICA IN” per la
regia di Gianni Boncompagni,
“SERATA D’ONORE” con
Gino Landi, “PAPERISSIMA” con Antonio Ricci e
“CASA LAURITO” sul satellite. In questo nuovo show la
Laurito si trasforma in One
Woman Show accompagnata
da un quartetto abbondante.. di cantanti ballerine e da
una irriverente e insubordi-
Campo de’ fiori
7
Curriculum vitae
PATRIZIA CASAGRANDE
M
ora, con due occhioni che dal
verde passano all’azzurro rapidamente, ed una bravura inconfondibile: Patrizia Casagrande, attrice veneta di Conegliano, laureata in Scienze
Politiche presso l’Università di Padova,
ben presto si innamora della professione
di attrice. Amante del ballo e della musica, il suo primo esordio sulle scene avviene proprio a Conegliano con il musical
Hello Dolly (2001) a cui segue Cats
(2003), Sette Spose per Sette Fratelli
(2005), il Re Leone (2006), Romeo &
Juliet (2007), Notre Dame De Paris
(2008 nel ruolo di
Esmeralda), Rumori
Fuori Scena (2010) e
Professione Separata al Teatro Testaccio di Roma per la
regia di Salvatore
Scirè , dove l’abbiamo
incontrata
qualche
settimana fa.
Come cantante frequenta con successo
l’istituto musicale “A.
Benvenuti” di Conegliano. Perfeziona il
ballo seguendo molti
stage e tra il 2009 ed
il 2010 frequenta il
laboratorio di musical
e teatro tenuto da
Mauro Mandolini presso la Fonderia delle
Arti di Roma, mentre
tra il 2007 ed il 2009
segue il Laboratorio di
Teatro e Dizione tenuto da Marco Falaguasta persso il Teatro
Testaccio.
Insomma un’ attrice a
tutto tondo che aspettiamo quanto prima nel firmamento delle
stelle italiane.
In bocca al lupo Patrizia!
Sandro Alessi
Campo de’ fiori
8
Francesco De Gregori:
poche parole, tanta musica
Concerto gratuito a Vasanello, pienone in piazza
Molti di voi si sarebbero aspettati una bella
intervista a De Greogori, in occasione del
suo concerto, il 7 maggio a Vasanello,
come ormai da qualche tempo siamo soliti fare con i personaggi famosi che, soprattutto durante la bella stagione, vengono
ad allietare le serate dei molti paesi della
Tuscia viterbese. Ma “l’artista non concede interviste”, così ci è stato risposto
e non abbiamo potuto far altro, dunque,
che assistere allo spettacolo insieme alle
migliaia di altri spettatori giunti da tutta la
provincia.
Seminascosto sotto uno dei suoi cappelli,
che da qualche tempo a questa parte sembrano caratterizzarlo, si è diviso tra la chitarra, il pianoforte e l’armonica, durante
l’interpretazione di una parte del suo
vastissimo repertorio, prodotto in questi
circa quarant’anni di attività musicale. Di
molte poche parole anche sul palco, De
Gregori ha saputo soddisfare il suo pubblico, che, con i fedelissimi tra le prime fila,
non si è risparmiato di accompagnarlo, in
particolar modo nei pezzi più conosciuti.
Un’occasione da non perdere, grazie al
comitato festeggiamenti di Vasanello, classe 1971, che è riuscito ad offrire gratuitamente un concerto di uno dei più grandi
artisti della musica italiana.
La festa di San Lanno rimane una delle
feste patronali dell’alto Lazio meglio organizzate e che riscuote maggior successo.
Un addobbo assai curato, ed ogni anno
diverso (quest’anno erano le margheritine
bianche a farla da padrone), percorre la
via centrale del paese, facendo da sfondo
non solo alla parte ludica della festa, ricca
di iniziative di vario genere, ma anche alla
parte religiosa, che rimane il perno centrale intorno al quale ruota tutto il resto.
Nonostante un po’ d’amaro in bocca che ci
ha lasciato il non aver potuto ospitare questo artista sulle pagine della nostra rivista,
una nota di merito va fatta ai vasanellesi e,
nello specifico, quest’anno, ai quarantenni
del paese, che hanno saputo tenere alto lo
spirito ed il nome dei festeggiamenti in
onore di San Lanno.
Ermelinda Benedetti
www.campodefiori.biz
9
Campo de’ fiori
di Carlo Cattani
Io sono immortale.
Shel Shapiro on…..THE ROKES!
Una lacrima sul viso è possibile che mi
possa scorrere se mi ostino a ripensare
agli anni ‘60: ero piccolo ed estraneo alle
preoccupazioni…. se a non quella di guadagnarmi la licenza elementare ! Lo
Zecchino D’oro era ,ancora, un evento
importante e i suoi 33 giri impazzavano
con selezioni di canzoni che ancora oggi
riusciamo a cantare quasi per intero e a
trasmetterne il ricordo ai nostri figli e nipoti ! In quegli anni la musica “girava”
soprattutto a 45 giri che, stampati in
notevole tiratura per Italiani che avevano
qualche soldo in più e sana voglia di
divertimento ,erano ascoltati a “go go”
potendo essere consumati anche “on the
road” dalle “bocche” dei mitici mangiadischi a pile , un mix appeal di praticità ,
colori e forme che ne facilitò la diffusione fra i giovani dell’epoca . Intrufolandomi
tra le comitive di cugini più grandi ,
appartenenti ai “fifty” , ricordo il disturbo
che arrecavo, con le mie goffaggini da
bambino ,durante le loro danze inscenate
intorno al “fuoco” rappresentato dal prodigioso riproduttore musicale , pioniere di
walkman e ipod , nel quale a turno, i grandi infilavano i successi beat e non solo del
momento .Così , dall’alto del mio metro e
venti scarso mi ubriacai di Pooh ,
Camaleonti,Dik
Dik,Mal
,Patty
Pravo,Alunni Del Sole,Caterina Caselli ,
Celentano,Nomadi , Equipe 84,I
Ribelli,Rocky Roberts,Rokes e tanti altri
! Proprio uno degli artisti protagonisti di
quell’epoca “lussureggiante” del 45 giri
,David Norman “Shel” Shapiro , cantante – chitarrista-autore –produttore
–attore , nato nel ’43
in
Inghilterra,Stanmore ,località alla periferia di Londra, leader del mitico gruppo “sessantino” dei THE ROKES , ha
scritto un libro, pubblicato nel 2010 da
Mondatori ,
dal titolo “ Io sono
Immortale” , autobiografia di sicuro
interesse per chi ha curiosità di conoscere il cammino di un artista sin da
giovanissimo con idee ben chiare sul
suo futuro : <volevo esser mangiato
dalla musica …non so in che modo ,ma
volevo essere il suo pasto principale.> .
Così come rappresentato nella copertina del suo ultimo libro , Shel si mette a
nudo , eseguendo un “salvataggio di
memoria” a copertura di un periodo di
oltre 60 anni : dal primo bacio ,all’età
di 4 anni, dato ad una sua coetanea ,ai
primi ingaggi non ancora maggiorenne
,allo sbarco in Italia nel ’63,al frenetico
periodo di successo vissuto con i “The
Rokes” da vera rockstar, al successivo
declino da protagonista ma progressiva
affermazione nelle ruolo di produttore
discografico in Italia e all’estero , giungendo fino alle collaborazioni teatrali e
letterarie di questi ultimi anni con
Edmondo Berselli , giornalista alla “La
Repubblica”
e
“L’Espresso” –scrittore – fine intellettuale prematuramente scomparso
lo scorso anno .
Citando l’Alfieri :
“Volli e sempre
volli, fortissimamente
volli
“….essere
una
ROCKSTAR
!
Bella lettura !
C.C.© 5/2011
Campo de’ fiori
11
Per far bollire una rana, come
prima cosa bisogna prenderla.
Se non ci prendiamo cura della nostra vista, potremo fare la sua brutta fine
Per prenderla, andate
allo stagno più vicino
(meglio all’alba quando
la temperatura è più
bassa ed i riflessi del
batrace sono meno
saettanti), avvicinatevi
lentamente alla sprovveduta rana che sta
Paolo Balzamo
scaldandosi al primo
responsabile
sole vicino alla riva,
formazione e
facendo atten-zione ad
informazione
avvicinarvi esattamete
Centri Ottici Lisi
di spalle, col sole di
e Bartolomei
fronte o di lato, senza
www.lisi-bartoloche la vostra ombra la
mei.com
disturbi. Una volta a
tiro, velocemente, la potrete prendere con
le mani unite a coppa. Attenzione che se è
appena uscita dall’acqua, sarà viscida e vi
scivolerà di mano.
Come alternativa
potrete prendere una comune canna da
pesca, mettendo, alla fine della lenza,
(senza amo!) un fiocchetto fatto con un
pezzetto di calza di nylon. Basta poi far
muovere velocemente davanti agli occhi
dell’animale l’esca, come se fosse in
insetto, e la rana prontamente lo ingoierà ,
ed allora la potrete, dopo qualche
secondo, prendere.
Bene, adesso la rana è vostra. Dovete solo
bollirla. Se la buttate in una pentola di
acqua bollente, quella scapperà via come
una saetta, e avrete fallito! Allora bisogna
agire conoscendo la psicologia degli
smerraldini anuri.
Presa la rana con dolcezza, bisogna
metterla in una pentola di acqua fredda, e
porre questa sul fuoco bassissimo.
Al primo tepore la rana, infreddolita
dall’acqua
gelida,
si
compiacerà
dell’aumento di temperatura, e si godrà
beata il teporino. L’aumento della
temperatura dell’ambiente, se molto lento,
consentirà poi però un adattamento della
povera bestia al disagio crescente,
debilitandola sempre più, fino a quando,
troppo tardi, non saprà , né potrà
più reagire e finirà per morire
lessa.
Si, direte voi, ma chi
vorrebbe mai ammazzare
così
crudelmente
una
povera bestia? E perché ,
poi?
Beh! È stato un esperimento
effettuato nella facoltà di
biologia, nella John Hopkins
University nel lontano 1882.
Con questo esperimento si è
dimostrato, in assoluto, la
stupidità di certi scienziati e lo
scarso rispetto di qualcuno per
la vita. Qualche insegnamento,
tuttavia, ne possiamo trarre. A noi
succede la stessa cosa in tutti i settori.
Non siamo razzisti, ma tolleriamo un po’ di
luoghi comuni contro i negri e gli
immigrati. Non siamo omofobi ma “certo
veder due donne o due uomini che si
baciano in strada mi fa un po’ senso”.
Siamo contro ogni dittatura, ma
sopportiamo le piccole (ma sempre più
grandi) mancanze di legalità quotidiane ed
i privilegi delle caste e degli “albi” assortiti.
Della serie di Onofrio marchese del Grillo
che dice “Me dispiace, ma io so’ io, e voi
nun sete un .......!”
È solo questione di quantità e di tempo, e
facciamo come la ranocchietta, ci
troveremo in piena Shoa’, governati da un
moderno KuKluxKlan e da baronato di
despoti assoluti. Lessati, esattamente
come quella rana del Maryland.
Direbbe il mio amico Tonino: “che ci
azzecca
questo
con
i
centri
Lisi&Bartolomei?”
E beh, qualcosa c’entra. Quello che
cerchiamo, nei nostri centri, è di essere
non
già “spacciatori di lenti”, ma
consulenti del benessere visivo della
nostra clientela. Quando un cinquantenne
ci dichiara con orgoglio “io leggo senza
occhiali”, quando una mamma dice di suo
figlio adolescnte “sta le ore intere con la
play station in mano”, quando vedo
bambini in pieno agosto senza occhiali da
sole, mi viene da pensare: “povere
ranocchiette, stanno per bollire, ma
ancora non se ne rendono conto!”
Il benessere visivo non è il “ce la faccio
ancora!” o il “vedo bene, certo non le cose
piccole piccole...”. Il benessere visivo, che
noi dei centri ottici Lisi&Bartolomei ci
sforziamo di tutelare nella nostra clientela,
è sentirsi al meglio, essere efficaci al
massimo. Il benessere visivo è andare
meglio a scuola, guidare con più sicurezza,
lavorarare di più, con meno stanchezza ed
errori. Il benessere visivo è stare al sole di
agosto da giovani senza farsi venire una
degenerazione maculare in terza età .
Aiutateci a tutelare il vostro benessere
visivo, non adattatevi inutilente ai disagi
fino a finire lessi.
Pensateci, care ranocchiette!
Hasta la vista!
Campo de’ fiori
12
Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
Villa Glori - 23 ottobre 1867
Correva l’anno 1867
quando
Garibaldi,
reduce dal successo
contro gli austriaci
nella battaglia di
Bezzecca, avviò l’organizzazione di un
piccolo esercito di
diecimila
volontari
con il quale tentare
di Riccardo Consoli
l’invasione del Lazio
che, difeso dalle truppe francesi di Napoleone III, era ancora
saldamente in mano al Governo Pontificio,
predisponendo, al contempo, un piano per
la sollevazione di Roma.
In quel momento, mentre il Governo
Italiano era alla ricerca di soluzioni diplomatiche, peraltro vanificate dalla rigidezza
della Santa Sede, Garibaldi decideva di
marciare su Roma e, mentre le colonne
garibaldine si avvicinavano, un gruppo di
patrioti aveva il compito di penetrare in
città e preparare il terreno al generale.
La notte del 23 ottobre 1867, un drappello di settantasei volontari guidati dal pavese Enrico Cairoli, partiti da Terni il 20 ottobre per portare aiuti alla Giunta
Rivoluzionaria Romana, giunti a Passo
Corese si imbarcarono cercando di sfuggire alla sorveglianza papalina e la notte del
23 ottobre, dopo aver navigato il Tevere,
presero terra alla confluenza con l’Aniene
nei pressi dell’Acqua Acetosa, nascosero le
armi in un canneto vicino, raggiunsero una
piccola altura sulla sponda sinistra del
fiume, in prossimità dei Monti Parioli e
occuparono un Casale.
Era questo il luogo dove Enrico Cairoli
aveva doto appuntamento ad altri congiurati.
Al medesimo tempo due volontari:
Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti, facevano saltare la Caserma Serristori, presso
il Vaticano; l’esplosione avvenne il 22 ottobre causando la morte di ventitrè zuavi
francesi e quattro popolani romani; Monti
e Tognetti vennero subito catturati e, dopo
un processo durato oltre un anno, furono
condannati a morte e ghigliottinati all’alba
del 24 novembre 1868, nonostante la
richiesta di grazia fatta pervenire da
Vittorio Emanuele II a Papa Pio IX.
Giuseppe Monti aveva trentatrè anni,
Gaetano
Tognetti ventitrè ; quelli
che seguono
sono tre strofe della canzone, verosimilmente
composta nel
1869 e tramandata con
molte varianti, un canto
ispirato all’esecuzione dei
due garibaldini romani.
Parco di Villa Glori
“ … Italiani qui tutti ascoltate / e che
forse già lo saprete / di Roma qui
sentirete / cosa fece il Papa-Re
Al 24 di novembre / a sette ore di
mattina / in piazza dei Cerchi la
ghigliottina / a due infelici la testa
troncò .
Direte……. voi italiani / saran forse
ribaldi o assassini… / No! ….Erano
due garibaldini / sol per Roma voler
liberar … “
Le cose purtroppo non andarono nel modo
sperato, la sorpresa fallì , alle cinque del
pomeriggio di quel 23 ottobre 1867, a Villa
Glori, i volontari vennero agganciati da trecento Svizzeri del Papa al comando de
Capitano Mayer, per circa un’ora gli uomini di Cairoli si difesero in mezzo alle vigne
e per due volte contrattaccarono alla baionetta, Enrico e Giovanni Cairoli furono
ambedue colpiti, Enrico fu finito a colpi di
baionetta, nello scontro restò ferito anche
il Capitano Mayer.
Giovanni Cairoli, gravemente ferito fu fatto
prigioniero, dopo due mesi venne rimesso
in libertà e raggiunse la casa estiva di sua
madre Adelaide in Belgirate dove, a causa
delle ferite riportate, morirà l’11 settembre 1869.
Scrive Michele Rosi:
“ … Negli ultimi momenti gli parve vedere
Garibaldi che gli faceva visita per accoglierlo con trasporto, udii, così narra un
amico presente, che disse tre volte: l’unione dei francesi ai papalini fu il fatto terri-
bile! Pensava a Mentana. Chiamò più
volte Enrico, suo fratello, perché lo aiutasse! Poi aggiunse: ma vinceremo di
certo, andremo a Roma! … “
Morto Cairoli, il comando venne assunto
da Giovanni Tabacchi che diede ordine ai
volontari di rientrare nella Villa da dove
seguitarono a fare fuoco, finché , calata la
sera, i Papalini non si ritirano in Roma, i
superstiti ripiegarono verso le posizioni di
Garibaldi, tra questi: Giulio Aiani e Pietro
Luzzi vennero condannati a morte mentre
altri cinque rivoluzionari furono condannati all’ergastolo, l’azione garibaldina si
sarebbe conclusa con la battaglia di
Mentana, suo ultimo atto.
In cima alla collina di Villa Glori, in prossimità del luogo dove morì Enrico, si trova
una Colonna commemorativa dedicata ai
fratelli Cairoli e ai loro settanta compagni
caduti, nel piazzale antistante esiste ancora oggi il tronco secco del mandorlo che
Enrico Cairoli bagnò con il suo sangue,
mentre sul Pincio, in prossimità di Villa
Medici, è stato eretto un altro Monumento
di bronzo raffigurante Giovanni Cairoli che
con un braccio sostiene il fratello Enrico,
sul retro del monumento i nomi dei loro
compagni.
Con i fratelli Cairoli occorre ricordare la
madre Adelaide figlia maggiore del Conte
Benedetto Bono di Milano e di Francesca
Pizzi che, orfana di padre dall’età di cinque
anni, studiò presso le suore del Collegio
Campo de’ fiori
Reale di Verona ricevendo una profonda
educazione religiosa.
Il 20 aprile 1824, all’età di 18 anni, sposò
Carlo Cairoli, un uomo di ventotto anni più
grande, vedovo con due figli, lo aveva
conosciuto durante la sua dimora in casa
Cairoli a Pavia, abitazione in parte adibita
ad ospedale, Carlo Cairoli era infatti uno
stimato professore di chirurgia.
Dal matrimonio nacquero cinque figli:
Benedetto, Ernesto, Luigi, Enrico e
Giovanni; donna, di vasta cultura e generosità , finanziò giornali patriottici e nella
propria abitazione ospitò un salotto politico letterario, intrattenendo una corrispondenza con diversi intellettuali dell’epoca.
Il marito Carlo morirà il 9 aprile 1849,
cadendo dalla carrozza e Adelaide affronterà la difficile situazione economica della
famiglia, riuscendo a limitare il gravoso
passivo accumulato dal marito con periodiche vendite di terreni. Morirà il 27 marzo
1871 dopo una lunga malattia.
A Gropello il 24 ottobre 1875 venne inaugurato un monumento alla sua memoria e
a Milano, sulla facciata della casa natale,
in via Bigli 1, venne posta una lapide con
la scritta:
“Adelaide Bono Cairoli, fra le itale madri
fortissima
qui nacque li 6 marzo 1806”.
Giuseppe Garibaldi di lei disse:
“ … L’amore di una madre per i figli non
può nemmeno essere
compreso dagli uomini ...
Con donne simili una nazione non può
morire … “
Il 14 ottobre 1869 Giuseppe Mazzini le
indirizza la seguente lettera:
Signora,
ho esitato finora ad aggiungere una parola di compianto e di conforto a quelle che
vi vennero e vi vengono da tutti i buoni
d’Italia.
Di fronte a un dolore quale deve essere il
vostro, io mi sentiva incapace e quasi
indegno di scrivervi, né , se non credessi
fermamente in Dio, nell’immortalità della
vita e nei fati segnati dalla Provvidenza
all’Italia, oserei farlo oggi.
Ma voi non avete, confido, potuto credere
un solo momento che io tacessi per colpevole oblio o perché non sentissi tutta
quanta la solenne grandezza del sacrificio
che s’incarna in Voi e nei nostri.
La vostra famiglia sarà , quando avremo
libertà vera, virtù, unità e coscienza di
Popolo, una pagina storica della Nazione.
Le tombe dei vostri figli saranno altari, i
loro nomi staranno fra i primi nella litania
dei nostri Santi e Voi che educaste le
anime loro, Voi che li avete veduti sparire
a uno a uno patendo ciò che soltanto
qualche madre può intendere, ma non
disperando, rimarrete simbolo a tutti del
dolore che redime e santifica, esempio
solenne alle donne italiane e insegnamen-
13
to del come la famiglia
possa essere ciò che
deve e sinora non é ,
Tempio,
Santuario
della Patria comune.
Ma a Voi non importa
né ad essi importava di
fama; Voi non adorate,
essi non adoravano che
il fine, quel santo ideale d’una Italia redenta,
pura di ogni macchia di
servitù e di ogni sozzura d’egoismo e di corruzione e iniziatrice di
forti e grandi pensieri
da Roma, che ispirò ,
attraverso una tradizione di secoli, le nostre
migliori anime alla battaglia e al martirio.
E però vi dico, sorridete nel pianto, i vostri
hanno, morendo, vinto,
hanno affrettato d’assai il momento in cui
I fratelli Cairoli con la madre Adelaide
quell’ideale
diverrà
fatto sulla nostra terra.
chiaro? Chiarissimo. E allora? Eh, allora le
Stanco dagli anni, dalle infermità e da
cose non si mettevano bene, la necessita
altro, io ho sentito, all’annunzio della
morte del nostro Giovanni, e delle ultime
di avere notizie da Roma per noi si faceva
parole ch’ei proferiva, riardere dentro la
sempre più urgente, ma le ore passavano
fiamma dé miei anni giovanili e riconfere da Roma non veniva nessuno; Enrico
marsi in me il proposito della vita.
Cairoli, prima di salire a Villa Glori, aveva
Migliaia di nostri, non ne dubitate, hanno
mandato a Roma uno dei nostri, un romasentito lo stesso; una intera famiglia non
no, un certo Candida, ma questi non
vive, non muore, come la vostra senza che
tornò più.
tutta una generazione si ritempri in essa e
Allora Enrico mi chiamò e mi disse: sentì
muova innanzi d’un passo.
Giusto, quassù non possiamo rimanerci
troppo a lungo, occorre di pigliare una
Come ricordato in altra occasione il fatto
decisione, ma prima di pigliarla, è necesd’armi di Villa Glori costituì oggetto per
sario di sapere che diamine è successo a
una famosa serie di venticinque sonetti
Roma.
romaneschi di Cesare Pascarella, oltre che
Su Candida oramai non ci si può più conper la poesia dal titolo: In morte di
tare. Bisogna che vai tu.
Giovanni Cairoli di Giosuè Carducci. Alla
A sentirmi dare quest’ordine io feci un
morte di Enrico Cairoli, il pittore Girolamo
gesto di sorpresa e non potei fare a meno
Induno ha dedicato una grande tela.
di pronunziare qualche parola di rammarico; Enrico Cairoli, come sai, era di caratteScrive Cesare Pascarella:
re
impulsivo e appena vide il mio turba“ … Fra le molte testimonianze da me racmento,
aggrottò le ciglia e gridandomi in
colte, le quali confermano la verità di
faccia esclamò : Ah! Non vuoi andare? E
quanto io dico, mi basti riferirne una sola.
senza darmi il tempo di rispondere, seguiAnni addietro, trovandomi a Udine, ebbi la
tò : va bene! Allora vado io.
fortuna di conoscere colà Giusto Muratti,
Mi voltò le spalle e si mise a camminare
uno dei settanta di Villa Glori.
con passo risoluto verso il cancello della
Egli mi raccontò :
villa, io gli corsi subito dietro, lo fermai e
La ragione per cui, invece di sbarcare alla
gli dissi: no, guarda, Enrico, delle mie
Passeggiata di Ripetta, noi dovemmo ferparole non tenerne conto, mi sono state
marci poco prima di Ponte Milvio, la conosuggerite
dal dolore che provo nel doversci, l’hai scritta cosi bene in poesia.
mi
allontanare
da tè , da Giovannino e dai
Come sai, dopo di aver passato la notte in
compagni,
del
resto, se tu credi che a
un canneto sulla riva sinistra del fiume,
Roma ci debbo andare proprio io, comannon sapendo quale esito avesse avuto l’indami.
surrezione di Roma, che noi volevamo aiuSi, devi andar tu, mi rispose Enrico con
tare, nella speranza di vedere arrivare
voce ferma. E dopo un istante di silenzio
qualcuno con qualche ordine, all’alba,
continuò : dispiace anche a me di doverti
salimmo a Villa Glori, lassù in alto, in ogni
chiedere questo sacrificio, ma non si può
caso, ci saremmo sempre potuti difendere
fare altrimenti … “
meglio di quanto avremmo potuto farlo
giù in basso sulla sponda del Tevere. È
14
Campo de’ fiori
Ecologia e Ambiente
L’etica di una nuova economia verde nella Tuscia
di Giovanni
Francola
solo.
Occorre coraggio e lungimiranza per intraprendere una comune condivisione. E’
indispensabile modificare i nostri stili di
vita, facendo partire una Green Economy
dal basso, supportata da altrettanti
imprenditori che non vedono in tali traguardi solo costi aggiunti; a mio avviso è
la strada giusta da intraprendere.
Molte le possibilità che questa nostra terra
ci offre, ma non sono prese spesso in giusta considerazione.
Parlare di turismo, di agricoltura, di rivalutazione storica paesaggistica e culturale
“
Non rimandare alle
prossime
generazioni quello
che si può fare
sin da subito
“
U
n’ economia
ecologicamente sostenibile nella Tuscia è
possibile
e
più
saranno fatti sforzi
in questa direzione,
più saranno grandi
le opportunità in
termini di occupazione da parte di
tanti giovani e non
dei nostri territori, sembra una vecchia filastrocca recitata solo in alcune speciali
occasioni.
Maggiore sarà la consapevolezza di questo, più sarà vicino il grande cambiamento per tutto il nostro territorio.
Sentirsi parti attive e interdipendenti di un
unico ecosistema sarà fondamentale.
L’uomo è capace di avere un suo equilibrio, creatività e bellezza, ma purtroppo
attualmente si comporta come un distruttore inconscio e arrogante.
Acquisire una nuova coscienza è la base
da cui partire. E’ indispensabile, quindi,
intervenire tempestivamente là dove le
situazioni lo richiedono, senza più rimandare alle prossime generazioni, quello che
si può fare fin da subito.
Campo de’ fiori
15
UN COLPEVOLE A TUTTI I COSTI
L’accanimento mediatico sui fatti di cronaca degli ultimi anni,
ha creato finti mostri, poi giudicati innocenti dai tribunali
Ormai i media ci
importa:
perché
hanno
abituati:
tanta attenzione da
degli
quando succede un
parte
fatto di cronaca
inquirenti? Di sicuro
comincia l’accanc’entra qualcosa!
imento ed in tv e nei
Se
poi
viene
telegiornali non si
ufficialmente indavede altro.
gato o addirittura
Le indagini, che per
raggiunto da una
legge dovrebbero
misura cautelare in
essere
segrete,
carcere, è certo: il
dell’Avv. Ilaria
diventano praticacolpevole è lui.
Becchetti
mente di dominio
Questo è il risultato
pubblico, i protagonisti della vicenda
dell’accanimento
vengono assediati dalle telecamere e le
mediatico
che
loro vite messe al setaccio, con buona
sempre più spesso
pace del diritto alla privacy.
si crea intorno ai
Ma la cosa ancor più grave è che già si è
casi di cronaca che
deciso chi sia il colpevole.
fanno più scalpore.
Atteso all’uscita di un interrogatorio di
La gente vuole
polizia giudiziaria, magari in qualità di
avere al più presto
persona informata, il
un nome. Da schifare, da incolpare,
Le indagini, da
malcapitato viene pediprocessare, senza che nemmeno
nato dalle telecamere che per legge siano finite le indagini.
pronte a rubare il
Errore. La cronaca giudiziaria
dovrebbero è piena di colpevoli senza processo,
minimo dettaglio del viso
o ad intercettare un
poi smentiti dal proseguo delle
essere
labiale dal quale poter
indagini o dai processi veri celebrati
segrete,
evincere l’esito dell’internelle aule di tribunale.
rogatorio appena reso.
per tutti: il caso di Sandro
diventano di Uno
Che il soggetto sia stato
Vecchiarelli, qualcuno lo ricorderà .
dominio
ascoltato come persona
Dato quale certo assassino di Chiara
informata sui fatti e non
Bariffi, la ragazza ritrovata nel Lago
pubblico
come indagato poco
di Como, fu assolto, dopo aver
“
passato la gogna mediatica e con 583
giorni di carcere sulle spalle, per non avere
commesso il fatto.
E come lui molti altri.
Piano, dunque, con le facili condanne
popolari.
Maggior delicatezza sarebbe opportuna
anche da parte dei media.
Il diritto di cronaca è un principio
costituzionale tanto quanto lo è la
presunzione di non colpevolezza sino
alla condanna definitiva.
“
Campo de’ fiori
16
Beato
Il nostro Papa Giovanni Paolo II - Oggi
I
l gran giorno è arrivato!
Domenica 1 maggio 2011
Giovanni Paolo II è stato
proclamato Beato!
Così , a distanza di sei anni dalla morte,
Egli è salito agli onori degli altari accompagnato da un coro unanime e universale di gioia e di esultanza.
“Santo subito”
aveva gridato una gran folla riunita in
Piazza San Pietro il giorno dei suoi
funerali.
Sabato 30 aprile, giorno precedente la
proclamazione, l’avvocato Alessandro
Fortuna, Console del Touring Club
Italiano di Viterbo, mi invitava ad osservare la targa apposta a Piazza del
Duomo a ricordo della visita Pastorale, la
centoquarantacinquesima
del
suo
Pontificato, compiuta da Giovanni Paolo
II a Civita Castellana.
Domenica 1 maggio 1988: visita
Pastorale a Civita Castellana
Domenica 1 maggio 2011: Papa Voityla
viene solennemente proclamato Beato.
Una coincidenza più unica che rara!
Era domenica 1 maggio 1988, primo giorno del mese dedicato alla Madonna, quando il Santo Padre, decideva di compiere
una visita Pastorale nella Diocesi di Civita
Castellana; il mattino dello stesso giorno,
in Piazza San Pietro, al Regina Caeli, Egli
invitava i fedeli presenti a farsi con lui pellegrini presso il Santuario di Santa Maria
ad Rupes in Nepi, prima tappa della sua
visita nel territorio della provincia di
Viterbo.
A ben pensare non poteva essere diversamente. Tutti sappiamo, infatti, come Papa
Voityla abbia consacrato la sua intera vita
alla Vergine Maria, basta ricordare le parole pronunciate dallo stesso Pontefice dopo
l’attentato del maggio 1981:
“ … Potrei mai dimenticare che l’evento di
Piazza San Pietro ha avuto luogo nel giorno e nell’ora nei quali si ricorda a Fatima
la Prima Apparizione della Madre di Cristo
ai poveri contadinelli? … ”
Il Santuario di Santa Maria ad Rupes ha
una storia del tutto particolare che inizia
nel lontano 500. Infatti, nelle grotte scavate nelle rupi della valle Suppentonia,
una grande voragine che si snoda tra Nepi
e Civita Castellana, vissero e pregarono i
primi Anacoreti dell’Occidente, monaci o
eremiti, soliti a ritirarsi in luoghi deserti per
raggiungere la perfezione cristiana nella
mortificazione e nella preghiera.
Nei primi anni del VI secolo, i discepoli di
San Benedetto edificarono, sui resti del
Immagine del Beato Giovanni Paolo II
tempio di Diana, un altro tempio dedicato
a Sant’Elia e, allo scopo di corroborare la
loro fede e per onorare la Vergine, erano
soliti frequentare la “Grotta” che si raggiungeva percorrendo un viottolo chiamato “la strada dei Santi”; questi religiosi
abbandonarono il Cenobio nel 1258 per
essere sostituiti dai canonici di Santo
Spirito in Sassia, custodi stabili del
Santuario fino al 1777.
Superato un lungo periodo di incuria, nel
XVIII secolo, il Santuario tornò a nuovo
splendore grazie, soprattutto, all’opera di
un umile eremita, un pastore originario di
Locorotondo (Bari), tale fra’ Giuseppe
Andrea Rodio (1745 - 1819) che, avendo
incontrato a Roma San Giuseppe
Benedetto Labre, più volte pellegrino alla
Madonna ad Rupes, si accompagnò a
questi e, dopo aver visitato il Santuario,
decise di stabilirsi presso la “Grotta”,
essendone stato nominato custode dallo
stesso Vescovo.
Correva l’anno 1777 e fu allora che fra’
Giuseppe concepì e attuò un’opera assolutamente grandiosa per quei tempi, ossia
la realizzazione di una scala che consentisse di salire fino al livello del sovrastante
terreno per far si che i visitatori potessero
accedere al Santuario dall’alto.
Un’opera impensabile e sovrumana che
fra’ Giuseppe, da solo e con l’aiuto di un
semplice piccone, pose in essere scavando
nella viva roccia una scala di ben 144 gra-
dini, lavorando ininterrottamente per
circa 14 anni, dal 1782 al 1796. Fra’
Giuseppe Andrea Rodio morì in quel
luogo a lui tanto caro nel 1819 ed ivi è
sepolto presso la sua “Grotta”.
Il Santuario della Madonna ad Rupes,
grazie alla presenza, in passato, dei
padri Francescani, che dal 1892 al 1981
hanno custodito ed incrementato la
devozione alla Vergine Maria, e attualmente dei religiosi della congregazione
di San Michele Arcangelo fondata in
Polonia nel 1922 dal Servo di Dio padre
Bronislao Bonaventura Markiewicz, vive
una intensa stagione come centro di
preghiera, di raccoglimento e spiritualità per tutti coloro che, cercando Dio, lo
ritrovano attraverso le preghiere alla
Vergine.
A questo appuntamento non poteva di
certo mancare Giovanni Paolo II che,
raggiunta la Cappella della Madonna ad
Rupes e dopo aver sostato davanti
all’immagine della Vergine, ha lasciando
ai suoi piedi un rosario in madreperla
ricamato in oro, segno di una presenza
divenuta già stori. Infatti, in quel rosario sono idealmente riunite le intenzioni di
tutti coloro che hanno sostato o che sosteranno in questo luogo.
Immediatamente dopo il Santo Padre raggiunge Civita Castellana dove, davanti alla
Basilica Cattedrale saluta le autorità e la
popolazione con queste parole:
“ … Falerii Veteres, Falerii Novi e Civita
Castellana, tre termini in cui sono racchiuse le vicende attraverso le quali è passata
la storia trimillenaria della vostra città sviluppatasi in uno splendido scenario naturale, nel quale, il Tevere, il monte Soratte
e i monti Cimini, costituiscono splendida
corona … “;
“ … in questo territorio gli influssi della
civiltà greca ed orientale prima e etrusca
dopo, hanno dato origine alla nazione falisca come attestano le numerose testimonianze pervenuteci … ”;
“ … Civita Castellana è stata città cara a
numerosi pontefici che vi eressero monumenti ancora oggi ammirati e la elessero,
confermandola nei secoli, centro delle
limitrofe Diocesi di Orte, Gallese e delle
più antiche Nepi e Sutri … ”.
Quindi nel campo sportivo comunale dove,
con la partecipazione dei concelebranti
Mons. Vescovo Marcello Rosina e i Vescovi
di Viterbo, Rieti e Poggio Mirteto, ha luogo
la solenne celebrazione dell’Eucarestia.
Giovanni Paolo II dice:
“ … a voi tutti fratelli e sorelle di Civita
Castellana, che siete qui venuti per testimoniare il vostro attaccamento a Cristo ed
Campo de’ fiori
sentarsi generò un applauso d’entusiasmo.
Gli avvenimenti che hanno accompagnato il pontificato di Giovanni Paolo
II sono a tutti noti, a partire dai
numerosi viaggi compiuti e ispirati,
queste le sue parole:
“ … Per annunciare il Vangelo
“ … Per confermare i fratelli nella
fede
“ … Per consolidare la chiesa
“ … Per incontrare l’uomo
Tra le visite Pastorali del Papa “venuto da lontano” in provincia di Viterbo
ricordiamo quella del 17 settembre
1989, presso il casello autostradale di
Orte, presenti gli operatori della
Società Autostrade, le forze di Polizia
e gli automobilisti che percorrono le
strade, spesso a velocità eccessiva,
per l’inaugurazione della Statua dedicata alla Vergine a ricordo dell’anno
Giovanni Paolo II in adorazione davanti all’immagi- mariano, opera dello scultore viterbese Roberto Joppolo.
ne della Madonna Ad Rupes di Castel Sant’Elia
Il casello autostradale di Orte, luogo
scelto per la collocazione della Statua, si
alla chiesa, come i tralci alla vite e per
trova esattamente a metà del tragitto che
manifestare i frutti della vostra fede, del
collega Roma ad Assisi, percorso nel 1210
vostro amore e della vostra speranza al
da San Francesco nel suo viaggio verso la
successore di Pietro pellegrino in questa
Sede Apostolica.
vostra antica terra, porgo il mio saluto ed
Alla cerimonia partecipava Mons. Vescovo
un rinnovato incoraggiamento a ben conDivo Zadi consacrato l’8 aprile 1989 daltinuare sulla scia luminosa della tradizioni
l’allora Segretario di Stato Cardinale
religiose e civili, che hanno così nobilAgostino Casaroli e entrato nella Diocesi di
mente segnato la storia dei vostri antenaCivita Castellana il 13 maggio dello stesso
ti … ”.
anno.
Nella palestra comunale, infine, il
“ … Te Episcupum Civitatis Castellanae
Pontefice incontra il mondo operaio della
Nominamus ... ”
zona e, dopo avere ascoltato il saluto rivolrecita la Bolla Pontificia di nomina di Papa
togli da un rappresentante del mondo del
Giovanni Paolo II.
lavoro della ceramica, dice:
Chi scrive ricorda bene quell’aprile 1989
“ … a tutti il mio saluto e i miei cordiali
poichè , a tarda sera, quasi notte, il mio
auguri in questa giornata del primo magamico avvocato Carlo d’Emelis, mi telefona
gio festa dei lavoratori, cioè vostra festa,
dalla sua abitazione di Palazzolo Milanese,
come di tutti gli uomini e le donne che nel
in provincia di Milano, per informarmi del
mondo si guadagnano il pane col sudore
fatto che Mons. Divo Zadi, suo carissimo
dei loro volti, vale a dire con il loro lavoro
amico fin dai tempi in cui questi svolgeva
… ”.
il suo Ministero a Petroio e Montichiello e
“ … in questo senso il primo maggio è una
del quale tante volte mi aveva parlato, era
festa veramente universale, poichè il lavostato consacrato Vescovo ed era stato
ro è , o dovrebbe essere, una vocazione e
eletto alla Chiesa di Civita Castellana e,
una reale possibilità per tutti … ”.
scusandosi per l’ora, mi disse che non era
Quando quella sera del 16 ottobre 1978,
riuscito ad aspettare “stamani mattina”,
giorno della Sua elezione, il nuovo
come era solito intercalare da buon toscaPontefice si affacciò alla loggia della
no. Questi benedetti toscani!
Basilica Vaticana, la folla restò sorpresa e
Carlo d’Emelis aggiunse:
smarrita, non solo per il nome del Papa
“..Ricorda ciò che ti dico questa sera,
appena eletto, poco noto, ma anche peravrete un grande Vescovo a Civita
ché si trattava di un Cardinale non italiaCastellana: un amico, un fratello, un
no. Da ben 455 anni, infatti, dall’elezione
padre...”
dell’olandese Adriano VI - Adriaan
oggi possiamo ben dire di avere avuto “ …
Florensz, 1522 - 1523, nessun Papa straun grande Vescovo, un amico, un fratello,
niero era stato eletto; pare che in quella
un padre … “, a cui tutti siamo riconoscenti
occasione il Cardinale Guatemalteco
e profondamente legati.
Casariego, andasse chiedendo chi fosse
Ma torniamo alla inaugurazione di cui
mai quel Cardinale che si chiamava “bottisopra, nel corso della quale il futuro Beato
glia” o qualcosa di simile.
espresse un insegnamento profondo sulla
Giovanni Paolo II, esprimendosi in buon
“Prudenza”, intesa come dovere civico
italiano, si presentò alla folla come: “ … il
sulle strade e come virtù soprannaturale
Papa venuto da lontano … ” avvertendo
dell’animo umano:
che: “ … se sbaglio mi corigerete … ”,
“ … la vita di Maria fu più volte segnata
naturalmente questo insolito modo di pre-
17
dalle esigenze del cammino, Ella sa che
cosa vuol dire camminare per le strade
della terra, con tutti i pericoli e gli imprevisti che ciò comporta. Maria e Suo Figlio
sono i modelli per l’ Uomo contemporaneo, per aver percorso il cammino terreno
con lo sguardo vigile alle necessità dei fratelli …”
“la prudenza nella guida, l’attenzione
generosa ai compagni di viaggio portano
ad
impegnarsi
nel
cammino
perché : sereno sia il viaggio, il percorso
sia ricco di esperienze di umanità , felice
sia il ritorno”
Giovanni Paolo II, pronunciò queste parole di fronte la Statua di Orte indicata
come: Vergine Prudentissima, Stella lucente, Guida sicura:“ … possa la Vergine illuminare il cammino e rendere sicura la strada della vita di ogni uomo … “
Rileggiamo adesso alcune delle parole di
saluto che Mons Vescovo Divo Zadi indirizzò al Pontefice in quella occasione:
“ … Beatissimo Padre, questo nostro
appuntamento di oggi ha un grande significato sociale e religioso…..veniamo da
situazioni e da ambienti diversi, … ci unisce la fede in Dio e tanta fiducia nell’umanità … “
“ … Questa assemblea ha i riflessi della
grande Famiglia alla quale provvidenzialmente il Signore Vi ha posto a Guida … “
“ … Vi siamo riconoscenti per una presenza che ci incoraggia tanto … “
“ … Santo Padre benedite il nostro personale cammino, i nostri progetti, il nostro
lavoro … ”
Un ultimo ricordo su Papa Voityla.
Antonino Zichichi, fisico nucleare di fama
mondiale, ordinario di fisica superiore
all’Università di Bologna, in una delle sue
numerose pubblicazioni, racconta che, a
un giornalista che gli chiedeva perché credesse in Dio, rispose, per tre motivi:
Galileo Galilei, la Scienza e Giovanni
Paolo II.
Per quanto attiene il terzo motivo lo scienziato chiariva che: “ … il terzo motivo
riguarda i fatti della vita quotidiana e la
cronaca che diventa Storia con una Chiesa
che sa dare al mondo, quale successore di
Pietro, l’unico grande filosofo morale dei
nostri tempi …”
“ … Tempi in cui le previsioni erano che la
potenza militare ed ideologica dell’URSS
continuasse a dominare l’Europa per almeno mille anni ancora. E invece nel cuore
dell’impero sovietico, la cui religione è l’ateismo di Stato, è nata la Chiesa del silenzio che ha fatto crollare il muro di Berlino
mille anni prima del previsto … “
“ —- E’ difficile credere che anche questo
sia frutto del caso o del nulla … ”.
Il professor Petr Kapitza, scienziato scopritore della “Superfluidità ”, espulso
dall’Università e ridotto a vivere senza stipendio fino alla morte di Stalin, per essersi rifiutato di dirigere il progetto H della
bomba sovietica, così definiva Giovanni
Paolo II, oggi Beato:
“ … Luce del mondo accesasi per cacciare
le tragiche tenebre
del nazismo e dello stalinismo … ”.
Campo de’ fiori
18
Giovanni Paolo II° il Papa di tutti
Roma, sala Nervi, un mercoledì del 1981
Quando la sera del 16
ottobre 1978 si udì in
piazza San Pietro il
nome del nuovo Papa,
uscito da un conclave
di appena tre giorni,
quel suono “VOITIVA”
fece, per qualche
istante, immaginare
che i cardinali elettori,
di Anna Francola
avessero scelto un
africano, tanta era l’attesa di un Papa straniero. E invece era un polacco che con
centinaia di viaggi in ogni parte del
mondo, avrebbe annunciato Cristo ai
popoli di ogni nazione.
Lo abbiamo conosciuto atletico, asciutto
ed eretto nella persona e poi dopo l’attentato del 13 maggio 1981, ne abbiamo
seguito di anno in anno la trasformazione;
quasi che Dio abbia voluto imprimere in
questo uomo, da Lui prescelto, l’icona
della sofferenza che era stata del Figlio
Suo. Ha concentrato simbolicamente nella
sua persona il dolore del mondo; soprattutto per le popolazioni innocenti flagellate dalla guerra; per la pace dei popoli si è
battuto senza riserve contro i potenti della
terra. Nella storia Giovanni Paolo II
resterà il più alto difensore dei diritti umani.
Una delle invenzioni più fortunate e proficue del suo pontificato, furono le
Giornate Mondiali della Gioventù. Un
colpo di genio da parte di un uomo come
Karol Wojtyla che, per decenni è stato
vicino ai giovani della sua Cracovia, che li
a spronati a trovare il senso della vita. I
giovani a questi incontri hanno risposto in
maniera sorprendente, i ragazzi scoprivano nel Papa un uomo che credeva in loro,
che aveva fiducia in loro, li amava e scommetteva su di loro. La sua sintonia con i
giovani non è diminuita con l’avanzare
dell’età e lui manteneva intatta l’ ammirazione per loro, dicendo: “ I giovani sempre
mi ringiovaniscono “. Non si era mai visto
un Papa che parlava così . Proprio loro, i
giovani quel sabato 2 aprile 2005, erano
accorsi in piazza San Pietro, in massa, con
candele accese, recitando rosari, pregando per il Papa che stava tornando nella
Casa del Padre.
Come tutti, anch’io ho amato moltissimo questo Papa, l’ho sentito subito
molto vicino, sarà perché nel 1978
(l’anno della sua elezione) sono diventata
mamma per la prima volta, sarà perché
come lui ho una particolare devozione per
la Madonna. Mi reputo una persona fortunata per aver trascorso un mercoledì mattina, nel lontano 1981, nella Sala Nervi,
con mio figlio Alessandro di tre anni. Per
aver corso tantissimo con lui in braccio,
per potermi accaparrare un posto in prima
fila vicino alle transenne, dove il Papa
avrebbe fatto di li a poco il suo ingresso.
Per averci parlato un po’, per avergli baciato l’ anello e soprattutto per quella foto
ricordo che ritrae Giovanni Paolo II° con le
mani sopra la testa di mio figlio.
Nel 2007 per dimostragli la mia devozione,
mi sono recata con un tour organizzato in
Polonia precisamente nella sua amata
Cracovia. Magnifica città con dei luoghi a
lui molto cari, come l’Arcivescovado (è
nominato Arcivescovo di Cracovia il 18
gennaio 1964 ) dove in ogni minima cosa
si avverte la sua presenza. Durante una
visita, mi hanno raccontato un aneddoto:
Karol partendo per Roma, per partecipare
al Conclave del 1978, aveva lasciato le ciabatte (anche un po’ logore) sotto il comodino. E sotto il letto, due scarpe nere con
i lacci e due calzini: forse indossati poche
ore, magari da riutilizzare prima di farli
lavare. Mai e poi mai avrebbe pensato che
in quella piccola camera non sarebbe più
tornato. A Cracovia nella chiesa di San
Francesco mi sono inginocchiata sulla
panca dove Karol Wojtyla era solito recarsi ogni mattina per ascoltare la Messa e
pregare, tutto ciò è stato emozionante
fino all’ inverosimile.
Ora dal primo maggio, per il volere della
Chiesa e di tutte le persone che lo hanno
amato ed hanno gridato a gran voce:
“SANTO SUBITO” è salito agli onori
degli Altari. Benedetto XVI non ha avuto
un attimo di esitazione e la causa venne
aperta immediatamente. Da quel giorno è
iniziato l’iter consistente in una serie di
processi canonici, volti a raccogliere documenti e testimonianze, necessari per analizzare i miracoli di Giovanni Paolo II.
Campo de’ fiori
T
21
ecniche di rilevamento del negativo gessato e
realizzazione del positivo in gesso per il
Plantare Funzionale di Root
In questa edizione il CENTRO ORTOPEDICO FLAMINIO vuole illustrare l’utilizzo di un’innovativa tecnica di realizzazione di un
plantare funzionale, secondo la scuola americana di Root .
Lo scopo di questa tecnica è quello di fornire la riproduzione del piede che può essere ottenuta con una suoletta
funzionale. Una suoletta funzionale è un plantare che controlla il movimento e la posizione del piede durante la locomozione. La suoletta ristabilisce la normale funzione consentita dai limiti fisici del paziente.
Un piede normale prona al contatto del calcagno al suolo, adattandosi perfettamente alle variazioni del terreno e alle posizioni del
corpo, dopodiché , durante la fase di spinta, il piede supina per diventare come una leva rigida che sia stabile e tale da sopportare il
peso senza tremolii di alcun genere. Il plantare dovrebbe agire sul calcagno in modo da creare una normale pronazione dell'articolazione Sottoastragalica e la supinazone durante la deambulazione. Dovrebbe inoltre agire sull'avampiede in modo da dare luogo a una
posizione completamente prona (bloccata) dell'articolazione mediotarsale nella seconda parte dell’appoggio del piede durante il
passo.
Oltre a permettere un movimento "normale" del piede, il plantare dovrebbe prevenire:
l. Il movimento eccessivo del piede.
2. L'errata direzione del movimento del piede in ogni fase del passo.
1
POSIZIONE DEL PAZIENTE
Durante il casting il paziente dovrebbe stare in una posizione comoda e rilassata e tenere il piede rilassato senza assumere posizioni particolari. Dovrebbe stare seduto in posizione sufficientemente inclinata per ottenerne il massimo rilassamento. In caso di
irrigidimento di qualche muscolo, reclinare il paziente completamente.
2
POSIZIONE DELLA GAMBA
Il ginocchio viene esteso ed il piede portato in un piano
sagittale ruotando la gamba.
Controllo del soggetto in
posizione rilassata
4
POSIZIONARE IL PIEDE
IN NEUTRA
• Portare il piede in estensione
fino ad incontrare resistenza
• Portare in “neutra” l’articolazione Sottoastragalica
• Bloccare la mediotarsica a
fine corsa pronatoria
• “Sospendere” il piede allineando il 5°dito al Metatarsale
• Controllare che non sia né
addotto né abdotto
posizione neutra né spinata
né pronata
Grazie all’utilizzo di questa
metodica è possibile portare
l’Articolazione Sotto Aastragalica in stato di quiete, anche
nei piedi con funzionalità anomala.
3
Controllo del soggetto in
posizione corretta
5
CONTROLLO DEI MOVIMENTI DI
PRONO-SUPINAZIONE
Completa pronazione
Completa supinazione
ESECUZIONE DEL CALCO IN GESSO
Benda gessata
in 2 o 3 strati
Avvolgimento e
modellatura
Posizionamento
del piede in
“neutra”
6
STILIZZAZIONE DEL POSITIVO
Piantare un chiodino al centro della testa del 1°e del
5°metatarsale, di cui sul 5°a quota 0 e sul 1°che sporga fino
a far raggiungere la “posizione neutra”al retropiede.(fig.1).
Costruire il “tacco” anteriore (fig.2) sul piano ottenuto e disegnare la “zona” di espansione. Applicare pasta di gesso colorato sulla zona di espansione e raccordare perfettamente con
il “tacco” anteriore. Procedere alla termoformatura del plantare in carbonio. (fig.4)
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Dott. Daniele Cervoni
Laureato in Tecniche
Ortopediche
Per maggiori
informazioni
o appuntamenti:
Centro Ortopedico
Flaminio
Tel. 0761.517744
Cell. 339.1816523
22
Campo de’ fiori
UN BEL GESTO DI VITA CITTADINA
Restaurata una delle tante edicole votive del centro storico di Civita
Castellana: la Madonna con Bambino in Via Garibaldi
di Bruno Fontana, M.Grazia Gradassai e Vincenzo Dobboloni
L’edicola prima del restauro
Da dx: il sindaco Angelelli, don Maurizio e Maria Grazia Gradassai
va un eviFinalmente è stato portato a terdente stato
mine un bellissimo progetto di
di degrado,
restauro nel cuore del centro stospecialCartolina ricordo con l’effigie restaurata
rico di Civita Castellana, al quale
m e n t e
numerose persone, volenterose,
nella parte inferiore, ma lasciava intravedesi sono dedicate con passione e sacrificio:
re comunque il segno inciso sulla superficie
una edicola votiva, raffigurante una
che contornava tutta la corporatura, chiaMadonna con Bambino fra le braccia.
mato ‘sinopia’. Le uniche parti visibili erano
L’immagine, che fino a prima del restauro
il volto del Bambino e parte del volto della
era poco visibile, poiché rovinata dal
Madonna, i capelli, il velo, e tutto lo sfontempo, dallo smog e dal fumo dei lumi votido. Dopo varie puliture, impacchi ed opevi, che era il popolo era uso accendere alla
razioni di recupero e consolidamento della
Madonna, risale al XVII secolo e si trova
superficie, operazioni con non poche diffiproprio sopra l’arcata di un portone d’incoltà poiché la sporcizia e l’ossidazione
gresso al civico 4 di Via Garibaldi.
erano assai penetrate all’interno dannegL’iniziativa, nata dai commercianti, dagli
giando il dipinto, sono passata alla stuccaartigiani e dagli abitanti del luogo, è partita
tura e alla ricostruzione pittorica , seguennel novembre del 2010, quando è stato
do il segno della sinopia, con la tecnica a
chiesto un sopralluogo alla dottoressa
tratteggio e a velature in più passaggi. Le
Marina Moscetti di Roma, esperta del settotinte cromatiche utilizzate per la superficie
re, visti i suoi restauri degli affreschi di
ricostruita corrispondono esattamente ai
Giulio Romano a Palazzo Cenci Maccarani e
colori originali riscoperti dopo la pulizia,
degli affreschi delle lunette al Chiostro della
come impone la legge in materia di restauCamera dei Deputati, ecc. La dottoressa ha
ro pittorico. Il tutto è stato protetto da
confermato la fattibilità del restauro, indiparaloid”. Queste le parole della dottoressa
cando la procedura da seguire. Non appena
Marina Moschetti, che si è occupata persoavuta l’autorizzazione dalla Soprintendenza
nalmente del restauro.
per i Beni Storici Artistici del Lazio, nel febL’inaugurazione ha avuto luogo sabato 7
braio del 2011, sono partiti i lavori, tra la
maggio alle 17.30, in concomitanza con la
curiosità , l’entusiasmo ed anche lo scetticiFesta della Mamma. Don Maurizio, parroco
smo di molti, che ritenevano l’affresco irredella Cattedrale, ha benedetto la sacra efficuperabile. Nel frattempo sono state raccolge alla presenza del Sindaco, Gianluca
te numerose offerte necessarie per portare
Angelelli, dalle Autorità e di un folta folla
a termine il restauro.
convenuta, omaggiata di una cartolina
“ L’affresco è databile fine ‘600, non si può
ricordo dell’evento, con una preghiera del
risalire precisamente all’artista che l’ha reaBeato Giovanni Paolo II.
lizzato, ma si tratterebbe senz’altro di una
L’iniziativa ha voluto soprattutto valorizzare
mano abituata al mestiere di ‘madonnaro’;
un’opera di pregio, contribuendo ad arricgli stessi lineamenti del Bambino si notano
chire il patrimonio artistico della nostro
nei visi dei puttini dipinti dagli artisti
centro storico e volendo riinfondere quel
Tempesta e Cavalier D’Arpino, negli affrereligioso rispetto verso una sacra immagischi che ho restaurato precedentemente a
ne. Molti anziani, infatti, ricordano l’imporPalazzo Peretti (attuale Palazzo Belei, ndr)
tanza di tale Madonna durante la loro fanqui a Civita Castellana. L’affresco presenta-
La dott.ssa Marina Moscetti, fra Giuliana Valeri e
Bruno Fantana
ciullezza: a volte era meta di preghiere e
accensioni di candele in segno di devozione;
in seguito è stata illuminata con una luce
votiva e arricchita di un ex voto Per Grazia
Ricevuta, che è stato rimosso durante il
restauro e conservato in altro luogo.
L’augurio è che possano essere riportate
alla luce queste preziose testimonianze del
passato, anche grazie alla sensibilità ed
all’amor civico di importanti artisti locali.
Un ringraziamento a quanti si sono adoperati per realizzare questo progetto.
Organizzazione logistica e interventi:
Architetto Pietro Belei, Sig. Bruno Fontana,
Studio d’Arte Bell’ornato di M. Grazia
Gradassai, Studio d’Arte Mastro Cencio di
Vincenzo Dobboloni, Edilizia Giorgio
Innocenzi, Rotary Club Flaminia Romana,
Tecnoelettra.
Collaborazioni: il Comune ed i cittadini;
Rotary Club Flaminia Romana; Banca di
Credito Cooperativo di Roma Ag.108 C.Castellana; Lions Club C.Castellana-Faleri
Veteres; il Centro Sociale Anziani di P.za
Matteotti; C.C.N.- Centro Commerciale
Naturale; i commercianti e gli artigiani di Via
G.Garibaldi, di Piazza Matteotti e di Piazza
Duomo, di Largo Cavour, di Via del Forte, di
Via del Governo Vecchio; la Cattedrale e le
Parrocchie del centro storico, la Chiesa di S.
Lorenzo, il Gruppo Scout “Il Branco”.
Campo de’ fiori ha dimostrato sensibilità verso il restauro di queste opere popolari già dai primi numeri,
quando ne sottolineava l’importanza in seno ad una rubrica curata da Sandro Anselmi e successivamente
dal Prof. Enea Cisbani, titolata “le edicole votive”.
Campo de’ fiori
23
Sette compagnie provenienti da tutta Italia si sono spartite gli ambiti premi
V° RASSEGNA NAZIONALE “ARCO D’ORO”
Vince la Compagnia Stabile del Leonardo di Treviso. Campo de’ fiori assegna il
Premio speciale della Stampa al gruppo Nautilus di Vicenza
Sabato 16 Aprile si è conclusa a Fabrica di
Roma (VT), con la serata dedicata alle premiazioni, la V° edizione del Premio
“Arco d’Oro”: rassegna nazionale di teatro organizzata dall’Assessorato alla cultura e dalla Pro- Loco della cittadina viterbese.
Al Teatro Palarte, dove si sono esibite per
ben sette domeniche le altrettante compagnie giunte da ogni parte d’Italia e selezionate tra le oltre settantacinque iscritte,
si sono ritrovati, i registi, gli attori ed i
responsabili di ognuna di esse, pronti a
ritirare i meritatissimi premi assegnati
dalla giuria.
La serata condotta dal bravissimo Claudio
Ricci coadiuvato dal Direttore Artistico
Carlo Ciaffardini, coppia ormai collaudata da anni, è stato un vero e proprio spettacolo. Alle nomination, corredate di brevissimi spot, con le quali di volta in volta si
è giunti a decretare i rispettivi vincitori dei
premi messi in palio, si sono alternate le
performance di alcuni bravissimi artisti
locali: i cantanti Dario Guidi ed Ileana
Baldassi, le ballerine della scuola di
danza diretta da Giada Pancianeschi ed
il
Coro
Polifonico
“Abbondio
Antonelli”.
Ma entriamo nel vivo delle premiazioni. Il
premio per il miglior allestimento è
andato alla Compagnia Teatro Club di
Torre del Greco con “Sabato
Domenica e Lunedì ” di Eduardo De
Filippo, che grazie alla regia di Gino Roma
ed alle interpretazioni di Renato Roma e
Susy Piezzo, si è aggiudicata anche il
premio al 2° classificato e soprattutto il Premio Gradimento del Pubblico
con un fantastico punteggio di 9,52.
La bravissima e bellissima Elisa Balzarini
ha vinto il premio per l’attrice non protagonista in “Cena di famiglia
(cognate)” di Eric Assous, messo in
scena dalla Compagnia Nautilus di
Vicenza. Questa giovane compagnia
veneta ha vinto, tra l’atro, un altro ambitissimo riconoscimento, il Premio
Speciale della Stampa, offerto, anche
quest’anno, dalla nostra rivista, che si
dimostra così sempre più vicina alle manifestazioni culturali della zona. “Cena di
famiglia” è stata, con tutta probabilità , la
commedia più divertente portata sul palco
del Palarte in questo quinto anno di rassegna. Grande vivacità e dinamicità , scaturite dalla complicità che gli attori hanno
saputo creare tra loro, hanno caratterizzato lo spettacolo, tenendo, in tal modo,
Carlo Ciaffardini (terzo da sx), direttore artistico del Palarte, Ermelinda Benedetti (quinta da
sx), caporedattrice della rivista Campo de’ fiori e Claudio Ricci (ultimo da sx), presentatore
ufficiale della rassegna, insieme ad alcuni degli attori della Compagnia Nautilus di Vicenza, che
ha ricevuto il premio speciale della stampa, offerto da questa testata, per la commedia
“Cena di famiglia (cognate)”.
sempre alta l’attenzione del pubblico.
Il premio per l’attore non protagonista
(sarebbe meglio dire co-protagonista) è
andato a Federico Finocchiaro che ha
magnificamente interpretato la parte di
“Oscar” ne’ “La strana coppia” di Neil
Simon, allestita dalla Compagnia
“Daniele Leone” di Imperia.
Il Premio Speciale della Giuria se lo è
aggiudicato la Compagnia Laltroteatro
di Gravina per un originale ed apprezzato “Io, l’erede” di Eduardo.
La migliore Regia è andata al bravissimo
Claudio Pesaresi, già vincitore a Fabrica
lo scorso hanno con il “Cyrano”. Questa
volta ha vinto dirigendo una splendida
“Mandragola”.
Emozionatissima nel ritirare il premio di
Migliore Attrice per l’interpretazione di
Maggy in “La gatta sul tetto che scotta” una bravissima Caterina Boschi
della compagnia “I giardini dell’arte”,
compagnia fiorentina che con questo lavoro si aggiudica anche il 3° posto.
Grande interpretazione per Giovanni
Handjaras nell’”Enrico IV” di Pirandello
che gli vale il Premio Miglior Attore e
che probabilmente insieme agli altri interpreti è stato determinante per l’assegnazione dell’ “Arco d’Oro” 2011 come
Miglior Spettacolo. Un emozionato
Maurizio Damian , Direttore della compagnia Stabile del Leonardo di Treviso,
ha ricevuto dalle mani del Sindaco
Giuseppe Palmegiani l’opera del pittore
Ferdinando Sciarrini, raffigurante l’Arco
di Giove della città falisca di Faleri Novi.
La serata è proseguita con una elegante e
vivacissima Cena di Gala presso l’Hotel
Aldero, la quale ha coronato una riuscita
rassegna che può vantare un pubblico
veramente numeroso. E’ proprio il tutto
esaurito, che quasi ogni domenica si registra, nel pur capiente teatro Palarte (430
posti), a fare della Rassegna Arco d’Oro di
Fabrica di Roma una delle più belle rassegne del panorama amatoriale italiano. Si
prosegue, così , verso il prossimo anno.
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
24
La Chiesa è inquietata
Il dramma di Orvieto ci riguarda tutti
Papa Ratzinger –
vorremmo crederlo
– a malincuore, ha
dovuto chiedere le
del
dimissioni
Vesscovo
di
Orvieto-Todi, Mons.
Scanavino. Motivo
dell’imposizione: la
diocesi, da troppo
tempo (almeno tre
anni, dicono i bene
di Secondiano Zeroli
informati) era fuori
controllo, avendo il
vescovo l’abitudine di portare nel proprio
“ovile”, quei diaconi che in altre diocesi
erano stati – per vari motivi – allontanati.
Mons. Scanavino, come ha ricordato
recentemente in una appassionata omelia,
tenuta nella Basilica di Santa Cristina, a
Bolsena, è stato molto franco con il Santo
Padre. Gli ha detto che il vescovo oltre ad
essere un pastore di anime, è anche un
medico. Ora i medici sono di due tipi: quelli della mutua, che corrono nelle loro case,
quando vengono chiamati dai malati, ed i
chirurghi, quelli cioè che “strappano” il
male dal corpo dei pazienti, per restituirgli
la salute. Mons. Scanavino, ha detto al
Papa di appartenere al primo tipo di medici e di non essere perciò in grado di
togliere il male che alligna nelle varie parrocchie della Diocesi. E’ per questo motivo
che le sue dimissioni, pur se forzate, sono
state rassegnate in maniera serena e prive
di ogni ombra di polemica. E’ in dubbio,
comunque, che la vicenda del diacono
LUCA SEIDITA, già allontanato da due
Diocesi, ed accolto a braccia aperte da
Mons. Scanavino, è risultata essere la
classica goccia che ha fatto tracimare il
pentolone dei sussurri e delle dicerie, che
alimentano, da tanto tempo, la vita all’interno della Diocesi. Il diacono Seidita, che
avrebbe dovuto essere ordinato sacerdote
il 7 Dicembre 2010, dopo il terzo rifiuto,
Il diacono Luca Seidita, suicidatosi ad Orvieto il 7 Dicembre 2010, dopo il terzo rifiuto da parte
della Chiesa di Roma per la sua ordinazione sacerdotale
comminatogli dalla Chiesa di Roma, è
volato giù dalla rupe di Orvieto, la sera del
30 Novembre; un suicidio terribile ed
inammissibile per ciò in cui credeva.
Certo che, se vogliamo allargare il raggio
della nostra riflessione, l’episodio non può
considerarsi un fatto isolato. In soli tre
mesi, infatti, ben quattro sacerdoti si sono
tolti la vita: don Sergio Recanati si è gettato sotto un treno in provincia di
Bergamo; don Franco Galizia si è lasciato
cadere dal decimo piano a Plasmo, quando era in casa di amici; don Franco Rossi
si è impiccato a Viareggio l’ultimo giorno
di Carnevale, don Matteo Diletti, trovato il
7 Marzo in fondo ad un dirupo, dove,
molto probabilmente, si era volontariamente gettato.
Ora non sta certamente a noi giudicare,
ma questi suicidi di uomini della Chiesa
non sono un buon segno per il nostro
Paese. Anche le dimissioni forzate di Mons.
Scanavino, pur se dal valore molto diverso, non lo sono affatto. Più che le belle
notizie di una Italia, che si ritrova compatta, a 150 anni dalla sua nascita, sono questi i segnali negativi che non ci lasciano
tranquilli, ma che anzi ci inquietano e ci
informano d’un profondo stato di disagio
in chi dovrebbe indicarci una Meta superiore.
Il diacono Seidita, prima di togliersi la vita,
ha lasciato scritto nel suo computer: “Sono
fragile, ma ditemi che cosa ho fatto?
Ditemi perché ?”. Sono domande senza
risposta, ma tutti noi dovremmo tentare di
capirci qualcosa. Non rimaniamo per sempre ancorati alla “fazione pro-Berlusconi” o
a quella “contro-Berlusconi”.
Decidiamoci una volta per tutte ad alzare
lo sguardo ed a riflettere su queste e su
tante altre cose, certamente più nobili e
Campo de’ fiori
25
Come eravamo
CERASE, VISCIOLI E CERASOLI MARINI
Il periodo è sempre
questo, primavera inoltrata. Ci lasciamo alle
spalle, aranci, mandarini e gli altri frutti invernali ed ecco che insieme alle fave dell’orto (i
scafi), arrivano le ciliegie, o meglio per dirla
di Alessandro Soli
in gergo “ ‘e cerase”.
Ormai la cosiddetta
globalizzazione fa si che queste “primizie”
non possono più considerarsi tali, perché
le importazioni, anche da paesi lontanissimi, grazie ai velocissimi mezzi di trasporto,
e alla capillare distribuzione, le fanno arrivare direttamente sulla nostra tavola.
Tutte perfette, lucide, taglio unico, bellissime a vedersi, perché il mercato vuole
così , col prezzo che penalizza però , come
sempre, i meno abbienti. E allora come
dermi il gusto e il sapore dell’avventura.
non ricordare le scorpacciate che si faceParenti stretti delle cerase, sono i “visciovano delle “cerase”,
li” con il loro sapore acre, subliArrampicati
quando arrampicati
mi ed unici quando diventano
sull’albero cercavamo
confetture e marmellate per la
sull’albero
di raccoglierne il più
famosissima crostata (‘a crostacercavamo
di
possibile, strappandota co’ ‘a marmellata de’ visciole).
raccoglierne il Purtroppo questo è un frutto in
le dai rami, sbilanciandoci,
in continuo rischio cadute.
più possibile, via di estinzione, le sue piante,
Personalmente
ricordo
strappandole una volta presenti in ogni vigna
quelle che raccoglievo nel
tra un filare di vite e un albero di
dai rami,
giardino (‘o scuperto) dietro
“melluzzole”(piccole mele verdi
alla trattoria di nonno Giano sbilanciandoci, acerbe), oggi si vedono raraqui a Civita Castellana, in
mente, oggi non fanno più
in continuo
via della Repubblica.
mercato, e nello stesso
Potevo ritenermi fortunato, rischio cadute!
tempo privano coloro che
perché ce l’avevo in casa, e
non le conoscono di sapori
non facevo fatica per averantichi e genuini.
le, mentre gli altri bambini del quartiere,
Ancora più rari, forse scomparsi, sono “i
rischiavano di tutto di più, perché dovevacerasoli marini”, ciliegie selvatiche che creno andare nei campi (degli altri) a “trafuscevano ai lati dei fossi, in genere tra gole
garle”, sempre pronti alla fuga, inseguiti
profonde, meno nobili delle cerase o delle
dall’imbestialito proprietario armato di
visciole, ma tanto ambiti da noi piccoli
bastone. Eppure se devo essere sincero, a
“guerrieri”. Non avevano un gran sapore,
volte li ho invidiati, perché sapevo di perma nel nostro immaginario rappresentava-
no il nutrimento che la natura incontaminata delle forre civitoniche, ci offriva.
Già , la natura incontaminata, quella che ci
consentiva di bere, prendendola tra le
mani, l’acque corrente “d’o fosso”. Voglio
ritornare un attimo alle cerase; forse ancor
oggi è rimasta un’immagine, o meglio un
rito, che si perpetua nel tempo e che vorrei tanto ripetere con i miei nipotini (che
sicuramente conoscono, per fortuna), cioè
quello di appendere agli orecchi una coppia di ciliegie, quasi fossero gioielli pendenti, simbolo antico di una natura eterna.
E se vengono dall’oriente o dal
Sudamerica, non fa niente, perché l’emozione che si prova è sempre la
stessa!
“
“
Protegge i tuoi valori
Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25
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26
Campo de’ fiori
Maria AdeleTuia , campionessa italiana delle due ruote
La ventottenne civitonica appartiene alla categoria Master Woman Sport 1, con la
squadra Drake Bike Newsport di Cisterna di Latina ed ha già conquistato numerosi titoli
“Drin drin, drin drin, mountain mountain
mountain bike…” è il ritornello di una canzone dello “Zecchino d’oro”, di qualche
anno fa, caro alla mia infanzia. Ma, in
fondo, la bicicletta è uno dei giochi che
più ci ha fatto crescere. Scorrazzare con i
“ruotini” era una passeggiata, difficile
diventava, invece, toglierli e mantenersi in
equilibrio su quelle due ruote sottili.
Mamma o papà ci tenevano stretto il sellino da dietro, per il tratto iniziale, poi ci
lasciavano proseguire dopo aver preso un
po’ di slancio, ma le inevitabili cadute non
mancavano. Ed ecco, era sicura una sbucciatura al ginocchio o ai gomiti, solitamente scoperti,perchè è d’estate che si faceva
“scuoal guida”. Così , più o meno, abbiamo imparato tutti.
C’è poi, però , chi dell’andare semplicemente in bici, per gioco, ne ha fatto una
vera passione, uno sport. E’ il caso di una
giovane di Civita Castellana, Maria Adele
Tuia, che da quattro anni si è specializzata nel ciclo cross corsa in Mountain Bike. E’
stato il fidanzato, Fabio Scorcella, da sempre appassionato di questo disciplina sportiva, a spingerla a seguirlo e correre in
bicicletta; dopo la morte prematura della
mamma, è diventato, per lei, una vera val-
vola di sfogo. Attualmente appartiene alla
categoria Master Woman Sport 1, con la
squadra Drake Bike Newsport di Cisterna
di Latina ed ha già conquistato numerosi
titoli.
Tra i più recenti ed importanti, la vittoria ai
Campionati italiani di cross country nel
luglio 2010, a Torre Canavese, in provincia
di Torino, e il primo posto ai campionati
italiani per il ciclo cross il 6 gennaio 2011,
con la squadra Scott Newsport di Roma,
interamente dedicato alla mamma.
Ma Maria Adele è impegnata quasi tutte le
domeniche in gare più o meno difficoltose,
nelle quali, però , riesce a posizionarsi
quasi sempre sul podio. Tra le ultime, il
campionato italiano maraton, che si è
tenuto il primo maggio 2011, dove è
riuscita a strappare un ottimo terzo posto,
considerando gli oltre millecinquecento
partecipanti!
Pur non essendosi avvicinata a questo
sport fin da piccola, l’atleta ventottenne ha
dimostrato ottime qualità fisiche per poter
raggiungere tali risultati. Seguendo le
tabelle settimanali che il suo preparatore
le assegna di volta in volta, si allena dalle
quindici alle diciotto ore settimanali, correndo anche su strada, dove è facile
incontrarla e riconoscerla, essendo una
delle poche ragazze delle nostre zone a
praticare questo sport.
Un ringraziamento particolare da parte di
Maria Adele, che tra l’altro si sta laureando in scienze infermieristiche,va al capitano della sua squadra, Massimo Folcarelli,
con il quale sta condividendo molti dei suoi
successi.
Forza Maria Adele, tanti percorsi ed ostacoli da affrontare ancora ti aspettano!
Ermelinda Benedetti
28
Campo de’ fiori
Associazione Artistica Ivna
Riccardo Grattarola, visionario dello “SCATTO”
Impegnato su più fronti il nostro Riccardo.
Fotografo per passione, il quale intende la
fotografia come uno spaccato di realtà ed
un modo inestimabile di fissare le emozioni nell’animo del visionario di turno.
Immagini quindi sospese nel tempo e dal
tempo allontanate, quasi come a creare
nuovi mondi, piccoli anfratti celesti nei
quali far esplodere la propria creatività . Le
sue foto colgono la realtà oggettiva,
lasciando l’interpretazione a chi vede e a
chi sente quel trasporto necessario per
poter beneficiare e quindi fruire dell’arte.
Istanti rubati, momenti fuori dal tempo,
che ricalcano in vero il suo modo di esprimersi anche e soprattutto con l’ausilio del
suo modo di porsi e di comunicare attraverso la sua passione. Intenso il suo lavoro, fatto di scatti isolati, forse nemmeno
pensati, lontani anni luce dall’usuale e
concentrati nel ricalcare la realtà oggetto,
sotto forme comuni e sotto la spinta di una
emotività coinvolgente.
La fotografia abbinata al cinema ricopre un
interesse consistente per le sue aspirazioni. Ha alle spalle anche esperienze cinematografiche come fotografo di scena.
Laureato presso lo I.E.D, Istituto Europeo
di Design. Sin da piccolo è stato attratto
dall’immagine; dice di vivere le immagini
stesse, come un’ intensa
emozione. E’ un piacere
per lui ricordare emozioni pensando per immagini. Durante i suoi viaggi
ha potuto sviluppare il
suo stile, quello della
fotografia territoriale,
che non si concentra
sulle persone che abitano i luoghi, ma piuttosto
sugli oggetti del territorio stesso. Ecco che tutto
quindi diviene oggetto.
Esponenti eccelsi di questa forma fotografica
sono i coniugi Becker.
La caratteristica principale di tale fotografia è porre la macchina parallela al terreno, scattare la foto senza filtri ne fronzoli,
dando modo alla pellicola di fissare la realtà oggetto. In Italia abbiamo un altro fotografo esponente di questa tecnica, Luigi
Ghirri.
Adora Riccardo anche la fotografia detta
concettuale che ha l’intento di esprimere
un concetto dal nulla e la foto diviene un
documento di qualcosa che si crea al
momento. Un suo lavoro si intitola “ SLOW
REVOLUTION “ e rappresenta una rivolu-
zione naturale. Egli con una serie di scatti,
vuole evidenziare come la natura sovverte
la cultura. Si parte da una scuola, teatro
della cultura, che viene riempita di terra, in
seguito cresce l’erba e alla fine la natura
prevale sulla cultura e sull’uomo.
Le espressioni usate testimoniano l’impegno che questo artista mette nelle sue
opere. Anch’ egli è da annoverare fra i
visionari, fra coloro che fanno delle emozioni “lo scatto ancora da provare”.
Alfredo Mercutello
Campo de’ fiori
29
Oltre Google …
Seconda parte. Le biblioteche digitali e l’accesso libero ai testi online
Continuiamo
la
indagine
nostra
sugli strumenti utili
per ricercare in
modo quanto più
mirato possibile l’informazione pertinente per noi.
Parliamo di biblioteche
digitali.
di Patrizia Caprioli
Questi siti si occupano di libri, ma non
solo, infatti possono dare accesso anche a
documenti, video ed immagini. Si comportano come vere e proprie biblioteche,
infatti quelle che vi indicherò vi lasceranno navigare tra i loro testi gratuitamente e
semplicemente seguendo un paio di click!
Incominciamo con un prodotto tutto italiano, fatto da esperti della rete italiani e con
materiali in maggior parte tratti da autori
italiani, stiamo parlano della Biblioteca Progetto Manunzio (http://www.liberliber.it/biblioteca/ ), qui potete accedere a
centinaia di testi dei maggiori scrittori italiani e stranieri, scaricare l’opera sul vostro
computer oppure sul vostro Ipad o
Iphone. L’Audioteca presente in questo
sito da accesso ad Opere Musicali ed a
Libri Audio.
Un altro sito molto simile al Progetto
Manunzio è quello del Progetto
Gutenberg
(http://www.gutenberg.org/browse/languages/it ), solo che quest’ultimo è ricco
di autori stranieri e le opere sono in varie
lingue. Ma anche qui troverete testi da
scaricare su i vostri dispositivi celluari.
Nel sito Scrittori d’Italia Laterza
(http://www.bibliotecaitaliana.it/exist/Scri
ttoriItalia//index.xml?l=it ) troverete 179
opere, per un totale di 125.171 immagini.
Questo sito vi può aiutare nelle ricerche
che vengono fatte su autori classici italia-
ni, troverete opere da Dante Alghieri ad
Alessandro Manzoni, e tutto scaricabile
gratuitamente.
Passiamo ora a parlare di una Biblioteca
Digitale che si sta formando con tutti i
testi, le immagini e le risorse provenienti
da tutti i paesi dell’Europa: Europeana
(http://www.europeana.eu/portal/ ), progetto finanziato dall’Unione Europea, in
realtà può essere visto come un enorme
contenitore di immagini, testi, suoni e dati
provenienti da archivi, biblioteche e istituti culturali dei paesi che fanno parte
dell’Unione. Tradotto in tutte le lingue
europee, per accedere al sito in lingua italiana basta scegliere la nostra lingua dal
menu a tendina Choose a language.
Se invece vi và di fare una capatina tra la
letteratura francese, in lingua strettamente francese consiglio vivamente la
Biblioteca Digitale Gallica (http://gallica.bnf.fr/ ), la particolarità di questo sito
sta tutta nel fatto che è possibile accedere anche a manoscritti antichi risalenti a
varie epoche post ed ante Medioevo.
E per terminare questa breve panoramica
sull’accesso ai tesi in rete non ci resta che
citare Google Books
(http://books.google.it/); e sebbene
abbiamo ribadito che non tutto è su
Google, possiamo però sottolineare il
fatto che esso ha iniziato e continua a
mandare avanti un grande progetto di
digitalizzazione di testi provenienti da tutto
il mondo. Molte opere però sono visualizzabili solo in piccole percentuali dato che
gli Editori si sono presto ribellati a questo
accesso sfrenato e senza pagamento di
diritti d’autore intrapreso dal grande colosso dell’Informazione, ma se cercate un
testo un po’ vecchiotto sicuramente
Google Books l’avrà tra i suoi volumi.
La prossima volta tratteremo dell’accesso
alle informazioni, di qualsiasi tipologia o
pertinenza.
Informazioni per il cittadino, gli studenti,
gli anziani, i professionisti. Segnaleremo
dei veri e propri percorsi che ci aiuteranno
a
districarci
nella
Giungla
dell’Informazione Online.
L’ANGOLO DEL PROF.A cura di Patrizia Caprioli
Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire come
supporto didattico per gli insegnanti interessati a dare sempre nuovi input ai loro
piccoli studenti.
Grammatica Italiana.eu: http://www.grammaticaitaliana.eu/ Sito dedicato alla
grammatica italiana, con regole, ortografia, morfologia, figure retoriche, sintassi e
tecniche narrative messe in primo piano da due autori Roberta Volpi ed Andrea Mucciolo,
che da anni si occupano in Rete di Editoria emergente e non solo. Inoltre vi è la possibilità
di scrivere alla redazione per chiedere informazioni grammaticali, in caso abbiate dubbi di
qualsiasi genere.
Campo de’ fiori
30
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
DOROHEDORO di Q Hayashida
edito da Panini Comics – 14 volumi, in corso
I
Cayman non
ntrigante e
affascinante.
ricorda nulla
Hole è una
del
suo passato!
città usata dagli
Ma tra momenti di
stregoni
per
allenarsi nelle
pathos e
arti
magiche
comicità
la sua
usando
come
storia giungerà
cavie gli umani.
Tra questi c’è
alla fine
Cayman, protadi
gonista
della
Daniele Vessella
storia. Questo anomalo personaggio ha una forte
amnesia, non ricorda nulla del proprio passato.
Sa solo di essere immune alla magia e che dentro di sé vive un’altra
persona che sta cercando un particolare stregone. Cayman, convinto
che questo sia la chiave per risolvere i suoi problemi, dà la caccia agli
esseri dotati di magia, uccidendo chi non fa al caso suo.
Lo stile sporco e visionario ben si adatta alla trama che vuol far emergere la decadenza di Hole e lo strano mondo degli stregoni, caratterizzati magnificamente dalle loro maschere.
La narrazione alterna momenti di pathos, dovuti soprattutto alle visioni di Cayman, a momenti di comicità per bilanciare la storia. Man
mano che si prosegue con la lettura si scopre il passato dei personaggi
e le loro motivazioni, mai banali.
In sostanza, è un fumetto che con dignità risulta interessante e si differenzia dalla massa.
Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/
Martedì e
Mercoledì:
antipasto, pizza
e birra, 11 €
Campo de’ fiori
31
La rubrica dei cognomi
I cinque Cognomi
C
di Arnaldo Ricci
[email protected]
ome appare
nella lista, il
cognome più
diffuso a Fabrica di
Roma è Anselmi.
Adesso vediamo la
diffusione e la dislocazione a livello
nazionale.
Anselmi: (presente in 838 comu-
più diffusi a
Fabrica di Roma
Tali cognomi in ordine di
diffusione sono i seguenti:
1°
Anselmi
2°
Alessi
3°
Cencelli
4°
Francola
5°
Testa
ni d’Italia) come si nota nella lista di cui
sopra, questo cognome è il primo di
Fabrica in termini di presenze; esso,
molto probabilmente, ha le sue origini in
Lombardia dove è maggiormente diffuso
nella zona di Milano. Nell’ Italia centrale è
abbastanza diffuso ma in quella del nord vi
sono più presenze. Al sud e nelle isole è
scarsamente presente. In Basilicata è
addirittura inesistente.
presente; in Molise e Basilicata è praticamente inesistente.
Alessi: (presente in 825 comuni
d’ Italia) Questo cognome, molto probabilmente ha origini dalla zona di Milano
come Anselmi. Esso è mediamente diffuso su tutta l’Italia centro - settentrionale,
mentre dal Lazio in giù è poco diffuso,
tranne che In Sicilia, dove invece è abbastanza presente, più o meno come nel
centro Italia. In Sardegna è scarsamente
Cencelli: (presente in soli 12
comuni d’Italia!) esso ha la rara caratteristica di essere praticamente inesistente
in quasi tutta l’Italia. Oltre che a Fabrica,
vi sono pochissime presenze ( si contano
sulle dita di una mano ) a Roma e
Lombardia. E’ ovvio che questo cognome
trae le sue origini senza tema di essere
smentiti, solo ed esclusivamente nel
comune di Fabrica di Roma. Le pochissime
presenze a Roma ed in Lombardia, provengono con molta probabilità sempre da
Fabrica.
Francola: (presente in soli 5
comuni d’Italia !) anche questo cognome presenta caratteristiche simili a quello
precedente. Esso è con estrema sicurezza
originario di Fabrica di Roma dove è fortemente presente. Nel resto d’Italia è totalmente assente, escluso Milano, dove vi è
una presenza come in Sicilia ma ambedue
provengono da Fabrica.
Testa:
(presente in ben 1768
comuni d’Italia) questo cognome (quinto di Fabrica) è massicciamente presente
in tutte le regioni d’Italia con maggiore
concentrazione In Lombardia, Piemonte,
Lazio e Campania. La zona di origine
dovrebbe essere con molta probabilità fra
la Lombardia ed il Piemonte.
Seguirà sul prossimo numero lo stesso
studio per il comune di Corchiano
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Campo de’ fiori
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Campo de’ fiori
32
Lasocietàinconflitto
Quandoesploderà?E,soprattutto,chisopravviverà?
Mentre gli organismi
biologici sussistono
per l’aggregazione
delle cellule tessutali
ed organimiche, gli
organi sociali, per
sussistere, debbono
sulla
organizzarsi
base di adesioni individuali rispetto ad un
del Prof. Massimo
progetto comune…
Marsicola
Nella società , dunque, si costituiscono diversi organismi, destinati a confrontarsi tra loro,
configgere e dissolversi. Il mezzo
attraverso il quale avviene tutto questo è la cultura, l’informazione, ma
anche l’ignoranza. Qualcuno si preoccuperà di meglio comprendere ciò . Presto
detto. In base al livello di formazione che
dipende dal livello di informazione veritativa raggiunto, si costituisce un organismo
con persone di pari peso, specificità e
dignità (fra colti); di pari passo si costituiscono gruppi che hanno in comune informazioni tra loro analoghe o sufficientemente omogenee (microintelligenze sociali) date, ad esempio, da una formazione
tecnica o liceale e, in definitiva, trasversalmente, l’ignoranza, fondo comune a tutti;
luogo metafisico dominio della barbarie. Il
cibo degli organismi sociali, è l’informazione inerente il proprio campo di interesse e
di esperienza comune: il circolo dei
bocciofili, dei danzatori, dei politici,
degli scienziati, dei filosofi…
Ciascuno fa riferimento ad un
gruppo di persone con le quali
condivide il medesimo interesse e la medesima esperienza.
E poiché la società nella quale
viviamo accoglie in sé ed esibisce, campi d’esperienza
diversi, ciascuno con un proprio codice e linguaggio, la
nostra società è una società
necessariamente in conflitto.
Ora, si tratta di capire se questo
conflitto è destinato ad acuirsi o a
dissolversi. A rendere fecondi i
rapporti interpersonali o a interromperli. In un certo qual modo, si
potrebbe dire che, essendo già
presenti tutti i segni della crisi, non
vi è necessità che se ne aggiungano altri per prevedere che esploderà . Semmai, si tratta di capire quando esploderà . Ma ancor di più interesserà capire se sono già stati disegnati i tratti di coloro che alla crisi
riusciranno a sopravvivere. In altre
parole. E’ stato elaborato un codice nuovo,
che, se osservato, eviterà , alle generazioni future, di ripetere gli errori che sin qui
sono stati commessi?
Serve un codice, un codice universale,
perché a quanto pare, la storia, insegna
troppo poco; e soltanto a troppo poche
persone.
Il
codice
nuovo esiste.
Il codice nuovo Si tratta di
esiste.
metterlo a disposizione dei
Si tratta di
più. Cosa che
metterlo a
sembra la più
disposizione dei difficile da realizzare. Non si
più.
capisce bene se
tale difficoltà è dovuta ad un controllo
sistematico di ciò che viene divulgato con
qualunque mezzo, o se l’ignoranza, da
sola, può bastare a mettere il bavaglio o
la sordina specialmente alle cose importanti, quelle che ti cambiano la vita. Per il
momento ci impegniamo sul fronte
dell’educazione che ci sollecita non
poco dal momento che trattasi ormai
di emergenza. L’educazione dei giovani, certo. Ma anche degli adulti. E
non basta la cosiddetta ‘educazione
permanente’.
Noi pensiamo che l’educazione costituisca
la nuova frontiera dello sviluppo. Sviluppo
economico, certo. Ma anche sviluppo
morale, etico, politico, civile, sociale, culturale; in una espressione: sviluppo spirituale. Nell’era della scienza e della tecnica,
alle costruzioni di tipo materiale non ha
fatto riscontro una costruzione parallela di
tipo spirituale. E’ arrivato il momento di
porre rimedio
33
Campo de’ fiori
Alessandro Petronio, medico e filosofo
Nato nei primi anni del XVI secolo, a Civita Castella, lasciò numerosi scritti ai posteri
Alessandro Petronio
nacque
a Civita
Castellana, nello Stato
Pontificio
nei primi
del 1500. Discendeva
forse
da
Alfonso
Petroni, illustre cittadino senese che nel
settembre del 1492 fu
chiamato da papa
di Francesca
Alessandro
VI
al
Pelinga
comando del Forte.
Nel 1590 troviamo,
sempre a Civita Castellana, un nipote di
questi, il capitano Simeone Petroni, qui
distaccato per ordine del Sacro Colleggio,
che era, ed è ancora, l’insieme dei cardinali della Chiesa cattolica ad assolvere a
due compiti principali: provvedere all’elezione del papa, realizzare riunioni collegiali quando è convocato dal papa per valutare aspetti generali o specifici del governo della Chiesa. Esso nel 1500 era formato da 65 cardinali. Nel 1534, Petronio professò giovanissimo la medicina a Padova,
anche se non c’è nessun documento sicuro sulla sua attività come docente, e pubblicò il trattato “De Putridine”. Fu archiatra di Paolo IV, fu conclavista medico del
Conclave consuntivo alla morte di Paolo IV.
In caso di morte del Pontefice, il suo primo
compito consisteva nel verificare che il
Papa era realmente morto, chiamandolo
tre volte con il nome di battesimo. Nel
caso in cui non ricevava risposta, nè
dichiarava la morte con la formula Vere
Papa mortuus est. Nel 1552 dedicò al regnante Papa Giulio III un libretto in latino
dal titolo “L’acqua Tiberina”, opera del
tutto nuova ed insieme utile a coloro che
usano tale “acqua”, in cui esaltava le proprietà benefiche dell‘Acqua Tiberina. Tale
dedica a Papa Giulio III, era dovuta al
fatto che il Papa nella costruzione della
immensa villa Julia, lungo la via Flamina,
tra il ponte Milvio e Porta del Popolo, non
aveva esitato ad appropriarsi di buona
parte della già scarsa acqua per Roma,
acqua Vergine, il cui sotterraneo acquedotto passava e passa ancora oggi, sotto il
suo ninfeo, sottraendola ai Romani. Con
tale libro assolveva il Papa che seppure
aveva tolto tanta acqua ai romani, in
fondo non aveva fatto un gran danno.
Petronio asseriva che l’acqua del Tevere,
debitamente depurata, era raccomandabile ad ogni età , utile al fegato, alla
milza, ai polmoni, ai nervi. Soave e limpida, di gusto ottimo, era una specie di
acqua miracolosa, tanto da vedere la
mano nella provvidenza nel fatto che
Vitige, un generale dell’esercito ostrogoto
che nel 537 assediò Roma facendo tagliare tutti gli acquedotti che portavano l’acqua alla città , risparmiasse, miracolosamente, la conduttura dell’acqua vergine.
Nel 1573 scrisse “De vietu Romanorum”
diviso in cinque libri nel quale dava consigli
igienici ed in particolare sull’alimentazione
agli abitanti di Roma in un epoca in cui
l’igiene era molto scarsa. I primi capitoli
trattano dell’aria e dei venti di Roma; egli
fece un’ accurata indagine del suolo, con
la conclusione che d’inverno la città era
piena di fango, e d’estate polverosa; che
era piu freddo il mattino. Venivano poi
descritte le strade piu calde in rapporto
all’ora e alla stagione. Veniva infatti sconsigliato di transitare in estate per la via che
da Castel Sant’Angelo porta a San Pietro
dalle 15 alle 20 per evitare, come diremmo
oggi, un colpo di sole. Il secondo libro è
quello delle acque, sosteneva che l’acqua
migliore era quella piovana specie se raccolta in estate. Fra le acque medicinali
godeva della sua stima l’acqua di Anticoli
(Fiuggi), la definì incolore, insapore, limpida e che faceva bene a coloro che soffrivano di calcoli. Sempre nel libro secondo delle acque affermava che il vino andava dato per determinate malattie, ad
esempio per sorreggere le forze del malato, e che andava bevuto durante i pasti
diluito con acqua e se si eccedeva si avevano disturbi renali ed intestinali. L’azione
dell’aria e del vento influiva sullo stato
fisico degli uomini. Infatti, secondo
Petronio, coloro che vivevano nella zona
elevata del Campidoglio erano piu sani. Il
terzo libro è dedicato alle cose che si mangiano. Per la frutta diceva che se se ne
mangiava molta, faceva venire la febbre.
Studiò i vari tipi di pesci consigliandone il
modo piu adatto per la cottura . Nel quarto libro parla dei mali di Roma in rapporto
al modo di vivere e al nutrimento non
adatto. Interessanti sono i consigli per le
donne incinte alle quali prescriveva di fare
moto, specie nell’ultimo periodo di gestazione, di avere un’ alimentazione sana,
fasciature non strette che sostenessero il
basso ventre e, soprattutto, molta pulizia.
Nel quinto libro parla di igiene fisica e le
norme per una vita sana e forte, i regimi
di vita per le varie età , consigli sul riposo,
sul moto, sui rapporti sessuali, sui bagni,
dicendo che una grande gioia può
causare disturbi, così come una folle
paura può causare la morte. Morì nel
1585 e fu medico e filosofo di grandissima
fama, molto stimato, e pochi lo
eguagliarono.
34
Campo de’ fiori
Il muro di Via del Forte
Lo spostamente della sede del Seminario dalla locanda della Croce Bianca
al palazzo Andosilla, sconvolse gli abitanti dei vicoli del borgo civitonico
del Prof. Architetto Enea Cisbani
...continua dal numero 80
……I rapporti tra il
Seminario e i gestori
della
locanda
della
“Croce Bianca”, con il
passar del tempo si incrinarono sempre più, senza
però giungere ad una effettiva risoluzione del problema. Nel 1848, il Vescovo
Amedeo Zangari, (18481851), risolse positivamente l’annosa questione prendendo in enfiteusi il
locale dell’osteria, mediante
il pagamento di un gravoso
canone annuo di 110
scudi.
I rivolgimenti politici dovuti
ai moti rivoluzionari del ’48,
che interessarono anche
Civita Castellana con frequenti disordini, portarono il
Vescovo Zangari, nel 1849,
a licenziare gli alunni e i
convittori e a chiudere
temporaneamente
il
Seminario,
per
poi
riaprirlo nel mese di
novembre del 1850.
Nel 1851, succedette il Vescovo Mattia
Agostino Mengacci, (1851-1872), che nel
suo lungo apostolato riordinò la Diocesi di
Civita Castellana, dotandola di numerose
ed importanti organizzazioni ecclesiastiche. Il 2 dicembre 1853, nel palazzo
Vescovile di Civita Castellana, si riunisce la
Sacra Congregazione del Seminario, presieduta dal Vescovo Mattia Agostino
Mengacci, e dai Canonici Giuseppe
Pasquetti, Giulio de Carolis, Giovanni
Bernardino Scotini, con l’economo
Giovanni Cancilla, assenti l’Arciprete
Domenico Caprinozzi, il Canonico
Giuseppe Cantoni e, seppur invitati all’importante riunione, i deputati della municipalità . Discusse e pervenne alla decisione
di prendere a canone per scudi 100
annui
dall’Amministrazione
dell’Ospedale, il Palazzo Andosilla in
piazza di Massa, posto in un luogo sicuro ed appartato, vicino all’Episcopio e alla
Cattedrale e parimenti di dare in affitto al
Comune i locali del Seminario, nell’attuale
piazza Matteotti, per destinarli a sede delle
scuole cittadine.
L’architetto Romano Frazzolini,
inviato dalla Reverenda Camera
Apostolica, nel gennaio del 1854
venne incaricato dalla Congregazione
di predisporre il progetto di trasformazione del palazzo Andosilla da
residenza nobiliare in Seminario: i
servizi generali, come il refettorio e le cucine, al piano terra, i dormitori, le cappella
interna e la biblioteca ai piani superiori.
Venne chiusa, inoltre, con un alto
muro la piazza di Massa antistante
l’edificio, sul lato verso via del Forte e
in corrispondenza dell’ingresso sud/est di
via del Governo Vecchio, per utilizzarla
come cortile con annesso giardino a servizio del Seminario. Questo, fu senza dubbio
l’aspetto tecnico e progettuale più controverso dell’intera vicenda.
Nell’organizzazione degli spazi seminariali,
vigevano precise disposizioni tecniche e
direttive emanate nel 1563 dal Concilio di
Trento e tra esse, la presenza di un cortile
ove i seminaristi potessero distrarsi nelle
ore libere dallo studio. Le precedenti sedi
non avevano questo problema: sia palazzo
Soderini che l’ex convento di piazza
Matteotti, dispongono di vaste aree esterne, soleggiate e ben adatte allo scopo.La
decisione fu presa: la piazza fu chiusa e
sul versante nord rivolto su via del Forte,
era collocato l’ingresso principale al
Seminario, sull’asse prospettico del portale bugnato del palazzo Andosilla.
Nell’ottobre del 1854,
tutto era pronto e il
Seminario venne trasferito nella nuova
sede.
Ecco che iniziano i primi
problemi. La popolazione, infatti, di via del
Governo
Vecchio
vedendo che la via
stessa era diventata
praticamente un vicolo
chiuso, cominciò
a
protestare,
dapprima
animosamente e poi con
precise e puntuali petizioni
inviate alla Municipalità e
successivamente
alla
Camera Apostolica per
chiedere di abbattere il
muro e ripristinare la viabilità originaria, adducendo
anche plausibili motivi di
ordine igienico e sanitario.
Nel febbraio del 1857,
il contestato muro
divenne oggetto di una
causa giudiziaria presso il Tribunale Ecclesiastico di Roma,
tra il Comune di Civita Castellana e la
Sacra Congregazione del Seminario.
Tra le varie udienze che si succedono fino
all’aprile del 1870, si concretizzano varie
proposte per dirimere il contenzioso legale
in corso, senza però giungere al risultato
auspicato dagli abitanti della via: abbattere il muro. La prima soluzione venne trovata ripristinando un antico vicolo posto
tra il palazzo Andosilla e una schiera di
costruzioni medioevali, al fine di poter collegare direttamente via del Forte con la
Strada Romana, considerando che non era
ancora stata realizzata l’attuale via Virgilio
Mazzocchi posta lateralmente al forte
Sangallo.Si tratta del famoso vicolo “bacia
donne”, particolarmente legato alla tradizione popolare locale.
Il problema, comunque, era ancora lontano dalla risoluzione, fin quando sia il
Comune che la Congregazione del
Seminario, posero la loro attenzione su
una piccola e modesta abitazione composta da un piano terra e piano primo, abitata da una anziana donna, vedova e senza
figli……………
continua sul prossimo numero...
Campo de’ fiori
35
Vorrei incontrarti fra cent’anni
Filomena Basili
di Ermelinda Benedetti
E’ sempre con grande piacere ed anche
con un pizzico di meraviglia che apprendiamo che qualcuno, ogni tanto, riesce a
raggiungere il mitico traguardo dei cento
anni! Questo è l’anno della classe 1911,
alla quale appartiene proprio la signora
Filomena Basili, venuta al mondo precisamente il 21 marzo di un secolo fa. Nata e
cresciuta a Civita Castellana, Filomena è la
seconda di cinque figli, tre fratelli ed una
sorella, tutti ormai, purtroppo, scomparsi.
Si sposa giovane con Osvaldo Santini, operaio per tanti anni in una delle numerose
ceramiche della cittadina. Dalla loro unione nascono tre figli: Antonio, Alfonsa ed
Arnaldo, che da bambini scorrazzano per
le vie del centro storico, abitando in uno
dei vecchi palazzi di via Don Minzoni, dove
la loro mamma tuttora vive. Una vita semplice la sua, interamente dedicata alla
famiglia, anche perché Filomena perde il
marito quand’è ancora piuttosto giovane,
nel 1974. Con i figli ormai grandi, per raggirare la solitudine, si circonda di amicizie,
diventa una delle fondatrici del “Circolo
degli anziani” di Piazza Matteotti, con i
quali organizza numerose gite e viaggi alla
scoperta di nuove città . Oggi Filomena
trascorre gran parte
della sua giornata
guardando la tv ed
è una grandissima
fan del presentatore
Gerry Scotti. La sua
lucidità di mente e
l’animo
vivace le
permettono ancora
di raccontare ai suoi
cinque nipoti e nove
pronipoti, i ricordi
che riaffiorano chiari
dal suo lungo passato, ogni volta che
vanno a farle visita.
Filomena ha ancora
un ottimo appetito e
Filomena Basili e tutta la sua grande famiglia
10.02.1947 - Filomena, la seconda da dx, con i genitori e i fratelli.
predilige il salato al dolce. Forse è anche
questo uno dei segreti della sua longevità ,
con il quale riesce a mantenersi ancora
così in spirito. E’ proprio il caso di dire
“cum grano salis”.
Filomena con il marito Osvaldo
Filomena Basili in una foto di qualche anno fà
Gli auguri del Sindaco di Civita Castellana,
Avv. Gianluca Angelelli
36
Campo de’ fiori
UOMO AVVISATO, MEZZO SALVATO
Fabrica di Roma.
Foto & fOTO
In località
Gricciano
abbiamo
fotografato
questo simpatico
e garbato
messaggio
lasciato dal
proprietario ad
uno sconosciuto
malfattore!!!
PARCHEGGIO O NON PARCHEGGIO???
Civita
Castellana
In Via Ugo La
Malfa, sotto ad
un segnale di
divieto di sosta
con rimozione
forzata, sono
stati disegnati
dei parcheggi a
spina di pesce.
Ma si può
parcheggiare
o no???
FINCHE’ DURA FA VERDURA
Civita Castellana
Quanto durerà il cornicione
dell’ex ospedale, che rischia
di colpire i passanti di
Via V. Ferretti, minacciato
da un rigoglioso alberello e
dalle condutture otturate???
Basterebbe tanto poco, vista
la montagna di soldi
pubblici spesi per il
restauro del palazzo,
mai usato!!!
Un nobile brigante
Il nuovo successo editoriale dell’Accademia Internazionale d’Italia
L’apparenza, a volte, è la maschera perfetta di una realtà ben diversa.
L’incontro con un giovane che racconta di essere quello che non è, stravolgerà, almeno temporaneamente, la vita di una famiglia perbene, che
si offre di accoglierlo ed ospitarlo. La fine di un vecchio amore da parte
del protagonista, per la nascita di uno nuovo e non ricambiato, spezzerà il cuore della giovane che lo aspettava da tempo e spaventerà l’ingenua fanciulla, che diventa l’oggetto di un suo desiderio morboso.
La descrizione accurata e particolareggiata che l’autore fa della storia,
rende la narrazione coinvolgente ed intrigante. Sembra di essere lì presenti, e, quasi come spettatori di una rappresentazione teatrale, i lettori possono immaginare i personaggi muoversi su di un palcoscenico
ben allestito.
Una storia ambientata in un tempo neanche troppo lontano, che ci
ricorda i racconti dei nostri nonni di campagna.
Ermelinda Benedetti
NOTA DELL’EDITORE
In questo romanzo Augusto Stefanucci narra il sentimento morboso e
mortale di un personaggio fantastico della sua Fabrica di altri tempi.
La scrittura bella e diretta tratta la forza dell’egoismo di un amore
ossessionato, che fa ineluttabilmente scivolare nella disperazione e
nel dramma il protagonista.
Qui c’è tormento, ambiguità e violenza, ma soprattutto amor fatale!
Sandro Anselmi
PRESTO IN EDICOLA E NELLE LIBRERIE!!!
Campo de’ fiori
L’angolo del Bon Ton
L’ Abito da Sposa
29 Aprile 2011, una
data che passerà alla
storia, una data che ha
consegnato
alla
Monarchia Britannica
la futura Regina, ma
che ha consegnato a
noi donne comuni,
“della porta accanto”
di Letizia Chilelli
un nuovo sogno….
Proprio così , davanti agli occhi di tutto il
mondo, la “borghese” Kate è entrata
nell’Abbazia di Westminster come Miss
Middleton e ne è uscita come la
Principessa Catherine Elizabeth, Duchessa
di Cambridge. Alzi la mano chi dal momento in cui è stata data la notizia della data
del Matrimonio Reale, non ha pensato
almeno per un secondo: come sarà l’abito
di Kate? In pochi minuti, infatti, da una
parte all’altra del pianeta si è scatenato un
vero e proprio “toto-abito”… l’attesa è
stata lunga, ma a mio modesto parere ben
ripagata:la Principessa Catherine indossava un abito da sogno…degno del suo
Principe e del suo matrimonio. Ma come
sappiamo, ogni donna, nel giorno del
matrimonio è una principessa e di conseguenza il suo abito diventa il co-protagonista della favola.
Vediamo, quindi, quali sono gli abiti da
sposa e gli accessori da scegliere a seconda del gusto e della personalità di chi li
indosserà .
Abito sobrio: in questo abito avremo un corpetto aderente con una gonna a
tubo che sfiora il ginocchio, le linee saranno essenziali con pochi ricami, il drappeggio formerà delle linee geometriche.
Abito originale:
qui gli intarsi
saranno in pizzo, meglio se ricamati con
perline e strass, non potranno mancare
piccoli fiocchi, la scelta potrà ricadere su
tailleur gonna o pantalone, la gonna in
ogni caso, coprirà il ginocchio e potrà
essere a balze, plissettata o con volants, il
tutto verrà completato da un bolero che
seguirà la linea del vestito.
Abito sensuale: le linee di questo
abito saranno morbide e sinuose, le lavorazioni saranno in seta o in pizzo, potranno essere presenti delle sobrie trasparenze, il tubino sarà aderente e il tessuto
metterà in evidenza le forme del corpo, il
tutto dovrà essere all’insegna della semplicità e dell’eleganza.
Abito romantico: l’abito sarà
un
vero e proprio trionfo di merletti, decorazioni floreali, pizzo e ricami con perline.
Il bustino sarà attillato mettendo in evidenza il decolté e le spalle (che andranno
però rigorosamente coperte se la cerimonia verrà celebrata in Chiesa); la gonna
sarà voluminosa.
Abito maestoso:
questo abito è
adatto a donne alte, alle piccoline, infatti,
“rimpicciolirebbe” ancora di più la figura;
la gonna sarà ampia e vaporosa, ci saranno ricami preziosi, volant, grandi fiocchi, le
maniche potranno essere a palloncino, in
alcuni casi la gonna potrà essere anche al
ginocchio, anch’essa a palloncino in modo
da creare l’effetto baloon.
Non possiamo, poi, non parlare degli
accessori.
Il velo: la tradizione del velo, risale ai
tempi antichi, quando veniva fatto indossare alla sposa per proteggere la sua innocenza dagli influssi degli spiriti maligni proprio nel momento in cui, avviandosi all’altare, era maggiormente esposta.
Con il Cristianesimo il velo diventò il simbolo della sottomissione della sposa a Dio
e al futuro marito. Se si ha la fortuna di
avere un velo che si trasmette di generazione in generazione è meglio, nella scelta dell’abito, partire proprio da questo
accessorio e cercare un abito “fatto su
misura” in modo da rispettare lo stile del
velo.
Il velo, non deve mai intralciare la sposa,
deve essere di tulle o di pizzo finissimo e
impalpabile, sarà sostenuto da una coroncina di fiori, un pettine decorato con pietre
preziose o un diadema.
Se si sceglie il velo a strascico, l’ideale è
non superare i tre metri.
La borsetta: questo accessorio sarà
presente solo per la cerimonia civile, mai
in Chiesa, tutto ciò che in questo caso
servirà alla sposa sarà consegnato alla
mamma o ad una amica.
Le calze: si alle calze leggere, anche
in estate, e se fattibile devono avvicinarsi
il più possibile al colore dell’abito e delle
scarpe (è vivamente consigliato averne
almeno un paio di riserva!).
Le scarpe: merita qualche parola in
più l’argomento scarpe che, se possibile,
andranno comprate nello stesso atelier
dove si è preso l’abito; se questo non è
possibile, al momento dell’acquisto è
opportuno portare un campione della stoffa dell’abito in modo da poter operare la
scelta giusta. Se l’abito è semplice, la scelta ricadrà su una scarpa decorata, se il
vestito è già di per sé “importante” la
scarpa sarà essenziale.Le più consigliate
sono comunque: le decolté a tacco alto, le
charleston con il cinturino alla caviglia, a
bebè con punta rotonda o quadrata o a
cuneo.
E’ buona regola farsi consegnare le scarpe
almeno dieci giorni prima della cerimonia
in modo da poter cominciare ad indossarle per circa due ore al giorno.
La lingerie: l’abbigliamento intimo
sarà elegante e raffinato, con elastici piatti in modo da non “segnare” la figura.
I guanti: questo accessorio non può
assolutamente mancare in un matrimonio
dal tono formale, i guanti dopo l’entrata in
Chiesa devono essere tolti e messi sull’inginocchiatoio accanto al bouquet; potranno essere corti fino al polso, o lunghi fino
ai gomiti, saranno realizzati con la stessa
stoffa dell’abito o con inserti che lo richiamino.
I gioielli: alle mani è permessa solo la
fede, gli orecchini saranno piccoli (spesso
punti luce) e il girocollo sarà sottilissimo,
in oro bianco o platino, ammesse anche le
perle.
(Fonte www.miomatrimonio.it e altri siti internet
Prima di salutarci ecco una piccola nota di colore che ci racconta la nascita e l’evoluzione dell’abito da sposa.
Il tradizionale abito bianco risale agli antichi Greci: le spose, infatti solevano portare tuniche bianche, il bianco
stava a simboleggiare la gioia del giorno. Nell’antica Roma, la scelta dei colori degli abiti ricadeva su veli rossi
(propiziavano le nascite) e arancioni. Le spose longobarde vestivano con una tunica nera, mentre le fanciulle bizantine, le più abbienti in verità , indossavano abiti di seta rossa con ricami in oro e pietre preziose. Rosso era anche il colore scelto dalle spose cinesi e tutt’oggi anche dalle spose indiane.
Nel Medioevo e nel Rinascimento l’abito da sposa poteva essere indossato anche durante le feste e per
questo era di colori vivaci, mentre è dall’ Ottocento che arriva la tradizione dell’abito bianco che simboleggia purezza, tramandata fino ai nostri giorni.
38
Campo de’ fiori
Una “Fabrica” di ricordi
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma
I campi di Maggio
A Maggio si popolava il borgo.
La gente che era restata tappata in casa tutto l’inverno,
come in letargo, ricominciava ad uscire per godersi il
primo sole.
Erano appena trascorsi i mesi con la “r” (Febbraio,
Marzo ed Aprile), durante i quali il sole non
andava preso perché si diceva facesse male,
ed ora era piacevole farsi, finalmente, riscaldi Sandro Anselmi
dare dai suoi tiepidi raggi. Le piogge
leggere regalavano soffi di arcobaleni
evanescenti e bagnavano il vecchio prato assetato.
Un fervido pittore aveva dipinto l’incanto dei campi di
Maggio e mille colori ammantavo i prati e le colline.
Margherite, papaveri e fiordalisi... sui campi di Maggio
sbocciavano amori.
I profumi inebrianti riempivano l’aria e le case, e canti
nuovi c’erano all’alba ed al tramonto. Il verde delle foglie diventava ogni giorno più vivo ed il rosso delle rose ornava le
Madonne e gli “altarini”.
Alla sera tutte le donne si riunivano per recitare il rosario, e mentre sul fuoco bolliva già la pentola dei fagioli, aspettavano l’arrivo dei loro uomini per la cena. Rondini e rondini garrivano e
giravano in torno a portare allegria, e con il volo leggero tracciavano in cielo mille figure.
Bambini chiassosi correvano per le strade e inventavano mille
giochi innocenti…
Questa era la festa della primavera, una volta semplice, pulita,
incantata…ora, tanto lontana!
Campo de’ fiori
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40
Campo de’ fiori
Nel cuore
In memoria di Enzo Rossi da Civita
Ho appreso dalla stampa della dipartita del grande artista ed
amico, il maestro Enzo Rossi da Civita.
Da un po’ non ci sentivamo perchè sapevo, purtroppo, che era
caduto malato, così il 3 Maggio scorso, si è spento.
Conservo nei miei ricordi la sua innata eleganza e signorilità e,
soprattutto, quel modo educato e raffinato di porsi che ti faceva
trovare, immediatamente, a tuo agio.
Il maestro amava molto Campo de’ fiori, che l’aveva ospitato più
volte nelle sue pagine (vedi l’articolo di Alessandro Soli, sul numero tredici e di Cristina Evangelisti, sul numero ventisette), e ricordo, ora, con commozione, l’incontro che avemmo in redazione per
essermi venuto gentilmente a trovare. I nostri discorsi che avrebbero dovuto, nelle intenzioni, essere brevi, perché sarebbe dovuto ripartire subito per Cameri, iniziati intorno alle quindici, si protrassero oltre le venti. Uomo affabile, garbato, parlava con semplicità dell’arte e della vita, dimostrando affetto e nostalgia per la
sua terra natia: Civita Castellana.
Erano vivi i suoi ricordi di ragazzo, quando apprendeva con avidità i segreti dell’arte dai maestri locali che, oltremodo, ammirava, e si commuoveva ancora nel parlarne. Dalle sue telefonate accettavo
volentieri i suoi preziosi consigli che mi dava per la rivista, e più volte mi aveva invitato, quale ospite, nella sua villa di Cameri per farmi visitare il suo laboratorio.
Avevo visto nelle foto che nel parco adiacente il suo giardino, aveva esposte tante sue belle opere,
da sembrare un museo all’aperto. Una sera mi telefonò , colmo di gioia, per aver ricevuto un invito
dal comune di Salisburgo a partecipare con le sue sculture alla mostra che ivi si teneva per il cinquecentesimo della nascita di Mozart. In quell’occasione mi confidò , per la prima volta, di voler
donare una sua importante opera a Civita, e mi incaricava di individuare un sito adeguato nel quale
collocarla, con la doverosa citazione dell’intermediazione di Campo de’ fiori.
Ora mi resta il rammarico per non aver fatto in tempo ad esaudire questo suo profondo desiderio! Mi
dispiace caro amico, mi dispiace veramente.
Per quanto attiene la sua ricca carriera artistica, rimando agli articoli sopra citati.
Sandro Anselmi
Con profondo dispiacere comunichiamo ai
nostri cari lettori la scomparsa del nostro
amico
Antonino Palladino.
Affezionato estimatore di Campo de’ fiori,
ha contribuito fattivamente alla sua distribuzione nelle Terre Sabine, facendolo
conoscere ad una vasta fascia di popolazione, che, oramai, ci segue fedele.
Artista poliedrico, è stato valente pittore
e poeta e di lui e delle sue opere abbiamo
parlato sulle nostre pagine. Il diretore e
la redazione lo ricordano con affetto
Campo de’ fiori
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La Periartrite di spalla
Quali sono i sintomi, le cause ed infine la terapia più adatta...
L’estrema ampiezza di
movimenti che il braccio può
compiere
dipende dalle caratteristiche “costruttive”
dell’articolazione. Un
ruolo fondamentale è
svolto in particolare da
4 muscoli e dai rispettivi tendini che avvoldel Dottor
gono la testa dell’oPatrizio Lazzarini
mero.
fisioterapista
La testa dell’omero
infatti è quasi solo appoggiata alla cavità
articolare della spalla (la cavità glenoidea), mentre la capsula che contiene l’articolazione è lassa: ciò significa che il
compito di mantenere l’omero nella posizione corretta e di dare stabilità all’articolazione è svolto soprattutto dalla cuffia dei
rotatori.
Si tratta però di una struttura che può
danneggiarsi con relativa facilità : in seguito a traumi acuti, per esempio cadute, e
più spesso a causa di sollecitazioni croniche ripetute (lavori ripetitivi).
SINTOMI: Il principale sintomo di una tendinopatia della cuffia dei rotatori è senza
dubbio il dolore che in genere compare
nell’esecuzione di alcuni movimenti come
sollevare il braccio o portarlo dietro la
schiena. Ciò comporta una diminuzione
dell’ampiezza dei movimenti che possono
essere effettuati dalla spalla; vi è la tendenza a usarla il meno possibile, col risultato di trovarsi una spalla sempre più bloc-
cata fino ad arrivare alla cosiddetta “spalla congelata”, condizione
in cui il movimento diventa quasi
impossibile.
Alcuni movimenti
sono tipicamente
causa di dolore:
chi
soffre
di
periartrite scapolo- omerale prova
una fitta quando
deve
pettinarsi
piuttosto che infilare la manica di una
giacca o sollevare un peso.
Anche di notte il dolore si fa spesso sentire e può per esempio impedire di dormire appoggiati sulla spalla malata. Nei casi
più gravi il dolore può essere presente
anche di giorno. Spesso tende a irradiarsi
verso la parte esterna del braccio in un
punto all’incirca a metà strada fra la spalla e il gomito.
CAUSE: a provocare una lesione o una sofferenza dei tendini possono contribuire
diversi fattori. Accanto ai più rari traumi
acuti in cui, cercando per esempio di ripararsi in una caduta, la testa dell’omero
può “tirare” i tendini lesionandoli, vi sono
i più comuni traumi da sovraccarico.
Può trattarsi di movimenti ripetuti di sollevamento delle braccia o dagli sforzi provocati per esempio dal sollevamento di
pesi eccessivi. I tendini si possono infiam-
mare, come può accadere in atleti che
sottopongono la spalla a sollecitazioni continua (tennisti, lanciatori di giavellotto,
giocatori di pallanuoto, pallavolo, baseball), ma anche in alcune attività lavorative (carpentieri, imbianchini).
TERAPIA:I principali obiettivi della terapia
sono la diminuzione del dolore, l’attenuazione delle contratture muscolari e il recupero della funzione.
Per alleviare il dolore il medico potrà prescrivere farmaci antinfiammatori/antidolorifici, suggerire l’applicazione di ghiaccio
per circa un quarto d’ora ogni due ore ed
eventualmente inviare dall’ortopedico per
effettuare delle infiltrazioni di cortisone;
tuttavia nel trattamento di questo disturbo
sono sicuramente importanti i trattamenti
fisioterapici.
Questi comprendono la fisioterapia che ha
l’obiettivo di rinforzare la muscolatura, di
aumentare la flessibilità della cuffia dei
rotatori e di “bilanciare” meglio la forza
che i muscoli esercitano a livello della spalla, oltre che a diminuire il dolore con terapie fisiche strumentali come ionoforesi e
ultrasuoni, è comunque opportuno che gli
esercizi vengano proseguiti nel tempo
anche dopo aver terminato la fisioterapia.
Ovviamente, in funzione della severità
della lesione e in caso di mancata risposta
alle terapie, può essere proposto un
approccio chirurgico.
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Campo de’ fiori
La maestra Clara Mazzi fa l’appello dopo 30 anni
In alto da sx Katia Proietti, Roberta Moscioni, Cristina Evangelisti, Simona
Amicucci, Daniele Angelini, la maestra Clara Mazzi.
al centro da sx Loredana Berto, Patrizia Casaluce, Antonello Corazza,
Massimiliano Tombolini, Mauro Profili, Alberto Brunelli, Roberto Paglini (che non
è più con noi), Daniele Tuci, Paolo Nucci, Tiziana Felici, Angela Di Gennaro.
seduti da sx: Claudio Capozzucchi, Giampaolo Carlaccini, Daniele Nobili,
Alessandro De Maria, Daniele Catalani, Maurizio Martini.
25 Aprile 2011, una data che resterà per
sempre nei nostri cuori perché unica ed
irripetibile.
Dopo 30 anni la nostra cara maestra Clara
Mazzi, che oggi vive nel suo paese a Torre
Alfina, vicino Orvieto, è tornata a Civita
Castellana perché voleva rivedere i “suoi
ragazzi”.
I ragazzi classe 1971, che hanno festeggiato con lei i 40 anni, per tutto questo
tempo non hanno mai dimenticato questa
“seconda mamma” che, oltre ad essere
una brava insegnante, è stata una maestra di vita e di altruismo.
Questa donna, sempre presente, amorosa
e vigile, ha saputo aiutare i suoi alunni nel
loro percorso scolastico ma anche nelle
difficoltà della vita. Non c’era malattia o
difficoltà dove Lei non portasse il suo
apporto, non c’era mamma che con Lei
non potesse esprimere i propri dubbi, le
proprie ansie e confidare in un suo consiglio. E’ per questo che anche le mamme
hanno voluto essere presenti in questo
giorno.
Nonostante fosse pasquetta e molti di noi,
per impegni già presi, non siano potuti
In alto da sx: Katia Proietti, Angela Di Gennaro, Daniele Angelini, la maestra Clara Mazzi,
Cristina Evangelisti, Alberto Brunelli, Daniele Tuci. In basso da sx: Alessando De Maria,
Massimiliano Tombolini, Giampaolo Carlaccini
Da sx Armandina
Tombolini, Giulia De
Maria, Marisa e
Vitaliano Carlaccini,
Ivana e Alberto
Angelini con la nipotina, la maestra Clara
Mazzi, Maria Brunelli,
Antonietta Evangelisti.
essere presenti, abbiamo voluto stringerci accanto a lei con le nostre famiglie
ed i figli, per ringraziarla di tutto l’affetto che ci ha dimostrato in questi anni, e
dell’attenzione che ancora oggi è pronta
a prestarci quando qualcuno di noi le
telefona o va a trovarLa. Per noi “alunni”
è stato bellissimo ritrovarsi e parlare
delle nostre vite e ricordare quei bei
giorni spensierati con tanta nostalgia.
Un ringraziamento particolare va a
Alessandro De Maria, Daniele Angelini e
Massimiliano Tombolini che hanno reso
possibile questo giorno.
La maestra Clara Mazzi
Campo de’ fiori
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Civita Castellana, 16 Aprile - 1° Maggio
Mostra di Arte Sacra. Che successo!
Si è tenuta, dal 16 Aprile al 1° Maggio, la mostra di “Arte Sacra”, a Civita castellana, in Piazza Matteotti, nei locali adiacenti il Comune.
La mostra è stata organizzata da Rita Romagnoli, per la Pro-loco, ed ha riscosso un grande successo di critica e di pubblico. Alcuni degli espositori oltre a portare in mostra le loro opere più belle, si sono anche impegnati per la realizzazione di quattordici splendide tele, raffiguranti le
altrettante stazioni della Via Crucis. In particolare: Giuliana Valeri, Marco Manocchio, Stefano Guerriero, Deborah Evangelisti, Massimo Rossi,
Ailen Holzmeister, Sashia Trevisan, Antonio Aballe, Marzia Vitali, Franco Soli, Moreno Lanzi, Giovanni Giunta, Giovanni Molinari, Mimmo
Dominicis, Maurizio Nelli. Gli altri espositori sono stati: Novello Pastorelli, Pasqualino Spaziano, gli alunni della scuola media annessa dell’Istituto
d’Arte, Rita Romagnoli, le suore Clarisse, con i loro oggetti sacri, Mirabilia di Franco Cirioni, Bell’ornato di Maria Grazia Gradassi, Simone
Mascarucci e Pill Scharmann. Questa riuscita iniziativa non può non avere un felice prosiequo. L’augurio è , dunque, che questi artisti possano
portare alto il nome di Civita Castellana.
Campo de’ fiori
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di
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Ma
I CAMALEONTI
IL MEGLIO DEL BEAT ANNI ‘60 E DEL PAZZO PAZZO SHAKE
Uno dei gruppi beat
più popolari dei
mitici anni ’60 è
senz’altro quello de
I Camaleonti.
Gerri
Manzolini,
Tonino
Cripezzi,
Livio Macchia, Paolo
di Sandro Anselmi
Di Ceglie e Riki
Maiocchi, questi i cinque componenti che
si esibiscono ufficialmente per la prima
volta nel popolare locale milanese Il Santa
Tecla, il quale, già negli anni precedenti,
aveva visto nascere importanti artisti del
panorama musicale italiano, durante le
numerose serate all’insegna del jazz e del
rock and roll. In realtà Riki Maiocchi, voce
del gruppo, non è nuovo a questo mondo.
Ha già inciso diversi quarantacinque giri
per l’etichetta Columbia: La tua vera personalità , La casa del sole, versione italiana di The house of rising sun degli
Animals, Non dite a mia madre e Quella
che cerchi. Anche Di Ceglie e Macchia,
però , avevano già fatto parte de Le
ombre.
Il primo quarantacinque giri del gruppo,
così costituito, risale al 1965, inciso per
una giovanissima etichetta milanese, la
Kansas, che contiene da un lato Ti saluto,
dall’altro Ti dai troppe arie, dall’originale
Really Mystified dei Merseybeats, e sulla
cui copertina anziché stampare, come era
in uso in quel periodo, la foto del gruppo,
erano stati disegnati cinque variopinti
camaleonti. Non è certo questo però che
riesce a portare al successo la formazione,
ma sarà il singolo presentato qualche
mese dopo: Sha… la la la la, ripresa da
Clarence Paul, sul cui retro si trova Tu
credi in me, versione italiana di And my
baby’s gone dei Moody Blues, già ripropo-
sta dal gruppo rivale
Equipe 84, con il titolo
Mi fa bene. Questo è il
momento in cui, più
che il beat, è lo shake a
farla da padrone, un
nuovo modo di ballare
con il quale i ragazzi
facevano roteare le
braccia e agitavano
scattosamente la testa,
e di Sha…la la la la,
nonostante molti altri,
tra cui Peppino Di
Capri, ne avessero lanciato una propria versione, quella de I
Camaleonti diventa il
simbolo dello shake per
eccellenza. La Kansas
coglie la palla al balzo e, solo nel ’66, fa
incidere al gruppo altri quattro quarantacinque giri sulla scia di questo successo: I
capelloni, versione italiana di Over and
over di Dave Clarck Five; Chiedi chiedi,
con la quale partecipano con successo al
Cantagiro di quell’anno; Se tornerai, una
rivisitazione di Norwegian wood dei
Beatles; e La libertà , anch’essa una versione italiana di The last train to
Clarcksville dei Monkees. Ad essi si
aggiunge un long-playing, intitolato The
best records in the world, una raccolta dei
brani già pubblicati. Nel ’67, decidono,
invece di seguire la moda di riarrangiare
brani classici del passato come Portami
tante rose, del 1935, scritto da Galdieri e
Bixio e lanciato da Leda Gloria nel film
L’aria del continente, e riproposto in un
soft-rhythm’n’blues.
Intanto Maiocchi lascia il gruppo per intraprendere la carriera da solista con l’eti-
chetta CBS ed il suo posto viene occupato
da Mario Lavezzi, già cantante e chitarrista ne I Trappers, che indirizza la nuova
formazione verso un repertorio meno beat
e più melodico, un cambiamento, però ,
non troppo felice, tanto che i nuovi brani
incisi con la Kansas, Alla nostra età , Ora
ho capito, Credo e Punto in bianco, hanno
uno scarso successo commerciale. I
Camaleonti decidono allora di cambiare
etichetta, passando, come l’ex compagno
Maiocchi, alla CBS, nel ’67. La nuova casa
discografica li fa partecipare al Cantagiro
di quell’anno con Non c’è niente di nuovo,
grazie alla quale si posizionano al terzo
posto, dietro ai Motowns ed a I Giganti,
superando addirittura I Nomadi, I Dik dik
ed I Ribelli. Ma il boom lo raggiungono con
L’ora dell’amore, versione italiana di
Homburg dei Procol Harum, brano che gli
permise di continuare una brillante carriera e soprattutto di lasciare un segno nella
Campo de’ fiori
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il GIRO D’ITALIA
a Civita Castellana
12 Maggio 2011
E ci voleva il giro d’Italia... per sistemare finalmente alcuni tratti delle nostre strade che erano
da tempo in condizioni disastrose!!! EVVIVA IL GIRO!!!
Campo de’ fiori
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L’angolo del poeta
Nel 150° anniversario
dell’Unità d’Italia
in
Civita Castellana,17 Marzo 2011
Maria Del Priore
La mia infanzia…
Ricordo la mia infanzia con molta nostalgia,
fatta di giochi nei prati sempre in compagnia.
Nella periferia di una grande città,
ho giocato,riso, pianto, in piena libertà.
Eravamo una ventina, forse più,non ricordo,
quando ce le davamo, poteva sentirci un sordo.
Si cominciava sempre per giocare,
per quando era sera, si finiva con il litigare.
Ma la mamma da vero generale in pensione,
ci richiamava e poi arrivava la punizione.
Spesso consisteva in un rinvio d’uscita,
ed il giorno dopo ero come una belva incatenata.
Tale punizione nel tempo valse a ben poco,
Quando nella rete trovammo un gran bel buco.
Nella nostra ingenuità, certi d’averla fatta franca,
la mamma ci spiava con l’occhio di destra e di manca.
Giocavamo tutti insieme con gioia e allegria,
senza tanti giocattoli ma con molta fantasia.
Quando le serate estive il babbo lo consentiva,
dopo cena, si riuniva l’intera comitiva.
Da molto tempo mi sono trasferita,
e come loro affronto la mia vita.
A volte con il pensiero torno a quei giorni passati,
spero tanto, che non ci abbiano dimenticati.
I bimbi d’oggi hanno ogni sorta di giochi,
ma in realtà, quelli che giocan sono in pochi.
Purtroppo il progresso con le sue ingegnosità,
Ha tolto all’infanzia la fantasia e la libertà..
Laura…
Campo de’ fiori
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Ecco Jinger e Roger i due bassotti
nani nero focato a pelo corto,
Kaninken, della signora Fiorella Di
Blasi di Fabrica di Roma, in posa per
Campo de’ fiori.
ATTENZIONE!!!
Sono bella come il sole e sono stata abbandonata in un
terreno vicino ad una strada pericolosa......non sono
una meraviglia!!!!!! sono un piccolo incrocio e
diventero’ una taglia medio contenuta sono tanto
coccolona e buonissima....non ve l’ho detto????Un
insetto mi ha punto sul naso e me la sono vista
proprio brutta,ma mi hanno salvata!!!!!!!Ora
chiedo una casa tutta per me!!!!!Chiedo troppo?????Vi aspetto ma non fatemi aspettare
troppo!!!!!Ho fatto il mio primo vaccino e vado d’accordo con cani e gatti.SI AFFIDA CON REGOLARE FIRMA
MODULO DI PRE E POST AFFIDO. NUNZIA 3408353646
IO SONO Bruna, UNA VOLTA HO AVUTO UN
PADRONE, MA NON MI VOLEVA BENE, DICE CHE
HO TENDENZA A SCAPPARE, FORSE... MA A ME
MANCA TUTTO...LA LIBERTA’, L’AFFETTO...AVRESTI TU PAZIENZA PER EDUCARMI? SAPRAI
VOLERMI BENE? IO TE NE VORRÒ PER TUTTO IL
RESTO DELLA MIA VITA!
Si trova a Civita Castellana... 339 1123663
Mi hanno chiamata MAGGIE ma non
so bene da dove vengo. Sono una
cagnotta di taglia media abituata agli
umani e cerco disperatamente casa. La
pensione per bella che sia non è la
MIA casa. Sono troppo sola e sono
certa che con me non ti annoieresti!
Vieni a trovarmi. Chiama Rita che ti
accompagna...3391123663
FILIPPO trovato a Nepi.vicino al cimitero, era
pieno di zecche, zecche dell’anno passato e non
mangiava per problemi di deglutizione. Ora sta
bene, è bellissimo ,mangia e comincia a scodinzolare povero piccolo. peserà 2 kg avrà 8/10 anni, è
abituato a non sporcare in casa, ed è addirittura
sterilizzato, ma non ha microcip, è molto ubbidiente
e si vede che ha avuto rapporto con l’uomo. qualcuno l’ha visto a Nepi? qualcuno lo ha perso?
Aiutatemi a capire come ha fatto a sopravvivere a
tutto questo!!! Grazie. Maria Grazia 328.0188472
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Campo de’ fiori
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
Gallese (VT) 19 Giugno, 1-2-3- Luglio
“Antici mestieri”: Festa della
mietitura e della trebbiatura
Per gli amanti delle antiche tradizioni rurali, appassionati,
curiosi e buongustai, torna a Gallese, organizzata dal
Comitato di San Famiano, rappresentato dalle classi 19601985, la seconda Festa della Mietitura e Trebbiatura.
Dopo un positivo risultato della prima edizione, che ha visto
la partecipazione di numerosi cittadini, si vuole riproporre la
seconda edizione, il 19 Giugno 2011, con la mietitura in
località Macchia Madonna ed a seguire un pranzo campestre, all’ombra di una splendida quercia con tante specialità gallesine.
Nei giorni successivi tutti i covoni verranno portati in Piazza
don Lorenzo Dilani, sotto le mura del paese, dove nei giorni
dell’1, 2 e 3 Luglio, con l’utilizzo di una mietitrebbia
del 1940, si svolgerà la lavorazione del grano e si
proseguirà con l’imballaggio della paglia. Nelle tre
serate si organizzeranno stand gastronomici con degustazione di prodotti tipici, allietate da canti e balli.
La manifestazione vuole far rivivere un mondo contadino ed
agricolo ormai scomparso.
Patrizia Vaiolatesi
Comitato 2010-2011
Civita Castellana (VT) 9-10-11-12 Giugno
12° Festa di “Catamello”
ore 19.00 – Santa messa
Giovedì – ore 20.00 – Apertura
ore 20.00 – Apertura gastronomia
gastronomia
ore 21.00 – Spettacolo musicale di Fabiola
Intrattenimento musicale
Cappelletti e la sua Band
Venerdì – ore 20.00 – Apertura gastronomia
Domenica – ore 20.00 – Apertura gastronomia
Musica a volontà con
ore 21.00 – Intrattenimento musicale con
“Il gatto e la volpe”
il gruppo “Il gatto e la volpe”
Sabato – Inaugurazione festa con la banda musicale
“Città di Civita Castellana”
Chiusura festa con finale a sorpresa!!!!
ore 16.00 – Torneo di Burraco
Oroscopo di Giugno
Campo de’ fiori
Ariete 21 Marzo-20 Aprile
Finalmente arrivano novità
anche in campo sentimentale, non lasciatevi sfuggire
i nuovi incontri che la bella
stagione vi propone. Non
esitate, poi, se vi propongono lavori lontani, per gli spiriti avventurosi si intravvedono nuovi orizzonti e nuove terre da esplorare. Il buonumore rispecchia la buona
forma fisica.
Toro 21 Aprile-20 Maggio
Dopo la leggera brezza
primaverile, Giugno si presenta un po’ faticoso per
l’arrivo improvviso del
caldo. Cercate di controllare eventuali
scatti d’ira e il malumore improvviso, o il
vostro rapporto ne risentirà . Ci vuole un
po’ di relax dopo il lavoro instancabile dei
mesi scorsi.
Gemelli 21 maggio-21
Giugno Fuochi d’artificio e
bottiglie di champagne in
questo mese. Non mancano serate frizzanti in pub e
discoteche alla moda. Per i
single inizia un periodo da favola, ricco di
piacevoli incontri che possono riservare
lieti fine. Anche nel lavoro dimostrerete
ancora quanto valete e le soddisfazioni
non mancheranno. Ma occhio allo stress.
22
GiugnoCancro
22Luglio Il mese inizia con
la magia di un nuovo
amore. Approfittate di
serate danzanti o gite,
anche per chi ha un rapporto stabile e
duraturo, è bene mantenerlo vivo.
Finalmente fate il pieno di energia, gioia e
vitalità . Non esagerate però con torte e
gelati, il fisico potrebbe appesantirsi.
Leone
23 Luglio-22
Agosto Vi sentirete in
gabbia all’inizio del mese,
deve attendere per novità
entusiasmanti e nuovi
incontri. Sfoggiate tutto il vostro savoirfaire, non ve ne pentirete! Per volare in
alto e per prendere decisioni importanti e
sagge, raccogliete tutte le vostre energie e
conoscenze. Non perdetevi d’animo.
Vergine 23 Agosto-22
Settembre Riflettete bene
prima di prendere decisioni importanti sia in
amore, sia nel lavoro e
negli investimenti finanziari. Il sole di giugno non è ancora molto forte, ma potrebbe essere fatale, portate con voi sempre
un cappello per evitare il caldo eccessivo
del primo pomeriggio. Dove disintossicarvi
dall’eccessivo stress di lavoro accumulato.
Bilancia 23 Settembre 22 Ottobre Finalmente
arriva il tanto desiderato
incontro dopo mesi di
attesa, tutto sembra girare in un vortice di emozioni e baci! Lasciatevi andare a questi
momenti. Attenti ai colpi d’aria improvvisi
o agli acquazzoni, per evitare un raffreddore. Sul lavoro non siate troppo esigenti.
Scorpione 23 Ottobre 21 Novembre Cercate di
controllare la vostra
impazienza e l’ira sopratutto sul lavoro, piano
piano si risolveranno le
situazioni imbarazzanti, attendete fiduciosi
senza smarrire la via o tentare vie traverse per aggiungere i vostri scopi. Il vostro
atteggiamento nervoso potrebbe incrinare
anche i rapporti con la persona amata.
49
by Cosmo
Sagittario 22 Novembre20 Dicembre Questo è il
mese della svolta. Sarete
chiamati a prendere decisioni importanti soprattutto in campo lavorativo. In amore attenti
alla gelosia e alle parole che potrebbero
ferire il vostro partner. Per essere felici
serve anche molta comprensione e rispetto. Attenti alla forma fisica.
Capricorno 21 Dicembre19 Gennaio Allontanate i
pensieri bui e cupi e buttatevi finalmente nel mare
infinito della vita! Per i single sono in arrivo nuovi incontri e occasioni magiche. Per chi ha già una relazione
stabile, sono in vista importanti cambiamenti. Impegnatevi un po’ di più sul lavoro, ultimamente tentennate un po’.
Acquario 20 Gennaio-18
Febbario Questo mese
siete
super
favoriti.
Concedetevi
massaggi
rilassanti e cenette romantiche a lume di candela e
cercate di riconquistare un vecchio amore!
Non crogiolatevi però sugli allori se avete
vinto in passato, senza il giusti impegno
tutto può scomparire. Non perdete d’occhio i vostri obbiettivi principali.
Pesci 19 Febbario-20
Marzo Il mese è un’altalena di emozioni e sorprese.
Se dovete fare affari concentratevi perché qualcuno
potrebbe mettervi i bastoni
tra le ruote e portare caos. Il vostro segno
è mutevole e guizza con movimenti frenetici, quindi cercate la tranquillità e la pace
in luoghi isolati se dovete prendere delle
decisioni importanti per il futuro.
Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo
è un libro unico nel suo genere.
Un manuale guida per cercare di arginare questo
male dilagante!
E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie
della zona o presso la nostra redazione.
Potete anche ordinarlo versando l’importo di € 10.00,
sul c/c postale n. 42315580,
intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia.
E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli
insegnanti, che possono inserirlo nel proprio programma
di studio annuale,
ma anche per i genitori e per tutti gli educatori sociali.
Campo de’ fiori
50
La Redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri
Un mondo di
Ad Alessio
auguri a Carlo Patriarca
ed Arianna
che il 1° Maggio ha festegPetroni
giato il suo compleanno.
tanti auguri
Auguri dai figli Damiano e
per il loro
Aurora, dalla moglie
compleanno
Patrizia
e da tutta la sua
da
famiglia.
Eleonora, i
BUON COMPLEANNO
nonni,
PRESIDENTE, ti vogliamo
mamma e
tanto bene papi!
papà.
Tanti auguri a Manuel Santoni
che il 15 Maggio ha ricevuto la
Prima Comunione, nella
Parrocchia di San Lorenzo. Gli
auguri più cari dal tuo padrino
Carmine e dalla famiglia.
L’8 Maggio Greta Brunelli ha
ricevuto la prima Comunione, nella
Cattedrale Santa Maria Maggiore
di Civita Castellana. Auguri dalla tua
tata Paola, che ti vuole tanto bene!
P.S. Mi mancherai tanto...Baci
Tanti auguri speciali a
Maria Rossi, che il 4
Maggio ha compiuto gli
anni, dalla sua tata
Paola. Mi mancherai
tanto... Baci!!!
Non
Alla nostra cucciola, che il 14 Maggio
bastano riceve il dono della Cresima, le auguriamo
mille
un mondodi bene. Amore, sei la figlia
grazie
solare che tutti i genitori vorrebbero
per tutto
avere, ti vogliamo un mondo di bene,
ciò che
Tata, Mamma, Papà e Stefano. Auguriiii
fai per
noi!
Tatina nostra è arrivato per te un giorno
Tanti
importante ed io sono molto felice di
auguri a
averti accompgnata e di seguirti nella
Cinzia
tua crescita. Ti voglio troppo bene cucciola, da Federica.
che ha
compiuto Lo stesso vale per me perchè ti voglio bene piccola mia. Andrea
50 anni il 26 Aprile, da tua
nipote Maria Adele e da tuo
Anche noi dolce Elenia ci uniamo agli auguri! Rimani sempre
fratello Ulderico
così, Patrizia, Michel, Matteo e, ovviamente, Sara!
Alla
Dopo tanto studio e
nostra
sacrificio, il 15 Aprile ti
nonna
sei finalmente laureato in
sprint,
Ingegneria Gestionale
Ebe Di
con 106! Siamo orgogliosi
Stazio,
di te, ti vogliamo bene e
che com- ti facciamo un in bocca al
pie gli
lupo per la tua carriera.
anni l’8
Congratulazioni da
Giugno, gli auguri di Buon Compleanno
mamma, papà, Maria
da tutte le persone che le vogliono
Paola, Mirco e dai tuoi
bene. Dal più grande (Taliano) al più picnipotini Cristiano e
colo (che è in arrivo).
Francesco!
Campo de’ fiori
Auguri speciali per due
nonni speciali, Roberto
Dobboloni
(Bacchino) e Elisa Lancianesi, che il 30
Aprile hanno festeggiato i loro 55 anni
di matrimonio, dal nipote Luca e da
tutti i parenti.
Il 30 Aprile di 55 anni fa vi siete sposati
e da allora sempre insieme siete stati.
Ci avete cresciuto con gioia e serenità ,
insegnandoci valori e lealtà .
Grazie per il vostro esempio e i saggi consigli
che custodiremo con orgoglio nei nostri scrigni.
TANTI AUGURI dai vostri figli, a cui si aggiungono
con tanto amore, colore e simpatia
quelli di tutta la compagnia,
ma l’augurio più profondo grande quanto il
mondo,
che la serenità per mano vi conduca,
è l’auspicio che arriva da Luca.
51
Il 9 Maggio è nato il piccolo Riccardo Soli,
per la gioia dei genitori e dei nonni.
Un augurio speciale da tutta la redazione!!!!
Tantissimi auguri a Luca
Lisi che il
16 giugno compie
18 anni...
Dalla mamma, dal papà,
dal fratello Matteo e
dagli amici di Faleri.
Congratulazioni a Mara Rossi
che il 18 Marzo ha conseguito
la laurea in Giurisprudenza
presso l’università di Bologna,
dai genitori e tutti gli amici!!!
M. Antonietta e Vincenzo
Sara ormai per noi sei come una
piccola cuginetta e vogliamo
farti gli auguri cosi!! Ti vogliamo
troppoooooooooo bene...
Federica, Andrea e Stefano
Tanti auguri a Francesco
Fegatello che il 2 Aprile ha compiuto 3 anni ed alla sorellina
Chiara che il 24 Aprile ha ricevuto il sacramento del attesimo.
Auguri dai genitori Alessandra e
Luca, dai nonni e gli zii!
Piccola Sara la nostra conoscenza è nata per caso, ma è
stata un’infinita gioia per me che tu mi abbia scelto come
comare, sei una bambina dolcissima, ti voglio bene Cristina
CiaoTata, eccoci di nuovo qua tutti quanti, mamma, papà
Matteo, le nonne, gli zii, le zie, cugini e cuginette, i tuoi
amici e le amiche, a farti gli auguri per il Sacramento della
Santa Cresima, che hai ricevuto. Che Dio ti accompagni
tutta la vita! So che lo sai, ma non smetterò mai di dirtelo.
Ti voglio tanto bene piccola mia!!! Auguri da mamma
52
Campo de’ fiori
Il 28 marzo 2011 si
è laureata Marta
Annesi. Siamo orgogliosi di te per aver
dimostrato che
basta crederci
affinché i sogni si
avverino!
Complimenti per la
discussione della
tesi (non per la lunghezza) e per il tuo meritato 104! Auguri dottoressa da chi ti vuole bene
ed ha creduto in te, mamma Paola, papà
Carmine e tua sorella Noemi.
5 giugno 2011 –
La gioia di questo
giorno speciale è
destinata a durare,
l’amore e la passione
che si rinnovano
giorno dopo giorno,
la complicità ed il
bisogno dell’altro, il
fare insieme piccole e grandi cose, il desiderio
di ritrovarsi vicini ogni sera, così quello che
verrà sarà la realizzazione di un sogno durato
dieci anni… Questa è la gioia più grande che vi
vogliamo augurare, oggi e per sempre!!!
Papà, mamma, Valentina e Valerio.
Tanti auguri ai piccoli Luca e Matteo Pepe di
Vignanello, che il 14 giugno compiono un anno,
dalla zia Norella, zio Fabrizio, zia Valentina e
Cristina.
Hai raggiunto il
traguardo dei
primi 50 anni!
Tanti auguri a
Fabrizio Pezza
di Collevecchio
dalla moglie, la
figlia, il genero
e tutti gli amici.
Tanti auguri a Valentina di Collevecchio che il
15 giugno compie gli anni, da mamm, papà,
Fabrizio. Ti vogliamo un mondo di bene.
Tanti auguri alla
piccola Giulia Marini
che il 27 Maggio compie 5 anni, da parte di
nonna Gisa e zio
Sandro.
Tantissimi auguri a
Lucia Gagliardi che il 17
maggio compie gli anni.
Buon compleanno dai
nipoti Damiano, Aurora,
Alessio, Federico e da
tutta la sua famiglia..... ti vogliamo bene.
Tantissimi auguri di
buon compleanno a
Tamara,
tabaccaia simpatica e
carina che resta sempre una ragazzina!!!
Da tutta la redazione e
dalla sua famiglia!
Tantissimi auguri a
Verena di Civita
Castellana, per i suoi
magnifici 60 anni.
Sei forte Verena!!!
Da Caterina, Cristina
e tutti gli amici
dell’Agriturismo.
Marta e Noemi, con la loro famiglia fanno gli
auguri speciali ad una persona speciale, Zio
Gianni, per i suoi 50 anni, compiuti il 4 Aprile.
La festa è solo rimandata! Si uniscono agli
auguri gli amici del sabato sera del casaletto
di Mancini! Beh, ti fa gli auguri anche zio!!!
In bocca al lupo
Campo de’ fiori
Roma com’era
Roma. Primi del ‘900.
Ai piedi della Colonna di Traiano, due pastorelle portano al pascolo le loro caprette.
Un modo ecologico e risparmioso per pulire i monumenti della città!
53
54
Campo de’ fiori
Album d
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Civita Castellana - 1961. Scuola di Via Terrano. Al centro la bidella, da dx
Arpini Teresa, Rita Panico, Edelvais Casadidio
Campo de’
Civita Castellana - Anna Ferri con i suoi figli, nel 1917, come è stato
riportato sulla foto
Civita Castellana - 1958. Graziella Conti e Lucia Massaccesi
insieme a due amiche
Campo de’
Civita Castellana, anni ‘20. Mario Domizi e Aantonio Tuia
con due cresimandi
Campo de’ fiori
55
dei ricordi
Campo de’
Civita Castellana anni '50 - Le “pantalonaie” di don Checchino.
In piedi da sx: Sonia Angeletti, Mina Vaselli, Maria Rita Lerin, Anna Santori, Rina Creta, Teresa Caselli, Lucia Francola, Elena Proietti,
Pasquetta.... Sedute da sx: Olga Marini, Marietta..., Gabriella Caprari, Maria Pia Maurizio, ..., ... .
Campo de’
Civita Castellana.
Via del Forte.
Fine anni ‘50.
Donne intente a
lavare i panni nel
lavatoio pubblico.
Foto del Sig.
Alberto Sacchi
56
Campo de’ fiori
Album d
Campo de’ fiori
Campo de’
Fabrica di Roma. Anni ‘80. Infiorata e processione del Corpus Domini, guidata da don Mario Mastrocola (in alto nella foto di dx).
Foto della Sig.ra Assunta Cola (ritratta nell’imagine di sx, davanti all’altare da lei stessa allestito ).
Campo de’ fiori
2
7
3
4
5
1
6
Fabrica di Roma. Anni ‘60. Apprendiste sarte. 1. Maria Pieri, 2. Carla Marigliano, 3. Elsa..., 4. Nana..., 5. Maria Pieri, 6. Ivana...,
7. Rossana Malatesta.
Fabrica di Roma - anni ‘70. Comitato organizzatore del torneo di calcio “Luigi Torre”.
In piedi da sx: Doriano Pedica,Gianni Sanapo, Sandro Francola, Enzo Sacchi, Francesco Lanna, Roberto Ciappici, Patrizio Salvi, Raniero Pedica.
In basso da sx: Giampiero Anetrini, Maurizio Ponti, Andrea Spadoni, Sandro Di Pietro, Roberto Vincenzi, Marcello Narduzzi, Massimo Bedini.
Campo de’
Campo de’ fiori
57
dei ricordi
58
Campo de’ fiori
Album d
Campo de’
Corchiano
1964
Recita all’asilo
in occasione della
festa della mamma.
Al centro, sul palco,
Morena Mechelli.
Campo de’
Campo de’
Corchiano - 1976. Processione dell'Infiorata.
Corchiano - anni ‘50. Tommaso Nardono, il barbiere.
dei ricordi
Campo de’ fiori
59
Carbognano
1932
Foto ricordo di
un gruppo
teatrale,
ancora in
costume dopo
lo spettacolo
Campo de’
Campo de’
Lago di Vico. 22 Luglio 1973. Da sx: Santino Rendina, Ivana Vittorini, Pierina Camilli, coniugi Amorugi, gli sposi Simonetta Vittorini e
Angelo Mecaroni, ...,..., Roberto Belli
60
Campo de’ fiori
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