MARISA LAURITO SHOW BEATO GIOVANNI PAOLO II V
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MARISA LAURITO SHOW BEATO GIOVANNI PAOLO II V
MARISA LAURITO SHOW BEATO GIOVANNI PAOLO II V RASSEGNA TEATRALE “PREMIO ARCO D’ORO” GIRO D’ITALIA A CIVITA CASTELLANA Campo de’ fiori 2 SOMMARIO Editoriale: Un sogno nuovo.......................................3 L’intervista: Marisa Laurito show!.................................5 Curriculum vitae: Patrizia Casagrande..................................7 Francesco De Gregori...........................8 Suonare Suonare: Io sono immortale....................................9 Per far bollire una rana......................11 Roma che se n’è andata: Villa Glori...........................................12-13 Ecologia e ambiente: L’etica di una nuova economia verde nella Tuscia....................................................14 Un colpevole a tutti i costi..................15 Il nostro Papa Giovanni Paolo II...16.17 Giovanni Palo II il Papa di tutti.........18 Plantare funzionale di ROOT..............21 Un bel gesto di vita cittadina.............22 V Rassegna nazionale “Arco d’oro”....23 La Chiesa è inquieta............................24 Come eravamo: Cerase, viscioli e cerasoli marini..............25 Tuia Maria Adele campionessa italiana delle due ruote....................................26 Ass. Artistica IVNA: Riccardo Grattarola, visionario dello “scatto”.........................................................28 Oltre Google........................................29 Il Fumetto: Dorohedoro............................................30 La rubrica dei cognomi.......................31 La società in conflitto.........................32 Alessandro Petronio medico e filosofo.................................................33 Il muro di Via del Forte......................34 Vorrei incontrarti fra cent’anni: Filomena Basili........................................35 Foto & foto .........................................36 L’angolo del Bon Ton: L’abito da sposa......................................37 Una “Fabrica” di ricordi: I campi di Maggio...................................38 Nel cuore.............................................40 La periartrite di spalla........................41 La maestra Clara Mazzi fa l’appello dopo 30 anni.......................................42 Mostra di arte sacra............................43 Le storie di Max: I Camaleonti...........................................44 Il giro d’Italia......................................45 L’angolo del poeta...............................46 I nostri amici.......................................47 Agenda.................................................48 Oroscopo .............................................49 Messaggi....................................50-51-52 Roma com’era.....................................53 Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59 Annunci gratuiti..............................60-61 Numero unico......................................62 Selezione offerte immobiliari .......63-64 Foto di copertina: Arcobaleno alle Cascate delle Marmore (TR), di Cristina Evangelisti ECCO LA NOSTRA PAGINA DI FACEBOOK!!! SIAMO GIA’ OLTRE 1500, MA POSSIAMO ESSERE MOLTI, MOLTI DI PIU’!!!! TENETEVI AGGIORNATI SU TUTTE LE NOSTRE INIZIATIVE ED INVITATECI AI VOSTRI EVENTI!!! POTETE RICHIEDERE LA NOSTRA AMICIZIA ANCHE CLICCANDO SULL’ICONA CHE TROVATE NELL’HOMEPAGE DEL NOSTRO SITO WWW.CAMPODEFIORI.BIZ! COSA ASPETTATE??? TUTTI I NOSTRI RECAPITI UTILI PIAZZA DELLA LIBERAZIONE, 2 - CIVITA CASTELLANA (VT) TEL/FAX 0761.513117 - [email protected] Siate protagonisti della rivista che amate di più!!! Campo de’ fiori 3 Un sogno nuovo E ’ difficile che le mie parole possano avere grande eco, ma se esse prendono forza nel più profondo dell’animo, posso sognare di aver trovato al mio fianco chi, con me, condivide un principio, un’idea. E’ vero, però, che le mie convinzioni restano spesso utopie: ci vuol tempo per cambiare le cose… il problema che voglio affrontare questa volta è importante e di Sandro Anselmi delicato e la sua risoluzione sarebbe un grande risultato civile e sociale. Si è tanto lavorato per aiutare le persone diversamente abili nell’integrazione, nell’autonomia, e per dare loro un’identità, ma, stranamente non si è mai pensato che per garantire loro un’esistenza dignitosa, occorre rivedere necessariamente la loro minima pensione sociale! Questo significa innanzitutto dare loro rispetto per quello che sono, e cioè esseri umani! La condanna di chi deve cercare sempre sguardi diversi, sguar di in cui cogliere l’umanità, la comprensione, l’amore; la preghiera costante per essere rispettati per quello che si è; avere il terrore della solitudine, dell’ansia, della depressione… e tener viva la fede e la speranza che tutto cambierà! Volersi convincere che la vita è solo immaginazione, aria. Cercare lo spirito e non il corpo, illudersi di essere tutti uguali… Ma bisogna pur vivere! Come si può con poco più di 300,00 € al mese? Il mio sogno nuovo è che tutte le persone sensibili, le associazioni di categoria e, di conseguenza, le istituzioni, si facciano carico di ciò e lavorino, quanto prima, per risolvere questo problema a chi non può parlare con le parole, ma solo con il cuore... Campo de’ fiori MARISA LAURITO 5 SHOW ! TUTTI INSIEME ABBONDANTEMENTE nata orchestra diretta da Fabrizio Romano che esegue composizioni e canzoni scritte appositamente per Lei da Andrea Mingardi, Carlo Marrale dei Matia Bazar, condite da famose melodie napoletane e brani degli anni venti. Insomma un bel ritorno dell’artista napoletana dedicato al pubblico che la segue, ormai, da trentacinque anni e che è accorso numeroso al Teatro Sistina di Roma per rivedere macchiette e personaggi interpretati dall’ attrice più abbondante d’Italia… in arte Marisa La Nuit. di Sandro Alessi Trentacinque anni di carriera e non sentirseli… Scoppiettante come nei primi tempi della gavetta ma con un enorme bagaglio di esperienza , Marisa Laurito sbarca al Teatro Sistina con il suo nuovo spettacolo “Show! Tutti insieme Abbondantemente” nato per festeggiare questo momento felice dell’ artista napoletana. Ad otto anni, sopraffatta dal clima della città che ti fa respirare teatro nelle strade fin da quando sei in fasce, decise di fare l’attrice. Fare gavetta con un grande, come Eduardo De Filippo, non è da tutti, tant’è che rimase per sei anni nella sua compagnia passando dal teatro alla televisione senza alcun problema, imparando dal Maestro il mestiere di attore. “EDEN TEATRO” è stata la prima commedia musicale con Roberto De Simone e poi tanti spettacoli con De Filippo: “NIPOTI DEL SINDACO”, “GLI ESAMI NON FINISCONO MAI”, “NATALE IN CASA CUPIELLO”, “UOMO E GALANTUOMO”, e poi il primo da protagonista con Tato Russo in “CAFE’ CHANTAN”, e tanti altri come “LA PERLA REALE” con Elvio Porta, “AMORI MIEI” con Ugo Gregoretti, “NON TI PAGO” e “NU TURCO NAPOLETANO” con De Filippo, “BARILLA BOOGIE BAND” con Renzo Arbore, “AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA” di Garinei & Giovannini. Ad un certo punto della carriera anche il cinema apre le porte all’eclettica artista partenopea, e nel 1976 Marisa riceve una telefo- nata da Luigi De Laurentis che stava cercando la protagonista, accanto a Manfredi e Tognazzi, del film “LA MAZZETTA” per la regia di Sergio Corbucci a cui seguirono “PARI E DISPARI”, “A TU PER TU” sempre con Corbucci, “L’ITALIA SE ROTTA” e “MI FACCIA CAUSA” con Steno, “CAFFE’ EXPRESS” di Nanni Loy. Oltre trentacinque film che la portarono a lavorare con Manfredi, Montesano, Nanni Loi, Vittorio Sindoni, Pasquale Festa Campanile, Maurizio Ponzi, Luciano De Crescenzo. Ricordiamo tra l’altro che nel 1992 con “TIERRA NUEVA” film venezuelano con Antonio Banderas ha vinto il Globo D’Oro come miglior attrice straniera. E poi tanto Bagaglino grazie a Pingitore e l’incontro con Renzo Arbore e “QUELLI DELLA NOTTE”, Marisa La Nuit, primadonna di Fantastico, prima con Baudo e poi con Adriano Celentano, e poi conduttrice di “DOMENICA IN” per la regia di Gianni Boncompagni, “SERATA D’ONORE” con Gino Landi, “PAPERISSIMA” con Antonio Ricci e “CASA LAURITO” sul satellite. In questo nuovo show la Laurito si trasforma in One Woman Show accompagnata da un quartetto abbondante.. di cantanti ballerine e da una irriverente e insubordi- Campo de’ fiori 7 Curriculum vitae PATRIZIA CASAGRANDE M ora, con due occhioni che dal verde passano all’azzurro rapidamente, ed una bravura inconfondibile: Patrizia Casagrande, attrice veneta di Conegliano, laureata in Scienze Politiche presso l’Università di Padova, ben presto si innamora della professione di attrice. Amante del ballo e della musica, il suo primo esordio sulle scene avviene proprio a Conegliano con il musical Hello Dolly (2001) a cui segue Cats (2003), Sette Spose per Sette Fratelli (2005), il Re Leone (2006), Romeo & Juliet (2007), Notre Dame De Paris (2008 nel ruolo di Esmeralda), Rumori Fuori Scena (2010) e Professione Separata al Teatro Testaccio di Roma per la regia di Salvatore Scirè , dove l’abbiamo incontrata qualche settimana fa. Come cantante frequenta con successo l’istituto musicale “A. Benvenuti” di Conegliano. Perfeziona il ballo seguendo molti stage e tra il 2009 ed il 2010 frequenta il laboratorio di musical e teatro tenuto da Mauro Mandolini presso la Fonderia delle Arti di Roma, mentre tra il 2007 ed il 2009 segue il Laboratorio di Teatro e Dizione tenuto da Marco Falaguasta persso il Teatro Testaccio. Insomma un’ attrice a tutto tondo che aspettiamo quanto prima nel firmamento delle stelle italiane. In bocca al lupo Patrizia! Sandro Alessi Campo de’ fiori 8 Francesco De Gregori: poche parole, tanta musica Concerto gratuito a Vasanello, pienone in piazza Molti di voi si sarebbero aspettati una bella intervista a De Greogori, in occasione del suo concerto, il 7 maggio a Vasanello, come ormai da qualche tempo siamo soliti fare con i personaggi famosi che, soprattutto durante la bella stagione, vengono ad allietare le serate dei molti paesi della Tuscia viterbese. Ma “l’artista non concede interviste”, così ci è stato risposto e non abbiamo potuto far altro, dunque, che assistere allo spettacolo insieme alle migliaia di altri spettatori giunti da tutta la provincia. Seminascosto sotto uno dei suoi cappelli, che da qualche tempo a questa parte sembrano caratterizzarlo, si è diviso tra la chitarra, il pianoforte e l’armonica, durante l’interpretazione di una parte del suo vastissimo repertorio, prodotto in questi circa quarant’anni di attività musicale. Di molte poche parole anche sul palco, De Gregori ha saputo soddisfare il suo pubblico, che, con i fedelissimi tra le prime fila, non si è risparmiato di accompagnarlo, in particolar modo nei pezzi più conosciuti. Un’occasione da non perdere, grazie al comitato festeggiamenti di Vasanello, classe 1971, che è riuscito ad offrire gratuitamente un concerto di uno dei più grandi artisti della musica italiana. La festa di San Lanno rimane una delle feste patronali dell’alto Lazio meglio organizzate e che riscuote maggior successo. Un addobbo assai curato, ed ogni anno diverso (quest’anno erano le margheritine bianche a farla da padrone), percorre la via centrale del paese, facendo da sfondo non solo alla parte ludica della festa, ricca di iniziative di vario genere, ma anche alla parte religiosa, che rimane il perno centrale intorno al quale ruota tutto il resto. Nonostante un po’ d’amaro in bocca che ci ha lasciato il non aver potuto ospitare questo artista sulle pagine della nostra rivista, una nota di merito va fatta ai vasanellesi e, nello specifico, quest’anno, ai quarantenni del paese, che hanno saputo tenere alto lo spirito ed il nome dei festeggiamenti in onore di San Lanno. Ermelinda Benedetti www.campodefiori.biz 9 Campo de’ fiori di Carlo Cattani Io sono immortale. Shel Shapiro on…..THE ROKES! Una lacrima sul viso è possibile che mi possa scorrere se mi ostino a ripensare agli anni ‘60: ero piccolo ed estraneo alle preoccupazioni…. se a non quella di guadagnarmi la licenza elementare ! Lo Zecchino D’oro era ,ancora, un evento importante e i suoi 33 giri impazzavano con selezioni di canzoni che ancora oggi riusciamo a cantare quasi per intero e a trasmetterne il ricordo ai nostri figli e nipoti ! In quegli anni la musica “girava” soprattutto a 45 giri che, stampati in notevole tiratura per Italiani che avevano qualche soldo in più e sana voglia di divertimento ,erano ascoltati a “go go” potendo essere consumati anche “on the road” dalle “bocche” dei mitici mangiadischi a pile , un mix appeal di praticità , colori e forme che ne facilitò la diffusione fra i giovani dell’epoca . Intrufolandomi tra le comitive di cugini più grandi , appartenenti ai “fifty” , ricordo il disturbo che arrecavo, con le mie goffaggini da bambino ,durante le loro danze inscenate intorno al “fuoco” rappresentato dal prodigioso riproduttore musicale , pioniere di walkman e ipod , nel quale a turno, i grandi infilavano i successi beat e non solo del momento .Così , dall’alto del mio metro e venti scarso mi ubriacai di Pooh , Camaleonti,Dik Dik,Mal ,Patty Pravo,Alunni Del Sole,Caterina Caselli , Celentano,Nomadi , Equipe 84,I Ribelli,Rocky Roberts,Rokes e tanti altri ! Proprio uno degli artisti protagonisti di quell’epoca “lussureggiante” del 45 giri ,David Norman “Shel” Shapiro , cantante – chitarrista-autore –produttore –attore , nato nel ’43 in Inghilterra,Stanmore ,località alla periferia di Londra, leader del mitico gruppo “sessantino” dei THE ROKES , ha scritto un libro, pubblicato nel 2010 da Mondatori , dal titolo “ Io sono Immortale” , autobiografia di sicuro interesse per chi ha curiosità di conoscere il cammino di un artista sin da giovanissimo con idee ben chiare sul suo futuro : <volevo esser mangiato dalla musica …non so in che modo ,ma volevo essere il suo pasto principale.> . Così come rappresentato nella copertina del suo ultimo libro , Shel si mette a nudo , eseguendo un “salvataggio di memoria” a copertura di un periodo di oltre 60 anni : dal primo bacio ,all’età di 4 anni, dato ad una sua coetanea ,ai primi ingaggi non ancora maggiorenne ,allo sbarco in Italia nel ’63,al frenetico periodo di successo vissuto con i “The Rokes” da vera rockstar, al successivo declino da protagonista ma progressiva affermazione nelle ruolo di produttore discografico in Italia e all’estero , giungendo fino alle collaborazioni teatrali e letterarie di questi ultimi anni con Edmondo Berselli , giornalista alla “La Repubblica” e “L’Espresso” –scrittore – fine intellettuale prematuramente scomparso lo scorso anno . Citando l’Alfieri : “Volli e sempre volli, fortissimamente volli “….essere una ROCKSTAR ! Bella lettura ! C.C.© 5/2011 Campo de’ fiori 11 Per far bollire una rana, come prima cosa bisogna prenderla. Se non ci prendiamo cura della nostra vista, potremo fare la sua brutta fine Per prenderla, andate allo stagno più vicino (meglio all’alba quando la temperatura è più bassa ed i riflessi del batrace sono meno saettanti), avvicinatevi lentamente alla sprovveduta rana che sta Paolo Balzamo scaldandosi al primo responsabile sole vicino alla riva, formazione e facendo atten-zione ad informazione avvicinarvi esattamete Centri Ottici Lisi di spalle, col sole di e Bartolomei fronte o di lato, senza www.lisi-bartoloche la vostra ombra la mei.com disturbi. Una volta a tiro, velocemente, la potrete prendere con le mani unite a coppa. Attenzione che se è appena uscita dall’acqua, sarà viscida e vi scivolerà di mano. Come alternativa potrete prendere una comune canna da pesca, mettendo, alla fine della lenza, (senza amo!) un fiocchetto fatto con un pezzetto di calza di nylon. Basta poi far muovere velocemente davanti agli occhi dell’animale l’esca, come se fosse in insetto, e la rana prontamente lo ingoierà , ed allora la potrete, dopo qualche secondo, prendere. Bene, adesso la rana è vostra. Dovete solo bollirla. Se la buttate in una pentola di acqua bollente, quella scapperà via come una saetta, e avrete fallito! Allora bisogna agire conoscendo la psicologia degli smerraldini anuri. Presa la rana con dolcezza, bisogna metterla in una pentola di acqua fredda, e porre questa sul fuoco bassissimo. Al primo tepore la rana, infreddolita dall’acqua gelida, si compiacerà dell’aumento di temperatura, e si godrà beata il teporino. L’aumento della temperatura dell’ambiente, se molto lento, consentirà poi però un adattamento della povera bestia al disagio crescente, debilitandola sempre più, fino a quando, troppo tardi, non saprà , né potrà più reagire e finirà per morire lessa. Si, direte voi, ma chi vorrebbe mai ammazzare così crudelmente una povera bestia? E perché , poi? Beh! È stato un esperimento effettuato nella facoltà di biologia, nella John Hopkins University nel lontano 1882. Con questo esperimento si è dimostrato, in assoluto, la stupidità di certi scienziati e lo scarso rispetto di qualcuno per la vita. Qualche insegnamento, tuttavia, ne possiamo trarre. A noi succede la stessa cosa in tutti i settori. Non siamo razzisti, ma tolleriamo un po’ di luoghi comuni contro i negri e gli immigrati. Non siamo omofobi ma “certo veder due donne o due uomini che si baciano in strada mi fa un po’ senso”. Siamo contro ogni dittatura, ma sopportiamo le piccole (ma sempre più grandi) mancanze di legalità quotidiane ed i privilegi delle caste e degli “albi” assortiti. Della serie di Onofrio marchese del Grillo che dice “Me dispiace, ma io so’ io, e voi nun sete un .......!” È solo questione di quantità e di tempo, e facciamo come la ranocchietta, ci troveremo in piena Shoa’, governati da un moderno KuKluxKlan e da baronato di despoti assoluti. Lessati, esattamente come quella rana del Maryland. Direbbe il mio amico Tonino: “che ci azzecca questo con i centri Lisi&Bartolomei?” E beh, qualcosa c’entra. Quello che cerchiamo, nei nostri centri, è di essere non già “spacciatori di lenti”, ma consulenti del benessere visivo della nostra clientela. Quando un cinquantenne ci dichiara con orgoglio “io leggo senza occhiali”, quando una mamma dice di suo figlio adolescnte “sta le ore intere con la play station in mano”, quando vedo bambini in pieno agosto senza occhiali da sole, mi viene da pensare: “povere ranocchiette, stanno per bollire, ma ancora non se ne rendono conto!” Il benessere visivo non è il “ce la faccio ancora!” o il “vedo bene, certo non le cose piccole piccole...”. Il benessere visivo, che noi dei centri ottici Lisi&Bartolomei ci sforziamo di tutelare nella nostra clientela, è sentirsi al meglio, essere efficaci al massimo. Il benessere visivo è andare meglio a scuola, guidare con più sicurezza, lavorarare di più, con meno stanchezza ed errori. Il benessere visivo è stare al sole di agosto da giovani senza farsi venire una degenerazione maculare in terza età . Aiutateci a tutelare il vostro benessere visivo, non adattatevi inutilente ai disagi fino a finire lessi. Pensateci, care ranocchiette! Hasta la vista! Campo de’ fiori 12 Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi Villa Glori - 23 ottobre 1867 Correva l’anno 1867 quando Garibaldi, reduce dal successo contro gli austriaci nella battaglia di Bezzecca, avviò l’organizzazione di un piccolo esercito di diecimila volontari con il quale tentare di Riccardo Consoli l’invasione del Lazio che, difeso dalle truppe francesi di Napoleone III, era ancora saldamente in mano al Governo Pontificio, predisponendo, al contempo, un piano per la sollevazione di Roma. In quel momento, mentre il Governo Italiano era alla ricerca di soluzioni diplomatiche, peraltro vanificate dalla rigidezza della Santa Sede, Garibaldi decideva di marciare su Roma e, mentre le colonne garibaldine si avvicinavano, un gruppo di patrioti aveva il compito di penetrare in città e preparare il terreno al generale. La notte del 23 ottobre 1867, un drappello di settantasei volontari guidati dal pavese Enrico Cairoli, partiti da Terni il 20 ottobre per portare aiuti alla Giunta Rivoluzionaria Romana, giunti a Passo Corese si imbarcarono cercando di sfuggire alla sorveglianza papalina e la notte del 23 ottobre, dopo aver navigato il Tevere, presero terra alla confluenza con l’Aniene nei pressi dell’Acqua Acetosa, nascosero le armi in un canneto vicino, raggiunsero una piccola altura sulla sponda sinistra del fiume, in prossimità dei Monti Parioli e occuparono un Casale. Era questo il luogo dove Enrico Cairoli aveva doto appuntamento ad altri congiurati. Al medesimo tempo due volontari: Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti, facevano saltare la Caserma Serristori, presso il Vaticano; l’esplosione avvenne il 22 ottobre causando la morte di ventitrè zuavi francesi e quattro popolani romani; Monti e Tognetti vennero subito catturati e, dopo un processo durato oltre un anno, furono condannati a morte e ghigliottinati all’alba del 24 novembre 1868, nonostante la richiesta di grazia fatta pervenire da Vittorio Emanuele II a Papa Pio IX. Giuseppe Monti aveva trentatrè anni, Gaetano Tognetti ventitrè ; quelli che seguono sono tre strofe della canzone, verosimilmente composta nel 1869 e tramandata con molte varianti, un canto ispirato all’esecuzione dei due garibaldini romani. Parco di Villa Glori “ … Italiani qui tutti ascoltate / e che forse già lo saprete / di Roma qui sentirete / cosa fece il Papa-Re Al 24 di novembre / a sette ore di mattina / in piazza dei Cerchi la ghigliottina / a due infelici la testa troncò . Direte……. voi italiani / saran forse ribaldi o assassini… / No! ….Erano due garibaldini / sol per Roma voler liberar … “ Le cose purtroppo non andarono nel modo sperato, la sorpresa fallì , alle cinque del pomeriggio di quel 23 ottobre 1867, a Villa Glori, i volontari vennero agganciati da trecento Svizzeri del Papa al comando de Capitano Mayer, per circa un’ora gli uomini di Cairoli si difesero in mezzo alle vigne e per due volte contrattaccarono alla baionetta, Enrico e Giovanni Cairoli furono ambedue colpiti, Enrico fu finito a colpi di baionetta, nello scontro restò ferito anche il Capitano Mayer. Giovanni Cairoli, gravemente ferito fu fatto prigioniero, dopo due mesi venne rimesso in libertà e raggiunse la casa estiva di sua madre Adelaide in Belgirate dove, a causa delle ferite riportate, morirà l’11 settembre 1869. Scrive Michele Rosi: “ … Negli ultimi momenti gli parve vedere Garibaldi che gli faceva visita per accoglierlo con trasporto, udii, così narra un amico presente, che disse tre volte: l’unione dei francesi ai papalini fu il fatto terri- bile! Pensava a Mentana. Chiamò più volte Enrico, suo fratello, perché lo aiutasse! Poi aggiunse: ma vinceremo di certo, andremo a Roma! … “ Morto Cairoli, il comando venne assunto da Giovanni Tabacchi che diede ordine ai volontari di rientrare nella Villa da dove seguitarono a fare fuoco, finché , calata la sera, i Papalini non si ritirano in Roma, i superstiti ripiegarono verso le posizioni di Garibaldi, tra questi: Giulio Aiani e Pietro Luzzi vennero condannati a morte mentre altri cinque rivoluzionari furono condannati all’ergastolo, l’azione garibaldina si sarebbe conclusa con la battaglia di Mentana, suo ultimo atto. In cima alla collina di Villa Glori, in prossimità del luogo dove morì Enrico, si trova una Colonna commemorativa dedicata ai fratelli Cairoli e ai loro settanta compagni caduti, nel piazzale antistante esiste ancora oggi il tronco secco del mandorlo che Enrico Cairoli bagnò con il suo sangue, mentre sul Pincio, in prossimità di Villa Medici, è stato eretto un altro Monumento di bronzo raffigurante Giovanni Cairoli che con un braccio sostiene il fratello Enrico, sul retro del monumento i nomi dei loro compagni. Con i fratelli Cairoli occorre ricordare la madre Adelaide figlia maggiore del Conte Benedetto Bono di Milano e di Francesca Pizzi che, orfana di padre dall’età di cinque anni, studiò presso le suore del Collegio Campo de’ fiori Reale di Verona ricevendo una profonda educazione religiosa. Il 20 aprile 1824, all’età di 18 anni, sposò Carlo Cairoli, un uomo di ventotto anni più grande, vedovo con due figli, lo aveva conosciuto durante la sua dimora in casa Cairoli a Pavia, abitazione in parte adibita ad ospedale, Carlo Cairoli era infatti uno stimato professore di chirurgia. Dal matrimonio nacquero cinque figli: Benedetto, Ernesto, Luigi, Enrico e Giovanni; donna, di vasta cultura e generosità , finanziò giornali patriottici e nella propria abitazione ospitò un salotto politico letterario, intrattenendo una corrispondenza con diversi intellettuali dell’epoca. Il marito Carlo morirà il 9 aprile 1849, cadendo dalla carrozza e Adelaide affronterà la difficile situazione economica della famiglia, riuscendo a limitare il gravoso passivo accumulato dal marito con periodiche vendite di terreni. Morirà il 27 marzo 1871 dopo una lunga malattia. A Gropello il 24 ottobre 1875 venne inaugurato un monumento alla sua memoria e a Milano, sulla facciata della casa natale, in via Bigli 1, venne posta una lapide con la scritta: “Adelaide Bono Cairoli, fra le itale madri fortissima qui nacque li 6 marzo 1806”. Giuseppe Garibaldi di lei disse: “ … L’amore di una madre per i figli non può nemmeno essere compreso dagli uomini ... Con donne simili una nazione non può morire … “ Il 14 ottobre 1869 Giuseppe Mazzini le indirizza la seguente lettera: Signora, ho esitato finora ad aggiungere una parola di compianto e di conforto a quelle che vi vennero e vi vengono da tutti i buoni d’Italia. Di fronte a un dolore quale deve essere il vostro, io mi sentiva incapace e quasi indegno di scrivervi, né , se non credessi fermamente in Dio, nell’immortalità della vita e nei fati segnati dalla Provvidenza all’Italia, oserei farlo oggi. Ma voi non avete, confido, potuto credere un solo momento che io tacessi per colpevole oblio o perché non sentissi tutta quanta la solenne grandezza del sacrificio che s’incarna in Voi e nei nostri. La vostra famiglia sarà , quando avremo libertà vera, virtù, unità e coscienza di Popolo, una pagina storica della Nazione. Le tombe dei vostri figli saranno altari, i loro nomi staranno fra i primi nella litania dei nostri Santi e Voi che educaste le anime loro, Voi che li avete veduti sparire a uno a uno patendo ciò che soltanto qualche madre può intendere, ma non disperando, rimarrete simbolo a tutti del dolore che redime e santifica, esempio solenne alle donne italiane e insegnamen- 13 to del come la famiglia possa essere ciò che deve e sinora non é , Tempio, Santuario della Patria comune. Ma a Voi non importa né ad essi importava di fama; Voi non adorate, essi non adoravano che il fine, quel santo ideale d’una Italia redenta, pura di ogni macchia di servitù e di ogni sozzura d’egoismo e di corruzione e iniziatrice di forti e grandi pensieri da Roma, che ispirò , attraverso una tradizione di secoli, le nostre migliori anime alla battaglia e al martirio. E però vi dico, sorridete nel pianto, i vostri hanno, morendo, vinto, hanno affrettato d’assai il momento in cui I fratelli Cairoli con la madre Adelaide quell’ideale diverrà fatto sulla nostra terra. chiaro? Chiarissimo. E allora? Eh, allora le Stanco dagli anni, dalle infermità e da cose non si mettevano bene, la necessita altro, io ho sentito, all’annunzio della morte del nostro Giovanni, e delle ultime di avere notizie da Roma per noi si faceva parole ch’ei proferiva, riardere dentro la sempre più urgente, ma le ore passavano fiamma dé miei anni giovanili e riconfere da Roma non veniva nessuno; Enrico marsi in me il proposito della vita. Cairoli, prima di salire a Villa Glori, aveva Migliaia di nostri, non ne dubitate, hanno mandato a Roma uno dei nostri, un romasentito lo stesso; una intera famiglia non no, un certo Candida, ma questi non vive, non muore, come la vostra senza che tornò più. tutta una generazione si ritempri in essa e Allora Enrico mi chiamò e mi disse: sentì muova innanzi d’un passo. Giusto, quassù non possiamo rimanerci troppo a lungo, occorre di pigliare una Come ricordato in altra occasione il fatto decisione, ma prima di pigliarla, è necesd’armi di Villa Glori costituì oggetto per sario di sapere che diamine è successo a una famosa serie di venticinque sonetti Roma. romaneschi di Cesare Pascarella, oltre che Su Candida oramai non ci si può più conper la poesia dal titolo: In morte di tare. Bisogna che vai tu. Giovanni Cairoli di Giosuè Carducci. Alla A sentirmi dare quest’ordine io feci un morte di Enrico Cairoli, il pittore Girolamo gesto di sorpresa e non potei fare a meno Induno ha dedicato una grande tela. di pronunziare qualche parola di rammarico; Enrico Cairoli, come sai, era di caratteScrive Cesare Pascarella: re impulsivo e appena vide il mio turba“ … Fra le molte testimonianze da me racmento, aggrottò le ciglia e gridandomi in colte, le quali confermano la verità di faccia esclamò : Ah! Non vuoi andare? E quanto io dico, mi basti riferirne una sola. senza darmi il tempo di rispondere, seguiAnni addietro, trovandomi a Udine, ebbi la tò : va bene! Allora vado io. fortuna di conoscere colà Giusto Muratti, Mi voltò le spalle e si mise a camminare uno dei settanta di Villa Glori. con passo risoluto verso il cancello della Egli mi raccontò : villa, io gli corsi subito dietro, lo fermai e La ragione per cui, invece di sbarcare alla gli dissi: no, guarda, Enrico, delle mie Passeggiata di Ripetta, noi dovemmo ferparole non tenerne conto, mi sono state marci poco prima di Ponte Milvio, la conosuggerite dal dolore che provo nel doversci, l’hai scritta cosi bene in poesia. mi allontanare da tè , da Giovannino e dai Come sai, dopo di aver passato la notte in compagni, del resto, se tu credi che a un canneto sulla riva sinistra del fiume, Roma ci debbo andare proprio io, comannon sapendo quale esito avesse avuto l’indami. surrezione di Roma, che noi volevamo aiuSi, devi andar tu, mi rispose Enrico con tare, nella speranza di vedere arrivare voce ferma. E dopo un istante di silenzio qualcuno con qualche ordine, all’alba, continuò : dispiace anche a me di doverti salimmo a Villa Glori, lassù in alto, in ogni chiedere questo sacrificio, ma non si può caso, ci saremmo sempre potuti difendere fare altrimenti … “ meglio di quanto avremmo potuto farlo giù in basso sulla sponda del Tevere. È 14 Campo de’ fiori Ecologia e Ambiente L’etica di una nuova economia verde nella Tuscia di Giovanni Francola solo. Occorre coraggio e lungimiranza per intraprendere una comune condivisione. E’ indispensabile modificare i nostri stili di vita, facendo partire una Green Economy dal basso, supportata da altrettanti imprenditori che non vedono in tali traguardi solo costi aggiunti; a mio avviso è la strada giusta da intraprendere. Molte le possibilità che questa nostra terra ci offre, ma non sono prese spesso in giusta considerazione. Parlare di turismo, di agricoltura, di rivalutazione storica paesaggistica e culturale “ Non rimandare alle prossime generazioni quello che si può fare sin da subito “ U n’ economia ecologicamente sostenibile nella Tuscia è possibile e più saranno fatti sforzi in questa direzione, più saranno grandi le opportunità in termini di occupazione da parte di tanti giovani e non dei nostri territori, sembra una vecchia filastrocca recitata solo in alcune speciali occasioni. Maggiore sarà la consapevolezza di questo, più sarà vicino il grande cambiamento per tutto il nostro territorio. Sentirsi parti attive e interdipendenti di un unico ecosistema sarà fondamentale. L’uomo è capace di avere un suo equilibrio, creatività e bellezza, ma purtroppo attualmente si comporta come un distruttore inconscio e arrogante. Acquisire una nuova coscienza è la base da cui partire. E’ indispensabile, quindi, intervenire tempestivamente là dove le situazioni lo richiedono, senza più rimandare alle prossime generazioni, quello che si può fare fin da subito. Campo de’ fiori 15 UN COLPEVOLE A TUTTI I COSTI L’accanimento mediatico sui fatti di cronaca degli ultimi anni, ha creato finti mostri, poi giudicati innocenti dai tribunali Ormai i media ci importa: perché hanno abituati: tanta attenzione da degli quando succede un parte fatto di cronaca inquirenti? Di sicuro comincia l’accanc’entra qualcosa! imento ed in tv e nei Se poi viene telegiornali non si ufficialmente indavede altro. gato o addirittura Le indagini, che per raggiunto da una legge dovrebbero misura cautelare in essere segrete, carcere, è certo: il dell’Avv. Ilaria diventano praticacolpevole è lui. Becchetti mente di dominio Questo è il risultato pubblico, i protagonisti della vicenda dell’accanimento vengono assediati dalle telecamere e le mediatico che loro vite messe al setaccio, con buona sempre più spesso pace del diritto alla privacy. si crea intorno ai Ma la cosa ancor più grave è che già si è casi di cronaca che deciso chi sia il colpevole. fanno più scalpore. Atteso all’uscita di un interrogatorio di La gente vuole polizia giudiziaria, magari in qualità di avere al più presto persona informata, il un nome. Da schifare, da incolpare, Le indagini, da malcapitato viene pediprocessare, senza che nemmeno nato dalle telecamere che per legge siano finite le indagini. pronte a rubare il Errore. La cronaca giudiziaria dovrebbero è piena di colpevoli senza processo, minimo dettaglio del viso o ad intercettare un poi smentiti dal proseguo delle essere labiale dal quale poter indagini o dai processi veri celebrati segrete, evincere l’esito dell’internelle aule di tribunale. rogatorio appena reso. per tutti: il caso di Sandro diventano di Uno Che il soggetto sia stato Vecchiarelli, qualcuno lo ricorderà . dominio ascoltato come persona Dato quale certo assassino di Chiara informata sui fatti e non Bariffi, la ragazza ritrovata nel Lago pubblico come indagato poco di Como, fu assolto, dopo aver “ passato la gogna mediatica e con 583 giorni di carcere sulle spalle, per non avere commesso il fatto. E come lui molti altri. Piano, dunque, con le facili condanne popolari. Maggior delicatezza sarebbe opportuna anche da parte dei media. Il diritto di cronaca è un principio costituzionale tanto quanto lo è la presunzione di non colpevolezza sino alla condanna definitiva. “ Campo de’ fiori 16 Beato Il nostro Papa Giovanni Paolo II - Oggi I l gran giorno è arrivato! Domenica 1 maggio 2011 Giovanni Paolo II è stato proclamato Beato! Così , a distanza di sei anni dalla morte, Egli è salito agli onori degli altari accompagnato da un coro unanime e universale di gioia e di esultanza. “Santo subito” aveva gridato una gran folla riunita in Piazza San Pietro il giorno dei suoi funerali. Sabato 30 aprile, giorno precedente la proclamazione, l’avvocato Alessandro Fortuna, Console del Touring Club Italiano di Viterbo, mi invitava ad osservare la targa apposta a Piazza del Duomo a ricordo della visita Pastorale, la centoquarantacinquesima del suo Pontificato, compiuta da Giovanni Paolo II a Civita Castellana. Domenica 1 maggio 1988: visita Pastorale a Civita Castellana Domenica 1 maggio 2011: Papa Voityla viene solennemente proclamato Beato. Una coincidenza più unica che rara! Era domenica 1 maggio 1988, primo giorno del mese dedicato alla Madonna, quando il Santo Padre, decideva di compiere una visita Pastorale nella Diocesi di Civita Castellana; il mattino dello stesso giorno, in Piazza San Pietro, al Regina Caeli, Egli invitava i fedeli presenti a farsi con lui pellegrini presso il Santuario di Santa Maria ad Rupes in Nepi, prima tappa della sua visita nel territorio della provincia di Viterbo. A ben pensare non poteva essere diversamente. Tutti sappiamo, infatti, come Papa Voityla abbia consacrato la sua intera vita alla Vergine Maria, basta ricordare le parole pronunciate dallo stesso Pontefice dopo l’attentato del maggio 1981: “ … Potrei mai dimenticare che l’evento di Piazza San Pietro ha avuto luogo nel giorno e nell’ora nei quali si ricorda a Fatima la Prima Apparizione della Madre di Cristo ai poveri contadinelli? … ” Il Santuario di Santa Maria ad Rupes ha una storia del tutto particolare che inizia nel lontano 500. Infatti, nelle grotte scavate nelle rupi della valle Suppentonia, una grande voragine che si snoda tra Nepi e Civita Castellana, vissero e pregarono i primi Anacoreti dell’Occidente, monaci o eremiti, soliti a ritirarsi in luoghi deserti per raggiungere la perfezione cristiana nella mortificazione e nella preghiera. Nei primi anni del VI secolo, i discepoli di San Benedetto edificarono, sui resti del Immagine del Beato Giovanni Paolo II tempio di Diana, un altro tempio dedicato a Sant’Elia e, allo scopo di corroborare la loro fede e per onorare la Vergine, erano soliti frequentare la “Grotta” che si raggiungeva percorrendo un viottolo chiamato “la strada dei Santi”; questi religiosi abbandonarono il Cenobio nel 1258 per essere sostituiti dai canonici di Santo Spirito in Sassia, custodi stabili del Santuario fino al 1777. Superato un lungo periodo di incuria, nel XVIII secolo, il Santuario tornò a nuovo splendore grazie, soprattutto, all’opera di un umile eremita, un pastore originario di Locorotondo (Bari), tale fra’ Giuseppe Andrea Rodio (1745 - 1819) che, avendo incontrato a Roma San Giuseppe Benedetto Labre, più volte pellegrino alla Madonna ad Rupes, si accompagnò a questi e, dopo aver visitato il Santuario, decise di stabilirsi presso la “Grotta”, essendone stato nominato custode dallo stesso Vescovo. Correva l’anno 1777 e fu allora che fra’ Giuseppe concepì e attuò un’opera assolutamente grandiosa per quei tempi, ossia la realizzazione di una scala che consentisse di salire fino al livello del sovrastante terreno per far si che i visitatori potessero accedere al Santuario dall’alto. Un’opera impensabile e sovrumana che fra’ Giuseppe, da solo e con l’aiuto di un semplice piccone, pose in essere scavando nella viva roccia una scala di ben 144 gra- dini, lavorando ininterrottamente per circa 14 anni, dal 1782 al 1796. Fra’ Giuseppe Andrea Rodio morì in quel luogo a lui tanto caro nel 1819 ed ivi è sepolto presso la sua “Grotta”. Il Santuario della Madonna ad Rupes, grazie alla presenza, in passato, dei padri Francescani, che dal 1892 al 1981 hanno custodito ed incrementato la devozione alla Vergine Maria, e attualmente dei religiosi della congregazione di San Michele Arcangelo fondata in Polonia nel 1922 dal Servo di Dio padre Bronislao Bonaventura Markiewicz, vive una intensa stagione come centro di preghiera, di raccoglimento e spiritualità per tutti coloro che, cercando Dio, lo ritrovano attraverso le preghiere alla Vergine. A questo appuntamento non poteva di certo mancare Giovanni Paolo II che, raggiunta la Cappella della Madonna ad Rupes e dopo aver sostato davanti all’immagine della Vergine, ha lasciando ai suoi piedi un rosario in madreperla ricamato in oro, segno di una presenza divenuta già stori. Infatti, in quel rosario sono idealmente riunite le intenzioni di tutti coloro che hanno sostato o che sosteranno in questo luogo. Immediatamente dopo il Santo Padre raggiunge Civita Castellana dove, davanti alla Basilica Cattedrale saluta le autorità e la popolazione con queste parole: “ … Falerii Veteres, Falerii Novi e Civita Castellana, tre termini in cui sono racchiuse le vicende attraverso le quali è passata la storia trimillenaria della vostra città sviluppatasi in uno splendido scenario naturale, nel quale, il Tevere, il monte Soratte e i monti Cimini, costituiscono splendida corona … “; “ … in questo territorio gli influssi della civiltà greca ed orientale prima e etrusca dopo, hanno dato origine alla nazione falisca come attestano le numerose testimonianze pervenuteci … ”; “ … Civita Castellana è stata città cara a numerosi pontefici che vi eressero monumenti ancora oggi ammirati e la elessero, confermandola nei secoli, centro delle limitrofe Diocesi di Orte, Gallese e delle più antiche Nepi e Sutri … ”. Quindi nel campo sportivo comunale dove, con la partecipazione dei concelebranti Mons. Vescovo Marcello Rosina e i Vescovi di Viterbo, Rieti e Poggio Mirteto, ha luogo la solenne celebrazione dell’Eucarestia. Giovanni Paolo II dice: “ … a voi tutti fratelli e sorelle di Civita Castellana, che siete qui venuti per testimoniare il vostro attaccamento a Cristo ed Campo de’ fiori sentarsi generò un applauso d’entusiasmo. Gli avvenimenti che hanno accompagnato il pontificato di Giovanni Paolo II sono a tutti noti, a partire dai numerosi viaggi compiuti e ispirati, queste le sue parole: “ … Per annunciare il Vangelo “ … Per confermare i fratelli nella fede “ … Per consolidare la chiesa “ … Per incontrare l’uomo Tra le visite Pastorali del Papa “venuto da lontano” in provincia di Viterbo ricordiamo quella del 17 settembre 1989, presso il casello autostradale di Orte, presenti gli operatori della Società Autostrade, le forze di Polizia e gli automobilisti che percorrono le strade, spesso a velocità eccessiva, per l’inaugurazione della Statua dedicata alla Vergine a ricordo dell’anno Giovanni Paolo II in adorazione davanti all’immagi- mariano, opera dello scultore viterbese Roberto Joppolo. ne della Madonna Ad Rupes di Castel Sant’Elia Il casello autostradale di Orte, luogo scelto per la collocazione della Statua, si alla chiesa, come i tralci alla vite e per trova esattamente a metà del tragitto che manifestare i frutti della vostra fede, del collega Roma ad Assisi, percorso nel 1210 vostro amore e della vostra speranza al da San Francesco nel suo viaggio verso la successore di Pietro pellegrino in questa Sede Apostolica. vostra antica terra, porgo il mio saluto ed Alla cerimonia partecipava Mons. Vescovo un rinnovato incoraggiamento a ben conDivo Zadi consacrato l’8 aprile 1989 daltinuare sulla scia luminosa della tradizioni l’allora Segretario di Stato Cardinale religiose e civili, che hanno così nobilAgostino Casaroli e entrato nella Diocesi di mente segnato la storia dei vostri antenaCivita Castellana il 13 maggio dello stesso ti … ”. anno. Nella palestra comunale, infine, il “ … Te Episcupum Civitatis Castellanae Pontefice incontra il mondo operaio della Nominamus ... ” zona e, dopo avere ascoltato il saluto rivolrecita la Bolla Pontificia di nomina di Papa togli da un rappresentante del mondo del Giovanni Paolo II. lavoro della ceramica, dice: Chi scrive ricorda bene quell’aprile 1989 “ … a tutti il mio saluto e i miei cordiali poichè , a tarda sera, quasi notte, il mio auguri in questa giornata del primo magamico avvocato Carlo d’Emelis, mi telefona gio festa dei lavoratori, cioè vostra festa, dalla sua abitazione di Palazzolo Milanese, come di tutti gli uomini e le donne che nel in provincia di Milano, per informarmi del mondo si guadagnano il pane col sudore fatto che Mons. Divo Zadi, suo carissimo dei loro volti, vale a dire con il loro lavoro amico fin dai tempi in cui questi svolgeva … ”. il suo Ministero a Petroio e Montichiello e “ … in questo senso il primo maggio è una del quale tante volte mi aveva parlato, era festa veramente universale, poichè il lavostato consacrato Vescovo ed era stato ro è , o dovrebbe essere, una vocazione e eletto alla Chiesa di Civita Castellana e, una reale possibilità per tutti … ”. scusandosi per l’ora, mi disse che non era Quando quella sera del 16 ottobre 1978, riuscito ad aspettare “stamani mattina”, giorno della Sua elezione, il nuovo come era solito intercalare da buon toscaPontefice si affacciò alla loggia della no. Questi benedetti toscani! Basilica Vaticana, la folla restò sorpresa e Carlo d’Emelis aggiunse: smarrita, non solo per il nome del Papa “..Ricorda ciò che ti dico questa sera, appena eletto, poco noto, ma anche peravrete un grande Vescovo a Civita ché si trattava di un Cardinale non italiaCastellana: un amico, un fratello, un no. Da ben 455 anni, infatti, dall’elezione padre...” dell’olandese Adriano VI - Adriaan oggi possiamo ben dire di avere avuto “ … Florensz, 1522 - 1523, nessun Papa straun grande Vescovo, un amico, un fratello, niero era stato eletto; pare che in quella un padre … “, a cui tutti siamo riconoscenti occasione il Cardinale Guatemalteco e profondamente legati. Casariego, andasse chiedendo chi fosse Ma torniamo alla inaugurazione di cui mai quel Cardinale che si chiamava “bottisopra, nel corso della quale il futuro Beato glia” o qualcosa di simile. espresse un insegnamento profondo sulla Giovanni Paolo II, esprimendosi in buon “Prudenza”, intesa come dovere civico italiano, si presentò alla folla come: “ … il sulle strade e come virtù soprannaturale Papa venuto da lontano … ” avvertendo dell’animo umano: che: “ … se sbaglio mi corigerete … ”, “ … la vita di Maria fu più volte segnata naturalmente questo insolito modo di pre- 17 dalle esigenze del cammino, Ella sa che cosa vuol dire camminare per le strade della terra, con tutti i pericoli e gli imprevisti che ciò comporta. Maria e Suo Figlio sono i modelli per l’ Uomo contemporaneo, per aver percorso il cammino terreno con lo sguardo vigile alle necessità dei fratelli …” “la prudenza nella guida, l’attenzione generosa ai compagni di viaggio portano ad impegnarsi nel cammino perché : sereno sia il viaggio, il percorso sia ricco di esperienze di umanità , felice sia il ritorno” Giovanni Paolo II, pronunciò queste parole di fronte la Statua di Orte indicata come: Vergine Prudentissima, Stella lucente, Guida sicura:“ … possa la Vergine illuminare il cammino e rendere sicura la strada della vita di ogni uomo … “ Rileggiamo adesso alcune delle parole di saluto che Mons Vescovo Divo Zadi indirizzò al Pontefice in quella occasione: “ … Beatissimo Padre, questo nostro appuntamento di oggi ha un grande significato sociale e religioso…..veniamo da situazioni e da ambienti diversi, … ci unisce la fede in Dio e tanta fiducia nell’umanità … “ “ … Questa assemblea ha i riflessi della grande Famiglia alla quale provvidenzialmente il Signore Vi ha posto a Guida … “ “ … Vi siamo riconoscenti per una presenza che ci incoraggia tanto … “ “ … Santo Padre benedite il nostro personale cammino, i nostri progetti, il nostro lavoro … ” Un ultimo ricordo su Papa Voityla. Antonino Zichichi, fisico nucleare di fama mondiale, ordinario di fisica superiore all’Università di Bologna, in una delle sue numerose pubblicazioni, racconta che, a un giornalista che gli chiedeva perché credesse in Dio, rispose, per tre motivi: Galileo Galilei, la Scienza e Giovanni Paolo II. Per quanto attiene il terzo motivo lo scienziato chiariva che: “ … il terzo motivo riguarda i fatti della vita quotidiana e la cronaca che diventa Storia con una Chiesa che sa dare al mondo, quale successore di Pietro, l’unico grande filosofo morale dei nostri tempi …” “ … Tempi in cui le previsioni erano che la potenza militare ed ideologica dell’URSS continuasse a dominare l’Europa per almeno mille anni ancora. E invece nel cuore dell’impero sovietico, la cui religione è l’ateismo di Stato, è nata la Chiesa del silenzio che ha fatto crollare il muro di Berlino mille anni prima del previsto … “ “ —- E’ difficile credere che anche questo sia frutto del caso o del nulla … ”. Il professor Petr Kapitza, scienziato scopritore della “Superfluidità ”, espulso dall’Università e ridotto a vivere senza stipendio fino alla morte di Stalin, per essersi rifiutato di dirigere il progetto H della bomba sovietica, così definiva Giovanni Paolo II, oggi Beato: “ … Luce del mondo accesasi per cacciare le tragiche tenebre del nazismo e dello stalinismo … ”. Campo de’ fiori 18 Giovanni Paolo II° il Papa di tutti Roma, sala Nervi, un mercoledì del 1981 Quando la sera del 16 ottobre 1978 si udì in piazza San Pietro il nome del nuovo Papa, uscito da un conclave di appena tre giorni, quel suono “VOITIVA” fece, per qualche istante, immaginare che i cardinali elettori, di Anna Francola avessero scelto un africano, tanta era l’attesa di un Papa straniero. E invece era un polacco che con centinaia di viaggi in ogni parte del mondo, avrebbe annunciato Cristo ai popoli di ogni nazione. Lo abbiamo conosciuto atletico, asciutto ed eretto nella persona e poi dopo l’attentato del 13 maggio 1981, ne abbiamo seguito di anno in anno la trasformazione; quasi che Dio abbia voluto imprimere in questo uomo, da Lui prescelto, l’icona della sofferenza che era stata del Figlio Suo. Ha concentrato simbolicamente nella sua persona il dolore del mondo; soprattutto per le popolazioni innocenti flagellate dalla guerra; per la pace dei popoli si è battuto senza riserve contro i potenti della terra. Nella storia Giovanni Paolo II resterà il più alto difensore dei diritti umani. Una delle invenzioni più fortunate e proficue del suo pontificato, furono le Giornate Mondiali della Gioventù. Un colpo di genio da parte di un uomo come Karol Wojtyla che, per decenni è stato vicino ai giovani della sua Cracovia, che li a spronati a trovare il senso della vita. I giovani a questi incontri hanno risposto in maniera sorprendente, i ragazzi scoprivano nel Papa un uomo che credeva in loro, che aveva fiducia in loro, li amava e scommetteva su di loro. La sua sintonia con i giovani non è diminuita con l’avanzare dell’età e lui manteneva intatta l’ ammirazione per loro, dicendo: “ I giovani sempre mi ringiovaniscono “. Non si era mai visto un Papa che parlava così . Proprio loro, i giovani quel sabato 2 aprile 2005, erano accorsi in piazza San Pietro, in massa, con candele accese, recitando rosari, pregando per il Papa che stava tornando nella Casa del Padre. Come tutti, anch’io ho amato moltissimo questo Papa, l’ho sentito subito molto vicino, sarà perché nel 1978 (l’anno della sua elezione) sono diventata mamma per la prima volta, sarà perché come lui ho una particolare devozione per la Madonna. Mi reputo una persona fortunata per aver trascorso un mercoledì mattina, nel lontano 1981, nella Sala Nervi, con mio figlio Alessandro di tre anni. Per aver corso tantissimo con lui in braccio, per potermi accaparrare un posto in prima fila vicino alle transenne, dove il Papa avrebbe fatto di li a poco il suo ingresso. Per averci parlato un po’, per avergli baciato l’ anello e soprattutto per quella foto ricordo che ritrae Giovanni Paolo II° con le mani sopra la testa di mio figlio. Nel 2007 per dimostragli la mia devozione, mi sono recata con un tour organizzato in Polonia precisamente nella sua amata Cracovia. Magnifica città con dei luoghi a lui molto cari, come l’Arcivescovado (è nominato Arcivescovo di Cracovia il 18 gennaio 1964 ) dove in ogni minima cosa si avverte la sua presenza. Durante una visita, mi hanno raccontato un aneddoto: Karol partendo per Roma, per partecipare al Conclave del 1978, aveva lasciato le ciabatte (anche un po’ logore) sotto il comodino. E sotto il letto, due scarpe nere con i lacci e due calzini: forse indossati poche ore, magari da riutilizzare prima di farli lavare. Mai e poi mai avrebbe pensato che in quella piccola camera non sarebbe più tornato. A Cracovia nella chiesa di San Francesco mi sono inginocchiata sulla panca dove Karol Wojtyla era solito recarsi ogni mattina per ascoltare la Messa e pregare, tutto ciò è stato emozionante fino all’ inverosimile. Ora dal primo maggio, per il volere della Chiesa e di tutte le persone che lo hanno amato ed hanno gridato a gran voce: “SANTO SUBITO” è salito agli onori degli Altari. Benedetto XVI non ha avuto un attimo di esitazione e la causa venne aperta immediatamente. Da quel giorno è iniziato l’iter consistente in una serie di processi canonici, volti a raccogliere documenti e testimonianze, necessari per analizzare i miracoli di Giovanni Paolo II. Campo de’ fiori T 21 ecniche di rilevamento del negativo gessato e realizzazione del positivo in gesso per il Plantare Funzionale di Root In questa edizione il CENTRO ORTOPEDICO FLAMINIO vuole illustrare l’utilizzo di un’innovativa tecnica di realizzazione di un plantare funzionale, secondo la scuola americana di Root . Lo scopo di questa tecnica è quello di fornire la riproduzione del piede che può essere ottenuta con una suoletta funzionale. Una suoletta funzionale è un plantare che controlla il movimento e la posizione del piede durante la locomozione. La suoletta ristabilisce la normale funzione consentita dai limiti fisici del paziente. Un piede normale prona al contatto del calcagno al suolo, adattandosi perfettamente alle variazioni del terreno e alle posizioni del corpo, dopodiché , durante la fase di spinta, il piede supina per diventare come una leva rigida che sia stabile e tale da sopportare il peso senza tremolii di alcun genere. Il plantare dovrebbe agire sul calcagno in modo da creare una normale pronazione dell'articolazione Sottoastragalica e la supinazone durante la deambulazione. Dovrebbe inoltre agire sull'avampiede in modo da dare luogo a una posizione completamente prona (bloccata) dell'articolazione mediotarsale nella seconda parte dell’appoggio del piede durante il passo. Oltre a permettere un movimento "normale" del piede, il plantare dovrebbe prevenire: l. Il movimento eccessivo del piede. 2. L'errata direzione del movimento del piede in ogni fase del passo. 1 POSIZIONE DEL PAZIENTE Durante il casting il paziente dovrebbe stare in una posizione comoda e rilassata e tenere il piede rilassato senza assumere posizioni particolari. Dovrebbe stare seduto in posizione sufficientemente inclinata per ottenerne il massimo rilassamento. In caso di irrigidimento di qualche muscolo, reclinare il paziente completamente. 2 POSIZIONE DELLA GAMBA Il ginocchio viene esteso ed il piede portato in un piano sagittale ruotando la gamba. Controllo del soggetto in posizione rilassata 4 POSIZIONARE IL PIEDE IN NEUTRA • Portare il piede in estensione fino ad incontrare resistenza • Portare in “neutra” l’articolazione Sottoastragalica • Bloccare la mediotarsica a fine corsa pronatoria • “Sospendere” il piede allineando il 5°dito al Metatarsale • Controllare che non sia né addotto né abdotto posizione neutra né spinata né pronata Grazie all’utilizzo di questa metodica è possibile portare l’Articolazione Sotto Aastragalica in stato di quiete, anche nei piedi con funzionalità anomala. 3 Controllo del soggetto in posizione corretta 5 CONTROLLO DEI MOVIMENTI DI PRONO-SUPINAZIONE Completa pronazione Completa supinazione ESECUZIONE DEL CALCO IN GESSO Benda gessata in 2 o 3 strati Avvolgimento e modellatura Posizionamento del piede in “neutra” 6 STILIZZAZIONE DEL POSITIVO Piantare un chiodino al centro della testa del 1°e del 5°metatarsale, di cui sul 5°a quota 0 e sul 1°che sporga fino a far raggiungere la “posizione neutra”al retropiede.(fig.1). Costruire il “tacco” anteriore (fig.2) sul piano ottenuto e disegnare la “zona” di espansione. Applicare pasta di gesso colorato sulla zona di espansione e raccordare perfettamente con il “tacco” anteriore. Procedere alla termoformatura del plantare in carbonio. (fig.4) Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 Dott. Daniele Cervoni Laureato in Tecniche Ortopediche Per maggiori informazioni o appuntamenti: Centro Ortopedico Flaminio Tel. 0761.517744 Cell. 339.1816523 22 Campo de’ fiori UN BEL GESTO DI VITA CITTADINA Restaurata una delle tante edicole votive del centro storico di Civita Castellana: la Madonna con Bambino in Via Garibaldi di Bruno Fontana, M.Grazia Gradassai e Vincenzo Dobboloni L’edicola prima del restauro Da dx: il sindaco Angelelli, don Maurizio e Maria Grazia Gradassai va un eviFinalmente è stato portato a terdente stato mine un bellissimo progetto di di degrado, restauro nel cuore del centro stospecialCartolina ricordo con l’effigie restaurata rico di Civita Castellana, al quale m e n t e numerose persone, volenterose, nella parte inferiore, ma lasciava intravedesi sono dedicate con passione e sacrificio: re comunque il segno inciso sulla superficie una edicola votiva, raffigurante una che contornava tutta la corporatura, chiaMadonna con Bambino fra le braccia. mato ‘sinopia’. Le uniche parti visibili erano L’immagine, che fino a prima del restauro il volto del Bambino e parte del volto della era poco visibile, poiché rovinata dal Madonna, i capelli, il velo, e tutto lo sfontempo, dallo smog e dal fumo dei lumi votido. Dopo varie puliture, impacchi ed opevi, che era il popolo era uso accendere alla razioni di recupero e consolidamento della Madonna, risale al XVII secolo e si trova superficie, operazioni con non poche diffiproprio sopra l’arcata di un portone d’incoltà poiché la sporcizia e l’ossidazione gresso al civico 4 di Via Garibaldi. erano assai penetrate all’interno dannegL’iniziativa, nata dai commercianti, dagli giando il dipinto, sono passata alla stuccaartigiani e dagli abitanti del luogo, è partita tura e alla ricostruzione pittorica , seguennel novembre del 2010, quando è stato do il segno della sinopia, con la tecnica a chiesto un sopralluogo alla dottoressa tratteggio e a velature in più passaggi. Le Marina Moscetti di Roma, esperta del settotinte cromatiche utilizzate per la superficie re, visti i suoi restauri degli affreschi di ricostruita corrispondono esattamente ai Giulio Romano a Palazzo Cenci Maccarani e colori originali riscoperti dopo la pulizia, degli affreschi delle lunette al Chiostro della come impone la legge in materia di restauCamera dei Deputati, ecc. La dottoressa ha ro pittorico. Il tutto è stato protetto da confermato la fattibilità del restauro, indiparaloid”. Queste le parole della dottoressa cando la procedura da seguire. Non appena Marina Moschetti, che si è occupata persoavuta l’autorizzazione dalla Soprintendenza nalmente del restauro. per i Beni Storici Artistici del Lazio, nel febL’inaugurazione ha avuto luogo sabato 7 braio del 2011, sono partiti i lavori, tra la maggio alle 17.30, in concomitanza con la curiosità , l’entusiasmo ed anche lo scetticiFesta della Mamma. Don Maurizio, parroco smo di molti, che ritenevano l’affresco irredella Cattedrale, ha benedetto la sacra efficuperabile. Nel frattempo sono state raccolge alla presenza del Sindaco, Gianluca te numerose offerte necessarie per portare Angelelli, dalle Autorità e di un folta folla a termine il restauro. convenuta, omaggiata di una cartolina “ L’affresco è databile fine ‘600, non si può ricordo dell’evento, con una preghiera del risalire precisamente all’artista che l’ha reaBeato Giovanni Paolo II. lizzato, ma si tratterebbe senz’altro di una L’iniziativa ha voluto soprattutto valorizzare mano abituata al mestiere di ‘madonnaro’; un’opera di pregio, contribuendo ad arricgli stessi lineamenti del Bambino si notano chire il patrimonio artistico della nostro nei visi dei puttini dipinti dagli artisti centro storico e volendo riinfondere quel Tempesta e Cavalier D’Arpino, negli affrereligioso rispetto verso una sacra immagischi che ho restaurato precedentemente a ne. Molti anziani, infatti, ricordano l’imporPalazzo Peretti (attuale Palazzo Belei, ndr) tanza di tale Madonna durante la loro fanqui a Civita Castellana. L’affresco presenta- La dott.ssa Marina Moscetti, fra Giuliana Valeri e Bruno Fantana ciullezza: a volte era meta di preghiere e accensioni di candele in segno di devozione; in seguito è stata illuminata con una luce votiva e arricchita di un ex voto Per Grazia Ricevuta, che è stato rimosso durante il restauro e conservato in altro luogo. L’augurio è che possano essere riportate alla luce queste preziose testimonianze del passato, anche grazie alla sensibilità ed all’amor civico di importanti artisti locali. Un ringraziamento a quanti si sono adoperati per realizzare questo progetto. Organizzazione logistica e interventi: Architetto Pietro Belei, Sig. Bruno Fontana, Studio d’Arte Bell’ornato di M. Grazia Gradassai, Studio d’Arte Mastro Cencio di Vincenzo Dobboloni, Edilizia Giorgio Innocenzi, Rotary Club Flaminia Romana, Tecnoelettra. Collaborazioni: il Comune ed i cittadini; Rotary Club Flaminia Romana; Banca di Credito Cooperativo di Roma Ag.108 C.Castellana; Lions Club C.Castellana-Faleri Veteres; il Centro Sociale Anziani di P.za Matteotti; C.C.N.- Centro Commerciale Naturale; i commercianti e gli artigiani di Via G.Garibaldi, di Piazza Matteotti e di Piazza Duomo, di Largo Cavour, di Via del Forte, di Via del Governo Vecchio; la Cattedrale e le Parrocchie del centro storico, la Chiesa di S. Lorenzo, il Gruppo Scout “Il Branco”. Campo de’ fiori ha dimostrato sensibilità verso il restauro di queste opere popolari già dai primi numeri, quando ne sottolineava l’importanza in seno ad una rubrica curata da Sandro Anselmi e successivamente dal Prof. Enea Cisbani, titolata “le edicole votive”. Campo de’ fiori 23 Sette compagnie provenienti da tutta Italia si sono spartite gli ambiti premi V° RASSEGNA NAZIONALE “ARCO D’ORO” Vince la Compagnia Stabile del Leonardo di Treviso. Campo de’ fiori assegna il Premio speciale della Stampa al gruppo Nautilus di Vicenza Sabato 16 Aprile si è conclusa a Fabrica di Roma (VT), con la serata dedicata alle premiazioni, la V° edizione del Premio “Arco d’Oro”: rassegna nazionale di teatro organizzata dall’Assessorato alla cultura e dalla Pro- Loco della cittadina viterbese. Al Teatro Palarte, dove si sono esibite per ben sette domeniche le altrettante compagnie giunte da ogni parte d’Italia e selezionate tra le oltre settantacinque iscritte, si sono ritrovati, i registi, gli attori ed i responsabili di ognuna di esse, pronti a ritirare i meritatissimi premi assegnati dalla giuria. La serata condotta dal bravissimo Claudio Ricci coadiuvato dal Direttore Artistico Carlo Ciaffardini, coppia ormai collaudata da anni, è stato un vero e proprio spettacolo. Alle nomination, corredate di brevissimi spot, con le quali di volta in volta si è giunti a decretare i rispettivi vincitori dei premi messi in palio, si sono alternate le performance di alcuni bravissimi artisti locali: i cantanti Dario Guidi ed Ileana Baldassi, le ballerine della scuola di danza diretta da Giada Pancianeschi ed il Coro Polifonico “Abbondio Antonelli”. Ma entriamo nel vivo delle premiazioni. Il premio per il miglior allestimento è andato alla Compagnia Teatro Club di Torre del Greco con “Sabato Domenica e Lunedì ” di Eduardo De Filippo, che grazie alla regia di Gino Roma ed alle interpretazioni di Renato Roma e Susy Piezzo, si è aggiudicata anche il premio al 2° classificato e soprattutto il Premio Gradimento del Pubblico con un fantastico punteggio di 9,52. La bravissima e bellissima Elisa Balzarini ha vinto il premio per l’attrice non protagonista in “Cena di famiglia (cognate)” di Eric Assous, messo in scena dalla Compagnia Nautilus di Vicenza. Questa giovane compagnia veneta ha vinto, tra l’atro, un altro ambitissimo riconoscimento, il Premio Speciale della Stampa, offerto, anche quest’anno, dalla nostra rivista, che si dimostra così sempre più vicina alle manifestazioni culturali della zona. “Cena di famiglia” è stata, con tutta probabilità , la commedia più divertente portata sul palco del Palarte in questo quinto anno di rassegna. Grande vivacità e dinamicità , scaturite dalla complicità che gli attori hanno saputo creare tra loro, hanno caratterizzato lo spettacolo, tenendo, in tal modo, Carlo Ciaffardini (terzo da sx), direttore artistico del Palarte, Ermelinda Benedetti (quinta da sx), caporedattrice della rivista Campo de’ fiori e Claudio Ricci (ultimo da sx), presentatore ufficiale della rassegna, insieme ad alcuni degli attori della Compagnia Nautilus di Vicenza, che ha ricevuto il premio speciale della stampa, offerto da questa testata, per la commedia “Cena di famiglia (cognate)”. sempre alta l’attenzione del pubblico. Il premio per l’attore non protagonista (sarebbe meglio dire co-protagonista) è andato a Federico Finocchiaro che ha magnificamente interpretato la parte di “Oscar” ne’ “La strana coppia” di Neil Simon, allestita dalla Compagnia “Daniele Leone” di Imperia. Il Premio Speciale della Giuria se lo è aggiudicato la Compagnia Laltroteatro di Gravina per un originale ed apprezzato “Io, l’erede” di Eduardo. La migliore Regia è andata al bravissimo Claudio Pesaresi, già vincitore a Fabrica lo scorso hanno con il “Cyrano”. Questa volta ha vinto dirigendo una splendida “Mandragola”. Emozionatissima nel ritirare il premio di Migliore Attrice per l’interpretazione di Maggy in “La gatta sul tetto che scotta” una bravissima Caterina Boschi della compagnia “I giardini dell’arte”, compagnia fiorentina che con questo lavoro si aggiudica anche il 3° posto. Grande interpretazione per Giovanni Handjaras nell’”Enrico IV” di Pirandello che gli vale il Premio Miglior Attore e che probabilmente insieme agli altri interpreti è stato determinante per l’assegnazione dell’ “Arco d’Oro” 2011 come Miglior Spettacolo. Un emozionato Maurizio Damian , Direttore della compagnia Stabile del Leonardo di Treviso, ha ricevuto dalle mani del Sindaco Giuseppe Palmegiani l’opera del pittore Ferdinando Sciarrini, raffigurante l’Arco di Giove della città falisca di Faleri Novi. La serata è proseguita con una elegante e vivacissima Cena di Gala presso l’Hotel Aldero, la quale ha coronato una riuscita rassegna che può vantare un pubblico veramente numeroso. E’ proprio il tutto esaurito, che quasi ogni domenica si registra, nel pur capiente teatro Palarte (430 posti), a fare della Rassegna Arco d’Oro di Fabrica di Roma una delle più belle rassegne del panorama amatoriale italiano. Si prosegue, così , verso il prossimo anno. Ermelinda Benedetti Campo de’ fiori 24 La Chiesa è inquietata Il dramma di Orvieto ci riguarda tutti Papa Ratzinger – vorremmo crederlo – a malincuore, ha dovuto chiedere le del dimissioni Vesscovo di Orvieto-Todi, Mons. Scanavino. Motivo dell’imposizione: la diocesi, da troppo tempo (almeno tre anni, dicono i bene di Secondiano Zeroli informati) era fuori controllo, avendo il vescovo l’abitudine di portare nel proprio “ovile”, quei diaconi che in altre diocesi erano stati – per vari motivi – allontanati. Mons. Scanavino, come ha ricordato recentemente in una appassionata omelia, tenuta nella Basilica di Santa Cristina, a Bolsena, è stato molto franco con il Santo Padre. Gli ha detto che il vescovo oltre ad essere un pastore di anime, è anche un medico. Ora i medici sono di due tipi: quelli della mutua, che corrono nelle loro case, quando vengono chiamati dai malati, ed i chirurghi, quelli cioè che “strappano” il male dal corpo dei pazienti, per restituirgli la salute. Mons. Scanavino, ha detto al Papa di appartenere al primo tipo di medici e di non essere perciò in grado di togliere il male che alligna nelle varie parrocchie della Diocesi. E’ per questo motivo che le sue dimissioni, pur se forzate, sono state rassegnate in maniera serena e prive di ogni ombra di polemica. E’ in dubbio, comunque, che la vicenda del diacono LUCA SEIDITA, già allontanato da due Diocesi, ed accolto a braccia aperte da Mons. Scanavino, è risultata essere la classica goccia che ha fatto tracimare il pentolone dei sussurri e delle dicerie, che alimentano, da tanto tempo, la vita all’interno della Diocesi. Il diacono Seidita, che avrebbe dovuto essere ordinato sacerdote il 7 Dicembre 2010, dopo il terzo rifiuto, Il diacono Luca Seidita, suicidatosi ad Orvieto il 7 Dicembre 2010, dopo il terzo rifiuto da parte della Chiesa di Roma per la sua ordinazione sacerdotale comminatogli dalla Chiesa di Roma, è volato giù dalla rupe di Orvieto, la sera del 30 Novembre; un suicidio terribile ed inammissibile per ciò in cui credeva. Certo che, se vogliamo allargare il raggio della nostra riflessione, l’episodio non può considerarsi un fatto isolato. In soli tre mesi, infatti, ben quattro sacerdoti si sono tolti la vita: don Sergio Recanati si è gettato sotto un treno in provincia di Bergamo; don Franco Galizia si è lasciato cadere dal decimo piano a Plasmo, quando era in casa di amici; don Franco Rossi si è impiccato a Viareggio l’ultimo giorno di Carnevale, don Matteo Diletti, trovato il 7 Marzo in fondo ad un dirupo, dove, molto probabilmente, si era volontariamente gettato. Ora non sta certamente a noi giudicare, ma questi suicidi di uomini della Chiesa non sono un buon segno per il nostro Paese. Anche le dimissioni forzate di Mons. Scanavino, pur se dal valore molto diverso, non lo sono affatto. Più che le belle notizie di una Italia, che si ritrova compatta, a 150 anni dalla sua nascita, sono questi i segnali negativi che non ci lasciano tranquilli, ma che anzi ci inquietano e ci informano d’un profondo stato di disagio in chi dovrebbe indicarci una Meta superiore. Il diacono Seidita, prima di togliersi la vita, ha lasciato scritto nel suo computer: “Sono fragile, ma ditemi che cosa ho fatto? Ditemi perché ?”. Sono domande senza risposta, ma tutti noi dovremmo tentare di capirci qualcosa. Non rimaniamo per sempre ancorati alla “fazione pro-Berlusconi” o a quella “contro-Berlusconi”. Decidiamoci una volta per tutte ad alzare lo sguardo ed a riflettere su queste e su tante altre cose, certamente più nobili e Campo de’ fiori 25 Come eravamo CERASE, VISCIOLI E CERASOLI MARINI Il periodo è sempre questo, primavera inoltrata. Ci lasciamo alle spalle, aranci, mandarini e gli altri frutti invernali ed ecco che insieme alle fave dell’orto (i scafi), arrivano le ciliegie, o meglio per dirla di Alessandro Soli in gergo “ ‘e cerase”. Ormai la cosiddetta globalizzazione fa si che queste “primizie” non possono più considerarsi tali, perché le importazioni, anche da paesi lontanissimi, grazie ai velocissimi mezzi di trasporto, e alla capillare distribuzione, le fanno arrivare direttamente sulla nostra tavola. Tutte perfette, lucide, taglio unico, bellissime a vedersi, perché il mercato vuole così , col prezzo che penalizza però , come sempre, i meno abbienti. E allora come dermi il gusto e il sapore dell’avventura. non ricordare le scorpacciate che si faceParenti stretti delle cerase, sono i “visciovano delle “cerase”, li” con il loro sapore acre, subliArrampicati quando arrampicati mi ed unici quando diventano sull’albero cercavamo confetture e marmellate per la sull’albero di raccoglierne il più famosissima crostata (‘a crostacercavamo di possibile, strappandota co’ ‘a marmellata de’ visciole). raccoglierne il Purtroppo questo è un frutto in le dai rami, sbilanciandoci, in continuo rischio cadute. più possibile, via di estinzione, le sue piante, Personalmente ricordo strappandole una volta presenti in ogni vigna quelle che raccoglievo nel tra un filare di vite e un albero di dai rami, giardino (‘o scuperto) dietro “melluzzole”(piccole mele verdi alla trattoria di nonno Giano sbilanciandoci, acerbe), oggi si vedono raraqui a Civita Castellana, in mente, oggi non fanno più in continuo via della Repubblica. mercato, e nello stesso Potevo ritenermi fortunato, rischio cadute! tempo privano coloro che perché ce l’avevo in casa, e non le conoscono di sapori non facevo fatica per averantichi e genuini. le, mentre gli altri bambini del quartiere, Ancora più rari, forse scomparsi, sono “i rischiavano di tutto di più, perché dovevacerasoli marini”, ciliegie selvatiche che creno andare nei campi (degli altri) a “trafuscevano ai lati dei fossi, in genere tra gole garle”, sempre pronti alla fuga, inseguiti profonde, meno nobili delle cerase o delle dall’imbestialito proprietario armato di visciole, ma tanto ambiti da noi piccoli bastone. Eppure se devo essere sincero, a “guerrieri”. Non avevano un gran sapore, volte li ho invidiati, perché sapevo di perma nel nostro immaginario rappresentava- no il nutrimento che la natura incontaminata delle forre civitoniche, ci offriva. Già , la natura incontaminata, quella che ci consentiva di bere, prendendola tra le mani, l’acque corrente “d’o fosso”. Voglio ritornare un attimo alle cerase; forse ancor oggi è rimasta un’immagine, o meglio un rito, che si perpetua nel tempo e che vorrei tanto ripetere con i miei nipotini (che sicuramente conoscono, per fortuna), cioè quello di appendere agli orecchi una coppia di ciliegie, quasi fossero gioielli pendenti, simbolo antico di una natura eterna. E se vengono dall’oriente o dal Sudamerica, non fa niente, perché l’emozione che si prova è sempre la stessa! “ “ Protegge i tuoi valori Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25 01033 Civita Castellana (VT) Tel.0761.599444 Fax 0761.599369 [email protected] 26 Campo de’ fiori Maria AdeleTuia , campionessa italiana delle due ruote La ventottenne civitonica appartiene alla categoria Master Woman Sport 1, con la squadra Drake Bike Newsport di Cisterna di Latina ed ha già conquistato numerosi titoli “Drin drin, drin drin, mountain mountain mountain bike…” è il ritornello di una canzone dello “Zecchino d’oro”, di qualche anno fa, caro alla mia infanzia. Ma, in fondo, la bicicletta è uno dei giochi che più ci ha fatto crescere. Scorrazzare con i “ruotini” era una passeggiata, difficile diventava, invece, toglierli e mantenersi in equilibrio su quelle due ruote sottili. Mamma o papà ci tenevano stretto il sellino da dietro, per il tratto iniziale, poi ci lasciavano proseguire dopo aver preso un po’ di slancio, ma le inevitabili cadute non mancavano. Ed ecco, era sicura una sbucciatura al ginocchio o ai gomiti, solitamente scoperti,perchè è d’estate che si faceva “scuoal guida”. Così , più o meno, abbiamo imparato tutti. C’è poi, però , chi dell’andare semplicemente in bici, per gioco, ne ha fatto una vera passione, uno sport. E’ il caso di una giovane di Civita Castellana, Maria Adele Tuia, che da quattro anni si è specializzata nel ciclo cross corsa in Mountain Bike. E’ stato il fidanzato, Fabio Scorcella, da sempre appassionato di questo disciplina sportiva, a spingerla a seguirlo e correre in bicicletta; dopo la morte prematura della mamma, è diventato, per lei, una vera val- vola di sfogo. Attualmente appartiene alla categoria Master Woman Sport 1, con la squadra Drake Bike Newsport di Cisterna di Latina ed ha già conquistato numerosi titoli. Tra i più recenti ed importanti, la vittoria ai Campionati italiani di cross country nel luglio 2010, a Torre Canavese, in provincia di Torino, e il primo posto ai campionati italiani per il ciclo cross il 6 gennaio 2011, con la squadra Scott Newsport di Roma, interamente dedicato alla mamma. Ma Maria Adele è impegnata quasi tutte le domeniche in gare più o meno difficoltose, nelle quali, però , riesce a posizionarsi quasi sempre sul podio. Tra le ultime, il campionato italiano maraton, che si è tenuto il primo maggio 2011, dove è riuscita a strappare un ottimo terzo posto, considerando gli oltre millecinquecento partecipanti! Pur non essendosi avvicinata a questo sport fin da piccola, l’atleta ventottenne ha dimostrato ottime qualità fisiche per poter raggiungere tali risultati. Seguendo le tabelle settimanali che il suo preparatore le assegna di volta in volta, si allena dalle quindici alle diciotto ore settimanali, correndo anche su strada, dove è facile incontrarla e riconoscerla, essendo una delle poche ragazze delle nostre zone a praticare questo sport. Un ringraziamento particolare da parte di Maria Adele, che tra l’altro si sta laureando in scienze infermieristiche,va al capitano della sua squadra, Massimo Folcarelli, con il quale sta condividendo molti dei suoi successi. Forza Maria Adele, tanti percorsi ed ostacoli da affrontare ancora ti aspettano! Ermelinda Benedetti 28 Campo de’ fiori Associazione Artistica Ivna Riccardo Grattarola, visionario dello “SCATTO” Impegnato su più fronti il nostro Riccardo. Fotografo per passione, il quale intende la fotografia come uno spaccato di realtà ed un modo inestimabile di fissare le emozioni nell’animo del visionario di turno. Immagini quindi sospese nel tempo e dal tempo allontanate, quasi come a creare nuovi mondi, piccoli anfratti celesti nei quali far esplodere la propria creatività . Le sue foto colgono la realtà oggettiva, lasciando l’interpretazione a chi vede e a chi sente quel trasporto necessario per poter beneficiare e quindi fruire dell’arte. Istanti rubati, momenti fuori dal tempo, che ricalcano in vero il suo modo di esprimersi anche e soprattutto con l’ausilio del suo modo di porsi e di comunicare attraverso la sua passione. Intenso il suo lavoro, fatto di scatti isolati, forse nemmeno pensati, lontani anni luce dall’usuale e concentrati nel ricalcare la realtà oggetto, sotto forme comuni e sotto la spinta di una emotività coinvolgente. La fotografia abbinata al cinema ricopre un interesse consistente per le sue aspirazioni. Ha alle spalle anche esperienze cinematografiche come fotografo di scena. Laureato presso lo I.E.D, Istituto Europeo di Design. Sin da piccolo è stato attratto dall’immagine; dice di vivere le immagini stesse, come un’ intensa emozione. E’ un piacere per lui ricordare emozioni pensando per immagini. Durante i suoi viaggi ha potuto sviluppare il suo stile, quello della fotografia territoriale, che non si concentra sulle persone che abitano i luoghi, ma piuttosto sugli oggetti del territorio stesso. Ecco che tutto quindi diviene oggetto. Esponenti eccelsi di questa forma fotografica sono i coniugi Becker. La caratteristica principale di tale fotografia è porre la macchina parallela al terreno, scattare la foto senza filtri ne fronzoli, dando modo alla pellicola di fissare la realtà oggetto. In Italia abbiamo un altro fotografo esponente di questa tecnica, Luigi Ghirri. Adora Riccardo anche la fotografia detta concettuale che ha l’intento di esprimere un concetto dal nulla e la foto diviene un documento di qualcosa che si crea al momento. Un suo lavoro si intitola “ SLOW REVOLUTION “ e rappresenta una rivolu- zione naturale. Egli con una serie di scatti, vuole evidenziare come la natura sovverte la cultura. Si parte da una scuola, teatro della cultura, che viene riempita di terra, in seguito cresce l’erba e alla fine la natura prevale sulla cultura e sull’uomo. Le espressioni usate testimoniano l’impegno che questo artista mette nelle sue opere. Anch’ egli è da annoverare fra i visionari, fra coloro che fanno delle emozioni “lo scatto ancora da provare”. Alfredo Mercutello Campo de’ fiori 29 Oltre Google … Seconda parte. Le biblioteche digitali e l’accesso libero ai testi online Continuiamo la indagine nostra sugli strumenti utili per ricercare in modo quanto più mirato possibile l’informazione pertinente per noi. Parliamo di biblioteche digitali. di Patrizia Caprioli Questi siti si occupano di libri, ma non solo, infatti possono dare accesso anche a documenti, video ed immagini. Si comportano come vere e proprie biblioteche, infatti quelle che vi indicherò vi lasceranno navigare tra i loro testi gratuitamente e semplicemente seguendo un paio di click! Incominciamo con un prodotto tutto italiano, fatto da esperti della rete italiani e con materiali in maggior parte tratti da autori italiani, stiamo parlano della Biblioteca Progetto Manunzio (http://www.liberliber.it/biblioteca/ ), qui potete accedere a centinaia di testi dei maggiori scrittori italiani e stranieri, scaricare l’opera sul vostro computer oppure sul vostro Ipad o Iphone. L’Audioteca presente in questo sito da accesso ad Opere Musicali ed a Libri Audio. Un altro sito molto simile al Progetto Manunzio è quello del Progetto Gutenberg (http://www.gutenberg.org/browse/languages/it ), solo che quest’ultimo è ricco di autori stranieri e le opere sono in varie lingue. Ma anche qui troverete testi da scaricare su i vostri dispositivi celluari. Nel sito Scrittori d’Italia Laterza (http://www.bibliotecaitaliana.it/exist/Scri ttoriItalia//index.xml?l=it ) troverete 179 opere, per un totale di 125.171 immagini. Questo sito vi può aiutare nelle ricerche che vengono fatte su autori classici italia- ni, troverete opere da Dante Alghieri ad Alessandro Manzoni, e tutto scaricabile gratuitamente. Passiamo ora a parlare di una Biblioteca Digitale che si sta formando con tutti i testi, le immagini e le risorse provenienti da tutti i paesi dell’Europa: Europeana (http://www.europeana.eu/portal/ ), progetto finanziato dall’Unione Europea, in realtà può essere visto come un enorme contenitore di immagini, testi, suoni e dati provenienti da archivi, biblioteche e istituti culturali dei paesi che fanno parte dell’Unione. Tradotto in tutte le lingue europee, per accedere al sito in lingua italiana basta scegliere la nostra lingua dal menu a tendina Choose a language. Se invece vi và di fare una capatina tra la letteratura francese, in lingua strettamente francese consiglio vivamente la Biblioteca Digitale Gallica (http://gallica.bnf.fr/ ), la particolarità di questo sito sta tutta nel fatto che è possibile accedere anche a manoscritti antichi risalenti a varie epoche post ed ante Medioevo. E per terminare questa breve panoramica sull’accesso ai tesi in rete non ci resta che citare Google Books (http://books.google.it/); e sebbene abbiamo ribadito che non tutto è su Google, possiamo però sottolineare il fatto che esso ha iniziato e continua a mandare avanti un grande progetto di digitalizzazione di testi provenienti da tutto il mondo. Molte opere però sono visualizzabili solo in piccole percentuali dato che gli Editori si sono presto ribellati a questo accesso sfrenato e senza pagamento di diritti d’autore intrapreso dal grande colosso dell’Informazione, ma se cercate un testo un po’ vecchiotto sicuramente Google Books l’avrà tra i suoi volumi. La prossima volta tratteremo dell’accesso alle informazioni, di qualsiasi tipologia o pertinenza. Informazioni per il cittadino, gli studenti, gli anziani, i professionisti. Segnaleremo dei veri e propri percorsi che ci aiuteranno a districarci nella Giungla dell’Informazione Online. L’ANGOLO DEL PROF.A cura di Patrizia Caprioli Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire come supporto didattico per gli insegnanti interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli studenti. Grammatica Italiana.eu: http://www.grammaticaitaliana.eu/ Sito dedicato alla grammatica italiana, con regole, ortografia, morfologia, figure retoriche, sintassi e tecniche narrative messe in primo piano da due autori Roberta Volpi ed Andrea Mucciolo, che da anni si occupano in Rete di Editoria emergente e non solo. Inoltre vi è la possibilità di scrivere alla redazione per chiedere informazioni grammaticali, in caso abbiate dubbi di qualsiasi genere. Campo de’ fiori 30 “Il Fumetto” LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA DOROHEDORO di Q Hayashida edito da Panini Comics – 14 volumi, in corso I Cayman non ntrigante e affascinante. ricorda nulla Hole è una del suo passato! città usata dagli Ma tra momenti di stregoni per allenarsi nelle pathos e arti magiche comicità la sua usando come storia giungerà cavie gli umani. Tra questi c’è alla fine Cayman, protadi gonista della Daniele Vessella storia. Questo anomalo personaggio ha una forte amnesia, non ricorda nulla del proprio passato. Sa solo di essere immune alla magia e che dentro di sé vive un’altra persona che sta cercando un particolare stregone. Cayman, convinto che questo sia la chiave per risolvere i suoi problemi, dà la caccia agli esseri dotati di magia, uccidendo chi non fa al caso suo. Lo stile sporco e visionario ben si adatta alla trama che vuol far emergere la decadenza di Hole e lo strano mondo degli stregoni, caratterizzati magnificamente dalle loro maschere. La narrazione alterna momenti di pathos, dovuti soprattutto alle visioni di Cayman, a momenti di comicità per bilanciare la storia. Man mano che si prosegue con la lettura si scopre il passato dei personaggi e le loro motivazioni, mai banali. In sostanza, è un fumetto che con dignità risulta interessante e si differenzia dalla massa. Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/ Martedì e Mercoledì: antipasto, pizza e birra, 11 € Campo de’ fiori 31 La rubrica dei cognomi I cinque Cognomi C di Arnaldo Ricci [email protected] ome appare nella lista, il cognome più diffuso a Fabrica di Roma è Anselmi. Adesso vediamo la diffusione e la dislocazione a livello nazionale. Anselmi: (presente in 838 comu- più diffusi a Fabrica di Roma Tali cognomi in ordine di diffusione sono i seguenti: 1° Anselmi 2° Alessi 3° Cencelli 4° Francola 5° Testa ni d’Italia) come si nota nella lista di cui sopra, questo cognome è il primo di Fabrica in termini di presenze; esso, molto probabilmente, ha le sue origini in Lombardia dove è maggiormente diffuso nella zona di Milano. Nell’ Italia centrale è abbastanza diffuso ma in quella del nord vi sono più presenze. Al sud e nelle isole è scarsamente presente. In Basilicata è addirittura inesistente. presente; in Molise e Basilicata è praticamente inesistente. Alessi: (presente in 825 comuni d’ Italia) Questo cognome, molto probabilmente ha origini dalla zona di Milano come Anselmi. Esso è mediamente diffuso su tutta l’Italia centro - settentrionale, mentre dal Lazio in giù è poco diffuso, tranne che In Sicilia, dove invece è abbastanza presente, più o meno come nel centro Italia. In Sardegna è scarsamente Cencelli: (presente in soli 12 comuni d’Italia!) esso ha la rara caratteristica di essere praticamente inesistente in quasi tutta l’Italia. Oltre che a Fabrica, vi sono pochissime presenze ( si contano sulle dita di una mano ) a Roma e Lombardia. E’ ovvio che questo cognome trae le sue origini senza tema di essere smentiti, solo ed esclusivamente nel comune di Fabrica di Roma. Le pochissime presenze a Roma ed in Lombardia, provengono con molta probabilità sempre da Fabrica. Francola: (presente in soli 5 comuni d’Italia !) anche questo cognome presenta caratteristiche simili a quello precedente. Esso è con estrema sicurezza originario di Fabrica di Roma dove è fortemente presente. Nel resto d’Italia è totalmente assente, escluso Milano, dove vi è una presenza come in Sicilia ma ambedue provengono da Fabrica. Testa: (presente in ben 1768 comuni d’Italia) questo cognome (quinto di Fabrica) è massicciamente presente in tutte le regioni d’Italia con maggiore concentrazione In Lombardia, Piemonte, Lazio e Campania. La zona di origine dovrebbe essere con molta probabilità fra la Lombardia ed il Piemonte. Seguirà sul prossimo numero lo stesso studio per il comune di Corchiano Per la tua pubblicità scegli Campo de’ fiori IL NUMERO UNO 0761.513117 [email protected] Campo de’ fiori 32 Lasocietàinconflitto Quandoesploderà?E,soprattutto,chisopravviverà? Mentre gli organismi biologici sussistono per l’aggregazione delle cellule tessutali ed organimiche, gli organi sociali, per sussistere, debbono sulla organizzarsi base di adesioni individuali rispetto ad un del Prof. Massimo progetto comune… Marsicola Nella società , dunque, si costituiscono diversi organismi, destinati a confrontarsi tra loro, configgere e dissolversi. Il mezzo attraverso il quale avviene tutto questo è la cultura, l’informazione, ma anche l’ignoranza. Qualcuno si preoccuperà di meglio comprendere ciò . Presto detto. In base al livello di formazione che dipende dal livello di informazione veritativa raggiunto, si costituisce un organismo con persone di pari peso, specificità e dignità (fra colti); di pari passo si costituiscono gruppi che hanno in comune informazioni tra loro analoghe o sufficientemente omogenee (microintelligenze sociali) date, ad esempio, da una formazione tecnica o liceale e, in definitiva, trasversalmente, l’ignoranza, fondo comune a tutti; luogo metafisico dominio della barbarie. Il cibo degli organismi sociali, è l’informazione inerente il proprio campo di interesse e di esperienza comune: il circolo dei bocciofili, dei danzatori, dei politici, degli scienziati, dei filosofi… Ciascuno fa riferimento ad un gruppo di persone con le quali condivide il medesimo interesse e la medesima esperienza. E poiché la società nella quale viviamo accoglie in sé ed esibisce, campi d’esperienza diversi, ciascuno con un proprio codice e linguaggio, la nostra società è una società necessariamente in conflitto. Ora, si tratta di capire se questo conflitto è destinato ad acuirsi o a dissolversi. A rendere fecondi i rapporti interpersonali o a interromperli. In un certo qual modo, si potrebbe dire che, essendo già presenti tutti i segni della crisi, non vi è necessità che se ne aggiungano altri per prevedere che esploderà . Semmai, si tratta di capire quando esploderà . Ma ancor di più interesserà capire se sono già stati disegnati i tratti di coloro che alla crisi riusciranno a sopravvivere. In altre parole. E’ stato elaborato un codice nuovo, che, se osservato, eviterà , alle generazioni future, di ripetere gli errori che sin qui sono stati commessi? Serve un codice, un codice universale, perché a quanto pare, la storia, insegna troppo poco; e soltanto a troppo poche persone. Il codice nuovo esiste. Il codice nuovo Si tratta di esiste. metterlo a disposizione dei Si tratta di più. Cosa che metterlo a sembra la più disposizione dei difficile da realizzare. Non si più. capisce bene se tale difficoltà è dovuta ad un controllo sistematico di ciò che viene divulgato con qualunque mezzo, o se l’ignoranza, da sola, può bastare a mettere il bavaglio o la sordina specialmente alle cose importanti, quelle che ti cambiano la vita. Per il momento ci impegniamo sul fronte dell’educazione che ci sollecita non poco dal momento che trattasi ormai di emergenza. L’educazione dei giovani, certo. Ma anche degli adulti. E non basta la cosiddetta ‘educazione permanente’. Noi pensiamo che l’educazione costituisca la nuova frontiera dello sviluppo. Sviluppo economico, certo. Ma anche sviluppo morale, etico, politico, civile, sociale, culturale; in una espressione: sviluppo spirituale. Nell’era della scienza e della tecnica, alle costruzioni di tipo materiale non ha fatto riscontro una costruzione parallela di tipo spirituale. E’ arrivato il momento di porre rimedio 33 Campo de’ fiori Alessandro Petronio, medico e filosofo Nato nei primi anni del XVI secolo, a Civita Castella, lasciò numerosi scritti ai posteri Alessandro Petronio nacque a Civita Castellana, nello Stato Pontificio nei primi del 1500. Discendeva forse da Alfonso Petroni, illustre cittadino senese che nel settembre del 1492 fu chiamato da papa di Francesca Alessandro VI al Pelinga comando del Forte. Nel 1590 troviamo, sempre a Civita Castellana, un nipote di questi, il capitano Simeone Petroni, qui distaccato per ordine del Sacro Colleggio, che era, ed è ancora, l’insieme dei cardinali della Chiesa cattolica ad assolvere a due compiti principali: provvedere all’elezione del papa, realizzare riunioni collegiali quando è convocato dal papa per valutare aspetti generali o specifici del governo della Chiesa. Esso nel 1500 era formato da 65 cardinali. Nel 1534, Petronio professò giovanissimo la medicina a Padova, anche se non c’è nessun documento sicuro sulla sua attività come docente, e pubblicò il trattato “De Putridine”. Fu archiatra di Paolo IV, fu conclavista medico del Conclave consuntivo alla morte di Paolo IV. In caso di morte del Pontefice, il suo primo compito consisteva nel verificare che il Papa era realmente morto, chiamandolo tre volte con il nome di battesimo. Nel caso in cui non ricevava risposta, nè dichiarava la morte con la formula Vere Papa mortuus est. Nel 1552 dedicò al regnante Papa Giulio III un libretto in latino dal titolo “L’acqua Tiberina”, opera del tutto nuova ed insieme utile a coloro che usano tale “acqua”, in cui esaltava le proprietà benefiche dell‘Acqua Tiberina. Tale dedica a Papa Giulio III, era dovuta al fatto che il Papa nella costruzione della immensa villa Julia, lungo la via Flamina, tra il ponte Milvio e Porta del Popolo, non aveva esitato ad appropriarsi di buona parte della già scarsa acqua per Roma, acqua Vergine, il cui sotterraneo acquedotto passava e passa ancora oggi, sotto il suo ninfeo, sottraendola ai Romani. Con tale libro assolveva il Papa che seppure aveva tolto tanta acqua ai romani, in fondo non aveva fatto un gran danno. Petronio asseriva che l’acqua del Tevere, debitamente depurata, era raccomandabile ad ogni età , utile al fegato, alla milza, ai polmoni, ai nervi. Soave e limpida, di gusto ottimo, era una specie di acqua miracolosa, tanto da vedere la mano nella provvidenza nel fatto che Vitige, un generale dell’esercito ostrogoto che nel 537 assediò Roma facendo tagliare tutti gli acquedotti che portavano l’acqua alla città , risparmiasse, miracolosamente, la conduttura dell’acqua vergine. Nel 1573 scrisse “De vietu Romanorum” diviso in cinque libri nel quale dava consigli igienici ed in particolare sull’alimentazione agli abitanti di Roma in un epoca in cui l’igiene era molto scarsa. I primi capitoli trattano dell’aria e dei venti di Roma; egli fece un’ accurata indagine del suolo, con la conclusione che d’inverno la città era piena di fango, e d’estate polverosa; che era piu freddo il mattino. Venivano poi descritte le strade piu calde in rapporto all’ora e alla stagione. Veniva infatti sconsigliato di transitare in estate per la via che da Castel Sant’Angelo porta a San Pietro dalle 15 alle 20 per evitare, come diremmo oggi, un colpo di sole. Il secondo libro è quello delle acque, sosteneva che l’acqua migliore era quella piovana specie se raccolta in estate. Fra le acque medicinali godeva della sua stima l’acqua di Anticoli (Fiuggi), la definì incolore, insapore, limpida e che faceva bene a coloro che soffrivano di calcoli. Sempre nel libro secondo delle acque affermava che il vino andava dato per determinate malattie, ad esempio per sorreggere le forze del malato, e che andava bevuto durante i pasti diluito con acqua e se si eccedeva si avevano disturbi renali ed intestinali. L’azione dell’aria e del vento influiva sullo stato fisico degli uomini. Infatti, secondo Petronio, coloro che vivevano nella zona elevata del Campidoglio erano piu sani. Il terzo libro è dedicato alle cose che si mangiano. Per la frutta diceva che se se ne mangiava molta, faceva venire la febbre. Studiò i vari tipi di pesci consigliandone il modo piu adatto per la cottura . Nel quarto libro parla dei mali di Roma in rapporto al modo di vivere e al nutrimento non adatto. Interessanti sono i consigli per le donne incinte alle quali prescriveva di fare moto, specie nell’ultimo periodo di gestazione, di avere un’ alimentazione sana, fasciature non strette che sostenessero il basso ventre e, soprattutto, molta pulizia. Nel quinto libro parla di igiene fisica e le norme per una vita sana e forte, i regimi di vita per le varie età , consigli sul riposo, sul moto, sui rapporti sessuali, sui bagni, dicendo che una grande gioia può causare disturbi, così come una folle paura può causare la morte. Morì nel 1585 e fu medico e filosofo di grandissima fama, molto stimato, e pochi lo eguagliarono. 34 Campo de’ fiori Il muro di Via del Forte Lo spostamente della sede del Seminario dalla locanda della Croce Bianca al palazzo Andosilla, sconvolse gli abitanti dei vicoli del borgo civitonico del Prof. Architetto Enea Cisbani ...continua dal numero 80 ……I rapporti tra il Seminario e i gestori della locanda della “Croce Bianca”, con il passar del tempo si incrinarono sempre più, senza però giungere ad una effettiva risoluzione del problema. Nel 1848, il Vescovo Amedeo Zangari, (18481851), risolse positivamente l’annosa questione prendendo in enfiteusi il locale dell’osteria, mediante il pagamento di un gravoso canone annuo di 110 scudi. I rivolgimenti politici dovuti ai moti rivoluzionari del ’48, che interessarono anche Civita Castellana con frequenti disordini, portarono il Vescovo Zangari, nel 1849, a licenziare gli alunni e i convittori e a chiudere temporaneamente il Seminario, per poi riaprirlo nel mese di novembre del 1850. Nel 1851, succedette il Vescovo Mattia Agostino Mengacci, (1851-1872), che nel suo lungo apostolato riordinò la Diocesi di Civita Castellana, dotandola di numerose ed importanti organizzazioni ecclesiastiche. Il 2 dicembre 1853, nel palazzo Vescovile di Civita Castellana, si riunisce la Sacra Congregazione del Seminario, presieduta dal Vescovo Mattia Agostino Mengacci, e dai Canonici Giuseppe Pasquetti, Giulio de Carolis, Giovanni Bernardino Scotini, con l’economo Giovanni Cancilla, assenti l’Arciprete Domenico Caprinozzi, il Canonico Giuseppe Cantoni e, seppur invitati all’importante riunione, i deputati della municipalità . Discusse e pervenne alla decisione di prendere a canone per scudi 100 annui dall’Amministrazione dell’Ospedale, il Palazzo Andosilla in piazza di Massa, posto in un luogo sicuro ed appartato, vicino all’Episcopio e alla Cattedrale e parimenti di dare in affitto al Comune i locali del Seminario, nell’attuale piazza Matteotti, per destinarli a sede delle scuole cittadine. L’architetto Romano Frazzolini, inviato dalla Reverenda Camera Apostolica, nel gennaio del 1854 venne incaricato dalla Congregazione di predisporre il progetto di trasformazione del palazzo Andosilla da residenza nobiliare in Seminario: i servizi generali, come il refettorio e le cucine, al piano terra, i dormitori, le cappella interna e la biblioteca ai piani superiori. Venne chiusa, inoltre, con un alto muro la piazza di Massa antistante l’edificio, sul lato verso via del Forte e in corrispondenza dell’ingresso sud/est di via del Governo Vecchio, per utilizzarla come cortile con annesso giardino a servizio del Seminario. Questo, fu senza dubbio l’aspetto tecnico e progettuale più controverso dell’intera vicenda. Nell’organizzazione degli spazi seminariali, vigevano precise disposizioni tecniche e direttive emanate nel 1563 dal Concilio di Trento e tra esse, la presenza di un cortile ove i seminaristi potessero distrarsi nelle ore libere dallo studio. Le precedenti sedi non avevano questo problema: sia palazzo Soderini che l’ex convento di piazza Matteotti, dispongono di vaste aree esterne, soleggiate e ben adatte allo scopo.La decisione fu presa: la piazza fu chiusa e sul versante nord rivolto su via del Forte, era collocato l’ingresso principale al Seminario, sull’asse prospettico del portale bugnato del palazzo Andosilla. Nell’ottobre del 1854, tutto era pronto e il Seminario venne trasferito nella nuova sede. Ecco che iniziano i primi problemi. La popolazione, infatti, di via del Governo Vecchio vedendo che la via stessa era diventata praticamente un vicolo chiuso, cominciò a protestare, dapprima animosamente e poi con precise e puntuali petizioni inviate alla Municipalità e successivamente alla Camera Apostolica per chiedere di abbattere il muro e ripristinare la viabilità originaria, adducendo anche plausibili motivi di ordine igienico e sanitario. Nel febbraio del 1857, il contestato muro divenne oggetto di una causa giudiziaria presso il Tribunale Ecclesiastico di Roma, tra il Comune di Civita Castellana e la Sacra Congregazione del Seminario. Tra le varie udienze che si succedono fino all’aprile del 1870, si concretizzano varie proposte per dirimere il contenzioso legale in corso, senza però giungere al risultato auspicato dagli abitanti della via: abbattere il muro. La prima soluzione venne trovata ripristinando un antico vicolo posto tra il palazzo Andosilla e una schiera di costruzioni medioevali, al fine di poter collegare direttamente via del Forte con la Strada Romana, considerando che non era ancora stata realizzata l’attuale via Virgilio Mazzocchi posta lateralmente al forte Sangallo.Si tratta del famoso vicolo “bacia donne”, particolarmente legato alla tradizione popolare locale. Il problema, comunque, era ancora lontano dalla risoluzione, fin quando sia il Comune che la Congregazione del Seminario, posero la loro attenzione su una piccola e modesta abitazione composta da un piano terra e piano primo, abitata da una anziana donna, vedova e senza figli…………… continua sul prossimo numero... Campo de’ fiori 35 Vorrei incontrarti fra cent’anni Filomena Basili di Ermelinda Benedetti E’ sempre con grande piacere ed anche con un pizzico di meraviglia che apprendiamo che qualcuno, ogni tanto, riesce a raggiungere il mitico traguardo dei cento anni! Questo è l’anno della classe 1911, alla quale appartiene proprio la signora Filomena Basili, venuta al mondo precisamente il 21 marzo di un secolo fa. Nata e cresciuta a Civita Castellana, Filomena è la seconda di cinque figli, tre fratelli ed una sorella, tutti ormai, purtroppo, scomparsi. Si sposa giovane con Osvaldo Santini, operaio per tanti anni in una delle numerose ceramiche della cittadina. Dalla loro unione nascono tre figli: Antonio, Alfonsa ed Arnaldo, che da bambini scorrazzano per le vie del centro storico, abitando in uno dei vecchi palazzi di via Don Minzoni, dove la loro mamma tuttora vive. Una vita semplice la sua, interamente dedicata alla famiglia, anche perché Filomena perde il marito quand’è ancora piuttosto giovane, nel 1974. Con i figli ormai grandi, per raggirare la solitudine, si circonda di amicizie, diventa una delle fondatrici del “Circolo degli anziani” di Piazza Matteotti, con i quali organizza numerose gite e viaggi alla scoperta di nuove città . Oggi Filomena trascorre gran parte della sua giornata guardando la tv ed è una grandissima fan del presentatore Gerry Scotti. La sua lucidità di mente e l’animo vivace le permettono ancora di raccontare ai suoi cinque nipoti e nove pronipoti, i ricordi che riaffiorano chiari dal suo lungo passato, ogni volta che vanno a farle visita. Filomena ha ancora un ottimo appetito e Filomena Basili e tutta la sua grande famiglia 10.02.1947 - Filomena, la seconda da dx, con i genitori e i fratelli. predilige il salato al dolce. Forse è anche questo uno dei segreti della sua longevità , con il quale riesce a mantenersi ancora così in spirito. E’ proprio il caso di dire “cum grano salis”. Filomena con il marito Osvaldo Filomena Basili in una foto di qualche anno fà Gli auguri del Sindaco di Civita Castellana, Avv. Gianluca Angelelli 36 Campo de’ fiori UOMO AVVISATO, MEZZO SALVATO Fabrica di Roma. Foto & fOTO In località Gricciano abbiamo fotografato questo simpatico e garbato messaggio lasciato dal proprietario ad uno sconosciuto malfattore!!! PARCHEGGIO O NON PARCHEGGIO??? Civita Castellana In Via Ugo La Malfa, sotto ad un segnale di divieto di sosta con rimozione forzata, sono stati disegnati dei parcheggi a spina di pesce. Ma si può parcheggiare o no??? FINCHE’ DURA FA VERDURA Civita Castellana Quanto durerà il cornicione dell’ex ospedale, che rischia di colpire i passanti di Via V. Ferretti, minacciato da un rigoglioso alberello e dalle condutture otturate??? Basterebbe tanto poco, vista la montagna di soldi pubblici spesi per il restauro del palazzo, mai usato!!! Un nobile brigante Il nuovo successo editoriale dell’Accademia Internazionale d’Italia L’apparenza, a volte, è la maschera perfetta di una realtà ben diversa. L’incontro con un giovane che racconta di essere quello che non è, stravolgerà, almeno temporaneamente, la vita di una famiglia perbene, che si offre di accoglierlo ed ospitarlo. La fine di un vecchio amore da parte del protagonista, per la nascita di uno nuovo e non ricambiato, spezzerà il cuore della giovane che lo aspettava da tempo e spaventerà l’ingenua fanciulla, che diventa l’oggetto di un suo desiderio morboso. La descrizione accurata e particolareggiata che l’autore fa della storia, rende la narrazione coinvolgente ed intrigante. Sembra di essere lì presenti, e, quasi come spettatori di una rappresentazione teatrale, i lettori possono immaginare i personaggi muoversi su di un palcoscenico ben allestito. Una storia ambientata in un tempo neanche troppo lontano, che ci ricorda i racconti dei nostri nonni di campagna. Ermelinda Benedetti NOTA DELL’EDITORE In questo romanzo Augusto Stefanucci narra il sentimento morboso e mortale di un personaggio fantastico della sua Fabrica di altri tempi. La scrittura bella e diretta tratta la forza dell’egoismo di un amore ossessionato, che fa ineluttabilmente scivolare nella disperazione e nel dramma il protagonista. Qui c’è tormento, ambiguità e violenza, ma soprattutto amor fatale! Sandro Anselmi PRESTO IN EDICOLA E NELLE LIBRERIE!!! Campo de’ fiori L’angolo del Bon Ton L’ Abito da Sposa 29 Aprile 2011, una data che passerà alla storia, una data che ha consegnato alla Monarchia Britannica la futura Regina, ma che ha consegnato a noi donne comuni, “della porta accanto” di Letizia Chilelli un nuovo sogno…. Proprio così , davanti agli occhi di tutto il mondo, la “borghese” Kate è entrata nell’Abbazia di Westminster come Miss Middleton e ne è uscita come la Principessa Catherine Elizabeth, Duchessa di Cambridge. Alzi la mano chi dal momento in cui è stata data la notizia della data del Matrimonio Reale, non ha pensato almeno per un secondo: come sarà l’abito di Kate? In pochi minuti, infatti, da una parte all’altra del pianeta si è scatenato un vero e proprio “toto-abito”… l’attesa è stata lunga, ma a mio modesto parere ben ripagata:la Principessa Catherine indossava un abito da sogno…degno del suo Principe e del suo matrimonio. Ma come sappiamo, ogni donna, nel giorno del matrimonio è una principessa e di conseguenza il suo abito diventa il co-protagonista della favola. Vediamo, quindi, quali sono gli abiti da sposa e gli accessori da scegliere a seconda del gusto e della personalità di chi li indosserà . Abito sobrio: in questo abito avremo un corpetto aderente con una gonna a tubo che sfiora il ginocchio, le linee saranno essenziali con pochi ricami, il drappeggio formerà delle linee geometriche. Abito originale: qui gli intarsi saranno in pizzo, meglio se ricamati con perline e strass, non potranno mancare piccoli fiocchi, la scelta potrà ricadere su tailleur gonna o pantalone, la gonna in ogni caso, coprirà il ginocchio e potrà essere a balze, plissettata o con volants, il tutto verrà completato da un bolero che seguirà la linea del vestito. Abito sensuale: le linee di questo abito saranno morbide e sinuose, le lavorazioni saranno in seta o in pizzo, potranno essere presenti delle sobrie trasparenze, il tubino sarà aderente e il tessuto metterà in evidenza le forme del corpo, il tutto dovrà essere all’insegna della semplicità e dell’eleganza. Abito romantico: l’abito sarà un vero e proprio trionfo di merletti, decorazioni floreali, pizzo e ricami con perline. Il bustino sarà attillato mettendo in evidenza il decolté e le spalle (che andranno però rigorosamente coperte se la cerimonia verrà celebrata in Chiesa); la gonna sarà voluminosa. Abito maestoso: questo abito è adatto a donne alte, alle piccoline, infatti, “rimpicciolirebbe” ancora di più la figura; la gonna sarà ampia e vaporosa, ci saranno ricami preziosi, volant, grandi fiocchi, le maniche potranno essere a palloncino, in alcuni casi la gonna potrà essere anche al ginocchio, anch’essa a palloncino in modo da creare l’effetto baloon. Non possiamo, poi, non parlare degli accessori. Il velo: la tradizione del velo, risale ai tempi antichi, quando veniva fatto indossare alla sposa per proteggere la sua innocenza dagli influssi degli spiriti maligni proprio nel momento in cui, avviandosi all’altare, era maggiormente esposta. Con il Cristianesimo il velo diventò il simbolo della sottomissione della sposa a Dio e al futuro marito. Se si ha la fortuna di avere un velo che si trasmette di generazione in generazione è meglio, nella scelta dell’abito, partire proprio da questo accessorio e cercare un abito “fatto su misura” in modo da rispettare lo stile del velo. Il velo, non deve mai intralciare la sposa, deve essere di tulle o di pizzo finissimo e impalpabile, sarà sostenuto da una coroncina di fiori, un pettine decorato con pietre preziose o un diadema. Se si sceglie il velo a strascico, l’ideale è non superare i tre metri. La borsetta: questo accessorio sarà presente solo per la cerimonia civile, mai in Chiesa, tutto ciò che in questo caso servirà alla sposa sarà consegnato alla mamma o ad una amica. Le calze: si alle calze leggere, anche in estate, e se fattibile devono avvicinarsi il più possibile al colore dell’abito e delle scarpe (è vivamente consigliato averne almeno un paio di riserva!). Le scarpe: merita qualche parola in più l’argomento scarpe che, se possibile, andranno comprate nello stesso atelier dove si è preso l’abito; se questo non è possibile, al momento dell’acquisto è opportuno portare un campione della stoffa dell’abito in modo da poter operare la scelta giusta. Se l’abito è semplice, la scelta ricadrà su una scarpa decorata, se il vestito è già di per sé “importante” la scarpa sarà essenziale.Le più consigliate sono comunque: le decolté a tacco alto, le charleston con il cinturino alla caviglia, a bebè con punta rotonda o quadrata o a cuneo. E’ buona regola farsi consegnare le scarpe almeno dieci giorni prima della cerimonia in modo da poter cominciare ad indossarle per circa due ore al giorno. La lingerie: l’abbigliamento intimo sarà elegante e raffinato, con elastici piatti in modo da non “segnare” la figura. I guanti: questo accessorio non può assolutamente mancare in un matrimonio dal tono formale, i guanti dopo l’entrata in Chiesa devono essere tolti e messi sull’inginocchiatoio accanto al bouquet; potranno essere corti fino al polso, o lunghi fino ai gomiti, saranno realizzati con la stessa stoffa dell’abito o con inserti che lo richiamino. I gioielli: alle mani è permessa solo la fede, gli orecchini saranno piccoli (spesso punti luce) e il girocollo sarà sottilissimo, in oro bianco o platino, ammesse anche le perle. (Fonte www.miomatrimonio.it e altri siti internet Prima di salutarci ecco una piccola nota di colore che ci racconta la nascita e l’evoluzione dell’abito da sposa. Il tradizionale abito bianco risale agli antichi Greci: le spose, infatti solevano portare tuniche bianche, il bianco stava a simboleggiare la gioia del giorno. Nell’antica Roma, la scelta dei colori degli abiti ricadeva su veli rossi (propiziavano le nascite) e arancioni. Le spose longobarde vestivano con una tunica nera, mentre le fanciulle bizantine, le più abbienti in verità , indossavano abiti di seta rossa con ricami in oro e pietre preziose. Rosso era anche il colore scelto dalle spose cinesi e tutt’oggi anche dalle spose indiane. Nel Medioevo e nel Rinascimento l’abito da sposa poteva essere indossato anche durante le feste e per questo era di colori vivaci, mentre è dall’ Ottocento che arriva la tradizione dell’abito bianco che simboleggia purezza, tramandata fino ai nostri giorni. 38 Campo de’ fiori Una “Fabrica” di ricordi Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma I campi di Maggio A Maggio si popolava il borgo. La gente che era restata tappata in casa tutto l’inverno, come in letargo, ricominciava ad uscire per godersi il primo sole. Erano appena trascorsi i mesi con la “r” (Febbraio, Marzo ed Aprile), durante i quali il sole non andava preso perché si diceva facesse male, ed ora era piacevole farsi, finalmente, riscaldi Sandro Anselmi dare dai suoi tiepidi raggi. Le piogge leggere regalavano soffi di arcobaleni evanescenti e bagnavano il vecchio prato assetato. Un fervido pittore aveva dipinto l’incanto dei campi di Maggio e mille colori ammantavo i prati e le colline. Margherite, papaveri e fiordalisi... sui campi di Maggio sbocciavano amori. I profumi inebrianti riempivano l’aria e le case, e canti nuovi c’erano all’alba ed al tramonto. Il verde delle foglie diventava ogni giorno più vivo ed il rosso delle rose ornava le Madonne e gli “altarini”. Alla sera tutte le donne si riunivano per recitare il rosario, e mentre sul fuoco bolliva già la pentola dei fagioli, aspettavano l’arrivo dei loro uomini per la cena. Rondini e rondini garrivano e giravano in torno a portare allegria, e con il volo leggero tracciavano in cielo mille figure. Bambini chiassosi correvano per le strade e inventavano mille giochi innocenti… Questa era la festa della primavera, una volta semplice, pulita, incantata…ora, tanto lontana! Campo de’ fiori 39 40 Campo de’ fiori Nel cuore In memoria di Enzo Rossi da Civita Ho appreso dalla stampa della dipartita del grande artista ed amico, il maestro Enzo Rossi da Civita. Da un po’ non ci sentivamo perchè sapevo, purtroppo, che era caduto malato, così il 3 Maggio scorso, si è spento. Conservo nei miei ricordi la sua innata eleganza e signorilità e, soprattutto, quel modo educato e raffinato di porsi che ti faceva trovare, immediatamente, a tuo agio. Il maestro amava molto Campo de’ fiori, che l’aveva ospitato più volte nelle sue pagine (vedi l’articolo di Alessandro Soli, sul numero tredici e di Cristina Evangelisti, sul numero ventisette), e ricordo, ora, con commozione, l’incontro che avemmo in redazione per essermi venuto gentilmente a trovare. I nostri discorsi che avrebbero dovuto, nelle intenzioni, essere brevi, perché sarebbe dovuto ripartire subito per Cameri, iniziati intorno alle quindici, si protrassero oltre le venti. Uomo affabile, garbato, parlava con semplicità dell’arte e della vita, dimostrando affetto e nostalgia per la sua terra natia: Civita Castellana. Erano vivi i suoi ricordi di ragazzo, quando apprendeva con avidità i segreti dell’arte dai maestri locali che, oltremodo, ammirava, e si commuoveva ancora nel parlarne. Dalle sue telefonate accettavo volentieri i suoi preziosi consigli che mi dava per la rivista, e più volte mi aveva invitato, quale ospite, nella sua villa di Cameri per farmi visitare il suo laboratorio. Avevo visto nelle foto che nel parco adiacente il suo giardino, aveva esposte tante sue belle opere, da sembrare un museo all’aperto. Una sera mi telefonò , colmo di gioia, per aver ricevuto un invito dal comune di Salisburgo a partecipare con le sue sculture alla mostra che ivi si teneva per il cinquecentesimo della nascita di Mozart. In quell’occasione mi confidò , per la prima volta, di voler donare una sua importante opera a Civita, e mi incaricava di individuare un sito adeguato nel quale collocarla, con la doverosa citazione dell’intermediazione di Campo de’ fiori. Ora mi resta il rammarico per non aver fatto in tempo ad esaudire questo suo profondo desiderio! Mi dispiace caro amico, mi dispiace veramente. Per quanto attiene la sua ricca carriera artistica, rimando agli articoli sopra citati. Sandro Anselmi Con profondo dispiacere comunichiamo ai nostri cari lettori la scomparsa del nostro amico Antonino Palladino. Affezionato estimatore di Campo de’ fiori, ha contribuito fattivamente alla sua distribuzione nelle Terre Sabine, facendolo conoscere ad una vasta fascia di popolazione, che, oramai, ci segue fedele. Artista poliedrico, è stato valente pittore e poeta e di lui e delle sue opere abbiamo parlato sulle nostre pagine. Il diretore e la redazione lo ricordano con affetto Campo de’ fiori 41 La Periartrite di spalla Quali sono i sintomi, le cause ed infine la terapia più adatta... L’estrema ampiezza di movimenti che il braccio può compiere dipende dalle caratteristiche “costruttive” dell’articolazione. Un ruolo fondamentale è svolto in particolare da 4 muscoli e dai rispettivi tendini che avvoldel Dottor gono la testa dell’oPatrizio Lazzarini mero. fisioterapista La testa dell’omero infatti è quasi solo appoggiata alla cavità articolare della spalla (la cavità glenoidea), mentre la capsula che contiene l’articolazione è lassa: ciò significa che il compito di mantenere l’omero nella posizione corretta e di dare stabilità all’articolazione è svolto soprattutto dalla cuffia dei rotatori. Si tratta però di una struttura che può danneggiarsi con relativa facilità : in seguito a traumi acuti, per esempio cadute, e più spesso a causa di sollecitazioni croniche ripetute (lavori ripetitivi). SINTOMI: Il principale sintomo di una tendinopatia della cuffia dei rotatori è senza dubbio il dolore che in genere compare nell’esecuzione di alcuni movimenti come sollevare il braccio o portarlo dietro la schiena. Ciò comporta una diminuzione dell’ampiezza dei movimenti che possono essere effettuati dalla spalla; vi è la tendenza a usarla il meno possibile, col risultato di trovarsi una spalla sempre più bloc- cata fino ad arrivare alla cosiddetta “spalla congelata”, condizione in cui il movimento diventa quasi impossibile. Alcuni movimenti sono tipicamente causa di dolore: chi soffre di periartrite scapolo- omerale prova una fitta quando deve pettinarsi piuttosto che infilare la manica di una giacca o sollevare un peso. Anche di notte il dolore si fa spesso sentire e può per esempio impedire di dormire appoggiati sulla spalla malata. Nei casi più gravi il dolore può essere presente anche di giorno. Spesso tende a irradiarsi verso la parte esterna del braccio in un punto all’incirca a metà strada fra la spalla e il gomito. CAUSE: a provocare una lesione o una sofferenza dei tendini possono contribuire diversi fattori. Accanto ai più rari traumi acuti in cui, cercando per esempio di ripararsi in una caduta, la testa dell’omero può “tirare” i tendini lesionandoli, vi sono i più comuni traumi da sovraccarico. Può trattarsi di movimenti ripetuti di sollevamento delle braccia o dagli sforzi provocati per esempio dal sollevamento di pesi eccessivi. I tendini si possono infiam- mare, come può accadere in atleti che sottopongono la spalla a sollecitazioni continua (tennisti, lanciatori di giavellotto, giocatori di pallanuoto, pallavolo, baseball), ma anche in alcune attività lavorative (carpentieri, imbianchini). TERAPIA:I principali obiettivi della terapia sono la diminuzione del dolore, l’attenuazione delle contratture muscolari e il recupero della funzione. Per alleviare il dolore il medico potrà prescrivere farmaci antinfiammatori/antidolorifici, suggerire l’applicazione di ghiaccio per circa un quarto d’ora ogni due ore ed eventualmente inviare dall’ortopedico per effettuare delle infiltrazioni di cortisone; tuttavia nel trattamento di questo disturbo sono sicuramente importanti i trattamenti fisioterapici. Questi comprendono la fisioterapia che ha l’obiettivo di rinforzare la muscolatura, di aumentare la flessibilità della cuffia dei rotatori e di “bilanciare” meglio la forza che i muscoli esercitano a livello della spalla, oltre che a diminuire il dolore con terapie fisiche strumentali come ionoforesi e ultrasuoni, è comunque opportuno che gli esercizi vengano proseguiti nel tempo anche dopo aver terminato la fisioterapia. Ovviamente, in funzione della severità della lesione e in caso di mancata risposta alle terapie, può essere proposto un approccio chirurgico. 42 Campo de’ fiori La maestra Clara Mazzi fa l’appello dopo 30 anni In alto da sx Katia Proietti, Roberta Moscioni, Cristina Evangelisti, Simona Amicucci, Daniele Angelini, la maestra Clara Mazzi. al centro da sx Loredana Berto, Patrizia Casaluce, Antonello Corazza, Massimiliano Tombolini, Mauro Profili, Alberto Brunelli, Roberto Paglini (che non è più con noi), Daniele Tuci, Paolo Nucci, Tiziana Felici, Angela Di Gennaro. seduti da sx: Claudio Capozzucchi, Giampaolo Carlaccini, Daniele Nobili, Alessandro De Maria, Daniele Catalani, Maurizio Martini. 25 Aprile 2011, una data che resterà per sempre nei nostri cuori perché unica ed irripetibile. Dopo 30 anni la nostra cara maestra Clara Mazzi, che oggi vive nel suo paese a Torre Alfina, vicino Orvieto, è tornata a Civita Castellana perché voleva rivedere i “suoi ragazzi”. I ragazzi classe 1971, che hanno festeggiato con lei i 40 anni, per tutto questo tempo non hanno mai dimenticato questa “seconda mamma” che, oltre ad essere una brava insegnante, è stata una maestra di vita e di altruismo. Questa donna, sempre presente, amorosa e vigile, ha saputo aiutare i suoi alunni nel loro percorso scolastico ma anche nelle difficoltà della vita. Non c’era malattia o difficoltà dove Lei non portasse il suo apporto, non c’era mamma che con Lei non potesse esprimere i propri dubbi, le proprie ansie e confidare in un suo consiglio. E’ per questo che anche le mamme hanno voluto essere presenti in questo giorno. Nonostante fosse pasquetta e molti di noi, per impegni già presi, non siano potuti In alto da sx: Katia Proietti, Angela Di Gennaro, Daniele Angelini, la maestra Clara Mazzi, Cristina Evangelisti, Alberto Brunelli, Daniele Tuci. In basso da sx: Alessando De Maria, Massimiliano Tombolini, Giampaolo Carlaccini Da sx Armandina Tombolini, Giulia De Maria, Marisa e Vitaliano Carlaccini, Ivana e Alberto Angelini con la nipotina, la maestra Clara Mazzi, Maria Brunelli, Antonietta Evangelisti. essere presenti, abbiamo voluto stringerci accanto a lei con le nostre famiglie ed i figli, per ringraziarla di tutto l’affetto che ci ha dimostrato in questi anni, e dell’attenzione che ancora oggi è pronta a prestarci quando qualcuno di noi le telefona o va a trovarLa. Per noi “alunni” è stato bellissimo ritrovarsi e parlare delle nostre vite e ricordare quei bei giorni spensierati con tanta nostalgia. Un ringraziamento particolare va a Alessandro De Maria, Daniele Angelini e Massimiliano Tombolini che hanno reso possibile questo giorno. La maestra Clara Mazzi Campo de’ fiori 43 Civita Castellana, 16 Aprile - 1° Maggio Mostra di Arte Sacra. Che successo! Si è tenuta, dal 16 Aprile al 1° Maggio, la mostra di “Arte Sacra”, a Civita castellana, in Piazza Matteotti, nei locali adiacenti il Comune. La mostra è stata organizzata da Rita Romagnoli, per la Pro-loco, ed ha riscosso un grande successo di critica e di pubblico. Alcuni degli espositori oltre a portare in mostra le loro opere più belle, si sono anche impegnati per la realizzazione di quattordici splendide tele, raffiguranti le altrettante stazioni della Via Crucis. In particolare: Giuliana Valeri, Marco Manocchio, Stefano Guerriero, Deborah Evangelisti, Massimo Rossi, Ailen Holzmeister, Sashia Trevisan, Antonio Aballe, Marzia Vitali, Franco Soli, Moreno Lanzi, Giovanni Giunta, Giovanni Molinari, Mimmo Dominicis, Maurizio Nelli. Gli altri espositori sono stati: Novello Pastorelli, Pasqualino Spaziano, gli alunni della scuola media annessa dell’Istituto d’Arte, Rita Romagnoli, le suore Clarisse, con i loro oggetti sacri, Mirabilia di Franco Cirioni, Bell’ornato di Maria Grazia Gradassi, Simone Mascarucci e Pill Scharmann. Questa riuscita iniziativa non può non avere un felice prosiequo. L’augurio è , dunque, che questi artisti possano portare alto il nome di Civita Castellana. Campo de’ fiori 44 di e i r o Le st x Ma I CAMALEONTI IL MEGLIO DEL BEAT ANNI ‘60 E DEL PAZZO PAZZO SHAKE Uno dei gruppi beat più popolari dei mitici anni ’60 è senz’altro quello de I Camaleonti. Gerri Manzolini, Tonino Cripezzi, Livio Macchia, Paolo di Sandro Anselmi Di Ceglie e Riki Maiocchi, questi i cinque componenti che si esibiscono ufficialmente per la prima volta nel popolare locale milanese Il Santa Tecla, il quale, già negli anni precedenti, aveva visto nascere importanti artisti del panorama musicale italiano, durante le numerose serate all’insegna del jazz e del rock and roll. In realtà Riki Maiocchi, voce del gruppo, non è nuovo a questo mondo. Ha già inciso diversi quarantacinque giri per l’etichetta Columbia: La tua vera personalità , La casa del sole, versione italiana di The house of rising sun degli Animals, Non dite a mia madre e Quella che cerchi. Anche Di Ceglie e Macchia, però , avevano già fatto parte de Le ombre. Il primo quarantacinque giri del gruppo, così costituito, risale al 1965, inciso per una giovanissima etichetta milanese, la Kansas, che contiene da un lato Ti saluto, dall’altro Ti dai troppe arie, dall’originale Really Mystified dei Merseybeats, e sulla cui copertina anziché stampare, come era in uso in quel periodo, la foto del gruppo, erano stati disegnati cinque variopinti camaleonti. Non è certo questo però che riesce a portare al successo la formazione, ma sarà il singolo presentato qualche mese dopo: Sha… la la la la, ripresa da Clarence Paul, sul cui retro si trova Tu credi in me, versione italiana di And my baby’s gone dei Moody Blues, già ripropo- sta dal gruppo rivale Equipe 84, con il titolo Mi fa bene. Questo è il momento in cui, più che il beat, è lo shake a farla da padrone, un nuovo modo di ballare con il quale i ragazzi facevano roteare le braccia e agitavano scattosamente la testa, e di Sha…la la la la, nonostante molti altri, tra cui Peppino Di Capri, ne avessero lanciato una propria versione, quella de I Camaleonti diventa il simbolo dello shake per eccellenza. La Kansas coglie la palla al balzo e, solo nel ’66, fa incidere al gruppo altri quattro quarantacinque giri sulla scia di questo successo: I capelloni, versione italiana di Over and over di Dave Clarck Five; Chiedi chiedi, con la quale partecipano con successo al Cantagiro di quell’anno; Se tornerai, una rivisitazione di Norwegian wood dei Beatles; e La libertà , anch’essa una versione italiana di The last train to Clarcksville dei Monkees. Ad essi si aggiunge un long-playing, intitolato The best records in the world, una raccolta dei brani già pubblicati. Nel ’67, decidono, invece di seguire la moda di riarrangiare brani classici del passato come Portami tante rose, del 1935, scritto da Galdieri e Bixio e lanciato da Leda Gloria nel film L’aria del continente, e riproposto in un soft-rhythm’n’blues. Intanto Maiocchi lascia il gruppo per intraprendere la carriera da solista con l’eti- chetta CBS ed il suo posto viene occupato da Mario Lavezzi, già cantante e chitarrista ne I Trappers, che indirizza la nuova formazione verso un repertorio meno beat e più melodico, un cambiamento, però , non troppo felice, tanto che i nuovi brani incisi con la Kansas, Alla nostra età , Ora ho capito, Credo e Punto in bianco, hanno uno scarso successo commerciale. I Camaleonti decidono allora di cambiare etichetta, passando, come l’ex compagno Maiocchi, alla CBS, nel ’67. La nuova casa discografica li fa partecipare al Cantagiro di quell’anno con Non c’è niente di nuovo, grazie alla quale si posizionano al terzo posto, dietro ai Motowns ed a I Giganti, superando addirittura I Nomadi, I Dik dik ed I Ribelli. Ma il boom lo raggiungono con L’ora dell’amore, versione italiana di Homburg dei Procol Harum, brano che gli permise di continuare una brillante carriera e soprattutto di lasciare un segno nella Campo de’ fiori 45 il GIRO D’ITALIA a Civita Castellana 12 Maggio 2011 E ci voleva il giro d’Italia... per sistemare finalmente alcuni tratti delle nostre strade che erano da tempo in condizioni disastrose!!! EVVIVA IL GIRO!!! Campo de’ fiori 46 L’angolo del poeta Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia in Civita Castellana,17 Marzo 2011 Maria Del Priore La mia infanzia… Ricordo la mia infanzia con molta nostalgia, fatta di giochi nei prati sempre in compagnia. Nella periferia di una grande città, ho giocato,riso, pianto, in piena libertà. Eravamo una ventina, forse più,non ricordo, quando ce le davamo, poteva sentirci un sordo. Si cominciava sempre per giocare, per quando era sera, si finiva con il litigare. Ma la mamma da vero generale in pensione, ci richiamava e poi arrivava la punizione. Spesso consisteva in un rinvio d’uscita, ed il giorno dopo ero come una belva incatenata. Tale punizione nel tempo valse a ben poco, Quando nella rete trovammo un gran bel buco. Nella nostra ingenuità, certi d’averla fatta franca, la mamma ci spiava con l’occhio di destra e di manca. Giocavamo tutti insieme con gioia e allegria, senza tanti giocattoli ma con molta fantasia. Quando le serate estive il babbo lo consentiva, dopo cena, si riuniva l’intera comitiva. Da molto tempo mi sono trasferita, e come loro affronto la mia vita. A volte con il pensiero torno a quei giorni passati, spero tanto, che non ci abbiano dimenticati. I bimbi d’oggi hanno ogni sorta di giochi, ma in realtà, quelli che giocan sono in pochi. Purtroppo il progresso con le sue ingegnosità, Ha tolto all’infanzia la fantasia e la libertà.. Laura… Campo de’ fiori 47 Ecco Jinger e Roger i due bassotti nani nero focato a pelo corto, Kaninken, della signora Fiorella Di Blasi di Fabrica di Roma, in posa per Campo de’ fiori. ATTENZIONE!!! Sono bella come il sole e sono stata abbandonata in un terreno vicino ad una strada pericolosa......non sono una meraviglia!!!!!! sono un piccolo incrocio e diventero’ una taglia medio contenuta sono tanto coccolona e buonissima....non ve l’ho detto????Un insetto mi ha punto sul naso e me la sono vista proprio brutta,ma mi hanno salvata!!!!!!!Ora chiedo una casa tutta per me!!!!!Chiedo troppo?????Vi aspetto ma non fatemi aspettare troppo!!!!!Ho fatto il mio primo vaccino e vado d’accordo con cani e gatti.SI AFFIDA CON REGOLARE FIRMA MODULO DI PRE E POST AFFIDO. NUNZIA 3408353646 IO SONO Bruna, UNA VOLTA HO AVUTO UN PADRONE, MA NON MI VOLEVA BENE, DICE CHE HO TENDENZA A SCAPPARE, FORSE... MA A ME MANCA TUTTO...LA LIBERTA’, L’AFFETTO...AVRESTI TU PAZIENZA PER EDUCARMI? SAPRAI VOLERMI BENE? IO TE NE VORRÒ PER TUTTO IL RESTO DELLA MIA VITA! Si trova a Civita Castellana... 339 1123663 Mi hanno chiamata MAGGIE ma non so bene da dove vengo. Sono una cagnotta di taglia media abituata agli umani e cerco disperatamente casa. La pensione per bella che sia non è la MIA casa. Sono troppo sola e sono certa che con me non ti annoieresti! Vieni a trovarmi. Chiama Rita che ti accompagna...3391123663 FILIPPO trovato a Nepi.vicino al cimitero, era pieno di zecche, zecche dell’anno passato e non mangiava per problemi di deglutizione. Ora sta bene, è bellissimo ,mangia e comincia a scodinzolare povero piccolo. peserà 2 kg avrà 8/10 anni, è abituato a non sporcare in casa, ed è addirittura sterilizzato, ma non ha microcip, è molto ubbidiente e si vede che ha avuto rapporto con l’uomo. qualcuno l’ha visto a Nepi? qualcuno lo ha perso? Aiutatemi a capire come ha fatto a sopravvivere a tutto questo!!! Grazie. Maria Grazia 328.0188472 48 Campo de’ fiori AGENDA Tutti gli appuntamenti più importanti Gallese (VT) 19 Giugno, 1-2-3- Luglio “Antici mestieri”: Festa della mietitura e della trebbiatura Per gli amanti delle antiche tradizioni rurali, appassionati, curiosi e buongustai, torna a Gallese, organizzata dal Comitato di San Famiano, rappresentato dalle classi 19601985, la seconda Festa della Mietitura e Trebbiatura. Dopo un positivo risultato della prima edizione, che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, si vuole riproporre la seconda edizione, il 19 Giugno 2011, con la mietitura in località Macchia Madonna ed a seguire un pranzo campestre, all’ombra di una splendida quercia con tante specialità gallesine. Nei giorni successivi tutti i covoni verranno portati in Piazza don Lorenzo Dilani, sotto le mura del paese, dove nei giorni dell’1, 2 e 3 Luglio, con l’utilizzo di una mietitrebbia del 1940, si svolgerà la lavorazione del grano e si proseguirà con l’imballaggio della paglia. Nelle tre serate si organizzeranno stand gastronomici con degustazione di prodotti tipici, allietate da canti e balli. La manifestazione vuole far rivivere un mondo contadino ed agricolo ormai scomparso. Patrizia Vaiolatesi Comitato 2010-2011 Civita Castellana (VT) 9-10-11-12 Giugno 12° Festa di “Catamello” ore 19.00 – Santa messa Giovedì – ore 20.00 – Apertura ore 20.00 – Apertura gastronomia gastronomia ore 21.00 – Spettacolo musicale di Fabiola Intrattenimento musicale Cappelletti e la sua Band Venerdì – ore 20.00 – Apertura gastronomia Domenica – ore 20.00 – Apertura gastronomia Musica a volontà con ore 21.00 – Intrattenimento musicale con “Il gatto e la volpe” il gruppo “Il gatto e la volpe” Sabato – Inaugurazione festa con la banda musicale “Città di Civita Castellana” Chiusura festa con finale a sorpresa!!!! ore 16.00 – Torneo di Burraco Oroscopo di Giugno Campo de’ fiori Ariete 21 Marzo-20 Aprile Finalmente arrivano novità anche in campo sentimentale, non lasciatevi sfuggire i nuovi incontri che la bella stagione vi propone. Non esitate, poi, se vi propongono lavori lontani, per gli spiriti avventurosi si intravvedono nuovi orizzonti e nuove terre da esplorare. Il buonumore rispecchia la buona forma fisica. Toro 21 Aprile-20 Maggio Dopo la leggera brezza primaverile, Giugno si presenta un po’ faticoso per l’arrivo improvviso del caldo. Cercate di controllare eventuali scatti d’ira e il malumore improvviso, o il vostro rapporto ne risentirà . Ci vuole un po’ di relax dopo il lavoro instancabile dei mesi scorsi. Gemelli 21 maggio-21 Giugno Fuochi d’artificio e bottiglie di champagne in questo mese. Non mancano serate frizzanti in pub e discoteche alla moda. Per i single inizia un periodo da favola, ricco di piacevoli incontri che possono riservare lieti fine. Anche nel lavoro dimostrerete ancora quanto valete e le soddisfazioni non mancheranno. Ma occhio allo stress. 22 GiugnoCancro 22Luglio Il mese inizia con la magia di un nuovo amore. Approfittate di serate danzanti o gite, anche per chi ha un rapporto stabile e duraturo, è bene mantenerlo vivo. Finalmente fate il pieno di energia, gioia e vitalità . Non esagerate però con torte e gelati, il fisico potrebbe appesantirsi. Leone 23 Luglio-22 Agosto Vi sentirete in gabbia all’inizio del mese, deve attendere per novità entusiasmanti e nuovi incontri. Sfoggiate tutto il vostro savoirfaire, non ve ne pentirete! Per volare in alto e per prendere decisioni importanti e sagge, raccogliete tutte le vostre energie e conoscenze. Non perdetevi d’animo. Vergine 23 Agosto-22 Settembre Riflettete bene prima di prendere decisioni importanti sia in amore, sia nel lavoro e negli investimenti finanziari. Il sole di giugno non è ancora molto forte, ma potrebbe essere fatale, portate con voi sempre un cappello per evitare il caldo eccessivo del primo pomeriggio. Dove disintossicarvi dall’eccessivo stress di lavoro accumulato. Bilancia 23 Settembre 22 Ottobre Finalmente arriva il tanto desiderato incontro dopo mesi di attesa, tutto sembra girare in un vortice di emozioni e baci! Lasciatevi andare a questi momenti. Attenti ai colpi d’aria improvvisi o agli acquazzoni, per evitare un raffreddore. Sul lavoro non siate troppo esigenti. Scorpione 23 Ottobre 21 Novembre Cercate di controllare la vostra impazienza e l’ira sopratutto sul lavoro, piano piano si risolveranno le situazioni imbarazzanti, attendete fiduciosi senza smarrire la via o tentare vie traverse per aggiungere i vostri scopi. Il vostro atteggiamento nervoso potrebbe incrinare anche i rapporti con la persona amata. 49 by Cosmo Sagittario 22 Novembre20 Dicembre Questo è il mese della svolta. Sarete chiamati a prendere decisioni importanti soprattutto in campo lavorativo. In amore attenti alla gelosia e alle parole che potrebbero ferire il vostro partner. Per essere felici serve anche molta comprensione e rispetto. Attenti alla forma fisica. Capricorno 21 Dicembre19 Gennaio Allontanate i pensieri bui e cupi e buttatevi finalmente nel mare infinito della vita! Per i single sono in arrivo nuovi incontri e occasioni magiche. Per chi ha già una relazione stabile, sono in vista importanti cambiamenti. Impegnatevi un po’ di più sul lavoro, ultimamente tentennate un po’. Acquario 20 Gennaio-18 Febbario Questo mese siete super favoriti. Concedetevi massaggi rilassanti e cenette romantiche a lume di candela e cercate di riconquistare un vecchio amore! Non crogiolatevi però sugli allori se avete vinto in passato, senza il giusti impegno tutto può scomparire. Non perdete d’occhio i vostri obbiettivi principali. Pesci 19 Febbario-20 Marzo Il mese è un’altalena di emozioni e sorprese. Se dovete fare affari concentratevi perché qualcuno potrebbe mettervi i bastoni tra le ruote e portare caos. Il vostro segno è mutevole e guizza con movimenti frenetici, quindi cercate la tranquillità e la pace in luoghi isolati se dovete prendere delle decisioni importanti per il futuro. Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo è un libro unico nel suo genere. Un manuale guida per cercare di arginare questo male dilagante! E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie della zona o presso la nostra redazione. Potete anche ordinarlo versando l’importo di € 10.00, sul c/c postale n. 42315580, intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia. E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti, che possono inserirlo nel proprio programma di studio annuale, ma anche per i genitori e per tutti gli educatori sociali. Campo de’ fiori 50 La Redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri Un mondo di Ad Alessio auguri a Carlo Patriarca ed Arianna che il 1° Maggio ha festegPetroni giato il suo compleanno. tanti auguri Auguri dai figli Damiano e per il loro Aurora, dalla moglie compleanno Patrizia e da tutta la sua da famiglia. Eleonora, i BUON COMPLEANNO nonni, PRESIDENTE, ti vogliamo mamma e tanto bene papi! papà. Tanti auguri a Manuel Santoni che il 15 Maggio ha ricevuto la Prima Comunione, nella Parrocchia di San Lorenzo. Gli auguri più cari dal tuo padrino Carmine e dalla famiglia. L’8 Maggio Greta Brunelli ha ricevuto la prima Comunione, nella Cattedrale Santa Maria Maggiore di Civita Castellana. Auguri dalla tua tata Paola, che ti vuole tanto bene! P.S. Mi mancherai tanto...Baci Tanti auguri speciali a Maria Rossi, che il 4 Maggio ha compiuto gli anni, dalla sua tata Paola. Mi mancherai tanto... Baci!!! Non Alla nostra cucciola, che il 14 Maggio bastano riceve il dono della Cresima, le auguriamo mille un mondodi bene. Amore, sei la figlia grazie solare che tutti i genitori vorrebbero per tutto avere, ti vogliamo un mondo di bene, ciò che Tata, Mamma, Papà e Stefano. Auguriiii fai per noi! Tatina nostra è arrivato per te un giorno Tanti importante ed io sono molto felice di auguri a averti accompgnata e di seguirti nella Cinzia tua crescita. Ti voglio troppo bene cucciola, da Federica. che ha compiuto Lo stesso vale per me perchè ti voglio bene piccola mia. Andrea 50 anni il 26 Aprile, da tua nipote Maria Adele e da tuo Anche noi dolce Elenia ci uniamo agli auguri! Rimani sempre fratello Ulderico così, Patrizia, Michel, Matteo e, ovviamente, Sara! Alla Dopo tanto studio e nostra sacrificio, il 15 Aprile ti nonna sei finalmente laureato in sprint, Ingegneria Gestionale Ebe Di con 106! Siamo orgogliosi Stazio, di te, ti vogliamo bene e che com- ti facciamo un in bocca al pie gli lupo per la tua carriera. anni l’8 Congratulazioni da Giugno, gli auguri di Buon Compleanno mamma, papà, Maria da tutte le persone che le vogliono Paola, Mirco e dai tuoi bene. Dal più grande (Taliano) al più picnipotini Cristiano e colo (che è in arrivo). Francesco! Campo de’ fiori Auguri speciali per due nonni speciali, Roberto Dobboloni (Bacchino) e Elisa Lancianesi, che il 30 Aprile hanno festeggiato i loro 55 anni di matrimonio, dal nipote Luca e da tutti i parenti. Il 30 Aprile di 55 anni fa vi siete sposati e da allora sempre insieme siete stati. Ci avete cresciuto con gioia e serenità , insegnandoci valori e lealtà . Grazie per il vostro esempio e i saggi consigli che custodiremo con orgoglio nei nostri scrigni. TANTI AUGURI dai vostri figli, a cui si aggiungono con tanto amore, colore e simpatia quelli di tutta la compagnia, ma l’augurio più profondo grande quanto il mondo, che la serenità per mano vi conduca, è l’auspicio che arriva da Luca. 51 Il 9 Maggio è nato il piccolo Riccardo Soli, per la gioia dei genitori e dei nonni. Un augurio speciale da tutta la redazione!!!! Tantissimi auguri a Luca Lisi che il 16 giugno compie 18 anni... Dalla mamma, dal papà, dal fratello Matteo e dagli amici di Faleri. Congratulazioni a Mara Rossi che il 18 Marzo ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’università di Bologna, dai genitori e tutti gli amici!!! M. Antonietta e Vincenzo Sara ormai per noi sei come una piccola cuginetta e vogliamo farti gli auguri cosi!! Ti vogliamo troppoooooooooo bene... Federica, Andrea e Stefano Tanti auguri a Francesco Fegatello che il 2 Aprile ha compiuto 3 anni ed alla sorellina Chiara che il 24 Aprile ha ricevuto il sacramento del attesimo. Auguri dai genitori Alessandra e Luca, dai nonni e gli zii! Piccola Sara la nostra conoscenza è nata per caso, ma è stata un’infinita gioia per me che tu mi abbia scelto come comare, sei una bambina dolcissima, ti voglio bene Cristina CiaoTata, eccoci di nuovo qua tutti quanti, mamma, papà Matteo, le nonne, gli zii, le zie, cugini e cuginette, i tuoi amici e le amiche, a farti gli auguri per il Sacramento della Santa Cresima, che hai ricevuto. Che Dio ti accompagni tutta la vita! So che lo sai, ma non smetterò mai di dirtelo. Ti voglio tanto bene piccola mia!!! Auguri da mamma 52 Campo de’ fiori Il 28 marzo 2011 si è laureata Marta Annesi. Siamo orgogliosi di te per aver dimostrato che basta crederci affinché i sogni si avverino! Complimenti per la discussione della tesi (non per la lunghezza) e per il tuo meritato 104! Auguri dottoressa da chi ti vuole bene ed ha creduto in te, mamma Paola, papà Carmine e tua sorella Noemi. 5 giugno 2011 – La gioia di questo giorno speciale è destinata a durare, l’amore e la passione che si rinnovano giorno dopo giorno, la complicità ed il bisogno dell’altro, il fare insieme piccole e grandi cose, il desiderio di ritrovarsi vicini ogni sera, così quello che verrà sarà la realizzazione di un sogno durato dieci anni… Questa è la gioia più grande che vi vogliamo augurare, oggi e per sempre!!! Papà, mamma, Valentina e Valerio. Tanti auguri ai piccoli Luca e Matteo Pepe di Vignanello, che il 14 giugno compiono un anno, dalla zia Norella, zio Fabrizio, zia Valentina e Cristina. Hai raggiunto il traguardo dei primi 50 anni! Tanti auguri a Fabrizio Pezza di Collevecchio dalla moglie, la figlia, il genero e tutti gli amici. Tanti auguri a Valentina di Collevecchio che il 15 giugno compie gli anni, da mamm, papà, Fabrizio. Ti vogliamo un mondo di bene. Tanti auguri alla piccola Giulia Marini che il 27 Maggio compie 5 anni, da parte di nonna Gisa e zio Sandro. Tantissimi auguri a Lucia Gagliardi che il 17 maggio compie gli anni. Buon compleanno dai nipoti Damiano, Aurora, Alessio, Federico e da tutta la sua famiglia..... ti vogliamo bene. Tantissimi auguri di buon compleanno a Tamara, tabaccaia simpatica e carina che resta sempre una ragazzina!!! Da tutta la redazione e dalla sua famiglia! Tantissimi auguri a Verena di Civita Castellana, per i suoi magnifici 60 anni. Sei forte Verena!!! Da Caterina, Cristina e tutti gli amici dell’Agriturismo. Marta e Noemi, con la loro famiglia fanno gli auguri speciali ad una persona speciale, Zio Gianni, per i suoi 50 anni, compiuti il 4 Aprile. La festa è solo rimandata! Si uniscono agli auguri gli amici del sabato sera del casaletto di Mancini! Beh, ti fa gli auguri anche zio!!! In bocca al lupo Campo de’ fiori Roma com’era Roma. Primi del ‘900. Ai piedi della Colonna di Traiano, due pastorelle portano al pascolo le loro caprette. Un modo ecologico e risparmioso per pulire i monumenti della città! 53 54 Campo de’ fiori Album d Campo de’ fiori Campo de’ fiori Civita Castellana - 1961. Scuola di Via Terrano. Al centro la bidella, da dx Arpini Teresa, Rita Panico, Edelvais Casadidio Campo de’ Civita Castellana - Anna Ferri con i suoi figli, nel 1917, come è stato riportato sulla foto Civita Castellana - 1958. Graziella Conti e Lucia Massaccesi insieme a due amiche Campo de’ Civita Castellana, anni ‘20. Mario Domizi e Aantonio Tuia con due cresimandi Campo de’ fiori 55 dei ricordi Campo de’ Civita Castellana anni '50 - Le “pantalonaie” di don Checchino. In piedi da sx: Sonia Angeletti, Mina Vaselli, Maria Rita Lerin, Anna Santori, Rina Creta, Teresa Caselli, Lucia Francola, Elena Proietti, Pasquetta.... Sedute da sx: Olga Marini, Marietta..., Gabriella Caprari, Maria Pia Maurizio, ..., ... . Campo de’ Civita Castellana. Via del Forte. Fine anni ‘50. Donne intente a lavare i panni nel lavatoio pubblico. Foto del Sig. Alberto Sacchi 56 Campo de’ fiori Album d Campo de’ fiori Campo de’ Fabrica di Roma. Anni ‘80. Infiorata e processione del Corpus Domini, guidata da don Mario Mastrocola (in alto nella foto di dx). Foto della Sig.ra Assunta Cola (ritratta nell’imagine di sx, davanti all’altare da lei stessa allestito ). Campo de’ fiori 2 7 3 4 5 1 6 Fabrica di Roma. Anni ‘60. Apprendiste sarte. 1. Maria Pieri, 2. Carla Marigliano, 3. Elsa..., 4. Nana..., 5. Maria Pieri, 6. Ivana..., 7. Rossana Malatesta. Fabrica di Roma - anni ‘70. Comitato organizzatore del torneo di calcio “Luigi Torre”. In piedi da sx: Doriano Pedica,Gianni Sanapo, Sandro Francola, Enzo Sacchi, Francesco Lanna, Roberto Ciappici, Patrizio Salvi, Raniero Pedica. In basso da sx: Giampiero Anetrini, Maurizio Ponti, Andrea Spadoni, Sandro Di Pietro, Roberto Vincenzi, Marcello Narduzzi, Massimo Bedini. Campo de’ Campo de’ fiori 57 dei ricordi 58 Campo de’ fiori Album d Campo de’ Corchiano 1964 Recita all’asilo in occasione della festa della mamma. Al centro, sul palco, Morena Mechelli. Campo de’ Campo de’ Corchiano - 1976. Processione dell'Infiorata. Corchiano - anni ‘50. Tommaso Nardono, il barbiere. dei ricordi Campo de’ fiori 59 Carbognano 1932 Foto ricordo di un gruppo teatrale, ancora in costume dopo lo spettacolo Campo de’ Campo de’ Lago di Vico. 22 Luglio 1973. Da sx: Santino Rendina, Ivana Vittorini, Pierina Camilli, coniugi Amorugi, gli sposi Simonetta Vittorini e Angelo Mecaroni, ...,..., Roberto Belli 60 Campo de’ fiori Annunci LAVORO CERCO - CAPO MAGAZINIERE, 27 anni, esperienza quasi decennale, settore alimenti e accessori per piccoli animali, automunito, cerca lavoro duratura e a tempo pieno. Parla inglese, rumeno, ungherese. 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I diritti di riproduzione e di pubblicazione, anche parziale, sono riservati in tutti i paesi. Direzione Amministrazione Redazione Pubblicità ed Abbonamenti: Piazza della Liberazione, 2 01033 Civita Castellana (VT) Tel. e Fax 0761.513117 e-mail: [email protected] Redazione di Roma: Viale G. Mazzini 140 Abbonamenti Rimborso spese spedizione Italia: 12 numeri € 25,00 Estero: 12 numeri € 60,00 Per il pagamento effettuare i versamenti sul c/c postale n. 42315580 intestato all’Associazione Accademia Internazionale D’Italia. L’abbonamento andrà in corso dal primo numero raggiungibile e può avere inizio in qualsiasi momento dell’anno ed avrà , comunque, validità per 12 numeri. Garanzia di riservatezza per gli abbonati Si garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo all’editore. Le informazioni custodite nello archivio di Campo de’ fiori verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati il giornale e gli allegati, anche pubblicitari (legge 675/96 tutela dati personali). Sandro Anselmi P.zza della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) Tel./Fax 0761.51.31.17 e-mail : [email protected] Da 40 anni al vostro servizio Pubblicizza una selezione di offerte immobiliari VENDO Civita Castellana Via del Forte. App.to al II° piano, 55 mq, composto da salone con angolo cotura, 2 camere, 1 bagno. Luminosissimo e con rifiniture di pregio. Cod. V60 Appartamento Loc. Sassacci al secondo piano con cucina, salone, 2 camere, 1 bagno. Garage. Termoautonomo. Terreno di proprietà di mq. 270. Cod. V57 Fabbricato allo stato grezzo di 550 mq ca. su 3 piani, con ampio terreno fronte strada, Cod. V65 anche frazionabile. Appartamento al centro storico di mq 55, 3° piano. Composto da sala, cucina, camera e bagno + cantina piano strada. Cod. 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