“Cara Hermione, - Gli amici di Edvige

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“Cara Hermione, - Gli amici di Edvige
“Cara Hermione,
sono molto contento! Presto a Londra ci sarà una partita di Quidditch, Inghilterra-Bulgaria, quindi presto venire!
Non è magnifico? Io vorrei vedere te… non ho fatto altro che a te pesare… ti farò sapere la data, ma tu cosa ne
pensi?”
«Non è magnifico?» disse Hermione raggiante; Viktor Krum le aveva scritto questa lettera, e lei, naturalmente, la
mostrò subito ai suoi due migliori amici, Harry e Ron, perché tra loro non c’erano segreti.
Il primo era contento per lei, non la vedeva così felice dal suo ultimo “Eccezionale” in trasfigurazione, mentre il
secondo, girandosi lentamente verso Harry disse sarcastico «Oh, magnifico! Vicky sarà qui...», ma Hermione non
ci fece caso e raggiunse, contenta, il buco del ritratto per uscire dalla sala comune.
Harry e Ron la seguirono raggiungendo la biblioteca dove cominciarono il compito che Ruf gli aveva assegnato.
Harry vide che Hermione non la smetteva di sorridere e ad ogni domanda o affermazione, sia sua che di Ron, di
solito prontamente corretta perché sempre sbagliata, annuiva con un vago «Sì…» o facendo un distratto cenno
con la testa, in modo che i suoi lunghi capelli ondeggiassero sulle spalle.
«Quindi Merlino era il mago ”privato” di un certo Giulio Cesare?» sbottò Ron, per confermare se l’amica lo stesse
ascoltando o meno. «Sì...» Harry rise, ma Ron perse il controllo: «HERMIONE!». Il sorrisino dalla faccia della
Grifondoro scomparve, sostituito da un’aria seria, ma allo stesso tempo imbarazzata, le guance rosse; rivolse lo
sguardo all’amico «Cosa c’è?» disse con finta disinvoltura. «QUINDI Merlino era il mago ”privato” di un certo
Giulio Cesare?» - «Oh, non essere sciocco, Ron! Tutti sanno che Merlino visse nel Medioevo, alla corte di re Artù!
E poi, non esistono maghi “privati”, sartebbe contro la legge, perchè…» Hermione si era ripresa, ma in
compenso Ron non accennò un sorriso o una delle sue battutine per tutto il tempo in cui rimasero in biblioteca.
Harry aveva un’unica ipotesi al riguardo, alla quale lavorava da un po’ di tempo, ma ora ne ebbe la certezza.
Quando, dopo cena, tornarono nel dormitorio, si accertò di essere da solo con l’amico e azzardò
«Farebbero una bella coppia, eh?» disse beffardo.
«Di chi stai parlando?» disse Ron, ma sapeva benissimo la risposta e le sue orecchie presero una lieve sfumatura
rossa.
«Krum e Hermione, ovvio!». Le orecchie di Ron divamparono.
«Senza contare che, essendo un famoso giocatore di Quidditch e il ragazzo della nostra migliore amica, potrebbe
offrirci un sacco di opportunità»
«Harry…» disse Ron, cercando di mantenere la calma.
«Pensa, sempre in tribuna d’onore per tutte le partite di Quidditch! Comunque è simpatico…» proseguì Harry,
facendo finta di niente.
«Ti prego…» lo supplicò Ron.
«Rimane il problema delle uscite… Insomma, non possiamo reggere il moccolo, no? Dobbiamo trovarci delle
ragazze! Che ne dici di…»
«HARRY!!!» urlò Ron paonazzo.
Se ci fosse stato ancora qualche dubbio nella mente di Harry, ora sarebbe sicuramente scomparso.
Harry rise «Perché non me l’hai detto prima, Ron? Di me ti puoi fidare, lo sai…».
«Dirti cosa?» rispose l'altro, facendo sempre finta di non capire.
«Ma è ovvio, che ti piace Hermione!». Il colorito di Ron, se possibile, divenne ancora più rosso di quanto già
fosse. Poi disse, in modo un po' impacciato e guardandosi le scarpe «Si...si nota tanto?»
Una sera Hermione raggiunse la sala comune correndo e chiamando Harry e Ron a squarciagola, felice come
non mai; i due, che stavano finendo un compito di divinazione, si interruppero. «Cos'è successo?» chiese Ron,
ma quando vide che l'amica li raggiungeva sorridendo e sventolando una lettera, si rabbuiò un po’,
immaginando chi fosse il mittente; «La settimana prossima!!!» urlò lei, correndo verso di loro; poi si appoggiò
alla poltrona, respirando affannosamente «La...settimana... prossima... e...mi ha anche mandato... dei biglietti
omaggio!!!» Harry cercò di mostrarsi felice per lei «Ehm, wow...» e poi vedendo che Ron fissava la ragazza che
riprendeva fiato gli tirò un calcio da sotto il tavolo «Ahi! Oh, si. Da paura...» disse in tono molto poco
convincente.
«Sono tre.» disse lei quando riprese fiato «Tre biglietti! Li ha mandati apposta per noi»
«Ho dimenticato...ehm….qualcosa…sì, qualcosa nel dormitorio» e così dicendo, Ron schizzò via, un po' pallido.
Hermione guardò Harry incuriosita «Ma che gli prende?».
Fu colto alla sprovvista «Oh... lui... ehm... ha… stava… «Harry che sta succedendo?» lo interruppe la ragazza,
sospettosa. «Perché Ron fa lo stupido più del solito in questi giorni?» - «Oh, niente! Stavamo facendo un
compito per la Cooman, ma si era... ehm… dimenticato un libro e... stava per salire a prenderlo ma poi sei
arrivata tu, e ora che ci hai detto tutto...è andato a prenderlo!».
Hermione lo guardò con un'aria molto seria, ma poi, con un respiro profondo, face un cenno d'assenso, molto
poco convinta delle parole dell'amico. Quando lei se ne andò in biblioteca, Harry raggiunse Ron nel dormitorio, e
lo vide sdraiato sul letto, che guardava fuori dalla finestra... preferì lasciarlo solo.
Quella sera Ron improvvisò un forte mal di testa per non andare a cena, lasciando gli altri due da soli al tavolo di
Grifondoro.
«Sono un po' preoccupata. Ron si comporta in modo strano, molto strano….» disse Hermione servendosi di
patate al forno.
Harry non sapeva cosa dire. Cambiare argomento avrebbe solo fatto insospettire Hermione ancora di più e
negare non serviva a molto: se Ron aveva un problema la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata dirlo a
Harry. «Hermione, non offenderti, ma... non potresti capire. Sono… cose private. sai…» disse velocemente.
Lei lasciò cadere la forchetta e fece una smorfia incredula «NO! Non dirmi che Ron è innamorato. Beh, sarebbe
anche ora, in effetti…e di chi?» Harry ebbe la bruttissima sensazione che la ragazza gli avesse letto nel pensiero.
Voleva negare tutto ma sapeva che era troppo sveglia, non ci sarebbe cascata… «Beh, io non mi sento...
“autorizzato” a dirtelo, scusami... ma... perchè non glielo chiedi tu? Se te lo vuole dire, te lo dirà» ci fu una
piccola pausa durante la quale Hermione ci riflettè per un momento «Si, hai ragione».
Dopo cena, Harry si recò in Biblioteca, dove rimase per un’oretta; aveva dimenticato una punizione (tema sul
Purvincolo) che Piton gli aveva assegnato per avere sbagliato un ingrediente nella pozione. «Quando Malfoy
sbaglia un ingrediente, “casualmente”, non riceve nessuna punizione…» borbottò mentre trascriveva la
definizione da un libro. Quando tornò nella sala comune, trovò una scena patetica: Ron era seduto sulla poltrona
con aria avvilita, lo sguardo vuoto, la testa tra le mani e i gomiti sulle ginocchia mentre Hermione gli dava
consigli sulle ragazze; quando il poveretto vide Harry si illuminò e disse a bassissima voce «Aiuto!»
Così l'amico, per salvarlo, disse subito «Ron, in biblioteca ho trovato quella cosa che mancava per la punizione di
pozioni!» Hermione rise appena «Ma che stai dic...»
Ron la interruppe subito «Ah, sì… è l’unica cosa che mi manca, poi ho finito» e scappò via seguito a ruota da
Harry. La ragazza rimase un attimo perplessa sulla poltrona, poi, con una smorfia insoddisfatta, nascose il viso
dietro un libro.
«Cosa le hai detto?» chiese Ron. Era di nuovo rosso e lo fissava arrabbiato «Niente!» rispose l'altro, ma notando
che l'amico sembrava arrabbiarsi ancora di più, aggiunse «Beh, lei mi ha chiesto cosa avevi. Le ho detto che non
avrebbe capito. Invece ha capito subito!»
Ron lo fissò incredulo «Ha... c-capito c-che lei...» - «No!» si affrettò a dire Harry «No, no. Lei pensa che a te
piaccia una ragazza, ma non sa chi.» Ron parve sollevato, e si sdraiò sul letto respirando profondamente, come
se gli avessero tolto un grosso peso dalla coscienza.
«Dai, Ron, dimmi chi è, ti prego!!!» Hermione era proprio stressante. Gli faceva questa domanda
continuamente; così Harry, quando vide che il suo amico non la sopportava più, gli consigliò di dirle una ragazza
a caso e lui lo fece una mattina a colazione...
«Lo sapevo!» disse Hermione esultante. «Mi sembrava che tu la evitassi sempre... era perchè ti piaceva e non
volevi farglielo capire, vero?»
«Oh, si. Mi hai... letto nel pensiero...» disse Ron con un entusiasmo quasi tetro. Aveva detto a Hermione che "la
sua “bella” era Padma Patil, la gemella di Calì. Harry non poteva fare a meno di ridere, ogni volta che ci
pensava: "Ron e Padma insieme? Ma andiamo!".
Hermione disse contenta «Se vuoi posso organizzarti qualcosa, Magari una seratina in biblioteca insieme, eh?
Oppure...» Ron trasalì «NO!!! Cioè, non è il caso, grazie...» Hermione gli sorrise compassionevole: «Oh avanti,
Ron, non la troverai mai una ragazza se fai il timidone! Scusate, ma devo finire un compito di Antiche Rune... ci
vediamo dopo» e così dicendo, corse via, sorridendo. Harry moriva dalla voglia di pizzicare le guance a Ron
dicendogli "TIMIDOOOONE!" ma si trattenne, e quando Hermione girò l'angolo gli scappò una forte risata, che
aumentò quando Ron si girò verso di lui, guardandolo strano e ridendo sarcastico «HA HA HA!». poi, serio disse
«Non c'è niente da ridere. E’ tutta colpa tua!» Harry si morse le labbra per trattenere le risate e per cercare di
apparire serio, ma quando Ron gli passò davanti non potè fare a meno di ridere ancora, ma sottovoce.
La mattina dopo, Hermione stava aspettando gli altri due nella sala comune; quando arrivarono, tutti insieme si
avviarono verso la sala Grande. Harry le chiese come mai era così mattiniera «Ho fatto una capatina da una mia
“amica di Corvonero”» disse lei, sorridendo e guardando Ron, ma lui, ancora mezzo addormentato, non aveva
capito una sola parola; Harry, invece, aveva un brutto presentimento.
La giornata passò in fretta e alla fine delle lezioni Harry e Ron avevano intenzione di fare una bella partita a
scacchi per rilassarsi, ma Hermione prese quest'ultimo per un braccio e lo trascinò via dicendo «Harry comincia
ad andare alla torre, io arrivo subito» Ron la guardò spaventato «IO arrivo subito? Cosa vuol dire? Anch'IO
arrivo subito! Come no?!? Dove mi stai portando? Hermione... Ahia!»
Nonostante i suoi continui tentativi di liberarsi, Ron non riusciva proprio a staccarsi da Hermione e lei, con una
punta di eccitazione, gli disse «Oh, andiamo! Non fare il bambino. Dopo mi ringrazierai!».
Harry rimase a guardarli un po' preoccupato, poi fece come gli aveva detto l'amica.
Arrivato alla torre di Gifondoro, il ragazzo cominciò i compiti per il giorno seguente; ogni tanto ripensava alle
parole di Hermione della mattina e si sentiva un po' in colpa... l' idea di una ragazza a caso era stata sua.
Questa sensazione aumentò quando Hermione lo raggiunse, sorridendo; lui sorrise di rimando finchè lei disse,
eccitata «Credo che Ron si tratterrà per un po'... sai ora è impegnato con Padma» e le scappò un risolino;
Harry dovette compiere uno sforzo enorme per rimanere così com'era, perchè il suo sorriso si stava per storcere
in un'espressione davvero preoccupata: sembrava che qualcuno lo stesse costringendo a sorridere, e
assomigliava a un idiota.
I suoi sforzi però non dovettero durare molto perchè, poco dopo, arrivò Ron «Harry» disse rigido «al dormitorio!
dobbiamo parlare…» e si diresse al dormitorio senza nemmeno fermarsi, nè salutare Hermione.
Lei eccitata, chiese «Allora? Com'è andata?», ma lui fece finta di non sentire. «Oh, capisco: "cose da maschi",
eh?». Nessuno dei due ragazzi le rispose. Harry, però, non potè fare a meno di pensare che quelle parole, che
suonavano così...frivole pronunciate dalla bocca di Hermione, dalla quale, solitamente, uscivano solamente cose
sagge e giuste, ma mai così stupide! Ultimamente, però, Hermione ne diceva tante di cose stupide stranamente
da quando Ron le aveva detto chi gli piaceva. "Non è che..." pensò Harry. "No, no. E’ impossibile. A lei piace
Krum, giusto? E poi perchè mai avrebbe dovuto organizzare questa cosa patetica con Padma per..."
I suoi pensieri si interruppero quando si accorse che Ron lo stava fissando. Era paonazzo.
«Che è successo?» gli chiese. Ron lo guardò «Che cosa è successo?!?» disse pensieroso, come se non avesse
afferrato il significato di queste parole sconosciute. Si sedette sul letto di Seamus, perchè era il più vicino, fece
un respiro profondo e cominciò a fissare il letto davanti a lui dove, qualche secondo dopo, prese posto Harry;
allora Ron cominciò a parlare. Gli raccontò che Hermione l'aveva lasciato solo con Padma Patil in un'aula che non
conosceva e di come lei si avvicinava pericolosamente e arrossiva ogni volta che lo guardava; quando era
decisamente troppo vicina, Ron stava per dirle che c'era uno sbaglio, che non gli piaceva lei, ma un' altra, però
arrivarono Malfoy e Tiger che cercavano qualcosa in quell'aula: «Uh, Weasley ha una fidanzata!» e Ron rispose
che lei non era la sua fidanzata. Purtroppo a quelle parole gli occhi di Padma diventarono lucidi e scappò via
piangendo. La cosa insopportabile fu che Malfoy continuò a ripetergli «Ehi, Weasley, non vai a consolarla?
Poverina, c'è rimasta male...» - «Si, come se gli dispiacesse davvero...» ribadì Ron amareggiato. «Scusami.»
disse Harry. «Si, insomma, l'idea è stata mia e...»
<<Non fare la stupido, Harry! Tu cercavi solo di aiutarmi.>> disse l'altro con un debole sorriso; questo gli
sollevò un po' il morale.
Quella sera, a cena, Ron incolpò Hermione; «Oh, scusami, se volevo aiutarti a fare colpo su quella che ti piace.
Scusami tanto!» disse lei, sarcastica. Ron le rispose «No, non ti scuso. A me quella non piace!» Forse Harry si
sbagliava, ma fu quasi certo di aver intravisto un sorrisino sulla faccia di Hermione. «Come, prego?»
«Quella lì non mi piace!» dato che Calì, sorella di Padma, era una Grifondoro ed era seduta vicino a loro, Ron
aggiunse in fretta «Voglio dire... non che sia brutta, anzi... ma non è il mio tipo.»
«Ah, sì?»
«Sì!»
«E allora, dimmi, Ron, come sarebbe il tuo tipo?»
Ron, non rispose. Questo era un colpo basso.
«Che c'è? Non rispondi? Va bene, una domanda più semplice, allora. Harry testimone, tu ieri hai detto che ti
piaceva Padma Patil. Com'è che ora hai cambiato idea?>>
Ron non rispose, di nuovo.
«Perchè ci hai...anzi MI hai mentito?»
Silenzio.
«RONALD STO PARLANDO CON TE!»
«LO SO, NON SONO SORDO!» Ron si era alzato in piedi con le orecchie infuocate e tutti lo stavano guardando.
Si alzò anche Hermione, che gridò «CON TE NON SI PUO' PROPRIO PARLARE!» e se ne andò, gli occhi lucidi di
rabbia.
Harry non li aveva mai visti litigare così furiosamente. Dopo essersi seduto, Ron gli disse sottovoce «Se questo lo
chiama parlare...»
«In effetti sei stato un po' duro con lei, Ron...».
Ron gli lanciò un'occhiata furente, ma Harry riprese a mangiare, così come gli spettatori del litigio.
Per altri due giorni Ron e Hermione no si rivolsero la parola. Harry non sapeva cosa fare, perchè se stava troppo
con Hermione, Ron si sarebbe arrabbiato e viceversa, quindi passò la maggior parte del tempo in biblioteca per
mettersi alla pari con i compiti. Sabato sera tornò nella sala comune; Ron stava giocando a scacchi con Dean e
Hermione era seduta su una poltrona con Grattastinchi in grembo. Quando vide Harry, prese in braccio il gatto
per appoggiarlo da un'altra parte, in modo da poter corrergli incontro, sorridendo come sempre; «La McGranit ci
ha dato il permesso! Domani potremo andare a vedere la partita! Prenderemo il Nottetempo e...» Ron, che
aveva appena vinto la partita contro Dean, andò verso di loro «Ehi Hermione, perchè non hai venduto il mio
biglietto? Ci avresti racimolato un bel gruzzoletto, sai?» disse amaro, ma lei con tranquillità, rispose «Vedi, a
differenza di “qualcuno”, se IO dico una cosa, quella sarà. Non ho detto che saremo andati noi tre? Bè, noi tre
andremo.» Ron la fissò con un po' di odio, poi se ne andò.
«Va bene, allora... buona notte!» disse Harry dopo che Hermione gli ebbe spiegato il programma del giorno
seguente, ma lei lo fermò «Aspetta!»
«Che c'è?»
Sembrava molto triste.
«Harry, vorrei parlare un po' con te.»
«Certo!» le rispose. Era un po' preoccupato, non l'aveva mai vista così. Si sedettero sulle loro poltrone e
Hermione chiese «Ron è arrabbiato con me?»
«No, certo che no.» esclamò Harry, cercando di sembrare spontaneo.
Ma lo sguardo dell'amica gli fece capire che il suo tentativo era fallito. «Si, beh, un pochino. E va bene: sì, è
arrabbiato.>>. "Ma se lo sapeva già, perchè me lo ha chiesto?" pensò.
«Ma perchè, cosa ho fatto di male?»
«Niente...», ma ancora una volta Hermione lo guardò storto.
«Va bene è che... insomma... non gradisce molto Krum.»
«Come sarebbe a dire?»
«Senti Hermione, non dirmi che non l'avevi mai notato!»
Stavolta era lei ad avere torto, quindi abbassò lo sguardo.
«Si, si, l'avevo notato. Ma perchè?»
«A te piace Krum?»
Hermione arrossì «Viktor? Oh, andiamo Harry, certo che no.»
«Allora perchè quando ne parli ti si illuminano gli occhi e sei tutta felice?»
Hermione rise, ma era una risata quasi forzata, di certo non spontanea
«Andiamo, non vorrai dirmi che Ron è geloso?»
Harry non rise, era molto serio.
«Io ho detto già troppe cose non avrei dovuto dire, quindi prima di combinare altri guai, vado a dormire.
'Notte!» Harry sentì Hermione fare un respiro profondo.
Il giorno dopo tutti e tre si alzarono presto per l'eccitazione (anche se Ron non voleva ammetterlo) e, dopo
un'abbondante colazione, presero il Nottetempo per raggiungere lo stadio di Quidditch.
Durante il viaggio solo Hermione parlò un po' con Harry mentre Ron, ancora arrabbiato, non disse una parola.
La partita fu spettacolare; i giocatori inglesi erano abili e veloci, ma quelli bulgari lo erano ancora di più: ci
furono azioni e parate spettacolari, ma Krum si distinse quando, per prendere il boccino, salì in piedi alla scopa,
senza perdere l'equilibrio, saltò prese il boccino mentre faceva una capriola in aria poi scendendo, si aggrappò
alla scopa con una mano e infine ritornò sulla scopa.
Anche i tifosi inglesi si alzarono ad applaudire (tutti tranne Ron).
Alla fine della partita Hermione li pregò di aspettarla vicino all'uscita.
Si capiva benissimo che Ron era più teso di una corda di violino, e Harry voleva dirgli qualcosa, ma non sapeva
cosa. «Ron...»
«No Harry, non dire niente... Adesso vado a dire due cosette a quel bellimbusto!»
Si stava già avviando quando vide Hermione tornare indietro e allora fece finta di raccogliere qualcosa.
«Ron ti devo parlare» disse dolcemente Hermione.
«Oh, no, credo che Vicky sarebbe geloso»
Hermione rise «E chi se ne importa!»
Ron rimase colpito allora andò verso Hermione. Harry, per lasciargli un po' di privacy, si girò dall'altra parte.
Dopo un po' sentì una voce «Ora possiamo andare!» disse allegramente Ron.
Harry si girò e vide i suoi migliori amici entrambi rossi in faccia. Più in là notò Krum che calciava un sasso,
infuriato. Durante tutto il tragitto Hermione e Ron si tennero per mano. Harry era davvero felice per loro.
«Ehi!» gli fece Ron «Harry, dobbiamo trovarti una ragazza!»
FINE