Il Naturalista Siciliano s. IV, XIi

Transcript

Il Naturalista Siciliano s. IV, XIi
IL NATURALISTA SICILIANO
Organo della Società Siciliana di Scienze Naturali
Contenuto del fascicolo
E. Burgio e M. Cani
Sul ritrovamento di Elefanti fossili ad Alpp. 87-97
camo (Trapani, Sicilia)
L. Capasso Barbato, M. R. Minieri
e C. Petronio
Resti di Mammiferi endemici nelle grotte del
Faraglione di Favignana (Egadi, Trapani)
pp. 99-105
A. Carapezza
Settanta Eterotteri nuovi per la fauna siciliana
pp. 107-126
V. Calcea e G . Mineo
Aggiomamcnto e correzione degli elenchi dei
lavori pubblicati da Teodosio De StefaniPerez (1853- 1935)
pp. l 27-142
F. M. Raimondo, P. Mazzola
e M . Buffa
Contributi botanici alla conosce11za de! verde storico a Palen11o. l. Villa Trabia
pp.143-157
P . Mazzola, S. Romano
e S. Fici
Contributo alla conoscenza del genere
Opuntia AW!er. l. Dati cariologici e distrilmtiL·i dei/c spt'CÌC spo;;tanf!iuate e coltiva·
t,' .;n Sicilia
pp. 159·168
pp. 169-174
I iì'OG!·:.\f-l:\
Ll' XC)Co!~.'\ J ) H
!'id.Ef.•.\10
1988
Naturalista sicil., S. IV, XII (3-4), 1988, pp. 99-105
LUCIA CAPASSO BARBATO, MARIA ROSARIA MlNIERI e CARMELO PETRONIO
RESTI DI MAMMIFERI ENDEMICI
NELLE GROTTE DEL FARAGLIONE DI FAVIGNANA
(EGADI, TRAPANI)
RIASSUNTO
Si segnala in questa nota la presenza nella grotta delle Pecore (Punta del Faraglione; Favignana,
Egadi, Trapani) di una fauna del Pleistocene superiore a mammiferi endemici. Particolarmente interessante sembra la segnalazione di un elefante di statura intermedia fra «Elephas» falconerie Elephas
(Palaeloxodon) mnaidriensis. Associato a questo è stato rinvenuto Megaceros (Notomegaceros) cf. car-
burangelensis.
SUMMARY
Remains o/ endemie mammals in Faraglione caves (Favignana, Egadi, Trapani). ·In this note is
reporred the presence of endemie mammals of upper Pleisrocene in «Grotta delle Pecore» (Punta
del Faraglione, Favignana, Egadi, Sicily). Parricularly, it seems very interesting the discovery of
some remains of a elephants with intermediate size betu·een «Eiephas» falconeri and Elephas (Palae·
loxodon) mnaidriensis, associateci with Megaceros (Notomegaceros) cf. carbura11gelensis.
ll'\TRODUZIONE
Nell'ambito delle ricerche sulle faune endemiche insulari condotte dai ricercatori afferenti al Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di
Roma «La Sapienza», gli scriventi, dopo aver preso in visione il lavoro di
VAUFREY (1929) e di MALATESTA (1957), hanno effettuato una serie di indagi-
~ . ..__n .-:•~~v .UIIJ\or.Jv, l >L l\..
fvll:\JEIU O< l. . .PETRONIO
ni sulle grotte di Favignana (Egadi, Trapani) poste nei dintorni di Punta Faraglione.
Queste grotte, esplorate per la prima volta dal Marchese DALLA RosA
(1870), e segnalate (ma non visitate) da VAUFREY (1929), si aprono su un calcare dolomitico attribuito al Triassico (MALATESTA, 1957) e probabilmente si
sono originate in seguito a una tettonica orogena posteriore, sulla quale ha agito e agisce tuttora un intenso carsismo.
Le cavità presenti nella parete mesozoica, che si aprono a NNW della
Punta Faraglione, sono tre (fig. 1): di queste (genericamente ~iamate da
VAUFREY, 1929, «grotte del Faraglione»), due si trovano a una quota di circa
30 m s.l.m., la terza si apre un po' più in alto (circa 35-40 m).
La roponimia delle tre grotte non è univoca. nel tempo: alcune fonti riprese dai rilevatori della tavoletta topografica parlano genericamente delle grotte
delle Uccerle. MALATESTA (1957) invece .chiama grotta dell'Uccerla (sic) la seconda più grande grotta (venendo da Ovest), grotta descritta dal Marchese
DALLA RosA (1870), la cui apertura è divisa in due da un pilastro calcareo intermedio. Mentre la prima cavità non ha un preciso toponimo, la terza, quella
;.1.~- 1. -
Grotte della Puma del Faraglione (Favignana. Euaòi.
Trononi\
Resti di mammiferi endemici a Favignana
101
a quota leggermente più alta, è detta grotta delle Pecore (MALATESTA, 1957)
o grotta delle Stalattiti come dedotto da citazioni dei locali.
CARATTERISTICHE E CENNI STRATIGRAFICI
Gli scriventi hanno visitato tutte le cavità concentrando la loro attenzione sulla grotta delle Stalattiti o delle Pecore sul cui fondo è visibile un piccolo
passaggio (parzialmente murato), che conduce, attraverso un primo stretto
· corridoio in discesa, in un primo antro la cui altezza non supera 1,50 m circa
e il cui diametro è di circa 10m. Sulla destra di questa prima stanza si trovano
due passaggi angusti di circa 4 m di lunghezza che immettono in una grande
sala articolata, attraverso pilastri e stalattiti, in diversi anfratti.
Nel primo e più grande anfratto centrale di questa stanza e nella precedente piccola sala iniziale, gli scriventi, hanno effettuato una campionatura
dei sedimenti. L'esame dei campioni consente un primo tentativo di ricostruzione litostratigrafica.
Dall'alto verso il basso sono presenti sedimenti:
l - sedimento di disfacimento di un riempimento breccioide-sabbiosoarenaceo datato come post-Tirreniano da MALATESTA (1957), presente nell'ingresso esterno della grotta; in questo sedimento sono contenuti resti di Patella
e altri molluschi marini provenienti dal disfacimento dell'arenaria giallorossastra addossata alle pareti, i cui lembi residuati sono ancora visibili a circa
1,50 m dall'attuale suolo di calpestio. In questo sedimento residuale sono stati
segnalati e raccolti da MALATESTA ossa di mammiferi (equini, bovidi, cervidi)
e frammenti di selci lavorate ;
2 - sedimento bruno-rossastro argilloso che nella prima sala sembra avere uno spessore più rilevante e che invece nella seconda e più ampia stanza
non supera lo spessore di 20 cm;
3 - sedimento argilla-sabbioso di colore grigio-giallastro; questo sedimento sembrerebbe di notevole spessore nella seconda ampia sala e in questa
prima indagine non sembra essere presente nella prima stanza.
Nell 'ingresso e negli anfratti di questa grotta sono .presenti e ben visibili
lungo le pareti fori di litodomi della linea di riva dei 30 m. Il mare ha perciò
vuotato la grotta modellandola e, ritirandosi successivamente, ha consentito
alle acque di percolazione di depositare i sedimenti presenti attualmente nella
grotta.
LA FAUNA
Come si è gia accennato, MALATESTA (1957) segnala, frammisti al sedimento di disfacimento dei lembi brecciosi, resti di mammiferi fra cui Bos primigenius, Cervus elaphus ed Equus hydruntinus. Gli scriventi non possono confermare la presenza di queste specie.
Nella prima sala, nel sedimento bruno-rossastro argilloso, anche in superficie, sono stati ritrovati resti ossei di Ovis sp., Sus scropha, Erinaceus europaeus, Lepus sp., Megaceros (Notomegaceros) cf. carburangelensis.
La pecora è rappresentata da alcuni denti tipicamente ipsodonti e da alcune falangi . I pochi resti di individui adulti appartengono ad una forma di
piccole dimensioni; la maggior parte dei resti appartiene a individui giovanili.
Tutti i frammenti che possono essere attribuiti a Sus scropha appartengono a individui giovanili e, in qualche caso, fetali.
Il riccio è forse l'animale più rappresentato in questi sedimenti. Le ossa
più frequenti sono le mandibole; la morfologia indicherebbe una specie del
tutto simile al riccio vivente.
Alcune falangi contenute in questo sedimento appartengono ad un artiodattilo di morfologia e di dimensioni diverse da Ovis; si può fare u~ accostamento al genere Megaceros. Un'attribuzione sistematica più sicura può essere
stabilita attraverso l'esame di un metatarsale completo ritrovato negli stessi sedimenti della seconda più ampia sala, a pochi cm dal piano di calpestio. L'esame di questo reperto osseo già fin d'ora consente l'accostamento a Megaceros
(Notomegaceros) carburangelensis (DE GREGORIO, 1925). Se uno studio più
approfondito confermerà queste ipotesi, questa è la prima segnalazione a Favignana del megacerino di statura ridotta cosl frequente in molte grotte del Palermitano e del Messine~e (GLIOZZI e MALATESTA, 1982).
· Dal sedimento argilla-sabbioso di colore giallastro della seconda più ampia sala provengono un frammento basale di palco di un cervide e diversi resti
elefantini di medie dimensioni. Questi ultimi resti, fra cui un dente deciduo
(fig. 2), una vertebra, alcuni metapodiali, falangi, carpali e tarsali (fig. 3), appartengono ad un elefante le cui dimensioni sono nettamente più ridotte di
quelle medie attribuite a Elephas (Palaeoloxodon) mnaidriensis ritrovato, tra le
tante segnalazioni, nella grotta di Puntali (Carini, Palermo). Gli stessi resti sono però sensibilmente più grandi della popolazione di «Elephas» falconeri
(AMBROSETTI, 1968) della grotta di Spinagallo.
DISCUSSIONE
La presenza di forme endemiche elefantine nell'isola di Favignana è un
dato inedito anche se non può stupire l'esistenza di una fauna sostanzialmente
J.V ./
simile a quella delle grotte palermitane in quanto, osservando la batimetria del
braccio di mare che separa Favignana dalle coste trapanesi, è possibile notare
una profondità massima di 50 m, tale da ipotizzare, anche in un qualsiasi momento del Pleistocene medio e superiore, possibili collegamenti con la Sicilia.
La morfologia e le particolari dimensioni dei resti rivenuti, soprattutto
per quanto riguarda i metapodiali e le falangi, che possono essere considerate
di dimensioni intermedie (valutando il campo di variabilità dimensionale dei
resti di Spinagallo e quello dei resti, alcuni inediti, della grotta di Puntali) fra
«E/ephas» falconeri e E/ephas (P.) mnaidriensis, complicano notevolmente la sistematica degli elefanti endemici dell'arcipelago siculo-maltese. Sistematica
che potrebbe essere rivista sia riesaminando le vecchie segnalazioni relative
a E/ephas melitensis descritto da FALCONER (1862), sia ristudiando la morfologia dei molari e dei crani dell'elefante di Spinagallo, alla luce anche della
posizione stratigrafica di alcuni resti elefantini di dimensioni ridotte ad Alca-
a
Fig. 2. - Elephas (Palaeloxodon) sp., Pleistocene superiore, Grotta delle Pecore (Favignana, Egadi,
Trapani): ?D3fD4 (x 2 della gr. nat.). a: norma occlusale; h: norma labiale.
1U.)
inferiore per E. /alconeri; Pleistocene medio e medio-superiore per E. antiarticolano diversamente la paleobiogeografia dell'arcipelago siculomaltese (CALO! et alii, in stampa) ed il ritrovamento di Favignana è un dato
che completa questa sintesi paleogeografica.
Scavi sistematici del Museo Geologico dell'Università di Palermo in questa grotta di Favignana, nelle adiacenti, e un rilievo esteso a l..evanzo e alla
più lontana isola di Marettimo, che, considerando la batimetria, dovrebbe essere stata separata più a lungo rispetto alle altre, potrebbero dare una risposta
più adeguata ai problemi di sistematica e soprattutto a quelli paleobiogeografici di questa zona.
quus)
Ringraziamenti. -Si rigrazia E. Burgio per i consigli forniti durante la stesura del manoscritto; inoltre si ringraziano R. Sardella e E. Cerilli per l'aiuto prestato nell'esplorazione delle grotte
ed infine G. D'Arpino per l'esecuzione delle foto. Un ultimo ringraziamento va a M. R. Palombo
per i consigli critici nell'analisi dei resti elefantini.
BIBLIOGRAFIA
A~IBROSETTI P., 1968 -
The Pleistocene dwarf elephants of Spinagallo (Siracusa, South-Eastern
Sicily). - Geologica Rom., Roma, 7: 277-398, 54 fig., U tab., 15 tav.
BELLL'OMI!'\1 G., BADA]., 1985 - Isoleucine epimerization ages of the dwarf elephants of Sicily.
- Geology, Boulder, 13: 451-452.
BL'RGIO E. , CANI M ., 1988 - Sul ritrovamento di elefanti fossili ad Alcamo (TP). -Naturalista
sicil., Palermo, 12: 87-97.
C.'<Wl L., C\PASSO BARBATO L., Esl' D., KoTSAKIS T., PALOMBO M. R., PETRONIO C., in stampaObsen·ations on Pleistocene continemal vertebrates and molluscs of Sicily (ltaly).
- Atti Congresso Internazionale «l primi uomini ÌII ambiente insulare», Oliena (Sardegna) 25 Settembre -2 Ottobre 1988 .
.
D.·\LL\ Ro s,\ G. , 1870 - Ricerche paleomologiche del litorale di Trapani. - Tipogr. Grazio/i, Parma. 45 pp.
D E GkEGORIO A., 1925 - Mammiferi quaternari di Sicilia. Parte III: sul genere Cervus. - Ann.
Geo/. Paleont., Palermo, 40: 1-17,. 22 tav.
F.·\ ~co :-.:ER H .. 1862 - IV. O n the fossi l remains of Elephas melitemis, an extinct pigmy species
of Elephant; and of other mammalia, etc. , from the ossiferous caves of Malta. Paleontological Memoirs and Notes, Londra , 2 : 292-308.
Guuzz1 E. , MM.ATESTA A. , 1982- A megacerine in the Pleistocene of Sicily.- Geologica Rom. ,
Roma, 21: 311-389, 17 fig., 26 tab. , 18 tav.
:'ll.'<L.'<TESTA A., 195 7 - Terreni, faune e industrie quaternarie nell'Arcipelago delle Egadi.- Quaternaria, Roma, 4 : 165-190, 12 fig ., 5 tav.
\'.\L'FREY R., 1929 - Les éléphants nains cles iles méditerranéennes et la question des isthmes
pléistocènes. - Arch. Inst. Paléont. Hum., Paris, 6: 1-220, 45 fig., 9 tav.
Nota presentata nella riunione scientifica del 24.VI.1988
:-.:10 ,
Indirizzo degli autori. - LuCI.~ CAPASSO BARBATO, MARIA RosARIA MtNIERI , CARMELO PETRO·
Dipartimento di Scienze della Terra, Università «La Sapienza», 00100 Roma.