L`infinito e Leopardi

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L`infinito e Leopardi
L’infinito e Leopardi
Anno scolastico 2015-2016
Classe 3°E
Prof.ssa Calcagno Valeria
Scuola media Forlanini
Sesto San Giovanni
L’ERMO COLLE
IL TESTO AUTENTICO
IL TESTO E LA PARAFRASI
Testo dell'opera
• 1. Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
2. e questa siepe, che da tanta parte
3. dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
4. Ma, sedendo e mirando, interminati
5. spazi di lá da quella, e sovrumani
6. silenzi, e profondissima quiete
7. io nel pensier mi fingo; ove per poco
8. il cor non si spaura. E come il vento
9. odo stormir tra queste piante, io quello
10. infinito silenzio a questa voce
11. vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
12. e le morte stagioni, e la presente
13. e viva, e il suon di lei. Cosí tra questa
14. immensitá s’annega il pensier mio;
15. e il naufragar m’è dolce in questo mare.
•
Parafrasi affiancata
1. Mi furono sempre cari questa collina
solitaria
2-3. e questa siepe che impedisce al mio
sguardo di guardare verso l’estremo
orizzonte.
4-7. Ma stando seduto e osservando, io mi
disegno nella mente spazi infiniti oltre la
siepe e silenzi che vanno oltre
l’immaginazione umana e una grandissima
calma; in tal modo, per poco
8. il cuore non si smarrisce. E non appena il
vento
9. sento fischiare in mezzo a questi alberi,
io
10-11. inizio a paragonare (=vo
comparando) quell’infinito silenzio a
questo rumore: e mi viene in mente il
pensiero dell’eternità,
12. le stagioni passate e quella presente
13. e ancora viva e il suo rumore. Così 14. il
mio pensiero si smarrisce in questa
immensità
15. ed è piacevole per me naufragare in
questo mare.
IL TESTO
•
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare
LA PARAFRASI DISCORSIVA
•
Sempre caro mi è stato questo colle
solitario e questa siepe che per gran parte
impedisce di vedere un tratto
dell’orizzonte. Ma stando seduto e
guardando, immagino spazi interminabili
oltre la siepe, e silenzio profondissimo e
quiete assoluta tanto che il cuore quasi si
spaventa. Quando sento le foglie delle
piante stormire al vento, paragono la voce
del vento con quel silenzio infinito: e mi
viene in mente il pensiero dell’eternità, il
passato ormai morto e l’oggi, presento e
vivo, con il suo suono. Così, in questa
immensità, annega il mio pensiero: e mi è
dolce naufragare in questo mare.
LE PAROLE COME SEGNO
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•
•
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•
•
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•
Il colle è il Monte Tabor, vicino a Recanati.
Il colle è caro al poeta perché gli permette di riflettere , di raccogliersi e
pensare. “Sempre” perché è una consuetudine per il poeta.
La siepe che pare un ostacolo è il segno del limite della realtà ; essa
provoca il desiderio di infinito , presente in ogni uomo.(cfr. l’uso di questo e
quello”)
“Ma “:questa avversativa dice di un distacco tra lo spazio reale e l’infinito
cui il poeta si avvicina “sedendo e mirando”, fermandosi e contemplando.
“Ove per poco il cor non si spaura” ove , dove , in cui … ma anche al punto
che …………………………..
“E come …”: quando, non appena : dallo spazio al tempo. Il rumore del
vento fa percepire il rapporto tra la realtà e l’infinito
E…e…e.. : le sensazioni si susseguono
Il naufragio come metafora di un abbandono all’infinito, rappresentato da
“questo mare”
Le espressioni difficili
•
•
•
•
•
•
Ermo: solitario
Guardo : sguardo
Interminati: sconfinati
Mi fingo : immagino
Mi sovvien : mi viene in mente
S’annega: si perde
La forma
•
La poesia è fatta di endecasillabi sciolti, versi di 11 sillabe liberi da legami della strofa e della rima.
•
Nella poesia si ritrovano molte metafore:
 voce : il soffio del vento
 Le morte stagioni:il tempo trascorso
 e la presente
e viva, e il suon di lei.: il tempo presente fatto di azioni quotidiane
 Il naufragar, il lasciarsi andare nelle vicende della vita fin ad arrivare alla pace (come in Foscolo)
•
•
•
•
“sovrumani silenzi” : iperbole,rende assoluto ciò che già lo è
“S’annega il pensier mio”: è una personificazione
Allitterazione (ripetizione di suoni): lettere s e t : sedendo e mirando; sovrumani silenzi
Profondissima : onomatopea; la parola richiama uno spazio vuoto e silenzioso
Il significato
• Leopardi dice di una corrispondenza tra
l’infinità a cui il panorama lo richiama e
qualcosa che lui ha dentro. Questa
corrispondenza lo conduce all’eterno.
• L’eterno non è una immaginazione: è qualcosa
di cui la realtà ti parla .
• Leopardi dice “Il naufragar m’è dolce”
• Naufragare indica una partecipazione : l’uomo
è fatto per lasciarsi andare dentro l’infinito
L'uomo di fronte all'infinito: confronto tra Leopardi e Caspar David Friedrich,
Viandante sul mare di nebbia
Leopardi
• "Sempre caro mi fu
quest'ermo colle, e questa
siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il
guardo esclude."
Friedrich
• La montagna rocciosa come
l'ermo colle è il limite oltre il
quale lo sguardo, i sensi
dell'uomo non può andare.
Sia nell'opera poetica che in
quella pittorica la situazione
di partenza è un ostacolo,che
però è anche uno stimolo ad
andare oltre il limite, a
mettere in moto
l'immaginazione.
LEOPARDI
• "Ma sedendo e mirando,
interminati spazi di là da
quella, e sovrumani silenzi,
e profondissima quiete io
nel pensier mi fingo; ove
per poco il cor non si
spaura."
FRIEDRICH
•
Friedrich La figura solitaria è al
centro della prospettiva di fuga
dell'orizzonte: l'abito di velluto verde
scuro, una tonalità appena più vivace
del marrone-nero delle rocce e le
pieghe pesanti della giacca. La
posizione del corpo appoggiato sulla
destra e sostenuto dal bastone è in
equilibrio grazie alla mano appoggiata
sul ginocchio sinistro. Il capo che
evidenzia un colletto bianco e dei
capelli scomposti facilitano
l'immedesimarsi dello spettatore. E'
l'infinito dello spazio che attira
l'attenzione e spaventa nello stesso
tempo, perché l'infinito è qualcosa di
inimmaginabile.
LEOPARDI
• "E come il vento odo
stormir tra queste piante,
io quello infinito silenzio a
questa voce vo
comparando: e mi sovvien
l'eterno, e le morte
stagioni, e la presente e
viva, e il suon di lei."
Friedrich
• Un altro aspetto
dell'infinito è
rappresentato nel quadro
dalla nebbia, dalle rocce e
dagli alberi in lontananza:
le rocce sono concrete,
come il presente, le nebbie
incerte come il passato che
è già diventato nulla
• LEOPARDI
• "Così tra questa immensità
s'annega il pensier mio: e
il naufragar m'è dolce in
questo mare."
• Friedrich
• L'orizzonte indica, con la
linea scura della fuga della
prospettiva, le montagne
tonde sulla sinistra e la
roccia sulla destra, il nulla
verso il quale la figura
dell'uomo è attratta. Per
questo il naufragar m'è
dolce in questo mare di
nebbia e di nubi, per
questo la figura di spalle
non ha paura.
SINTESI SU LEOPARDI
Sitografia e bibliografia
• Insegnarescuolamedia.blogspot.it
• www.liceocuneo.it/-ipertesti
• http://blog.graphe.it/2015/10/01/infinitoleopardi-parafrasi-commento
• Il quasi nulla e l’infinito di d. Rondoni,
www.gliscritti.it
• Cara beltà ed BUR
• Antologia Colori per leggere
• http://www.aiutodislessia.net/

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